ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

giovedì 18 luglio 2024

I MILANESI RACCOLTI IN PREGHIERA: “BUON DIO SALVA MILANO

I MILANESI RACCOLTI IN PREGHIERA: “BUON DIO SALVA MILANO” La città allo sfascio
16 luglio 2024 In attesa del salasso che il Ministero di Giorgetti sta predisponendo con la prossima legge di bilancio, quindi con tagli ai servizi e agli Enti Locali, proviamo a annotare le questioni spinose che attendono Milano alla ripartenza di settembre. L’agenzia di rating Moody’s ha appena promosso la Lombardia confermando per il 2024 il livello “Baa2 stabile”, superiore a quello dello Stato italiano (“Baa3 stabile”). Un caso nel panorama finanziario mondiale. Quindi, c’è una valorizzazione nominale della Regione mentre il suo territorio paga prezzi pesanti per la mancata manutenzione e l’assenza di una regimazione e di un governo delle acque degno della sua tradizione. L’alterazione climatica produce eventi estremi sempre più frequenti, estesi e intensi. La città di Milano, a nord e tutta la cintura verde agricola, subiscono conseguenze pesanti ben oltre i servizi nei palinsesti della informazione. Milano è la seconda città agricola d’Italia, dopo Roma, prima città agricola metropolitana. Si accorge degli agricoltori quando bloccano le strade, ma non li coinvolge né nella regimazione e governo delle acque. Ciò in relazione agli approvvigionamenti in relazione alla produzione idroelettrica né per la pianificazione di infrastrutture idrauliche e per la custodia del Parco Agricolo Sud Milano, il parco di cintura più grande d’Europa. Non va meglio al verde in Città: con la limitazione dello sfalcio dell’erba, giustificata ambientalmente ma definita dal taglio dei costi e non da una verifica delle funzioni e degli usi dei diversi spazi verdi; con il taglio di alberi storici e la capitozzatura che costa meno della loro messa in sicurezza e cura con potature adeguate. Giovanni Storti ha ricordato l’opuscolo del comune di Milano, in cui viene sconsigliata questa pratica…e non c’è nulla da ridere. Anche qui i cittadini e le associazioni che si impegnano e si mobilitano non vengono coinvolti in nessun percorso di valutazione e di progettazione. La cosa non cambia per le associazioni del volontariato che hanno aiutato e assistito centinaia di migliaia di persone la pandemia e dopo, per lo più anziane nella città che invecchia. Non c’è traccia del rispetto del richiamo della Corte Costituzionale per il loro coinvolgimento nella programmazione e nella progettazione. Si ha solo notizia di affidi diretti di spazi comunali ad associazioni che, come nella ‘Fattoria degli animali ‘, sono ‘più uguali degli altri’: ai quali restano bandi improbabili. Qui c’è un’altra questione spinosa, riguarda la marginalità di molti giovani che abitano la periferia e la cintura. In loro si riflettono sia la condizione strutturale di una netta e ampia separazione di classe sociale senza ascensori possibili, sia la presunta parità della disintermediazione digitale con la veicolazione di icone e di autocelebrazione della devianza, certificata dalla deriva di ordine pubblico e giudiziario che ne consegue. La cosa fa notizia se riguarda rivolte e le botte ai detenuti del Carcere Minorile Beccaria o gli scippi e le violenze che bande giovanili mettono in atto nei quartieri della movida. E’ dai tempi di Novella Sansoni, assessora e Presidente della Provincia di Milano, che non c’è alcun progetto integrato con le altre agenzie istituzionali e associative, dalle scuole ai servizi sociali, per la partecipazione diretta dei giovani alla costruzione di percorsi e progetti socio-culturali su scala metropolitana. Ci sono due questioni che sono cruciali per l’espressione di una visione politica per la città da parte dell’amministrazione e del Consiglio. La questione Stadi si presenta come la successione di proposte fatte dalle società proprietarie di Inter e Milan: le istituzioni si affannano a svolgere una funzione di facilitatori procedurali. Si era partiti dalla necessità di abbattere uno stadio pubblico, funzionante e ulteriormente qualificabile, per potersi avvalere della Legge sugli Stadi per costruirne uno privato con annessa autorizzazione per l’edificazione di immobili non pertinenti. Siamo ora alla intenzione di due sindaci della Città Metropolitana, Rozzano e San Donato, di concedere aree non urbanizzate per fare due nuovi stadi di proprietà di Inter e Milan. Intanto il sindaco Sala ha capito che il San Siro Meazza è ulteriormente qualificabile perché lo ha detto e proposto WeBuild, evidentemente i Professori del Politecnico che, alla luce delle verifiche UEFA, lo avevano ampiamente illustrato e dimostrato in Sala Alessi a Palazzo Marino, non erano stati convincenti. Nello stesso tempo il sindaco Sala ha chiesto di essere parte dell’Accordo di Programma per lo stadio a San Donato. Poco importa se 70 professori universitari di Politecnico, Statale e Cattolica, hanno rivolto un appello a Gianni Infantino, presidente Fifa, Aleksander Ceferin, presidente della Uefa e a Gabriele Gravina, presidente Figc: “Assumete una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati” ciò “comporterebbe la trasformazione di circa 30 ettari di terreno mai urbanizzato, senza contare che nelle immediate vicinanze del sito proposto per l’impianto si trova l’abbazia di Chiaravalle. Dovendo compensare la perdita ambientale sarebbe necessario piantare 19 ettari di bosco e 32000 alberi per arrivare in vent’anni a compensare quanto perduto a causa del consumo di suolo che comprende anche diverse aree del Parco Agricolo Sud Milano, riserva naturale dedicata alla protezione di boschi, terreni agricoli e corsi d’acqua”. I 70 accademici si augurano “che le federazioni calcistiche assumano una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati al fine di non compromettere quei principi di sostenibilità che ispirano le strategie globali di contrasto al cambiamento climatico, incoraggiando il recupero delle strutture esistenti”. Il bipolarismo italiano non trova gli accordi per preservare il dettato costituzionale nel predisporre adeguamenti forse perché riserva la consociazione alle politiche fondiarie e immobiliari. Ecco l’esempio: il Parlamento sta discutendo gli emendamenti del decreto “salva-casa”, per immobili che, stando alle inchieste giudiziarie in corso a Milano, potrebbero essere stati realizzati con permessi rilasciati o ottenuti in violazione delle disposizioni di legge statale e regionale. Se passasse così il “salva-Milano” andrebbe oltre l’obiettivo di salvaguardare gli incolpevoli acquirenti degli immobili, aprendo a una sanatoria per operatori, professionisti, funzionari e dirigenti che avessero violato le leggi. E’ a rischio un difficile equilibrio, più volte violato, tra il diritto privato di proprietà e la funzione sociale nell’interesse di tutti che le amministrazioni pubbliche devono garantire. L’esclusiva monetizzazione degli standard urbanistici rischia di diventare una voce mercantile del bilancio comunale senza tener più conto delle necessarie dotazioni di servizi e delle distanze fissate dal codice civile e dal dm 1444. Anche qui giuristi e urbanisti hanno lanciato una lettera appello “La Salva-Milano cancella decenni di regole a vantaggio della rendita”. Infine, la questione che tutto tiene riguarda l’ordinamento delle istituzioni, l’appello di Confindustria/Assolombarda, CGIL, CISL, UIL, Camera del Lavoro per una piena attuazione democratica e rappresentativa della Città Metropolitana è caduto nel vuoto, del resto a Milano i Municipi non dispongono neanche di un bilancio proprio e se dicono di non sostituire il pavè con il catrame non vengono neanche ascoltati. Intanto buone vacanze, “se te vouret cus’è?”

lunedì 8 luglio 2024

Amare Milano Ascoltare la Città

È toccato ai democratici francesi l'onere di difendere l'imperfezione della democrazia mentre l'insicurezza sociale fa i conti con la guerra, la crisi energetica, l'emergenza climatica e la semplificazione del capro espiatorio immigrato. Dopo i risultati francesi e quelli europei pensare Milano come un’oasi protetta dai venti regressivi del sovranismo nazionalista costituirebbe una miope presunzione. E’ aumentata l’affluenza rispetto alle comunali 2021: dal 47,72% al 50,77% delle europee 2024. A Milano il Pd è ancora il primo partito con il 31,38% ma alle comunali era al 33,9%, mentre l’ Alleanza Verdi-Sinistra, trascinata da Ilaria Salis e da Mimmo Lucano al 10,52% ha raddoppiato, i riformisti, pur divisi, hanno addirittura triplicato Azione (6,46%) e Stati Uniti d'Europa (6,37%). Nel centrodestra Fratelli d'Italia va oltre il raddoppio con il 21,73% rispetto al 9,8%, la Lega con il 6,14% non dimezza il 10,7% e Forza Italia è arrivata al 8,87% dal 7,1%. Milano per identità, ruolo e funzione, non si adagia sugli allori ma vive nella innovazione qualitativa partecipata, alla quale, insieme al mondo del lavoro, dell’impresa dell’associazionismo, la politica pubblica concorre con capacità di visione e di indirizzo. Per questo il suo 13,5% del PIL ha caratteristiche di traino innovativo per il resto del Paese. Troppi oggi sono esclusi dalla partecipazione al processo di innovazione globale nel quale vive Milano e la politica pubblica non esprime l’ambizione e la capacità di indirizzo. Per esercitare un protagonismo internazionale nella società e nell’economia della conoscenza non è sufficiente assecondare scelte e indirizzi dei fondi speculativi internazionali. Occorre avere una visione abilitante capace di futuro: per la produzione di valore economico/imprenditoriale, valore sociale, valore ambientale. Senza una Città Metropolitana compiuta non si favorisce l’implementazione di un sistema territoriale qualitativo: nei servizi, nelle infrastrutture, negli assetti urbanistici. Senza partecipazione effettiva del mondo del Terzo Settore e della Cittadinanza Attiva alla co-programmazione e alla co-progettazione non si sviluppa la qualità del vivere sociale e della sicurezza. Senza una relazione di indirizzo industriale le società partecipate non accompagnano i condomini, gli isolati, i quartieri alla transizione ecologica, una necessità e un asset competitivo ad un tempo. Visione e compassione sociale sono componenti costitutive del riformismo milanese per rispondere al populismo reazionario e avviare un confronto necessario sulla riforma degli istituti di rappresentanza democratica all'insegna della partecipazione informata al processo deliberativo. Occorre un nuovo slancio senza rassegnarsi alla partecipazione dimezzata alla vita pubblica, Milano può avere l’ambizione di costituire un modello per una soggettività riformista cui concorrono le culture e le esperienze cattoliche, socialiste, liberali, ecologiste. Ci dobbiamo proporre di dare vita in modalità collegiale a un processo partecipato e inclusivo che prepari la nuova proposta amministrativa per Milano facendola già vivere con iniziative e campagne specifiche che coinvolgano competenze ed esperienze con il respiro internazionale proprio della storia di questa città. Senza alcuna presunzione e senza alcuna sudditanza. Utilizzando piattaforme digitali di elaborazione partecipata in chiave propedeutica agli incontri diretti. Un processo ambizioso per esprimere una classe dirigente per la città, nella sua dimensione metropolitana, per il livello regionale e nazionale. Essere riformisti per noi non significa vivere una rendita di posizione dentro la consociazione bipolare, significa dare vita a un luogo politico della contemporaneità che si propone di raccogliere e armonizzare attraverso valori condivisi le istanze più trasversali della società, inadatte per definizione ad essere interpretate nella polarizzazione dx sx. Con una ampia base popolare, non semplicemente da intercettare con espedienti simbolici bensì da costruire investendo sulla politica. Questo è un appello alle menti e agli spiriti liberi per presentare una proposta aperta a settembre, con un appuntamento di confronto con esperienze e competenze affinché Milano esprima una intelligenza connettiva capace e motivante. Velleità o ambizione? Vediamo le risposte.

giovedì 20 giugno 2024

Voglio scegliere per questo partecipo ci vediamo il 28 al Parenti

ArcipelagoMilano - 18 giugno 2024 LA VOCE DEI CITTADINI ALLA URNE Vincere il populismo con la partecipazione di Fiorello Cortiana
Questa volta hanno vinto i cittadini e le associazioni ambientaliste, questa volta ha vinto la Cittadinanza Attiva che si era rivolta alla Magistratura Amministrativa. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso che Q8 e il Comune di Milano avevano presentato contro la decisione del Tar che, nel 2019, aveva bloccato i lavori e censurato le autorizzazioni concesse per l’edificazione di un distributore di carburanti previsto sopra i pozzi di captazione dell’acqua potabile. I cittadini di via dei Missaglia, zona Chiesa Rossa-Naviglio Pavese, avevano già evidenziato la contraddittorietà di una pianificazione siffatta: perché perdere tempo, gettare risorse, abbattere alberi e iniziare lavori in uno spazio che risulta da riqualificare? Se l’unico interlocutore è la Magistratura significa che gli istituti di partecipazione e di rappresentanza hanno qualche problema. Eppure la Corte Costituzionale ha richiamato gli organi di governo, centrale e locali, al rispetto della partecipazione alla co-progettazione e co-programmazione delle associazioni del Terzo Settore. Partiamo da qui, da un capo della relazione glocale che, all’altro capo, arriva all’unanimità del voto del Consiglio UE per decidere. Così ci appare più chiara la crisi dell’istituto della democrazia, con le reazioni populiste e sovraniste, che trovano ampia sensibilità accompagnate dalla propaganda antieuropea russa. Pensare Milano come un’oasi protetta dai venti regressivi del sovranismo nazionalista, come fanno Sala e il PD, costituirebbe una miope presunzione. E’ certamente aumentata l’affluenza, schede bianche e nulle incluse, rispetto alle comunali 2021: dal 47,72% al 50,77% delle europee 2024, il Pd è ancora il primo partito con il 31,38%, ma alle comunali era al 33,9%, mentre l’ Alleanza Verdi-Sinistra, trascinata da Ilaria Salis e da Mimmo Lucano al 10,52%, ha raddoppiato, i riformisti, pur divisi, hanno addirittura triplicato Azione (6,46%) e Stati Uniti d’Europa (6,37%). Nel centrodestra Fratelli d’Italia va oltre il raddoppio con il 21,73% rispetto al 9,8%, la Lega con il 6,14% non dimezza il 10,7% e Forza Italia è arrivata al 8,87% dal 7,1%. Milano per identità, ruolo e funzione, non si adagia sugli allori ma vive nella innovazione qualitativa partecipata, alla quale, insieme al mondo del lavoro, dell’impresa dell’associazionismo, la politica pubblica concorre con capacità di visione e di indirizzo. Per questo il suo 13,5% del PIL ha caratteristiche di traino innovativo per il resto del Paese. Troppi oggi sono esclusi dalla partecipazione al processo di innovazione globale nel quale vive Milano e la politica pubblica non esprime l’ambizione e la capacità di indirizzo. Non occorre una memoria lunga per ricordare le vicende relative ai 2.500.000 mq pubblici degli ex Scali FS, le iniziative della Cittadinanza Attiva per avere una interlocuzione nel processo di pianificazione urbanistica, fino ad organizzare un incontro in sala Alessi, a Palazzo Marino, dove sono venuti solo due consiglieri. È sufficiente una attenzione alla cronaca per considerare il caso dello stadio Meazza-San Siro. Qui la completa assenza di responsabilità della politica pubblica negli indirizzi urbanistici e nella allocazione delle funzioni, con le infrastrutture e i servizi relativi, si è accompagnata alla insofferenza verso le azioni di partecipazione informata della Cittadinanza Attiva. Infatti il sindaco non ha ritenuto necessario soddisfare la richiesta relativa alla composizione azionaria delle società proprietarie di Inter e Milan, che il Presidente della Commissione Antimafia del Consiglio Comunale di Milano si era prestato a presentare. metropolitano non eletto, così come i consiglieri, una amministrazione ridotta e residuale di quella della Provincia. Qui la Corte ha richiamato al rispetto del Titolo Così come sindaco e Giunta hanno risposto alla richiesta del Dibattito Pubblico, previsto dalla legge e che non avevano promosso, con una serie di incontri pensati in coerenza della promozione del potenziale nuovo stadio. Così la apposita commissione nominata dalla Giunta non ha concesso ai cittadini milanesi di esprimersi sullo stadio con un referendum assolutamente regolare, tanto nel merito dei quesiti, quanto nelle sottoscrizioni dei cittadini. I Municipi, che del resto non hanno neanche un bilancio autonomo, non sono pervenuti. Se allarghiamo lo sguardo oltre la cinta daziaria troviamo il resto della Città Metropolitana e altri due potenziali stadi, che le società proprietarie di Inter e Milan hanno inserito nella pianificazione urbana di Rozzano e San Donato. Ma un sindacoQuinto della Costituzione: nulla. Ciò nonostante la specifica sollecitazione di Camera del Lavoro e Assolombarda e di CGIL CISL UIL e Confindustria. Un’area metropolitana che produce il 13,5 % del PIL nazionale, dove le parti sociali non hanno un interlocutore per il governo e l’indirizzo di un sistema tanto complesso, quanto cruciale nella rete internazionale della produzione di valore. Per esercitare un protagonismo internazionale nella società e nell’economia della conoscenza non è sufficiente assecondare scelte e indirizzi dei fondi speculativi internazionali. Occorre avere una visione abilitante capace di futuro: per la produzione di valore economico/imprenditoriale, valore sociale, valore ambientale. Occorre una politica capace, altrimenti non si favorisce l’implementazione di un sistema territoriale qualitativo: nei servizi, nelle infrastrutture, negli assetti urbanistici. Senza partecipazione effettiva non si sviluppa la qualità del vivere sociale e della sicurezza. Senza una relazione di indirizzo industriale le società partecipate non accompagnano i condomini, gli isolati, i quartieri alla transizione ecologica, una necessità e un asset competitivo ad un tempo. Occorre rispondere alle semplificazioni del populismo, che oggi propone il Premierato ma ha già ridotto il Parlamento squalificato da leggi elettorali per segretari e segreterie di partito. Per questo è necessario avviare un confronto sulla riforma degli istituti di rappresentanza democratica all’insegna della partecipazione informata al processo deliberativo. Occorre un nuovo slancio senza rassegnarsi alla partecipazione dimezzata alla vita pubblica, ora l’occasione c’è. Il referendum abrogativo degli articoli che tolgono ai cittadini la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento è una proposta specifica e aperta. Se sarà sottoscritto da 500.000 cittadini e poi approvato dagli elettori il Parlamento dovrà cambiare la legge con effettiva possibilità di scegliere gli eletti. Questo il sito con quesiti, calendario iniziative e materiali per tutti coloro che vogliono partecipare attivamente alla raccolta firme https://www.iovoglioscegliere.it Raccolta firme che si farà ai tavoli e nelle sedi istituzionali preposte, nonché per via digitale con la SPID sulla apposita piattaforma. C’è un primo appuntamento metropolitano il 28 giugno alle 21,00 al Teatro Franco Parenti in via Pierlombardo.

lunedì 10 giugno 2024

Mala tempora

Ripartiamo dalla necessità di dare corpo con campagne specifiche e relazione/radicamento nella comunità/territorio al campo democratico repubblicano perseguito nei termini di giustizia sociale, partecipazione informata al processo deliberativo e transizione ecologica partecipata dagli attori sociali e del lavoro.