mercoledì 29 luglio 2015
PD trivella?
Il gruppo consiliare del PD di Buccinasco è uscito dall'aula per fare mancare il numero legale sulla mozione che avevamo presentato come Coalizione Civica contro le trivelle, la prospezione e la ricerca di idrocarburi nel Parco Sud. Ha così impedito ai suoi consiglieri di manifestare liberamente le differenti posizioni e al Consiglio Comunale di esprimersi su una questione così importante. La cosa grave è paradossale è stata l'uscita dall'aula anche del Sindaco. Un atto grave nei confronti del l'istituzione che rappresenta.
La Dichiarazione dei Diritti in Internet, una nuova opportunità
La Dichiarazione dei Diritti in Internet, una nuova opportunità
Dalle origini al futuro possibile dell'Internet Bill Of Rights
Sono passati diversi anni da quando a Tunisi, nel 2005, lanciammo l'appello "Tunisi mon amour" per un Bill of Rights che, come nel 1689 per il Parlamento britannico era "un atto che dichiara i diritti e le libertà dei sudditi e definisce la successione della corona", così anche per l'estensione dello spazio pubblico costituito dalla rete digitale una "Dichiarazione dei Diritti" può diventare un riferimento importante per le fonti giuridiche primarie e secondarie. La presentazione della "Dichiarazione dei diritti in Internet" fatta dalla Presidente Boldrini e Stefano Rodotà alla Camera dei Deputati assume un significato importante proprio perché è il frutto di una commissione istituita da un ramo del Parlamento.
Non solo l'auspicio di una miriade di singole persone, ancorché autorevoli, di ogni parte del mondo, non solo l'iniziativa di un "Advisory Committee" e di un governo che portarono a Roma delegazioni di 70 paesi a discutere di diritti nella rete, non solo una Coalizione Dinamica multistakeholder dentro l'Internet Governance Forum, nata nel 2006 su iniziativa italiana e durante il primo IGF di Atene. Non solo la firma congiunta dei governi Brasiliano e Italiano all'IGF di Rio nel 2007, cui solo il Brasile aveva dato seguito approvando il "Marco Civil" e il riconoscimento dei diritti nella rete digitale. Ora anche in questo continente un Parlamento può approvare una dichiarazione con importanti potenzialità generative.
Con grande coerenza con le ragioni iniziali non si è pensato ad una definizione di regole per quello che è un ecosistema cognitivo in costante evoluzione. L'Art.1 contiene una affermazione senza tempo, quali che siano le evoluzioni tecnologiche digitali: "Il riconoscimento dei diritti in Internet deve essere fondato sul pieno rispetto della dignità, della libertà, dell'eguaglianza e della diversità di ogni persona, che costituiscono i principi in base ai quali si effettua il bilanciamento con altri diritti.". Da qui la dichiarazione dà corpo agli specifici diritti per una rete disintermediata, che non conosce la condizione di scarsità ma di condivisione, che nella sua interattività non riconosce gerarchia ma autorevolezza, che senza garanzie e consapevolezza conosce tracciabilità automatica dei naviganti, profilazione previsionale e possibile etero-definizione della loro identità digitale. Così si definiscono, in stretta relazione tra loro, il diritto all'accesso, alla non discriminazione quindi alla neutralità della infrastruttura, la tutela dei dati personali e l'autodeterminazione informativa e la conoscenza della definizione della propria identità digitale, l'inviolabilità dei propri dispositivi, la cancellazione della indicizzazione di informazioni passate che non abbiano più rilevanza pubblica. C'è il riconoscimento della Conoscenza come Bene Comune, la conoscenza in rete intesa come bene accessibile e fruibile da parte di ogni soggetto, la cui condivisione produce valore sociale ed economico, per questo "L'accesso e il riutilizzo dei dati generati e detenuti dal settore pubblico debbono essere garantiti". Un insieme di diritti che devono essere garantiti anche dal dovere di lealtà, informazione e trasparenza, da parte dei gestori delle piattaforme digitali. Garanzie che valgono anche nel governo della rete e nelle sue regole: le istituzioni pubbliche devono riconoscere anche le forme di autoregolamentazione coerenti con la Dichiarazione dei Diritti, promuovendo il coinvolgimento di tutti gli interessati in forme che garantiscano la partecipazione diffusa al processo deliberativo, affinché l'innovazione normativa in materia di Internet sia sottoposta a valutazione di impatto sull'ecosistema digitale.L'articolato si chiude con una forte richiesta: "La costituzione di autorità nazionali e sovranazionali è indispensabile per garantire effettivamente il rispetto dei criteri indicati, anche attraverso una valutazione di conformità delle nuove norme ai principi di questa Dichiarazione.".
Ora l'auspicabile approvazione da parte della Camera dei Deputati può dare il via ad una definizione dell'Unione Europea, che già ha visto iniziative importanti di carattere parlamentari e nelle commissioni del PE. Il prossimo IGF in Brasile può quindi vedere il rilancio di una collaborazione importante tra Italia e Brasile, ora che l'Italia vuole riprendere un ruolo autorevole sui diritti e sulla governance della rete. L'istituzione parlamentare, in modo aperto, sta facendo la sua parte, ora occorre che la dimensione civile faccia altrettanto. Si potrebbe iniziare ad usare la "Citizen Initiative" dell'UE che consente ai cittadini di imporre la discussione nel PE e nella Commissione Europea di una direttiva di iniziativa popolare.
Buona continuazione.
Non solo l'auspicio di una miriade di singole persone, ancorché autorevoli, di ogni parte del mondo, non solo l'iniziativa di un "Advisory Committee" e di un governo che portarono a Roma delegazioni di 70 paesi a discutere di diritti nella rete, non solo una Coalizione Dinamica multistakeholder dentro l'Internet Governance Forum, nata nel 2006 su iniziativa italiana e durante il primo IGF di Atene. Non solo la firma congiunta dei governi Brasiliano e Italiano all'IGF di Rio nel 2007, cui solo il Brasile aveva dato seguito approvando il "Marco Civil" e il riconoscimento dei diritti nella rete digitale. Ora anche in questo continente un Parlamento può approvare una dichiarazione con importanti potenzialità generative.
Con grande coerenza con le ragioni iniziali non si è pensato ad una definizione di regole per quello che è un ecosistema cognitivo in costante evoluzione. L'Art.1 contiene una affermazione senza tempo, quali che siano le evoluzioni tecnologiche digitali: "Il riconoscimento dei diritti in Internet deve essere fondato sul pieno rispetto della dignità, della libertà, dell'eguaglianza e della diversità di ogni persona, che costituiscono i principi in base ai quali si effettua il bilanciamento con altri diritti.". Da qui la dichiarazione dà corpo agli specifici diritti per una rete disintermediata, che non conosce la condizione di scarsità ma di condivisione, che nella sua interattività non riconosce gerarchia ma autorevolezza, che senza garanzie e consapevolezza conosce tracciabilità automatica dei naviganti, profilazione previsionale e possibile etero-definizione della loro identità digitale. Così si definiscono, in stretta relazione tra loro, il diritto all'accesso, alla non discriminazione quindi alla neutralità della infrastruttura, la tutela dei dati personali e l'autodeterminazione informativa e la conoscenza della definizione della propria identità digitale, l'inviolabilità dei propri dispositivi, la cancellazione della indicizzazione di informazioni passate che non abbiano più rilevanza pubblica. C'è il riconoscimento della Conoscenza come Bene Comune, la conoscenza in rete intesa come bene accessibile e fruibile da parte di ogni soggetto, la cui condivisione produce valore sociale ed economico, per questo "L'accesso e il riutilizzo dei dati generati e detenuti dal settore pubblico debbono essere garantiti". Un insieme di diritti che devono essere garantiti anche dal dovere di lealtà, informazione e trasparenza, da parte dei gestori delle piattaforme digitali. Garanzie che valgono anche nel governo della rete e nelle sue regole: le istituzioni pubbliche devono riconoscere anche le forme di autoregolamentazione coerenti con la Dichiarazione dei Diritti, promuovendo il coinvolgimento di tutti gli interessati in forme che garantiscano la partecipazione diffusa al processo deliberativo, affinché l'innovazione normativa in materia di Internet sia sottoposta a valutazione di impatto sull'ecosistema digitale.L'articolato si chiude con una forte richiesta: "La costituzione di autorità nazionali e sovranazionali è indispensabile per garantire effettivamente il rispetto dei criteri indicati, anche attraverso una valutazione di conformità delle nuove norme ai principi di questa Dichiarazione.".
Ora l'auspicabile approvazione da parte della Camera dei Deputati può dare il via ad una definizione dell'Unione Europea, che già ha visto iniziative importanti di carattere parlamentari e nelle commissioni del PE. Il prossimo IGF in Brasile può quindi vedere il rilancio di una collaborazione importante tra Italia e Brasile, ora che l'Italia vuole riprendere un ruolo autorevole sui diritti e sulla governance della rete. L'istituzione parlamentare, in modo aperto, sta facendo la sua parte, ora occorre che la dimensione civile faccia altrettanto. Si potrebbe iniziare ad usare la "Citizen Initiative" dell'UE che consente ai cittadini di imporre la discussione nel PE e nella Commissione Europea di una direttiva di iniziativa popolare.
Buona continuazione.
giovedì 23 luglio 2015
Piazza della Loggia dopo 41 anni inizia a formarsi la verità
Piazza della Loggia, 41 anni dopo la strage,otto morti e 102 feriti, condannati all'ergastolo Maggi, Ordine Nuovo, e Tramonte, collaboratore dei servizi segreti. Inizia a formarsi una verità storica ufficiale su esecutori e registi della strategia della tensione.
lunedì 13 luglio 2015
domenica 12 luglio 2015
Cercasi volontari per una bella iniziativa :-)
Cercasi volontari per una bella iniziativa :-)
Insieme al comune di Traversella dal 31 luglio al 10 agosto daremo vita ad un presidio di primo soccorso.
Svolgeremo attività dimostrative sulle operazioni di rianimazione con la comunità della valle.
L'ospitalità sarà a cura e a carico del Comune di Traversella.
Saremo nell'Alto Canavese zona dove potremo fare passeggiate in aree naturali alpine molto belle, nonché potremo conoscere la comunità della valle, oltre che con le nostre attività, anche attraverso le feste dei paesi che accompagnano il mese di agosto.
Chi ha competenze certificate può aggregarsi al gruppo della PASMIL-Pubblica Assistenza Milanese scrivendo una mail a pasmil@outlook.it con la descrizione delle proprie competenze, i riferimenti di certificazione e il numero di telefono. Se vuoi puoi vivere con noi questa esperienza di vacanza-volontariato.
mercoledì 8 luglio 2015
“Proposta di legge d’iniziativa popolare per l’elezione diretta del sindaco e del consiglio della Città metropolitana”
Arcipelagomilano
UNA LISTA ELETTORALE PER LA CITTÀ METROPOLITANA
6 LUGLIO 2015 DA FIORELLO CORTIANA
Per Milano la Città Metropolitana è un suo sinonimo. Una rete di comuni, di insediamenti funzionali della ricerca e delle imprese, di università piuttosto che di centri ospedalieri, con una quotidiana relazione con i nodi amministrativi e di rappresentanza della Borsa piuttosto che della Camera del lavoro. Una rete di canali e rogge che i cistercensi tessevano con rispetto e logica mente l’urbanizzazione speculativa costringe periodicamente a esondare. Una cintura verde che ne fa la città di comuni più agricola d’Italia. Una intensa infrastruttura dei trasporti per i city users o, più prosaicamente, per centinaia di migliaia di pendolari che quotidianamente scommettono sul mezzo pubblico.
Ebbene, al contrario, la Città Metropolitana come istituzione amministrativa non esiste o è un’entità lontana, comunque estranea agli abitanti dei comuni della metropoli. Siamo partiti da qui, dalla necessità di utilizzare la legge 56/2014 Delrio, che finalmente istituiva le Città Metropolitane, per farci i conti e avviare un percorso che la rendesse un’amministrazione innovativa in chiave democratica, cioè con una partecipazione informata al processo deliberativo. Oggi un sindaco eletto da un milione di cittadini ne governa tre milioni!
Abbiamo messo a punto una “Proposta di legge d’iniziativa popolare per l’elezione diretta del sindaco e del consiglio della Città metropolitana” affinché questo processo costituente sia adeguato tanto alle sfide della competizione nel villaggio glocale, quanto alla necessità di colmare il deficit di legittimità democratica evidenziato dal numero di cittadini che non partecipano al voto.
La legge 56/14 ha previsto la possibilità di ripristinare l’elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitana al verificarsi di alcune condizioni dipendenti dal comune capoluogo e dallo statuto metropolitano, con un sistema elettorale determinato con legge statale. Lo statuto approvato dal Consiglio Metropolitano ha approvato l’elezione diretta di sindaco e consiglieri, il comune capoluogo sta decidendo sul decentramento amministrativo, ma fino ad ora non c’è alcuna proposta di legge elettorale depositata alle Camere: la terza condizione posta dalla 56/2014.
Con la loro firma in calce alla proposta di legge i cittadini da settembre avranno la possibilità di impegnare il Parlamento e il Governo, ovviando alla loro distrazione politica. Se il Parlamento approvasse la legge elettorale per le città metropolitane in tempo utile per il prossimo turno elettorale della primavera 2016, potrebbe esserci la possibilità di eleggere contestualmente il sindaco e consiglio metropolitani con il sindaco e i consigli comunali di Milano, Napoli e Torino.
Il sistema elettorale che proponiamo è un maggioritario semplice, a collegio unico per il sindaco, con collegi uninominali per i consiglieri. Il secondo turno per il sindaco e per i consiglieri nei singoli collegi è previsto sempre se la partecipazione elettorale al primo turno è sotto la soglia del 50% degli aventi diritto. Ciò al fine di rafforzare il legame con il territorio e la prossimità tra elettori e politica pubblica.
Nei collegi si procede al secondo turno anche quando nessun candidato consigliere ottiene al primo turno la maggioranza assoluta dei votanti. Al secondo turno per l’elezione del sindaco e dei consiglieri partecipano i primi tre candidati. L’elettore ha quindi a disposizione due schede elettorali differenti: una per il sindaco, uguale per tutta la città metropolitana e l’altra per il consiglio. Una proposta che rafforza il ruolo dell’Ente metropolitano, con un sindaco dotato di investitura popolare e consiglieri espressione dei territori, con un’ampia autonomia non essendo la loro elezione vincolata a quella del sindaco metropolitano.
Non sono ammesse le candidature plurime dei candidati consiglieri. La parità di genere è richiesta ai candidati che condividono lo stesso simbolo di lista. Le elezioni sono indette dal sindaco uscente, con un congruo anticipo, almeno 90 giorni, per rafforzare il legame con il territorio. Il tempo necessario a consentire alla società civile e alle forze politiche di proporre le candidature e procedere alla raccolta delle adesioni. Così si avrebbe anche un tempo congruo per la risoluzione di eventuali contenziosi per consentire un regolare svolgimento della campagna elettorale.
Altre caratteristiche della proposta sono: un quinto dei seggi riservato a garanzia di una rappresentanza plurale, e delle minoranze; le candidature sottoscritte dagli elettori anche con l’utilizzo di modalità telematiche (PEC); l’elettorato passivo e attivo che comprende anche i cittadini di altri paesi dell’Unione Europea residenti in un comune della città metropolitana; il principio della trasparenza nelle candidature, con obbligo di documentare la posizione giudiziaria di ogni candidato e i programmi amministrativi; le dichiarazioni e la documentazione inerenti le candidature pubblicate e conservate sul sito internet della città metropolitana unitamente alla continua rendicontazione dell’attività amministrativa dell’eletto.
La proposta di legge di iniziativa popolare abroga, infine, ogni riferimento all’elezione del sindaco e del consiglio metropolitani nella legge 56/14. Abbiamo definito un Comitato Promotore aperto e trasversale cui hanno già aderito esponenti istituzionali e civici di Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo. Con il completamento delle adesioni, da tutte le città metropolitane, entro fine luglio, depositeremo il testo della proposta di legge in Cassazione così da partire con la raccolta delle firme a partire da settembre. I dipendenti e gli eletti delle amministrazioni locali potranno chiedere di svolgere la funzione di certificatori. Tutti i cittadini che pretendono una politica e degli eletti capaci di visione e che non si arrendono alla dissoluzione delle istituzioni democratiche, né a divenire periferie del comune capoluogo, possono contattarci costituentepartecipazione@gmail.com per organizzare comitati aperti e tavoli per le firme.
Fiorello Cortiana
Membro del Comitato promotore
lunedì 6 luglio 2015
Dovuto al caldo il comportamento schizofrenico del PD a Torino?
Penoso segno di schizofrenia dovuto al caldo torrido. Il PD al consiglio comunale di Torino ha bocciato richiesta di dare la cittadinanza onoraria a Yoani Sanchez, la blogger cubana di Generation Y, simbolo di una generazione e della libertà di pensiero ed espressione, una delle più famose dissidenti della Cuba di Fidel. Il sindaco Fassino, presente, che aveva incontrato la Sanchez nel 2013, quando la blogger era venuta a Torino, non ha partecipato al voto.
domenica 5 luglio 2015
La lezione della Grecia Moderna a Merkel/Schulz e agli europei
Gli esponenti del governo di unità nazionale tedesco Angela Merkel e Martin Schulz devono apprendere la lezione di democrazia che anche la Grecia Moderna ha generosamente offerto ai paesi europei. L'Europa non può essere governata dagli oligarchi che riducono l'economia alla speculazione finanziaria a spese della stragrande maggioranza dei cittadini europei che, da anni, si accollano il risanamento delle banche, che su questa speculazione hanno puntato. L'Europa non può essere una Unione senza governo elettivo guidata da un solo paese. I cittadini greci hanno risposto alle intimidazioni di chi ha provato a diffondere paura con il coraggio della dignità, per una Europa politica federata pienamente democratica. Grazie del l'esempio.
Marco Campione gli insegnanti non sono degli imbratta tori di sedi del PDma dei con divisori di conoscenza.
A Bologna è stata imbrattata una sede del PD con scritte come "Renzi boia della scuola". Marco Campione, con un incarico per nomina al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, ha postato il seguente commento: "questi sedicenti insegnanti con quale coraggio insegneranno ai loro alunni (i nostri figli) il rispetto della cosa pubblica e i più elementari principi costituzionali?" Caro Marco, le parole hanno un peso, in particolare se si ha un incarico nelle Istituzioni per nomina politica. Se sai che sono stati insegnanti a commettere questo gesto intimidatorio e vandalico, devi circostanziarlo con un esposto alla procura. Altrimenti la genericità si configura come diffamazione per un'intera categoria di lavoratori della conoscenza, colpevoli di voler difendere il diritto allo studio e la libertà di insegnamento, affermati dalla Costituzione.
mercoledì 1 luglio 2015
UN COMITATO PROMOTORE APERTO E TRASVERSALE PER LA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER L'ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO E DEI CONSIGLIERI METROPOLITANI
| ||||
COMUNICATO STAMPA
DI
LISTA CIVICA COSTITUENTE PER LA PARTECIPAZIONE
"UN COMITATO PROMOTORE APERTO E TRASVERSALE PER LA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER L'ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO E DEI CONSIGLIERI METROPOLITANI PER NON ARRENDERSI ALLA DISSOLUZIONE DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE"
" OGGI A MILANO UN SINDACO ELETTO DA 1.000.000 DI CITTADINI GOVERNA UN TERRITORIO DI 3.000.000 DI CITTADINI, COSI' PER LE ALTRE CITTA' METROPOLITANE ISTITUITE DALLA LEGGE 56/2014 DEL RIO. IL CONSIGLIO METROPOLITANO DI MILANO HA PREVISTO L'ELEZIONE DIRETTA NEL SUO STATUTO, IL COMUNE CAPOLUOGO STA REALIZZANDO L'AUTONOMIA AMMINISTRATIVA DELLE SUE ZONE, MA MANCA LA TERZA CONDIZIONE CHE LA LEGGE ISTITUIVA PREVEDE CIOE' UNA LEGGE ELETTORALE NAZIONALE PER LE CITTA' METROPOLITANE.
PER QUESTO LA LISTA "COSTITUENTE PER LA PARTECIPAZIONE" HA PREDISPOSTO UN TESTO DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER IMPEGNARE IL PARLAMENTO SU UNA QUESTIONE OGGI IGNORATA DAL GOVERNO E DALLE CAMERE.
FIORELLO CORTIANA, ROBERTO BISCARDINI, MARCO CAPPATO E LUCIANO VALAGUZZA, HANNO ESPOSTO IL PROGETTO E LA PROPOSTA DI COSTITUIRE COMITATI APERTI E TRASVERSALI IN TUTTA ITALIA PER COLMARE UN DEFICIT DI DEMOCRAZIA CHE SOTTRAE AI CITTADINI IL DIRITTO DI SCEGLIERE CHI LI DEVE GOVERNARE.
LA LEGGE PREVEDE L' UTILIZZO DEL SISTEMA MAGGIORITARIO PER L' ELEZIONE DEL SINDACO, L' IMPIEGO DEI COLLEGI UNINOMINALI PER L' ELEZIONE DEI CONSIGLIERI CON SISTEMA SEMPRE MAGGIORITARIO, 1/5 DEI SEGGI E' RISERVATO AL DIRITTO DI TRIBUNA.
SONO INTERVENUTI IL PROF. GIORGIO GALLI, MARCO OSNATO CONSIGLIERE METROPOLITANO DI FRATELLI D'ITALIA, MASSIMO GATTI GIA' CONSIGLIERE PROVINCIALE E SINDACO DELLA SINISTRA, SIMONA PEVERELLI DI ITALIA UNICA, ANTONIO GADALETA DEL MOVIMENTO METROPOLITANO TERRA DI BARI.
GIA' HANNO ADERITO ESPONENTI ISTITUZIONALI E CIVICI DI TORINO, E ROMA, ORA CON IL COMPLETAMENTO DELLE ADESIONI TRAVERSALI E NAZIONALI IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE VERRA' DEPOSITATO IN CASSAZIONE ENTRO FINE LUGLIO COSI' DA PARTIRE CON LA RACCOLTA DI FIRME DA SETTEMBRE".
COORDINATORE NAZIONALE DELL' INIZIATIVA: FIORELLO CORTIANA
costituentepartecipazione@gmail.com
PROMOTORI: ROBERTO BISCARDINI, MARCO CAPPATO, PIERPAOLO PECCHIARI, LUCIANO VALAGUZZA, GIORGIO GALLI
AUTORI DELLA PROPOSTA DI LEGGE: DANIELE COMERO, FELICE BESOSTRI
Ufficio di Marco Cappato al Consiglio della Città Metropolitana
Lista Civica Costituente Per La Partecipazione - La Città Dei Comuni
Via Vivaio, 1
20122 Milano - Mi
Tel. +39 02 7740 2996
Iscriviti a:
Post (Atom)