LA SCUOLA PRIMARIA TRA APPRENDIMENTO E INTRATTENIMENTO
di Valeria Ammenti
DALL'ECCELLENZA ALLA CATASTROFE
La coppia Gelmini/Tremonti e' riuscita nell'impresa di distruggere (quasi) la scuola primaria italiana, che era il fiore all'occhiello del nostro sistema scolastico, un'eccellenza riconosciuta anche a livello internazionale. Grazie soprattutto ai maestri italiani, instancabili promotori di esperienze di qualità, in passato recepite dai decisori politici ed istituzionalizzate, la scuola elementare aveva consentito ai nostri alunni di raggiungere le posizioni più elevate nelle comparazioni internazionali.
La Riforma Gelmini e le scelte economiche del Governo negli ultimi tre anni hanno smantellato l'impianto della scuola primaria. I tagli all'organico hanno comportato, di fatto, una generale riduzione del tempo scuola e l'abolizione del tempo pieno. Il tempo normale e' passato da 30 a 27 ore e il tempo pieno, come progetto educativo e modello didattico, non esiste più. Le menzogne del Ministro su un suo ampliamento hanno spacciato per tempo pieno la permanenza a scuola degli alunni per 40 ore. Come si può ridurre la progettualità educativa e didattica alla mera permanenza a scuola?
Il tempo pieno e' un modello che prevede la contitolarita' di due docenti su una stessa classe, la specializzazione dei docenti in alcuni ambiti disciplinari, in opposizione alla figura del maestro "tuttologo", la compresenza come risorsa per l'attuazione di progetti volti all'ampliamento dell'offerta formativa e al recupero degli alunni con difficoltà di apprendimento, il momento della mensa e le pause ricreative come occasione di socializzazione tra pari, come esperienza relazionale con figure adulte significative, come opportunità di educazione alimentare.
Un tempo scuola di 40 ore, sebbene lungo, ma non significato da tutto questo e realizzato con sempre meno risorse, diventa un tempo vuoto di progettualità, anche per il continuo avvicendamento di insegnanti chiamati a "coprire" così tante ore; si ha il paradosso per cui al tempo lungo della scuola non corrispondono i tempi lenti della relazione educativa. La scuola si riduce ad un baby-parking per i figli dei lavoratori. Chi ha i soldi fa altre scelte, magari nelle scuole private, finanziate indirettamente con fondi pubblici.
DIAMO I NUMERI? I TAGLI NEL DETTAGLIO
Il piano dei tagli voluto dal Governo ha determinato nell'ultimo triennio 27.923 posti in meno: la dotazione organica e' passata dai 226.262 posti dell'a.s. 2008-09 ai 198.339 del 2011-2012.
Questo obiettivo e' stato raggiunto riducendo le ore frontali nel tempo normale, eliminando le ore di compresenza, cancellando oltre 9.000 posti di insegnante specialista di lingua inglese.
Nessuna preoccupazione per la qualità dell'offerta formativa, solo calcoli ragionieristici, nessuna attenzione ai bambini che rappresentano il futuro di un Paese, solo preoccupazioni economiche. Invece i tagli ai 32.000 della Casta (tra eletti e nominati in società, enti e consorzi), quelli possono aspettare!
CRONACHE DI VITA PRIMARIA: IL MAESTRO AMPLIFICATO, IL SAPERE PARCELLIZZATO, IL BAMBINO DISORIENTATO
Le riduzioni dell'organico hanno comportato l' impossibilita' di mantenere due insegnanti in ogni classe. Oggi i bambini vedono ogni giorno diversi maestri: quello prevalente, che spesso esercita la prevalenza durante la pausa pranzo almeno tre o quattro volte alla settimana... praticamente, il maestro della mensa; quello di religione; quello di inglese, che se non e' il titolare di quella classe e' uno specializzato ordinariamente titolare di altri insegnamenti in un'altra classe, che vede avvicendarsi nella sua classe un collega che impartisce ai suoi alunni quegli insegnamenti di cui egli non può occuparsi per mancanza di ore, dovendo giostrarsi tra più classi nell'insegnamento della lingua inglese; quello di un'altra classe ancora che al posto della compresenza nella sua classe effettua la copertura delle mense rimanenti, insomma...UN DELIRIO!
In questo quadro perdono totalmente significato i concetti di "unitarietà dell'insegnamento", di "patto deontologico tra i docenti", di "competenza disciplinare specifica" dei docenti per quanto attiene alla conoscenza dei contenuti e delle metodologie proprie delle diverse scienze, di "approccio multidisciplinare" per quanto riguarda la metodologia e la didattica, di "relazione"...
La riforma e i tagli hanno realizzato la secondarizzazione della scuola primaria, modello che contrasta con i bisogni cognitivi e affettivi dei bambini di quest'eta'.
Non solo, gli insegnanti sono sempre più affaticati, costretti al volontariato per sopperire alle carenze organizzative, umiliati nella loro professionalità, defraudati dei loro diritti ma, nonostante tutto, continuano ad impegnarsi senza abbandonarsi alla demotivazione, nell'interesse degli alunni, delle famiglie, del Paese.
CHE FINE HANNO FATTO LE TRE " I " ?
" I " come IMPRESA ASSENTE : non sono state promosse le politiche necessarie a coinvolgere le imprese, neanche per la sponsorizzazione di progetti specifici o per la realizzazione di scambi scuola -territorio.
" I " come IGNORANZA DIGITALE: non solo per la mancanza degli strumenti tecnologici ( pochi computer e programmi spesso obsoleti, aule appositamente attrezzate, e male, nell'era dei tablet collegati tra loro in modalità mash, wi-fi assente). Risulta imbarazzante il confronto con l'Uruguay, che non e' un paese membro ne' del G8 ne' del G 20 e che ha distribuito ai bambini della scuola dell'obbligo 400000 computer che si collegano automaticamente tra loro e che sono dotati di programmi didattici per la collaborazione interattiva.
Generalmente nelle nostre scuole gli alunni, nativi digitali, utilizzano abilmente le ICT, spesso meglio dei loro maestri, ma mancano di qualsiasi bussola ragionata per la navigazione e i docenti, nella maggior parte dei casi, o non posseggono neanche le abilita' strumentali o, se le posseggono, non riconoscono la dimensione digitale come estensione del sistema cognitivo; poche le riflessioni sul web 2.0 come ambiente che realizza "l'intelligenza connettiva" che caratterizza il modo di comunicare ed apprendere nelle società informazionali contemporanee. Non sono state realizzate politiche organiche di formazione e aggiornamento del personale che andassero oltre l'alfabetizzazione strumentale (sul rapporto ICT-scuola-educazione rimando agli Atti del Convegno sulla Scuola 2.0 organizzato dalla Gilda lo scorso febbraio e visibile sul nostro sito).
" I " come INGLESE SURFING QUANDO NON MACCHERONICO: un Paese avanzato offre ai suoi bambini le migliori opportunità formative che si sostanziano anche attraverso la selezione e la formazione dei docenti. La lingua inglese dovrebbe essere insegnata da docenti preparati, perché padroneggiano l'idioma e hanno competenze di glottididattica.
Nelle nostre scuole tale insegnamento e' stato affidato ad insegnanti specialisti, raramente laureati in lingue, che insegnavano solo quello. Gelmini e Tremonti li hanno eliminati e si e' chiesto agli insegnanti su posto comune di sostituirli, dopo un corso di formazione. Cioè...dagli "specialisti" agli "specializzati".
Il Ministero avrebbe cosi' dovuto formare circa 25.000 maestri, l'anno scorso questi corsi sono stati frequentati da meno di 2.000.
Sorgono spontanee alcune domande: " E' lecito chiedere ai docenti di formarsi nell'insegnamento di una lingua, modificando unilateralmente il mansionario e il profilo professionale di persone assunte quando quella competenza non era richiesta ? E' lecito modificare unilateralmente i carichi di lavoro al di fuori dei confronti negoziali con i lavoratori? E' lecito non retribuire i carichi di lavoro aggiuntivi? E' plausibile apprendere una lingua, ad un livello di competenza tale da poterla insegnare,con un corso di 200 o 400 ore?"
Nelle scuole sta succedendo di tutto, sono chiamati ad insegnare la lingua inglese docenti che hanno frequentato questi corsi, docenti che li stanno frequentando, docenti che hanno frequentato corsi amatoriali di alfabetizzazione linguistica, docenti che hanno studiato l'inglese nella scuola superiore, docenti che hanno sostenuto un (leggasi uno) esame di lingua durante il percorso universitario... Tutto fa brodo!
Moltissime poi le iniziative illegittime con cui si obbligano gli insegnanti specializzati ad insegnare la lingua in altre classi oltre la propria,stravolgendo l'organizzazione oraria e la didattica e aumentando i carichi di lavoro al di fuori dei quadri normativi e delle garanzie contrattuali.
CAMBIARE PROSPETTIVA, INVESTIRE NEL FUTURO
La formazione, l'apprendimento, la conoscenza non possono continuare ad essere considerati un costo da tagliare, sono un investimento obbligato nella società globalizzata dove si compete attraverso la creatività e l'innovazione.
giovedì 10 novembre 2011
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