ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

mercoledì 15 dicembre 2021

San Siro basta palle solo palloni

PROGETTO SAN SIRO, GIUSTO DUE CONTI Il Sindaco Sala continua a non dire che tutta l’operazione avviene su suolo pubblico e beni pubblici. Una operazione immobiliare di saccheggio del territorio – costruire ancora uffici e centri commerciali, che sono abbandonati in ogni parte del mondo per le vendite on line, le consegne a domicilio, lo smart working – per favorire delle società per azioni, private e di proprietà straniera non c’entra con le esigenze di Milano e dell’area di San Siro. Una operazione che reca un danno ambientale per il quartiere e un danno economico per le casse comunali. Guardiamo solo a questi due dati. La demolizione del Meazza (dopo le Olimpiadi del 2026) comporta una movimentazione di mezzi e di macerie impressionante (180.000 mc): per smaltire cemento armato e ferro, ci vuole una fossa di 10 metri di larghezza per 10 metri di profondità e lunga 1,9 chilometri, Pensate a un fossa così da piazza Cordusio all’Arco della Pace. Oggi le squadre pagano 10 milioni all’anno di affitto dello stadio (metà cash, metà con manutenzioni); nella famosa delibera di interesse pubblico è scritto “€ 2.789.271,38 il valore della rata annua novantennale, da indicizzarsi annualmente per tenere conto della componente inflattiva, da corrispondere ai fini della dilazione del pagamento al Comune di Milano da parte dei promotori (i Club) per l’attuazione dell’Ambito GFU San Siro” Ovvero invece di incassare 900 milioni solo per il Meazza, il Comune incasserà 251 milioni (mettiamo pure con le rivalutazioni, 300 milioni) per tutto quello che viene concesso aree, immobili e volumetrie. Di fatto incassa 600 milioni in meno: un bel danno erariale e un bel regalo alle due società cino-americane. Per questo stiamo preparando un ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei Conti. Comitato Si Meazza SAN SIRO, LA NECESSITA’ DI UNA AFFERMAZIONE UNIVOCA Il comitato Sì Meazza, nato per salvare l’efficiente e ulteriormente qualificabile stadio esistente, in pochi giorni ha ampiamente superato le 1000 adesioni. Per aderire scrivere a comitatosimeazza@gmail.com Significative le adesioni di Mazzola e Rivera, di Altobelli e Donadoni, di Vasco Rossi e della Pausini, così come quelle di Suarez e Steve Van Zant. Il 17 dicembre in Camera Del Lavoro si terrà un incontro pubblico per promuovere un referendum. Intanto in Consiglio Comunale il verde Monguzzi insiste a chiedere il Dibattito Pubblico e due promotori della coalizione di Sala, Scalpelli e D’Alfonso, hanno proposto una diversa partecipazione della Amministrazione al progetto di Inter e Milan. Il ‘decido io’ del sindaco oggi appare fuori contesto. È chiaro che la densità simbolica della demolizione del Meazza fa emergere, dietro il pretesto di un nuovo stadio, una cessione di pianificazione territoriale, visione del futuro della città, e terreni pubblici a fondi internazionali. Emergono altresì l’arroganza autarchica e la mancanza di empatia con Milano del sindaco Sala. Un sindaco non è un amministratore delegato: lo ‘scivolone’ dell’uscita contro lo sciopero generale mentre interveniva il 12 dicembre in Piazza Fontana risulta una imbarazzante conferma. Ora occorre evitare un gioco delle parti in Consiglio Comunale che non cambierebbe la sostanza della questione. È necessaria una affermazione univoca per aprire un effettivo ripensamento. Dalla società civile che si sta mobilitando deve partire un pacchetto coerente di iniziative, con tutti gli strumenti regolamentari. Udienza Pubblica su riqualificazione partecipata del Meazza e dell’area circostante, presentazione del ricorso al TAR, l’interrogazione al Parlamento Europeo all’aiuto pubblico e l’alterazione della concorrenza, istruzione e del referendum propositivo, che consente di abrogare l’attribuzione di Pubblico Interesse e di dare un indirizzo di riqualificazione sia del manufatto che dell’area circostante nell’interesse generale e con una partecipazione informata al processo deliberativo. Tutto ciò deve vivere nella consapevole efficacia politica delle azioni che mettiamo in atto, indipendentemente dalle iniziative consiliari. Servono un percorso comprensivo dei diversi strumenti e dei tempi di attivazione e una comunicazione unitaria, inclusiva, autorevole e univoca. Questo mentre nel Consiglio Comunale le contraddizioni aumentano. Fiorello Cortiana

martedì 2 novembre 2021

Non in mio nome Salvini

Salvini ha chiesto scusa per le contestazioni a Bolsonaro 'a nome del popolo italiano'. Non in mio nome Salvini, non per uno che ha favorito la deforestazione dell'Amazzonia, la morte di migliaia di brasiliani per una politica demenziale sulla Pandemia. Non in mio nome Salvini.

domenica 31 ottobre 2021

IL CONFORMISMO PROGRESSISTA

Il conformismo progressista di quelli con il cuxx al caldo. Invito a leggere il bell'articolo, che posto in calce,  di Luca Ricolfi che ben riporta le criticità del ddl Zan. Osservo che nel mainstream, lo stesso che plaude al commissariamento tecnofinanziario della politica pubblica italiana, chi non era d'accordo in toto con il ddl Zan e trova ragionevole la proposta Scalfarotto, che è lì da anni, in automatico sarebbe collocabile nel medioevo e, nella migliore delle ipotesi, un utile idiota per Salvini e Meloni. Il pd di Letta, che non ha accettato alcuna discussione né mediazione sui punti più controversi, a partire dalla cancellazione del sesso biologico a favore della semplice percezione di sè, un vero e proprio obbrobrio che sottende la negazione della differenza sessuale, quindi dell'unicità della differenza femminile, ci sta costruendo la prossima campagna elettorale. Siamo all'apologia della virtualità, la trasposizione degli avatar dal virtuale al reale. Gli agit prop dell' "elettore progressista indignato" sono il blocco sociale prodotto dalla occupazione partitocratica della Cosa Pubblica nella sua declinazione fatta di nominati, raccomandati, percettori di contributi discrezionali (partecipate a tutti i livelli, fondazioni, amministrazioni e istituzioni pubbliche, a cui si aggiunge l'appendice dei percettori del reddito di cittadinanza). Così si continua a non interrogarsi sulla mancanza di soggettività politica dei partiti, che hanno abdicato alla loro funzione, esternalizzandola ai portatori e ai rappresentanti di interessi particolari, spesso neanche ben identificabili. Così si continua a non occuparsi del malessere sociale, che trova gli sfoghi che trova, comprese le manifestazioni novax, cavalcate dall'estrema destra, e che i "progressisti" guardano con la puzza al naso invece di farci i conti, pretendendo che la politica ne affronti le ragioni sociali sottese. Tornando al ddl Zan: se il problema è la omotransfobia e le violenze connesse, ed è indubbiamente un problema, basta approvare il ddl Scalfarotto e applicare rigorosamente le leggi esistenti. La politica, consegnata ai tecnocrati, non chiede ai cittadini di partecipare ai processi di cambiamento produttivo e cognitivo e ai processi di direzione politica. Per loro è  meglio parlare d'altro. Segue la riflessione di Luca Ricolfi: Non ho idea di che cosa abbia spinto Enrico Letta e il suo partito a rifiutare, fin da prima dell’estate, ogni compromesso sul Ddl Zan. Errore di calcolo? Voglia di inasprire lo scontro con il centro-destra? Manovre sull’elezione del presidente della Repubblica? Chissà. Ora che la frittata è fatta, e che l’approvazione di una legge conto l’omotransfobia è rimandata alle calende greche, forse varrebbe la pena che il Pd – esaurita la raffica di contumelie contro la destra retrograda, razzista e omofobica – si fermasse un attimo a riflettere. Tema della riflessione: come mai i dubbi sul Ddl Zan, anziché essere esclusivi della destra, sono così diffusi anche dentro il campo progressista? Già, perché al segretario del Pd forse è sfuggito, ma la realtà è che le perplessità sul Ddl Zan sono piuttosto diffuse in diversi settori della sinistra. E in molti casi non sono di tipo tattico, come quelle espresse da Renzi e dai suoi, per cui sarebbe meglio una legge imperfetta che nessuna legge. No, ci sono movimenti, associazioni, politici, studiosi di area progressista che sono convinti che si possa fare una legge a tutela delle minoranze migliore e non peggiore del Ddl Zan. Chi sono? Diverse associazioni femministe, tanto per cominciare. Non solo italiane (Udi, Se non ora quando, Radfem, Arcilesbica) ma oltre 300 gruppi in più di 100 paesi, riuniti sotto la sigla Whrc (Women’s Human Rights Campaign). La rappresentante italiana nella Whrc è Marina Terragni, da decenni impegnata nelle battaglie per i diritti delle donne, degli omosessuali e dei transessuali. A queste associazioni non piace che le donne, che sono la metà dell’umanità, siano trattate come una minoranza; ma soprattutto non piace che il mondo femminile, con i suoi spazi e i suoi diritti, sia arbitrariamente colonizzato da maschi che si autodefiniscono donne, come è già capitato – ad esempio – in ambiti come le carceri e le competizioni sportive; per non parlare dei dubbi sui rischi di indottrinamento (e di cambiamenti di sesso precoci) dei minori. Poi ci sono gli studiosi, e specialmente i giuristi, che hanno analizzato l’impianto della legge, e ne hanno individuato almeno tre criticità: rischi per la libertà di espressione, difetto di specificità e tassatività dei reati perseguiti con il carcere, conflitto con l’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 (“i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere d’istruzione da impartire ai loro figli”). Fra i giuristi che hanno sollevato obiezioni, oltre a diversi costituzionalisti, c’è anche Giovanni Maria Flick, ex ministro della giustizia del primo Governo Prodi. Ma forse il caso più interessante, e clamoroso, di disallineamento con l’integralismo LGBT di Letta e del Pd è quello dell’estrema sinistra, in Europa ma anche in Italia. Forse non tutti sanno che, non da ieri, in una parte della sinistra radicale le battaglie LGBT, e più in generale le battaglie per i diritti civili, sono guardate con ostilità come “campagne di distrazione di massa”, che la sinistra riformista – irrimediabilmente compromessa con il capitalismo e con le logiche del mercato – utilizzerebbe per spostare l’attenzione dal vero problema, ossia l’arretramento dei diritti sociali. Su questa linea, ad esempio, troviamo filosofi come Jean Claude Michéa e, in Italia, Diego Fusaro. Ma anche uomini politici di sicura fede progressista, come Mario Capanna (assolutamente contrario, perché “la legge aggiunge reati, non diritti”) o il sempre comunista Marco Rizzo, forse la voce più severa sui diritti LGBT e sulle celebrities che di quei diritti si servono per autopromuovere sé stesse (ma, è il caso di notare, osservazioni del medesimo tenore senso sono talora venute anche da un riformista doc come Federico Rampini). E poi ci sono i (pochi) politici progressisti fuori dal coro, che hanno il coraggio di dire la loro anche se il partito non è d’accordo. Penso ad esempio a Paola Concia (Pd, sposata con una donna), che nello scorso aprile sollevò varie e argomentate obiezioni, chiedendo di modificare il testo della legge. O Valeria Fedeli (Pd), che nello scorso maggio sollevò perplessità analoghe, pure lei convinta che le modifiche avrebbero potuto migliorare la legge. Ma forse il caso più interessante di posizionamento politico è quello di Stefano Fassina, ex parlamentare Pd, poi transitato in Sinistra italiana e approdato a LEU. In una conversazione con Il Foglio, giusto il giorno prima dell’affossamento del Ddl Zan, Fassina non solo osserva che l’articolo 4 (sui limiti alla libertà di espressione) andrebbe eliminato per “il suo portato di arbitrio giurisdizionale”, ma afferma che “sarebbe gravissimo per il nostro stato di diritto non intervenire sull’articolo 1” (quello che definisce l’identità di genere come scelta soggettiva). Quell’articolo, infatti, introduce “norme che si configurano come visione antropologica – legittima ma di parte”. Una visione che “non è stata esplicitata, condivisa e discussa, e quindi non può stare nel disegno di legge e diventare progetto educativo universale”. Che dire? Forse una cosa soltanto: una parte del mondo progressista, Letta o non Letta, continua a ragionare con la propria testa. Ed è un bene, perché certe battaglie, come quelle sul pluralismo e sulla libertà di espressione e di educazione, hanno più probabilità di essere vinte se non diventano proprietà esclusiva di una sola parte politica. Pubblicato su Il Messaggero del 29 ottobre 2021

martedì 26 ottobre 2021

Per una rigenerazione democratica

di Fiorello Cortiana C’è un filo che collega la non partecipazione al voto di prossimità delle amministrative a Piazza del Popolo e alle tante altre che settimanalmente costruiscono l’esercizio di una attitudine alla piazza da parte di tanta gente comune. Sfiducia e insicurezze diventano disaffezione e alterità esplicita per tutto ciò che è istituzionale e ufficiale. Lo squadrismo reazionario organizzato si incarica di geolocalizzare e di attaccare il nemico spostando il piano politico su quello dell’ordine pubblico e giudiziario. Già il sostegno al ricambio Renziano e alla riduzione degli istituti della rappresentanza, da lui proposti, erano un indicatore. I vaffaday sono stati una semplificazione più esplicita ed efficace, così come la riduzione pentastellata della rappresentanza parlamentare, in luogo della sua qualificazione con leggi elettorali costituzionali. È evidente e preoccupante la costante deriva verso semplificazioni estreme “chi non è con noi è contro di noi, perciò un nemico”. Siamo a un bivio: o la cultura e le esperienze efficacemente riformiste rispondono qualificando la democrazia in termini di partecipazione consapevole, qualità sociale e diritti, o assisteremo a una guerra civile strisciante e perpetua: qualcosa di simile a quello che sta accadendo negli States. Tutto ciò è immediatamente inerente e costitutivo della necessaria conversione ecologica. Da non confondersi con transazioni nominali: sarebbe come pensare che dall’Icmesa di Seveso o dall’Ilva di Taranto potesse uscire aria pulita solo perché la definiamo così. Nella ridefinizione degli equilibri geopolitici della globalizzazione e della azione degli Stati senza territorio che sono le corporation, l’Europa non può esimersi dal diventare un soggetto politico democratico senza rinunciare alla sua natura costitutiva di universalità dei diritti e del welfare. A partire da qui si devono riferire le modifiche e le innovazioni istituzionali necessarie ai livelli statali e locali. Partiamo da noi, da Milano con i suoi quartieri e dalla rete dei comuni metropolitani. Partiamo da chi qui abita e definisce la sua cittadinanza. Il distacco e la distanza tra il drammatico processo di delegittimazione dell’istituto della democrazia e i commenti sull’esito del voto da parte del sindaco Sala rivelano una mancanza assoluta di empatia sociale che accompagna una mancanza di visione alla esternalizzazione della soggettività politica nella pianificazione territoriale. La massima ambizione è quella di essere funzionali a decisioni affidate a interessi particolari degli attori internazionali, più o meno trasparenti, del mercato fondiario e immobiliare. Nuovo stadio, quindi, nuovo quartiere a S. Siro e gli Scali ex FS, sono un esplicito manifesto. Una ambizione che il sindaco vuole esercitare come interlocutore esclusivo, viste le attribuzioni delle deleghe in Giunta. Non ci sono scorciatoie politiche ed elettorali, come confermato dalle urne: la promozione di una partecipazione informata al processo deliberativo e l’esercizio della Cittadinanza Attiva sono le condizioni per una rigenerazione del Campo Democratico e una risignificazione delle sue istituzioni. A partire dalla piena attuazione costituzionale della Città Metropolitana con l’elezione diretta del sindaco e del Consiglio da parte dei cittadini. Con Municipi che invece di essere palestre senza poteri per aspiranti consiglieri comunali potrebbero essere agenzie di facilitazione delle esperienze di comunità: ad es. con produzione condominiale e di isolato di energia rinnovabile. Occorre riconoscersi tra le competenze e le esperienze che in questi ultimi anni hanno avuto una funzione critica e propositiva in città e nella metropoli. Su queste pagine, come con i ricorsi e con l’udienza pubblica in Consiglio Comunale sulla alternativa alla pianificazione degli ex Scali FS o sulla possibile riqualificazione di S. Siro. Con i ricorsi sulla legge elettorale o con le proposte in Parlamento per la Città Metropolitana. Con i referendum cittadini o sull’uso dell’ex Piazza d’Armi o della Goccia alla Bovisa e poi Farini o Bassini ecc. Occorre attivare una condivisione con metodo, luoghi fisici e una adeguata piattaforma digitale per dare vita a quello che Marco Vitale felicemente definisce il Consiglio Civico. Contraltare, interlocutore e capace di azioni istituzionali per impegnare il Consiglio Comunale e la Giunta. Investire testa e cuore come cittadinanza consapevole: ciò può essere più avvincente dello sfogo dell’atomizzazione populista contro, con manovratori che si danno il cambio. È l’efficacia del cambiamento democratico la misura da condividere.

venerdì 22 ottobre 2021

Il Sindaco ambientalista?

https://www.facebook.com/radiolombardia/videos/587726325909219/

giovedì 7 ottobre 2021

Elezioni comunali di Milano

ELEZIONI COMUNALI A MILANO Un commento a caldo di Fiorello Cortiana Con il 57,73% dei voti validi Beppe Sala è stato confermato sindaco al primo turno, una affermazione netta: la prima volta per un sindaco di centrosinistra, l’autorevolezza di tale conferma troverà un riscontro immediato nella formazione della giunta, anche a fronte del 33,86% del PD, l’azionista di maggioranza. Sarebbe miope dedicarsi alle congetture sul ruolo di Sala negli sviluppi dello scenario locale e in quello politico-parlamentare anche in relazione alle scelte di Mario Draghi. A Milano si è manifestata l’affluenza più bassa di sempre, ferma al 47,72%. Il commento di Sala è stato laconico “Rispetto al primo turno dello scorso mandato del 2016 ho preso un quarto dei voti in più da 224mila a 277mila. Lo dico per orgoglio ma anche perché dato che il tema dell’astensionismo è un tema, però non sta a casa mia”. Può risultare pura archeologia notare che l’altro sindaco-manager per il centro-destra, Gabriele Albertini, al secondo mandato, eletto al primo turno, nel 2001 si era fermato al 57,54%. Il fatto è che nel 2001 votò l’82,29% dei milanesi: quest’anno il 47,72%. Albertini ottenne 499.020 voti, Sala ne ha ricevuti 277.478. Il milanese Gaber cantava ‘La libertà è partecipazione’, Sala dovrebbe considerare che la partecipazione universale alla scelta dei rappresentanti e degli amministratori è parte costitutiva della democrazia e lo riguarda, perché è anche in ‘casa sua’. Se per l’europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino la comparazione di risultati non va oltre il 2016 ” La nostra coalizione in voti assoluti è andata meglio di cinque anni fa.” Maran ostenta iattanza: “L’affluenza è bassa in tutta Italia, l’importante è vincere”. Alla elezione di Giuliano Pisapia nel 2011 l’affluenza fu del 67,56 % con un aumento del 0,04% sul 2006. Dieci anni fa non un secolo. Nel 2016 per il Referendum Costituzionale del Governo Renzi la partecipazione in città fu del 71,72%. C’è un 20% abbondante di aventi diritto al voto che sceglie di non esercitarlo e colpisce che rilevare la crisi di legittimità dell’istituto della democrazia tocchi a Giorgia Meloni “Credo che non si possa trattare in modo superficiale il dato sull’astensionismo: quando si vota in città importanti e c’è un astensionismo intorno al 50% non è una crisi della politica ma della democrazia”. Ci sono diverse ragioni per la non partecipazione al voto: certamente è un riflesso del commissariamento della politica dentro l’incertezza data dalla Pandemia Covid19; certamente la disparità competitiva dei candidati sembrava rimandare ad un esito precostituito a garanzia della consociazione degli affari ‘Stadio e quartiere di San Siro e Scali ex FS’. Certamente l’assenza di ipotesi di visioni alternative per la Città Metropolitana, le sue reti di infrastrutture digitali e di trasporto, il percorso informato e partecipato delle sue comunità alla necessaria conversione ecologica. Chi è stato fuori dalla consociazione ha espresso una sterile affermazione identitaria a-contestuale, come i socialisti con una persona seria come Goggi. O ha proposto come precostituita opposizione una competenza attiva sui progetti alternativi per San Siro ed ex Scali FS, come Mariani. C’è altresì il notevole risultato dei Verdi milanesi, unico in Italia con il 5%. Risultato non prodotto da alcuna campagna o referendum promossi in città negli ultimi cinque anni, dovuto piuttosto alla presenza attiva di Greta Thunberg e di decine di migliaia di giovani, che hanno occupato con le loro sollecitazioni le piazze, le sedi ufficiali e ogni tipo di media nella settimana precedente il voto. Non ultimo c’è stato l’esaurimento della meteora pentastellata, anche in versione Conte, così come le candidature infruttuose dei protagonisti della sua diaspora. Non c’è soltanto l’afasia ecologista-radicale-riformista: sono in campo la Citizen Initiative Europea, una ‘direttiva europea di iniziativa popolare’ che impegnerà Parlamento e Commissione sulla proposta di una tassazione europea omogenea per i combustibili di origine fossile, i referendum su Fine Vita e Giustizia, il ricorso al Consiglio di Stato sull’Accordo per gli ex scali FS, il ricorso di Besostri e di Viva il Parlamento sulla incostituzionale legge elettorale nazionale. Il tutto coerente con una conversione ecologica che non conosce scorciatoie ma richiede la connessione di competenze ed esperienze e la condivisione di proposte efficaci. C’è filo da tessere, occorrono tessitori, telaio e disegno. Mica poco ma intrigante

giovedì 23 settembre 2021

Laudato Sì

Gli strumenti che l’enciclica “Laudato SI” offre a chi ha responsabilità amministrativa   Gli Stati Generali dell’Ecologismo a Castel Gandolfo, per la sede simbolica in cui si svolgono, non potevano che iniziare con un incontro aperto al pubblico su una delle encicliche più visionarie della Storia. Nel 2015 Papa Francesco scrisse la Laudato Si’, trattando le interconnessioni tra la crisi ambientale del Pianeta e la crisi sociale dell’Umanità. Venerdì 24 Settembre dalle ore 10, presso la Sala Consiliare del Comune di Castel Gandolfo, si terrà un dialogo a più anime sugli strumenti che l’enciclica fornisce a chi ha Responsabilità Amministrativa. Al dibattito prenderanno parte alcuni ospiti tra cui Padre Enzo Fortunato giornalista e direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, il Giurista Giuseppe Corasaniti, il Senatore Fiorello Cortiana di “Lombardia Sostenibile” e il Consigliere Comunale ed ex Sindaco del Comune di Melpignano (LE) Ivan Stomeo. Il Sindaco di Castel Gandolfo porterà il saluto della Cittadinanza e le Autorità Religiose locali porteranno, con Padre Fortunato, il loro contributo di analisi della Laudato Si’ sotto l’aspetto religioso, ma si innesteranno le traduzioni laiche di Corasaniti e le applicazioni pratiche e concrete di Cortiana e Stomeo. L’evento potrà essere seguito in presenza da un numero contingentato di persone (non otre 20) oppure da remoto tramite la diretta sui canali Facebook e Instagram di Patto Ecologista Riformista.

domenica 19 settembre 2021

Amministrative a Milano

MILANO CITTÀ METROPOLITANA Visione politica e futuro di Fiorello Cortiana COPIA LINK cortiana Indubbiamente Berlusconi ha fatto scuola, diceva: sono come tu mi vuoi, imprenditore o operaio, arbitro o giocatore… A guardare liste, candidati e campagna, per le prossime elezioni comunali di Milano questa è la sensazione. La preoccupazione di una visione politica metropolitana, capace di accompagnare e fare partecipare una comunità al necessario processo di conversione ecologica, è sostituita da marketing di comunicazione e tante candidature tappabuchi per riempire la lenzuolata di liste. Dopo la sparata di ‘Milano non si ferma’ con aperitivo sui Navigli, non c’è stata alcuna politica aperta e rigorosa per le Pubbliche Assistenze del Terzo Settore che da due anni fanno Milano Aiuta, nonché per la prevenzione primaria e i servizi sociali, ma non manca una lista per la salute. Le liste civiche/ambientaliste si sprecano ma resta ben salda l’accoppiata San Siro/Ex Scali FS, sorretta da una consociazione che sembra non voler disturbare l’affidabile sindaco uscente. Dietro a tutto ciò i partiti sembrano più interessati alla cucina interna, alle nuove dislocazioni alla luce delle scelte future di Draghi, che a proporre una visione, un percorso, soluzioni concrete. Non sembrano interessati a rispondere al preoccupato/preoccupante appello/allarme delle Nazioni Unite sulla possibile irreversibilità del disastro ambientale che accompagna la globalizzazione. Eppure i milanesi, con i referendum promossi nel 2011 da Milano Sì Muove, avevano dato un chiaro indirizzo per dimezzare il traffico, per l’aumento delle aree a verde pubblico, per la riduzione delle emissioni inquinanti, il risparmio di energia, il teleriscaldamento e la rottamazione degli immobili, per il Parco Agroalimentare sull’area Expo, per riaprire dove possibile i Navigli. I cittadini milanesi possono constatare cosa e quanto è stato attuato. Nel Consiglio della Città Metropolitana i referendari hanno fatto approvare la proposta di tariffa integrata metropolitana per il Trasporto Pubblico, nonché il Referendum Metropolitano: la tariffa integrata sull’area metropolitana non c’è, così come non c’è il regolamento attuativo per il referendum metropolitano. Il Consiglio Metropolitano ha approvato il Piano Strategico e deliberato l’istituzione della Zone Omogenee per 132 comuni, il comune capoluogo è organizzato in Municipi, eppure 1.700.000 cittadini metropolitani aspetteranno il sindaco eletto dai 1.300.000 abitanti interni alla cinta daziaria. Loro, come nel Medio Evo, alla faccia delle promesse della Legge Del Rio, restano il contado sottoposto alla giurisdizione del capoluogo. Infatti 51 sindaci, che hanno chiesto il rispetto della normativa per la discarica calata su Casorezzo a meno di 150 m da quella esistente, sono restati assolutamente inascoltati. Ciapa su. Lasciamo alle preoccupazioni ecologiste la conversione ecologica, ma così non è pensabile di essere una rete metropolitana adeguata alla transizione energetica prevista dal Recovery Plan. Avete fatto caso che nessuno parla delle società partecipate a capitale pubblico? Eppure, per una transizione energetica metropolitana, chi si occupa dei cicli dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti, dovrebbe essere funzionale alle necessità pubbliche e all’interesse generale delle attuali e future generazioni. È come se la politica pubblica fosse una cosa riservata ad una oligarchia di nominati da nominati: di quale casta parlavano gli strabici grillini? Con la crisi diffusa dell’istituto della democrazia, pensiamo al Russiagate e alle 24 ore di Capitol Hill, con la crisi di un modello di sviluppo energivoro, sarebbe sciocco ritenere che la non partecipazione al voto sia configurabile come esito dell’evoluzione di una moderna democrazia. Piuttosto conferma la crisi di connessione e partecipazione al Patto Civile, di cui a turno costituiscono la schiuma i Forconi, i No Vax, agli Hacker informatici. Milano Ambiente e il suo supporto civico candidano una persona competente come Gabriele Mariani a sostituire Basilio Rizzo come oppositori ufficiali a corte. I Socialisti di Milano candidano una persona competente di cultura e pratica riformista come Giorgio Goggi come affermazione di identità dopo la ricomposizione della diaspora. C’è una città delusa dalla mancanza di una proposta politica e di una offerta elettorale credibile come classe dirigente, per ampiezza di culture, esperienze e generazioni coinvolte. C’è chi si turerà il naso e voterà, chi penserà al meno peggio e chi al voto utile, chi all’astensione. Non basta per una Milano Città Metropolitana capace di futuro e perciò innovativa, sostenibile, partecipata, giusta e bella. Comunque vada, non smettiamo di provarci.

mercoledì 8 settembre 2021

Partono gli Stati Generali dell'Ecologismo

Care/i tutti, eccoci all'appuntamento per l'avvio degli Stati Generali dell'Ecologismo e della piattaforma digitale. È utile richiamare il senso politico che ha trovato una profonda sintonia nel gruppo promotore mano a mano allargatosi. Siamo di fronte all'allarme disperato lanciato dalle Nazioni Unite sull'approssimarsi della condizione di irreversibilità della compromissione ambientale per la specie umana. Per la vitale conversione ecologica vogliamo coinvolgere: - le competenze - le esperienze PER - condividere proposte che si rivolgono alla cittadinanza attiva e alle istituzioni/amministrazioni; - condividere e mettere in campo azioni propositive che interessino i cittadini e le istituzioni. Solo un processo rigoroso e aperto consente di costruire reti di consapevolezza, di coerenza e di solidarietà. Solo una pratica trasversale estranea a qualsivoglia settarismo e contrapposizioni antagoniste può produrre risultati efficaci, sia sul piano dei consumi e dei costumi diffusi, sia sul piano delle politiche pubbliche locali/nazionali/globali. Ogni immediato teatro della rappresentanza politica non ci definisce né come sostenitori nè come oppositori, bensì come interlocutori. La politica pubblica, le sue istituzioni e la rappresentanza democratica, vivono una condizione di commissariamento che evidenzia la sua crisi di senso/contenuti/forma. Non ci sono scorciatoie, non ci sono vestali di verità assolute. Noi operiamo verificando l'efficacia ecologica della nostra proposta e della nostra azione, non colmiamo una crisi di identità culturale e politica individuando un nemico e definendoci in antagonismo. Capire le distorsioni in atto e costruire proposte desiderabili ed efficaci è ciò che ci proponiamo. È chiaro che la conversione ecologica è possibile se è scelta e prodotta da una comunità consapevole che partecipa. Perciò valori come libertà, diritti, uguaglianza, giustizia sociale, legalità e trasparenza, sono alla base del nostro percorso comune. Così come le esperienze di Cittadinanza Attiva, la rete municipale dei comuni e la dimensione europea da rappresentare attraverso un'Europa soggetto politico democratico.

mercoledì 18 agosto 2021

Win Win

Loro vengono a mangiare l'erba gratis e noi non paghiamo il taglio: Win Win

venerdì 13 agosto 2021

I fuoco e le responsabilità

Grazie Renzi, grazie DelRio, grazie Madia, si fa per dire 'grazie'. La soppressione del Corpo Forestale dello Stato, l'annullamento della Polizia Provinciale e delle GEV, con l'effetto Serra e le ecomafie oggi si sentono. Transizione de ché?!

lunedì 9 agosto 2021

lunedì 2 agosto 2021

La bellissima lezione

70 volte 7 cadere, 70 volte 7 rialzarsi. La lezione, bellissima, di Vanessa e Gibo.

venerdì 23 luglio 2021

Pandemia Covid 19: il dito e la Luna

Le ricerche sperimentali di Wuhan sono il problema, ma qui l'attenzione è spostata solo sulla gestione delle conseguenze e sta iniziando la caccia al non vaccinato. Si insiste a parlare del dito ma si evita accuratamente di parlare della Luna... Partiamo pure dal dito: io, vaccinato con 2 dosi di Astrazeneca, ritengo grave che l'assegnazione dei vaccini in base alle fasce d'età sia legata alle giacenze di magazzino a disposizione di Figliuolo e delle regioni. È sbagliato dal punto di vista del costo sociale imporre la tipologia del vaccino che, se rifiutata, ti relega al ruolo di no vax. Con la discriminante che pur pagando le tasse nello stesso Paese, ci sono regioni nelle quali puoi scegliere, come il Lazio, e infatti hanno un maggior numero di vaccinati tra gli over 60. Tornando alla luna: non è apocalittico constatare che è entrata in scena la guerra batteriologica, rispetto alla quale la Cina ha fanteria molto numerosa da sacrificare. Lo scrissi immediatamente, quali controlli internazionali sui laboratori di ricerca e sperimentazione non solo in Cina, ma anche in USA, Russia e in qualsiasi altra potenza locale? Ricordo gli sberleffi. Un'azione socialmente efficace, nel rispetto della democrazia, che guardi sia il dito che la luna, ci chiede una visione e una soggettività politica che né l'Italia né l'Europa esprimono. In Italia in particolare abbiamo un enorme problema di classe dirigente, tant'è che la politica è stata commissariata. Razzoliamo pure più in basso e parliamo dei costi sociosanitari delle scelte individuali: tabagismo, alcolismo, disturbi alimentari, ognuno aggiunga le dipendenze che vuole, non si pagano certo con le singole tassazioni, lungo questa china si dissolve il patto civile. Come non rendersi conto che c'è un'atomizzazione sociale e che Big Pharma, Corporation e Stati attraverso l'emergenza sanitaria vogliono profilare, controllare e dominare. Do you remember Immuni? La pandemia è una realtà, con le sue varianti, tocca alla politica trovare soluzioni che non pregiudichino la libertà, non obbligare ad un tipo di vaccinazione piuttosto che ad un'altra è una possibilità per ampliare il numero dei vaccinati, riducendo i costi sociali, senza gonfiare i no vax, senza farne una questione di ordine pubblico e lasciare alla Meloni la bandiera delle libertà costituzionali.

martedì 20 luglio 2021

DDL Zan: perimetro politico non diritto civile

Il DDL Zan è diventato il perimetro per un'alleanza strategica che comprende M5S, Pd, SI, Leu. Sulla pelle delle donne e degli adolescenti la cui identità è in definizione. Si tratta di un assurdo antropologico e giuridico segnato da un'affermazione misogina. Già la proposta Scalfarotto ampliava le tutele. Punto. Perché questa alleanza avviene nel nome dei "diritti civili", mentre, nella stagione del Recovery, questa alleanza non si definisce sul cambio del modello di sviluppo saldamente in mano alla deriva finanziaria e ai suoi esponenti al governo? Diritti civili e diritti sociali vanno insieme in un cambio di paradigma, invece qui un presunto diritto civile maschera l'assoluta mancanza di empatia, di visione, di proposta. Emblematico il caso Ilva, non solo per la questione industriale, ma anche per ciò che riguarda il meridione e l'Euromediterraneo.

domenica 18 luglio 2021

G8 di Genova, per una memoria condivisa

Viviamo una democrazia incapace di fare i conti con sé stessa: da piazza Fontana a Moro per arrivare a Genova. Sul G8 voglio dare il mio contributo alla costruzione di una memoria condivisa.In quei giorni ero lì e, per esperienza milanese anni '70 e dopo l'appuntamento globale a Praga cui avevo partecipato qualche mese prima, era evidente che si voleva dare 'una lezione' a quel movimento ispirato da Seattle. Un mese prima del G8 si tenne un incontro in Senato, su proposta di Berlusconi alla luce del mio intervento, per il Gruppo dei Verdi nel dibattito sulla fiducia al suo Governo. Nella sua replica il Presidente del Consiglio manifestò la disponibilità al dialogo sui temi del G8 e il sostegno al diritto di manifestare. Aderii alla proposta di incontro a nome di tutti i gruppi parlamentari dell'Unione. Quando andammo nella Sala del Governo,Berlusconi non c'era, l'incontro si tenne con Scaiola/Fini/Letta. Io dissi che occorreva agevolare il diritto a manifestare pacificamente attraverso la distribuzione di servizi e generi primari, l'acqua, lungo il percorso del corteo. Scaiola era stato esplicito 'Non se ne parla': né acqua né bagni mobili lungo il percorso in un clima rovente. Queso l'articolo per il Manifesto fatto dopo quella riunione https://fiorellocortiana.blogspot.com/2021/06/genova-2001-avere-memoria.html?m=1j Memore dell'esperienza in Lotta Continua negli anni '70 a Milano, andai a Genova tre giorni prima del G8, girai nei campeggi circostanti, immagino che come me lo facessero anche agenti della Polizia in borghese. La presenza di gruppi di Black Bloc era riconoscibile. Nulla fu fatto, così come poi furono lasciati liberi di devastare, così da poter coltivare pretesti. Dove non c'erano, come al centro della stampa alla scuola Diaz i pretesti si creavano portandoci le molotov. Insieme ad altri esponenti del Gruppo di Coordinamento Nazionale dei Verdi incontrai Casarini ed Agnoletto, quest'ultimo faceva il portavoce del movimento e ci teneva a restarlo: punto. Proposi a Casarini di irridere la Zona Rossa attraverso l'iniziativa dei parlamentari verdi di tutta Europa: ci saremmo messi in mutande e mutande e reggiseno, mano nella mano, davanti all'ingresso proibito. Dissi loro che le decine di migliaia di persone al concerto di Manu Chao costituivano già una espressione importante del 99% contro l'1% dei potenti della finanza globale. Mi risposero che anche di un metro dovevano superare la linea della Zona Rossa. Risposi che non sarebbero arrivati neanche a 100 metri perché il morto sarebbe arrivato ben prima. Qui a Genova c'era una differenza rispetto alle manifestazioni dell'appuntamento internazionale di Praga. Là poche decine degli allora Autonomen, poi Black Bloc, a distanza assoluta dai tre cortei pacifici rovesciarono 4, quattro, cassonetti e lanciarono 2, due, molotov ben distanti dall'ingresso dell'incontro ufficiale. Il montaggio delle immagini nei Tg illustrava Praga in preda ai disordini, come assolutamente mon era. Qui nella maggioranza di governo bruciava ancora la manifestazione al Circo Massimo con Cofferati e un milione di partecipanti. Di più, una delle forze principali della maggioranza era composta da persone che per decenni non avevano avuto alcuna agibilità politica, nel senso più materiale e fisico dei termini. Insomma la logica vendicativa era più che una tentazione. Non c'era più spazio per l'idea di protrarre una rappresentazione del conflitto attraverso la messa in atto di un confronto fisico tra gli scudi delle Tute Bianche e quelli della Polizia, con noi parlamentari a negoziare per quanto e come, così come avvenuto a Milano per il centro di detenzione per immigrati di via Corelli o a Praga sul ponte attraversato nel 1968 dai carrarmati sovietici. La cultura dell'antagonismo 'ho un nemico quindi so chi sono', quella della alterità assoluta comunque ipocritamente articolata, ora si traduceva nell'esercizio di una estetica della violenza messo in atto sistematicamente in un cortocircuito da gruppi organizzati, che usavano i cortei pacifici per coprirsi. Quale miglior scenario, quali migliori complicità per una vendetta in nome della difesa dello Stato? La trasformazione del conflitto politico in una questione di ordine pubblico costituiva l'incasso politico utile a tutto il Governo. Una sospensione della democrazia nel silenzio imbarazzante delle forze maggiori dell'opposizione. Solo il sindacato e il ministro Pisanu, anni dopo a Firenze, si fecero garanti del diritto di manifestare pacificamente. Per essere chiari: a Genova Carlo Giuliani non era uscito di casa con un estintore sotto braccio in attesa di trovare una camionetta dei Carabinieri incastrata contro cui tirarlo. Seguendo gli ordini i Carabinieri ignorarono i Black Bloc in azione, per dedicarsi con metodo al massacro dei manifestanti pacifici, in tuta bianca o no, giovani e meno giovani che fossero. Il tutto è ben documentato nella mostra fotografica alla Galleria Still di Milano. Dopo il G8 la mia denuncia/domanda, ripresa in pagina nazionale dal Corriere, su cosa ci facessero, a che titolo, il ministro degli esteri Fini e il senatore di AN Ascerto, ex carabiniere, in quei giorni nella caserma dei carabinieri di Genova, non ebbe alcuna risposta. È importante oggi ricordare ma per capire le logiche in gioco: 20G8 – FERITE, MEMORIA, FUTURO dal 19 al 24 luglio 2021, fotografie in mostra alla galleria Still in via Zamenhof 11 a Milano. Lì si terranno anche due incontri interessanti: - lunedì 19 luglio alle 18, condotto da Denis Curti, sul tema de ‘L’ESTETICA DELLA VIOLENZA’ con Fiorello Cortiana, tra i fondatori dei Verdi in Italia e già senatore della Repubblica Italiana e al regista Davide Ferrario, autore di Le strade di Genova, straordinario documentario girato al di fuori della “zona rossa” genovese, nei giorni della manifestazione. Questo è il documentario di Davide Ferrario, che fece riprese molto evidenti, che proiettammo alla Commissione di Indagine Parlamentare, ora su https://lestradedigenova.wordpress.com/ - mercoledì 21 alle 18, condotto da Claudia Rotondi, ‘QUESTO MONDO E’ POSSIBILE?’ assieme a Orsola Costantini, allora giovanissima manifestante e ora economista all’Unctad e Andrea Goldstein, economista dell’Oecd, che ha lavorato in diverse organizzazioni internazionali occupandosi di globalizzazione e sviluppo.

domenica 11 luglio 2021

Industria 4.0?

Altroché Industria 4.0. Qui il licenziamento di tutti i dipendenti di una azienda arrivano via Whatsapp e per Confindustria è normale. A me sembra una induzione a trasformare il confronto sindacale in una questione di ordine pubblico.

mercoledì 30 giugno 2021

Genova 2001, avere memoria

il manifesto Due trappole per il G8 Fiorello Cortiana - Francesco Martone* EDIZIONE DEL 05/07/2001 Due trappole per il G8 A Montecitorio un'insidiosa aria consociativa, in piazza a Genova un'altrettanto insidiosa aria "militare". Dopo le pistolettate di Göteborg l'innocenza del movimento è finita. La globalizzazione economica è il nemico da battere, certo. Ma con la non violenza FIORELLO CORTIANA - FRANCESCO MARTONE* Oggi siamo parlamentari, ma la nostra esperienza personale e politica ha radice nei movimenti di base. Ciò non ci autorizza a nulla se non a proporre di condividere alcune riflessioni nel cammino che conduce a Genova, al prossimo vertice del G8. Noi non sappiamo a quale associazione del "popolo di Seattle", se a una di quelle pacifiche o di quelle aggressive, appartenesse Tobi, il ragazzo colpito alla schiena da un colpo di pistola della polizia. Soprattutto sappiamo che a Göteborg è finita l'innocenza del movimento contro la globalizzazione e che molti su vari fronti sono responsabili dell'accaduto e in particolare devono sentirsi responsabili delle conseguenze, a partire da Genova e a seguire. E' assolutamente fondato ma parziale attribuire la responsabilità alle forze dell'ordine e ai servizi. Ci sono infatti gruppi organizzati che deliberatamente e a freddo agiscono per ridurre le manifestazioni ad una questione di ordine pubblico. Non c'è nessuna mistica dell'unità del "movimento" da preservare per indurci allo strabismo: a Praga, e non solo, eravamo in cortei ben separati, non solo dai colori, ma anche dalla pratica. Il bastone di Fini e la carota di Ruggiero non devono indurci ad un doppio e fatale errore: in Parlamento ad accettare una logica consociativa ed ipocritamente bipartisan che non mette in discussione il liberismo ma chiede che sia caritatevole, in piazza accettando la trappola militare e simbolica della linea rossa da passare con le buone o con le cattive. Una rete libera e connessa composta da associazioni, parrocchie, sindacati, centri sociali, Ong, esponenti istituzionali, del nord e del sud del mondo, ha messo in discussione l'espropriazione di sovranità dei Parlamenti e dei popoli del pianeta. Ha messo in discussione il liberismo come una logica planetaria cui subordinare la vita del vivente, i suoi alfabeti e i suoi diritti. Queste due questioni sono entrate nelle agende ufficiali e stanno diventando consapevolezza diffusa, sono infatti questioni di democrazia, e così devono essere percepite. E' tempo che i cuori e le menti si aprano e i corpi si mettano in gioco. La scelta della non violenza è la scelta più radicale che ogni esperienza della rete globale dei diritti può compiere per essere efficace. Non vi è alcuna utilità nel contrapporre a linguaggi militari, linguaggi paramilitari, se non per l'autoreferenzialità compensativa di chi li pratica. Invece l'aumento della partecipazione diretta può produrre sussidiarietà, e la contestazione non della legittimità degli incontri, ma della stessa titolarità a decidere per il mondo, può riportare la politica pubblica nei Parlamenti. All'autorità sulla piazza il movimento dovrà però sostituire l'autorevolezza della proposta politica. Una proposta che si sta sviluppando a tutto campo a partire da Porto Alegre e che deve saper contrapporre al sistema economico neoliberista un paradigma diverso fondato sulla solidarietà, i diritti, la tutela dell'ambiente. Un approccio che tolga centralità al mercato per recuperare i luoghi veri della politica, intesa come perseguimento del bene comune. Insomma, una nuova forma di democrazia globale, nella quale i cittadini, i consumatori, gli "esclusi" possano sentirsi partecipi in prima persona. Un sistema responsabile, equo e sostenibile. E il nostro ruolo come parlamentari deve essere quello di interpretare, recepire e rappresentare queste esigenze diffuse, di creare strumenti di trasparenza, di controllo, di indirizzo ai processi di globalizzazione economica. Varie sono le iniziative che i Verdi hanno lanciato verso il G8, tra cui un Osservatorio Istituzionale sul G8 ed una mozione presentata alla Camera e al Senato che riguarda non solo l'agibilità democratica di Genova, ma che propone una piattaforma per la globalizzazione dei diritti. Una piattaforma che recepisce le richieste e le proposte delle campagne internazionali per la cancellazione del debito, per la Tobin Tax, per la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e le agenzie di credito all'esportazione, per la radicale riforma dell'Omc. Forse quello di Genova sarà finalmente l'ultimo G8, l'ultima autocelebrazione della potenza di 8 paesi che da soli consumano la stragrande maggioranza delle risorse naturali, che controllano le istituzioni internazionali e le cui imprese multinazionali controllano la maggior parte dei flussi finanziari e commerciali. Il giorno dopo Genova però non dovremo abbassare la guardia, perché altre importanti scadenze internazionali ci aspetteranno nei prossimi mesi. Sarà allora necessario vigilare affinché al termine del G8 non segua l'inizio di un processo decisionale ancor meno trasparente e lontano dai riflettori dei media e dall'attenzione e preoccupazione dell'opinione pubblica. Non possiamo permettere che il nostro destino sia affidato a pochi funzionari o tecnici che negoziano in segreto, come successo nel caso dell'Accordo Multilaterale sugli Investimenti, un accordo abortito appena esposto alla luce del sole, tanto grave era l'attentato alla democrazia e tanto forte la protesta popolare che ne seguì. La vicenda G8, oltre a segnare la "fine dell'innocenza", dimostra come esista un grave deficit di democrazia, chiara espressione e conseguenza della globalizzazione neoliberista. Ed allora la democrazia va recuperata nei suoi luoghi più consoni, nelle piazze e nelle aule parlamentari, non nei mercati finanziari o nelle stanze dei bottoni. Per questo noi Verdi ci faremo promotori di varie azioni, sulle quali chiederemo la collaborazione e il sostegno dei movimenti della società civile, e dei Parlamentari dell'Ulivo, dall'arbitrato sul debito estero, alla riforma della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, al controllo socio-ambientale dei fondi pensione, a una legge che una volta per tutte dia al Parlamento il potere di controllo e indirizzo politico sulle scelte che l'Italia farà nell'ambito delle grandi istituzioni finanziarie e internazionali. Nel corso del dibattito sulla fiducia al Senato, il presidente del consiglio Berlusconi ha manifestato disponibilità al dialogo sui temi del G8 e il sostegno al diritto di manifestare. Il metro della credibilità di questi impegni si misurerà con l'impegno che il governo prenderà sull'accoglienza dei manifestanti, sulla concessione di una "cittadella" al Genoa Social Forum, sulla smilitarizzazione delle forze di polizia, sulla messa a disposizione di piazze, scuole e campi di calcio come richiesto. Eppoi a permettere in tempi strettissimi un dibattito vero, capace di attraversare anche i lavori delle commissioni - diversamente da come sta avvenendo in queste ore - sui temi del G8, sul debito, sul riassetto dei sistemi di governo globali, sull'ambiente e i diritti. Ognuno faccia la parte che ritiene, ma con la consapevolezza che se i governi del G8 tenessero la loro conferenza via video e rete telematica, piuttosto che su una nave spaziale, perché spaventati, non ci sarebbe nulla da festeggiare e i nodi resterebbero comunque, tanto per le reti sociali quanto per i Parlamenti espropriati entrambi. Senatori del Gruppo Verdi-L'Ulivo

Aiutiamo 120 volontari PASMIL ad aiutare

📣Cara/o cittadina/o, è attiva la nostra campagna di crowfunding lanciata sulla piattaforma Produzioni dal Basso, è un progetto molto importante che permetterebbe all’associazione una maggiore stabilità e sostenibilità per svolgere al meglio la nostra missione. PaSMil-Pubblica Assistenza Milanese è composta esclusivamente da volontari. Per questo sarebbe importante e fondamentale che ognuno si facesse promotore 🗣 di questa iniziativa anche con un piccolo contributo e condividendo il link con i suoi contatti o pubblicando informazioni sull’iniziativa sui social 📱 così da far conoscere a più persone la nostra realtà, quello che facciamo e il motivo per cui ci impegniamo ogni giorno. Insieme possiamo fare la differenza💪! Spargi la voce ➡️ https://www.produzionidalbasso.com/project/soccorso-assistenza-comunita-sostieni-i-120-volontari-p-as-mil/

giovedì 24 giugno 2021

conosco bene il DDL Zan

Conosco bene il ddl Zan, come conosco Zan da oltre 20 anni. La questione che pongo in relazione al testo riguarda il concetto di identità di genere. Per me non sarebbe equivoco usare il termine 'transessuale': questo è un elemento di chiarimento necessario ad evitare ogni equiparazione tra le donne e gli orientamenti LGBT. L'altro elemento da chiarire nel ddl è l'uso del finanziamento e la natura della propaganda nella prevista Giornata Nazionale. La questione delle madri surrogate, in luogo dell'adozione, certamente non è parte del ddl ma è certamente interna ad una cultura misogena che parte da una equivoca equiparazione tra orientamento sessuale e sesso biologico. Credo che occorre un chiarimento non certo alcun ostruzionismo.

martedì 22 giugno 2021

Le derive del ddl Zan segnalate da una suora

Suor Anna Alfier sostiene che il testo del ddl zan deve essere rivisto e coglie la deriva antropologica della discriminazione positiva per categorie protette. Logicamente e laicamente ineccepibile. È importante l'invito ai ragazzi, 'conoscete per non essere influenzati neanche da me' ROMA, 22 GIU - "Oggetto di grandi discussioni e dibattiti in questi giorni è il DDL Zan, il cui contenuto, in tutta onestà, andando a fondo, non mi convince affatto". A dirlo è suor Anna Monia Alfieri, esperta in politiche scolastiche e referente scuola per Usmi, l'Unione superiore maggiori d'Italia. "Certamente - spiega - è doveroso contrastare qualsiasi forma di discriminazione, nel rispetto della dignità umana e del principio di uguaglianza; credo, tuttavia, che questo DDL vada nella direzione opposta. Se, nell'intendimento del legislatore, ci fosse solo la tutela della persona, sarebbe sufficiente applicare la normativa esistente. Dalla Costituzione al Codice penale. Non esiste, pertanto, una lacuna normativa da colmare, in quanto il nostro ordinamento tutela già la vita, l'onore, l'incolumità delle persone, senza distinzione di sesso, religione, lingua, razza. Non ultimo, è prevista l'aggravante per aver agito per motivi abietti e futili. Evidentemente è nelle pieghe del dettaglio che si insinua la discriminazione. Infatti, quando la legge precisa con eccesso di tutela, in realtà essa discrimina, introducendo categorie. Io stessa avverto un certo disagio di fronte ad una legge che mi tutela per via dell'abito che indosso: chiunque discrimina una religiosa, in quanto tale, viene punito con un'aggravante. Mi chiedo: a motivo della mia scelta di vita, debbo essere inserita in una sorta di "categoria protetta"?" "Ecco, in sintesi, le prime due ragioni che mi vedono contraria. Vengo alla terza motivazione che svela il vero intendimento della legge. La legge crea una "categoria protetta", apre la strada ad una nuova visione antropologica di persona issata ad anonimo sistema. La confusione viene coperta con la legge e il pensiero dominante viene diffuso a tappeto dalle scuole: qualsiasi rigurgito di buon senso viene trasformato in reato. L'identità di genere, ben lungi dalla condanna di omofobia, è tutt'altro capitolo che non fa rima con garanzia, tutela, bensì con indottrinamento, pensiero unico, per assicurare guadagni certi e diffusi. Allora io parlo ai ragazzi: abbiate il coraggio di conoscere, di approfondire, per non essere influenzabili neanche da me, da nessun burattinaio. Sappiate orientarvi: quindi, se davvero al legislatore, come a tutti coloro che si sono riscoperti paladini dell'Art. 3 della Costituzione, interessa realmente la difesa di un diritto, lo facciano e lo facciano gratis, non si prestino ad un'operazione di marketing. Allora, per orientarci, la domanda da porsi è la seguente: quali interessi vengono soprattutto tutelati? Soprattutto: chi ci guadagna?", conclude. (ANSA).

Generi e corporazioni

È paradossale che il Vaticano debba ricorrere al Concordato per chiedere la modifica, si badi bene solo la modifica, di una proposta di legge che già il pensiero femminile aveva chiesto di emendare dai paradossi logici, scientifici ed etici. Basti pensare al concetto di 'donna fattrice' strumento di riproduzione on demand. Una rappresentanza politica afasica in balia delle corporazioni.

domenica 20 giugno 2021

Giù le mani da Report

Per una informazione pubblica libera a fianco di Report. "La sentenza del Tar del Lazio" su Report "è gravissima. Viola la Costituzione, viola la libertà di stampa. Una sentenza miope che paragona il lavoro giornalistico a degli atti amministrativi. E' come se Ilaria Alpi fosse morta per degli atti amministrativi. Una sentenza che crea di fatto giornalisti di serie A e di serie B: quelli che lavorano nel servizio pubblico non possono tutelare le proprie fonti, gli altri sì. E' un attacco senza precedenti, dovuto alla debolezza delle Istituzioni in generale e alla delegittimazione della politica nei confronti del giornalismo di inchiesta. Report non svelerà le proprie fonti, non darà gli atti a Mascetti, non lo faremo neppure da morti. Devono venire a prenderli con l'esercito". Così il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, commenta con l'AdnKronos la sentenza del Tar del Lazio che obbliga la Rai a dare all'avvocato Andrea Mascetti gli atti relativi al servizio giornalistico che lo riguarda nell'ambito della puntata di Report, 'Vassalli, valvassori e valvassini', del 26 ottobre 2020.

lunedì 14 giugno 2021

Verità e responsabilità

Verità sugli sviluppi di un incidente in un impianto nucleare cinese. "Minaccia radioattiva imminente", ha avvertito la compagnia francese proprietaria della struttura. Pechino: "Valori nella norma". Chi verifica? Chi controlla? Basta Nucleare! Basta presunzione! Responsabilità verso il vivente.

mercoledì 9 giugno 2021

Transizione Energetica e Conversione Ecologica

Incontro di BELLAMILANO 'La transizione energetica e le politiche Metropolitane: la gestione dei combustibili fossili, delle emissioni e delle scorie; l'organizzazione combinata della energia; innovazione e risparmio energetico; sviluppo sostenibile delle rinnovabili; condomìni produttori di energia. Quale politica pubblica? Finanziamenti, norme, regole, organizzazione amministrativa.' I problemi e le proposte visti da professionisti e imprenditori del settore. - Giovanni Gigio Moratti - Pierpaolo Pecchiari - Mauro Toffetti Giovedì 10 giu 2021 21:00 potete seguire Il live streaming  sul canale youtube bellamilano :  https://www.youtube.com/channel/UCSt8dp9PmlHCknAa2G-NL7Q Per partecipare Zoom https://us02web.zoom.us/j/87540485353?pwd=cmVJNzdFWTI5MWk0dTZGTGpLcHM1QT09 ID riunione: 875 4048 5353 Passcode: 481381 CONDIVIDETE E PARTECIPATE

giovedì 3 giugno 2021

lunedì 10 maggio 2021

Una Coalizione Ecologista-Riformista-Radicale per la conversione ecologica di Milano Città Metropolitana d’Europa

 C'è una Milano che nei decenni ha messo in atto pratiche di cittadinanza attiva, che ritiene la politica pubblica come espressione degli interessi generali, di queste e delle future generazioni, la città dei diritti e referendaria, dove l'informazione e la consultazione cittadina su temi specifici è un processo continuo. 

Una città non delle proibizioni ma delle scelte, civili, cittadine, una città dei comuni metropolitani, capace di partecipare da protagonista al Recovery Plan, in rete con le migliori esperienze europee. Vogliamo che Milano esprima una comunità consapevole, capace di dare un senso comune a chi si occupa di intelligenza artificiale come a chi prova ad uscire dalla gabbia della marginalità della periferia urbana e della conoscenza, come dalla marginalità sociale delle carceri e della prostituzione dei corpi e delle intelligenze. Occorre uno sguardo nuovo, capace di abbracciare l’area metropolitana: quello delle reti, con la loro bidirezionalità, siano quelle idriche/idrauliche, siano quelle delle infrastrutture per i trasporti, di persone/merci/informazioni/energia; quello della circolarità e dei suoi equilibri; quello delle filiere e delle loro relazioni qualitative e spazio/temporali; quello del quadro riassuntivo per un territorio abilitante per l’innovazione qualitativa e la cittadinanza consapevole.C’è una Milano che nei decenni ha messo in atto pratiche di cittadinanza attiva, che ritiene la politica pubblica come espressione degli interessi generali, di queste e delle future generazioni, la città dei diritti e referendaria, dove l’informazione e la consultazione cittadina su temi specifici è un processo continuo. 



Una Coalizione Ecologista-Riformista-Radicale per la conversione ecologica di Milano Città Metropolitana d’Europa

ne parliamo mercoledì 12 maggio alle 21,00  

Introduce Pierpaolo Pecchiari

 ci confronteremo con ogni domanda  contatti.bellamilano@gmail.com 



lunedì 3 maggio 2021

Presentazione della Piattaforma Partecipativa Bella Milano

Presentazione Piattaforma Partecipativa Bella Milano 5 mag 2021 ore 21:00
potete seguire Il live streaming sul canale Youtube bellamilano :

 https://www.youtube.com/channel/UCSt8dp9PmlHCknAa2G-NL7Q 

  Fiorello Cortiana, Lombardia Sostenibile, presenterà la proposta e l'incontro; 

  Mauro Preda, geografo e informatico, già docente all'Università Cattolica, illustrerà la piattaforma Open Meetings di Bella Milano, l'organizzazione degli spazi a tema e le possibilità di partecipazione, condivisione, confronto e scelta, sui diversi temi/questioni;

  Mauro Toffetti, Direttivo Nazionale di Nessuno Tocchi Caino, vicepresidente UEAPME-Unione Europea dell'Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese, illustrerà esperienze di cittadinanza attiva che possono utilizzare le possibilità di Bella Milano per definire proposte condivise, dalle attività artistico/culturali alle azioni di prevenzione e recupero del disagio che diventa devianza; 

L'utilità locale e globale di Bella Milano nei contributi di: 

  Milly Moratti, consigliera comunale, Presidente della Commissione Consiliare per la Partecipazione e promotrice di ChiamaMilano;
  Marco Cappato, illustrerà la Citizen Initiative Europea ‘Stop Global Warming’, che ha promosso una Direttiva Europea di Iniziativa Popolare.

domenica 2 maggio 2021

RAI: un lavoro sporco... che nessuno è obbligato a fare

Ecco, al lavoro, i garanti della spartizione partitica in RAI. Un lavoro sporco... che nessuno è obbligato a fare. Voce maschile telefona a Fedez e gli dice che non è "Editorialmente opportuno" il suo intervento al Cocertone dl 1° Maggio. Fedez “Io sono un artista, mi assumo la responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono ‘se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’. Perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza che un figlio gay lo brucerebbe nel forno. Perché non posso dirlo?” “Le sto chiedendo - sempre la voce maschile - soltanto di adeguarsi ad un sistema che probabilmente lei non lo riconosce”. “E qual è questo sistema visto che io non lo riconosco? Qual è la parte incriminata che a voi non sta bene del testo” chiede Fedez. “Tutte le citazioni che lei fa con nomi e cognomi quelle non possono essere citate”. “Perché non sono vere? Avete verificato che non sono vere?” e il funzionario RAI “A prescindere, quelle cose possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei sta dicendo”. “Perché a prescindere. Quindi direi che brucerei mio figlio se fosse gay messo in un contesto diverso cambierebbe il significato?” urla Fedez. Il funzionario RAI “Sto dicendo che questo non è il contesto corretto”. “Ma chi lo stabilisce! Io su un palco devo essere libero di dire il cazzo che voglio, mi scusi il francesismo. Non lo stabilisce lei cosa posso o non posso dire sul palco”. Interviene la vice direttore di Rai 3 Ilaria Capitani: “Io ritengo inopportuno il contesto ma...”. Fedez interrompe: “Visto che non c'è un contesto di censura posso salire sul palco e fare delle cose che per me sono opportune e per voi no? Posso o no?”. I funzionari RAI si producono in un silenzio imbarazzato. Il funzionario “Noi siamo in difficoltà”. Fedez incalza “Non avete neanche il coraggio di rispondere a questa domanda: nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no?”. “Assolutamente sì” rispondono. “E allora perché non posso parlare di questa cosa?”. “Perché il contesto in cui lo stiamo facendo, con questi termini non crea...”. Fedez “Nonostante nel mio testo non sia presente turpiloquio, non ci siano bestemmie. Io riporto solo fatti sono imbarazzato per voi. Sono davvero imbarazzato per voi." Adesso in RAI le scuse non bastano. Il canone lo pagano automaticamente tutti i cittadini. C'è un problema di censura oltre che, paradossalmente ancor più evidente, di qualità, e non da oggi. Che sia Fedez a denunciarlo ė un segno dei tempi che nulla toglie alla sua denuncia. Vediamo se arriveranno delle dimissioni e un coerente ricambio. Vediamo non cosa dirà, ma se e cosa farà il governo Draghi.

mercoledì 28 aprile 2021

Pietrostefani

C'è una verità giudiziaria che resta nella storia. Una verità che, laddove confermata dai gradi di giudizio francesi, Pietrostefani rispetterà. C'è una assoluta certezza, derivata dalle testimonianze in tutti i dibattimenti, del fatto che l'omicidio del commissario Calabresi non fu ordinato dal gruppo dirigente di Lotta Continua, men che meno a latere di una manifestazione in una città Toscana. Non è su questo che voglio fare riflettere, bensì sul fatto di accomunare l'esperienza di Lotta Continua, e con essa di tutti i gruppi della sinistra extraparlamentare, al terrorismo. Il fatto che militanti di Lotta Continua promossero e aderirono a organizzazioni della lotta armata non permette ad alcuno di schiacciare una esperienza collettiva su quel piano. Nessun artificio dialettico,non ho mai fatto mistero che molti dei miei compagni del servizio d'ordine scelsero di promuovere Prima Linea, io e tantissimi altri contrastammo esplicitamente questa deriva. La posizione di Lotta Continua su Moro e trattativa, insieme a quella del PSI, così come nella manifestazione del settembre '77 a Bologna per l'isolamento degli autonomi, è stata chiarissima. C'è una ulteriore riflessione che propongo alla luce della notizia odierna su quanto accaduto in Francia: un paese che non riesce a fare i conti con la propria memoria, anche a distanza di diversi decenni, è un paese incapace di esprimere una autonoma soggettività politica. Questo vale per la strage di Piazza Fontana, per la morte di Pinelli, così come per il 'Caso Moro'. Per non parlare di P2, Cernis e Sigonella.

giovedì 22 aprile 2021

Conversione ecologica non simulazione

La Terra ci è data in prestito dai nostri figli ora abbiamo la necessità e la possibilità di fare il cambiamento. Giornata Mondiale della Terra Conversione ecologica non simulazione https://youtu.be/E3UyTGafz6w

venerdì 16 aprile 2021

UNA INTELLIGENZA CONNETTIVA PER LA CONVERSIONE ECOLOGICA

Il progetto bellamilano.cloud L'emergenza climatica globale e la pandemia che essa ha favorito, non permettono né operazioni di aggiustamento e mitigazione del modello di sviluppo che le ha generate e, men che meno, alcuna operazione di simulazione nel nome della transizione ecologica. Ciò di cui la Terra ha bisogno è una effettiva conversione ecologica. Ciò significa, per tutti noi che la abitiamo, un cambiamento dei consumi e dei costumi all'insegna della qualità e della sobrietà, per alleggerire l'impronta che, come specie, imprimiamo sui cicli biologici, sugli ecosistemi e sulla qualità del vivere sociale del Pianeta. Ciò significa un diverso urbanesimo e nuove politiche pubbliche per le nostre città. Gli indici finanziari non possono essere la sola misura della/delle comunità. La conversione ecologica non può prendere corpo attraverso proibizioni e imposizioni, perché sia efficace e sostenibile si deve fondare sulla partecipazione consapevole, su una responsabilità diffusa e sostenibile. Affinché la conversione necessaria sia frutto di scelte civili, occorre che i milanesi siano abitanti consapevoli e partecipi, e non meri residenti nella vita della città. Una consapevolezza che è prodotta e genera la soggettività politica pubblica legata agli interessi generali, la partecipazione informata al processo deliberativo, le procedure e gli spazi per l'esercizio della cittadinanza attiva, la qualità degli istituti di partecipazione. L'opportunità del Recovery Fund sarà coerente con la conversione ecologica se Milano si riconoscerà dentro il contesto metropolitano, innovativo, vivibile, socialmente accessibile, quale nodo di relazione e di passaggio esemplare nella definizione delle politiche economiche e territoriali della globalizzazione. Un vaccino per la crisi della democrazia in occidente. Ogni volta che i cittadini milanesi hanno potuto esprimersi direttamente, hanno chiesto una città sostenibile e generosa con l'innovazione, che è funzione della qualità del vivere sociale. Ma, al momento, non è richiesta alcuna rendicontazione da parte della amministrazione e del consiglio comunale. Invece i cittadini metropolitani non possono usare lo strumento referendario previsto dallo statuto perché né il sindaco metropolitano Pisapia, né il suo successore Sala, hanno promosso il regolamento attuativo. Per la necessaria conversione ecologica dobbiamo prendere atto della mancanza di una visione di sistema territoriale qualitativo: qualità dei servizi, qualità della partecipazione, qualità ambientale, qualità delle reti, qualità sociale. Invece di rassegnarsi è più utile e capace di senso adoperarsi per proporre questa visione. C’è una straordinaria intelligenza diffusa: nei comitati territoriali impegnati su questioni di prossimità o a carattere generale, nelle associazioni e nel volontariato ambientale e socio-sanitario, nell'accademia e nella ricerca, nelle professioni, nelle scuole e financo nei partiti. Propongono, idee e soluzioni sostenibili e di qualità, in reazione e in alternativa a progetti, devastanti legati ad esigenze vere o presunte. Occorre che l’atomizzazione sociale della globalizzazione, che con il lockdown abbiamo conosciuto come condizione diffusa, diventi intelligenza connettiva, come propone De Kerkove. Una piattaforma di confronto ed elaborazione condivisa ha senso se abilita e facilita l'esercizio della Cittadinanza Attiva in una funzione di tensione con organi di rappresentanza ed amministrativi. Sono necessari medici scalzi digitali che condividono, divulgano, conoscenze e competenze per l’estensione digitale dello spazio pubblico al fine di qualificare una comunità perché si esprima come opinione pubblica informata, quindi esigente. Ciò connette una intelligenza collettiva presente nella realtà urbana qualifica la qualità dell'offerta politico elettorale e la sua traduzione amministrativa. Non smettiamo di provarci. Per realizzare praticamente questa moderna agorà abbiamo deciso di uscire dalla progressiva omologazione di soluzioni commerciali di web conferencing, partendo, invece da un prodotto tecnologico personalizzabile che nasce già come un progetto aperto, libero e collaborativo, in altre parole un OpenSource. OpenMeetings ad oggi rappresenta la soluzione ottimale alle nostre aspettative. bellamilano.cloud è l’evoluzione in chiave multimediale web 2.0 dell'antica agorà: luogo di partecipazione e di confronto aperto e diretto per la produzione di proposte e indirizzi concreti. La comunicazione in questa moderna agorà avviene sempre in diretta, ciascuno non si può celare dietro un nickname o da un avatar né il sistema consente l'applicazione di filtri immagine, tutto questo a vantaggio della sicurezza ossia di una comunicazione libera, aperta ma responsabile. Negli spazi di Bella Milano, grazie ad Open Meetings, nessuno sarà profilato e nessuna identità sarà merce nel mercato dell’informazione. OpenMeetings è un progetto software open source con licenza Apache Software Foundation (ASF) per la presentazione e conferenze Web, la formazione, il disegno collaborativo su lavagna interattiva, la presentazione e la modifica di documenti. La comunicazione in modalità audio, audio/video e chat tra gli utenti, organizzati in gruppi e supportati da uno o più moderatori, avviene in stanze virtuali che possono essere configurate per le diverse modalità di comunicazione (chat, audio, audio/video), sicurezza e qualità audio e video. È naturalmente presente un servizio dedicato ed integrato di posta elettronica accessibile agli utenti. L’ingresso a bellamilano.cloud avviene con registrazione gratuita a questo indirizzo: https://bellamilano.cloud/ Presenteremo Bella Milano a tutti coloro che sono interessati mercoledì 21 aprile alle 21,00 La registrazione sarà poi trasmessa su YouTube in un canale dedicato Mauro Preda, geografo e informatico, già docente all'Università Cattolica, illustrerà la piattaforma OpenMeetings e le possibilità di partecipazione, confronto e scelta sui diversi temi/questioni. Milly Moratti, consigliera comunale, Presidente della Commissione Consiliare per la partecipazione e promotrice di ChiamaMilano, metterà in relazione la partecipazione informata attraverso lo spazio pubblico digitale, con i Referendum cittadini e le Udienze Pubbliche, piuttosto che con gli spazi condivisi di incontro, con le effettive possibilità di interessare l’agenda amministrativa. Mauro Toffetti, Direttivo Nazionale ‘Nessuno tocchi Caino’, vicePresidente UEAPME- Unione Europea dell'Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese, illustrerà esperienze di cittadinanza attiva nell’uso artistico-culturale dei linguaggi espressivi, così come nelle azioni di prevenzione e recupero del disagio che diventa devianza, cioè questione di ordine pubblico e/o terapeutico. Edoardo Croci, docente alla Bocconi e promotore di Milano Sì Muove per gli ultimi referendum cittadini, illustrerà questa modalità di partecipazione in relazione alle decisioni amministrative e consiliari. Pierluca Oldani, sindaco di Casorezzo già consigliere in Città Metropolitana, illustrerà le contraddizioni della Città Metropolitana e le sue potenzialità. Marco Cappato, promotore, illustrerà la Citizen Initiative Europea ‘Stop Global Warming’, che potremmo definire come una Direttiva Europea di Iniziativa Popolare per mettere un prezzo sulle emissioni di CO2 e chiedere alla Commissione Europea di proporre una normativa dell'UE che scoraggi il consumo di combustibili fossili, incoraggi il risparmio energetico e l'uso di fonti rinnovabili per combattere il riscaldamento globale e limiti l'aumento della temperatura a 1,5ºC. Per informazioni scrivere a: admin@bellamilano.cloud

mercoledì 14 aprile 2021

Erdogan: come definirlo.

È inutile che Erdogan faccia l'offeso. Draghi lo ha definito per quello che è: un dittatore. Non avrebbe potuto onorarlo meglio.

giovedì 8 aprile 2021

Mala tempora...

"E’ anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E’ una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla." (Hannah Arendt, La banalità del male) Quando l'eugenetica da ragioniere và a braccetto con l'indifferenza. Ricevo: "Caro Sen. Cortiana; Leggo su Qui Finanza un articolo che mi ha fatto rabbrividire! Ecco il link: https://quifinanza.it/pensioni/pensioni-e-morti-covid-inps-risparmia-119-miliardi/478230/ immagine.png L'articolo è un concentrato di fredde e ciniche argomentazioni arricchite da banali proiezioni statistiche degne solamente di un criminale nazista. Non voglio commentare oltre.. è sufficiente seguire una celebre scena tratta del film "La vita è bella" https://www.youtube.com/watch?v=1KIBVCNPsaw Poniamoci ora una domanda: QUAL E' LA DIFFERENZA? MP" Combiniamo la notizia INPS con quella di cronaca nera di oggi per cui Il Sindaco e la dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Opera (Milano), oltre a tre imprenditori edili, ritenuti responsabili di peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, sono stati arrestati. Tra gli illeciti anche l'interramento di rifiuti nel Parco agricolo Sud Milano. Il sindaco avrebbe fornito anche mascherine, destinate a RSA e farmacie, a famigliari e dipendenti amici quando durante la pandemia non si trovavano. Sono notizie che indicano quale tipo di autoreferenzialità e di conformismo producono la dissoluzione della cultura della comunità e la pratica di reciprocità, di attenzione critica e di partecipazione, necessarie ad aumentarla e a qualificarla. È la mancanza di una etica della responsabilità verso gli altri, presenti e futuri, così come verso l'ecosistema che ci permette di vivere. Senza una conversione ecologica non ci sarà transizione ecologica.

lunedì 5 aprile 2021

PartecipaMi/Fondazione RCM, una riflessione necessaria

Herman Zampariolo insegnò a me e a Chicco Testa i rudimenti digitali usando un tutor della Olivetti negli anni ‘80, ma è stato negli anni ‘90 che, grazie alla RCM- Rete Civica di Milano, ho appreso e praticato lo spazio pubblico digitale come estensione di quello fino ad allora conosciuto. Soprattutto, la pratica della partecipazione si è estesa in modo disintermediato: spazi di espressione senza bisogno di occuparli o di chiederli a qualcuno. Sento una profonda riconoscenza per Fiorella De Cindio, per il Prof. Degli Antoni, per Beppe Caravita, e per tutti quelli che a Scienze della Comunicazione hanno alimentato questo network civico, Oliviero Gentile per tutti. Ho quindi risposto positivamente, negli anni, alle richieste di contribuire alla possibilità di un sostentamento economico essenziale, ma avevo iniziato a sollevare delle perplessità. La nascita della Fondazione RCM ha visto, nel tempo, la partecipazione del Comune di Milano e della Provincia, poi Città Metropolitana, mi sembrava perciò naturale e coerente con la traduzione degli indirizzi costituzionali che le amministrazioni pubbliche considerassero la partecipazione informata al processo deliberativo, da parte dei cittadini, come dovere democratico di abilitazione universale. RCM poi PartecipaMi, cui partecipavano, mi sembravano lo strumento ideale, logico, e nello statuto precisava la sua funzione “Nasce con lo scopo di progettare, gestire e sostenere ambienti di partecipazione attiva dei cittadini, avvalendosi di strumenti digitali, nei processi di formazione, adozione e valutazione delle decisioni e dei servizi di pubblico rilievo.”. Quando Lorenzo Lipparini ha assunto il ruolo di assessore alla partecipazione, ancor più viste la sua cultura e la sua pratica radicale, mi aspettavo una concretizzazione di questo coinvolgimento e di affido di una traduzione concreta delle aspettative suscitate fin dai tempi della presenza arancione in Piazza Duomo. Tutto ciò non è avvenuto. L’azione pubblica di informazione su scelte già avvenute e prese anche fuori dagli ambiti di rappresentanza consiliare, vedi Ex Scali FS, è stata spacciata per l’esercizio del Débat Public francese, pur introdotto nel 2018 nell’ordinamento italiano. La Fondazione RCM non ha sollevato pubblicamente questa contraddizione, né ha preteso che le amministrazioni pubbliche onorassero la loro responsabilità di promotori, limitandosi a sollecitare un contributo dai cittadini che lo avevano già dato. Quando, alcuni anni fa a Chiama Milano, ho partecipato ad un incontro/anniversario di celebrazione e riflessione, ho sostenuto l’insufficienza e l’inutilità di animare la riduzione milanese di un social network, lì ho potuto constatare che chi prendeva la parola era invece soddisfatto e non chiedeva niente di più. Al massimo ambiva ad utilizzare PartecipaMi per sollevare alcune richieste locali. Io ribadisco che uno spazio civico locale di partecipazione digitale ha senso se abilita, facilita, l’esercizio della Cittadinanza Attiva in una funzione di tensione, non di scambio, con il Consiglio e la Giunta. Credo che siano necessari medici scalzi digitali che condividono, divulgano, conoscenze e competenze per l’estensione digitale dello spazio pubblico al fine di qualificare una comunità perché si esprima come opinione pubblica informata, quindi esigente. Ciò non solo qualifica la qualità dell’offerta politico elettorale e la sua traduzione amministrativa, ma connette una intelligenza collettiva presente nella realtà urbana. Del resto, proprio grazie a Fiorella, Oliviero & co. Che hanno adattato Liquid Feedback, tutto ciò ha visto una verifica ed una conferma nella definizione partecipata del programma regionale del Patto Civico di Umberto Abrosoli. Non trovo alcuna riflessione e indicazione in questo senso da parte di PartecipaMi e la richiesta periodica di contributi risulta funzionale ad un ruolo accessorio ad una pratica consociativa e di esternalizzazione della elaborazione e decisione politica che interessa le amministrazioni pubbliche che riguardano Milano. Il Consiglio metropolitano, con provvedimento n. 56/2015 del 17/12/2015, ha deliberato il recesso della Città metropolitana di Milano dalla Fondazione RCM, il sindaco metropolitano era Pisapia, quello odierno, Sala, non ha modificato la scelta.

lunedì 22 marzo 2021

Una giornata storica

Oggi è una giornata particolare. Con lo sciopero di 24 ore dei lavoratori di Amazon, emerge la questione della dignità del lavoro dentro le filiere definite dal digitale. Ciò che per ognuno si definisce come profilazione ed eterodefinizione della identità qui diventa controllo e carico di lavoro/consegne impossibili. Giornata storica e non basta che Amazon dica che paga i driver al top della media tra gli operatori della distribuzione: fino ad ora è stato un settore che definire opaco è un eufemismo.

venerdì 19 marzo 2021

La transizione Ecologica a Milano

TRANSIZIONE ECOLOGICA A MILANO Dite quel che volete ma non toccate i regali che abbiamo fatto ai privati di Fiorello Cortiana Le conseguenze del riscaldamento globale sull’ambiente, sulle risorse ambientali, sulla qualità e sulla speranza di vita, sono sotto gli occhi di tutti e non solo dagli schermi. La temperatura sulla Terra nell’ultimo secolo è aumentata di più di 1 grado, l’enorme estensione degli incendi che nel 2019 hanno interessato la California e l’Australia oltre alla devastazione ecosistemica hanno messo a rischio la vita degli abitanti del territorio, lo scorso giugno la Siberia ha raggiunto i 38 gradi. L’azione e gli interventi nelle sedi istituzionali internazionali, di Greta Thunberg e di milioni di suoi coetanei, hanno sollecitato i Parlamenti e i governi, a ogni livello, ad agire, subito. Il parco MFO di Zurigo La pandemia di Covid19 ha reso evidente la relazione tra le condizioni ambientali e la salute rendendo necessario un cambio di paradigma nel modello di sviluppo, nella produzione e redistribuzione di valore, nei costumi e nei consumi a partire dalle città. Città che, mette in guardia l’ONU, saranno abitate a metà del secolo da oltre il 70% della popolazione della Terra. La Commissione Europea ha imboccato con decisione la direzione dell’innovazione e della sostenibilità, un Green Deal cui si riferiscono Next Generation Europe, il Recovery Fund, F2F-Farm to Fork. Per questo è vitale che le buone intenzioni pubbliche si traducano in politiche e scelte coerenti e concrete, accompagnando tutte le componenti sociali verso la transizione rigenerativa. Certamente tutto ciò costituisce una opportunità innovativa e occupazionale, è altresì evidente che questo cambiamento mette in discussione delle rendite di posizione e di mercato fondate sulle fonti di energia fossile. Un esempio chiaro delle tensioni generate dal cambiamento ecosostenibile sugli equilibri del modello attuale è quello della strategia Farm to Fork per rendere i sistemi agro-alimentari “equi, sani e rispettosi dell’ambiente”. Oggi questi sistemi rappresentano circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, consumano enormi quantità di risorse naturali, riducono la biodiversità e comportano impatti sulla salute. Tra i principali obiettivi della strategia F2F entro il 2030: dimezzare l’uso dei pesticidi in agricoltura e dei farmaci negli allevamenti, ridurre del 20% l’uso di fertilizzanti di sintesi, coltivare con metodo biologico almeno un quarto dei terreni, aumentare le aree naturali tra i campi coltivati. A dispetto della Commissione UE e degli obiettivi stabiliti dal Green Deal, la riforma della Politica Agricola Comune-PAC, una delle voci più rilevanti del bilancio europeo, nel testo uscito dal primo esame di Consiglio e Parlamento UE, va soprattutto a sostegno dell’agroindustria, dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi che fanno forte uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Per questo è in atto una straordinaria mobilitazione di molte Università, delle associazioni più sensibili degli agricoltori e di quelle dei consumatori. In questo senso sono importanti gli indirizzi europei del Governo Draghi, così come l’organizzazione dei ministeri e l’attribuzione delle responsabilità nel Consiglio dei Ministri. Così, coerentemente, insieme al Ministero della Transizione Ecologica è stato creato il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Per una sostenibilità ambientale e sociale nel Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica è significativa la partecipazione del Ministero del Lavoro. Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha dichiarato all’Avvenire che “Dobbiamo arrivare alla decarbonizzazione con soluzioni avanzate ma condivise, sapendo che i tempi sono stretti e noi siamo indietro”. Per questo uno dei 5 team di esperti attivati dal ministro valuterà “l’impatto del Piano su dimensioni trasversali e in particolare su giovani, donne e Sud”, utilizzando il parametro “Benessere equo e solidale “. La transizione europea alla rigenerazione ecologica non è per nulla scontata, quindi, ma Greta e i suoi coetanei hanno una interlocuzione nella politica pubblica. La dimensione globale del Pianeta Terra conosce una condizione determinata dalla natura delle dimensioni locali che la compongono e dalle relazioni con esse. Perciò se scendono al livello del ‘locale’ più prossimo, la regione e l’area metropolitana, le ragazze ed i ragazzi di Friday for Future non trovano altrettanto riscontro, se non simulato: questo è il problema. Eppure tira una brutta aria a Milano, con concentrazioni di smog alle stelle, come denunciato dall’ARPA-Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Giovedì 18 febbraio le centraline dell’Arpa hanno registrato concentrazioni di polveri sottili oltre i limiti (fissati a 50 microgrammi per metro cubo), la media di Pm10 calcolata all’ombra della Madonnina è stata di 87.75 µg/m³. Non si è trattato di una giornata particolare, infatti nei primi 49 giorni del 2021 sono già stati registrati 10 giorni con valori di Pm10 oltre la soglia. A livello nazionale ci sono possibilità di accesso a incentivazioni statali interessanti quali, ad esempio, le comunità energetiche, ai cui si accede con determinate caratteristiche impiantistiche, di produzione e di gestione. Invece la Regione Lombardia non ha in previsione alcuna incentivazione per l’installazione di impianti fotovoltaici in insediamenti produttivi. Eppure si tratta della regione che produce il 25% del PIL e che conosce insediamenti produttivi con emissioni importanti. La regione nella quale i bambini della città capoluogo detengono il record nazionale di affezioni alle vie respiratorie. Beppe Sala, il sindaco della città capoluogo e della sua amministrazione metropolitana, durante un webinar organizzato dal Notariato Milanese e dalla Scuola di Notariato, ha comunicato che “Per un paio d’anni probabilmente” i tre milioni di persone, tra residenti, pendolari e turisti, che ogni giorno frequentavano Milano fino alla pandemia di Coronavirus “diventeranno tendenzialmente due milioni” per il crollo del turismo e la diffusione dello smart working. Il sindaco Sala che a fine settembre aveva festeggiato il traguardo di 1.400.000 abitanti e, come aveva promesso sui social, ha offerto al nuovo milanese il caffè nel suo ufficio. Le magnifiche sorti e progressive di Milano, brand city post Expo e pre Olimpiadi, si fermano dunque… A quale domanda si dovrebbero offrire i metri cubi e i metri quadri della nuova edilizia prevista negli ex scali FS e intorno al nuovo stadio di San Siro, affidata ai fondi immobiliari con sede nei paradisi fiscali e a non si può sapere chi? Sala non vede oltre la cinta daziaria di Milano, eppure aveva caldamente accolto Greta Thunberg, ma proprio lei lo inviterebbe alla corrispondenza coerente tra dichiarazioni e sostanza. Al sindaco non mancherebbero interventi strutturali da avviare per una transizione rigenerativa di Milano città metropolitana. Vediamone alcuni. I Parchi Regionali nascono in Lombardia come modello culturale finalizzato a rigenerare un territorio spesso compromesso. Dopo tanti decenni, il modello, che ha funzionato, dovrebbe interessare anche il resto del territorio regionale e non solo un insieme di isole. La Regione Lombardia non vede la necessità di una legge che riconosca e valorizzi la multifunzionalità dei parchi, con le caratteristiche della sostenibilità, della bellezza e della innovazione, un retroterra esemplare per tutto il territorio. Sarebbe necessario trasformare lo strumento, essenzialmente urbanistico, dei Piani Territoriali nei Piani Naturalistici Comunali, funzionali alla riqualificazione ecologica dei PGT. Un rovesciamento di prospettiva che, invece della residualità da salvaguardare e da isolare, apra la possibilità di una valorizzazione sostenibile e di una estensione qualificata. La Regione non vede, così come il sindaco della Città Metropolitana di Milano, che non ha fatto alcunché per coinvolgere i 134 comuni nella costituzione di una cintura verde metropolitana. Del resto, non a caso i 5 referendum di Milano Sì Muove sono stati approvati dai soli milanesi residenti nella cinta daziaria perché la Città Metropolitana, sempre da Sala amministrata, non ha mai licenziato il regolamento attuativo per il referendum metropolitano. Così i cittadini di 133 comuni, che già non votano sindaco e consiglio metropolitani, non possono neanche prendere la parola con i referendum. Altroché i 15 minuti per raggiungere il centro di Milano, si accontenterebbero delle mezze ore sui mezzi pubblici, invece di aspettare e sperare nel loro arrivo. Uno dei 5 referendum milanesi proponeva di procedere gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità. Lo studio affidato al Politecnico, chiedeva di valutare la fattibilità della “riapertura dei navigli” e della loro navigabilità. Il Politecnico ha proposto opere nell’ambito dei confini amministrativi del Comune di Milano. Una miopia che, per il tracciato presentato dall’amministrazione, è sembrata confermare perché il tratto della Cerchia interna di via San Damiano e via Senato un tempo era chiamato anche “il Naviglio aristocratico”. Eppure la riapertura alla navigabilità dei Navigli metropolitani milanesi avrebbe una funzione di rilancio dello sviluppo economico, di qualificazione territoriale e sociale, assolutamente sostenibile. Si tratta di canali e Navigli compresi in un’area tra le più densamente popolate e con un patrimonio culturale, storico e paesaggistico tra i più importanti d’Europa. Il progetto europeo SWARE – Sustainable heritage management of WAterways Regions, per la valorizzazione sostenibile dei territori interessati dalle vie d’acqua, naturali e artificiali, cui partecipa la Città Metropolitana, ha proposto il completamento della rete di navigazione interna dal Lago Maggiore al Lago di Garda all’Adriatico e con il transito di merci, passeggeri e turisti, tra i laghi e il mare. Un Sistema Idroviario, Locarno (Svizzera) – Milano-Venezia-Trieste, Koper (Slovenia), con una funzione paesaggistica, ambientale ed idraulica, sia per la regimazione delle acque che per la sicurezza idraulica per i territori del bacino interessato, nonché di approvvigionamento per l’irrigazione e per il trasporto delle merci. A fronte di una rete idraulica trascurata e deteriorata non servono soluzioni improbabili per piccole tratte. La realizzazione di una infrastruttura reticolare idraulica metropolitana, accompagnata dalla riqualificazione a verde ciclopedonale delle alzaie che la accompagnano e la affiancano, può portare i servizi e i prodotti ecosistemici dalle aree agricole alla città. Una relazione funzionale tra un sistema idraulico, per, regimazione, irrigazione, navigazione, aperto a nuove opportunità economiche, come produzione energetica, turismo, alimentazione, sport, cultura, ricreazione: una concreta realizzazione del Recovery Plan. Occorre alzare lo sguardo oltre la cerchia interna, occorre che lo sguardo sia lungimirante, occorre una visione. L’amministrazione comunale oltre la cinta daziaria sistema delle piazze e pianta alberi lungo tratte di tramvia, ma la Regione non vede la rete dei Navigli sotto Palazzo Lombardia. Un valido modello, ampiamente sperimentato, sarebbe il “Contratto di Fiume” per programmazione negoziata, un percorso con il concreto coinvolgimento e la condivisione da parte di tutti gli attori. Un percorso di riqualificazione fluviale, con l’adozione di un sistema di regole caratterizzato da una serie di criteri: utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale. Percorso partecipato? Utilità pubblica? Valore sociale e sostenibilità ambientale? Prospettive marziane, viste da Milano. I cittadini e professionisti del Comitato coordinamento San Siro hanno messo a punto un progetto fattibile di ristrutturazione dello stadio Meazza al costo di 300 mln. Hanno così tolto ogni giustificazione per un nuovo stadio e un distretto terziario, commerciale e tempo libero, per 153.000mq, costo 1,2 MLD. Oggi il Comune riceve 10 mln annui per canone d’affitto dello stadio, che si ridurrebbero a 2 con il nuovo impianto più la cessione del diritto di superficie su tutta l’area interessata per 90 anni. Per i nuovi proprietari i ricavi a regime: 151 milioni dallo stadio e 51 milioni dal resto. Un “rendimento lordo incrementale” previsto tra il 6,3 e il 16 per cento. Il comitato ha chiesto di vedere la documentazione su San Siro consegnata da Milan e Inter al Comune di Milano in relazione alle trattative in corso tra i privati e il Comune di Milano. Quali privati? Non si sa. L’amministrazione comunale ha espresso un diniego perché per lei il comitato dei cittadini non è un soggetto “portatore d’interessi” che abbia titolo per conoscere le trattative in corso tra i privati e il Comune di Milano. “L’ostensione di documenti contenenti informazioni di natura commerciale e industriale, quali gli elementi costitutivi del Piano economico-finanziario e le altre informazioni tecniche del Progetto di fattibilità” per i funzionari della Direzione urbanistica “determinerebbe la compromissione dell’altrettanto rilevante diritto alla riservatezza”. Ciapa sù L’ecologia chiede coerenza e una verifica di efficacia, così l’Europa, per fortuna.