venerdì 6 aprile 2018
Si stanno disputando la plancia di comando del Titanic
In un Parlamento che alla luce del risultato elettorale non ha alcuna maggioranza il Presidente Mattarella ha avviato le consultazioni con tutti i gruppi parlamentari per vedere gli scenari possibili. Mi colpisce che un partito come il PD vada alla consultazione con il Presidente Mattarella dicendo "Il PD starà comunque all'opposizione". All'opposizione di cosa? Di chi? Perché non avanza una proposta? Perché rinuncia alla politica? Perché pensa che la politica da fare consista nel regolamento di conti interni? Si stanno disputando la plancia di comando del Titanic.
martedì 3 aprile 2018
Galli Della Loggia e la nomenclatura dei conigli
Galli Della Loggia a proposito della dirigenza del PD: "È una nomenclatura di conigli!" perché non è in grado di proporre un'alternativa a Renzi. Non sono d'accordo. Non è un problema di pavidità, ma di assenza di qualsiasi visione/proposta politica che abbia una sintonia con le preoccupazioni sociali. Il 4 dicembre e il 4 marzo hanno messo in luce una distanza siderale con gli Italiani, una nomenclatura formata da troppi che hanno scambiato la carriera in un'impresa con quella in un partito, basti pensare a quanti garantiti da Bersani l'hanno salutato per Renzi. Basti pensare ad una legge elettorale pensata per avere come esito necessario il Patto del Nazareno, ma si sa che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e infatti gli elettori hanno sonoramente bocciato questa prospettiva. La legislatura appena trascorsa ha reso evidente l'assoluta mancanza di compassione con la comunità, con le preoccupazioni dei giovani che vorrebbero diventare adulti senza essere precari, con chi si appresta a diventare anziano e non sa su quale welfare potrà contare, con chi crede nella scuola pubblica costruita e partecipata da insegnanti e studenti, che sono coloro che la significano, con chi crede in uno sviluppo sostenibile da perseguire effettivamente, con chi si oppone alla prepotenza della finanza internazionale che sostituisce la politica economica degli Stati, decisioni sulle tasse da pagare incluse. Renzi e C. hanno sistematicamente ignorato la non partecipazione al voto di molti cittadini. I 5S sono uno degli effetti di una politica fatta di arroganza, miopia e distanza, le cui conseguenze pagheremo tutti.
lunedì 2 aprile 2018
La distrazione dei titoli accademici
Leggo su FB molti commenti e derisioni sulla mancanza di titoli accademici dei 5S, come se negli altri partiti fossero tutti titolati e competenti, cosa che non è e non è stata, basta guardare i titoli di studio e i curricula di alcuni membri degli ultimi governi. Mi sembra una questione distraente. A parte notare l'ipocrisia, in un Paese che le statistiche ci dicono essere composto da una maggioranza di analfabeti funzionali, osservo che chi replica alle derisioni utilizza argomenti che varrebbe la pena problematizzare: per fare il parlamentare e occuparsi del governo del Paese non occorre essere laureati, la sinistra storica in passato si onorava di eleggere gli operai, l'accesso agli studi accademici è privilegio per ricchi, ecc. Questo dibattito mi lascia perplesso perché la questione vera riguarda le leggi elettorali che impedendo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti hanno gradualmente abbassato la qualità della rappresentanza, riempiendo il parlamento di gente obbediente al capo di turno che li garantisce o, come nel caso dei 5S, di gente senz'arte né parte scelta grazie a pochi click e validata dagli algoritmi semantici della Casaleggio e associati. Il Paese ha già pagato e pagherà ancora in modo pesante l'incompetenza al potere e non si tratta solo di questo, visto che nessuno sa chi ci sia dietro e che obiettivi abbia una società privata che detiene il 32% del consenso politico. Osservazioni a margine: 1) gli operai eletti in passato erano autodidatti, gramscianamente impegnati ad apprendere nelle sezioni, nel sindacato e nelle scuole di partito, nessun paragone è possibile perché è completamente mutato il contesto sociale e culturale; 2) di solito gli studi accademici vengono sottovalutati da chi non li ha compiuti. La questione centrale è che la politica pubblica oggi esegue decisioni prese altrove, che non rispondono a interessi generali. I nominati e gli incompetenti, che in parlamento spesso coincidono, sono funzionali a questo disegno.
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