LINEE-GUIDA DI UN’AGENDA DIGITALE PER L’INNOVAZIONE E
LO SVILUPPO
DELLA LOMBARDIA
1. Favorire la partecipazione e la cittadinanza attiva
attraverso gli strumenti offerti
dalle tecnologie ICT.
2. Operare il rafforzamento delle infrastrutture di rete come
leva per il cambiamento e
per il superamento del digital divide
3. Fornire servizi per il sostegno e l’impulso alla crescita
delle imprese, focalizzandoli
sulle PMI, Microimprese e Start-up
4. Costruire nuove “fabbriche del lavoro” per generare nuova
occupazione attraverso
le tecnologie digitali
5. Sviluppare Innovazione e competitività: Università ,
Centri di ricerca, Poli
tecnologici, parchi scientifici e Poli di innovazione
6. La Regione deve fungere da “Risorsa Condivisa” per le
P.A. del territorio. Il Cloud
come metafora e driver della trasformazione
7. Migliorare ulteriormente la qualità dei servizi offerti
nel settore della Sanità.
Sfruttare la Rivoluzione Digitale per garantire sostenibilità e continuità di cura.
Identità Digitale e Carta Regionale dei Servizi
8. Utilizzare le tecnologie digitali per sostenere il terzo
settore e migliorare integrando
assistenza medica e assistenza sociale la qualità della vita
degli anziani e delle
persone in difficoltà
9. Cogliere l’opportunità di Expo come risorsa per
migliorare la qualità della vita nelle
nostre città attraverso la diffusione della Smart city
digitale. Sviluppare al massimo
l’interoperabilità dei servizi di dati.
10. Diffondere l’alfabetizzazione e le competenze informatiche.
11. Dar vita a un’Agenzia Digitale Lombarda con l’obiettivo
di superare la
frammentazione dei Sistemi e pianificare, realizzare e
monitorare
l’implementazione di un Piano integrato dei Sistemi
Informativi Regionali coerente
con le priorità della nuova Amministrazione
Milano, 31 gennaio
2013
Programma “Lombardia Digitale”
Linee-guida di un’Agenda Digitale per
l’Innovazione
e lo Sviluppo della Lombardia
L’AGENDA DIGITALE COME "MOTORE PRIMO"
PER I PROCESSI DI INNOVAZIONE IN REGIONE LOMBARDIA E PER
LA
CREAZIONE DI NUOVO VALORE
• La Regione ha
bisogno di un modello di governance che funzioni e che faccia
ripartire processi diffusi di cambiamento e di vera
innovazione. Abbiamo bisogno
di un "motore
primo" che animi, dia slancio e "spinga" tutte le iniziative
cruciali su
questi temi. Non sottovalutiamo affatto i risultati che grazie all’intelligenza e alla
capacità di tante persone è stato possibile realizzare
finora in termini di soluzioni
avanzate in vari settori. Tali risultati tuttavia sono
spesso scollegati e non costituiscono
esempio di migliori pratiche condivise per la realizzazione
di ulteriori servizi. Inoltre, la
mancanza di un unico polo di coordinamento di tutte le
iniziative ha ulteriormente
aggravato tale situazione, favorendo una gestione opaca e
collusa da parte dei
massimi esponenti della Giunta regionale.
• Si impone quindi una seria revisione degli indirizzi e
delle priorità strategiche per
utilizzare tutte le potenzialità dell’ICT e del digitale per
favorire la partecipazione
e per una “nuova cittadinanza”, per migliorare la qualità
della vita e rilanciare lo
sviluppo e un nuovo modello organizzativo che favorisca
l’integrazione di tutte
le iniziative
• Vogliamo realizzare un cambio di passo perché l’ICT
costituisca elemento
essenziale per creare valore economico, sociale, personale,
attivando inoltre
contesti di comunicazione che diano ai cittadini della
Lombardia piena
consapevolezza del
significato strategico e concreto dell’Agenda Digitale
FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE E LA CITTADINANZA ATTIVA
ATTRAVERSO L’OPEN-GOVERNMENT
1. Agire simultaneamente sul fattore partecipativo organizzativo
tecnico e politico sapendo gestire ed armonizzare le mutue
relazioni
• Dal punto di vista
della Partecipazione: operare la transizione dei cittadini da un
ruolo passivo ad un ruolo attivo, favorendo processi di
democratizzazione e di
partecipazione che sappiano Includere i cittadini nei processi decisionali, informarli,
dar loro la possibilità di esprimere le loro opinioni e di
sentirsi parte attiva della
comunità.
Favorire in questo senso lo sviluppo di piattaforme e
soluzioni (portali, blog, reti
sociali) che nascano da iniziative spontanee dei cittadini,
da intervento degli
operatori del mercato e da
azione diretta della regione, orientate a informare i
cittadini, rappresentarli, incoraggiarli a consultazioni e
votazioni capaci di
raccogliere il loro consigli
pareri, preferenze.
• Dal punto di vista Organizzativo: Consolidamento di
un’organizzazione per
processi orientata ai servizi .Riorganizzazione di processi
interni e di relazioni con
cittadini e imprese
in ragione dell’introduzione di tecnologie dell’informazione e
comunicazione, e di normative idonee.
• Avvio di un circolo virtuoso tra diffusione-utilizzo delle
nuove tecnologie, qualità dei
servizi pubblici, fiducia dei cittadini e partecipazione
alla vita democratica
• Dal punto di vista Tecnico: Puntare ad una progettazione
integrata dei sistemi
informatici pubblici e all'integrazione dei back-end di
amministrazioni centrali,
regionali e locali. È solo tramite questa
interoperabilità/integrazione diffusa che l'egovernment potrà fare un reale
salto di qualità.
• Dal punto di visto Amministrativo e Politico: La regione
non è un’isola: è vitale
quindi contribuire alla definizione di un nuovo modello
decisionale e
operativo nel rapporto tra Stato, Regioni e enti locali.
Deve esserci un
processo (definito
una volta per tutte, per esempio, dalla Conferenza Unificata) che
dia tempi certi e garantisca decisioni vincolanti ai
processi di innovazione delle
pubbliche amministrazioni.
• E’ necessario stabilire un principio: il digitale deve
essere sempre il default e
deve sempre essere economicamente più conveniente
dell'analogico /
cartaceo. Ogni norma o legge o regolamento che venga
emesso/aggiornato deve
fondarsi su questi principi. In particolare, tutti gli
strumenti e tutte le norme in campo
fiscale devono riflettere questo approccio. È insufficiente basarsi solo su forme di
intervento top-down e dirigistiche: dobbiamo creare nel
paese un driver diffuso
che "spinga" singoli, imprese, amministrazioni a
passare al digitale.
L'implementazione di questo principio si deve affiancare ad
un programma diffuso
di promozione della cultura digitale tra i cittadini, nelle
scuole e in tutte le diverse
forme della vita sociale e culturale del paese.
• E' necessario dar Concretezza al concetto di
Open-Government dando vita ad un
Osservatorio regionale su Software Libero e Open Data. In un
contesto regionale
di trasparenza e partecipazione condivisa, un piano di
Open-Government risulta di
primaria importanza per lo sviluppo della Regione. Cardini dell'Open-Government
sono tutte le tecnologie abilitanti di tipo Open, come
l'Open Source Software, gli Open
Format, gli Open Data, gli Open Services su infrastrutture
Open Cloud.
Concretamente, la Regione dovrebbe quindi:
o dotarsi di un Piano Strategico di Open-Government,
coinvolgendo i vari
stakolders e esperti del settore con apposite commissioni ed
audizioni, per
allinearsi con gli scenari europei molto più avanzati
rispetto al nostro;
o dotarsi di un Osservatorio sulle buone pratiche e sulle
Success Story di Adozione
di Software Open e Libero e sulle regole e metodologie per
la pubblicazione degli
Open Data e
Linked Data;
- dotarsi di una Legge
regionale sul Software Libero e sugli Open Data che ne
regolamenti in modo chiaro e preciso il loro utilizzo;
- incentivare, anche economicamente, progetti di adozione
nelle PMI e Pubbliche
Amministrazioni Locali di Software Libero in un contesto di
Riuso delle soluzioni
Software e in collaborazione con le Università presenti sul
territorio e i Centri di
Competenza esperti dell'ambito;
- incentivare progetti d'innovazione, basati su tecnologie Open,
nelle scuole
primarie e secondarie del territorio lombardo in un contesto
di Open Scuola.
Progetti che abbiano il duplice obiettivo di, da una parte,
rinnovare le tecnologie
già in adozione della scuola a costo zero introducendo poi
nuove soluzioni come
i registri elettronici o software di supporto alla didattica per gli studenti con
difficoltà d'apprendimento, e dall'altra introducendo corsi
di formazione per
introdurre nuove forme pedagogiche e di insegnamento
innovative in linea con le
nuove tecnologie;
- la Regione ha inoltre già sviluppato il portale
dati.lombardia.it , ricco di contenuti,
anche se statici. La nuova amministrazione potrebbe
incentivarne l’utilizzo da
parte di realtà profit e non profit quali ad esempio le reti
civiche ed in generale i
diversi portatori di interesse per favorire la creazione di
servizi innovativi;
- prevedere una forte iniziativa per l’utilizzo sempre più
esteso di software Open
Source con l’obiettivo di incentivare l’intrapresa regionale
e di favorire lo sviluppo
di servizi e attività in questo ambito. Infatti i minori costi delle licenze possono
essere investiti in supporto e manutenzione con imprese
locali favorendo lo
sviluppo di conoscenze e incentivando nuove competenze e
nuove imprese.
• E' necessario che i sistemi informativi (cioè i dati)
delle nostre pubbliche
amministrazioni siano "open by default", nel senso
di:
- accessibili (in lettura) via web
- in formati aperti
[http://it.wikipedia.org/wiki/Formato_aperto]
- i dataset "speciali" che le amministrazioni non
vogliono divulgare (es. motivi
di sicurezza nazionale, militari, privacy, etc.) potranno
rimanere "classificati"
ma solo previa domanda approvata da apposita commissione (i
cui membri
devono essere "terzi", ad es. comitati di
cittadini, etc.). A tal proposito, la
legge regionale sugli Open Data dovrebbe chiaramente
definire le linee e i
criteri per regolamentare la pubblicazione e l'uso degli Open Data (per
esempio, definendo criteri e metodologie per garantire la
qualità dei dati, il
loro continuo aggiornamento, e l'uso di formati standard per la
pubblicazione
dei dati al fine di garantirne massima diffusione e
integrabilità in progetti di
ampia condivisione dei dati tra tutte le Pubbliche
Amministrazioni Locali di
Regione Lombardia).
• E’ necessario che trasparenza, ascolto, consultazione e
coinvolgimento attivo
e informato dei cittadini diventino prassi abituale del modo
di operare della
Regione per realizzare una effettiva cittadinanza
digitale.
- A livello di
trasparenza, è necessario che i dati aperti possano essere
commentati e arricchiti dai cittadini, riconoscendoli come
preziose fonti di
conoscenza ed esperienze.
Vanno adottati strumenti di trasparenza delle attività del
Consiglio e delle
commissioni, dalla pubblicazione anticipata degli ordini del
giorno e materiali
relativi, alla trasmissione in streaming delle sedute di
Consiglio e la loro
pubblicazione come podcast sul sito della regione, insieme ai verbali. I
bilanci dell'Amministrazione vanno pubblicati in formati che
non siano solo
aperti e accessibili a tutti i cittadini, ma che siano anche
strutturati in modo
tale da favorirne la massima comprensione e leggibilità
(Bilanci Etici).
Infine, va garantita la completa trasparenza delle attività degli organi
amministrativi e di governo (anche attraverso la
pubblicazione non solo di
delibere, bandi e gare, ma anche di atti e determine
dirigenziali, e, laddove
possibile, e nel rispetto della privacy, anche delle
“application” pervenute) e
dell’attività degli eletti (riprendendo esempi di
“Parlamenti aperti”).
- Anche in relazione alla attività legislativa della
Regione, è necessario attivare
processi di ascolto e consultazione online dei cittadini
ogniqualvolta siano
in discussione provvedimenti che lo permettano, definendo
con precisione
come verranno tenute in considerazione le opinioni e idee raccolte; vanno
altresì sperimentate soluzioni di social reporting e per il
feedback dei servizi,
utilizzando anche soluzioni mobili.
Va prevista, con apposito provvedimento legislativo, la
possibilità di
petitioning per cittadini lombardi (come già fa il
Parlamento EU), con impegno
del Consiglio Regionale di esaminare le petizione che
raggiungono un dato
quorum di firme certificate (con CRS o altra tecnologia)
raccolte.
- Va avviata la sperimentazione di processi deliberativi strutturati che
coinvolgano i cittadini nelle decisioni, quali ad esempio i
bilanci partecipativi
e Agende 21, traendo
ispirazione da esperienze straniere e italiane, e da
iniziative già presenti anche sul territorio della Regione.
Per attuare quanto sopra si ritiene interessante proporre un
Centro
Interdisciplinare lombardo su internet. Internet è stata
sorprendente, un po’ per
tutti coloro che ne hanno seguito l’evoluzione negli scorsi
decenni, non tanto per
l’infrastruttura digitale in sé, relativamente molto
semplice e pratica (nessun centro
di comando, intelligenza nella periferia, protocolli
pubblici...) quanto perché (proprio
per questo motivo) abilitava e abilita "giochi a
guadagno condiviso", da Wikipedia ai
social networks, alle community dal basso, alla libera
pubblicazione (blog) sul web,
al Software Open Source... fino alla comunità civiche
locali, come PartecipaMi.
Attualmente, manca in Italia un punto di riferimento per lo
studio di Internet sotto
questo aspetto cruciale e manca anche l’incubazione di
questi giochi a guadagno
condiviso ancora ampiamente possibili sulla rete.
La proposta è quindi di rilanciare ed estendere iniziative
promosse anni fa proprio
dalla Regione Lombardia in collaborazione con Atenei
lombardi un centro
interuniversitario multidisciplinare (non solo informatici e
ingegneri, ma anche
sociologi, antropologi, psicologi) che studi e ricostruisca
l’evoluzione di internet da
questo punto di vista, delle interazioni umane e sociali, ne
tragga modelli di
riferimento, pratiche, elabori progetti di applicazione a
nuove aree. Come, per
esempio, il volontariato in rete, gli anziani, o ancora la
condivisione di tempo e di
risorse tra cittadini.
Questo centro, di per sé sperimentale, dovrebbe quindi
essere connesso a una
situazione di incubazione, sia di iniziative di volontariato
che di vere e proprie
startup.
L’obiettivo del centro potrebbe essere duplice. Da un lato indurre e rafforzare
l’attivazione di startup di successo (aiutandole soprattutto
sul piano della viralità).
Dall’altro lavorare su iniziative (profit e non profit) nei
servizi sul territorio,
riducendone anche i costi a carico del sistema pubblico. Il centro lombardo in
chiave Win-win costerebbe poco (con le risorse universitarie
disponibili) e potrebbe
attivare molto.
2. Piattaforma di collaborazione tra regione, cittadini,
professionisti,
aziende, società di servizi
• Si deve favorire l’incontro in rete di organismi
regionali, cittadini, professionisti,
aziende, società di servizi, enti di ricerca etc. e
sviluppare una piattaforma
fondata su un ambiente collaborativo ed una rete sociale,
usufruendo, dove
possibile, delle
soluzioni già presenti sul mercato, capace di:
- interpretare e condividere la conoscenza in rete;
- promuovere iniziative e soggetti: professionisti, società,
enti;
- essere luogo aperto
per l’aggregazione e l’erogazione di prodotti e servizi:
dalle informazioni,
documenti, benchmark misure alle soluzioni , iniziative di
consulenza , formazione;
- favorire la formazione di gruppi di lavoro e comunità di
pratica;
- favorire e contribuire alla costituzione di reti business capaci di sviluppare
una Value Proposition sul mercato;
- fungere da Intermediatore tra domanda ed offerta.
La piattaforma dovrà
offrire la possibilità di:
- beneficiare di una comunità in rete in cui condividere
relazioni, fonti e
archivi di conoscenza, informazioni aggiornate,
strumenti ecc.;
- facilitare l’incontro di persone e società generando
contatti e opportunità
business;
- favorire la circolazione e l'esplorazione di nuove idee e
creare un dibattito
aperto su problematiche correnti.
• Si deve definire un piano di censimento e consultazione
delle buone pratiche
per far emergere e
raccogliere in modo strutturato le buone pratiche già
presenti per avviare processi virtuosi di diffusione delle
stesse. Il Censimento
delle buone pratiche è importante non solo per una buona gestione delle risorse
pubbliche, ma anche per non essere autoreferenziali come
Regione (va evitato di
rifare quello che altri già hanno fatto con buoni
risultati); al Censimento andrebbe
inoltre abbinata una consultazione pubblica, per
completare/verificare il censimento
grazie al meccanismo delle candidature spontanee – “call”.
In questo, il modello a
cui fare riferimento non è il riuso così come normato dal
CAD (“il riuso ingenuo non
esiste, bisogna riusare l’esperienza!”).
OPERARE IL RAFFORZAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE COME
LEVA PER IL
CAMBIAMENTO E PER IL SUPERAMENTO DEL DIGITAL DIVIDE
• E' vitale Rafforzare l'infrastruttura reti e diffondere in
modo ampio banda larga
e ultra-larga, fissa e mobile (in particolare la fibra), alle imprese e ai
professionisti, ai distretti industriali e alle zone
turistiche. Questo va fatto anche
prima di vedere le "applicazioni" o "l'uso
che se ne farà": se non c'è la rete (e una
rete capace), "le applicazioni" e
"l'uso" non ci saranno mai, se non per quanto
permesso dalle reti esistenti. Tra l'altro, una capacità di
accesso in banda larga e
ultra-larga può essere strumentale a favorire processi di
aggregazione e accesso ai
mercati da parte delle aziende medio-piccole.
• E' importante Predisporre
Infrastrutture a servizio del pubblico.
Oltre a
preoccuparsi che il paese in quanto tale possa disporre di
una rete in banda larga e
ultra-larga, Lo Stato la Regione e gli enti locali devono preoccuparsi di
fornire
connettività adeguata (wireless e wireline) in alcuni gangli
vitali del territorio.
In primo luogo, ogni scuola deve essere connessa in banda
larga (e in
prospettiva ultra-larga). Non importa se non si conosca
"upfront" quali applicazioni
verranno utilizzate: ciascuno troverà una propria autonoma
modalità di uso della
rete, sapendo che l'accesso alla rete "crea
dipendenza": non esistono "killer
application", mentre è invece vero che "una
ciliegia tira l'altra".
In secondo luogo è importante fornire connettività wi-fi
gratuita e aperta
all'interno di musei, uffici pubblici, biblioteche, centri
culturali.
• E' necessario
Rafforzare l'Infrastruttura reti regionale. La reale disponibilità
della rete è il prerequisito per qualsiasi implementazione
successiva. La Lombardia
è una regione molto estesa e perciò, oltre alle città dove
le infrastrutture in alcuni
casi esistono, è fondamentale avere programmi realistici per
collegare anche i punti
remoti. Questo consente lo sviluppo delle attività
economiche locali, una importante
facilitazione della nascita di nuove iniziative, una reale
implementazione del lavoro
remoto in punti di aggregazione opportuni e variabili con
significativa riduzione di
spostamenti e pendolarismo (basta pensare cosa
significherebbe ridurre di qualche
punto percentuale questo fenomeno a livello regionale).
Applicare questi metodi e
criteri alla didattica, per esempio, significherebbe ridurre
gli spostamenti degli
studenti dovuti all'accorpamento delle classi/scuole,
ridurre anche la dispersione
scolastica, favorendo la vitalità di luoghi altrimenti
destinati al depauperamento, ecc.
• Si deve Evitare che si verifichi un “Super Digital
Divide”. Per realizzare nuovi
servizi ad alto valore per aziende e cittadini è necessario
garantire la banda larga
per tutti, tramite tecnologie sia fisse che senza fili, e
facilitare gli investimenti nelle
nuove reti a banda ultra larga (BUL) puntando su partnership
pubblico-privato.
Bisogna, in altri termini,
definire e concretizzare un programma di realizzazione di
infrastrutture che, pur tenendo conto delle priorità
costituite dai più importanti
utilizzatori di banda quali Università, Aziende, Ospedali
etc. preveda lo sviluppo di
adeguata connettività su tutto il territorio e per tutti i
cittadini. Sulla Banda Larga la
Regione aveva messo a disposizione 41 Milioni di Euro per
l’infrastrutturazione
delle zone attualmente prive di rete ADSL. Il bando è stato
aggiudicato a Telecom
Italia e secondo l’attuale Amministrazione la copertura
dell’intero territorio lombardo
a 2Mb dovrebbe essere completata entro Agosto 2013. Occorre
rilevare che se una
banda a 2Mb è in grado di risolvere i problemi di oggi,
almeno per il residenziale,
non costituisce una reale soluzione per i fabbisogni del
medio-lungo periodo per i
quali occorre ragionare in termini di “almeno” 20Mb. Occorre
quindi proseguire con
forza una politica di sviluppo forte delle infrastrutture di
rete.
Sulla BUL Regione ha realizzato una limitata sperimentazione
di alcuni servizi sulla
zona Monza-Varese, Monza-Concorezzo e di Cremona nell’ottica
della “Fiber to
home”. Ma lo sviluppo del Piano già sviluppato è bloccato in
attesa di una soluzione
della querelle legata alla separazione della rete dai
servizi.
La nostra prima proposta è quella di realizzare innanzitutto
un censimento delle
infrastrutture di rete in fibra ottica presente soprattutto
nelle aree
metropolitane e NON utilizzata per incrementare la
disponibilità di BUL.
Con riferimento alle reti wi-fi, la situazione è in rapida
evoluzione. Si potrebbero
indirizzare le azioni
verso l’utilizzo degli Access Point già presenti e puntare
sull’interoperabilità delle utenze (le persone dovrebbero
poter utilizzare la propria
utenza per accedere a più reti wi-fi, in luoghi diversi,
riducendo quindi la
complessità di dover gestire più profili in relazione
all’area in cui ci si trova).
Per quanto riguarda le reti NGN, attualmente l’ostacolo da
superare affinché le reti
NGN trovino diffusione è rappresentato da un impianto
normativo che non incentiva
i grandi operatori a
spegnere il rame e passare alle reti in fibra.
A tal fine, l’azione per spingere veramente il passaggio a
reti NGN si potrebbe
promuovere un
intervento della Regione per abbassare la tassazione degli
operatori che vanno ad installare reti in fibra, per la
precisione sovvenzionando
i contributi di cui all’allegato 10 del codice delle
comunicazioni. Un incentivo di
questo tipo permetterebbe a realtà minori, quali ad
esempio start-up o cooperative
di installatori, di poter sostenere gli investimenti per la
posa di fibra. I risultati
sarebbero due: (1) I grandi operatori, pressati dalla
concorrenza dei piccoli nella
stesura di fibra e sua fornitura in wholesale agli operatori minori, sarebbero
fortemente spinti ad investire in NGN; (2) Un aumento significativo
dell’occupazione nel settore degli installatori – oggi una
delle aree più depresse
del mercato del lavoro.
FORNIRE SERVIZI PER IL SOSTEGNO E L’IMPULSO ALLA
CRESCITA DELLE IMPRESE, FOCALIZZANDOLI SULLE PMI, MICROIMPRESE E START-UP
E' necessario Rafforzare i servizi di base, per sostenere e
guidare l’estensione dei
contenuti e della diffusione dei canali on-line tra regione,
enti operanti nella regione e
imprese, e per favorire la modernizzare delle procedure e
degli adempimenti riducendo
i tempi della burocrazia. Concretamente, si dovrebbe
estendere e facilitare
l’espletamento degli obblighi amministrativo/fiscali, con
particolare riguardo a: Apertura
ed esercizio d'impresa; Obblighi amministrativi/fiscali;
Acquisizione di documentazione;
Stati avanzamento delle pratiche; Relazioni con INPS, INAIL
ecc.
• E' fondamentale Concentrarsi particolarmente sulle PMI
che sono una delle basi
portanti della industria della regione, ma oggi sono
penalizzate dalla carenza di
conoscenza della tecnologia ICT, favorendo per esempio il
Cloud Computing e l'ecommerce, aree di grande potenzialità per ridurre i costi
e allargare la base di mercato.
Servirebbe poi una iniziativa simile a quelle che hanno
caratterizzato alcuni distretti in
passato, orientata a supportare il piccolo imprenditore
nello sfruttare la rete e i sistemi
telematici.
• E' fondamentale un
Supporto a Start Up e micro imprese al fine di favorire la
nascita di Start Up con particolare attenzione a quelle che
abbiano come oggetto
un’offerta di prodotti e servizi nel contesto digitale.
Supportare e sostenere Società, in
particolare PMI e Microimprese, che intendano superare le
tradizionali e rigide strutture
societarie a favore di modelli basati su alleanze, accordi, capacità di operare in
ecosistemi e Business
Web. Le due tipologie di aziende sono spesso molto diverse: le
start-up sono fatte da persone che hanno idee e skills
tecnici (sono creativi e sono
vicini alle Università). Mancano drammaticamente di fondi e
di skill manageriali. La
metodologia di finanziamento prevalentemente seguita fino ad
oggi dalla regione
non funziona: troppi finanziamenti parcellizzati di piccola
entità non sono produttivi
(un voucher di 4000 euro a una start-up non risolve nessun
problema, è solo un
proclama comunicativo). Bisogna anche utilizzare le varie
forme di associazioni
manageriali che esistono per offrire opportunamente tutoring
e menthorship. Le PMI,
pur in presenza anch'esse di mancanza di fondi, hanno invece
spesso carenza di skills
e qui bisogna sviluppare un piano per colmare questo gap.
L’aiuto si articolerà nell’offerta di servizi personalizzati
a questa tipologia di imprese
con alto utilizzo del canale on line. In particolare nella
messa a disposizione di servizi
informatici e servizi di supporto alla gestione:
contabilità, gestione risorse umane,
gestione vendite, fondati su
soluzioni web e cloud; nella
assistenza consulenza e
supporto nello sfruttare le opportunità della rete in una economia globalizzata, (e
questa potrebbe essere anche una occasione per dare
opportunità di lavoro ai nostri
giovani nativi digitali); nella ricerca di finanziamenti
adeguati e proporzionali al
business che si intende sviluppare.
Si dovrà studiare un modello di fornitura di servizi cloud
like per le PMI con il
coinvolgimento delle associazioni di categoria e soprattutto
di giovani digitali che
possano svolgere un’attività di formazione per le piccole e
micro imprese che non
hanno skill e competenze per utilizzare sistemi informativi.
Sarebbe molto importante creare un unico punto di
riferimento per chi voglia aprire
nuove aziende. L’aspetto informatico non è complesso ma
devono essere analizzati in
dettaglio i processi e le P.A. coinvolte.
• E' importante Promuovere Operatori e Campus capaci di
attirare e promuovere
Start up, favorendo a sistema interlocutori diversi, come
Enti e organizzazioni private
e pubbliche preposte, a livello nazionale e regionale, ad
azioni di sviluppo economico,
insieme a Università, Iniziative e progetti (es. Prospera,
Progetto Italia), Fondi di
Investimento che hanno nel proprio portafoglio Start Up,
Private Equity che investono
in Start Up, e infine
Istituzioni Finanziarie che finanziano Start Up.
La messa in rete di questi interlocutori, permetterà di
coprire le diverse fasi di
Preparazione
(allineamento esigenze a competenze del team), Sviluppo dell’idea
(creazione del contesto, Assessment potenzialità, Ricerche
di mercato,
Posizionamento ed alleanze, Business Plan), Servizi di incubazione
(formazione e
mentoring, Consulenza amministrativa, societaria, legale e
compliance, Hosting ed
help desk, Gestione forniture chiave), Ricerca fondi
(attrazione investitori, seed,
angels, Venture Capitals, banche, partecipazione bandi di
gara EU o regionali), e
infiene Costruzione
piattaforma iniziale (soluzioni
gestionali condivise, Temporary
management per le diverse funzioni aziendali come HR,
Finanza, Marketing).
COSTRUIRE NUOVE “FABBRICHE DEL LAVORO” PER GENERARE
NUOVA OCCUPAZIONE ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE DIGITALI
Non è vero che l’introduzione delle tecnologie digitali determinino
necessariamente una
riduzione dell’occupazione. Se infatti da una parte esse
rappresentano un elemento chiave
per l’aumento dell’efficienza e della produttività delle
imprese, d’altra parte esse aprono la
strada a nuove filiere e linee di attività: ad es. la “APP
Economy” ha generato negli USA
più di 500,000 nuovi posti di lavoro.
E' necessario quindi favorire e sostenere lo Sviluppo di
nuovi ecosistemi pubblicoprivati e a dar
vita a vere e proprie “fabbriche del lavoro”, in cui i giovani possano
formarsi alle nuove tecnologie, nuove società di sviluppo di
applicazioni e di servizi
possano nascere e consolidarsi, le competenze di tante persone espulse dal
mondo del
lavoro possano essere rinnovate e riutilizzate, e vasti
settori di persone oggi ai margini del
mondo del lavoro possano essere formate per accedere alle
nuove opportunità di
occupazione offerte dall’economia digitale.
Queste “fabbriche del lavoro” potranno svilupparsi sui territori, favorendo lo sviluppo di
aree periferiche altrimenti destinate a trasformarsi in
dormitori e riducendo
significativamente i costi sociali legati al “commuting”.
SVILUPPARE INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ PER TUTTA
L’ECONOMIA LOMBARDA: UNIVERSITÀ , CENTRI DI RICERCA, POLI TECNOLOGICI,
PARCHI SCIENTIFICI E POLI DI INNOVAZIONE
• E' fondamentale supportare gli investimenti in Ricerca ed Automazione. La
ricerca e l’innovazione rappresentano attività indispensabili
allo sviluppo ed al
mantenimento di un sistema produttivo competitivo e vitale
per tutti i settori di punta
dell’economia. E’ quindi importante:
- Creare eccellenze nelle nicchie settoriali dell’ICT anche
attraverso opportune
strategie di attrazione di risorse umane straniere;
- Promuovere attività di ricerca di interesse industriale
tramite l’incontro tra la
domanda di tecnologia proveniente dalle imprese e l’offerta
sulla quale operano
i ricercatori;
- Favorire il “trasferimento tecnologico”, ovvero
l’applicazione industriale dei
risultati della ricerca scientifica, promuovere la nascita
di imprese hi-tech, anche
tramite lo spin-off dai centri di ricerca, e lo sviluppo di
quelle già operanti sul
mercato;
- Sostenere le aziende attraverso semplificazioni
amministrative e fiscali delle
iniziative di innovazione; aiuto nel reperimento di
finanziamenti (privati, pubblici,
europei etc.); allocazione di fondi per progetti, ricerche
con spiccata
caratterizzazione territoriale (temi, domanda, esigenze);
mettere a disposizione
una base informativa capace di porre in relazione domanda
con offerta,
individuare sponsor, valutare le diverse iniziative e
progetti, correlarsi con
università centri di ricerca, università.
• E' importante Creare e Sostenere i Poli di Innovazione.
Coerentemente con quanto
stabilito dalla Disciplina comunitaria (2006/C 323/01) ed
dal Decreto M.I.S.E.
(start-up innovatrici, piccole, medie e grandi imprese) e di
Organismi di Ricerca attivi in
un particolare settore o territorio che operano per
stimolare e attivare processi
d’innovazione”. Lo stimolo e l’attivazione dei processi di
innovazione può avvenire
attraverso: l’interazione intensiva tra le Imprese e tra queste e gli Organismi di
Ricerca; l’utilizzo in comune di installazioni
(infrastrutture e attrezzature) per le attività
di ricerca scientifica e innovazione tecnologica; lo scambio
di esperienze e
conoscenze; il trasferimento di tecnologie; la messa in rete
e la diffusione delle
informazioni tra le imprese che costituiscono il Polo.
I Poli di innovazione sono quindi il luogo dell’incontro tra
ricerca e impresa per
dare vita all’innovazione di sistema. Contrariamente alla retorica diffusa dalla
precedente Amministrazione, secondo una recentissima ricerca
in collaborazione con
l’Università Bocconi, i Poli di Innovazione della Regione
Lombardia non sono affatto
competitivi con quelli delle Regioni più avanzate: la Lombardia si classifica infatti al
decimo posto tra le Regioni Italiane in termini di
performance dei poli di innovazione
(cfr. Ferrara M., Mavilia R. “Dai distretti industriali ai
poli di innovazione”, Egea
Università Bocconi, Novembre 2012). Il motivo va ricercato
nel fatto che mentre i Poli
più efficienti sono caratterizzati da raggruppamenti di
imprese complementari (es. Bio,
digitale, energia, etc), i poli lombardi si sono sviluppati
come assemblaggi di imprese
eterogenee, ove il “collante” era dato al massimo
dall’omogeneità politica dei
promotori e dei gestori.
Liberare i Poli di Innovazione Lombardi dalla
subordinazione a una politica inefficiente – e ampiamente
incompetente – è
quindi una delle prime priorità della futura Agenda Digitale
per lo sviluppo della
nostra Regione.
Il ruolo della politica regionale della Lombardia a sostegno
dell’innovazione sarà una
delle sfide principali da affrontare da parte nella nuova
classe dirigente lombarda
delineando modelli e strumenti finalizzati alla promozione
di attività di aggregazione e
cooperazione tra imprese innovative a forte vocazione
tecnologica, ovvero verso la
smart specialisation che sarà adottata dalla politica di
coesione europea 2014-2020 .
Le principali aree che dovrebbero essere sostenute sono: l’internazionalizzazione
delle imprese che aderiscono ai poli, ai clusters e ai
distretti già presenti; la
commercializzazione delle attività di ricerca e sviluppo; la
formazione specialistica del
personale; l’integrazione di nuovi concetti quali
l’innovazione aperta.
L’approccio di politica regionale proposto sottolinea
l’importanza della vicinanza tra le
imprese per massimizzare le sinergie e gli spill-over,
evidenziando la necessità di
approfondire la collaborazione e la creazione di reti per
l’innovazione. L’importanza di
agevolare il trasferimento della tecnologia al sistema
produttivo emerge come priorità
politica per la Regione Lombardia.
I poli innovativi e tecnologici esistenti in Regione possono
agire come piattaforma per
la produzione di conoscenza e per il suo trasferimento sia
sotto forma di spin-off che di
spill-over di conoscenza.
Obiettivo della politica regionale per l’innovazione sarà
quello di costruire un sistema
di innovazione regionale attraverso un coordinamento tra le
diverse realtà esistenti,
minimizzando le inefficienze associate alla proliferazione
di attività di governance
ridondanti per attività potenzialmente gestibili in maniera
centralizzata.
Un diretto controllo nel coordinamento e nella governance da
parte della Regione può
giustificare l’introduzione di finanziamenti e aiuti legati
al raggiungimento degli obiettivi
e milestone entro determinate scadenza e secondo specifici
vincoli.
E' necessario puntare sulla Ricerca, l'Innovazione e il
Trasferimento tecnologico
se si vuole rilanciare l'economia nazionale. Regione
Lombardia deve essere il vero
volano di questo rilancio. Le risorse per la Ricerca messe a
disposizione dallo stato
centrale sono state ulteriormente ridotte anche nel 2012,
contrariamente a quanto
imposto dal Trattato di Lisbona e da Europa 2020. Regione
Lombardia già prevede
fondi per la Ricerca di Base e Applicata ma attualmente
mancano forme precise e
sistematiche di monitoraggio dei risultati ottenuti dai
progetti finanziati. E' necessario
quindi:
- Incrementare i fondi messi a disposizione delle Università
e dei Centri di
Ricerca del territorio lombardo per finanziare progetti di
Ricerca;
- Identificare forme di incentivazione alla Ricerca
Applicata e al trasferimento
tecnologico con risvolti significativi per il tessuto
industriale lombardo (per
esempio istituire un Credito d'Imposta per le aziende
lombarde che
sovvenzionano progetti di ricerca);
- Semplificare le procedure di preparazione e di invio
telematico delle
proposte progettuali di ricerca;
- Identificare meccanismi di review e creare delle
commissioni scientifiche
per monitorare in modo sistematico gli sviluppi e i
progressi ottenuti
durante le diverse fasi del progetto finanziato, affinché si
contribuisca al
reale raggiungimento degli obiettivi prefissati dal
progetto.
LA REGIONE DEVE FUNGERE DA “RISORSA CONDIVISA” PER LE
P.A. DEL TERRITORIO. IL CLOUD COME METAFORA E DRIVER DELLA TRASFORMAZIONE
• E' fondamentale svolgere un ruolo di pianificazione,
raccordo e di supporto a
standard di interoperabilità per i principali procedimenti
di interscambio tra le
PAL. Vista la sempre minor disponibilità di fondi anche per
i Comuni, la Regione può
costituire un punto di riferimento importante mettendo a
disposizione anche servizi ed
infrastrutture sia proprie sia di operatori privati.
Lombardia Informatica ha appena
concluso la costruzione di un nuovo Data Center nel quale è
possibile ospitare servizi
di tutto il sistema regionale allargato. Non si potrebbe
estendere l’offerta anche ad
altre realtà pubbliche? Vi sono moltissimi comuni lombardi
in cui i servizi al cittadino
sono ridotti al minimo o del tutto assenti anche per motivi
di costo e di carenza di
competenze. Non dimentichiamo anche la situazione del Comune
di Milano dove una
sinergia sarebbe estremamente utile per tutti. Tra l’altro
lo stesso discorso vale anche
per la sanità dove le 44 Aziende Sanitarie e le ASL sono
tutte dotate di propri sistemi
ICT. In questo punto confluiscono tutte le iniziative rivolte
alla semplificazione dei
procedimenti per le aziende e per i cittadini e si possono
inserire le problematiche di
unificazione delle basi dati e di dematerializzazione dei
documenti e dei rapporti con le
PA.
• E' importante favorire l'adozione estensiva del Cloud
Computing. La Lombardia è
più avanzata di altre regioni ed è abbastanza grande per
muoversi con decisione in
questa direzione (potendo eventualmente far da traino al
resto del paese), con il
vantaggio di eliminare le duplicazioni e le frammentazioni e
di introdurre processi più
razionali. Le risorse che è possibile liberare grazie ai
risparmi generati possono
finanziare l'indispensabile miglioramento qualitativo oltre
che quantitativo dei servizi al
cittadino.
MIGLIORARE ULTERIORMENTE LA QUALITÀ DEI SERVIZI
OFFERTI NEL SETTORE DELLA SANITÀ.
IDENTITÀ DIGITALE E CARTA REGIONALE DEI SERVIZI
1. Salute e Sanità
Questa voce rappresenta l’80% di spesa della Regione ed è
anche il punto di maggior
visibilità dei servizi offerti al cittadino. Nonostante la
Lombardia sia una delle poche
Regioni Italiane che hanno realizzato una soluzione
interessante per il Fascicolo
Sanitario Elettronico (FSE), il progetto Sistema Informativo Socio Sanitario
(SISS) è fonte di diverse perplessità anche per la scarsa
capacità di Lombardia
Informatica di essere un attore realmente innovativo. E’
mancato anche in questo
caso un fattivo coinvolgimento ed una forte apertura a tutte
le realtà del terzo
settore che operano in quest’area aprendosi ad innovazioni
reali dei rapporti tra PA
e cittadini. Ci sono moltissime aree in cui è possibile
ottenere enormi vantaggi
soprattutto se si rimette in discussione l’uso della Carta
Regionale dei Servizi come
unica chiave di accesso al sistema, basti pensare al Fascicolo
Sanitario Elettronico
con la possibilità per ogni cittadino di accedere ai propri
dati sanitari e alla prescrizione
elettronica senza più l’uso della ricetta cartacea. Per la
sanità inoltre va dato maggior
rilievo all’assistenza remota con l’utilizzo di tecnologie e
connessioni telematiche
anche in questo caso coinvolgendo realtà che operano nel
terzo settore.
2. Sostenibilità
E’ il primo problema del Welfare in Europa, a causa
dell’invecchiamento della
popolazione. D’altronde è proprio nei momenti di crisi, che
bisogna avere il coraggio di
innovare: occorre ridisegnare, “ripensare” il servizio
sanitario nazionale e regionale
alla luce delle possibilità offerte dall'innovazione
tecnologica e dalla telemedicina. In
un recente convegno a Torino si stima che una profonda
digitalizzazione del sistema
sanitario potrebbe portare risparmi significativi,
quantificabili in oltre il 10%.
E' vitale quindi che si incoraggi in Lombardia una sempre maggiore
digitalizzazione, che, come negli altri settori in cui è
stata applicata vada nella
direzione di: fornire maggiore trasparenza,
permettendo così di evidenziare le
inefficienze organizzative (sprechi); Semplificare i
processi; Ridurre gli errori
clinici, fonti di sofferenza ma anche di costi addizionali
per il sistema sanitario.
E’ mancato anche in questo caso un fattivo coinvolgimento ed una forte
apertura a tutte le realtà del terzo settore che operano in
quest’area aprendosi ad
innovazioni reali dei rapporti tra PA e cittadini. Ci sono moltissime aree in cui è
possibile ottenere enormi vantaggi soprattutto se si rimette
in discussione l’uso della
Carta Regionale dei Servizi come unica chiave di accesso al
sistema, basti pensare al
Fascicolo Sanitario Elettronico con la possibilità per ogni
cittadino di accedere ai propri
dati sanitari e alla prescrizione elettronica senza più
l’uso della ricetta cartacea. Per la
sanità inoltre va dato maggior rilievo all’assistenza remota
con l’utilizzo di tecnologie e
connessioni telematiche anche in questo caso coinvolgendo
realtà che operano nel
terzo settore.
3. Identità Digitale e Carta Regionale dei Servizi
(CRS)
Il tema merita un’analisi a sé stante perché è uno strumento
estremamente costoso e
di difficile utilizzo per un normale cittadino. E’ una delle
scelte strategiche che la nuova
amministrazione regionale dovrà fare in quanto
l’amministrazione precedente non
poteva ritornare sui propri passi sconfessando investimenti
di centinaia di milioni di
euro spesi per la CRS. Anzi sono state provate diverse
strade per utilizzare la CRS su
servizi anche non sanitari, ultimo in ordine di tempo la
sperimentazione della CRS
come Carta Regionale dei Trasporti ma senza che mai se ne
cogliesse un reale
beneficio ed un utilizzo esteso. La domanda fondamentale a
cui dovremmo dare
risposta in una nuova Agenda Digitale è come affrontare il
tema dell’identità digitale:
considerando che l’identità è la radice di tutti i servizi e
se il supporto fisico della
CRS è adeguato alle ultime innovazioni o se meglio non si
adattano nuove tecnologie
quali ad esempio le funzionalità dei cellulari di ultima
generazione che consentono
anche funzioni di micro pagamento . Anche in questo caso
potrebbe giocare un ruolo
molto importante il rapporto con le altre PA, ad esempio
Comune di Milano, ATM etc,
per l’utilizzo di un unico strumento di
identificazione/pagamento, penso alla tessera
BikeMI, alla tessera ATM, alla tessera Itinero di Ferrovie
Nord.
È evidente tuttavia che I tentativi di associare a un’unica smart card (che essendo
qualificata anche
come CNS deve sottostare a vincoli nazionali) una quantità di
servizi peraltro di valenza locale non può che complicarne
il provisioning ed i costi
associati.
Per la sanità la Lombardia dovrebbe tornare alla carta sanitaria
nazionale come le
altre regioni, tenendo presente che una smart card è
intrinsecamente uno strumento
poco adatto per accedere a qualsivoglia servizio erogato in
internet, e che questo ne
giustifica lo scarso utilizzo da parte dei cittadini.
L’identità in rete e la definizione degli Standard sono temi che devono essere
lasciati al livello nazionale, essendo questo il primo obiettivo assegnato
dal’Agenda Digitale all’Agenzia Nazionale per l’Italia
Digitale.
UTILIZZARE LE TECNOLOGIE DIGITALI PER SOSTENERE IL
TERZO SETTORE E MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DEGLI ANZIANI E DELLE PERSONE
IN DIFFICOLTÀ, INTEGRANDO ASSISTENZA MEDICA E ASSISTENZA SOCIALE
• E' necessario
intervenire sul Digital Divide Culturale
e sulla inclusione delle
persone in difficoltà. Va perseguito un approccio di
partnership profit-non profit con
l'obiettivo di portare il maggior numero di persone a poter
utilizzare gli strumenti in
rete. L'ideale sarebbe che il driver fosse il terzo settore,
ma supportato
economicamente da Regione Lombardia. Una iniziativa come
questa permetterebbe
anche di facilitare la diffusione dell'e-Government (per esempio, ai permessi di
soggiorno o alle situazioni pensionistiche); In sintesi:
dobbiamo evitare di avere solo
smart cities, ma il più possibile avere smart citizens in
termini di servizi resi disponibili
in modo digitale. Le iniziative sperimentate nel
progetto BUL hanno fornito delle prime
evidenze in questa direzione.
• E' importante favorire una reale Integrazione Socio Sanitaria. L’attuale netta
divisione di competenze tra gli Assessorati Salute e Famiglia porta a inefficienze e
duplicazioni negli sforzi.
L’assistenza e i percorsi domiciliari rivolti a pazienti cronici
rendono evidente che
la cura è sempre più un processo integrato, e la barriera tra
cura e assistenza sociale è sempre più labile. Va quindi ripensato il modello di reti
sanitarie e perseguito uno spostamento del “focus” dalle “fasi acute” alla continuità
assistenziale, per ottimizzare le risorse; ricordiamo
che una giornata di degenza in
ospedale costa fino ad 800 euro, contro i 200 euro di una
giornata di teleassistenza.
Va supportato, in accordo con le Linee Guida nazionali che
ormai hanno visto la luce,
un modello di servizi di assistenza domiciliare telematica.
Obiettivo, la riduzione delle
stress di continue re-ospedalizzazioni (nonché
il superamento dei problemi di
carenza di letti negli ospedali), la riduzione dei costi di
assistenza alla persona e un
migliore servizio per persone in stato di disagio.
La definizione di una architettura di riferimento potrebbe
stimolare l'offerta e limitare il
moltiplicarsi di diverse soluzioni. Forte attenzione andrà
posta nella promozione e uso
di tecnologie “facili”, che non creino barriere ulteriori
nei confronti dell’utenza. Anche in
questo caso il driver potrebbe essere il Terzo Settore,
supportato da fondi di RL.
Soluzioni e piattaforme che devono quindi essere self-aware,
ovvero capaci di
adattare automaticamente contenuti e informazioni in base ai
dispositivi remoti in
dotazione ai pazienti e in base alle specificità di ogni
paziente.
CROWDSOURCING, MONITORAGGIO AMBIENTALE,
OTTIMIZZAZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI
• E' necessario favorire con opportune sovvenzioni l’acquisto di centraline di
monitoraggio da parte di privati, imprese, organizzazioni,
in modo da creare una rete
distribuita di monitoraggio ambientale in grado di fornire
dati ambientali di alta qualità e
con la massima trasparenza,
favorendo per esempio la definizione di piattaforme ICT
per la gestione intelligente dei rifiuti e delle acque sul
territorio.
Azioni concrete di monitoraggio ambientale potrebbero essere
applicabili alla Rete
Elettrica (per esempio sensoristica applicata ai lampioni
per rilevare la dispersione e
modulare la luminosità può avere un impatto importante sulla
riduzione dei consumi);
Monitoraggio e vigilanza del rispetto delle norme per il
riscaldamento ed il
condizionamento degli edifici con significativi vantaggi sui
consumi energetici e
sull’inquinamento; Monitoraggio del territorio in modo
integrato con controllo dei corsi
d’acqua ,delle dighe, dei movimenti franosi, etc.
• E' importante Investire su Politiche d'Innovazione per la
Mobilità Sostenibile. In
un contesto lombardo dove le grandi città vivono ogni giorno
il dramma
dell'inquinamento atmosferico e del traffico veicolare,
risulta di primaria importanza
attivare innovative
politiche di Mobilità Sostenibile che abbiano un reale impatto
sulla vita dei cittadini.
• Concretamente Regione Lombardia dovrebbe dotarsi quanto
prima di strumenti
precisi. Un Piano d'Innovazione per la Mobilità Sostenibile,
che indichi chiaramente
i passi futuri che l'Amministrazione lombarda intende
seguire per migliorare la mobilità
regionale; Piattaforme ICT Avanzate per la Mobilità
Sostenibile e di Persuasione
per dotare i cittadini di piattaforme integrate per la
mobilità (che per esempio
permettano di prenotare dal proprio dispositivo mobile
biglietti integrati per i mezzi di
trasporto pubblico congiuntamente a soluzioni di Bike
Sharing, Car Sharing, Car
Pooling, Taxi al fine di ridurre al minimo l'impatto
ambientale del proprio viaggio) e per
sensibilizzare i cittadini lombardi all'uso consapevole dei
mezzi di trasporto e delle
soluzioni di mobilità green alternative all'uso della
macchina. ( a livello europeo, molti
progetti di ricerca stanno evolvendo proprio in questa
direzione); Corsi di
Sensibilizzazione all'uso delle soluzioni di mobilità green;
Finanziamenti regionali
per supportare progetti di Innovazione Tecnologica nell'ambito della Mobilità
Sostenibile (per es. progetti per il Mobile Ticketing).
COGLIERE L’OPPORTUNITÀ DI EXPO COME RISORSA PER
MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA NELLE NOSTRE CITTÀ ATTRAVERSO LA DIFFUSIONE
DELLA SMART CITY DIGITALE. SVILUPPARE AL MASSIMO L’INTEROPERABILITÀ DEI SERVIZI
DI DATI
EXPO 2015 offre una grande occasione per far avanzare la
cultura e l’economia della
sostenibilità. Con EXPO 2015 la nostra Regione avrà tuttavia
anche l’opportunità per
estendere ben al di fuori dei confini della cittadella
digitale il concetto della Smart city e
farne elemento importante di sviluppo per l’economia e la
società lombarda.
EXPO offrirà infatti una grande vetrina di come le
tecnologie digitali possano consentire un
miglioramento sostanziale della qualità della vita
personale, delle organizzazioni sociali e
della produttività delle imprese. In vista di questo evento si stanno già
sviluppando una
serie di nuove applicazioni che, grazie all’interoperabilità
dei servizi di dati, consentono ai
diversi operatori economici di contribuire ciascuno i propri
contenuti, di mescolarli on-line e
di consentire ai cittadini e alle imprese di beneficiare di
sistemi finora impensabili,
beneficiando a loro volta gli uni dei dati degli altri.
• E' necessario quindi sfruttare il più possibile quanto
EXPO 2015 è in grado di
offrire al territorio. Per esempio, il sistema “Infoblu
Traffic for EXPO”
[http://e015.infoblutraffic.com/] offre una visione dinamica e integrata del sistema
della Mobilità in Lombardia, e mostra ciò che un Governo
Regionale intelligente
potrebbe proporsi di promuovere per garantire un salto di
qualità nell’efficienza dei
servizi e dell’informazione ai cittadini e alle imprese sul
territorio. Sulla stessa
piattaforma e015 va supportata la realizzazione di un
sistema di e-health, già in corso
di studio, che fornisca una
visione integrata di servizi base di sanità, fruibile in
primis dai visitatori di Expo ma in realtà destinata a
sviluppare servizi utili di e-health
per i cittadini lombardi.
DIFFONDERE L’ALFABETIZZAZIONE E LE COMPETENZE INFORMATICHE
E' necessario Promuovere una didattica innovativa
all’interno e all’esterno delle
sedi istituzionali capace di sviluppare nuove competenze
digitali. Negli ultimi
decenni la domanda di competenze digitali è cresciuta in
maniera esponenziale. Il
progetto di alfabetizzazione digitale della popolazione è
ambizioso e la sua
realizzazione non può che partire dalla scuola, sostenendo,
promuovendo e
supportando il rinnovamento della didattica dal livello
primario a quello universitario.
Si dovranno pensare inoltre offerte ed occasioni formative
mirate che portino e
personalizzino al mondo del lavorio le conoscenze digitali
necessarie a far fronte alle
nuove opportunità ed in particolare alla riqualificazione
professionale. Saranno punti di
riferimento le università, gli enti di ricerca, le
fondazioni e le società di
servizio.
Sarà utile, in questo contesto, lo sviluppo di un quadro di
correlazione dei programmi e
delle iniziative formative in regione con capacità di fornire assistenza agli interessati
nella identificazione delle opportunità e delle sinergie e
nella comprensione della
domanda.
• E' importante Formare il corpo docente ad un uso delle
Tecnologie ICT per firme
di didattica innovativa e all'avanguardia. Nelle scuole, un’azione specifica deve
essere rivolta alla formazione continua dei docenti sulle
ICT e sul loro uso efficace
nella didattica, anche rivedendo i processi usati nella
didattica, in quanto gli studenti
spesso risultano essere già formati. Deve essere fatto
capire ai docenti che le ICT
cambiano il modo di fare didattica. Interventi ad esempio di
distribuzione di tablet
nelle scuole, a pioggia, non producono reali effetti se non
accompagnati da un
intervento di formazione sui docenti. Best practice “a
rovescio” in tal senso sono
presenti finora in Lombardia (ossia imparare cosa NON fare,
se non accompagnato e
sostenuto a un piano di formazione che deve essere adeguatamente
finanziato).
• E' necessario attivare
politiche per l’inclusione di cittadini esclusi, combinando
due tipologie di interventi. I primi, per “raggiungere” tali
cittadini (ad es. anziani), nei
quali è importante l’uso dei mass media. Gli interventi
dovrebbero essere focalizzati sul
“digital life style”: es. comunicare con i parenti
all’estero grazie alle nuove tecnologie,
controllare il meteo, giocare a carte o leggere libri, ecc.
I secondi, per far apprendere
l’utilizzo delle tecnologie digitali, come ad esempio i P3@.
• E' auspicabile un ruolo attivo della RAI Regionale come media per la diffusione
del sapere,. La RAI, in collaborazione con Regione
Lombardia, potrebbe introdurre
nuovi format televisivi per l'alfabetizzazione digitale di
base. Ù
DAR VITA A UN’AGENZIA DIGITALE LOMBARDA
CON L’OBIETTIVO DI SUPERARE LA FRAMMENTAZIONE DEI
SISTEMI E
PIANIFICARE, REALIZZARE E MONITORARE L’IMPLEMENTAZIONE DI UN PIANO INTEGRATO DEI
SISTEMI INFORMATIVI REGIONALI COERENTE CON LE PRIORITÀ DELLA NUOVA
AMMINISTRAZIONE
La nostra proposta è quella di istituire una Agenzia
Digitale per la Lombardia,
con riporto diretto alla Presidenza della Regione. L'Agenzia
dovrà:
- Riportare all’Interno della Regione la Governance del Sistema Informativo
Regionale, rafforzando l’Unità Sistemi informativi e ICT e
integrandola con la DG
Semplificazione e Digitalizzazione;
- Sulla base di tale fusione dovrebbe nascere l’Agenzia Digitale per la
Lombardia, con riporto diretto alla Presidenza della
Regione;
- La missione dell’Agenzia Digitale dovrà essere quella di
agire da motore primo
dei processi di innovazione a livello della Regione,
definendo una strategia
complessiva per l’innovazione e la digitalizzazione della
Regione e per il
Sistema Informativo Regionale sulla base delle priorità definite dalla
Nuova
Amministrazione e assicurando una governance forte sull’
intero processo;
- Essa dovrà inoltre assicurare la massima collaborazione
all’Agenzia per l’Italia
Digitale e alle altre Regioni per garantire la progettazione integrata dei
sistemi informatici pubblici e l'integrazione dei back-end
di
amministrazioni centrali , regionali e locali come
condizione per la loro
interoperabilità e per la semplificazione della macchina
pubblica nel suo
complesso;
- Quanto alla macchina operativa della LISPA, una volta
liberata da clientele e
consorterie che l’hanno caratterizzata in questi anni,
limitandone il potenziale,
essa potrà essere trasformata in uno “Shared service” con
l’obiettivo di fornire
servizi di alta qualità e a condizioni fortemente
competitive alle Amministrazioni
Locali sul Territorio, ai cittadini e alle imprese.
• E' indispensabile partire da una valutazione della
situazione in essere, operando
una ricognizione tesa ad identificare l’esistente e a
valorizzare i risultati già ottenuti e
le risorse disponibili, eliminando le situazioni di
frammentazione dei sistemi, delle
funzioni e delle strutture organizzative.
• E' importante Svolgere il ruolo di Governo d'Indirizzo
per:
- Definire gli obiettivi e gli orientamenti;
- Pesare le opportunità in termini di risultati, tempi di
attuazione e rischi;
- Valutare i risultati attesi a fronte degli investimenti;
- Elaborare proposte
di sintesi che procedano per stadi e fasi di avanzamento
sugli ambiti, le linee di azione prioritarie, i criteri, gli
indirizzi e gli obiettivi in cui
far procedere lo sviluppo digitale della regione;
- Attribuire delle priorità, definire dei percorsi e la
gradualità in funzione dei vincoli
tecnici economici e normativi e i tempi di
apprendimento;
- Fondare le decisioni sulla valutazione della situazione in
essere, le opportunità
emergenti, la maturità dei fornitori di servizi e del
mercato a cui sono rivolti, la
sostenibilità degli obiettivi;
- Tracciare rigorosamente gli investimenti, garantire una
totale “accountability” e
trasparenza dei costi sostenuti e dei ritorni realizzati. A
questo scopo sarà utile
introdurre in modo generalizzato il “Codice Unico di
progetto”;
- Essere in linea con l’Agenda Digitale Italiana e con
quella europea
concretizzando, personalizzare e attuando i temi lì emersi .
• E' necessario
Operare a largo spettro per
Sviluppare soluzioni, servizi e
piattaforme rivolti alla macchina organizzativa interna;
- Sviluppare servizi e piattaforme rivolti alla soluzione
delle istanze evidenziate
per ciascun tema attraverso progetti governati dalla regione
(propri) su cui
possano convenire diversi interlocutori;
- Abilitare contesto e presupposto in cui gli attori nel territorio:
società, fornitori di
prodotti e servizi, cittadini, enti ecc., possano
indirizzare i loro sforzi nella
direzione della Agenda;
- Creare e fertilizzare il terreno in cui possano emergere
idee, iniziative, offerte;
- Definire come assi
prioritari: il coinvolgimento e la partecipazione; la fornitura di
servizi proporzionali alla maturità della domanda e dei
risultati attesi; l’Impulso
alla crescita e alla creazione di lavoro; la riduzione della
spesa e lo snellimento
dei processi interni; la creazione del contesto abilitante
(cultura, formazione e
infrastrutture); l’adeguamento legislativo e normativo;
- Ricercare opportunità di finanziamento: fondi europei,
fondazioni, sponsor,
pubblicità on line, autofinanziamento e volontariato.
Salve signora signore
RispondiEliminaSono il rappresentante di un GRUPPO composto da operatori
economica. Questo gruppo è coinvolto in varie attività
come:
Fornire prestiti a tutti coloro che si trovano in difficoltà finanziarie
investire in progetti molto coerenti e redditizi
Per sicurezza, fiducia e trasparenza, ecco il
procedura da seguire
devi recarti nella nostra base per:
Contattare uno dei nostri rappresentanti e il nostro consulente
finanziario (un incontro e uno studio del tuo progetto)
Riconosci l'esistenza dei fondi che ti saranno resi disponibili
Redazione e firma del contratto con il notaio
Infine le formalità bancarie per il trasferimento di fondi
Questo processo richiede al massimo 72 ore per eseguire tutto
In caso di domande, siamo qui per rispondere
Grazie per la comprensione e rispondici rapidamente
Email: kemalllare@gmail.com