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lunedì 31 ottobre 2011

I polli di Renzi. Oltre la battuta.

La definizione dei "polli di Renzi",che avevo postato su Fb, l'ho ritrovata nella vignetta di Giannelli sul Corriere...una sintonia significativa. C'è pero' qualcosa di più profondo che si muove nel drammatico crepuscolo di B., qualcosa che richiede di non essere risolto con una battuta affinché il dopo B. rappresenti un passo in avanti per la nostra democrazia repubblicana.
L'agitarsi in casa PD del segretario e di un ampio numero di contendenti, piu' o meno velleitari,alla  leadership del centrosinistra, aggiunti a Vendola e Di Pietro (che hanno bussato e sono stati accolti), costituisce un indicatore significativo. E' vero che insieme richiamano i polli di Renzo, nella contingenza mediatica i polli di Renzi, anche se, per essere precisi, si trattava di capponi, appunto sterili.
Innanzitutto B. non e' la causa del disastro, bensì ne costituisce il prodotto più probabile nelle condizioni politiche italiane del fine '900. Le cause risiedono nei limiti di forma e di contenuto dei partiti popolari, DC,PCI,PSI, che avevano ignorato il '68 e il '77 derubricandoli a questione di ordine pubblico o terapeutico; che avevano vissuto i referendum divorzio e aborto come parentesi, l'emergenza radicale come sberleffo pittoresco e il femminismo come "questione femminile"; che avevano occupato tutte le articolazioni istituzionali, dal Parlamento, agli Enti, ai Consorzi, alla RAI ecc.; che vivevano l'articolazione sociale del sindacato e dell'associazionismo come una dipendenza assoggettata a se'. Partiti che si rifacevano a ragioni ideologiche finite e che pretendevano di ridurre tutto alla contrapposizione destra/sinistra. Ma il modello energivoro e militare nucleare discusso dai verdi era di destra o di sinistra? Di destra a Three Miles Island e di sinistra a Chernobyl o in Cina? Di destra perché i dividendi andavano agli azionisti e di sinistra dove si distribuivano tra i maggiorenti del partito? E la caccia, l'uccidere gli animali per sport, era di destra o di sinistra? Dietro queste apparenti contrapposizioni, obbligati da Yalta all'impossibilità dell'alternanza, prendevano corpo le pratiche consociative di occupazione e spartizione della cosa pubblica, altro che la politica come servizio! Così il protagonismo di un'opinione pubblica avvertita che attraverso i referendum chiedeva l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti veniva ignorato, aggirato e deriso chiamandolo rimborso, finanziamento alla stampa ecc. Un sistema di gestione della cosa pubblica che in più richiedeva il pizzo con le tangenti per opere pubbliche anche devastanti, ma che facevano girare lire e occupazione, così come la moltiplicazione di metri cubi immobiliari che sfregiavano città e territori.
Così si spiega il successo di un abile comunicatore, che disponeva di molteplici canali televisivi, alla faccia della sentenza della Corte Costituzionale  e grazie alla partitocrazia e alle tangenti/finanziamenti che elargiva.  
B. , allo scoppio del sistema tangentato , si e' presentato come l'imprenditore di successo nonostante i partiti, si e' presentato come colui che avrebbe liberato le istituzioni dall'occupazione partitocratica,  innovandole. Sappiamo com' e' andata, era merce contraffatta e avvelenata.
Eppure per due volte la riserva di intelligenza e di generosità democratica era riuscita a sconfiggere B.. La prima volta con l'Ulivo, un intelligente incontro tra le culture democratiche italiane storiche e recenti sul piano del governo e della costruzione dell'Europa. Qui non mi interessa ricordare com'e andata e a causa di chi, mi interessa mettere in luce l'arroganza presuntuosa degli esponenti di due culture storiche, quella democristiana e quella comunista, che, invece di pensare l'Ulivo come federazione inclusiva delle culture disponibili ad assumere responsabilità di governo, hanno voluto ridurlo a se' e non stupisce che nel loro Soviet siano poi prevalsi i bolscevichi. Non ci sono scorciatoie, occorre ripartire da qui per aprire un processo democratico partecipato per il dopo B.. Misuriamoci dunque sulle proposte, ma a partire dai nodi della partitocrazia e dalla sua cultura sviluppista. Dimezziamo i parlamentari visti i nuovi poteri attribuiti alle Regioni dal Titolo Quinto modificato nella Costituzione? Così le aboliamo le Provincie? Creiamo le Città Metropolitane? Verifichiamo la necessita' e le dimensioni delle Comunità Montane, dei Consorzi e dei mille enti ed ex Municipalizzate? Nella sanità come la mettiamo con la spartizione, in luogo del merito? E poco importa se sia fatta a favore della Compagnia delle Opere piuttosto che della Lega delle Cooperative. Non e' possibile che quando la Magistratura mette in luce le similitudini e le simmetrie delle compromissioni della sinistra e della destra, da un lato e' la prova della malvagita' del Sistema B., dall'altro e' la degenerazione di qualche mascalzone e non la ragione sociale della Casa. Sulle grandi e piccole opere, invece di far finta che sia una questione ideologica,  perché non introdurre la VIA in sede di progetto, per cui si verifica la necessita' dell'opera alla luce di quelle esistenti, delle quali verificare il possibile potenziamento? Di fronte al disastro nel Levante ligure il Presidente Napolitano ha detto che " Sono le conseguenze molto dolorose che paghiamo per quelli che sono grossi turbamenti climatici". No Presidente, paghiamo anche speculazione e mancanza di prevenzione. Perché non si costruisce solo dove la mappa del dissesto idrogeologico consente? Altrimenti questo paese sarà unito dai disastri.
     Le Pensioni Baby vogliamo discuterle, perche' chi ha usufruito  di questo privilegio non puo' essere tassato piu' degli altri? La precarietà nella scuola la risolviamo sempre attraverso sanatorie?La valutazione del merito degli insegnanti, come e ad opera di chi? Vogliamo effettivamente liberalizzare l'economia ed i servizi in questo Paese? Vogliamo difendere i Beni Comuni, dall'acqua all'energia, come affermato dai referendum? Riconosciamo la produzione di valore nell'Economia della Conoscenza? Se si', capiamo che occorre un nuovo welfare per le Partite IVA dove la necessaria flessibilità non sia sinonimo di precarietà, dove ci sia l'incontro tra creatività e credito, dove la condivisione e non i brevetti e il diritto d'autore produce valore; l'accesso alla rete a Banda Larga e la sua neutralità sono precondizioni necessarie. Ci rendiamo conto che nella società della conoscenza e della tracciabilita' pervasiva, la Privacy non e' più il diritto ad essere lasciati soli, ma diventa la gestione consapevole della propria identità? Nella società della conoscenza capiamo che la partecipazione informata ai processi deliberativi li qualifica come democratici e qualifica noi tutti come cittadini e non come spettatori? Ci rendiamo conto che la rete digitale non e' un altrove parallelo e compensativo, ma un'estensione dello Spazio Pubblico, quindi non un nuovo Far West per potenti, prepotenti e furbi, per sceriffi e banditi, bensì uno spazio definito da regole condivise, non preclusive di futuro e definite attraverso la partecipazione di tutti i portatori di interessi? Proprio il modello reticolare di partecipazione sociale alla produzione di valore diventa la modalità di relazione e di gestione di risorse delicate. Pensiamo alle energie rinnovabili e al rapporto di committenza/gestione che prende corpo nei condomini e in possibili associazioni di quartiere. Pensiamo a quale funzione economica e sociale possono svolgere come facilitatori/interlocutori di queste reti le Societa' ex Municipalizzate-Multiutilities. La stessa cosa vale per i GAS-Gruppi di Acquisto Solidale e la relazione a Km Zero con la filiera agroalimentare. Che politiche pubbliche proponiamo per queste filiere della sostenibilita' ambientale e della qualità sociale? Vogliamo pensare ad una pressione fiscale inversamente proporzionale alla loro impronta ecologica? Vogliamo pensare ad incentivi e crediti direttamente proporzionali ai risparmi in emissioni, inquinamento chimico, biodiversità, paesaggio e alla bassa intensità di capitale/maggior occupazione? Così a partire dal decentramento amministrativo nelle citta', ma anche nella gestione dei parchi, ad esempio, perché non trasformare le palestre della partitocrazia e i distributori di gettoni ai rappresentanti delle diverse cordate, in agenzie che mettano in relazione la sussidiarietà sociale con le risorse normative/finanziarie/economiche delle diverse amministrazioni?
Non si tratta di una questione generazionale, ma di una questione politica: come vengono affrontati e risolti i nodi dell'apertura, della liberalizzazione e della responsabilizzazione diffusa della nostra società  di fronte alle rendite di posizione finanziarie,imprenditoriali, sindacali, partitiche e di tutte le categorie/ordini professionali che "danno del loro agli altri per non pagare il dazio"? Come passiamo da un modello di sviluppo a crescita quantitativa illimitata, energivoro e inquinante, ad un modello basato sulla conoscenza, sulla relazione e sull'armonia con i grandi cicli naturali?
Ho definito la relazione diretta ed indiretta dei diversi leaders del centrosinistra con la Leopolda come " I polli di Renzi" per mettere in luce il paradosso di una spregiudicata denuncia di alcuni limiti che mette il Re a nudo, ma  che e' interna al registro massmediatico personalistico e plebiscitario definitosi nell'era B.. E ancora sul paradosso: e' un'utile suggestione definire 100 punti alla luce di interventi di 5 minuti l'uno, ma chi li ha scelti? Chi  era accreditato a farlo? 
Nel merito poi, la portata innovativa o meno dei 100 punti non e' data dall'eta' dei proponenti o dalla collocazione nella nomenclatura, ma da come e quanto affrontano i nodi che privano il paese e le nuove generazioni di futuro.

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