mercoledì 9 aprile 2025
NON DI SOLI DAZI SI VIVE
8 aprile 2025
Arcipelago Milano
Milano e le “tecnofinanze”. Facciamo finta di non capire o davvero non capiamo?
di Fiorello Cortiana
Non di soli dazi si vive (per così dire…). L’inchiesta della Procura di Milano su Equalize, gli hacker spioni di via Pattari, ha aperto un nuovo filone dopo che il PM Francesco De Tommasi ha interrogato Carmine Gallo, l’ex poliziotto morto all’improvviso lo scorso 9 marzo scorso. Nunziatino Romeo, legato ai clan della ‘ndrangheta è stato arrestato con ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’attività di dossieraggio si rivela interessare personalità varie, tra le quali dirigenti delle società partecipate nazionali.
È solo un riflesso di ciò che si muove nella parte oscura dell’Intelligenza Artificiale. Milano è uno dei nodi internazionali dell’economia della conoscenza. A febbraio ha ospitato il primo summit di Next Gen AI, l’iniziativa europea del PNRR sull’integrazione dell’AI nei processi formativi e nella quotidianità delle scuole, 1500 docenti e studenti, suddivisi in 24 sessioni e 40 gruppi di lavoro. Il prossimo 13-14 maggio alla Fiera di Rho si terrà l’AI Week 2025: previsti 30.500 partecipanti, 280 speakers, 250 espositori.
Dentro al nuovo scenario internazionale caratterizzato dal protezionismo espansionista delle autocrazie imperiali, dove il multilateralismo della democrazia europea è un impiccio da eliminare, è bene capire che lo tsunami dei dazi è solo un aspetto del modus operandi della tecnofinanza che affianca Trump. A nulla serve tacciarli di follia da improvvisatori, la cosa è più seria e preoccupante.
Laddove il Politecnico di Torino con lo start-up Clearbox AI, ha costruito una copia “digitale” dell’intera popolazione italiana, Replica Italia, una piattaforma con 60 milioni di profili digitali realistici, per effettuare utili simulazioni di comportamenti, testare possibili soluzioni e applicare innovazioni, dalla mobilità ai consumi energetici, senza le problematiche legate alla privacy, le corporation accanto a Trump fanno altrimenti.
Con Whatsapp nei nostri cellulari, non richiesta, Zuckerberg ci ha fatto trovare Meta AI che utilizza Llama 3.2, il large language model di Meta. Si tratta di una applicazione che raccoglie dati personali che condivide con partner selezionati, per altro sconosciuti. Alla faccia delle regole UE sulla protezione dei dati personali, il General data protection (Gdpr): in questo sistema, automaticamente legato alla applicazione WhatsApp, mancano la trasparenza sullo scopo della raccolta e la richiesta di consenso sul trattamento dei dati. L’Unione Europea potrebbe emettere l’ennesima pesante sanzione su una delle corporation che affiancano Trump.
L’Intelligenza Artificiale apre straordinarie opportunità accompagnate da rischi enormi, certamente occorrono una diffusa consapevolezza insieme a una cultura critica perché ci sia una opinione pubblica avvertita, per questo la politica pubblica democratica, le sue istituzioni e costituzioni sono chiamate a una lungimiranza non rinviabile. Basti pensare che lo scorso marzo ha causato allarme lo strumento di intelligenza artificiale proposto dal Los Angeles Times per fornire prospettive alternative su temi particolari.
Risultato: alcuni storici locali consideravano il Ku Klux Klan come una “cultura protestante bianca” che rispondeva ai cambiamenti sociali invece che un movimento suprematista votato all’odio razziale, minimizzando la sua minaccia ideologica. Un dirigente dei media che esaminava l’IA, ha spiegato l’inganno logico dello strumento di IA generativa: “Le è stato assegnato il compito di esprimere giudizi che non ci si può aspettare che esprima”.
Ma la costruzione di fake news da parte degli attori della parte oscura dello spazio digitale vogliono che possa essere così per i motori di ricerca, di analisi e di generazione.
Il New York Times ha pubblicato la notizia su oltre 200 parole che, con l’amministrazione Trump, scompaiono o vengono limitate dalle linee guida, dai documenti ufficiali, dai siti web. Tra le altre: “razziale”, “bias”, “ingiustizia”, “transgender”, “donne”, “disabilità”, “oppressione”, “sesso”, “razzismo”. Altroché il superamento della retorica del ‘politicamente corretto’, ecco un effetto delle pratiche dei Difensori dell’Occidente.
Impariamo a conoscerli, sono gli ideologi del longtermism, il lungotermismo, una autoproclamata élite di tecnocrati che teorizzano che l’esistenza delle generazioni a venire conta quanto quella delle persone che vivono oggi sulla Terra, per cui l’obiettivo morale fondamentale dell’essere umano dev’essere quello di garantire la sopravvivenza del “potenziale umano” sul lungo termine. Ayn Rand, filosofa dell’ultraliberismo della Silicon Valley, sognava la secessione degli innovatori e degli imprenditori dal governo federale americano. Ora il governo federale lo hanno preso.
Musk e gli altri guru delle Big Tech vedono nelle soluzioni tecnologiche l’unica cosa che conta. Le questioni sociali e ambientali e chi le solleva, rappresenta, garantisce, sono un ostacolo. Una visione integralista che già oggi con selezione degli embrioni e gravidanze con uteri in affitto pratica attivamente l’eugenetica con l’esplicito intento di selezionare la razza.
Ciò che paventavano grandi scrittori risulta ora preveggenza. Come Jorge Luis Borges che, in ‘Finzioni’ nel 1944, con Tlön, Uqbar, Orbis Tertius: dove l’articolo di un’enciclopedia riguardo a un misterioso paese di nome Uqbar è il primo indizio dell’esistenza di Orbis Tertius, grande cospirazione di intellettuali per immaginare (e poi creare) un nuovo mondo, Tlön. Così George Orwell nel 1945 nella ‘Fattoria degli animali dove “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”. O altri artisti come i R.E.M. in REM in ‘It’s The End Of The World As We Know It’ nel 1987 cantano ‘È la fine del mondo come lo conosciamo e mi sento bene’.
Per questo gli appuntamenti di Milano sull’Intelligenza Artificiale sono cruciali nella loro relazione con i programmi dell’Unione Europea. Se non vuole essere dei fatalisti e rassegnati spettatori, profilati ed eterodiretti, ognuno deve fare la propria parte per una partecipazione informata al processo che stiamo vivendo. Milano, nella sua dimensione metropolitana, conosce una matura e condivisa azione delle associazioni sindacali ed imprenditoriali del mondo del lavoro, che ha visto significative espressioni condivise.
È la rappresentanza politico-istituzionale che deve essere adeguata alle sfide inedite affinché la crisi sia la condizione per il cambiamento. La Sicilia punta sull’intelligenza artificiale come leva strategica per lo sviluppo economico e l’innovazione, perché non Milano Città Metropolitana? La Regione Sicilia ha dato vita all’Osservatorio regionale sull’Intelligenza Artificiale (OS-AI) per sostenere le imprese locali nell’adozione delle tecnologie avanzate della innovazione digitale. Perché la Città Metropolitana di Milano che vede la presenza di università e centri di ricerca non dovrebbe condividere con loro le modalità di accompagnare la propria comunità a cogliere le opportunità ed evitare le criticità delle derive tecnocratiche dei lungotermisti?
Fiorello Cortiana
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