Consultazione popolare sul futuro della Darsena
Urbanistica partecipata Valorizzare i consigli di chi ogni giorno frequenta zona Navigli
Nel marzo del 1995 il Tar confermò il vincolo regionale sui Navigli e quindici anni dopo il Tar ha legittimato il Comune per il ritiro della concessione per un parcheggio sotto la Darsena. La vicenda della Darsena è emblematica dello stato confusionale della nostra amministrazione. Così in un incredibile balletto prima si affida ad un concessionario l' area per la realizzazione di un grande parcheggio sotterraneo, poi si saluta come una conquista la restituzione alla città di un' area degradata attraverso due ipotesi precostituite: «asciutta» o «bagnata». «La Darsena sarà una zona fruibile per i cittadini e possibilmente anche con l' acqua - ha affermato Letizia Moratti - mi piacerebbe che riuscissimo a rendere visibile anche l' originario fondo ligneo». «Possibilmente»? Perché ridurre i Navigli a oggetto di proposte bizzarre? Nel corso della storia i Navigli hanno determinato la morfologia degli edifici e delle attività produttive e sociali. Così i cortili ed i camminamenti, le strade strette e lastricate di pavé, non sono «a misura di automobile», ma sicuramente di loft creativi e di showroom per la moda, il design e la ricreazione. Nelle scorse settimane centinaia di migliaia di persone hanno percorso la parte della città definita dai Navigli per gli eventi/mostra Fuorisalone della Fiera del Mobile e del Design. Il vincolo che proposi come assessore regionale ai sensi della legge del 1939 per la «Protezione delle bellezze naturali» riguardava sia il manufatto idraulico che le aree e gli edifici significativi: fu deliberato dalla successiva giunta di centrodestra, presieduta dal leghista Arrigoni. I Navigli vanno rilanciati attraverso un processo di urbanistica partecipata che ha già visto una utile collaborazione tra i commercianti di Porta Genova e la Rete Civica Milanese in relazione al riuso della stazione ferroviaria. Come non fare tesoro dell' esperienza e dei suggerimenti delle società di canottaggio e delle migliaia di persone che lungo le alzaie corrono, pedalano e camminano? Perché non coinvolgere gli showroom del design e della moda? Perché non mettere in relazione i Navigli ed il Parco Sud in vista dell' Expo 2015? Se l' amministrazione comunale non è in grado di attivare una consultazione partecipata occorre promuovere una iniziativa sussidiaria che permetta ai milanesi di prendersi cura della propria città.
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