ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

domenica 24 dicembre 2023

Buone Feste per tutti

L'ultimo carrello sospeso per gli indigenti e i senza fissa dimora si aggiunge ai 15 quintali di materiale sanitario, cibo, cancelleria, mandati alla popolazione dell'Ucraina con i voli diretti dell'Ordine di Malta. Per la PASMIL-Pubblica Assistenza Milanese, fatta di soli volontari, è il miglior modo di augurare Buone Feste

giovedì 21 dicembre 2023

I DATI DEL CENSIS E LA SICUREZZA

ArcipelagoMilano 5 dicembre 2023 I DATI DEL CENSIS E LA SICUREZZA La paura e la politica della paura. A chi giova? di Fiorello Cortiana “Una città come Milano raccoglie persone e problematiche contemporanee da tutto il mondo, ed è il mondo ad essere diventato più difficile. Io ci sto a prendermi critiche e responsabilità come deve fare chiunque faccia politica. Ma una cosa non la accetto: che si dica che non ho a cuore il tema della sicurezza, che ne sono inconsapevole o che sostenga che vada tutto bene”. (Beppe Sala). Il sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo il primo mandato sull’onda di Expo, ha dovuto fare i conti con la pandemia Covid 19, ‘Milano non si ferma’, vi ricordate la sua sparata mentre prendeva un aperitivo sul Naviglio con Zingaretti, allora segretario PD? Sala in questo secondo mandato non ha potuto eludere la questione della sicurezza, sulla quale tanti speculano Ha cercato di relativizzare la questione legandola a una condizione che caratterizza tutte le grandi città, ma la concretezza delle cifre non lo permette: Milano, per il secondo anno, è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane: 6.991 i reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022, in aumento rispetto al 2021, le denunce crescono del 3,5% anche nel primo semestre 2023 rispetto all’anno scorso. Le violenze sessuali nel 2023 sono state 587, l’anno precedente 477; le rapine sono state 4.123 (2.713 in pubblica via), nel 2022 erano 3.346 (di cui 2.160 in strada). I danneggiamenti sono passati dai 27.710 del 2022 a 29.720 del 2023 e le percosse sono passate da 1.165 a 1229 in un anno. Non bastasse, dalla Ferragni, al pilota della Ferrari Sainz, a Briatore, anche i personaggi da ZTL hanno lamentato di aver subito furti o che la cosa sia accaduta a loro conoscenti. Da ultimo Carlo Verdone alla stazione di Milano prima di prendere l’ultimo treno per Roma. ”C’erano due che si stavano massacrando a bottigliate con le ferite. Uno improvvisamente si è presentato con il collo di una bottiglia e mi urlava cose in una lingua che non capivo: ho dovuto correre su per le scale e andare velocemente a prendere il treno, perché questo era ubriaco e mi correva dietro”. “Alla stazione di Milano mi sono messo paura, più che a Roma, che è tutto dire!”, conclusione laconica ma non campanilistica. Per il sindaco: “Non è vero che Milano sia la città più pericolosa che c’è in Italia ma non è nemmeno vero che non ci sia il problema. Tant’è che con i pochi soldi che abbiamo stiamo assumendo soprattutto vigili. Poi ho chiesto una mano a un esperto come il prefetto Franco Gabrielli, già capo della polizia e sottosegretario con delega ai servizi di sicurezza. Quindi il problema esiste. E deriva, secondo me, da una serie di questioni. Primo, questa è una città ricca, quindi attira i malintenzionati. Poi c’è un palese distacco tra la giustizia e la pena e la gestione della sicurezza: oggi chi delinque rischia troppo poco.”. “In passato la polizia locale è stata caratterizzata per un’estrema specializzazione. Non so se è stata una scelta così giusta. Quello che serve è una maggiore e più visibile presenza sul territorio.”. Così nel Municipio 1 ci sono condomìni che prendono i vigilanti. Per il sindaco “Non è la soluzione ideale. Ma faccio una domanda a mia volta, ovvero perché nella sanità e nell’assistenza il privato può intervenire? È chiaro che a volte il privato interviene per coprire le debolezze del pubblico, che ci piaccia o meno.”. Alla presentazione del piano Sicurezza a Milano, Sala e Gabrielli hanno annunciato: “Vigili di prossimità nei quartieri e un aumento delle pattuglie della Polizia locale durante le ore serali e notturne, oltre a una collaborazione con i City Angels per zone delicate come quelle attorno alla Stazione Centrale”. Il sindaco la butta in retorica: “Che ci sia una campagna mediatica contro il sindaco ci sta. Ma chi per calcolo politico attacca Milano fa un danno ai tanti che grazie all’attrattività della città lavorano o comunque costruiscono le basi per la propria vita”, e cita il numero degli omicidi volontari avvenuti in città dal 1987 al 15 novembre 2023: nel 1987 erano stati 15 gli omicidi, poi ha toccato punte fino a 43 nel 1990 e nel 1992. Quest’anno sono appena 8. Fin qui si tratta di marketing di comunicazione, eventualmente contraddetto dai numeri reali, ma la questione della qualità e della tenuta del Patto Civile richiede un approccio sistemico per definire una strategia all’altezza di un nodo metropolitano europeo quale è Milano. Anche se occorre notare che la nomina dell’ex capo della polizia Franco Gabrielli a nuovo delegato del sindaco per la sicurezza e la coesione sociale sembra una messa in mora di assessori quali Granelli e Bertolè. Per avere un quadro sociale di riferimento articolato su come gli italiani stanno vivendo le condizioni glocali in questi primi vent’anni del secolo è di grande utilità e concretezza il 57° rapporto del CENSIS sulla Situazione Sociale del. In sintesi, rispetto all’altro tema di speculazione oltre a quello della sicurezza deve fare i conti con un mercato del lavoro che non può fare a meno degli stranieri. Nei prossimi tre anni saranno ammessi in Italia attraverso il “Decreto flussi” 452.000 cittadini stranieri, un numero molto più alto rispetto al passato. I lavoratori stranieri salgono a 2.374.000, il 10,3% del totale degli occupati. 2.068.000,l’87,1% sono lavoratori dipendenti. Il 29,9% svolge lavori per cui non è necessaria alcuna qualifica professionale, contro il 9,5% degli occupati italiani, l’8,2% è impiegato in professioni tecniche e qualificate, contro il 37,3% degli italiani. Il 48,2% degli stranieri che lavorano è in possesso al massimo della licenza media (tra gli italiani la quota è del 27,4%), mentre l’11,5% è in possesso di un titolo terziario (tra gli italiani la quota sale al 25,8%). E il 61,4% degli stranieri laureati svolge lavori di livello più basso rispetto al titolo conseguito. Sono gli stessi cittadini italiani che dichiarano per il 72,8% del totale che i migranti svolgono lavori necessari che gli italiani non vogliono fare, con percentuali che arrivano al 76,0% nelle regioni del Sud. Cittadini stranieri indispensabili per il mercato del lavoro, ma necessari per ridare vitalità demografica. Sono 5.050.000, l’8,6% della popolazione, cioè 400.000, il 9,5% in più rispetto a dieci anni fa. Il 45,6% degli stranieri residenti (circa 2,3 milioni) ha meno di 35 anni (tra questi, il 20,8% è un minore e il 24,8% è un giovane di 18-34 anni). Solo il 5,4% è ultrasessantacinquenne. Tra gli italiani, invece, gli under 35 sono circa 17 milioni, pari al 31,7% del totale. Tra questi, il 14,9% ha meno di 18 anni e il 16,8% è un maggiorenne con meno di 35 anni. Tra le donne straniere. il 55,6%, è in età feconda, tra 15 e 49 anni, tra le italiane la percentuale scende al 37,0%. L’età media delle madri al parto è di 29,7 anni per le straniere e di 32,8 anni per le italiane. Il numero medio di figli per donna per le italiane è di 1,2, per le straniere è di 1,9. Gli stranieri danno un significativo contributo al nostro bilancio demografico. Nel 2022 sono nati più di 53.000 figli da entrambi i genitori stranieri, il 13,5% dei nati, 30.000 da almeno un genitore straniero. Senza di loro le nascite sarebbero solo 311.000. La questione dei residenti stranieri si combina con l’altro argomento del marketing elettorale della criminalità nelle grandi aree urbane. Il 20,8% degli italiani si sente insicuro, percentuale che sale al 35,2% nelle città con più di 500.000 abitanti. Il 33,6% di chi abita nelle città più grandi ritiene che negli ultimi cinque anni la propria zona sia diventata più pericolosa, il 17,2% di chi vive in città con al massimo 30.000 abitanti. Nel 2022 nelle 14 aree metropolitane italiane, dove vive il 36,2% della popolazione, sono stati denunciati 1.066.975 reati, il 47,3% del totale: sale al 61,7% per le rapine e al 53,7% per i furti, un aumento del 9,8% nell’ultimo anno mentre la media nazionale è +7,2%. Il 26,3% dei reati commessi in Italia, un quarto, avviene nelle tre aree metropolitane di Roma, Milano e Napoli, dove vive complessivamente il 17,7% della popolazione. In aumento i reati che da allarme sociale: una rapina su quattro (il 38,9% del totale) avviene in una delle tre maggiori città italiane. A Roma sono diminuite, aumentate del 23,2% a Milano. A Milano, Roma e Napoli, si compie il 32,7% del totale dei furti registrati in Italia, il 49,6% di scippi e borseggi. Prendiamo altri due dati sociali che si combinano con la questione sicurezza e immigrazione: anziani e giovani. Gli anziani costituiscono il 24,1% della popolazione, saliranno di 4,6 milioni nel 2050, il 34,5% della popolazione. Anziani sempre più senza figli e sempre più soli. Le coppie con figli diminuiranno e nel 2040 costituiranno solo il 25,8% e le famiglie unipersonali saranno 9,7 milioni, il 37,0%. quelle costituite da anziani diventeranno 5,6 milioni, il 60%. E’ ineludibile la questione del bisogno assistenziale legato agli effetti epidemiologici dell’invecchiamento demografico. I giovani tra i 18 e i 34 anni sono 10 milioni, il 17,5%, nel 2003 erano 13 milioni, il 23,0%: in vent’anni meno 3 milioni. Nel 2050 i 18-34enni saranno 8 milioni, il 15,2%. I giovani contano poco: solo 860, l’11,1% dei 7.786 sindaci in carica arriva a 40 anni. Il CENSIS registra un dissenso generazionale senza conflitto, un riflesso evidente nelle grandi città è quello dei branchi/bande trapper delle periferie, dove quello musicale diventa un codice autoreferenziale. Gli italiani vivono un profondo senso di impotenza: il 60,8%, il 65,3% tra i giovani, prova una grande insicurezza per i tanti rischi inattesi. Delusi dalla globalizzazione: per il 69,3% ha portato all’Italia più danni che benefici. Rassegnati: l’80,1%, l’84,1% tra i giovani, è convinto che l’Italia sia irrimediabilmente in declino. Il 56,0%, il 61,4% tra i giovani, convinto di contare poco nella società, con un disarmo identitario e politico. Il quadro del sentimento sociale diffuso si completa con le aspettative esistenziali e con quelle di geopolitica globale. L’84,0% degli italiani è impaurito dal clima ‘impazzito’, il 73,4% teme che i problemi irrisolti provocheranno una crisi economica e sociale molto grave con povertà diffusa e violenza, per il 73,0% gli sconvolgimenti globali sottoporranno l’Italia alla pressione di flussi migratori sempre più intensi e non saremo in grado di gestire l’arrivo di milioni di persone in fuga dalle guerre o per effetto del cambiamento climatico, il 53,1% ha paura che il colossale debito pubblico provocherà il collasso finanziario dello Stato. Il ritorno della guerra ha suscitato nuovi allarmi: il 59,9% degli italiani ha paura che scoppierà un conflitto mondiale che coinvolgerà anche l’Italia, per il 59,2% il nostro Paese non è in grado di proteggersi da attacchi terroristici di stampo jihadista, il 49,9% è convinto che l’Italia non sarebbe capace di difendersi militarmente se aggredita da un Paese nemico, per il 38,2% nella società sta crescendo l’avversione verso gli ebrei. Anche il welfare del futuro instilla nell’immaginario collettivo grandi preoccupazioni: il 73,8% degli italiani ha paura che negli anni a venire non ci sarà un numero sufficiente di lavoratori per pagare le pensioni e il 69,2% pensa che non tutti potranno curarsi, perché la sanità pubblica non riuscirà a garantire prestazioni adeguate. Si tratta di un quadro apocalittico che richiede una statura politica della classe dirigente milanese all’altezza dei Borromeo durante la peste o dei sindaci socialisti del secondo dopoguerra: alla competizione sovranista e securitaria interna alla maggioranza politica espressa dagli italiani non si può rispondere con la mera funzione supina alle scelte e agli interessi dei fondi immobiliari internazionali. Questi ultimi sembrano gli unici con una visione metropolitana, dagli scali Ex FS, agli stadi e immobili annessi, ai mega centri commerciali: chiaramente con l’attenzione alla speculazione finanziaria, nominale o meno, e indifferenti alla pianificazione di un sistema territoriale qualitativo per il vivere sociale nella sostenibilità. Quindi, invece di rassicurazioni simboliche suggerite da qualche spin doctor, dopo ‘Milano non si ferma’ siamo a ‘Milano esempio per la sicurezza’, sarebbe necessaria la convocazione degli Stati Generali Metropolitani, con i 133 comuni, la filiera istruzione-università-ricerca, il mondo dell’impresa, dell’agricoltura, del Terzi Settore. Ciò per definire un’azione comune affinché la Città Metropolitana abbia le prerogative democratiche e le competenze previste dal Titolo Quinto della Costituzione. Insieme a questa azione comune gli Stati Generali possono condividere una strategia urbanistica e dei servizi per il breve e medio periodo, improntata alla sostenibilità sociale e ambientale, insieme alla inclusione di giovani e immigrati grazie a politiche di partecipazione responsabilizzante. Cittadini protagonisti in luogo dei sonnambuli preconizzato dal CENSIS.

mercoledì 20 dicembre 2023

BILANCI E PROPOSITI PER L’ANNO CHE VIENE

ArcipelagoMilano 19 dicembre 2023 BILANCI E PROPOSITI PER L’ANNO CHE VIENE L'intelligenza artificiale ha "sparigliato" la società futura di Fiorello Cortiana Fare il punto su questo anno politico, visto da Milano, presenta questioni e problemi aperti con un esito sconcertante. Questo perché non vi è strategia alcuna per avviarli ad una soluzione in grado di rispondere agli interessi generali delle attuali e delle future generazioni. È la cronaca che si incarica di comporre un quadro che suscita sconcerto perché non si vede una ipotesi, un possibile modello, per una azione collettiva capace di futuro, un’azione che abbia l’ambizione di suscitare emozione, ragione, partecipazione. Ma partiamo alla cronaca delle ultime settimane per fare il punto sull’anno che sta finendo e sulla continuità del quadro che compone nella relazione locale/globale. A Dubai per la prima volta è stata presa la decisione per la transizione dai combustibili fossili. Quasi 200 paesi hanno concordato un nuovo accordo sul clima durante i colloqui COP 28 di Dubai, dopo negoziati con aspre divisioni sul futuro delle fonti fossili . Negli stessi giorni gli studi dei pediatri di famiglia milanesi erano affollati e ci sono stati 900 accessi al pronto soccorso dell’ospedale dei Bambini Buzzi in una settimana, con pazienti smistati in altre strutture lombarde per carenza di posti. Questo per i virus respiratori in circolazione. Roberto Marinello, pediatra del quartiere Chiesa Rossa di Milano ha segnalato che si registrano ‘anche infezioni delle basse vie respiratorie, bronchiti e broncopolmoniti’. Niente di nuovo, purtroppo, la conferma del record italiano di affezioni alle vie respiratorie detenuto dai bambini milanesi. Si dirà ‘è dovuto al ristagno dell’aria in un territorio strutturalmente depresso’, peccato che questa condizione strutturale sia accompagnata dal più alto tasso di consumo del suolo in una regione che detiene, essa stessa, il record italiano della cementificazione. Qui lo strabismo degli amministratori si esprime al massimo. Dopo aver consegnato ai fondi immobiliari la pianificazione di funzioni nelle aree degli ex Scali FS ( 2.500.000 mq sui 4 milioni in tutta Italia). Dopo aver pensato all’abbattimento di uno stadio pubblico funzionante, per il calcio, per i concerti, per l’inaugurazione delle Olimpiadi invernali, così da consentire a fondi di costruire sia un nuovo impianto, questa volta privato, sia immobili sui 29 ettari adiacenti, anch’essi di proprietà pubblica e per 99 anni lasciati ai privati. Dopo aver fatto ricorso cautelare contro i pareri della Sovrintendenza e della Commissione Regionale per il Patrimonio favorevoli alla tutela del secondo anello dello stadio. Sala dopo aver così commentato ‘Penso che nessuno dei protagonisti abbia trovato la soluzione giusta e quindi nessuno si deve responsabilizzare, tanto meno io. Per questo motivo non la considero una partita chiusa’ ‘Abbiamo un procedimento aperto e stiamo aspettando risposte dalle squadre’. Non si sente responsabilizzato e aspetta la risposta delle squadre: ma, cosa è un sindaco? Dopo tutto ciò l’Amministrazione Sala ha pensato di riprendere, usando un Accordo di Programma, il progetto per la copertura dei binari delle Ferrovie Nord il cui fascio va da Piazza Cadorna a via Mario Pagano. Un’idea che era in campo già nel 1956, pensata come un’estensione del Parco Sempione, un continuo verde che sarebbe arrivato fino a via XX Settembre. Oggi l’Amministrazione Comunale prevede la realizzazione di una piattaforma della superficie complessiva di circa 60.000 mq a copertura del fascio dei binari: nuove funzioni, per un totale di circa 60.000 mq, tra residenziali, ricettive, servizi e piccolo commercio, con 30.000 mq di nuovo parco urbano. Alè! Il parere dovuto del Consiglio Comunale? Ah saperlo… Il Portale della Diocesi Ambrosiana non ha potuto che constatare: “Milano, una città che respinge il ceto medio. Questa una delle conseguenze del mutamento sociale ed economico in atto nel capoluogo lombardo, sempre più “polarizzato” tra ricchi e poveri.“. Infatti. Lo scorso venerdì un’operazione di polizia ha interessato 14 province, tra cui Milano, teatro di recenti episodi riconducibili a gruppi criminali giovanili in contesti contigui al mondo dei trapper . Quaranta persone sono state arrestate, 16 a Milano, denunciate 70, di cui un terzo minorenni. La gentrificazione affidata a fondi immobiliari può essere la via per una Città Metropolitana capace di esprimere una qualità del vivere sociale con sostenibilità ambientale di chi la abita? A proposito di qualità dell’aria, Tesla è stata al top della classifica delle 10 auto elettriche più vendute in Italia a febbraio 2023, in particolare la Model Y, più del doppio rispetto alla Fiat 500. Qui entra in gioco un’altra affidabilità, oltre a quella dell’ambiente naturale, quella dell’ambiente dell’Intelligenza Artificiale. La casa automobilistica americana sta richiamando i veicoli Model S 2012-2023, Model X 2016-2023, Model 3 2017-2023 e Model Y 2020-2023. Si tratta di un potenziale di 2.031.220 vetture. La decisione è stata presa perché i controlli del pilota automatico sono insufficienti per prevenire un uso improprio e aumentano i rischi di incidente. Questo richiamo alla realtà del mercato e del fatturato non cambia nulla in Elon Musk e negli altri leader di Big Tech/Big Data, impegnati nella crociata che vede nel progresso tecnologico l’unica cosa che conta e le questioni sociali o ambientali solo un impedimento fastidioso. Altroché l’invito a ‘Pensare globalmente e agire localmente’, i lungotermisti dell’altruismo efficace, la nuova élite delle accademie, lo rovesciano in ‘Pensare il futuro e agire globalmente’. Per cui tra la mitigazione di un rischio in grado di annientare il 99% degli esseri umani e uno che può annientarne il 100%, sarà sempre il secondo a dover avere la precedenza. Una scala di priorità dove il cambiamento climatico è molto più in basso dell’impatto di un asteroide. per loro il primo non sembra in grado di portare la nostra specie all’estinzione, il secondo sì, anche se il primo è molto più probabile del secondo. In ogni caso, per Elon Musk “La cosa importante sul lungo termine è stabilire una base autosostenibile su Marte”. Un pianeta di riserva, insomma, per coloro, pochi, che se lo potranno permettere. Soldi, tecnologia e il controllo dei social network. La politica democratica ha tempi più lunghi e partecipati. Le istituzioni dell’UE hanno concordato la prima legislazione al mondo per regolamentare specificamente l’intelligenza artificiale. L’AI Act è il risultato, politicamente significativo e contraddittorio, del lungo confronto tra Consiglio Europeo, i Governi, e il Parlamento Europeo. La legge sull’intelligenza artificiale garantisce ai consumatori diritti quali la possibilità di presentare un reclamo presso un’autorità pubblica contro un sistema di intelligenza artificiale o di chiedere un risarcimento collettivo se un sistema di intelligenza artificiale causa danni di massa. Ci sono altresì diverse lacune: saranno ancora consentiti i sistemi di intelligenza artificiale in grado di identificare e analizzare i sentimenti dei consumatori per il riconoscimento delle emozioni, la cosa preoccupante sia per la loro invasività che per la presunzione riduttiva della codificazione. L’AI Act lascia non regolamentati troppi sistemi di intelligenza artificiale, i modelli alla base di sistemi come Chat-GPT possono essere integrati in un’ampia gamma di servizi, e non verranno sufficientemente regolamentati. Ad esempio non vi è alcun obbligo di verificare tali modelli da parte di un terzo indipendente, né saranno soggetti a requisiti di trasparenza sufficienti per garantire il controllo pubblico. A fronte di questo protagonismo europeo, chissà se la visita di Elon Musk a Giorgia Meloni non prelude a una ‘discesa in campo’ anche nella politica attiva. Perché lo sviluppo e il controllo della tecnologia possono definire il futuro, la politica democratica come partecipazione attiva, non riducibile a sviluppo di algoritmi e codificazione, per la definizione del Patto Civile e degli indirizzi dello sviluppo, costituisce un ostacolo passatista. Alla faccia degli sforzi per la transizione ecologica dei governi del mondo i guru delle corporation eludono la territorialità degli stati e dei governi e la loro tassazione. Loro i soldi, tanti, li investono per i loro scopi autoreferenziali dichiarati. Il futuro è cosa loro. Al resto dell’umanità resta il presente, da consumare per intero. Autoreferenzialità, appunto. Sarò un boomer senile, ma vedere, nel tardo pomeriggio di un sabato di dicembre, la street parade di 10.000 giovani, da Piazza Napoli a Piazza Axum, al ritmo della musica techno sparata da quattordici camion, mi ha lasciato più che sconcertato. “Smash repression” era lo slogan portante, non gridato. Rompi la repressione, cioè la protesta contro i decreti sicurezza che inaspriscono le norme contro chi organizza e partecipa a un rave party illegale. Una mobilitazione autoreferenziale, una amplificazione tanto tonante quanto afasica. È chiaro che la cosa chiama in causa la qualità della proposta politica, cosa abbiamo proposto, cosa abbiamo seminato negli ultimi 50 anni se Greta e i suoi coetanei sono visti come un episodio di costume e se la musica tekno e trap e i codici antropologici della illegalità, diventano il registro espressivo della alterità postata sui social? Tra i propositi per l’anno che viene occorre l’impegno a condividere un metodo di confronto e di iniziativa per una soggettività condivisa, da non confondere con la navigazione eterodefinita sui social.

martedì 5 dicembre 2023

PARCHI, IL VERDE, IL CONSUMO DI SUOLO E CHI GOVERNA

Arcipelago Milano 21 novembre 2023I
Non si farà mai abbastanzadi Fiorello Cortiana Lo scorso 17 luglio, a Palazzo Isimbardi  è stato presentato il progetto “Indaco della Muzzetta, l’armonia dai campi alla comunità”, vincitore del Bando Ruralis di Fondazione Cariplo. Il progetto interessa il territorio tra Rodano e Settala  a ridosso delle Sorgenti della Muzzetta, uno tra i siti naturali più importanti del Parco Agricolo Sud Milano.L’indaco è un colore molto antico che rimanda all’uso delle piante tintorie. Queste coltivazioni contribuiscono alla tutela della biodiversità. Come evidenziato dalle fotografie di questo articolo, la condizione delle Sorgenti della Muzzetta contrasta fortemente con questo esempio di positivo sviluppo multifunzionale dell’agricoltura. Il sito delle sorgenti chiuso e la cartellonistica consunta sono la migliore rappresentazione del disinteresse e della insofferenza della politica pubblica milanese e lombarda verso le proprie aree protette. La situazione delle Sorgenti della Muzzetta è indicativa. Del resto è stata fatta una apposita modificazione della legge istitutiva del parco così da attribuire alla Giunta regionale la nomina del Direttore del Parco e di due membri (su dieci) del Consiglio di gestione. Nella discussione relativa in Commissione non sono stati ascoltati i 61 sindaci dei Comuni interni al parco, anche se 40 di loro avevano inoltrato una lettera di protesta alla Commissione per il mancato coinvolgimento.  Si è voluto così porre fine alla particolarità del Parco Agricolo Sud Milano, che con i suoi 46 300 ettari è il parco di cintura più grande d’Europa.Un corridoio ecologico compreso tra l’Adda e il Ticino, composto da 61 comuni, un territorio agricolo fecondo e irrigato in modo straordinario da rogge e fontanili, con regimazioni effettuate nei secoli a partire dai monaci cistercensi. La legge istitutiva riconosceva a questa area protetta regionale la natura costitutiva di  parco metropolitano, con la peculiarità reticolare dei municipi, delle loro comunità e dei loro territori.Ora la preoccupazione è quella di ricondurre sotto il pieno controllo regionale, dopo oltre tre decenni, gli indirizzi di pianificazione e gli interventi immobiliari e infrastrutturali. Infatti si ripropongono ulteriori tangenziali, ulteriori mega insediamenti commerciali e, ultimi arrivati, i due stati di Inter e Milan con annesse ampie volumetrie e infrastrutture viarie. Incidentalmente va osservata l’assenza del Sindaco della Città Metropolitana, nonché sindaco di Milano. Preoccupato dal fare lo stadio nuovo e le ampie volumetrie dentro la cinta daziaria di Milano.Fino a qui saremmo interni alle logiche di sviluppo quantitativo illimitato che hanno accompagnato nel secondo dopoguerra l’ignoranza della consociazione trasversale degli affari. Ma, ora che sempre più spesso e sempre più estesamente l’alterazione climatica presenta il conto, non possiamo evitare di fare i conti con dati non opinabili che non permettono alcuna relativizzazione.L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), con le Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome (ARPA/APPA), costituisce il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e annualmente produce il lavoro congiunto di monitoraggio ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici.’ Dal Rapporto si evince che il consumo di suolo nel 2021 riprende a correre, superando la soglia dei 2mq al secondo, quasi 70kmq di nuove coperture artificiali in un anno, senza interventi normativi efficaci in buona parte del Paese e senza la definizione di un quadro di indirizzo omogeneo nazionale. Questo consumo di suolo recente produce anche un danno economico potenziale che supera i 3,6 miliardi di euro ogni anno, a causa della perdita dei servizi ecosistemici del suolo.La stima arriva a superare gli 8 miliardi di euro l’anno se si considera il consumo di suolo degli ultimi 15 anni (2006-2021). Le nuove coperture artificiali rappresentano sicuramente una delle forme più acute di degrado del suolo. La valutazione del degrado del territorio, consente di avere un quadro completo dei fenomeni che impattano sulla funzioni del suolo e che limitano la capacità di “combattere la desertificazione, ripristinare terreni degradati e suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, per realizzare la neutralità del degrado del territorio (Land Degradation Neutrality – LDN) e di “far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” entro il 2030, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.Le percentuali più elevate di consumo del suolo sono in Lombardia (12,12%), Veneto (11,90%) e Campania (10,49%). Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nella regione Lombardia, con 883 ettari in più.
A Milano nel 2021 sono stati 19 gli ettari tolti al verde, un incremento di otto volte da un anno all’altro. L’incidenza di aree verdi, pari al 40,33 per cento, la colloca agli ultimi posti nella classifica dei capoluoghi.Nel 2022 il suolo cementificato nella Città metropolitana è aumentato di 75 ettari. In un anno la superficie di territorio cementificata è cresciuta di otto volte, come certificano i dati Ispra. Una “scomoda verità” che gli amministratori della città non vogliono vedere. Perciò non solo per la sua depressione morfologica Milano è al primo posto nella classifica delle città lombarde con la peggior qualità dell’aria, l’area Padana è una delle zone in cui si registra il maggior tasso di morti premature per Pm2,5.Si stima che ogni anno a Milano ci siano circa 1500 le persone che perdono la vita per l’esposizione a concentrazioni di biossido di azoto oltre la soglia indicata dall’OMS. Anche a livello regionale i dati sono impressionanti: nel 2020 la Lombardia è stata la regione che ha registrato il più alto consumo di suolo con 750 ettari in più rispetto al 2019 e nel 2022 ne ha consumati irrimediabilmente 883.Nelle città a più alta densità si sono persi 27 metri quadrati per ogni ettaro di aree a verde nell’ultimo anno. Tale incremento contribuisce a far diventare sempre più calde le nostre città, con il fenomeno delle isole di calore e la differenza di temperatura estiva tra aree a copertura artificiale densa o diffusa che, rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 3°C nelle città più grandi. Il consumo di suolo è meno evidente all’interno delle aree protette (dove si registrano comunque 75 ettari in più nell’ultimo anno) e nelle aree montane. È invece presente all’interno delle aree vincolate per la tutela paesaggistica (+1.270 ettari). Le aree perse in Italia dal 2012 avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità della portata e della tenuta idraulica dei nostri territori.Nello stesso periodo, la perdita della capacità di stoccaggio del carbonio di queste aree (oltre 3Mln di tonnellate) equivale, in termini di emissione di CO2, a quanto emetterebbero più di un milione di autovetture con una percorrenza media di 11.200 km l’anno tra il 2012 e il 2020: un totale di oltre 90 miliardi di chilometri percorsi, più di 2 milioni di volte la circonferenza della Terra. La Legge 56 del 2014, che ha ridefinito l’ordinamento delle province ed istituito le città metropolitane, tra le funzioni fondamentali proprie della città metropolitana elenca: Piano Strategico del territorio metropolitano di carattere triennale, che costituisce atto di indirizzo per i comuni e le unioni di comuni del territorio, anche in relazione a funzioni delegate o attribuite dalle regioni. Il Piano Strategico della Città Metropolitana indica come obiettivo nel medio periodo, a seguito del recepimento da parte di Regione Lombardia della proposta di Città Metropolitana, Parco Sud e Parco Nord Milano, è la formazione di un parco unico rispondente alla tipologia di Parco metropolitano definendone il nuovo perimetro, la nuova governance ed i nuovi strumenti di pianificazione. Anche la Legge Regionale 28/2016 “Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio” ha introdotto 9 macro aree funzionali alla definizione degli ambiti territoriali ecosistemici e propedeutiche a una loro progressiva aggregazione (art. 2 comma d) tra queste la macro area ‘Agricolo Sud Milano e Nord Milano’: l’asse del ‘Parco di Cintura Metropolitano’. La rete delle associazioni, che negli anni ha trovato conferma della utilità della costituzione del Parco Agricolo Sud Milano a partire dalla promozione di una Legge di Iniziativa Popolare, ha provato a stimolare il livello legislativo regionale affinché fosse conseguente a sé stesso.Questo l’appello di ACLI ANNI VERDI – ASSOCIAZIONE PARCO SUD – FAI LOMBARDIA – ITALIA NOSTRA – LEGAMBIENTE LOMBARDIA – LIPU – WWF LOMBARDIA al Consiglio Regionale lombardo:   un nuovo Parco Metropolitano e Agricolo di Cintura deve essere istituito con una nuova e specifica legge istitutiva, una legge che recuperi tutti i contenuti dell’attuale legge istitutiva del Parco Sud: dalle finalità del parco alla sua governance “partecipata”; •    Il nuovo Parco Regionale deve raggruppare, oltre che Parco Sud e Parco Nord, anche tutti i parchi locali oggi esistenti, ma non solo: ci sono altre numerose piccole aree, parte della Rete Ecologica provinciale, che devono essere integrate nella grande cintura verde di Milano; •    i costi del nuovo parco non possono essere a carico dei soli comuni coinvolti, ma dovranno essere ripartiti sui bilanci di tutti i Comuni della Città Metropolitana oltre che sul bilancio della Città Metropolitana stessa e sul bilancio della Regione. Ciò al fine di coinvolgere anche i Comuni che, pur non essendo coinvolti fisicamente con il nuovo parco, ne godranno di benefici. Ma la saggezza del proverbio dice ‘Non c’è peggior sordo…’.