RSU CITTA' METROPOLITANA DI MILANO
COMUNICATO STAMPA
L'assemblea dei lavoratori e le “uscite secondarie” del Governo della Città Metropolitana
Oggi, 13 maggio si è tenuta l'Assemblea dei lavoratori della Città Metropolitana di Milano.
Oggi, 13 maggio si è tenuta l'Assemblea dei lavoratori della Città Metropolitana di Milano.
Oggi, 13 maggio si è tenuta l'Assemblea dei lavoratori della Città Metropolitana di Milano.
La risposta dei lavoratori è stata significativa, sia per adesione che per contributo. Un centinaio di dipendenti, insieme alle RSU e alle sigle sindacali, si sono incontrati per ottenere di essere ascoltati dalla Conferenza Metropolitana dei Sindaci che si sarebbe dovuta tenere contestualmente nella sede centrale di via Vivaio.
Si sarebbe dovuta tenere... ma non c'è stata per mancanza del numero legale. Presenti 56 Sindaci su 134.
Già questo primo dato è significativo di quanto poco interessi ai referenti politici del destino della Città Metropolitana di Milano e dei suoi lavoratori. Lo stesso interesse che, evidentemente, riservano alle Istituzioni che essi stessi sono chiamati a rappresentare, pur non legittimati dal voto popolare.
Il sindaco Pisapia, intercettato dalla segreteria di Coordinamento RSU, ha assicurato la sua disponibilità ad incontrare i delegati, subito dopo il tavolo di Trattativa previsto per il prossimo 18 maggio. Attendiamo.
Al momento registriamo una totale assenza di interlocutori politici chiari e legittimati.
Come se questo non bastasse, i Sindaci presenti hanno “ingannato” la folla di lavoratori in attesa, optando per un'uscita secondaria, come nei migliori film d'azione ... peccato che avrebbero avuto di fronte dei semplici dipendenti, civili e rispettosi, in attesa semplicemente di informazioni circa il loro destino lavorativo.
La risposta dei lavoratori è stata significativa, sia per adesione che per contributo. Un centinaio di dipendenti, insieme alle RSU e alle sigle sindacali, si sono incontrati per ottenere di essere ascoltati dalla Conferenza Metropolitana dei Sindaci che si sarebbe dovuta tenere contestualmente nella sede centrale di via Vivaio.
Si sarebbe dovuta tenere... ma non c'è stata per mancanza del numero legale. Presenti 56 Sindaci su 134.
Già questo primo dato è significativo di quanto poco interessi ai referenti politici del destino della Città Metropolitana di Milano e dei suoi lavoratori. Lo stesso interesse che, evidentemente, riservano alle Istituzioni che essi stessi sono chiamati a rappresentare, pur non legittimati dal voto popolare.
Il sindaco Pisapia, intercettato dalla segreteria di Coordinamento RSU, ha assicurato la sua disponibilità ad incontrare i delegati, subito dopo il tavolo di Trattativa previsto per il prossimo 18 maggio. Attendiamo.
Al momento registriamo una totale assenza di interlocutori politici chiari e legittimati.
Come se questo non bastasse, i Sindaci presenti hanno “ingannato” la folla di lavoratori in attesa, optando per un'uscita secondaria, come nei migliori film d'azione ... peccato che avrebbero avuto di fronte dei semplici dipendenti, civili e rispettosi, in attesa semplicemente di informazioni circa il loro destino lavorativo.
Registriamo e condanniamo, come già anticipato nell'apposita nota RSU, la circolare del Direttore Generale/ Segretario Generale che chiude i rubinetti delle mobilità e delega ai singoli dirigenti la discrezionalità del nulla osta di uscita. Torniamo al regno del Re Sole che decide in autonomia, inventando una motivazione posticcia a supporto del diniego.
Se la barca affonda i dipendenti devono affondare con essa, salvo non avere alcuna voce in capitolo
sulle decisioni inerenti la riorganizzazione e il tentativo, ancora una volta disatteso, di adottare nelle politiche del personale, criteri di efficienza e di meritocrazia.
sulle decisioni inerenti la riorganizzazione e il tentativo, ancora una volta disatteso, di adottare nelle politiche del personale, criteri di efficienza e di meritocrazia.
Chiediamo l'immediato ritiro della suddetta circolare e un confronto con i dipendenti.
Si assiste inermi al proliferare delle posizioni organizzative, individuate con criteri discutibili, in una fase in cui occorrerebbe invece razionalizzare.
Viene negato ai colleghi della Polizia Provinciale la possibilità di incrementare i propri guadagni, aderendo a progetti comunali di vigilanza in occasione di Expo. La motivazione addotta indigna più del diniego. Lo possiamo definire il diniego da dispetto. Per intenderci: non aderisci ai progetti interni e allora non ti autorizzo ad aderire a quelli esterni. Poco conta se la discriminante è che quelli interni non sono retribuiti e addirittura qualche collega ci rimetterebbe la benzina per recarsi con la propria auto personale presso la sede individuata. Poco conta se, invece, al Comune di Rho pagherebbero gli straordinari. Al Direttore competente, al Direttore Generale e all'Assessora al Personale vorremmo solo ricordare che prima dell'identificazione nell'Ente ci sono le rate del mutuo e le bollette da pagare.
Questo diniego è ancora più grave se pensiamo che uno dei primi atti del Direttore Generale /Segretario Generale è stato quello di rivedere le quote incentivanti che la riguardano. Peccato che in questo caso non si possa neanche ricorrere alla figura terza del Segretario Generale che, evidentemente, terza non è visto il cumulo degli incarichi.
Andando indietro con la memoria si fa fatica ad individuare una situazione tanto mortificante per l'Ente e per i lavoratori. E questo aldilà delle contingenze e del momento storico e sociale che ci attraversa.
Registriamo un'arroganza che è pari solo all'inconsistenza politica del Governo che ci rappresenta ( pur non presentandosi ). E' umiliata la Costituzione e il Titolo V, sono umiliati i diritti e i doveri. É umiliato il valore sacro del lavoro e della rappresentanza.
Si assiste inermi al proliferare delle posizioni organizzative, individuate con criteri discutibili, in una fase in cui occorrerebbe invece razionalizzare.
Viene negato ai colleghi della Polizia Provinciale la possibilità di incrementare i propri guadagni, aderendo a progetti comunali di vigilanza in occasione di Expo. La motivazione addotta indigna più del diniego. Lo possiamo definire il diniego da dispetto. Per intenderci: non aderisci ai progetti interni e allora non ti autorizzo ad aderire a quelli esterni. Poco conta se la discriminante è che quelli interni non sono retribuiti e addirittura qualche collega ci rimetterebbe la benzina per recarsi con la propria auto personale presso la sede individuata. Poco conta se, invece, al Comune di Rho pagherebbero gli straordinari. Al Direttore competente, al Direttore Generale e all'Assessora al Personale vorremmo solo ricordare che prima dell'identificazione nell'Ente ci sono le rate del mutuo e le bollette da pagare.
Questo diniego è ancora più grave se pensiamo che uno dei primi atti del Direttore Generale /Segretario Generale è stato quello di rivedere le quote incentivanti che la riguardano. Peccato che in questo caso non si possa neanche ricorrere alla figura terza del Segretario Generale che, evidentemente, terza non è visto il cumulo degli incarichi.
Andando indietro con la memoria si fa fatica ad individuare una situazione tanto mortificante per l'Ente e per i lavoratori. E questo aldilà delle contingenze e del momento storico e sociale che ci attraversa.
Registriamo un'arroganza che è pari solo all'inconsistenza politica del Governo che ci rappresenta ( pur non presentandosi ). E' umiliata la Costituzione e il Titolo V, sono umiliati i diritti e i doveri. É umiliato il valore sacro del lavoro e della rappresentanza.
A tutto questo noi rispondiamo e risponderemo, in modo unitario, fermo e deciso. Il tempo sta per scadere. Siamo pronti anche all'occupazione della Sede e alla denuncia pubblica di una svendita di persone ed Ente che non permettiamo e non permetteremo a nessuno.
La Segreteria di Coordinamento Cortiana – Sica - Stecchini
La Segreteria di Coordinamento Cortiana – Sica - Stecchini
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