Gente
Valchiusella
Il benzinaio che cerca il passato
Luigi Bovio raccoglie e cataloga immagini e storie della gente di valle emigrata in tutto ilmondo
La Stampa VALTER GIULIANO
BROSSO
Se gli Annales di Jacques Le
Goff avessero fatto scuola
anche da noi e la storia minima
dei territori avesse assunto
l'importanza che gli è
dovuta, Luigi Bovio sarebbe
salito in cattedra. Da protagonista.
Da quasi quindici
anni, con dedizione, è lui che
radiografa con attenzione,
scrupolo e passione la storia
del suo territorio di appartenenza.
Un’analisi approfondita
che percorre soprattutto
attraverso le immagini.
Ne ha immagazzinate,
nel computer, oltre 130 mila.
Fotogrammi e registrazioni
video che ricostruiscono
la storia della valle: «Ho
compreso che le immagini
diventano testimonianze
inoppugnabili della storia.
E anche se i miei testimoni
possono sbagliare qualche
data, il confronto con gli oggetti
fotografati, mi riconduce
all'esatto periodo in
cui gli episodi raccontati si
sono svolti».
La più completa documentazione
sulla storia della
Valchiusella è qui, all'ingresso
di Brosso, in un casa
che ha orgogliosamente costruito,
in gran parte, con le
sue mani. Ha esplorato e ricomposto
la storia del territorio
con paziente dedizione.
Ha raccolto la storia delle
persone, le loro esperienze,
la loro identità, in maniera
quasi maniacale ricomponendo
la memoria della comunità
complessa di un'intera
valle. Terra di minatori,
di emigrati, che Luigi ha rintracciato,
inseguito, confrontato
con chi, come lui,
se ne occupa.
«Senza Internet, senza le
rete - ammette - questo lavoro
non sarebbe
mai stato
possibile. Ho
stabilito contatti
con ogni
angolo del Pianeta
e così ho
ritrovato le
tracce di quasi
tutti coloro
che, partiti da
qui, andando
in ogni angolo
del mondo». Gente della Valchiusella,
emigrata non solo
per scavare miniere, ma anche
per costruire ferrovie,
ovunque siano nate al passaggio
di secolo tra Otto e
Novecento, dall’Indocina, alla
Transiberiana: «In tutti i
tratti più importanti c’è la
mano dei valchiusellesi».
Segugio curioso, capace
di fiutare ogni traccia che si
manifesti da un dettaglio,
un oggetto, da cui è in grado
di risalire alla datazione,
Luigi le ha raccolte, documentate
con rigore scientifico.
Il suo obiettivo è quello
di consegnare al futuro tracce
di storia che altrimenti sarebbero
andate perse per
sempre. All'origine di questa
passione, zia Margherita arrivata
a 90 anni in ottima forma:
«Era in grado di continuare
a spaccarsi la legna
per la stufa». L'anello forte,
per dirla con Nuto Revelli,
che anche sulle montagne della
Valchiusella hanno retto
ogni prova della storia.
«Per me fu punto di riferimento.
Fece da mamma a
mio padre, rimasto orfano, e
a me da nonna. Mia mamma
Marilena, anche lei appassionata
e collezionista di tracce
che il passato ha lasciato, e
mio papà Nellio lavoravano
alla Olivetti di Ivrea. Fu lei ad
allevarmi, a darmi gli stimoli
per attivare la mia creatività
» racconta.
Luigi diviene,
in breve,
punto di riferimento
affidabile
e questo gli
agevolerà di
molto la sua ricerca
storicodocumentaria,
che prevede la
fiducia dei testimoni
- confidenti.
Ne registra ore e ore di conversazione.
L'archivio cresce
ogni giorno e ricompone la
storia locale da diversi punti
di vista. Registra, raccoglie e
archivia, non dà giudizi: custodisce
l'audio degli inizi e le videoregistrazioni
più recenti.
«Ad altri toccherà ricostruire
la storia, io non ne ho
gli strumenti scientifici, ma
posso prevedere che molti capitoli
andranno riscritti».
Tra i suoi Maestri, Lino Fogliasso
de «I Canaveis» e Bernardo
Bovis.
A Luigi si rivolge oggi
chiunque affronti la storia della
Valchiusella. Peccato il vizio
di tanti ricercatori dimentichi
di citare, correttamente,
le fonti cui hanno attinto. Luigi
ne è vittima, ma non conserva
alcuna acrimonia. Ha fornito,
in questi anni, quasi mai citato,
documentazioni che sono
state alla base di numerose
pubblicazioni scientifiche
dedicate alla storia economica
e sociale della Valle.
«Ho raccolto materiali
che sono collettivi - si schermisce
- e li metto a disposizione
di tutti. Il mio obiettivo, e
la mia passione, è quello di riscoprire
e ricostruire la storia
della mia Valle; quella della
gente comune. Consegno
questo materiale agli storici.
Altri non li posso rendere
pubblici, perché confidenziali,
ma in futuro aiuteranno a
chiarire la storia recente di
questi territori».
Per un benzinaio davvero
una bella missione. Spesso incompresa,
ma di grande utilità
per chi, un giorno, potrà disporre
dello straordinario archivio
di Luigi Bovio. Che decise,
a un certo punto della
sua vita, di capire di più delle
radici che lo avevano creato e
fatto nascere in questa fetta
della provincia di Torino che
ha voluto indagare a fondo
con intelligente curiosità: uno
scavo nell'archeologia del territorio
e soprattutto della memoria
della comunità
L'orgoglio di Luigi, benzinaio
a Meugliano, è oggi il sito
che ha dedicato alla valle.
Quasi 300 pagine on line. Lo
frequentano soprattutto dall'
estero e molti emigrati scrivono,
chiedono notizie, materiali.
Lui è lì, sempre pronto
a rispondere. Tranne quando
prevale la passione per la
musica.
Si congeda dall’intervista
predisponendo due tromboni,
una tromba e un basso che si
animeranno tra poco, nelle
prove per un concerto Dixieland
che lo vedrà suonare con
gli amici, sotto la direzione di
Roberto Beggio, clarinettista
di fama che si è stabilito in zona.
Presto il concerto. Con lui
suoneranno le generazioni di
valchiusellesi archiviate nella
memoria del suo Pc.
LA RETE
«Grazie a Internet
adesso ho contatti
con tutto il pianeta»
La storia locale in un sito
ILuigi Bovio, insieme ad altri
amici, gestisce da anni il sito
web Valchiusella.org, dove è possibile
trovare, oltre alle foto e ai
video della sua collezione, anche
moltissime notizie di carattere
storico, etnografico, naturalistico,
geografico e turistico.
L’ARCHIVIO
È frequentato damolti
storici e ricercatori
che s’interessano all’area
LA COLLEZIONE
Nel suo computer
ha immagazzinato
130mila fotografie
giovedì 8 settembre 2011
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