Incontri in Biblioteca
Da Martedì 10 Gennaio a Mercoledì 1 Febbraio 2012
INAUGURAZIONE 10 GENNAIO ORE 18.00
Presso
Biblioteca Chiesa Rossa
Via San Domenico Savio 3, Milano
Intervengono:
Stefania Conte
Ispettore polizia Penitenziaria
Marianna Grimaldi
Funzionario giuridico-pedagogico
Giovanna Longo
Responsabile Unità Organizzativa del Trattamento
Provveditorato Regionale Amm.ne Penitenziaria di Milano
Referente interistituzionale progetto ICAM
Ministero della Giustizia
Dipartimento dell’AmministrazionPenitenziaria
Provveditorato Regionale per la Lombardia
Illustrazioni delle mamme dell’Icam
Il laboratorio Illustrafiabe è stato progettato e realizzato all’interno delle attività del CTP “Cavalieri” di Milano durante l’anno scolastico 2010-2011, grazie anche al progetto Marsupio destinato alle mamme dell’ICAM finanziato dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia.
Durante le attività del laboratorio Illustrafiabe, condotte da Alice Tassan e Ilaria Curti, le mamme hanno realizzato significative illustrazioni per le filastrocche e le favole scritte negli anni precedenti durante i corsi coordinati da Paola Riso e Vincenzo Samà.
ICAM Istituto a Custodia Attenuata per Madri detenute sorto nel 2006 ospita sino a 16 mamme con i loro bambini da 0 a 6 anni di età.
Pur essendo a tutti gli effetti una struttura distaccata della Casa Circondariale di San Vittore, l’ICAM ripropone la funzionalità di una casa dove i figli delle detenute possano crescere, vivere ed affrontare con serenità il periodo di detenzione delle madri.
Il progetto nasce dal desiderio di evitare ai bambini la traumatica esperienza del carcere e garantire loro tutti i servizi educativi del territorio: consultori pediatrici, scuole materne e nidi.
CENTRO
TERRITORIALE
PERMANENTE
Via Anco Marzio, 9 - tel. e fax: 02.48517129
e-mail: ctpcavalieri@yahoo.it
E’ possibile visitare la mostra negli orari di apertura della biblioteca.
giovedì 29 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
Nei semi la memoria e l'identità
Un patrimonio di semi, 85,000 accessioni, di inestimabile valore scientifico e economico compone le collezioni di germoplasma custodite dall'Istituto del germoplasma (IG) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) . Un patrimonio inestimabile per la biodiversità e per trovare le sementi piu' adatte alle diverse composizioni del terreno e alle diverse condizioni atmosferiche fuori dalla hybrys transgenica. Questo patrimonio ha ancora poco tempo per essere salvato visto il deterioramento che ha subito sa seguito della rottura, nel 2003, dei due impianti del freddo che ne consentivano la conservazione.
Gli impianti del freddo delle camere di conservazione dove sono custoditi gli 85.000 semi sono stati oggetto di un processo di surriscaldamento letale per la sopravvivenza di un patrimonio genetico raro ed unico al mondo, accumulato in anni di attività di ricerca e che è costato miliardi alla collettività nazionale ed internazionale. L'importanza di questo patrimonio raccolto e conservato negli ultimi 40 anni di attività della banca deriva dal fatto che esso e' in gran parte estinto sia per le specie coltivate e sia nella sponteneita' naturale per le specie selvatiche affini alle piante coltivate. Specie raccolte in Italia, nell'area Mediterranea, d'Etiopia e del Sud Africa. In una interrogazione parlamentare nel 2004 denunciavo che il Direttore del centro, prof. Luigi Monti, nonostante ricevesse fondi ad hoc dal CNR per la manutenzione degli impianti, non aveva autorizzato le richieste di riparazione avanzate dai responsabili, così nel giugno 2004, con la rottura definitiva degli impianti, il Procuratore ha nominato un consulente tecnico. Nell'interrogazione chiedevo se se i Ministri in indirizzo fossero a conoscenza dei fatti sopra esplicati e se avessero l'intenzione di porre in essere un’azione correttiva di tale stato di cose e di attuare misure preventive di tali fatti.
La procura all'epoca stabili che vi fu un danno notevole dei campioni analizzati, il 70% dei campioni di frumento e l'80% delle specie scelte per il monitoraggio, orzo e cece, avevano subito un grave danno biologico irreversibile di riduzione della variabilità genetica originaria delle accessioni. Ora ci sono uno o due anni per l'indifferibile necessita' di avviare la rigenerazione di tutte le collezioni di germoplasma custodite a Bari e nei sui centri di sperimentazione. Questa urgenza fu sottolineata dalla procura di Bari nel 2009 come prescrizione che accompagnava il dissequestro. Ora lo chiede anche la campagna per la salvaguardia dell' agro-biodiversità Italiana contattare : Kate at carlisle.k@gmail.com - Nicoletta at nicolettafagiolo@yahoo.co.uk Nella biodiversità c'e' memoria, c'e' identità, c'e' la possibilità di un mondo senza OGM.
Gli impianti del freddo delle camere di conservazione dove sono custoditi gli 85.000 semi sono stati oggetto di un processo di surriscaldamento letale per la sopravvivenza di un patrimonio genetico raro ed unico al mondo, accumulato in anni di attività di ricerca e che è costato miliardi alla collettività nazionale ed internazionale. L'importanza di questo patrimonio raccolto e conservato negli ultimi 40 anni di attività della banca deriva dal fatto che esso e' in gran parte estinto sia per le specie coltivate e sia nella sponteneita' naturale per le specie selvatiche affini alle piante coltivate. Specie raccolte in Italia, nell'area Mediterranea, d'Etiopia e del Sud Africa. In una interrogazione parlamentare nel 2004 denunciavo che il Direttore del centro, prof. Luigi Monti, nonostante ricevesse fondi ad hoc dal CNR per la manutenzione degli impianti, non aveva autorizzato le richieste di riparazione avanzate dai responsabili, così nel giugno 2004, con la rottura definitiva degli impianti, il Procuratore ha nominato un consulente tecnico. Nell'interrogazione chiedevo se se i Ministri in indirizzo fossero a conoscenza dei fatti sopra esplicati e se avessero l'intenzione di porre in essere un’azione correttiva di tale stato di cose e di attuare misure preventive di tali fatti.
La procura all'epoca stabili che vi fu un danno notevole dei campioni analizzati, il 70% dei campioni di frumento e l'80% delle specie scelte per il monitoraggio, orzo e cece, avevano subito un grave danno biologico irreversibile di riduzione della variabilità genetica originaria delle accessioni. Ora ci sono uno o due anni per l'indifferibile necessita' di avviare la rigenerazione di tutte le collezioni di germoplasma custodite a Bari e nei sui centri di sperimentazione. Questa urgenza fu sottolineata dalla procura di Bari nel 2009 come prescrizione che accompagnava il dissequestro. Ora lo chiede anche la campagna per la salvaguardia dell' agro-biodiversità Italiana contattare : Kate at carlisle.k@gmail.com - Nicoletta at nicolettafagiolo@yahoo.co.uk Nella biodiversità c'e' memoria, c'e' identità, c'e' la possibilità di un mondo senza OGM.
domenica 25 dicembre 2011
Onore a Giorgio Bocca
Un saluto riconoscente a Giorgio Bocca, che mi ha insegnato il piacere e la responsabilità della libertà di pensiero e di parola.
venerdì 23 dicembre 2011
The CUBE
Mianesi e non, avete visto il CUBE tecnotrasparente che Elettrolux ha collocato a fianco della Galleria Vitt.Emanuele come una balconata che si affaccia sulle guglie e sulla piazza del Duomo? Ho avuto reazioni contrastanti sia di interesse che di contrasto a questa innovazione architettonica. Avere appreso che si tratta di una installazione provvisoria che interesserà diverse città europee mi ha consentito di apprezzare questo intervento/evento che propone la scelta di sostenibilita' ambientale dell'azienda legandolo alla valorizzazione della cucina italiana. Un cubo che consente uno sguardo inedito su Milano e su come noi ci rapportiamo a questa città che ha legato la sua storia e la sua identità all'innovazione e all'inclusione solidale della partecipazione sociale. Uno stimolo ancora utile per non galleggiare sugli effetti della globalizzazione e dello spread.
giovedì 22 dicembre 2011
Grandi opere, grandi furti grandi devastazioni
Grandi opere e appalti: nelle inchieste sul sistema Anemone-Balducci-Bertolaso verificati 33 appalti nei quali l'onere per lo Stato è passato da 574 a 834 milioni. Una logica diffusa che non riguarda solo il trio in questione e insieme alle casse dello Stato estende il dissesto del territorio. Il nostro Paese chiede manutenzione e ripristino non grandi opere.
mercoledì 21 dicembre 2011
Il Celeste Formigoni và in scena
Da non crederci se non lo vedi, non è un sosia del Celeste Formigoni è proprio lui che mette in scena una goffa e impacciata interpretazione del politico al passo con i tempi e con le nuove generazioni. El gà i scarp del tennis... e compone con giovani sostenitori le scritte FceBook, Flickr, Twitter, usa l’iPad, scarica musica con il telefonino, tira di schema (boh?!) e balla perché “la politica è passione”. Mentre non dice nulla sulla mancata trasparenza nella gestione della cosa pubblica in Lombardia, laddove la rete permetterebbe disintermediazione e partecipazione informata. Così il Celeste dall’ultimo piano del nuovo Pirellone può continuare ad ignorare la distrazione di fondi pubblici da parte di Don Verzè e soci, che rischia di minare una delle eccellenze medico-scientifiche lombarde, e le sponsorizzazioni obbligate a favore del Meeting di CL, nonché L’operato di Nicoli Cristiani e dei dirigenti dell’ARPA che in cambio di tangenti avvelenano l’ambiente e la salute dei cittadini ingrassando la malavita organizzata. Vediamo se questa presa per i fondelli trova boccaloni che abboccano.
http://www.doppiozero.com/materiali/web-analysis/social-formigoni
http://www.doppiozero.com/materiali/web-analysis/social-formigoni
martedì 20 dicembre 2011
VOGLIAMO UNA VIA PER ANNA POLITKOVSKAJA!
VOGLIAMO UNA VIA PER ANNA POLITKOVSKAJA!
Milano nel 2015 sarà - grazie all'Expo - una vetrina internazionale.
La città che ha nel proprio gonfalone Sant'Ambrogio e che ha dato i natali a Manzoni e Beccaria ha l'occasione per non far dimenticare, oltre alla fame del mondo, il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa.
In questi anni, una figura più di altre, ha rappresentato a livello mondiale il giornalismo "dalla schiena dritta": Anna Politkovskaja.
Per mettere a tacere la coraggiosa giornalista russa non sono bastate le minacce, gli arresti, gli avvelenamenti, i finti plotoni di esecuzione, l'isolamento.
5 anni fa, il 7 ottobre del 2006, è stata assassinata nel portone di casa sua. La giustizia russa sta tentando - pur tra molti tentennamenti - di trovare chi le abbia materialmente sparato. Mentre resta (e forse resterà) un fitto mistero sui mandanti.
"Io vedo tutto, questo è il problema" scriveva Anna Politkovskaja, uccisa solo perché voleva fare il suo mestiere: la giornalista.
Milano ha dedicato i propri giardini pubblici a Indro Montanelli, mentre ha platealmente mancato la consegna dell'Ambrogino d'oro a un altro dei suoi figli adottivi: Enzo Biagi.
Ora c'è un'occasione di riscatto.
Nel 2009, dopo una raccolta firme on line e una mobilitazione popolare (organizzate da Annaviva e Gariwo), Palazzo Marino ha dedicato ad Anna Politkovskaja un albero nel Giardino dei Giusti al Monte Stella. Altre città italiane hanno seguito questo esempio (da Brescia a Genova).
Oggi, noi firmatari di questo appello, chiediamo al Comune di Milano e al sindaco Pisapia di fare un passo in più, di mettere la città al pari di altre nel mondo, da Roma a Tbilisi, da Tolosa a Ferrara.
Dedicando ad Anna Politkovskaja una via o una piazza della comune che tra pochi anni ospiterà l'Esposizione universale.
Se davvero un vento nuovo soffia sulla "capitale morale", crediamo che questa sia l'occasione giusta per dimostrarlo.
A tutto il mondo.
Per aderire, mandare una mail specificando nome, cognome e professione a questo indirizzo:
unaviaperanna@gmail.com
Dopo aver firmato, se vi va, fate girare l'appello!
................................................
Valeria Abis, fotografa
Mattia Abdu Ismahil, consigliere zona 1
Franco Abruzzo, giornalista
Alessandro Achilli, dottorando
Domenico Affinito, vice presidente Rsf, Reporter senza frontiere Italia
Maurizio Agazzi, dirigente
Lucia Agrati, operatrice sociale
Claudio Aiolfi, geologo
Valentina Saverio Aiuola, imprenditrice
Marco Alberio, assistente di ricerca
Emanuela Alberti, insegnante
Elena Alberti Nulli, vignaiola e poeta
Alessandro Aleotti
Marta Allevato, giornalista
Giuseppe Amoroso
Sara Anderlini, impiegata
Andrea Andreoli, consulente
Gaia Anodal, studentessa
Maria Serena Antonielli, impiegata
Laura Aprati, giornalista e autrice televisiva
Christian Aprile, impiegato
Hossein Arbabi, imprenditore
Marco Ardemagni, autore e conduttore radiofonico
Sebastiano Arilotta
Francesca Armoire, casalinga
Ernesto Asei Conti, libero pensatore
Associazione Mondo in Cammino Veneto
Alessandra Attianese, Insegnante
Paolo Avallone
Paola Bacchiddu, giornalista
Emanuele Baciocchi, libero professionista
Patrizia Balzanelli, autrice radiotv e teatro
Fernanda Agnese Balzaretti, libraia
Rosario Bampini, dipendente
Maurizio Barabani, libero professionista
Valentina Barbieri, impiegata
Emanuele Bartoli
Siro Bassani, head hunter
Adriana Bassi, pensionata
Erika Battaglia, funzionario
Marina Bedoni, economista
Sonia Bekdemirian
Giampiero Bellardi, giornalista
Guido Belli, giornalista
Federica Bellin, operatore tv
Luciano Belli Paci, avvocato
Daniela Bellomo, dirigente
Alberto Belloni, giornalista
Fabio Benati, giornalista
Lani Rachele Beobilla, casalinga
Ivan Berni, giornalista
Monica Berno, libero professionista (Editoria)
Rita Bertol, insegnante
Luca Bertoni, ingegnere
Niccolò Bertorelle, studente
Edgardo Bertulli, pensionato
Giovanni Bertuola, pensionato
Valentina Bertuola, impiegata
Bice Biagi, giornalista
Sara Bicchierini, giornalista
Maria Chiara Bianchinotti, studentessa universitaria
Laura Biffi, giornalista
Francesca Bignami, impiegata
Paolo Biscottini, direttore Museo Diocesano
Paolo Bizzarri, tecnico Rai
Oriana Boldrin, insegnante
Massimo Bonfatti
Andrea Bosco, giornalista
Edoardo Bossi, operatore tv
Monia Bitto, studentessa
Silvia Borsari, autrice e filmmaker
Umberto Braccilli, giornalista
Sara Bragonzi, giornalista
Simona Brambilla, giornalista pubblicista e studentessa
Silvia Branca, insegnante
Barbara Breyhan, danzatrice
Brescia per Passione
Massimo Bricchi, agente assicurativo
Fulvio Bruschetti
Paola Busto, giornalista
Lina Butti, avvocato
Giuseppe Cabini, architetto
Vito Cafaro, politico
Stefano Cagno, psichiatra
Anna Caizzi, pensionata Regione Lombardia
Sergio Calabrese, giornalista
Francesco Cambiè
Massimo Campanella, impiegato
Barbara Campelli, impiegata
Vincenzo Campo, giornalista
Orlando Amedeo Cangià, pensionato
Alessandro Cantale
Nicoletta Cantoni, impiegata
Alessandro Capone, imprenditore
Marco Cappato, radicale, consigliere comunale di Milano
Flora Cappelluti, giornalista
Lucia Capuzzi, giornalista
Rosario Carbone, agente di commercio
Stefano Carluccio, direttore responsabile di Avanti!
Sabrina Carollo, giornalista
Irene Casali, impiegata
Maria Grazia Casali, archivista
Sergio Casartelli, Presidente onorario Avis Milano
Flavia Casella, giornalista
Marzia Casella, impiegata amministrativa
Milvia Casi, imprenditore
Andrea Cassano, impiegato
Elisabetta Cassina, impiegata
Laura Castelletti, consigliere comunale di Brescia
Federico Cattaneo, operatore di ripresa
Ida Cattaneo, libera
Liliana Cattaruzza, impiegata Ata, scuola pubblica precaria
Giulio Cavalli, autore, scrittore, consigliere regionale
Massimo Cavenago, impiegato
Giovanni Cazzulani, pensionato
Matteo Cazzulani, giornalista Free-lance
Sante Cecchi, pensionato
Laura Censi, pubblicista
Sara Centenari, giornalista
Ugo Centi
Alberto Cerantola, impiegato
Leonardo Cereda, libero professionista
Massimo Ceresa, impiegato
Emilia Cestelli, organizzazione eventi culturali
Carlo Chierico, dirigente
Ennio Chiodi, giornalista
Federica Cipolat Mis, assistente Console
Benedetta Collura, product manager
Elena Colombo, redattrice
Giovanni Cominelli, esperto di politiche educative
Gloria Condorelli, impiegata
Fausta Copeta, pensionata
Fabio Corgiolu, ecologista metropolitano milanese
Gregorio Corigliano, presidente Circolo della stampa di Cosenza
Andrea Corini, produzioni multimediali
Alex Corlazzoli, giornalista e insegnante
Paola Corna Pellegrini, direttore generale, Ceo di Mondial Assistance Italia
Luisa Corradi, pensionata
Stefano Corradino, direttore Articolo 21
Roberta Cortese, artista
Fiorello Cortiana, impiegato
Marco Cosenza, giornalista
Paolo Costa, dirigente
Chiara Cremonesi, Consigliere Regionale della Lombardia
Critica Sociale e Avanti!
Sara Cusatelli Lener, giornalista
Maria Giusy D'Anna, insegnante
Bruno Dapei, informatico, presidente del Consiglio Provinciale di Milano
Mikail Davydov, pensionato
Marina Davydova, impiegata
Olga Davydova, giornalista
Luisella Daziano, giornalista
Maurizio Decollanz, caporedattore Telereporter
Bruno De Domenico
Antonella Del Giacco, libraia
Desiree Della Volta, giornalista freelance
Giorgio Del Mare
Lorenza Delucchi, redattrice on line
Martina De Santis, attrice
Caterina Desiato, laureanda in Scienze della Comunicazione e dell'Informazione
Giuliana De Vivo, praticante giornalista
Paolo De Vita, impiegato
Margherita De Vizzi, psicologa
Rosaria Di Cosmo, impiegata Rai
Catia Di Luigi, giornalista
Augusto Di Pietro, pensionato
Max D'Ospina, operaio
Antonio Duva, giornalista
Michele Ercelli, produttore Rai
Fausto Facheris, impiegato Enel
Paola Fantini, coach
Maria Cecilia Fedrizzi
Roberto Felace, impiegato
Grazia Fellini, giornalista addetta stampa
Raffaele Ferrara, quadro, consulente informatico
Chiara M. Ferrari, ricercatrice
Pietro Ferrari, impiegato
Barbara Filini, responsabile comunicazione
Sandro Fioravanti, giornalista
Sara Fiorella, psicologa
Giulia Floris, giornalista
Marie Angelo Fontanella
Valentina Forges, libera professionista
Giorgio Fornoni, reporter
Paola Fragnito, architetto
Michele Franzini, musicista
Andrea Frattani, amministratore immobiliare
Lorenzo Frigerio, giornalista
Ornella Furlani, psicologa
Liela Gagni, impiegata
Alessandra Galaschi, impiegata
Paola Galimberti, addetta stampa
Eugenio Galli, impiegato e ciclista
Mirella Galli, direttore finanziario
Stefano Gallizzi, vice presidente Ordine dei Giornalisti della Lombardia
Barbara Galmuzzi, impiegata
Ezio Galmuzzi, pensionato
Giacomo Gatti, regista
Gianfranco Gentile, impiegato
Alberto Gervasio, insegnante
Anna Gervasoni, docente universitario
Andrea Gessner, imprenditore
Loredana Ghilardotti, impiegata
Camilla Ghirardato, giornalista
Sebastiano Gibilisco, ingegnere
Linda Gilli, imprenditore
Monica Gioia, studentessa
Oriana Giorgino, impiegata a scuola
Anna Giudici, impiegata
Maria Chiara Giudici, pensionata
Alessandra Gilardini, editor e science writer
Giorgio Gilli, pensionato
Vittorio Giorgino, bancario
Laura Giovannetti, impiegata
Giuliana Godenigo, pensionata
Sebastiano Grasso, giornalista
Silvia Grecuccio, Advertising Producer Sipra
Roberto Grillo, commerciante
Vanessa Gritti, filosofa
Stefania Grimoldi, giornalista
Monique Hemsi, giornalista
Yuliya Honcharova, impiegata
Silvia Ilari, redattrice e addetta stampa
Tullio Ilaria, libero professionista
Paolo Ilaria, imprenditore
Giuseppe Imberti, dirigente cooperativa sociale
Massimiliano Innocenti
Roger King, revisore contabile
Mauro Kob
Manuela Kovacs, architetto
Roberto La Lampa, dottore commercialista, revisore contabile
Camilla Languzzi
David Lani, impiegato
Angelo Lannuti, biologo
Claudio Lanza, funzionario Rai
Simone Laviola, studente
Fernando Launi, impiegato tecnico
Horia-Victor Lefter, Free-lance
John Leins, impiegato
Claudio Lenzi, giornalista
Carmela Leone, insegnante in pensione
Maria Leone, insegnante in pensione
Concezio Leonzi, musicista
Luca Levati, giornalista
Marco Libelli, giornalista
Emanuela Libralon, impiegata
Domenico Logozzo, giornalista
Marlene Lombardo, uffici stampa solidali
Stefano Losurdo, segretario AGIS Lombardia
Stefano Lovallo, impiegato
Franco Maggi, dirigente comunicazione
Gianluca Maggiacomo, giornalista praticante
Luisa Mai, insegnante
Luciano Mayer, pensionato
Marco Mancinelli, giornalista
Eva Manetti, impiegata
Barbara Mantellini, medico psicoterapeuta
Silvia Mantovani, disoccupata
Luigi Marafante, imprenditore
Carlotta Mariani, giornalista
Franca Martinelli, pensionata
Umberto Martini, giornalista
Stefania Maso, libero professionista
Sara Massone, impiegata in Hotel
Marta Matteini, giornalista e traduttrice
Alberto Mattioli, dirigente d'azienda, già vicepresidente Provincia di Milano
Francesco Matteuzzi, giornalista e sceneggiatore
Annalisa Mauriello, dipendente pubblico
Prof. Luca Meldolesi, Università Federico II Napoli
Federica Melocchi, impiegata
Camilla Mengolini, studentessa
Giulia Mengolini, studentessa
Alessandra Mezzenzana, quadro direttivo
Sergio Mezzanzanica, giornalista
Elena Milani, programmista regista Rai
Rosella Milesi Saraval, imprenditrice sociale
Vito Modugno, pubblicitario
Alberto Moioli, giornalista
Marie Moise, studentessa lavoratrice
Marco Molgora, studente
Antonio Monaco, editore
Nicoletta Moncalero, mamma e giornalista
Carlo Montalbetti
Antonio Romeo Montedoro, studente e uomo libero, schiavo di nessuno
Flavia Mosca, giornalista
Irene Mossa, psicologa
Lucia Mossa, studentessa
Giovanna Muscetti, giornalista
Claudia Musicco, libero professionista
Daniele Nahum, Vice Presidente della Comunità ebraica di Milano
Sergio Nannicola, artista e docente presso l'Accademia di Belle Arti di Milano
Mina Negri, montatrice Rai
Nicoletta Negri, ex insegnante/bibliotecaria in pensione
Roberto Nicolick, scrittore e saggista pubblicista su Il Giornale
Gabriele Nissim, scrittore e presidente di Gariwo, la Foresta dei Giusti
Maso Notarianni, giornalista
Giancarlo Occhino, libero professionista
Fabrizio Onida
Bruna Orlandi, insegnante, fotografa
Alessandro Orlando, giornalista
Elisa Orlandotti, impiegata e giornalista
Alessio Orsingher, giornalista
Virginia Osini, traduttrice
Fabrizio Ossino, libero disoccupato laureato
Anna Pacchiani, impiegata
Giancarlo Pagliarini, dottore commercialista
Pusant Tommaso Vittorio Pagliarini, attore
Milena Pagliaro, giornalista
Rosa Palona, impiegata studente
Valeria Palumbo, caporedattore centrale L'Europeo
Sergio Panucci, architetto
Pierluigi Panza, giornalista
Giangiacomo Papa, impiegato
Vincenzo Papiro, artigiano
Cristiana Pascuto, biostatistica
Erica Pasotti, fisioterapista
Barbara Pastorino, commessa
Andrea Paternostro, giornalista
Umberta Pellizzetti, Capoeira
Anna Pennacchioni, organizzatrice di eventi
Gloria Piana, bibliotecaria
Daria Piccotti, studentessa
Massimo Pichini, commercialista
Ottavia Piccolo, attrice
Beniamino A. Piccone, professore universitario e private banker
Silvia Pietroboni, studente
Rosario Pipolo, giornalista
Andrea Pisciotti, impiegato
Francesca Pontiroli, scientific consultant
Giuliana Ponzio, impiegata
Ermanno Pozzoni, pensionato
Giuliano Prandini, pensionato
Alessandro Prioni, studente
Caterina Proietti, giornalista
Giacomo Properzj, pensionato
Giuseppe Proverbio, impiegato
Ulianova Radice, direttore di Gariwo, la Foresta dei Giusti
Franca Rame, attrice
Novella Reginato, pensionata
Roberto Repossi, dirigente terzo settore e consigliere zona 5 di Milano
Ambrogio Restelli, pensionato
Luca Rinaldi, giornalista e blogger
Andrea Riscassi, giornalista
Alessandro Robecchi, giornalista
Giovanni Rodella, fotografo
Davide Romano, portavoce sinagoga di Beth Shlomo
Patrizia Romano, avvocato
Stefania Romano, studentessa
Stefano Romiti, dottore commercialista
Rui Rosester
Claudio Rossoni
Giampiero Rossi, giornalista
Lorenzo Rossi, studente
Enrico Rotondi, giornalista Rai
Maura Rovisi, pensionata
Roberto Rubino, commerciante
Consolata Sacchinelli, studentessa
Giuseppe Sala, Amministratore delegato della Società Expo 2015 S.p.A
David Saltuari
Sabrina Sanò, managing director
Danuta Sandomierska, impiegata
Maria Santoni
Agnese Santucci, psicopedagogista
Stefano Saoncella
Micol Sarfatti, giornalista
Cristina Laura Sartorio, impiegata
Lucia Schillaci, speaker radiofonia
Giorgio Sebastiani, freelance
Cinzia Secchi, filmmaker
Liliana Selo, docente di Scuola primaria
Paolo Semeraro
Serena Semprini, impiegata
Michela Sfondrini, libraia
Generoso Simeone, giornalista
Chiara Smurra, impiegata
Francesca Smurra, dipendente
Irene Soave, giornalista
Gabriele Sola, consigliere regionale Lombardia, Italia dei Valori
Paola Sommariva
Mario Spagnol, pensionato
Beatrice Spallaccia, studentessa
Renata Sparacio, pensionata
Roberto Spinelli, impiegato
Giovanni Spinicchia, formazione in arte
Isidoro Spirolazzi
Franco Sprecacenere, pensionato
Prof.sa Nicoletta Stame, Università La Sapienza Roma
Irene Stracuzzi, giornalista
Antonella Straullo, stilista
Lorenzo Strik Leavers, insegnante universitario
Ivano Tajetti, poeta contadino
Micaela Taverna, casalinga
Roberta Tenca, studentessa
Andrea Tessadori, manager
Daniele Tiano, video editor
Laura Todeschini, pensionata
Roberto Togna
Carlo Tognoli, giornalista, sindaco di Milano dal 1976 al 1986
Flavio Tranquillo, giornalista
Cristina Triola, digital strategist
Daniele Troilo, giornalista
Laura Tussi, giornalista
Sara Urban, attrice
Ivan Vadori, giornalista
Valeria Valeriano, giornalista
Carlo Bruno Vanetti
Saverio Vasta, medico
Massimo Vecchi, impiegato
Elena Venini, impiegata
Liliana Ventura, insegnante di danza classica
Paola Vincenzi, insegnante
Vincenzo Viola, insegnante
Stefania Viotti, consulente
Alessandro Vitale, docente, Università degli Studi di Milano
Marco Vitale, economista
Daniela Vitali, impiegata
Luigi Vitali, avvocato
Stefania Viti, giornalista
Patrizia Zambrini, ex insegnante
Federica Zampese
Pietro Zampillo, pensionato
Mariella Zanetti, sceneggiatrice
Annamaria Zanoncelli Mantovani, doppiatrice
Ivan Zanoni, ricercatore universitario
Daniele Zuffanti, dipendente Comune di Milano
Federico Zurzolo, giornalista
Milano nel 2015 sarà - grazie all'Expo - una vetrina internazionale.
La città che ha nel proprio gonfalone Sant'Ambrogio e che ha dato i natali a Manzoni e Beccaria ha l'occasione per non far dimenticare, oltre alla fame del mondo, il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa.
In questi anni, una figura più di altre, ha rappresentato a livello mondiale il giornalismo "dalla schiena dritta": Anna Politkovskaja.
Per mettere a tacere la coraggiosa giornalista russa non sono bastate le minacce, gli arresti, gli avvelenamenti, i finti plotoni di esecuzione, l'isolamento.
5 anni fa, il 7 ottobre del 2006, è stata assassinata nel portone di casa sua. La giustizia russa sta tentando - pur tra molti tentennamenti - di trovare chi le abbia materialmente sparato. Mentre resta (e forse resterà) un fitto mistero sui mandanti.
"Io vedo tutto, questo è il problema" scriveva Anna Politkovskaja, uccisa solo perché voleva fare il suo mestiere: la giornalista.
Milano ha dedicato i propri giardini pubblici a Indro Montanelli, mentre ha platealmente mancato la consegna dell'Ambrogino d'oro a un altro dei suoi figli adottivi: Enzo Biagi.
Ora c'è un'occasione di riscatto.
Nel 2009, dopo una raccolta firme on line e una mobilitazione popolare (organizzate da Annaviva e Gariwo), Palazzo Marino ha dedicato ad Anna Politkovskaja un albero nel Giardino dei Giusti al Monte Stella. Altre città italiane hanno seguito questo esempio (da Brescia a Genova).
Oggi, noi firmatari di questo appello, chiediamo al Comune di Milano e al sindaco Pisapia di fare un passo in più, di mettere la città al pari di altre nel mondo, da Roma a Tbilisi, da Tolosa a Ferrara.
Dedicando ad Anna Politkovskaja una via o una piazza della comune che tra pochi anni ospiterà l'Esposizione universale.
Se davvero un vento nuovo soffia sulla "capitale morale", crediamo che questa sia l'occasione giusta per dimostrarlo.
A tutto il mondo.
Per aderire, mandare una mail specificando nome, cognome e professione a questo indirizzo:
unaviaperanna@gmail.com
Dopo aver firmato, se vi va, fate girare l'appello!
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Valeria Abis, fotografa
Mattia Abdu Ismahil, consigliere zona 1
Franco Abruzzo, giornalista
Alessandro Achilli, dottorando
Domenico Affinito, vice presidente Rsf, Reporter senza frontiere Italia
Maurizio Agazzi, dirigente
Lucia Agrati, operatrice sociale
Claudio Aiolfi, geologo
Valentina Saverio Aiuola, imprenditrice
Marco Alberio, assistente di ricerca
Emanuela Alberti, insegnante
Elena Alberti Nulli, vignaiola e poeta
Alessandro Aleotti
Marta Allevato, giornalista
Giuseppe Amoroso
Sara Anderlini, impiegata
Andrea Andreoli, consulente
Gaia Anodal, studentessa
Maria Serena Antonielli, impiegata
Laura Aprati, giornalista e autrice televisiva
Christian Aprile, impiegato
Hossein Arbabi, imprenditore
Marco Ardemagni, autore e conduttore radiofonico
Sebastiano Arilotta
Francesca Armoire, casalinga
Ernesto Asei Conti, libero pensatore
Associazione Mondo in Cammino Veneto
Alessandra Attianese, Insegnante
Paolo Avallone
Paola Bacchiddu, giornalista
Emanuele Baciocchi, libero professionista
Patrizia Balzanelli, autrice radiotv e teatro
Fernanda Agnese Balzaretti, libraia
Rosario Bampini, dipendente
Maurizio Barabani, libero professionista
Valentina Barbieri, impiegata
Emanuele Bartoli
Siro Bassani, head hunter
Adriana Bassi, pensionata
Erika Battaglia, funzionario
Marina Bedoni, economista
Sonia Bekdemirian
Giampiero Bellardi, giornalista
Guido Belli, giornalista
Federica Bellin, operatore tv
Luciano Belli Paci, avvocato
Daniela Bellomo, dirigente
Alberto Belloni, giornalista
Fabio Benati, giornalista
Lani Rachele Beobilla, casalinga
Ivan Berni, giornalista
Monica Berno, libero professionista (Editoria)
Rita Bertol, insegnante
Luca Bertoni, ingegnere
Niccolò Bertorelle, studente
Edgardo Bertulli, pensionato
Giovanni Bertuola, pensionato
Valentina Bertuola, impiegata
Bice Biagi, giornalista
Sara Bicchierini, giornalista
Maria Chiara Bianchinotti, studentessa universitaria
Laura Biffi, giornalista
Francesca Bignami, impiegata
Paolo Biscottini, direttore Museo Diocesano
Paolo Bizzarri, tecnico Rai
Oriana Boldrin, insegnante
Massimo Bonfatti
Andrea Bosco, giornalista
Edoardo Bossi, operatore tv
Monia Bitto, studentessa
Silvia Borsari, autrice e filmmaker
Umberto Braccilli, giornalista
Sara Bragonzi, giornalista
Simona Brambilla, giornalista pubblicista e studentessa
Silvia Branca, insegnante
Barbara Breyhan, danzatrice
Brescia per Passione
Massimo Bricchi, agente assicurativo
Fulvio Bruschetti
Paola Busto, giornalista
Lina Butti, avvocato
Giuseppe Cabini, architetto
Vito Cafaro, politico
Stefano Cagno, psichiatra
Anna Caizzi, pensionata Regione Lombardia
Sergio Calabrese, giornalista
Francesco Cambiè
Massimo Campanella, impiegato
Barbara Campelli, impiegata
Vincenzo Campo, giornalista
Orlando Amedeo Cangià, pensionato
Alessandro Cantale
Nicoletta Cantoni, impiegata
Alessandro Capone, imprenditore
Marco Cappato, radicale, consigliere comunale di Milano
Flora Cappelluti, giornalista
Lucia Capuzzi, giornalista
Rosario Carbone, agente di commercio
Stefano Carluccio, direttore responsabile di Avanti!
Sabrina Carollo, giornalista
Irene Casali, impiegata
Maria Grazia Casali, archivista
Sergio Casartelli, Presidente onorario Avis Milano
Flavia Casella, giornalista
Marzia Casella, impiegata amministrativa
Milvia Casi, imprenditore
Andrea Cassano, impiegato
Elisabetta Cassina, impiegata
Laura Castelletti, consigliere comunale di Brescia
Federico Cattaneo, operatore di ripresa
Ida Cattaneo, libera
Liliana Cattaruzza, impiegata Ata, scuola pubblica precaria
Giulio Cavalli, autore, scrittore, consigliere regionale
Massimo Cavenago, impiegato
Giovanni Cazzulani, pensionato
Matteo Cazzulani, giornalista Free-lance
Sante Cecchi, pensionato
Laura Censi, pubblicista
Sara Centenari, giornalista
Ugo Centi
Alberto Cerantola, impiegato
Leonardo Cereda, libero professionista
Massimo Ceresa, impiegato
Emilia Cestelli, organizzazione eventi culturali
Carlo Chierico, dirigente
Ennio Chiodi, giornalista
Federica Cipolat Mis, assistente Console
Benedetta Collura, product manager
Elena Colombo, redattrice
Giovanni Cominelli, esperto di politiche educative
Gloria Condorelli, impiegata
Fausta Copeta, pensionata
Fabio Corgiolu, ecologista metropolitano milanese
Gregorio Corigliano, presidente Circolo della stampa di Cosenza
Andrea Corini, produzioni multimediali
Alex Corlazzoli, giornalista e insegnante
Paola Corna Pellegrini, direttore generale, Ceo di Mondial Assistance Italia
Luisa Corradi, pensionata
Stefano Corradino, direttore Articolo 21
Roberta Cortese, artista
Fiorello Cortiana, impiegato
Marco Cosenza, giornalista
Paolo Costa, dirigente
Chiara Cremonesi, Consigliere Regionale della Lombardia
Critica Sociale e Avanti!
Sara Cusatelli Lener, giornalista
Maria Giusy D'Anna, insegnante
Bruno Dapei, informatico, presidente del Consiglio Provinciale di Milano
Mikail Davydov, pensionato
Marina Davydova, impiegata
Olga Davydova, giornalista
Luisella Daziano, giornalista
Maurizio Decollanz, caporedattore Telereporter
Bruno De Domenico
Antonella Del Giacco, libraia
Desiree Della Volta, giornalista freelance
Giorgio Del Mare
Lorenza Delucchi, redattrice on line
Martina De Santis, attrice
Caterina Desiato, laureanda in Scienze della Comunicazione e dell'Informazione
Giuliana De Vivo, praticante giornalista
Paolo De Vita, impiegato
Margherita De Vizzi, psicologa
Rosaria Di Cosmo, impiegata Rai
Catia Di Luigi, giornalista
Augusto Di Pietro, pensionato
Max D'Ospina, operaio
Antonio Duva, giornalista
Michele Ercelli, produttore Rai
Fausto Facheris, impiegato Enel
Paola Fantini, coach
Maria Cecilia Fedrizzi
Roberto Felace, impiegato
Grazia Fellini, giornalista addetta stampa
Raffaele Ferrara, quadro, consulente informatico
Chiara M. Ferrari, ricercatrice
Pietro Ferrari, impiegato
Barbara Filini, responsabile comunicazione
Sandro Fioravanti, giornalista
Sara Fiorella, psicologa
Giulia Floris, giornalista
Marie Angelo Fontanella
Valentina Forges, libera professionista
Giorgio Fornoni, reporter
Paola Fragnito, architetto
Michele Franzini, musicista
Andrea Frattani, amministratore immobiliare
Lorenzo Frigerio, giornalista
Ornella Furlani, psicologa
Liela Gagni, impiegata
Alessandra Galaschi, impiegata
Paola Galimberti, addetta stampa
Eugenio Galli, impiegato e ciclista
Mirella Galli, direttore finanziario
Stefano Gallizzi, vice presidente Ordine dei Giornalisti della Lombardia
Barbara Galmuzzi, impiegata
Ezio Galmuzzi, pensionato
Giacomo Gatti, regista
Gianfranco Gentile, impiegato
Alberto Gervasio, insegnante
Anna Gervasoni, docente universitario
Andrea Gessner, imprenditore
Loredana Ghilardotti, impiegata
Camilla Ghirardato, giornalista
Sebastiano Gibilisco, ingegnere
Linda Gilli, imprenditore
Monica Gioia, studentessa
Oriana Giorgino, impiegata a scuola
Anna Giudici, impiegata
Maria Chiara Giudici, pensionata
Alessandra Gilardini, editor e science writer
Giorgio Gilli, pensionato
Vittorio Giorgino, bancario
Laura Giovannetti, impiegata
Giuliana Godenigo, pensionata
Sebastiano Grasso, giornalista
Silvia Grecuccio, Advertising Producer Sipra
Roberto Grillo, commerciante
Vanessa Gritti, filosofa
Stefania Grimoldi, giornalista
Monique Hemsi, giornalista
Yuliya Honcharova, impiegata
Silvia Ilari, redattrice e addetta stampa
Tullio Ilaria, libero professionista
Paolo Ilaria, imprenditore
Giuseppe Imberti, dirigente cooperativa sociale
Massimiliano Innocenti
Roger King, revisore contabile
Mauro Kob
Manuela Kovacs, architetto
Roberto La Lampa, dottore commercialista, revisore contabile
Camilla Languzzi
David Lani, impiegato
Angelo Lannuti, biologo
Claudio Lanza, funzionario Rai
Simone Laviola, studente
Fernando Launi, impiegato tecnico
Horia-Victor Lefter, Free-lance
John Leins, impiegato
Claudio Lenzi, giornalista
Carmela Leone, insegnante in pensione
Maria Leone, insegnante in pensione
Concezio Leonzi, musicista
Luca Levati, giornalista
Marco Libelli, giornalista
Emanuela Libralon, impiegata
Domenico Logozzo, giornalista
Marlene Lombardo, uffici stampa solidali
Stefano Losurdo, segretario AGIS Lombardia
Stefano Lovallo, impiegato
Franco Maggi, dirigente comunicazione
Gianluca Maggiacomo, giornalista praticante
Luisa Mai, insegnante
Luciano Mayer, pensionato
Marco Mancinelli, giornalista
Eva Manetti, impiegata
Barbara Mantellini, medico psicoterapeuta
Silvia Mantovani, disoccupata
Luigi Marafante, imprenditore
Carlotta Mariani, giornalista
Franca Martinelli, pensionata
Umberto Martini, giornalista
Stefania Maso, libero professionista
Sara Massone, impiegata in Hotel
Marta Matteini, giornalista e traduttrice
Alberto Mattioli, dirigente d'azienda, già vicepresidente Provincia di Milano
Francesco Matteuzzi, giornalista e sceneggiatore
Annalisa Mauriello, dipendente pubblico
Prof. Luca Meldolesi, Università Federico II Napoli
Federica Melocchi, impiegata
Camilla Mengolini, studentessa
Giulia Mengolini, studentessa
Alessandra Mezzenzana, quadro direttivo
Sergio Mezzanzanica, giornalista
Elena Milani, programmista regista Rai
Rosella Milesi Saraval, imprenditrice sociale
Vito Modugno, pubblicitario
Alberto Moioli, giornalista
Marie Moise, studentessa lavoratrice
Marco Molgora, studente
Antonio Monaco, editore
Nicoletta Moncalero, mamma e giornalista
Carlo Montalbetti
Antonio Romeo Montedoro, studente e uomo libero, schiavo di nessuno
Flavia Mosca, giornalista
Irene Mossa, psicologa
Lucia Mossa, studentessa
Giovanna Muscetti, giornalista
Claudia Musicco, libero professionista
Daniele Nahum, Vice Presidente della Comunità ebraica di Milano
Sergio Nannicola, artista e docente presso l'Accademia di Belle Arti di Milano
Mina Negri, montatrice Rai
Nicoletta Negri, ex insegnante/bibliotecaria in pensione
Roberto Nicolick, scrittore e saggista pubblicista su Il Giornale
Gabriele Nissim, scrittore e presidente di Gariwo, la Foresta dei Giusti
Maso Notarianni, giornalista
Giancarlo Occhino, libero professionista
Fabrizio Onida
Bruna Orlandi, insegnante, fotografa
Alessandro Orlando, giornalista
Elisa Orlandotti, impiegata e giornalista
Alessio Orsingher, giornalista
Virginia Osini, traduttrice
Fabrizio Ossino, libero disoccupato laureato
Anna Pacchiani, impiegata
Giancarlo Pagliarini, dottore commercialista
Pusant Tommaso Vittorio Pagliarini, attore
Milena Pagliaro, giornalista
Rosa Palona, impiegata studente
Valeria Palumbo, caporedattore centrale L'Europeo
Sergio Panucci, architetto
Pierluigi Panza, giornalista
Giangiacomo Papa, impiegato
Vincenzo Papiro, artigiano
Cristiana Pascuto, biostatistica
Erica Pasotti, fisioterapista
Barbara Pastorino, commessa
Andrea Paternostro, giornalista
Umberta Pellizzetti, Capoeira
Anna Pennacchioni, organizzatrice di eventi
Gloria Piana, bibliotecaria
Daria Piccotti, studentessa
Massimo Pichini, commercialista
Ottavia Piccolo, attrice
Beniamino A. Piccone, professore universitario e private banker
Silvia Pietroboni, studente
Rosario Pipolo, giornalista
Andrea Pisciotti, impiegato
Francesca Pontiroli, scientific consultant
Giuliana Ponzio, impiegata
Ermanno Pozzoni, pensionato
Giuliano Prandini, pensionato
Alessandro Prioni, studente
Caterina Proietti, giornalista
Giacomo Properzj, pensionato
Giuseppe Proverbio, impiegato
Ulianova Radice, direttore di Gariwo, la Foresta dei Giusti
Franca Rame, attrice
Novella Reginato, pensionata
Roberto Repossi, dirigente terzo settore e consigliere zona 5 di Milano
Ambrogio Restelli, pensionato
Luca Rinaldi, giornalista e blogger
Andrea Riscassi, giornalista
Alessandro Robecchi, giornalista
Giovanni Rodella, fotografo
Davide Romano, portavoce sinagoga di Beth Shlomo
Patrizia Romano, avvocato
Stefania Romano, studentessa
Stefano Romiti, dottore commercialista
Rui Rosester
Claudio Rossoni
Giampiero Rossi, giornalista
Lorenzo Rossi, studente
Enrico Rotondi, giornalista Rai
Maura Rovisi, pensionata
Roberto Rubino, commerciante
Consolata Sacchinelli, studentessa
Giuseppe Sala, Amministratore delegato della Società Expo 2015 S.p.A
David Saltuari
Sabrina Sanò, managing director
Danuta Sandomierska, impiegata
Maria Santoni
Agnese Santucci, psicopedagogista
Stefano Saoncella
Micol Sarfatti, giornalista
Cristina Laura Sartorio, impiegata
Lucia Schillaci, speaker radiofonia
Giorgio Sebastiani, freelance
Cinzia Secchi, filmmaker
Liliana Selo, docente di Scuola primaria
Paolo Semeraro
Serena Semprini, impiegata
Michela Sfondrini, libraia
Generoso Simeone, giornalista
Chiara Smurra, impiegata
Francesca Smurra, dipendente
Irene Soave, giornalista
Gabriele Sola, consigliere regionale Lombardia, Italia dei Valori
Paola Sommariva
Mario Spagnol, pensionato
Beatrice Spallaccia, studentessa
Renata Sparacio, pensionata
Roberto Spinelli, impiegato
Giovanni Spinicchia, formazione in arte
Isidoro Spirolazzi
Franco Sprecacenere, pensionato
Prof.sa Nicoletta Stame, Università La Sapienza Roma
Irene Stracuzzi, giornalista
Antonella Straullo, stilista
Lorenzo Strik Leavers, insegnante universitario
Ivano Tajetti, poeta contadino
Micaela Taverna, casalinga
Roberta Tenca, studentessa
Andrea Tessadori, manager
Daniele Tiano, video editor
Laura Todeschini, pensionata
Roberto Togna
Carlo Tognoli, giornalista, sindaco di Milano dal 1976 al 1986
Flavio Tranquillo, giornalista
Cristina Triola, digital strategist
Daniele Troilo, giornalista
Laura Tussi, giornalista
Sara Urban, attrice
Ivan Vadori, giornalista
Valeria Valeriano, giornalista
Carlo Bruno Vanetti
Saverio Vasta, medico
Massimo Vecchi, impiegato
Elena Venini, impiegata
Liliana Ventura, insegnante di danza classica
Paola Vincenzi, insegnante
Vincenzo Viola, insegnante
Stefania Viotti, consulente
Alessandro Vitale, docente, Università degli Studi di Milano
Marco Vitale, economista
Daniela Vitali, impiegata
Luigi Vitali, avvocato
Stefania Viti, giornalista
Patrizia Zambrini, ex insegnante
Federica Zampese
Pietro Zampillo, pensionato
Mariella Zanetti, sceneggiatrice
Annamaria Zanoncelli Mantovani, doppiatrice
Ivan Zanoni, ricercatore universitario
Daniele Zuffanti, dipendente Comune di Milano
Federico Zurzolo, giornalista
venerdì 16 dicembre 2011
diamoci da fare
Ci sono due considerazioni/constatazioni necessarie per provare a ripartire in modi nuovi: -1-Wall Street non e' riuscita a piegare e far saltare l'€uro che resta una realtà monetaria nella globalizzazione; -2-il Governo dei Tecnici e' la condizione di passaggio per uscire dal Governo di B., che non e' solo il governo autoreferenziale con Scilipoti e Rizzi, piuttosto e' quello con Dell'Utri, con i baciamano il lettone e gli affari personali con Gheddafi e Putin.
Ora dopo la fiducia sulla manovra per la vita occorre muoversi e configgere per una politica del cambiamento, oltre la consociazione e le corporazioni che occupano la politica pubblica italiana da quando c'era Yalta, il fattore "K", e l'impossibilita' dell'alternanza al Governo mantenuta a suon di stragi. Diamoci da fare.
Ora dopo la fiducia sulla manovra per la vita occorre muoversi e configgere per una politica del cambiamento, oltre la consociazione e le corporazioni che occupano la politica pubblica italiana da quando c'era Yalta, il fattore "K", e l'impossibilita' dell'alternanza al Governo mantenuta a suon di stragi. Diamoci da fare.
giovedì 15 dicembre 2011
altroché Merryl Linch, Dow Jones e Spread
http://www.youtube.com/watch?v=Vr9l-cAN4x8&feature=related
Pensioni e generazioni
Il giorno martedì 13 dicembre 2011, Valeria Ammenti ha scritto
Sul Corriere di ieri leggo che i più penalizzati dall'abolizione delle pensioni di anzianità sarebbero i nati tra il '51 e il '56. Strane classifiche... Questa riforma punisce TUTTI coloro che hanno iniziato a lavorare da giovani, magari studiando di notte per poter contemporaneamente completare gli studi superiori o universitari, che hanno ( a questo punto inutilmente) riscattato gli anni di studio universitario e, se donne, sempre contemporaneamente supplito alla mancanza di servizi, allevando prima i figli e ora curando i genitori anziani.
Se poi vogliamo proprio cimentarci nella gara dei più penalizzati, faccio notare che chi e' nato in quegli anni ha il calcolo retributivo fino a dicembre di quest'anno, chi e' nato dopo non ha neanche quello, perché ha il contributivo dal '96 inoltre, se donna, entro il 2018 vedrà l'equiparazione dell'eta' anagrafica a quella degli uomini ( alla faccia del doppio carico di lavoro, professionale e familiare).
Da sindacati e partiti ci saremmo almeno aspettati un intervento sull'eliminazione delle penalizzazioni dopo i 42 anni di contribuzione.
Sul Corriere di ieri leggo che i più penalizzati dall'abolizione delle pensioni di anzianità sarebbero i nati tra il '51 e il '56. Strane classifiche... Questa riforma punisce TUTTI coloro che hanno iniziato a lavorare da giovani, magari studiando di notte per poter contemporaneamente completare gli studi superiori o universitari, che hanno ( a questo punto inutilmente) riscattato gli anni di studio universitario e, se donne, sempre contemporaneamente supplito alla mancanza di servizi, allevando prima i figli e ora curando i genitori anziani.
Se poi vogliamo proprio cimentarci nella gara dei più penalizzati, faccio notare che chi e' nato in quegli anni ha il calcolo retributivo fino a dicembre di quest'anno, chi e' nato dopo non ha neanche quello, perché ha il contributivo dal '96 inoltre, se donna, entro il 2018 vedrà l'equiparazione dell'eta' anagrafica a quella degli uomini ( alla faccia del doppio carico di lavoro, professionale e familiare).
Da sindacati e partiti ci saremmo almeno aspettati un intervento sull'eliminazione delle penalizzazioni dopo i 42 anni di contribuzione.
La censura in una rete senza confini è un virus.
The Net doesn't know any border, thus censorship is like a virus.
Internet censorship is coming to America. It’s in the form of a bill in Congress that gives corporations unprecedented power to blacklist websites. If passed, the "Stop Online Piracy Act," or SOPA, could rip apart the open fabric of the Internet. Sign this letter
http://act2.freepress.net/sign/sopa_letter/?akid=3137.9084401.GXeD2p&rd=1&source=MRD&t=24 urging your House representative to stop SOPA and defend the open Internet.
Franza o Spagna...
Ciò che mi preoccupa non è lo spudorato voltafaccia della Lega che mette in scena "i Leghisti su Marte" ma la configurazione cerebrale di molti italiani, che vivono ormai nello zapping televisivo, senza memoria e in piena autoreferenzialità familistica e fuori da ogni assunzione di responsabilità. Così ieri credevano alle promesse dei miracoli di B.(ricordate quando ha detto che in pochi anni avrebbe sconfitto anche il cancro?) e intanto eludevano, evadevano, abusavano, sanavano e corrompevano più che potevano. Così oggi sono pronti ad utilizzare ancora la Lega per sottrarsi ad ogni processo di responsabilizzazione condivisa per quanto contraddittorio e per nulla equo sia. B. con il berlusconismo ha confermeto e formato una delle attitudini più profonde che uniscono il Paese "Franza o Spagna purché se magna".
mercoledì 14 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
Un libro per fare felici due bambini, uno in Abruzzo
Un libro per fare felici due bambini, quello a cui lo doni e quello che potrà tornare all'asilo non in una baracca. Il ricavato va a Insieme per l'Abruzzo.
Descrizione:
Le favole sono da sempre la passione di Giovanna: ama leggerle, ma soprattutto scriverle.
All’indomani del 6 aprile 2009, e cioè all’indomani del tremendo terremoto che devastò L’Aquila, decise di contribuire alla ricostruzione proprio scrivendo un libro.
Propose così a un gruppo di ragazzi, dai 5 ai 17 anni, di inventare delle fiabe che avessero come tema la musica o uno strumento musicale; poi decise di “tenerle insieme” dentro una storia più grande – una specie di canovaccio – dedicata all’origine delle vocal band.
I quattordici tenerissimi racconti di Un arcobaleno di note sono dunque il frutto della fantasia di bambini e adolescenti, mentre il canovaccio l’ha scritto Giovanna.
L'entusiasmo, l’impegno e la generosità di questi giovanissimi scrittori merita tutta la nostra attenzione e soprattutto il nostro contributo.
Il libro è completato da disegni in bianco e nero, tutti da colorare!
Franz Di Cioccio firma la prefazione.
Descrizione:
Le favole sono da sempre la passione di Giovanna: ama leggerle, ma soprattutto scriverle.
All’indomani del 6 aprile 2009, e cioè all’indomani del tremendo terremoto che devastò L’Aquila, decise di contribuire alla ricostruzione proprio scrivendo un libro.
Propose così a un gruppo di ragazzi, dai 5 ai 17 anni, di inventare delle fiabe che avessero come tema la musica o uno strumento musicale; poi decise di “tenerle insieme” dentro una storia più grande – una specie di canovaccio – dedicata all’origine delle vocal band.
I quattordici tenerissimi racconti di Un arcobaleno di note sono dunque il frutto della fantasia di bambini e adolescenti, mentre il canovaccio l’ha scritto Giovanna.
L'entusiasmo, l’impegno e la generosità di questi giovanissimi scrittori merita tutta la nostra attenzione e soprattutto il nostro contributo.
Il libro è completato da disegni in bianco e nero, tutti da colorare!
Franz Di Cioccio firma la prefazione.
lunedì 12 dicembre 2011
Clima: Durban e Milano
Ancora una volta è toccato alla pioggia il compito di ridurre l’inquinamento dell’aria di Milano a fronte delle iniziative contraddittorie dell’amministrazione comunale della città e di quelle dell’area metropolitana che esprimono un drammatico senso di improvvisazione delle politiche di limitazione delle emissioni e del traffico privato. Invece i paesi del mondo riuniti a Durban alla Conferenza per il Clima delle Nazioni Unite sono stati capaci di trovare un accordo per definire entro il 2015 un forte taglio al sistema energetico basato sui combustibili fossili. Accordo che entrerà in vigore entro il 2020. C’è chi dice “troppo poco, troppo tardi” ma questi sono i rappresentanti della specie umana che possono cambiare le politiche pubbliche in modo responsabile. E’ di particolare significato che l’accordo sia stato condiviso da tutti, Cina e Stati Uniti compresi. Gli States, in particolare, erano condizionati dalle corporations in vista della campagna elettorale, un unilateralismo sul Clima insostenibile e inaccettabile. Il ministro Clini ha contrastato chi cercava di usare la congiuntura negativa per impedire ogni azione regolatrice. L’Italia ha proposto il cambio del modello energetico come motore economico per uscire dalla crisi. La Cina lo ha capito bene, tant’è che sta diventando il paese leader nel fotovoltaico: siamo oltre l’uso dei marchi contraffatti o il costo del lavoro basso e i lavoratori senza diritti. Ricerca scientifica e know-how tecnologico diventano asset della competizione internazionale non solo per i pannelli fotovoltaici. La Cina ha investito 250 miliardi in 5 anni per la riduzione delle emissioni di CO2. La Green Power è una via di competizione per il primato all'America di Obama.L'Italia vive una congiuntura tale per cui sarà difficile aumentare in modo significativo gli investimenti scientifici e tecnologici per le rinnovabili, ma può fare tesoro della sua natura urbanistica e amministrativa per praticare un modello energetico sostenibile grazie ad un urbanesimo ritrovato. Carlo Cattaneo, a metà ‘800, identificò nelle città, nei liberi municipi, il “principio ideale delle istorie italiane”. Diceva Cattaneo: “Le nostre città sono il centro antico di tutte le comunicazioni di una larga e popolosa provincia, vi fanno capo tutte le strade, tutti i mercati del contado, sono il cuore nel sistema delle vene, sono termini cui si dirigono i consumi, e da cui si diramano le industrie e i capitali, sono un punto di intersezione o piuttosto un centro di gravità”. Oggi, in luogo del continuum urbanizzato della “città infinita” le città possono ritrovare sé stesse con le loro comunità di cittadini condividendo buone pratiche e sinergie efficaci in una rete locale e globale a maglie estendibili. Cosa è del resto la “Grande Milano” se non questa capacità di azione condivisa a fronte della singola incosistenza? Di questo avevo parlato con il ministro Clini al Covegno del 2 dicembre allo IULM “L’Informazione, l’Universo. La Vita” e Clini si è impegnato a riunire a Milano le regioni, le provincie e i capoluoghi del Nord, per definire iniziative coordinate. Già il 10 dicembre a Firenze, al ritorno da Durban, ai 400 sindaci provenienti da 36 Paesi che si incontravano per l’United Cities and Local Governments, Clini ha detto che “ Non sono i target globali che salveranno il pianeta, ma le misure concrete prese dalle comunità locali.” Per questo occorre “sviluppare un rapporto proficuo fra i governi centrali e le città, per riuscire a trasformare il sistema energetico mondiale.”
L'obbiettivo è arrivare ad un piano regolatore dell'energia entro il 2015 che riduce del 30% le emissioni di CO2 in 10.000 città nel mondo. E' una prospettiva politica ed economica concreta, basata sulla riduzione delle emissioni, sulla 'ottimizzazione dei consumi e su un modello sociale basato sulle relazioni e gli scambi fra ogni cittadino e ogni condominio: una GRID energetica fondata sulla responsabilità condivisa. Questa rete tra cittadini e amministrazioni può ottimizzare le scarse risorse per la ricerca in relazione con le imprese, le università e il sistema del credito.
Al di là dell'equità dei provvedimenti del Governo nel trattamento dei cittadini, delle banche e delle assicurazioni, ciò che deve essere chiaro a tutti che la recessione è una condizione strutturale per un modello basato sulla crescita quantitativa illimitata e per il consumo di 3/4 delle risorse naturali da parte di 1/3 dei paesi del mondo. Ora che gli altri 2/3 vogliono lo stesso tipo di sviluppo la coperta è diventata corta. O si cambia direzione o i problemi, con tutta evidenza, non sono "solo" quelli ambientali. Ci vogliono più sobrietà, più sostenibilità, più diritti e più giustizia sociale.
Ora, dopo Durban, c'e la tabella di marcia per il piano globale condiviso per il clima, ora bisogna agire a livello locale e globale per mettere numeri e cifre giuste nel piano. Il 2015 e' a un passo ma dobbiamo fare presto, siamo in ritardo sul conto ambientale che presentano i tempi biologici.
L'obbiettivo è arrivare ad un piano regolatore dell'energia entro il 2015 che riduce del 30% le emissioni di CO2 in 10.000 città nel mondo. E' una prospettiva politica ed economica concreta, basata sulla riduzione delle emissioni, sulla 'ottimizzazione dei consumi e su un modello sociale basato sulle relazioni e gli scambi fra ogni cittadino e ogni condominio: una GRID energetica fondata sulla responsabilità condivisa. Questa rete tra cittadini e amministrazioni può ottimizzare le scarse risorse per la ricerca in relazione con le imprese, le università e il sistema del credito.
Al di là dell'equità dei provvedimenti del Governo nel trattamento dei cittadini, delle banche e delle assicurazioni, ciò che deve essere chiaro a tutti che la recessione è una condizione strutturale per un modello basato sulla crescita quantitativa illimitata e per il consumo di 3/4 delle risorse naturali da parte di 1/3 dei paesi del mondo. Ora che gli altri 2/3 vogliono lo stesso tipo di sviluppo la coperta è diventata corta. O si cambia direzione o i problemi, con tutta evidenza, non sono "solo" quelli ambientali. Ci vogliono più sobrietà, più sostenibilità, più diritti e più giustizia sociale.
Ora, dopo Durban, c'e la tabella di marcia per il piano globale condiviso per il clima, ora bisogna agire a livello locale e globale per mettere numeri e cifre giuste nel piano. Il 2015 e' a un passo ma dobbiamo fare presto, siamo in ritardo sul conto ambientale che presentano i tempi biologici.
martedì 6 dicembre 2011
11 dicembre a Roma se non ora quando?
I cambiamenti che portano le donne sono utili a tutti, anche a noi uomini che prima non li capiamo e li contrastiamo. Poi capiamo e poi ricominciamo da capo.
http://video.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Video/Notizie/Italia/2011/video-donne-se-non-ora-quando/se-non-ora-quando.php
http://video.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Video/Notizie/Italia/2011/video-donne-se-non-ora-quando/se-non-ora-quando.php
lunedì 5 dicembre 2011
La mia relazione allo IULM sull'equilibrio dinamico dell'ecosistema e l'informazione
IULM December 2, 2011 - INFORMATION, THE UNIVERSE AND LIFE
The Information and the 'dynamic equilibrium of' Ecosystem
While in Durban, South Africa, is held the UN-Climate Conference the towns of the Greater Milan and the Province fail to produce a strategy for limiting emissions and traffic. The board convened with all the municipalities of the province to decide what to do against the smog has not produced anything concrete after nearly 20 days of exceedances. The block of traffic in Milan, the only measure that could protect the health of citizens it was announced since several weeks, is been cancelled a few hours before its entry into force. Our country will host the Expo on the theme "Feeding the Planet, Energy for Life" but every day we consume land, without maintenance , don’t respecting the natural constraints. Every day tons of supermarket food surpluses become waste while the poor people rummage in the waste basket. We need a culture and capacity for initiative "glocal" to coherently activate local autonomy to enable policies of environmental and social sustainability and to give concrete commitments to the UN conference at the same time.
It 's clear that we shall not be saved after an environmental disaster bigger than the previous but only by thanks a value choice.
We need a different way of seeing things and another point of view is possible. There is an intelligent co-evolution of biological living sphere, as in the environment of the Earth as in the environment of our body, it's a balance result still, whatever are the factors that stimulate and disturb it. The man is not assumed to be present in that equilibrium witch he determines with the actions that it sets up following a quantitative model of development, energy-intensive and wasteful. We can find a balance with our body and our mind as a result of our decisions, our choose, our actions, the costumes, the consumptions and the culture.
Feel our body, read his signals, understand our relational behavior, appreciate the beauty of the experience of living without compensatory shortcuts, helps us to develop a dynamic balance between us, our seasons of life and whatelse we are in relation. Living on Earth as part of a community that is able to dispose of their own destiny through informed participation in public affairs, thus we will certainly appreciate the beauty of nature and the beauty of the production of human action in harmony with it.
The common sense of collective action it’s the problem coming out early in the third millennium. The world has become smaller, the Net allows us a disintermediate communication network, but: we want to continue to make money from money? We think that the climate and its evolution may be subject to the times and the needs of competitiveness economic models? We think that the clanic and tribal reaction to globalization, with the fundamentalist religious and ethnic gangs in the world and / herds of bullying in the city of serial urbanization , constitute an inevitable mode of coexistence? On one hand, the ecological challenge it is inevitable, on the other is a metaphor for reading together many important problems of the planet. Ecology should not be so much a whole point of view, rather it could be an attempt to reconnect with many points of view. An informational ecology help us to reconnecting.
In the environmental challenge of our times, there are two risks: one is the sheer catastrophe, which certainly has its good reasons, it finds the idea that something is brewing in the biosphere beyond repair possibilities, something that raises the alarm that the ecological challenge must respond. The second is the thought that says the human condition is always in a state of crisis, so we need not worry that much, because our state has been experienced by every generation, so it is unuseful to retrace our steps to innovate models of thought. Sometime these two attitudes are prevalent. We have to start from another point of view to understand the specifics of today's ecological challenges.
We need a new point of view, epistemological, spiritual and existential, suitable to see and recognize the commons. We need to access to information about living and else, but we need an effective interpretation, a reading of the information we seek, both those information that surround us and those that crossing us. We live in a absorbed media society , where organized information is a resource more valuable than oil. Here the transformation of life and its emotions in multimedia product follows precise rules for interest, then engage, entertain and even then disconcert the viewer. Captivate the audience, its "loyalty", are the imperatives of the producers / distributors / advertisers and professionals look forward to the result of the viewers share. If the ingredients, the colors, the shape of a product, are successful because it does not melt them again? Perhaps through the sequels, Rocky 1,2,3,4 ... or a Saga like Star Trek, right up to the serials like Dallas and Dynasty. But why not going over build screenplays that take into account the sociological and psychological findings, why not transform daily life into a serial? Why not create the conditions for which they meet the rules that make a compelling story with its characters? Here we are at the TVReality, then, but how much difference there is with the morbidity with which the TV host and guests discussing around the house's model, theatre of family tragedies? What a difference there is with the talk shows where politicians are not invited on the basis of competence of the evening' theme, but on the basis of a personality, which is simulated or real, capable charmed, with the clash, the insults and maybe a hint of fight? The problem then is not to determine how much truth there is in the relations of the inhabitants of the “Island of the Famous” or in “Big Brother” or, as in the rest of the schedules of multimedia programs. The problem is to have a look and the cultural tools to make useful considerations on what goes on stage. Useful for us, for the truth of our hopes and our fears, our ability to have a good harmony between mind and body, between diet and daily activities, between desire and effort of implementation. An authenticity out from chemical shortcuts and violent shortcuts or in a transfert through the characters of the screen. That authenticity that led to the movie protagonist Truman Show having an irrepressible desire to know the world outside of its artificial habitat. A desire to be incompatible with the television project, but Truman escapes to the routine of the cameras and find the way out from the dome of the real fictional world where the show took place. A movie which helps us to be capable of recognizing the truth and tells us to practice it. The difference today, is the relational context that affects the human race and the relationship between humankind and the living whole. We need a responsible use of a strong informational society in reference to life, which is complex and irreducible and can not be regulated through a breakdown of data of reality: there is an irreducible difference between computation and comprehension. Access to information, in a society where knowledge is the central element, can not be only an act and an individual production, this is a precondition for use of a conscious and informed participation. The availability of information to access the complexity of the issues that concern us involves the task of producing a national public awareness in science and its possible relation to life. This awareness required is a democratic issue. It should be an awareness that allows us a declaration of global emergency, care that lies in the cooperative mode to find informational coherence between men and biosphere. An awareness that passes through the restoration of unity between consciousness and matter, between mind and body through a complex vision "built together" for a new common sense. We can disassemble and reassemble a motor as well as a watch but not a living organism, which lives in its relational environment. An element of an organism, taken individually, is not that element. Each element receives information from all the others and communicates with them within a domain of coherence,
As proposed by Bateson: "information is the difference that makes a difference."
In the digital age, technological innovation regards as the product as the process, the cognitive dimension of the work becomes so central to the production of value in the innovation processes that affect mature sectors also. The cognitive work puts into question the quantitative parameters such as those related to physical effort and / or time: the subjective dimension comes into play and so the centrality of people, here the consumer is directly involved in product definition. From the changes in design solutions to the audiovisual content, from Solidarity Groups Purchase of food to the neighbors who decide to install solar panels. Along with competition is enhanced the creative collective production of knowledge work, with reticular processes of relationship absolutely different than linear ones.
The knowledge and its sharing are constitutive conditions for the production of cognitive and relational value, require the opening mode, facing an unpredictable evolution of expressive codes : they are therefore necessary technological and regulatory choices such as not to preclude future, we must learn to have a culture of the unexpected. We must recognize the Knowledge as well as access and participation in networks, informational and deliberative processes, as a commons. The critical issues came on the agenda at the beginning of the third millennium are largely children of separation between knowledge and wisdom, that is between the size of the calculated and codified knowledge work and the one linked to practices and experiences of human whose effectiveness was verified in the daily life of the community.
The Network allows you to share information and practices and products associated with them. The viral Network and its alleged virtuality, brings the story to the reflections and practices, to which they refer, to cancel almost detachment, thus resulting the sharing of practices and a recomposition of the fruitful relationship between knowledge and wisdom. It's the knowledge society, digital, interactive, disintermediate, convergent and pervasive that enables this extension of the system of social relations, an ecosystem in which viral cognitive character and paradigms, modes of production and exchange content are part of the same informational nature.
The recognition of the commons can happen if we are able of grasping the coherent structure of the processes within the human community that is living on this small piece of land in this millennium. Here the "map" became "the territory" of our point of view. Here the "medium" it's not the "message" but the message is the nature of the relationship on the net.
It doesn't mean to share a definition, then, but a point of view with the head and heart.
Only this recognition may be a common denominator for a relationship between the different political, economic, cultural, ethnic and religious, that is not a zero sum for the human species.
Because the future is today, are the actions and the choices that you decide to do due to the knowledge we have, its quality and its consistency with the life. The earth is given to us on loan from our children. Thus instead of any fundamentalist reduction, we must develop an ethic of responsibility.
The Information and the 'dynamic equilibrium of' Ecosystem
While in Durban, South Africa, is held the UN-Climate Conference the towns of the Greater Milan and the Province fail to produce a strategy for limiting emissions and traffic. The board convened with all the municipalities of the province to decide what to do against the smog has not produced anything concrete after nearly 20 days of exceedances. The block of traffic in Milan, the only measure that could protect the health of citizens it was announced since several weeks, is been cancelled a few hours before its entry into force. Our country will host the Expo on the theme "Feeding the Planet, Energy for Life" but every day we consume land, without maintenance , don’t respecting the natural constraints. Every day tons of supermarket food surpluses become waste while the poor people rummage in the waste basket. We need a culture and capacity for initiative "glocal" to coherently activate local autonomy to enable policies of environmental and social sustainability and to give concrete commitments to the UN conference at the same time.
It 's clear that we shall not be saved after an environmental disaster bigger than the previous but only by thanks a value choice.
We need a different way of seeing things and another point of view is possible. There is an intelligent co-evolution of biological living sphere, as in the environment of the Earth as in the environment of our body, it's a balance result still, whatever are the factors that stimulate and disturb it. The man is not assumed to be present in that equilibrium witch he determines with the actions that it sets up following a quantitative model of development, energy-intensive and wasteful. We can find a balance with our body and our mind as a result of our decisions, our choose, our actions, the costumes, the consumptions and the culture.
Feel our body, read his signals, understand our relational behavior, appreciate the beauty of the experience of living without compensatory shortcuts, helps us to develop a dynamic balance between us, our seasons of life and whatelse we are in relation. Living on Earth as part of a community that is able to dispose of their own destiny through informed participation in public affairs, thus we will certainly appreciate the beauty of nature and the beauty of the production of human action in harmony with it.
The common sense of collective action it’s the problem coming out early in the third millennium. The world has become smaller, the Net allows us a disintermediate communication network, but: we want to continue to make money from money? We think that the climate and its evolution may be subject to the times and the needs of competitiveness economic models? We think that the clanic and tribal reaction to globalization, with the fundamentalist religious and ethnic gangs in the world and / herds of bullying in the city of serial urbanization , constitute an inevitable mode of coexistence? On one hand, the ecological challenge it is inevitable, on the other is a metaphor for reading together many important problems of the planet. Ecology should not be so much a whole point of view, rather it could be an attempt to reconnect with many points of view. An informational ecology help us to reconnecting.
In the environmental challenge of our times, there are two risks: one is the sheer catastrophe, which certainly has its good reasons, it finds the idea that something is brewing in the biosphere beyond repair possibilities, something that raises the alarm that the ecological challenge must respond. The second is the thought that says the human condition is always in a state of crisis, so we need not worry that much, because our state has been experienced by every generation, so it is unuseful to retrace our steps to innovate models of thought. Sometime these two attitudes are prevalent. We have to start from another point of view to understand the specifics of today's ecological challenges.
We need a new point of view, epistemological, spiritual and existential, suitable to see and recognize the commons. We need to access to information about living and else, but we need an effective interpretation, a reading of the information we seek, both those information that surround us and those that crossing us. We live in a absorbed media society , where organized information is a resource more valuable than oil. Here the transformation of life and its emotions in multimedia product follows precise rules for interest, then engage, entertain and even then disconcert the viewer. Captivate the audience, its "loyalty", are the imperatives of the producers / distributors / advertisers and professionals look forward to the result of the viewers share. If the ingredients, the colors, the shape of a product, are successful because it does not melt them again? Perhaps through the sequels, Rocky 1,2,3,4 ... or a Saga like Star Trek, right up to the serials like Dallas and Dynasty. But why not going over build screenplays that take into account the sociological and psychological findings, why not transform daily life into a serial? Why not create the conditions for which they meet the rules that make a compelling story with its characters? Here we are at the TVReality, then, but how much difference there is with the morbidity with which the TV host and guests discussing around the house's model, theatre of family tragedies? What a difference there is with the talk shows where politicians are not invited on the basis of competence of the evening' theme, but on the basis of a personality, which is simulated or real, capable charmed, with the clash, the insults and maybe a hint of fight? The problem then is not to determine how much truth there is in the relations of the inhabitants of the “Island of the Famous” or in “Big Brother” or, as in the rest of the schedules of multimedia programs. The problem is to have a look and the cultural tools to make useful considerations on what goes on stage. Useful for us, for the truth of our hopes and our fears, our ability to have a good harmony between mind and body, between diet and daily activities, between desire and effort of implementation. An authenticity out from chemical shortcuts and violent shortcuts or in a transfert through the characters of the screen. That authenticity that led to the movie protagonist Truman Show having an irrepressible desire to know the world outside of its artificial habitat. A desire to be incompatible with the television project, but Truman escapes to the routine of the cameras and find the way out from the dome of the real fictional world where the show took place. A movie which helps us to be capable of recognizing the truth and tells us to practice it. The difference today, is the relational context that affects the human race and the relationship between humankind and the living whole. We need a responsible use of a strong informational society in reference to life, which is complex and irreducible and can not be regulated through a breakdown of data of reality: there is an irreducible difference between computation and comprehension. Access to information, in a society where knowledge is the central element, can not be only an act and an individual production, this is a precondition for use of a conscious and informed participation. The availability of information to access the complexity of the issues that concern us involves the task of producing a national public awareness in science and its possible relation to life. This awareness required is a democratic issue. It should be an awareness that allows us a declaration of global emergency, care that lies in the cooperative mode to find informational coherence between men and biosphere. An awareness that passes through the restoration of unity between consciousness and matter, between mind and body through a complex vision "built together" for a new common sense. We can disassemble and reassemble a motor as well as a watch but not a living organism, which lives in its relational environment. An element of an organism, taken individually, is not that element. Each element receives information from all the others and communicates with them within a domain of coherence,
As proposed by Bateson: "information is the difference that makes a difference."
In the digital age, technological innovation regards as the product as the process, the cognitive dimension of the work becomes so central to the production of value in the innovation processes that affect mature sectors also. The cognitive work puts into question the quantitative parameters such as those related to physical effort and / or time: the subjective dimension comes into play and so the centrality of people, here the consumer is directly involved in product definition. From the changes in design solutions to the audiovisual content, from Solidarity Groups Purchase of food to the neighbors who decide to install solar panels. Along with competition is enhanced the creative collective production of knowledge work, with reticular processes of relationship absolutely different than linear ones.
The knowledge and its sharing are constitutive conditions for the production of cognitive and relational value, require the opening mode, facing an unpredictable evolution of expressive codes : they are therefore necessary technological and regulatory choices such as not to preclude future, we must learn to have a culture of the unexpected. We must recognize the Knowledge as well as access and participation in networks, informational and deliberative processes, as a commons. The critical issues came on the agenda at the beginning of the third millennium are largely children of separation between knowledge and wisdom, that is between the size of the calculated and codified knowledge work and the one linked to practices and experiences of human whose effectiveness was verified in the daily life of the community.
The Network allows you to share information and practices and products associated with them. The viral Network and its alleged virtuality, brings the story to the reflections and practices, to which they refer, to cancel almost detachment, thus resulting the sharing of practices and a recomposition of the fruitful relationship between knowledge and wisdom. It's the knowledge society, digital, interactive, disintermediate, convergent and pervasive that enables this extension of the system of social relations, an ecosystem in which viral cognitive character and paradigms, modes of production and exchange content are part of the same informational nature.
The recognition of the commons can happen if we are able of grasping the coherent structure of the processes within the human community that is living on this small piece of land in this millennium. Here the "map" became "the territory" of our point of view. Here the "medium" it's not the "message" but the message is the nature of the relationship on the net.
It doesn't mean to share a definition, then, but a point of view with the head and heart.
Only this recognition may be a common denominator for a relationship between the different political, economic, cultural, ethnic and religious, that is not a zero sum for the human species.
Because the future is today, are the actions and the choices that you decide to do due to the knowledge we have, its quality and its consistency with the life. The earth is given to us on loan from our children. Thus instead of any fundamentalist reduction, we must develop an ethic of responsibility.
Don't Spy on Me
This is a demonstration of trackability, we need an Internet Bill of Rights and new kind of principles for the Digital Era.
Researcher Trevor Eckhart just discovered a hidden application that records everything millions of people write, view and search for on their cellphones. It sends all of that data to a company no one’s ever heard of. And we have no idea what that company is doing with our information.
Sen. Al Franken demanded answers from the company, Carrier IQ, calling its technology “deeply troubling.” We now need a full investigation.
http://act2.freepress.net/sign/carrier_IQ/?source=confirmation
Researcher Trevor Eckhart just discovered a hidden application that records everything millions of people write, view and search for on their cellphones. It sends all of that data to a company no one’s ever heard of. And we have no idea what that company is doing with our information.
Sen. Al Franken demanded answers from the company, Carrier IQ, calling its technology “deeply troubling.” We now need a full investigation.
http://act2.freepress.net/sign/carrier_IQ/?source=confirmation
giovedì 1 dicembre 2011
Ruffatti-Engeneering sull'Incontro IULM del 2 dicembre
Gabriele Ruffatti-Engeneering- commenta così il tema dell'incontro internazioanale allo IULM di domani 2 dicembre
"Tutte parole assolutamente condivisibili. In particolare "questo cambiamento consentirebbe all’impresa di creare un mondo sostenibile e di muoversi verso un’utopia possibile". In un'epoca di cambiamenti "turbolenti" questa appare sempre di più un'utopia, ma traguardare un'utopia possibile è non solo possedere una speranza "statica", ma agire verso una direzione di cambiamento, ciascuno mettendo in vampo le sue forse e condividendo le sue conoscenze. Un'osservazione: questo è un tema da società adulta che aiuta ad acquisire consapevolezza: mi piacerebbe capire come portarlo, nei dovuti modi, anche ai giovani ed ai bambini, proprio per cominciare a costruire un futuro possibile per le nuove generazioni adulte.". Proprio uno dei motivi dell'incontro "la Terra ci è data in prestito dai nostri figli" occorre uno sguardo sostenibile.
"Tutte parole assolutamente condivisibili. In particolare "questo cambiamento consentirebbe all’impresa di creare un mondo sostenibile e di muoversi verso un’utopia possibile". In un'epoca di cambiamenti "turbolenti" questa appare sempre di più un'utopia, ma traguardare un'utopia possibile è non solo possedere una speranza "statica", ma agire verso una direzione di cambiamento, ciascuno mettendo in vampo le sue forse e condividendo le sue conoscenze. Un'osservazione: questo è un tema da società adulta che aiuta ad acquisire consapevolezza: mi piacerebbe capire come portarlo, nei dovuti modi, anche ai giovani ed ai bambini, proprio per cominciare a costruire un futuro possibile per le nuove generazioni adulte.". Proprio uno dei motivi dell'incontro "la Terra ci è data in prestito dai nostri figli" occorre uno sguardo sostenibile.
mercoledì 30 novembre 2011
Boeri sotto tutela
Pisapia conferma Boeri alla Cultura Niente Expo e “tutela” del partito “Saremo il primo controllore, rigoroso, della lealtà e del rispetto della collegialità” da parte di Boeri, ha detto il capogruppo PD Carmela Rozza. Un raffinato passo avanti, nel 1969 i dissidenti del Manifesto venivano espulsi. Avanti, verso il Medio Evo.
Tangente e rifiuti, tutto come prima
Il vicepresidente del consiglio della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani (Pdl), è stato arrestato all'alba dai carabinieri di Brescia.I reati contestati sono traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione. Dopo le denunce e l'azione di governo verde, regionale e nazionale, tutto in lombardia è tornato come prima. Una sola novità, la presenza organizzata della n'drangheta.
martedì 29 novembre 2011
Milano e Durban
Conferenza sul Clima a Durban mentre i comuni della Grande Milano e la Provincia non riescono a produrre una strategia per limitare le emissioni ed il traffico. Occorre una iniziativa "glocal" del Ministro dell'Ambiente per attivare in modo stringente le autonomie locali e per dare concretezza agli impegni della conferenza ONU.
Il clima cambia, la politica no. | Greenpeace Italia
www.greenpeace.org
On. ministro dell'Ambiente apprendo con piacere che parteciperà alla conferenza ONU sul Clima a Durban, in Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre. L'aumento dei fenomeni climatici estremi, come le tragiche alluvioni a Genova, Roma e Messina, sono chiari segnali che anche noi siamo vittime dei cam...
Il clima cambia, la politica no. | Greenpeace Italia
www.greenpeace.org
On. ministro dell'Ambiente apprendo con piacere che parteciperà alla conferenza ONU sul Clima a Durban, in Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre. L'aumento dei fenomeni climatici estremi, come le tragiche alluvioni a Genova, Roma e Messina, sono chiari segnali che anche noi siamo vittime dei cam...
Magri e Tutino
Il mio Saluto a Magri e Tutino, due inquieti e ingovernabili come è necessario essere.
lunedì 28 novembre 2011
Le nostre baruffe chiozzotte
Perché ridurre la questione Pisapia-Boeri a fatto personale ed incompatibilità di carattere, con il PD che avrebbe il ruolo di mediatore saggio? La questione è politica e riguarda l'idea di città come i referendum hanno indicato. Mentre noi cittadini siamo ridotti a spettatori e tifoserie. Non giocate con Milano.
Fiorello
Fiorello
venerdì 25 novembre 2011
A che punto è l'attuazione dei 5 Referendum per Milano?
INVITO
Attuare i 5 referendum
per cambiare Milano.
A che punto siamo?
sabato 3 dicembre 2011 – ore 10 – 18
Milano, sala convegni Palazzo Reale – Piazza Duomo 14, 3 piano
MATTINA
10.00 Aprono e presiedono
Edoardo Croci – presidente Milanosimuove
Marco Cappato – segretario Milanosimuove
Interviene
Davide Corritore – direttore generale Comune di Milano
10.30 Primo referendum: Dimezzare traffico e smog
Pierfrancesco Maran, assessore mobilità, ambiente, arredo urbano, verde Comune di Milano
Andrea Poggio, vicedirettore Legambiente (in collegamento via skype)
Maria Berrini, amministratore unico AMAT (in collegamento via skype)
Fabio Casiroli, Systematica
Anna Gerometta, Genitori antismog
Paolo Crosignani, Istituto dei tumori
Carlo Monguzzi – presidente Commissione mobilità, ambiente, arredo urbano, verde Comune di Milano
11.30 Secondo referendum: Raddoppiare alberi e verde pubblico
Enrico Fedrighini, portavoce Milanosimuove
Andreas Kipar, paesaggista
Francesco Borella, consigliere Italia Nostra Milano
rappresentante WWF Lombardia
POMERIGGIO
14.30 Terzo referendum: conservare il parco EXPO
Stefano Boeri, assessore alla cultura e all’EXPO Comune di Milano
Eliot Laniado, Politecnico di Milano
Stefano Pogutz, direttore master Mager – Università Bocconi
Franco Morganti, Network Economy
Federico Oliva, presidente INU (in collegamento via skype)
15.30 Quarto referendum: energia pulita
Lucia De Cesaris, assessore all’urbanistica Comune di Milano
Carlo Montalbetti, direttore Comieco
Marzio Galeotti, Università degli Studi di Milano e Iefe – Università Bocconi
Claudio De Albertis, presidente Assimpredil
Renato Ravanelli, direttore generale A2A
Isabella Goldmann, architetto
16.30 Quinto referendum: riapertura dei Navigli
Guido Rosti, geologo e scrittore
Empio Malara, presidente Amici dei Navigli
Antonello Boatti, Politecnico di Milano
Enrico Marcora, consigliere regionale
Antonello Boatti, Politecnico di Milano
Fiorello Cortiana, Internet Governance Forum Italia
Stefano Rolando, IULM
17.30 Conclusioni
Marco Cappato – segretario Milanosimuove
Enrico Fedrighini – portavoce Milanosimuove
Edoardo Croci, presidente Milanosimuove
E’ stato invitato il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
Al termine di ogni sessione è previsto il dibattito con il pubblico.
Evento organizzato da:
Il Gruppo Consiliare Radicale – Federalista europeo – Comune di Milano in collaborazione con Comitato Promotore "MilanoSìMuove”
RSVP infomilanosimuove.it, tel.02.884.50276
www.milanosimuove.it
Attuare i 5 referendum
per cambiare Milano.
A che punto siamo?
sabato 3 dicembre 2011 – ore 10 – 18
Milano, sala convegni Palazzo Reale – Piazza Duomo 14, 3 piano
MATTINA
10.00 Aprono e presiedono
Edoardo Croci – presidente Milanosimuove
Marco Cappato – segretario Milanosimuove
Interviene
Davide Corritore – direttore generale Comune di Milano
10.30 Primo referendum: Dimezzare traffico e smog
Pierfrancesco Maran, assessore mobilità, ambiente, arredo urbano, verde Comune di Milano
Andrea Poggio, vicedirettore Legambiente (in collegamento via skype)
Maria Berrini, amministratore unico AMAT (in collegamento via skype)
Fabio Casiroli, Systematica
Anna Gerometta, Genitori antismog
Paolo Crosignani, Istituto dei tumori
Carlo Monguzzi – presidente Commissione mobilità, ambiente, arredo urbano, verde Comune di Milano
11.30 Secondo referendum: Raddoppiare alberi e verde pubblico
Enrico Fedrighini, portavoce Milanosimuove
Andreas Kipar, paesaggista
Francesco Borella, consigliere Italia Nostra Milano
rappresentante WWF Lombardia
POMERIGGIO
14.30 Terzo referendum: conservare il parco EXPO
Stefano Boeri, assessore alla cultura e all’EXPO Comune di Milano
Eliot Laniado, Politecnico di Milano
Stefano Pogutz, direttore master Mager – Università Bocconi
Franco Morganti, Network Economy
Federico Oliva, presidente INU (in collegamento via skype)
15.30 Quarto referendum: energia pulita
Lucia De Cesaris, assessore all’urbanistica Comune di Milano
Carlo Montalbetti, direttore Comieco
Marzio Galeotti, Università degli Studi di Milano e Iefe – Università Bocconi
Claudio De Albertis, presidente Assimpredil
Renato Ravanelli, direttore generale A2A
Isabella Goldmann, architetto
16.30 Quinto referendum: riapertura dei Navigli
Guido Rosti, geologo e scrittore
Empio Malara, presidente Amici dei Navigli
Antonello Boatti, Politecnico di Milano
Enrico Marcora, consigliere regionale
Antonello Boatti, Politecnico di Milano
Fiorello Cortiana, Internet Governance Forum Italia
Stefano Rolando, IULM
17.30 Conclusioni
Marco Cappato – segretario Milanosimuove
Enrico Fedrighini – portavoce Milanosimuove
Edoardo Croci, presidente Milanosimuove
E’ stato invitato il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
Al termine di ogni sessione è previsto il dibattito con il pubblico.
Evento organizzato da:
Il Gruppo Consiliare Radicale – Federalista europeo – Comune di Milano in collaborazione con Comitato Promotore "MilanoSìMuove”
RSVP infomilanosimuove.it, tel.02.884.50276
www.milanosimuove.it
giovedì 24 novembre 2011
l'Europa, il giudice e i provider
Ah l'Europa :-) La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha emesso oggi 24 novembre 2011 una sentenza storica che vieta ai Giudici nazionali di imporre l'introduzione a carico degli Internet Service provider di qualsiasi filtro tecnologico in grado di prevenire scaricamenti di files musicali e cinematografici da internet.
Il diritto dell'Unione vieta un’ingiunzione di un giudice nazionale diretta ad imporre ad un fornitore di accesso ad Internet di predisporre un sistema di filtraggio per prevenire gli scaricamenti illegali di file
Un'ingiunzione di tale genere non rispetta il divieto di imporre a siffatto prestatore un obbligo generale di sorveglianza né l'esigenza di garantire un giusto equilibrio tra il diritto di proprietà intellettuale, da un lato, e la libertà d'impresa, il diritto alla tutela dei dati personali e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni, dall'altro
Il diritto dell'Unione vieta un’ingiunzione di un giudice nazionale diretta ad imporre ad un fornitore di accesso ad Internet di predisporre un sistema di filtraggio per prevenire gli scaricamenti illegali di file
Un'ingiunzione di tale genere non rispetta il divieto di imporre a siffatto prestatore un obbligo generale di sorveglianza né l'esigenza di garantire un giusto equilibrio tra il diritto di proprietà intellettuale, da un lato, e la libertà d'impresa, il diritto alla tutela dei dati personali e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni, dall'altro
mercoledì 23 novembre 2011
I bambini che nascono qui.
I bambini nascono per essere felici e avere dignità. Perché i bambini che nascono in Italia non dovrebbero essere italiani? Per le speculazioni del partito della paura leghista che prova l'ennesima speculazione elettorale su di loro?
lunedì 21 novembre 2011
IULM 2 dicembre, L'Informazione, l'Universo, la Vita
IULM venerdì, 2 dicembre 2011 9,15-17,30
L'informazione, l'universo, la vita
Venerdì 2 dicembre 2011, presso l'Aula Magna dell'Università IULM di Milano, si terrà il convegno “L'informazione, l'universo e la vita”. Tra i protagonisti dell'incontro, oltre al rettore della IULM Giovanni Puglisi, presidente della Commissione italiana dell Unesco, Ervin Laszlo, fondatore del Club di Budapest e Rettore della Giordano Bruno Global Shift University di Washington, Filosofo della Scienza e “padre” dell'olismo, già membro dell'Unesco, Fiorello Cortiana, amministratore in Lombardia 1992-1994, membro del Parlamento italiano come il senatore 1996-2006, delegato italiano al WSISIGF ONU, OLPC Goodwill Ambassador,Pier Mario Biava, medico, che per primo ha aperto la strada della riprogrammazione delle cellule staminali tumorali, via ora ritenuta corretta e pertanto percorsa dai maggiori ricercatori del mondo, con prospettive di cambiamento radicale non solo nell'approccio al cancro, ma alla medicina in generale,Attilio Speciani, Direttore Scientifico Eurosalus, docente Università di Milano e Bologna. Emilio Del Giudice, Vicepresidente della Fondazione Omeopatica Italiana, svolge attività di ricerca in seno all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano (INFN). fisico, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss (Germania). Giulio Sapelli, economista ricercatore emerito presso la Fondazione Eni Enrico Mattei e docente presso l'Università di Milano. Layla Pavone, Presidente Onorario di Iab Italia, l'associazione internazionale dedicata allo sviluppo della comunicazione pubblicitaria interattiva. Monica Centanni, , coordina le attività del Centro studi classicA – Iuav “Architettura, civiltà e tradizione del classico".Dirige la rivista on line “Engramma. La tradizione classica nella memoria occidentale”.
La partecipazione al confronto di giornalisti come Marina Terragni. Luca Poma, Cipriana Dall’Orto, Gioia Locati, imprenditori e manager come Alessandro Pizzoccaro e Enrico Fiorentin, dirigenti RAI come Michele Mezza, Andrèe Ruth Shammah regista teatrale, scienziati come Alberto Tedeschi e attrici-conduttrici come Geppi Cucciari ha due ragioni. Quella di legare la riflessione intorno al necessario cambio di paradigma alla dimensione quotidiana dei costumi e dei consumi e quella di generare una nuova visione, più complessa e più sensibile, proprio a partire dalla relazione di linguaggi espressivi differenti.
Lo stesso buffet della giornata sarà una coerente dimostrazione di come alimentarsi in modo salutare e gustoso, secondo la Dieta GIFT del dott. Speciani.
La partecipazione è gratuita, ma è necessaria la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni, contattare la segreteria organizzativa: Erredieffe - Comunicazione Eventi Tel. 02 66114397 - 02 66115408 info@saporedelsapere.it www.saporedelsapere.it
INDIRIZZO:Via Carlo Bo, 1 – Milano- Metro Romolo
Il Programma
L’informazione, l’universo e la vita
Ore 09.15: Registrazione
Moderatori: Ervin Laszlo e Fiorello Cortiana
Ore 09.45 Saluto
Giovanni Puglisi – Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
Ore 10.00: L’Informazione del Campo Akashico e l’origine dell’Universo
Ervin Laszlo - Filosofo della Scienza, Presidente Club di Budapest
Ore 10.30 L’Informazione e l’ Equilibrio Dinamico dell’ Ecosistema
Fiorello Cortiana – Condividi la Conoscenza, Senatore della Repubblica per due
legislature
Ore 10.50: Reti sociali e Mondo Economico
Giulio Sapelli - Professore Università di Milano
Ore 11.10: Informazione e Reti Sociali
Luca Poma – Giornalista
Ore 11.30: Reti Sociali e Politiche Concrete di Responsabilità Sociale di Impresa
Alessandro Pizzoccaro - Presidente Guna SpA
Ore 11.50: Sintomatologia della pubblicità del nuovo Millennio ovvero “The New Normal”
Layla Pavone – Presidente Onorario IAB Italia Forum e CEO Isobar
Ore 12.10: I cambi di paradigma nella storia e nelle culture antiche
Monica Centanni - Università Ca’ Foscari Venezia
Ore 12.30: Un invito ad un pranzo salutare
Attilio Speciani - Allergo-immunologo, docente Università Milano e Bologna,
direttore Eurosalus
Ore 12.40: Buffet
PROGRAMMA MATTINA
Moderatori: Pier Mario Biava e Rossella de Focatiis
Ore 14.00: Il Senso e l'Origine della Vita: La malattia come patologia della Comunicazione e le terapie informazionali
Pier Mario Biava - Medico - Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico
Multimedica Milano
Ore 14.20 L’apporto informativo degli alimenti e la dieta di segnale
Attilio Speciani - Allergo-immunologo, docente Università Milano e Bologna, direttore
Eurosalus
Ore 14.40:
L’acqua informata
Alberto Tedeschi – Fisico e Nicola Del Giudice - Medico
Ore 15.10: La regolazione dell’informazione nei sistemi viventi: sistemi complicati e sistemi
complessi
Fabio Burigana - Medico, Presidente AMEC-Trieste
Ore 15.30: L’informazione e la malattia nella visione antroposofica
Sergio Maria Francardo - Medico Antroposofo
Ore 15.50: Il cambiamento del segnale nella comunicazione comica negli ultimi anni
Geppi Cucciari – Attrice
Ore 16.10: La crisi sistemica del paradigma della modernità e la necessità del cambiamento
Marina Terragni – RCS Corriere della Sera; Cipriana Dall’Orto – Donna Moderna;
Gioia Locati – Il Giornale; Frieda Brioschi – Wikipedia; Layla Pavone – Presidente
Onorario IAB Italia Forum; Andrée Ruth Shammah – Regista Teatro Franco Parenti;
Ervin Laszlo – Club di Budapest; Enrico Fiorentin – CEO di GEK
Modera: Michele Mezza – Ideatore RAI – News 24
Ore 17.30: Trasferimento alla Cascina Cuccagna dove si inaugura la mostra:
“SCINTILLASCOPY: DALL’INFORMAZIONE ALLA FORMA” di Maura Biava e Dike Blair a cura della Galleria Alessandro De Marchartecipazone è gratuita. La prenotazione è obbligatoria al numero 02 66114397 o info@saporedelsapere.it
PROGRAMMA POMEL’INFORMAZIONE, L’UNIVERSO E LA VITA
In un’epoca di cambiamento come la nostra abbiamo bisogno di una nuova visione che cambi la
conoscenza specialistica, inserendola nel paradigma scientifico della complessità in una prospettiva
olistica. L’universo è un sistema che si evolve con una sua logica e una direzione. L’azione
dell’uomo quando ignora le relazioni sistemiche con le quali essa interagisce da’ luogo a quelle che
chiamiamo catastrofi. Ciò accade con l’ambiente e la biosfera, con la riduzione della biodiversità,
così come accade sul piano culturale e sociale con gli integralismi e i genocidi che si mettono in atto
nel mondo. Il cambiamento di paradigma è il cambiamento del comportamento e dello sguardo sul
vivente e sulle relazioni sociali. La profonda interazione tra l'uso dei segnali, dei messaggi e delle
informazioni non solo per l'organismo umano ma anche per l'organismo sociale, per la comunità e
per la società è alla base dell'incontro tra esperienze e discipline differenti. La comprensione di
questa espansione culturale sta interessando tanto il mondo scientifico e le esperienze terapeutiche
legate alla salute umana, quanto quelle legate alla salute sociale e alle relazioni nell'era digitale.
Questa è la grande speranza del nostro mondo: che possa cambiare la mentalità, cambiare la
coscienza e che ci si muova verso una prospettiva olistica. Questo cambiamento consentirebbe
all’impresa di creare un mondo sostenibile e di muoversi verso un’utopia possibile. La ricerca
dell’integralità, nel cibo, nella medicina, nello stile di vita, nella maniera di interazione tra le
persone e con la natura, l'acquisizione della conoscenza da parte di ognuno di essere parte di una
rete più ampia di relazioni e di conoscenze apre una nuova era culturale e valoriale in questo
momento di crisi epocale. La speranza è che nasca una nuova coscienza che abbia come valore
supremo il rispetto di ogni essere vivente e dell'ambiente , rispetto che garantisce la saggezza
sistemica, la cui carenza prepara le catastrofi.
La Giordano Bruno GlobalShift University è una istituzione umanistica online, impegnata a
creare agenti del cambiamento, informati ed etici, che portano una nuova coscienza, una voce fresca
e attuale di pensiero alla comunità globale, trasformando paradigmi obsoleti e favorendo la cocreazione
di un mondo equo, responsabile e sostenibile.
IULM ha ospitato diversi incontri sulla condivisione della conoscenza, la cultura informazionale e i
diritti digitali. Il 2 dicembre 2011, dalle ore 9.15 alle ore 17.30, questo dialogo prosegue intorno alla
relazione informazionale del vivente tra sfera biologica, dalla dimensione cellulare al rapporto
corpo-mente, e sfera antropologica, a partire dal rapporto tra pensiero, evoluzione, comunicazione.
L'informazione, l'universo, la vita
Venerdì 2 dicembre 2011, presso l'Aula Magna dell'Università IULM di Milano, si terrà il convegno “L'informazione, l'universo e la vita”. Tra i protagonisti dell'incontro, oltre al rettore della IULM Giovanni Puglisi, presidente della Commissione italiana dell Unesco, Ervin Laszlo, fondatore del Club di Budapest e Rettore della Giordano Bruno Global Shift University di Washington, Filosofo della Scienza e “padre” dell'olismo, già membro dell'Unesco, Fiorello Cortiana, amministratore in Lombardia 1992-1994, membro del Parlamento italiano come il senatore 1996-2006, delegato italiano al WSISIGF ONU, OLPC Goodwill Ambassador,Pier Mario Biava, medico, che per primo ha aperto la strada della riprogrammazione delle cellule staminali tumorali, via ora ritenuta corretta e pertanto percorsa dai maggiori ricercatori del mondo, con prospettive di cambiamento radicale non solo nell'approccio al cancro, ma alla medicina in generale,Attilio Speciani, Direttore Scientifico Eurosalus, docente Università di Milano e Bologna. Emilio Del Giudice, Vicepresidente della Fondazione Omeopatica Italiana, svolge attività di ricerca in seno all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano (INFN). fisico, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss (Germania). Giulio Sapelli, economista ricercatore emerito presso la Fondazione Eni Enrico Mattei e docente presso l'Università di Milano. Layla Pavone, Presidente Onorario di Iab Italia, l'associazione internazionale dedicata allo sviluppo della comunicazione pubblicitaria interattiva. Monica Centanni, , coordina le attività del Centro studi classicA – Iuav “Architettura, civiltà e tradizione del classico".Dirige la rivista on line “Engramma. La tradizione classica nella memoria occidentale”.
La partecipazione al confronto di giornalisti come Marina Terragni. Luca Poma, Cipriana Dall’Orto, Gioia Locati, imprenditori e manager come Alessandro Pizzoccaro e Enrico Fiorentin, dirigenti RAI come Michele Mezza, Andrèe Ruth Shammah regista teatrale, scienziati come Alberto Tedeschi e attrici-conduttrici come Geppi Cucciari ha due ragioni. Quella di legare la riflessione intorno al necessario cambio di paradigma alla dimensione quotidiana dei costumi e dei consumi e quella di generare una nuova visione, più complessa e più sensibile, proprio a partire dalla relazione di linguaggi espressivi differenti.
Lo stesso buffet della giornata sarà una coerente dimostrazione di come alimentarsi in modo salutare e gustoso, secondo la Dieta GIFT del dott. Speciani.
La partecipazione è gratuita, ma è necessaria la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni, contattare la segreteria organizzativa: Erredieffe - Comunicazione Eventi Tel. 02 66114397 - 02 66115408 info@saporedelsapere.it www.saporedelsapere.it
INDIRIZZO:Via Carlo Bo, 1 – Milano- Metro Romolo
Il Programma
L’informazione, l’universo e la vita
Ore 09.15: Registrazione
Moderatori: Ervin Laszlo e Fiorello Cortiana
Ore 09.45 Saluto
Giovanni Puglisi – Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
Ore 10.00: L’Informazione del Campo Akashico e l’origine dell’Universo
Ervin Laszlo - Filosofo della Scienza, Presidente Club di Budapest
Ore 10.30 L’Informazione e l’ Equilibrio Dinamico dell’ Ecosistema
Fiorello Cortiana – Condividi la Conoscenza, Senatore della Repubblica per due
legislature
Ore 10.50: Reti sociali e Mondo Economico
Giulio Sapelli - Professore Università di Milano
Ore 11.10: Informazione e Reti Sociali
Luca Poma – Giornalista
Ore 11.30: Reti Sociali e Politiche Concrete di Responsabilità Sociale di Impresa
Alessandro Pizzoccaro - Presidente Guna SpA
Ore 11.50: Sintomatologia della pubblicità del nuovo Millennio ovvero “The New Normal”
Layla Pavone – Presidente Onorario IAB Italia Forum e CEO Isobar
Ore 12.10: I cambi di paradigma nella storia e nelle culture antiche
Monica Centanni - Università Ca’ Foscari Venezia
Ore 12.30: Un invito ad un pranzo salutare
Attilio Speciani - Allergo-immunologo, docente Università Milano e Bologna,
direttore Eurosalus
Ore 12.40: Buffet
PROGRAMMA MATTINA
Moderatori: Pier Mario Biava e Rossella de Focatiis
Ore 14.00: Il Senso e l'Origine della Vita: La malattia come patologia della Comunicazione e le terapie informazionali
Pier Mario Biava - Medico - Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico
Multimedica Milano
Ore 14.20 L’apporto informativo degli alimenti e la dieta di segnale
Attilio Speciani - Allergo-immunologo, docente Università Milano e Bologna, direttore
Eurosalus
Ore 14.40:
L’acqua informata
Alberto Tedeschi – Fisico e Nicola Del Giudice - Medico
Ore 15.10: La regolazione dell’informazione nei sistemi viventi: sistemi complicati e sistemi
complessi
Fabio Burigana - Medico, Presidente AMEC-Trieste
Ore 15.30: L’informazione e la malattia nella visione antroposofica
Sergio Maria Francardo - Medico Antroposofo
Ore 15.50: Il cambiamento del segnale nella comunicazione comica negli ultimi anni
Geppi Cucciari – Attrice
Ore 16.10: La crisi sistemica del paradigma della modernità e la necessità del cambiamento
Marina Terragni – RCS Corriere della Sera; Cipriana Dall’Orto – Donna Moderna;
Gioia Locati – Il Giornale; Frieda Brioschi – Wikipedia; Layla Pavone – Presidente
Onorario IAB Italia Forum; Andrée Ruth Shammah – Regista Teatro Franco Parenti;
Ervin Laszlo – Club di Budapest; Enrico Fiorentin – CEO di GEK
Modera: Michele Mezza – Ideatore RAI – News 24
Ore 17.30: Trasferimento alla Cascina Cuccagna dove si inaugura la mostra:
“SCINTILLASCOPY: DALL’INFORMAZIONE ALLA FORMA” di Maura Biava e Dike Blair a cura della Galleria Alessandro De Marchartecipazone è gratuita. La prenotazione è obbligatoria al numero 02 66114397 o info@saporedelsapere.it
PROGRAMMA POMEL’INFORMAZIONE, L’UNIVERSO E LA VITA
In un’epoca di cambiamento come la nostra abbiamo bisogno di una nuova visione che cambi la
conoscenza specialistica, inserendola nel paradigma scientifico della complessità in una prospettiva
olistica. L’universo è un sistema che si evolve con una sua logica e una direzione. L’azione
dell’uomo quando ignora le relazioni sistemiche con le quali essa interagisce da’ luogo a quelle che
chiamiamo catastrofi. Ciò accade con l’ambiente e la biosfera, con la riduzione della biodiversità,
così come accade sul piano culturale e sociale con gli integralismi e i genocidi che si mettono in atto
nel mondo. Il cambiamento di paradigma è il cambiamento del comportamento e dello sguardo sul
vivente e sulle relazioni sociali. La profonda interazione tra l'uso dei segnali, dei messaggi e delle
informazioni non solo per l'organismo umano ma anche per l'organismo sociale, per la comunità e
per la società è alla base dell'incontro tra esperienze e discipline differenti. La comprensione di
questa espansione culturale sta interessando tanto il mondo scientifico e le esperienze terapeutiche
legate alla salute umana, quanto quelle legate alla salute sociale e alle relazioni nell'era digitale.
Questa è la grande speranza del nostro mondo: che possa cambiare la mentalità, cambiare la
coscienza e che ci si muova verso una prospettiva olistica. Questo cambiamento consentirebbe
all’impresa di creare un mondo sostenibile e di muoversi verso un’utopia possibile. La ricerca
dell’integralità, nel cibo, nella medicina, nello stile di vita, nella maniera di interazione tra le
persone e con la natura, l'acquisizione della conoscenza da parte di ognuno di essere parte di una
rete più ampia di relazioni e di conoscenze apre una nuova era culturale e valoriale in questo
momento di crisi epocale. La speranza è che nasca una nuova coscienza che abbia come valore
supremo il rispetto di ogni essere vivente e dell'ambiente , rispetto che garantisce la saggezza
sistemica, la cui carenza prepara le catastrofi.
La Giordano Bruno GlobalShift University è una istituzione umanistica online, impegnata a
creare agenti del cambiamento, informati ed etici, che portano una nuova coscienza, una voce fresca
e attuale di pensiero alla comunità globale, trasformando paradigmi obsoleti e favorendo la cocreazione
di un mondo equo, responsabile e sostenibile.
IULM ha ospitato diversi incontri sulla condivisione della conoscenza, la cultura informazionale e i
diritti digitali. Il 2 dicembre 2011, dalle ore 9.15 alle ore 17.30, questo dialogo prosegue intorno alla
relazione informazionale del vivente tra sfera biologica, dalla dimensione cellulare al rapporto
corpo-mente, e sfera antropologica, a partire dal rapporto tra pensiero, evoluzione, comunicazione.
giovedì 17 novembre 2011
il Monti Digitale
Monti: "Occorre infine operare per raggiungere gli obiettivi fissati in sede europea con l’agenda digitale". La prima volta che l'agenda digitale fa la sua comparsa nel discorso di fiducia di un un governo italiano. Vuoi vedere che ha letto la lettera mandatagli dall'IGF? Wow ;-)
dopo l'IGF Italia
“Anche mia nonna non sapeva usare il computer: ha imparato. E’ stato grazie al tam tam sui social media come Twitter, Facebook e i blog che il 30% della popolazione tunisina che ha accesso a Internet ha potuto condividere le ragioni delle proteste e le denuncie della censura e della repressione.” Il blogger tunisino Slim Amamou, all’Internet Governance Forum di Trento (http://www.igfitalia2011.it/), ha fatto un emozionante resoconto della condivisione di competenze e di informazioni che ha dato corpo alla domanda e alla partecipazione alla lotta di liberazione. Grazie alla rete digitale in Tunisia Si è messo in moto un passa parola virale e per nulla virtuale che ha portato la gente comune a capire che la caduta del regime era possibile. Una viralità che non ha conosciuto confini e sta ormai interessando la tetragona e sanguinaria dittatura siriana.
Dal 10 al 12 di novembre a Trento si è svolta l’edizione italiana dell’IGF mondiale che le nazioni Unite hanno organizzato quest’anno a Nairobi-Kenya dove, oltre ogni luogo comune, è stato rilevato che Internet non è globale ma esclude il 68,9% della popolazione mondiale. Del resto non solo in Tunisia ma anche da noi il governo uscente ha reiteratamente attaccato la libertà di espressione in rete, con la proposta di decreti che proponevano norme censorie su siti e blog, portando Wikipedia al blocco del sito e suscitando la reazione di oltre 400.000 firmatari di una specifica petizione. Internet come spazio pubblico dunque, oggetto di conflitti per il suo controllo e l’affermazione di diritti costitutivi.
A Trento Stefano Rodotà ha illustrato la proposta di modifica costituzionale all’articolo 21 affinché “Tutti hanno uguale diritto di accedere alla rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale.”. Internet è un sistema e volano per la produzione di valore, dato che l’economia digitale rappresenta già il 2% del PIL, 30 miliardi di euro dell’economia nazionale e, negli ultimi quindici anni, ha creato oltre 700.000 posti di lavoro specifici. Per questo aziende come Telecom, Vodafone e Microsoft, a gennaio, hanno sottoscritto un appello affinché la politica adottasse un’Agenda Digitale, in un paese dove solo il 55,9% degli adulti possiede un computer e dove i giovani nati nell’era digitale non trovano politiche pubbliche che non declinino la flessibilità come precarietà, la condivisione come contraffazione, il credito di imposta di chi investe in ricerca come assistenzialismo elusivo e l’accesso alla banda larga come privilegio.
Infatti nell’emendamento alla legge stabilità ogni riferimento allo sviluppo della banda larga in Italia è scomparso, come i fondi a essa destinati. Eppure è evidente che e-commerce, Voip, servizi bancari e finanziari e servizi amministrativi online già oggi sono un fattore di innovazione e sviluppo. Oltre spread tra i rendimenti dei titoli tedeschi e dei titoli di stato italiani c’è anche uno Spread Digitale che separa l’Italia dal resto d’Europa, condannando l’Italia alla posizione di coda nelle classifiche internazionali sulla banda ultra larga. La Commissione Europea nella Strategia 2020 afferma che investire in banda ultra larga e nuove tecnologie è prioritario per tornare a crescere e superare l’attuale, dura, crisi economica. Lo studio che Ericsson ha illustrato a Trento afferma che il raddoppio della velocità di connessione a banda larga genera un aumento del PIL dello 0,3%.
Lo Spread Digitale prodotto dall’inazione del governo Berlusconi ha ormai raggiunto livelli economicamente insostenibili, da qui l’appello dell’Internet Governance Forum (IGF) di Trento al professor Mario Monti affinché non si aspetti il superamento della crisi economica per investire nel digitale, perché lo sviluppo dell’economia digitale è una delle condizioni imprescindibili per il superamento stesso della crisi. L’IGF dice a Monti che “Il Paese non può continuare a rimanere politicamente emarginato rispetto a questi temi. Sono state abbandonate le iniziative che, grazie anche a documenti sottoscritti con altri stati, avevano fatto del nostro paese un indiscusso protagonista dell’iniziativa per un Internet Bill of Rights nel quadro degli Internet Governance Forum promossi dalle Nazioni Unite. A fronte di questo ruolo, negli ultimi anni l’Italia è stata mortificata dall’inazione e da ripetuti tentativi di limitare la libertà in rete e lo sviluppo dell’economia digitale”.
L’accesso alla rete e la sua neutralità, uno statuto del lavoro che su essa si svolge, la partecipazione informata ai processi deliberativi, la conoscenza come bene comune globale condiviso, sono questioni che riguardano la sfera economica e civile di un paese più consapevole e trasparente, capace di riscatto ed equità per “Tornare a essere elemento di forza e non di debolezza in Europa”, come ha proposto Mario Monti. All’IGF di Trento rappresentanti delle imprese, dell’associazionismo, dell’accademia, delle amministrazioni locali, italiani e non, hanno confrontato esperienze e condiviso proposte, dimostrando così le potenzialità di contributo economico, civile e ambientale di una comunità aperta e inclusiva come l’IGF può essere.
Dal 10 al 12 di novembre a Trento si è svolta l’edizione italiana dell’IGF mondiale che le nazioni Unite hanno organizzato quest’anno a Nairobi-Kenya dove, oltre ogni luogo comune, è stato rilevato che Internet non è globale ma esclude il 68,9% della popolazione mondiale. Del resto non solo in Tunisia ma anche da noi il governo uscente ha reiteratamente attaccato la libertà di espressione in rete, con la proposta di decreti che proponevano norme censorie su siti e blog, portando Wikipedia al blocco del sito e suscitando la reazione di oltre 400.000 firmatari di una specifica petizione. Internet come spazio pubblico dunque, oggetto di conflitti per il suo controllo e l’affermazione di diritti costitutivi.
A Trento Stefano Rodotà ha illustrato la proposta di modifica costituzionale all’articolo 21 affinché “Tutti hanno uguale diritto di accedere alla rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale.”. Internet è un sistema e volano per la produzione di valore, dato che l’economia digitale rappresenta già il 2% del PIL, 30 miliardi di euro dell’economia nazionale e, negli ultimi quindici anni, ha creato oltre 700.000 posti di lavoro specifici. Per questo aziende come Telecom, Vodafone e Microsoft, a gennaio, hanno sottoscritto un appello affinché la politica adottasse un’Agenda Digitale, in un paese dove solo il 55,9% degli adulti possiede un computer e dove i giovani nati nell’era digitale non trovano politiche pubbliche che non declinino la flessibilità come precarietà, la condivisione come contraffazione, il credito di imposta di chi investe in ricerca come assistenzialismo elusivo e l’accesso alla banda larga come privilegio.
Infatti nell’emendamento alla legge stabilità ogni riferimento allo sviluppo della banda larga in Italia è scomparso, come i fondi a essa destinati. Eppure è evidente che e-commerce, Voip, servizi bancari e finanziari e servizi amministrativi online già oggi sono un fattore di innovazione e sviluppo. Oltre spread tra i rendimenti dei titoli tedeschi e dei titoli di stato italiani c’è anche uno Spread Digitale che separa l’Italia dal resto d’Europa, condannando l’Italia alla posizione di coda nelle classifiche internazionali sulla banda ultra larga. La Commissione Europea nella Strategia 2020 afferma che investire in banda ultra larga e nuove tecnologie è prioritario per tornare a crescere e superare l’attuale, dura, crisi economica. Lo studio che Ericsson ha illustrato a Trento afferma che il raddoppio della velocità di connessione a banda larga genera un aumento del PIL dello 0,3%.
Lo Spread Digitale prodotto dall’inazione del governo Berlusconi ha ormai raggiunto livelli economicamente insostenibili, da qui l’appello dell’Internet Governance Forum (IGF) di Trento al professor Mario Monti affinché non si aspetti il superamento della crisi economica per investire nel digitale, perché lo sviluppo dell’economia digitale è una delle condizioni imprescindibili per il superamento stesso della crisi. L’IGF dice a Monti che “Il Paese non può continuare a rimanere politicamente emarginato rispetto a questi temi. Sono state abbandonate le iniziative che, grazie anche a documenti sottoscritti con altri stati, avevano fatto del nostro paese un indiscusso protagonista dell’iniziativa per un Internet Bill of Rights nel quadro degli Internet Governance Forum promossi dalle Nazioni Unite. A fronte di questo ruolo, negli ultimi anni l’Italia è stata mortificata dall’inazione e da ripetuti tentativi di limitare la libertà in rete e lo sviluppo dell’economia digitale”.
L’accesso alla rete e la sua neutralità, uno statuto del lavoro che su essa si svolge, la partecipazione informata ai processi deliberativi, la conoscenza come bene comune globale condiviso, sono questioni che riguardano la sfera economica e civile di un paese più consapevole e trasparente, capace di riscatto ed equità per “Tornare a essere elemento di forza e non di debolezza in Europa”, come ha proposto Mario Monti. All’IGF di Trento rappresentanti delle imprese, dell’associazionismo, dell’accademia, delle amministrazioni locali, italiani e non, hanno confrontato esperienze e condiviso proposte, dimostrando così le potenzialità di contributo economico, civile e ambientale di una comunità aperta e inclusiva come l’IGF può essere.
martedì 15 novembre 2011
Stati Generali dell'Innovazione
Comunicato Stampa
Un Ministro con delega all'Agenda Digitale Italiana:
necessario un impulso forte e chiaro per la strategia digitale del Paese
L’associazione statigeneralinnovazione.it si associa a quanto richiesto in questi giorni dall'Internet Governance Forum Italia perché l'Agenda Digitale Italiana sia tra i punti prioritari del governo che si sta formando e sia nominato un ministro con delega all'economia digitale e all'innovazione.
L'associazione statigeneralinnovazione.it ritiene che le migliori opportunità di crescita per il nostro Paese siano offerte dal sostegno all'innovazione come opportunità di sviluppo delle imprese, dallo sviluppo della banda larga e dall’abbattimento del digital divide di natura sociale, territoriale e generazionale, dal rinnovamento dello Stato attraverso l’Open Government, dalla valorizzazione della creatività, riconoscendo ai lavoratori della conoscenza ed in particolare alle nuove generazioni un ruolo fondamentale per la ripresa del sistema Italia.
Per questa ragione chiediamo al Presidente del Consiglio incaricato prof. Mario Monti di prevedere una delega governativa esplicita per la definizione e l'attuazione di una strategia digitale per il Paese, la cui assenza pesa come un macigno sulle possibilità di uscita dalla crisi.
Il ministro a cui sarà assegnata questa responsabilità avrà il contributo e il sostegno di tutti gli stakeholders dell'innovazione, per i quali l'iniziativa degli Stati Generali dell'Innovazione vuole costituire un punto di riferimento e prima di tutto un luogo di incontro e di confronto, anche con la Consulta Permanente degli Stati Generali dell'Innovazione, in fase di costituzione.
Gli Stati Generali dell'Innovazione
L'iniziativa degli Stati Generali dell'Innovazione (www.statigeneralinnovazione.it)
è promossa da un network di associazioni, aziende e privati cittadini che credono che le migliori opportunità di crescita per il nostro Paese siano offerte dalla creatività dei giovani, dal riconoscimento del merito, dall'abbattimento del digital divide, dal rinnovamento dello Stato attraverso l'Open Government.
Un Ministro con delega all'Agenda Digitale Italiana:
necessario un impulso forte e chiaro per la strategia digitale del Paese
L’associazione statigeneralinnovazione.it si associa a quanto richiesto in questi giorni dall'Internet Governance Forum Italia perché l'Agenda Digitale Italiana sia tra i punti prioritari del governo che si sta formando e sia nominato un ministro con delega all'economia digitale e all'innovazione.
L'associazione statigeneralinnovazione.it ritiene che le migliori opportunità di crescita per il nostro Paese siano offerte dal sostegno all'innovazione come opportunità di sviluppo delle imprese, dallo sviluppo della banda larga e dall’abbattimento del digital divide di natura sociale, territoriale e generazionale, dal rinnovamento dello Stato attraverso l’Open Government, dalla valorizzazione della creatività, riconoscendo ai lavoratori della conoscenza ed in particolare alle nuove generazioni un ruolo fondamentale per la ripresa del sistema Italia.
Per questa ragione chiediamo al Presidente del Consiglio incaricato prof. Mario Monti di prevedere una delega governativa esplicita per la definizione e l'attuazione di una strategia digitale per il Paese, la cui assenza pesa come un macigno sulle possibilità di uscita dalla crisi.
Il ministro a cui sarà assegnata questa responsabilità avrà il contributo e il sostegno di tutti gli stakeholders dell'innovazione, per i quali l'iniziativa degli Stati Generali dell'Innovazione vuole costituire un punto di riferimento e prima di tutto un luogo di incontro e di confronto, anche con la Consulta Permanente degli Stati Generali dell'Innovazione, in fase di costituzione.
Gli Stati Generali dell'Innovazione
L'iniziativa degli Stati Generali dell'Innovazione (www.statigeneralinnovazione.it)
è promossa da un network di associazioni, aziende e privati cittadini che credono che le migliori opportunità di crescita per il nostro Paese siano offerte dalla creatività dei giovani, dal riconoscimento del merito, dall'abbattimento del digital divide, dal rinnovamento dello Stato attraverso l'Open Government.
domenica 13 novembre 2011
B. Ricomincia dalla casella del 1994
Il messaggio TV di B. non e' un commiato. Con le dimissioni prova a proporsi/vendersi come colui che riformerà l'Italia, come se in questo quasi ventennio avesse governato qualcun altro. Ha alimentato l'anti-politica e di nuovo prova a farsene paladino, interprete e rappresentante. Aspettiamoci di tutto e non facciamo gli spettatori.
Banche e finanza
Banche e finanza mondiale hanno prodotto la crisi alimentando bolle e manovre speculative, derivati vuoti, così come vari bond. Ora si presentano come coloro che danno la direzione. Occupi Wall Street indica e denuncia queste responsabilità,quelle che lo stesso Obama non e' riuscito a regolamentare. Il vuoto di politica in Europa non può essere colmato che dagli europei, come e' avvenuto nel secolo delle dittature.
In Italia viviamo un passaggio agonico che può generare una svolta sostenibile, socialmente e ambientalmente, se ognuno fa' un passo avanti, se smette la pigrizia del telespettatore tutto zappino e commenti. Facciamo la nostra parte e contribuiamo così a fare un'Europa politica.
In Italia viviamo un passaggio agonico che può generare una svolta sostenibile, socialmente e ambientalmente, se ognuno fa' un passo avanti, se smette la pigrizia del telespettatore tutto zappino e commenti. Facciamo la nostra parte e contribuiamo così a fare un'Europa politica.
venerdì 11 novembre 2011
Lettera a Mario Monti
Cari tutti,
Questa e' la lettera che l'Internet Governance Forum Italia in corso a Trento ha inviato al Prof.Monti,
divulgate come credete
Ciao
Fiorello
Al Professor Mario Monti, Senato della Repubblica
Crisi: per la crescita il nuovo governo deve affrontare lo “spread digitale”
Gentile Professore,
Non abbiamo bisogno di ricordarle l’importanza di Internet, spazio di libertà globale, strumento di organizzazione politica e sociale, sostegno indispensabile dell’economia. Lo “spread digitale” dell’Italia nei confronti dei principali paesi del mondo ha ormai raggiunto livelli insostenibili anche per la tenuta economica nazionale. Ancora più preoccupante, anche in queste ore di straordinaria apprensione per la situazione finanziaria del Paese, è il persistere di una condizione di inconsapevolezza politica e di inazione governativa nell’affrontare tale ritardo che pregiudica gravemente le nostre possibilità di crescita e di sviluppo. In particolare, l’incapacità di affrontare i problemi legati alla diffusione della banda larga è indegna di un paese che voglia restare in Europa.
Non si può aspettare il superamento della crisi economica per investire nel digitale, perché, come sancito dalla Commissione Europea nella Strategia 2020, lo sviluppo dell’economia digitale è una delle condizioni imprescindibili per il superamento stesso della crisi.
Nonostante i ritardi, l’economia digitale rappresenta già il 2% del PIL dell’economia nazionale e, negli ultimi 15 anni, ha creato oltre 700.000 posti di lavoro. Internet non può essere più ignorata. Il Paese non può continuare a rimanere politicamente emarginato rispetto a questi temi. Sono state abbandonate le iniziative che, grazie anche a documenti sottoscritti con altri stati, avevano fatto del nostro Paese un indiscusso protagonista dell’iniziativa per un Internet Bill of Rights nel quadro degli Internet Governance Forum promossi dalle Nazioni Unite. A fronte di questo ruolo, negli ultimi anni l’Italia è stata mortificata dall’inazione e da ripetuti tentativi di limitare la libertà in rete e lo sviluppo dell’economia digitale.
L’Internet Governance Forum Italia 2011 si rivolge a Lei affinché un nuovo governo si impegni concretamente, anche attraverso la nomina di un ministro se necessario, per la piena implementazione di un’agenda digitale in conformità con quanto stabilito dall’Europa. Richiamiamo in particolare l’attenzione sull’accesso ad Internet come diritto fondamentale della persona, come già riconosciuto da costituzioni, leggi nazionali e risoluzioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa; sul riconoscimento in via di principio della conoscenza come bene comune globale; sulla garanzia della neutralità della rete in relazione ai flussi di dati; sulla definizione di uno statuto del lavoro in rete.
Questa e' la lettera che l'Internet Governance Forum Italia in corso a Trento ha inviato al Prof.Monti,
divulgate come credete
Ciao
Fiorello
Al Professor Mario Monti, Senato della Repubblica
Crisi: per la crescita il nuovo governo deve affrontare lo “spread digitale”
Gentile Professore,
Non abbiamo bisogno di ricordarle l’importanza di Internet, spazio di libertà globale, strumento di organizzazione politica e sociale, sostegno indispensabile dell’economia. Lo “spread digitale” dell’Italia nei confronti dei principali paesi del mondo ha ormai raggiunto livelli insostenibili anche per la tenuta economica nazionale. Ancora più preoccupante, anche in queste ore di straordinaria apprensione per la situazione finanziaria del Paese, è il persistere di una condizione di inconsapevolezza politica e di inazione governativa nell’affrontare tale ritardo che pregiudica gravemente le nostre possibilità di crescita e di sviluppo. In particolare, l’incapacità di affrontare i problemi legati alla diffusione della banda larga è indegna di un paese che voglia restare in Europa.
Non si può aspettare il superamento della crisi economica per investire nel digitale, perché, come sancito dalla Commissione Europea nella Strategia 2020, lo sviluppo dell’economia digitale è una delle condizioni imprescindibili per il superamento stesso della crisi.
Nonostante i ritardi, l’economia digitale rappresenta già il 2% del PIL dell’economia nazionale e, negli ultimi 15 anni, ha creato oltre 700.000 posti di lavoro. Internet non può essere più ignorata. Il Paese non può continuare a rimanere politicamente emarginato rispetto a questi temi. Sono state abbandonate le iniziative che, grazie anche a documenti sottoscritti con altri stati, avevano fatto del nostro Paese un indiscusso protagonista dell’iniziativa per un Internet Bill of Rights nel quadro degli Internet Governance Forum promossi dalle Nazioni Unite. A fronte di questo ruolo, negli ultimi anni l’Italia è stata mortificata dall’inazione e da ripetuti tentativi di limitare la libertà in rete e lo sviluppo dell’economia digitale.
L’Internet Governance Forum Italia 2011 si rivolge a Lei affinché un nuovo governo si impegni concretamente, anche attraverso la nomina di un ministro se necessario, per la piena implementazione di un’agenda digitale in conformità con quanto stabilito dall’Europa. Richiamiamo in particolare l’attenzione sull’accesso ad Internet come diritto fondamentale della persona, come già riconosciuto da costituzioni, leggi nazionali e risoluzioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa; sul riconoscimento in via di principio della conoscenza come bene comune globale; sulla garanzia della neutralità della rete in relazione ai flussi di dati; sulla definizione di uno statuto del lavoro in rete.
L'opportunità dell'IGF aTrento
Dopo l'appuntamento mondiale a Nairobi in Kenia, si e' aperta a Trento la quarta edizione nazionale dell'Igf-Internet Governance Forum http://www.igfitalia2011.it/. Centinaia di esperti e rappresentanti di imprese, amministrazioni locali, associazioni e Partite IVA della Conoscenza si confrontano all'interno di quattro macroaree tematiche dedicate a "Tecnologia e ricerca", "Società e cultura", "Diritti e doveri" ed "Economia e condivisione", con la possibilità di confronto libero su ulteriori questioni. A Trento si rifletterà sulle esperienze nazionali ed europee del Partito Pirata, della promozione della "Direttiva Europea di iniziativa popolare" sulle libertà digitali, utilizzando l'opportunità offerta dall'articolo sulla Citizen Initiative del Trattato Costituzionale Europeo. L'Italia ha avuto un ruolo attivo di stimolo e suggestione a partire dalla seconda sessione del Summit dell'ONU sulla Società dell'Informazione-WSIS a Tunisi con la proposta di una Carta dei Diritti della Rete e con il partecipato incontro internazionale sui diritti e la rete tenutosi a Roma prima dell'IGF di Rio, dove firmo' una specifica dichiarazione congiunta con il Governo Brasiliano. Il Brasile ha poi avviato il percorso di modifica costituzionale mentre il nostro governo metteva fine all'azione internazionale della commissione presieduta da Stefano Rodota' e ignorava la sua proposta di integrazione dell'art.21 della Costituzione "Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". Nel crepuscolo di Berlusconi la necessita' di politiche capaci di coniugare innovazione e lavoro affidano all'appuntamento trentino una responsabilità significativa affinché regole-welfare-infrastrutture-partecipazione-credito per la società e l'economia della conoscenza si impongano come costitutive di un rilancio competitivo dell'Italia. Di fronte all'ignoranza digitale di un Governo che ha tolto i soldi stanziati per la Banda Larga e ha reiteratamente cercato di mettere sotto controllo la condivisione disintermediata di conoscenza e informazioni, attraverso proposte di legge per limitare le intercettazioni, ha preso corpo una consapevolezza diffusa. Agenda Digitale, Stati Generali dell'Innovazione, Wikitalia, sono le denominazioni/affermazioni di azioni propositive che vogliono contribuire a colmare l'assenza di una politica pubblica della conoscenza e della partecipazione al piu' ampio spazio pubblico mai avuto a disposizione dall'umanità. Se non si supera l'ignoranza digitale della classe politica non e' possibile superare l'analfabetismo digitale da cui sono affetti gli italiani. I giovani attivisti nordafricani e mediorientali hanno dimostrato le potenzialità della rete per una democrazia partecipata, così come ha fatto Obama alle scorse primarie, e' altresì evidente l'uso repressivo della profilazione dei naviganti consentita dalla tracciabilita' dei loro punti di vista e delle loro azioni grazie alla pervasività digitale. La definizione di regole e garanzie per la Rete, neutralità-accessibilità-condivisione-apertura e libertà per i suoi alfabeti e le sue grammatiche di algoritmi, diventa una questione politica che riguarda tutti, perché riguarda la natura delle relazioni nelle nostre società. Per questo e' oggetto di contesa, per questo e' necessaria l'azione consapevole di un blocco sociale dell'innovazione qualitativa, composto e partecipato da tutti gli stakeholders in gioco. Per una societa' piu' responsabile e sostenibile. L'IGF di Trento, i suoi temi e i suoi partecipanti possono dare un contributo importante alla sua costituzione.
giovedì 10 novembre 2011
Facciamo la nostra parte qui
Con un voto di stretta misura, 52-46, il Senato Statunitense ha garantito la difesa della neutralita' della Rete della Federal Communication Commission. Il voto ha un valore simbolico perché Obama avrebbe messo il veto presidenziale su un provvedimento che avrebbe consegnato ai grandi provider un potere di ingerenza e discriminazione di ciò che circola in rete. E' comunque di grande significato che il Senato a maggioranza repubblicana abbia respinto un provvedimento fortemente sostenuto dai repubblicani stessi. Una buona notizia.
La scuola primaria tra apprendimento e intrattenimento
LA SCUOLA PRIMARIA TRA APPRENDIMENTO E INTRATTENIMENTO
di Valeria Ammenti
DALL'ECCELLENZA ALLA CATASTROFE
La coppia Gelmini/Tremonti e' riuscita nell'impresa di distruggere (quasi) la scuola primaria italiana, che era il fiore all'occhiello del nostro sistema scolastico, un'eccellenza riconosciuta anche a livello internazionale. Grazie soprattutto ai maestri italiani, instancabili promotori di esperienze di qualità, in passato recepite dai decisori politici ed istituzionalizzate, la scuola elementare aveva consentito ai nostri alunni di raggiungere le posizioni più elevate nelle comparazioni internazionali.
La Riforma Gelmini e le scelte economiche del Governo negli ultimi tre anni hanno smantellato l'impianto della scuola primaria. I tagli all'organico hanno comportato, di fatto, una generale riduzione del tempo scuola e l'abolizione del tempo pieno. Il tempo normale e' passato da 30 a 27 ore e il tempo pieno, come progetto educativo e modello didattico, non esiste più. Le menzogne del Ministro su un suo ampliamento hanno spacciato per tempo pieno la permanenza a scuola degli alunni per 40 ore. Come si può ridurre la progettualità educativa e didattica alla mera permanenza a scuola?
Il tempo pieno e' un modello che prevede la contitolarita' di due docenti su una stessa classe, la specializzazione dei docenti in alcuni ambiti disciplinari, in opposizione alla figura del maestro "tuttologo", la compresenza come risorsa per l'attuazione di progetti volti all'ampliamento dell'offerta formativa e al recupero degli alunni con difficoltà di apprendimento, il momento della mensa e le pause ricreative come occasione di socializzazione tra pari, come esperienza relazionale con figure adulte significative, come opportunità di educazione alimentare.
Un tempo scuola di 40 ore, sebbene lungo, ma non significato da tutto questo e realizzato con sempre meno risorse, diventa un tempo vuoto di progettualità, anche per il continuo avvicendamento di insegnanti chiamati a "coprire" così tante ore; si ha il paradosso per cui al tempo lungo della scuola non corrispondono i tempi lenti della relazione educativa. La scuola si riduce ad un baby-parking per i figli dei lavoratori. Chi ha i soldi fa altre scelte, magari nelle scuole private, finanziate indirettamente con fondi pubblici.
DIAMO I NUMERI? I TAGLI NEL DETTAGLIO
Il piano dei tagli voluto dal Governo ha determinato nell'ultimo triennio 27.923 posti in meno: la dotazione organica e' passata dai 226.262 posti dell'a.s. 2008-09 ai 198.339 del 2011-2012.
Questo obiettivo e' stato raggiunto riducendo le ore frontali nel tempo normale, eliminando le ore di compresenza, cancellando oltre 9.000 posti di insegnante specialista di lingua inglese.
Nessuna preoccupazione per la qualità dell'offerta formativa, solo calcoli ragionieristici, nessuna attenzione ai bambini che rappresentano il futuro di un Paese, solo preoccupazioni economiche. Invece i tagli ai 32.000 della Casta (tra eletti e nominati in società, enti e consorzi), quelli possono aspettare!
CRONACHE DI VITA PRIMARIA: IL MAESTRO AMPLIFICATO, IL SAPERE PARCELLIZZATO, IL BAMBINO DISORIENTATO
Le riduzioni dell'organico hanno comportato l' impossibilita' di mantenere due insegnanti in ogni classe. Oggi i bambini vedono ogni giorno diversi maestri: quello prevalente, che spesso esercita la prevalenza durante la pausa pranzo almeno tre o quattro volte alla settimana... praticamente, il maestro della mensa; quello di religione; quello di inglese, che se non e' il titolare di quella classe e' uno specializzato ordinariamente titolare di altri insegnamenti in un'altra classe, che vede avvicendarsi nella sua classe un collega che impartisce ai suoi alunni quegli insegnamenti di cui egli non può occuparsi per mancanza di ore, dovendo giostrarsi tra più classi nell'insegnamento della lingua inglese; quello di un'altra classe ancora che al posto della compresenza nella sua classe effettua la copertura delle mense rimanenti, insomma...UN DELIRIO!
In questo quadro perdono totalmente significato i concetti di "unitarietà dell'insegnamento", di "patto deontologico tra i docenti", di "competenza disciplinare specifica" dei docenti per quanto attiene alla conoscenza dei contenuti e delle metodologie proprie delle diverse scienze, di "approccio multidisciplinare" per quanto riguarda la metodologia e la didattica, di "relazione"...
La riforma e i tagli hanno realizzato la secondarizzazione della scuola primaria, modello che contrasta con i bisogni cognitivi e affettivi dei bambini di quest'eta'.
Non solo, gli insegnanti sono sempre più affaticati, costretti al volontariato per sopperire alle carenze organizzative, umiliati nella loro professionalità, defraudati dei loro diritti ma, nonostante tutto, continuano ad impegnarsi senza abbandonarsi alla demotivazione, nell'interesse degli alunni, delle famiglie, del Paese.
CHE FINE HANNO FATTO LE TRE " I " ?
" I " come IMPRESA ASSENTE : non sono state promosse le politiche necessarie a coinvolgere le imprese, neanche per la sponsorizzazione di progetti specifici o per la realizzazione di scambi scuola -territorio.
" I " come IGNORANZA DIGITALE: non solo per la mancanza degli strumenti tecnologici ( pochi computer e programmi spesso obsoleti, aule appositamente attrezzate, e male, nell'era dei tablet collegati tra loro in modalità mash, wi-fi assente). Risulta imbarazzante il confronto con l'Uruguay, che non e' un paese membro ne' del G8 ne' del G 20 e che ha distribuito ai bambini della scuola dell'obbligo 400000 computer che si collegano automaticamente tra loro e che sono dotati di programmi didattici per la collaborazione interattiva.
Generalmente nelle nostre scuole gli alunni, nativi digitali, utilizzano abilmente le ICT, spesso meglio dei loro maestri, ma mancano di qualsiasi bussola ragionata per la navigazione e i docenti, nella maggior parte dei casi, o non posseggono neanche le abilita' strumentali o, se le posseggono, non riconoscono la dimensione digitale come estensione del sistema cognitivo; poche le riflessioni sul web 2.0 come ambiente che realizza "l'intelligenza connettiva" che caratterizza il modo di comunicare ed apprendere nelle società informazionali contemporanee. Non sono state realizzate politiche organiche di formazione e aggiornamento del personale che andassero oltre l'alfabetizzazione strumentale (sul rapporto ICT-scuola-educazione rimando agli Atti del Convegno sulla Scuola 2.0 organizzato dalla Gilda lo scorso febbraio e visibile sul nostro sito).
" I " come INGLESE SURFING QUANDO NON MACCHERONICO: un Paese avanzato offre ai suoi bambini le migliori opportunità formative che si sostanziano anche attraverso la selezione e la formazione dei docenti. La lingua inglese dovrebbe essere insegnata da docenti preparati, perché padroneggiano l'idioma e hanno competenze di glottididattica.
Nelle nostre scuole tale insegnamento e' stato affidato ad insegnanti specialisti, raramente laureati in lingue, che insegnavano solo quello. Gelmini e Tremonti li hanno eliminati e si e' chiesto agli insegnanti su posto comune di sostituirli, dopo un corso di formazione. Cioè...dagli "specialisti" agli "specializzati".
Il Ministero avrebbe cosi' dovuto formare circa 25.000 maestri, l'anno scorso questi corsi sono stati frequentati da meno di 2.000.
Sorgono spontanee alcune domande: " E' lecito chiedere ai docenti di formarsi nell'insegnamento di una lingua, modificando unilateralmente il mansionario e il profilo professionale di persone assunte quando quella competenza non era richiesta ? E' lecito modificare unilateralmente i carichi di lavoro al di fuori dei confronti negoziali con i lavoratori? E' lecito non retribuire i carichi di lavoro aggiuntivi? E' plausibile apprendere una lingua, ad un livello di competenza tale da poterla insegnare,con un corso di 200 o 400 ore?"
Nelle scuole sta succedendo di tutto, sono chiamati ad insegnare la lingua inglese docenti che hanno frequentato questi corsi, docenti che li stanno frequentando, docenti che hanno frequentato corsi amatoriali di alfabetizzazione linguistica, docenti che hanno studiato l'inglese nella scuola superiore, docenti che hanno sostenuto un (leggasi uno) esame di lingua durante il percorso universitario... Tutto fa brodo!
Moltissime poi le iniziative illegittime con cui si obbligano gli insegnanti specializzati ad insegnare la lingua in altre classi oltre la propria,stravolgendo l'organizzazione oraria e la didattica e aumentando i carichi di lavoro al di fuori dei quadri normativi e delle garanzie contrattuali.
CAMBIARE PROSPETTIVA, INVESTIRE NEL FUTURO
La formazione, l'apprendimento, la conoscenza non possono continuare ad essere considerati un costo da tagliare, sono un investimento obbligato nella società globalizzata dove si compete attraverso la creatività e l'innovazione.
di Valeria Ammenti
DALL'ECCELLENZA ALLA CATASTROFE
La coppia Gelmini/Tremonti e' riuscita nell'impresa di distruggere (quasi) la scuola primaria italiana, che era il fiore all'occhiello del nostro sistema scolastico, un'eccellenza riconosciuta anche a livello internazionale. Grazie soprattutto ai maestri italiani, instancabili promotori di esperienze di qualità, in passato recepite dai decisori politici ed istituzionalizzate, la scuola elementare aveva consentito ai nostri alunni di raggiungere le posizioni più elevate nelle comparazioni internazionali.
La Riforma Gelmini e le scelte economiche del Governo negli ultimi tre anni hanno smantellato l'impianto della scuola primaria. I tagli all'organico hanno comportato, di fatto, una generale riduzione del tempo scuola e l'abolizione del tempo pieno. Il tempo normale e' passato da 30 a 27 ore e il tempo pieno, come progetto educativo e modello didattico, non esiste più. Le menzogne del Ministro su un suo ampliamento hanno spacciato per tempo pieno la permanenza a scuola degli alunni per 40 ore. Come si può ridurre la progettualità educativa e didattica alla mera permanenza a scuola?
Il tempo pieno e' un modello che prevede la contitolarita' di due docenti su una stessa classe, la specializzazione dei docenti in alcuni ambiti disciplinari, in opposizione alla figura del maestro "tuttologo", la compresenza come risorsa per l'attuazione di progetti volti all'ampliamento dell'offerta formativa e al recupero degli alunni con difficoltà di apprendimento, il momento della mensa e le pause ricreative come occasione di socializzazione tra pari, come esperienza relazionale con figure adulte significative, come opportunità di educazione alimentare.
Un tempo scuola di 40 ore, sebbene lungo, ma non significato da tutto questo e realizzato con sempre meno risorse, diventa un tempo vuoto di progettualità, anche per il continuo avvicendamento di insegnanti chiamati a "coprire" così tante ore; si ha il paradosso per cui al tempo lungo della scuola non corrispondono i tempi lenti della relazione educativa. La scuola si riduce ad un baby-parking per i figli dei lavoratori. Chi ha i soldi fa altre scelte, magari nelle scuole private, finanziate indirettamente con fondi pubblici.
DIAMO I NUMERI? I TAGLI NEL DETTAGLIO
Il piano dei tagli voluto dal Governo ha determinato nell'ultimo triennio 27.923 posti in meno: la dotazione organica e' passata dai 226.262 posti dell'a.s. 2008-09 ai 198.339 del 2011-2012.
Questo obiettivo e' stato raggiunto riducendo le ore frontali nel tempo normale, eliminando le ore di compresenza, cancellando oltre 9.000 posti di insegnante specialista di lingua inglese.
Nessuna preoccupazione per la qualità dell'offerta formativa, solo calcoli ragionieristici, nessuna attenzione ai bambini che rappresentano il futuro di un Paese, solo preoccupazioni economiche. Invece i tagli ai 32.000 della Casta (tra eletti e nominati in società, enti e consorzi), quelli possono aspettare!
CRONACHE DI VITA PRIMARIA: IL MAESTRO AMPLIFICATO, IL SAPERE PARCELLIZZATO, IL BAMBINO DISORIENTATO
Le riduzioni dell'organico hanno comportato l' impossibilita' di mantenere due insegnanti in ogni classe. Oggi i bambini vedono ogni giorno diversi maestri: quello prevalente, che spesso esercita la prevalenza durante la pausa pranzo almeno tre o quattro volte alla settimana... praticamente, il maestro della mensa; quello di religione; quello di inglese, che se non e' il titolare di quella classe e' uno specializzato ordinariamente titolare di altri insegnamenti in un'altra classe, che vede avvicendarsi nella sua classe un collega che impartisce ai suoi alunni quegli insegnamenti di cui egli non può occuparsi per mancanza di ore, dovendo giostrarsi tra più classi nell'insegnamento della lingua inglese; quello di un'altra classe ancora che al posto della compresenza nella sua classe effettua la copertura delle mense rimanenti, insomma...UN DELIRIO!
In questo quadro perdono totalmente significato i concetti di "unitarietà dell'insegnamento", di "patto deontologico tra i docenti", di "competenza disciplinare specifica" dei docenti per quanto attiene alla conoscenza dei contenuti e delle metodologie proprie delle diverse scienze, di "approccio multidisciplinare" per quanto riguarda la metodologia e la didattica, di "relazione"...
La riforma e i tagli hanno realizzato la secondarizzazione della scuola primaria, modello che contrasta con i bisogni cognitivi e affettivi dei bambini di quest'eta'.
Non solo, gli insegnanti sono sempre più affaticati, costretti al volontariato per sopperire alle carenze organizzative, umiliati nella loro professionalità, defraudati dei loro diritti ma, nonostante tutto, continuano ad impegnarsi senza abbandonarsi alla demotivazione, nell'interesse degli alunni, delle famiglie, del Paese.
CHE FINE HANNO FATTO LE TRE " I " ?
" I " come IMPRESA ASSENTE : non sono state promosse le politiche necessarie a coinvolgere le imprese, neanche per la sponsorizzazione di progetti specifici o per la realizzazione di scambi scuola -territorio.
" I " come IGNORANZA DIGITALE: non solo per la mancanza degli strumenti tecnologici ( pochi computer e programmi spesso obsoleti, aule appositamente attrezzate, e male, nell'era dei tablet collegati tra loro in modalità mash, wi-fi assente). Risulta imbarazzante il confronto con l'Uruguay, che non e' un paese membro ne' del G8 ne' del G 20 e che ha distribuito ai bambini della scuola dell'obbligo 400000 computer che si collegano automaticamente tra loro e che sono dotati di programmi didattici per la collaborazione interattiva.
Generalmente nelle nostre scuole gli alunni, nativi digitali, utilizzano abilmente le ICT, spesso meglio dei loro maestri, ma mancano di qualsiasi bussola ragionata per la navigazione e i docenti, nella maggior parte dei casi, o non posseggono neanche le abilita' strumentali o, se le posseggono, non riconoscono la dimensione digitale come estensione del sistema cognitivo; poche le riflessioni sul web 2.0 come ambiente che realizza "l'intelligenza connettiva" che caratterizza il modo di comunicare ed apprendere nelle società informazionali contemporanee. Non sono state realizzate politiche organiche di formazione e aggiornamento del personale che andassero oltre l'alfabetizzazione strumentale (sul rapporto ICT-scuola-educazione rimando agli Atti del Convegno sulla Scuola 2.0 organizzato dalla Gilda lo scorso febbraio e visibile sul nostro sito).
" I " come INGLESE SURFING QUANDO NON MACCHERONICO: un Paese avanzato offre ai suoi bambini le migliori opportunità formative che si sostanziano anche attraverso la selezione e la formazione dei docenti. La lingua inglese dovrebbe essere insegnata da docenti preparati, perché padroneggiano l'idioma e hanno competenze di glottididattica.
Nelle nostre scuole tale insegnamento e' stato affidato ad insegnanti specialisti, raramente laureati in lingue, che insegnavano solo quello. Gelmini e Tremonti li hanno eliminati e si e' chiesto agli insegnanti su posto comune di sostituirli, dopo un corso di formazione. Cioè...dagli "specialisti" agli "specializzati".
Il Ministero avrebbe cosi' dovuto formare circa 25.000 maestri, l'anno scorso questi corsi sono stati frequentati da meno di 2.000.
Sorgono spontanee alcune domande: " E' lecito chiedere ai docenti di formarsi nell'insegnamento di una lingua, modificando unilateralmente il mansionario e il profilo professionale di persone assunte quando quella competenza non era richiesta ? E' lecito modificare unilateralmente i carichi di lavoro al di fuori dei confronti negoziali con i lavoratori? E' lecito non retribuire i carichi di lavoro aggiuntivi? E' plausibile apprendere una lingua, ad un livello di competenza tale da poterla insegnare,con un corso di 200 o 400 ore?"
Nelle scuole sta succedendo di tutto, sono chiamati ad insegnare la lingua inglese docenti che hanno frequentato questi corsi, docenti che li stanno frequentando, docenti che hanno frequentato corsi amatoriali di alfabetizzazione linguistica, docenti che hanno studiato l'inglese nella scuola superiore, docenti che hanno sostenuto un (leggasi uno) esame di lingua durante il percorso universitario... Tutto fa brodo!
Moltissime poi le iniziative illegittime con cui si obbligano gli insegnanti specializzati ad insegnare la lingua in altre classi oltre la propria,stravolgendo l'organizzazione oraria e la didattica e aumentando i carichi di lavoro al di fuori dei quadri normativi e delle garanzie contrattuali.
CAMBIARE PROSPETTIVA, INVESTIRE NEL FUTURO
La formazione, l'apprendimento, la conoscenza non possono continuare ad essere considerati un costo da tagliare, sono un investimento obbligato nella società globalizzata dove si compete attraverso la creatività e l'innovazione.
Innovazione?
http://www.unita.it/tecnologia/fiorello-cortiana-ora-conviene-diventare-digitali-1.349756
lunedì 7 novembre 2011
giovedì 3 novembre 2011
Senza Europa non c'è soggettività politica possibile
International Herald Tribune "Italy may be' the NeXT Greece, and if it is, United Europe may not have a future. Chiaro? Se finiamo come la Grecia non solo noi ma anche l'Europa Unita non avrebbe un futuro. Non si tratterebbe di una magra consolazione nazionalista ma di un disastro non solo economico e finanziario dentro la globalizzazione cinese.
lunedì 31 ottobre 2011
I polli di Renzi. Oltre la battuta.
La definizione dei "polli di Renzi",che avevo postato su Fb, l'ho ritrovata nella vignetta di Giannelli sul Corriere...una sintonia significativa. C'è pero' qualcosa di più profondo che si muove nel drammatico crepuscolo di B., qualcosa che richiede di non essere risolto con una battuta affinché il dopo B. rappresenti un passo in avanti per la nostra democrazia repubblicana.
L'agitarsi in casa PD del segretario e di un ampio numero di contendenti, piu' o meno velleitari,alla leadership del centrosinistra, aggiunti a Vendola e Di Pietro (che hanno bussato e sono stati accolti), costituisce un indicatore significativo. E' vero che insieme richiamano i polli di Renzo, nella contingenza mediatica i polli di Renzi, anche se, per essere precisi, si trattava di capponi, appunto sterili.
Innanzitutto B. non e' la causa del disastro, bensì ne costituisce il prodotto più probabile nelle condizioni politiche italiane del fine '900. Le cause risiedono nei limiti di forma e di contenuto dei partiti popolari, DC,PCI,PSI, che avevano ignorato il '68 e il '77 derubricandoli a questione di ordine pubblico o terapeutico; che avevano vissuto i referendum divorzio e aborto come parentesi, l'emergenza radicale come sberleffo pittoresco e il femminismo come "questione femminile"; che avevano occupato tutte le articolazioni istituzionali, dal Parlamento, agli Enti, ai Consorzi, alla RAI ecc.; che vivevano l'articolazione sociale del sindacato e dell'associazionismo come una dipendenza assoggettata a se'. Partiti che si rifacevano a ragioni ideologiche finite e che pretendevano di ridurre tutto alla contrapposizione destra/sinistra. Ma il modello energivoro e militare nucleare discusso dai verdi era di destra o di sinistra? Di destra a Three Miles Island e di sinistra a Chernobyl o in Cina? Di destra perché i dividendi andavano agli azionisti e di sinistra dove si distribuivano tra i maggiorenti del partito? E la caccia, l'uccidere gli animali per sport, era di destra o di sinistra? Dietro queste apparenti contrapposizioni, obbligati da Yalta all'impossibilità dell'alternanza, prendevano corpo le pratiche consociative di occupazione e spartizione della cosa pubblica, altro che la politica come servizio! Così il protagonismo di un'opinione pubblica avvertita che attraverso i referendum chiedeva l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti veniva ignorato, aggirato e deriso chiamandolo rimborso, finanziamento alla stampa ecc. Un sistema di gestione della cosa pubblica che in più richiedeva il pizzo con le tangenti per opere pubbliche anche devastanti, ma che facevano girare lire e occupazione, così come la moltiplicazione di metri cubi immobiliari che sfregiavano città e territori.
Così si spiega il successo di un abile comunicatore, che disponeva di molteplici canali televisivi, alla faccia della sentenza della Corte Costituzionale e grazie alla partitocrazia e alle tangenti/finanziamenti che elargiva.
B. , allo scoppio del sistema tangentato , si e' presentato come l'imprenditore di successo nonostante i partiti, si e' presentato come colui che avrebbe liberato le istituzioni dall'occupazione partitocratica, innovandole. Sappiamo com' e' andata, era merce contraffatta e avvelenata.
Eppure per due volte la riserva di intelligenza e di generosità democratica era riuscita a sconfiggere B.. La prima volta con l'Ulivo, un intelligente incontro tra le culture democratiche italiane storiche e recenti sul piano del governo e della costruzione dell'Europa. Qui non mi interessa ricordare com'e andata e a causa di chi, mi interessa mettere in luce l'arroganza presuntuosa degli esponenti di due culture storiche, quella democristiana e quella comunista, che, invece di pensare l'Ulivo come federazione inclusiva delle culture disponibili ad assumere responsabilità di governo, hanno voluto ridurlo a se' e non stupisce che nel loro Soviet siano poi prevalsi i bolscevichi. Non ci sono scorciatoie, occorre ripartire da qui per aprire un processo democratico partecipato per il dopo B.. Misuriamoci dunque sulle proposte, ma a partire dai nodi della partitocrazia e dalla sua cultura sviluppista. Dimezziamo i parlamentari visti i nuovi poteri attribuiti alle Regioni dal Titolo Quinto modificato nella Costituzione? Così le aboliamo le Provincie? Creiamo le Città Metropolitane? Verifichiamo la necessita' e le dimensioni delle Comunità Montane, dei Consorzi e dei mille enti ed ex Municipalizzate? Nella sanità come la mettiamo con la spartizione, in luogo del merito? E poco importa se sia fatta a favore della Compagnia delle Opere piuttosto che della Lega delle Cooperative. Non e' possibile che quando la Magistratura mette in luce le similitudini e le simmetrie delle compromissioni della sinistra e della destra, da un lato e' la prova della malvagita' del Sistema B., dall'altro e' la degenerazione di qualche mascalzone e non la ragione sociale della Casa. Sulle grandi e piccole opere, invece di far finta che sia una questione ideologica, perché non introdurre la VIA in sede di progetto, per cui si verifica la necessita' dell'opera alla luce di quelle esistenti, delle quali verificare il possibile potenziamento? Di fronte al disastro nel Levante ligure il Presidente Napolitano ha detto che " Sono le conseguenze molto dolorose che paghiamo per quelli che sono grossi turbamenti climatici". No Presidente, paghiamo anche speculazione e mancanza di prevenzione. Perché non si costruisce solo dove la mappa del dissesto idrogeologico consente? Altrimenti questo paese sarà unito dai disastri.
Le Pensioni Baby vogliamo discuterle, perche' chi ha usufruito di questo privilegio non puo' essere tassato piu' degli altri? La precarietà nella scuola la risolviamo sempre attraverso sanatorie?La valutazione del merito degli insegnanti, come e ad opera di chi? Vogliamo effettivamente liberalizzare l'economia ed i servizi in questo Paese? Vogliamo difendere i Beni Comuni, dall'acqua all'energia, come affermato dai referendum? Riconosciamo la produzione di valore nell'Economia della Conoscenza? Se si', capiamo che occorre un nuovo welfare per le Partite IVA dove la necessaria flessibilità non sia sinonimo di precarietà, dove ci sia l'incontro tra creatività e credito, dove la condivisione e non i brevetti e il diritto d'autore produce valore; l'accesso alla rete a Banda Larga e la sua neutralità sono precondizioni necessarie. Ci rendiamo conto che nella società della conoscenza e della tracciabilita' pervasiva, la Privacy non e' più il diritto ad essere lasciati soli, ma diventa la gestione consapevole della propria identità? Nella società della conoscenza capiamo che la partecipazione informata ai processi deliberativi li qualifica come democratici e qualifica noi tutti come cittadini e non come spettatori? Ci rendiamo conto che la rete digitale non e' un altrove parallelo e compensativo, ma un'estensione dello Spazio Pubblico, quindi non un nuovo Far West per potenti, prepotenti e furbi, per sceriffi e banditi, bensì uno spazio definito da regole condivise, non preclusive di futuro e definite attraverso la partecipazione di tutti i portatori di interessi? Proprio il modello reticolare di partecipazione sociale alla produzione di valore diventa la modalità di relazione e di gestione di risorse delicate. Pensiamo alle energie rinnovabili e al rapporto di committenza/gestione che prende corpo nei condomini e in possibili associazioni di quartiere. Pensiamo a quale funzione economica e sociale possono svolgere come facilitatori/interlocutori di queste reti le Societa' ex Municipalizzate-Multiutilities. La stessa cosa vale per i GAS-Gruppi di Acquisto Solidale e la relazione a Km Zero con la filiera agroalimentare. Che politiche pubbliche proponiamo per queste filiere della sostenibilita' ambientale e della qualità sociale? Vogliamo pensare ad una pressione fiscale inversamente proporzionale alla loro impronta ecologica? Vogliamo pensare ad incentivi e crediti direttamente proporzionali ai risparmi in emissioni, inquinamento chimico, biodiversità, paesaggio e alla bassa intensità di capitale/maggior occupazione? Così a partire dal decentramento amministrativo nelle citta', ma anche nella gestione dei parchi, ad esempio, perché non trasformare le palestre della partitocrazia e i distributori di gettoni ai rappresentanti delle diverse cordate, in agenzie che mettano in relazione la sussidiarietà sociale con le risorse normative/finanziarie/economiche delle diverse amministrazioni?
Non si tratta di una questione generazionale, ma di una questione politica: come vengono affrontati e risolti i nodi dell'apertura, della liberalizzazione e della responsabilizzazione diffusa della nostra società di fronte alle rendite di posizione finanziarie,imprenditoriali, sindacali, partitiche e di tutte le categorie/ordini professionali che "danno del loro agli altri per non pagare il dazio"? Come passiamo da un modello di sviluppo a crescita quantitativa illimitata, energivoro e inquinante, ad un modello basato sulla conoscenza, sulla relazione e sull'armonia con i grandi cicli naturali?
Ho definito la relazione diretta ed indiretta dei diversi leaders del centrosinistra con la Leopolda come " I polli di Renzi" per mettere in luce il paradosso di una spregiudicata denuncia di alcuni limiti che mette il Re a nudo, ma che e' interna al registro massmediatico personalistico e plebiscitario definitosi nell'era B.. E ancora sul paradosso: e' un'utile suggestione definire 100 punti alla luce di interventi di 5 minuti l'uno, ma chi li ha scelti? Chi era accreditato a farlo?
Nel merito poi, la portata innovativa o meno dei 100 punti non e' data dall'eta' dei proponenti o dalla collocazione nella nomenclatura, ma da come e quanto affrontano i nodi che privano il paese e le nuove generazioni di futuro.
L'agitarsi in casa PD del segretario e di un ampio numero di contendenti, piu' o meno velleitari,alla leadership del centrosinistra, aggiunti a Vendola e Di Pietro (che hanno bussato e sono stati accolti), costituisce un indicatore significativo. E' vero che insieme richiamano i polli di Renzo, nella contingenza mediatica i polli di Renzi, anche se, per essere precisi, si trattava di capponi, appunto sterili.
Innanzitutto B. non e' la causa del disastro, bensì ne costituisce il prodotto più probabile nelle condizioni politiche italiane del fine '900. Le cause risiedono nei limiti di forma e di contenuto dei partiti popolari, DC,PCI,PSI, che avevano ignorato il '68 e il '77 derubricandoli a questione di ordine pubblico o terapeutico; che avevano vissuto i referendum divorzio e aborto come parentesi, l'emergenza radicale come sberleffo pittoresco e il femminismo come "questione femminile"; che avevano occupato tutte le articolazioni istituzionali, dal Parlamento, agli Enti, ai Consorzi, alla RAI ecc.; che vivevano l'articolazione sociale del sindacato e dell'associazionismo come una dipendenza assoggettata a se'. Partiti che si rifacevano a ragioni ideologiche finite e che pretendevano di ridurre tutto alla contrapposizione destra/sinistra. Ma il modello energivoro e militare nucleare discusso dai verdi era di destra o di sinistra? Di destra a Three Miles Island e di sinistra a Chernobyl o in Cina? Di destra perché i dividendi andavano agli azionisti e di sinistra dove si distribuivano tra i maggiorenti del partito? E la caccia, l'uccidere gli animali per sport, era di destra o di sinistra? Dietro queste apparenti contrapposizioni, obbligati da Yalta all'impossibilità dell'alternanza, prendevano corpo le pratiche consociative di occupazione e spartizione della cosa pubblica, altro che la politica come servizio! Così il protagonismo di un'opinione pubblica avvertita che attraverso i referendum chiedeva l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti veniva ignorato, aggirato e deriso chiamandolo rimborso, finanziamento alla stampa ecc. Un sistema di gestione della cosa pubblica che in più richiedeva il pizzo con le tangenti per opere pubbliche anche devastanti, ma che facevano girare lire e occupazione, così come la moltiplicazione di metri cubi immobiliari che sfregiavano città e territori.
Così si spiega il successo di un abile comunicatore, che disponeva di molteplici canali televisivi, alla faccia della sentenza della Corte Costituzionale e grazie alla partitocrazia e alle tangenti/finanziamenti che elargiva.
B. , allo scoppio del sistema tangentato , si e' presentato come l'imprenditore di successo nonostante i partiti, si e' presentato come colui che avrebbe liberato le istituzioni dall'occupazione partitocratica, innovandole. Sappiamo com' e' andata, era merce contraffatta e avvelenata.
Eppure per due volte la riserva di intelligenza e di generosità democratica era riuscita a sconfiggere B.. La prima volta con l'Ulivo, un intelligente incontro tra le culture democratiche italiane storiche e recenti sul piano del governo e della costruzione dell'Europa. Qui non mi interessa ricordare com'e andata e a causa di chi, mi interessa mettere in luce l'arroganza presuntuosa degli esponenti di due culture storiche, quella democristiana e quella comunista, che, invece di pensare l'Ulivo come federazione inclusiva delle culture disponibili ad assumere responsabilità di governo, hanno voluto ridurlo a se' e non stupisce che nel loro Soviet siano poi prevalsi i bolscevichi. Non ci sono scorciatoie, occorre ripartire da qui per aprire un processo democratico partecipato per il dopo B.. Misuriamoci dunque sulle proposte, ma a partire dai nodi della partitocrazia e dalla sua cultura sviluppista. Dimezziamo i parlamentari visti i nuovi poteri attribuiti alle Regioni dal Titolo Quinto modificato nella Costituzione? Così le aboliamo le Provincie? Creiamo le Città Metropolitane? Verifichiamo la necessita' e le dimensioni delle Comunità Montane, dei Consorzi e dei mille enti ed ex Municipalizzate? Nella sanità come la mettiamo con la spartizione, in luogo del merito? E poco importa se sia fatta a favore della Compagnia delle Opere piuttosto che della Lega delle Cooperative. Non e' possibile che quando la Magistratura mette in luce le similitudini e le simmetrie delle compromissioni della sinistra e della destra, da un lato e' la prova della malvagita' del Sistema B., dall'altro e' la degenerazione di qualche mascalzone e non la ragione sociale della Casa. Sulle grandi e piccole opere, invece di far finta che sia una questione ideologica, perché non introdurre la VIA in sede di progetto, per cui si verifica la necessita' dell'opera alla luce di quelle esistenti, delle quali verificare il possibile potenziamento? Di fronte al disastro nel Levante ligure il Presidente Napolitano ha detto che " Sono le conseguenze molto dolorose che paghiamo per quelli che sono grossi turbamenti climatici". No Presidente, paghiamo anche speculazione e mancanza di prevenzione. Perché non si costruisce solo dove la mappa del dissesto idrogeologico consente? Altrimenti questo paese sarà unito dai disastri.
Le Pensioni Baby vogliamo discuterle, perche' chi ha usufruito di questo privilegio non puo' essere tassato piu' degli altri? La precarietà nella scuola la risolviamo sempre attraverso sanatorie?La valutazione del merito degli insegnanti, come e ad opera di chi? Vogliamo effettivamente liberalizzare l'economia ed i servizi in questo Paese? Vogliamo difendere i Beni Comuni, dall'acqua all'energia, come affermato dai referendum? Riconosciamo la produzione di valore nell'Economia della Conoscenza? Se si', capiamo che occorre un nuovo welfare per le Partite IVA dove la necessaria flessibilità non sia sinonimo di precarietà, dove ci sia l'incontro tra creatività e credito, dove la condivisione e non i brevetti e il diritto d'autore produce valore; l'accesso alla rete a Banda Larga e la sua neutralità sono precondizioni necessarie. Ci rendiamo conto che nella società della conoscenza e della tracciabilita' pervasiva, la Privacy non e' più il diritto ad essere lasciati soli, ma diventa la gestione consapevole della propria identità? Nella società della conoscenza capiamo che la partecipazione informata ai processi deliberativi li qualifica come democratici e qualifica noi tutti come cittadini e non come spettatori? Ci rendiamo conto che la rete digitale non e' un altrove parallelo e compensativo, ma un'estensione dello Spazio Pubblico, quindi non un nuovo Far West per potenti, prepotenti e furbi, per sceriffi e banditi, bensì uno spazio definito da regole condivise, non preclusive di futuro e definite attraverso la partecipazione di tutti i portatori di interessi? Proprio il modello reticolare di partecipazione sociale alla produzione di valore diventa la modalità di relazione e di gestione di risorse delicate. Pensiamo alle energie rinnovabili e al rapporto di committenza/gestione che prende corpo nei condomini e in possibili associazioni di quartiere. Pensiamo a quale funzione economica e sociale possono svolgere come facilitatori/interlocutori di queste reti le Societa' ex Municipalizzate-Multiutilities. La stessa cosa vale per i GAS-Gruppi di Acquisto Solidale e la relazione a Km Zero con la filiera agroalimentare. Che politiche pubbliche proponiamo per queste filiere della sostenibilita' ambientale e della qualità sociale? Vogliamo pensare ad una pressione fiscale inversamente proporzionale alla loro impronta ecologica? Vogliamo pensare ad incentivi e crediti direttamente proporzionali ai risparmi in emissioni, inquinamento chimico, biodiversità, paesaggio e alla bassa intensità di capitale/maggior occupazione? Così a partire dal decentramento amministrativo nelle citta', ma anche nella gestione dei parchi, ad esempio, perché non trasformare le palestre della partitocrazia e i distributori di gettoni ai rappresentanti delle diverse cordate, in agenzie che mettano in relazione la sussidiarietà sociale con le risorse normative/finanziarie/economiche delle diverse amministrazioni?
Non si tratta di una questione generazionale, ma di una questione politica: come vengono affrontati e risolti i nodi dell'apertura, della liberalizzazione e della responsabilizzazione diffusa della nostra società di fronte alle rendite di posizione finanziarie,imprenditoriali, sindacali, partitiche e di tutte le categorie/ordini professionali che "danno del loro agli altri per non pagare il dazio"? Come passiamo da un modello di sviluppo a crescita quantitativa illimitata, energivoro e inquinante, ad un modello basato sulla conoscenza, sulla relazione e sull'armonia con i grandi cicli naturali?
Ho definito la relazione diretta ed indiretta dei diversi leaders del centrosinistra con la Leopolda come " I polli di Renzi" per mettere in luce il paradosso di una spregiudicata denuncia di alcuni limiti che mette il Re a nudo, ma che e' interna al registro massmediatico personalistico e plebiscitario definitosi nell'era B.. E ancora sul paradosso: e' un'utile suggestione definire 100 punti alla luce di interventi di 5 minuti l'uno, ma chi li ha scelti? Chi era accreditato a farlo?
Nel merito poi, la portata innovativa o meno dei 100 punti non e' data dall'eta' dei proponenti o dalla collocazione nella nomenclatura, ma da come e quanto affrontano i nodi che privano il paese e le nuove generazioni di futuro.
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