lunedì 3 giugno 2024
Lo sfalcio dell'erba in città
LO SFALCIO DELL’ERBA IN CITTÀ
Con l'aria che tira anche di questo ci dobbiamo preoccupare?
di Fiorello Cortiana
La scelta di differenziare e ridurre lo sfalcio dell’erba nelle aree verdi della città ha suscitato l’attenzione pubblica quando il professor Burioni aveva sollevato delle perplessità e delle preoccupazioni. Burioni ha poi avuto la correttezza e le tempestività di ricredersi pubblicamente a fronte delle spiegazioni e delle rassicurazioni di Leonardo Forbicioni, entomologo, naturalista e botanofilo.
La speculazione politica aveva intanto avviato il suo attacco come riflesso pavloviano di chi vive l’azione politica in relazione alle punte mediatiche del giorno. Chiaramente gli speculatori della autoreferenzialità assoluta come segno di libertà personale e politica si sono guardati dal ricredersi pubblicamente, già presi a lisciare il pelo agli insofferenti delle rilevazioni fatte da una associazione di cittadini della diffusa abitudine al parcheggio in seconda fila e dell’assenza della Polizia Locale, già Vigilanza Urbana.
Sono molte le città in Europa e in Italia a tagliare l’erba con minore frequenza, o quando è secca, così da preservare e rendere funzionale la biodiversità di flora, piccola fauna e ridurre le isole di calore. La scelta è chiaramente conveniente anche per il bilancio comunale per i costi e le emissioni del taglio, della raccolta, del trasporto e dello smaltimento. Il residuo organico, se non riutilizzato, viene assimilato per legge a rifiuti urbani. Il passaggio dei mezzi per il taglio e la raccolta produce il compattamento del suolo che si combina con l’asportazione di sostanza organica e acqua dell’erba tagliata con la diminuzione della fertilità del terreno.
La questione non è secondaria dentro l’equilibrio alterato proprio del carattere intensamente urbanizzato delle città.
La gestione differenziata delle superfici a verde prativo richiede diverse modalità di intervento. Le aree a forte frequentazione antropica richiedono tagli più frequenti con l’utilizzo di mezzi più leggeri, quindi meno impattanti, con la tecnica “mulching”, che permette lo sminuzzamento dell’erba, così immediatamente restituita al suolo con l’eliminazione pressoché totale dei residui organici.
Il prato risulta più fitto e calpestabile. Il costo per la maggiore frequenza viene compensato dalla riduzione dei costi per la mancata raccolta e lo smaltimento. In altre aree il taglio invece viene fortemente ridotto, aumentando la biodiversità con aree favorevoli alla presenza di entomofauna per noi utile, ciò grazie alla selezione delle fioriture e disseminando le specie più interessanti.
Le piante erbacee possono completare il proprio ciclo vegetativo, quindi fiorire e disperdere i semi, favorendo la presenza di impollinatori come le api e altri insetti. Si riduce, inoltre, la necessità di utilizzare sementi per la primavera successiva Si tratta di vere e proprie oasi, importanti per insetti e animali necessari a qualificare l’ecosistema. inoltre l’erba alta riduce l’erosione del suolo e mitiga la temperatura nell’area urbanizzata e ciò costituisce un miglioramento delle condizioni dell’abitare in città particolarmente asfaltate.
Sfatiamo, infine, l’ultima bufala o fake news riguarda l’aumento delle zanzare con l’erba alta. Una balla spudorata: l’aumento della diversificazione vegetale e della sua massa comporta l’aumento delle diverse specie di insetti e artropodi, uccelli come le rondini, rettili come le lucertole e i gechi, tutti antagonisti ed i predatori delle zanzare. Piuttosto occorre evitare il ristagno dell’acqua nei sottovasi e mettere dei fondi di caffè.
La via maestra per definire le aree da trattare e giudicare l'efficacia delle tecniche usate, passi per la partecipazione informata dei cittadini che vivono/usano/frequentano le aree verdi urbane. Questo per individuare le aree più idonee per collocazione/funzione, quella di arredo/paesaggio urbano compresa.
La fretta operativa della amministrazione forse risponde alle urgenze della promozione politica e proprio per questo si presta alla strumentalizzazione, abbiamo invece bisogno di organizzare e produrre qualità nel vivere sociale, nell'abitare la città.
Ci dovremmo invece preoccupare della necessaria coerenza tra la riduzione utile dello sfalcio dei prati e la deleteria e costante pratica di consumo di suolo, che interessa la politica urbanistica di Milano e di altre città Lombarde. Una contraddizione che consente ai sostenitori del ‘Liberi tutti di fare tutto’ di considerare questa pratica innovativa come una inutile goccia.
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