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in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

domenica 26 gennaio 2020

Cosa ci dice il voto dei cittadini emiliano romagnoli

La lezione dell'Emilia Romagna è confortante per ogni democratico europeista ed ecologista. Emozione e ragione sono ancora la combinazione dell'impegno collettivo.
- nella democrazia parlamentare italiana il Parlamento non viene sciolto né da una dichiarazione del Presidente del Consiglio, né da un Ministro dell'Interno, né da un leader di opposizione
- la deriva personalistica e plebiscitaria, che prefigura il presidenzialismo con la riduzione delle assemblee rappresentative elettive, non trova sostegno elettorale
- il pluralismo coalizionale comporta la fatica del confronto e della mediazione ma non è riducibile
- non c'è da tempo la presenza significativa di un voto di appartenenza ideologico, non ci sono automatismi, insieme alla contendibilità elettorale c'è la necessità dell'impegno diretto nella definizione e poi nella proposizione, comunicazione, confronto, di una proposta: il digitale è propedeutico all'incontro e non sostitutivo
- non bastano gli slogan che rimandano alle semplificazioni amico-nemico, i cittadini elettori giudicano in base a ciò che si è seminato e fatto, insieme alla specificità e credibilità delle proposte, che non possono essere ridotte a solo slogan/promessa elettorale
- puntare su ambiente/istruzione/economia sostenibile/ digitale/infrastrutture, richiede di andare effettivamente oltre la parabola dell'ILVA, la Buona Scuola, il Ponte sullo Stretto bufala e i ponti veri senza controlli
- non si può prescindere  dalle specificità di un territorio, del popolo che lo ha definito e che lo vive, non si può insultare la sua dignità riducendola a caricature strumentali
- la crisi dell'istituto della democrazia nel mondo, da Trump a Bolsonaro, da Orban a Salvini, non è ineluttabile ma richiede partecipazione e responsabilità diffuse, insieme a trasparenza e rendicontazione sull'operato amministrativo

giovedì 23 gennaio 2020

La salute è un diritto o un mercato?

La salute è un diritto o un mercato?
C'è una questione sanitaria in Lombardia, che si inscrive nel disegno politico di svendita completa dell'Italia, di quella pubblica in particolare. In Lombardia la sanità è già in larga parte privata, con logiche di mercato conseguenti, prossimamente ultimeranno il disegno e nessuno la considera un'emergenza sociale e una questione di politica pubblica cruciale. Gli effetti sui cittadini si fanno già sentire: nelle attese ai pronto soccorso, nelle prenotazioni, nella parcellizzazione delle cure per cui  non sei curato come persona intera, ma come somma di singoli organi dentro protocolli merceologici da specialisti che non hanno una visione d'insieme. Tutto questo dentro e oltre il luccichio dei brand degli ospedali convenzionati e il loro richiamo e il loro indotto di turismo sanitario nazionale.
Hanno messo in galera Formigoni, ma il suo sistema è più vivo che mai e non mi sembra messo in discussione dentro l'emiciclo del Consiglio Regionale. È stato soddisfatto il bisogno di vendetta come distrazione dalla sostanza politica. La Costituzione parla di diritto alla salute, in realtà c'è un mercato che assorbe intorno al 70% del bilancio regionale. E sia chiaro che non solidarizzo con Formigoni.

venerdì 17 gennaio 2020

Jan Palach

Voglio ricordare Jan Palach il cui sacrificio mi ha plasmato come libertario

Come negare l'emergenza climatica?