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venerdì 6 novembre 2020

ALGORITMI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE LIBERTÀ E POLITICA

Arcipelago Milano ALGORITMI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE LIBERTÀ E POLITICA Che ne sarà di noi? di Fiorello Cortiana Le applicazioni possibili della matematica e degli algoritmi condizionano orami gran parte della nostra vita, la cambiano, l’orientano ma sono strumenti il cui uso non è soggetto ad una regolamentazione: questo è un problema che va affrontato. Mentre il monopattino elettrico ‘libera tutti’ dal rispettare qualsiasi regola, riguardi i sensi unici o i marciapiedi, Beppe Grillo propone il sorteggio per i rappresentanti nelle assemblee parlamentari. Monopattino e sorteggio, un possibile manifesto. Dopo la conferma referendaria del taglio dei parlamentari prende così corpo la traduzione della democrazia diretta, altrimenti chiamata ‘vaffà’. Poco importa riscontrare una contraddizione con il testo della riforma elettorale approvato in prima lettura alla Commissione Affari Costituzionali della Camera: proporzionale, sbarramento al 5% e liste bloccate. Sarebbe altresì distraente rilevare che i 5stelle per selezionare i loro candidati non usano il sorteggio bensì la piattaforma della Casaleggio e associati il cui codice sorgente non è aperto, per cui nessuno conosce i criteri che operano la selezione delle candidature. Per coloro che hanno chiosato richiamando alcuni politologi contemporanei e la democrazia ateniese, occorre notare che nell’antica Grecia il sorteggio riguardava moltissime cariche, 1100 magistrature, il Consiglio dei Cinquecento, gli organi collegiali dei tribunali, 6000 giudici per i tribunali popolari. Tutte queste cariche, che erano a rotazione e molte non potevano essere ricoperte consecutivamente e che duravano anche un solo giorno, erano attribuite con sorteggio agli aventi diritto: 20000 cittadini che avevano superato i trent’anni erano governati e governanti con una frequenza alta dell’alternanza dei ruoli. Quindi di cosa stiamo parlando qui, ora, dove solo in Italia siamo 60 milioni su 400 milioni di europei, trascurando il numero dei cinesi? Perché Grillo non sorteggia le migliaia di nominati nei CdA delle partecipate pubbliche tra aventi diritto per titoli? Sarebbe così facile e sciocco buttarla in battuta, in verità stiamo facendo i conti con la crisi dell’istituto della democrazia che qualche decennio fa ha accompagnato il passaggio dalla economia materiale alla finanza dal valore nominale. Oggi la crisi conosce un precipitare legato al concorso combinato di due fattori globali e pervasivi la pandemia e la matematizzazione delle strategie di contrasto attraverso algoritmi detenuti da poche Corporation. Cambiano conseguentemente gli attori, i ruoli e le funzioni, a partire da quelli di ciascuno di noi nel nostro vivere quotidiano, si tratta di una torsione drammatica della democrazia. Giorgio Gaber declamava ‘libertà è partecipazione’, noi oggi stiamo facendo i conti con la nemesi della partecipazione che negli anni ’70 ha conosciuto una mobilità sociale e culturale che ha interessato milioni di persone. L’uccisione di Moro ha impedito che prendesse corpo l’alternanza, sostituita dalla consociazione e dal debito pubblico. Il tardivo richiamo di Craxi sui costi della politica e sulle modalità di finanziamento dei partiti è stato lasciato cadere con illusorio e cinico calcolo, ma i partiti sono stati sostituiti da aziende e società, piuttosto che da cordate. Oggi persino i giovani di Fridays for Future, a partire dalla loro portavoce, sono considerati degli adolescenti problematici e bamboccioni. Del resto prima di Grillo già Berlusconi e poi Renzi e il suo governo consideravano i corpi intermedi un fastidio ed un impedimento alla decisione. Le stesse Città Metropolitane hanno così consiglieri non eletti dai cittadini. In luogo dell’esercizio della cittadinanza al popolo veniva chiesto di essere un tifoso che contribuisce alla definizione dello share televisivo dei leader, gli stessi parlamentari erano nominati dalle segreterie di partito e non valutati e scelti dagli elettori. Il distacco dai palazzi istituzionali che aumentava veniva colmato dalla esibizione in giacca e t-shirt esibiti dal predellino dell’auto, o comprensibilmente derisi dai palcoscenici quindi messi alla gogna nelle piazze dei vaffà day. Grillo irride e Casaleggio controlla e centralizza, ma in milioni sentono di partecipare ad una eversione di massa. L’ILVA è lì, come Alitalia, i nominati restano gli stessi ma il sentiment rivoluzionario diffuso rimane intatto se gli si dà in pasto qualche istituto di rappresentanza. Del resto l’odio e l’invidia costano nulla e non implicano alcun impegno emulativo. La piattaforma Russeau, per ignoranza digitale, è stata vista come una curiosità pittoresca e non come un segno dei tempi. Tempi che la pandemia ha dispiegato in uno scenario che presenta i grillini come mosche cocchiere di una carrozza guidata altrove. Nel libro Il contagio dell’algoritmo, di recentissima pubblicazione, Michele Mezza mette a fuoco la deriva verso la matematica: ‘Abbiamo trasferito esperienze e pratiche che credevamo ancora per molto tempo materialmente insostituibili, dalla scuola alla pubblica amministrazione, alle imprese industriali fino alle stesse delicate riunioni di organi istituzionali e deliberativi, su piattaforme virtuali che hanno smaterializzato le nostre attività. (…) Una transizione che, per la repentinità che si è resa necessaria, ci ha costretto a cedere funzioni discrezionali sensibili a pochi centri tecnologici che oggi, persino con la nostra riconoscenza, possono concentrare in poche mani tutti i dati del mondo per ottenere i migliori algoritmi predittivi.‘ Parliamo di identità, orientamenti nei costumi e nei consumi come di quelli elettorali. Ecco dove risiede la torsione della democrazia, altroché le baruffe degli epidemiologi e la fretta cieca della Farmindustria per produrre miliardi di vaccini: gli imperatori senza stato sono nella Silicon Valley e nello stesso tempo ovunque. Shoshana Zuboff ne “Il capitalismo della sorveglianza ” ben spiega il nostro ruolo in questa trasformazione: ‘Noi utenti non siamo il fine da conquistare per loro, ma siamo solo un mezzo per produrre dati che affinano gli algoritmi e chiudono ogni spazio alla nostra discrezionalità.’ Google propone il progetto Baseline il cui slogan portante ‘Sharing is caring’ ha il fine esplicito di ‘Riconfigurare il futuro della sanità ‘. Avverte Mezza: ‘Addirittura siamo arrivati a ipotizzare un algoritmo che preveda la percentuale di decesso di un malato quando arriva ad un pronto soccorso.‘ Lo slittamento dalla sanità alla matematica propone il paradosso della adozione dei modelli matematici e degli algoritmi come tamponi, per la rapidità del risultato addirittura predittivo. Così Google ed Apple hanno imposto agli stati europei norme e procedure per consegnare loro il controllo di dati sensibili di cittadini europei. Si tratta di una questione politica non tecnica perché sottrarre alla comunità il controllo significa alterare la sovranità e l’essenza dello Stato, prodotto e garante del Patto Civile. Paolo Giordano “Nel contagio” definisce chiaramente lo slittamento in atto: ‘Le epidemie, prima ancora che emergenze mediche, sono emergenze matematiche.‘ Un umanista informatico come Francesco Varanini ne “Le cinque leggi bronzee dell’era digitale. E perché conviene trasgredirle” fa alcune considerazioni sulla natura costitutiva del mondo della matematizzazione algoritmica: come nei calcolatori ‘In ogni caso i sistemi di AI (Artificial Intelligence) hanno in comune il fatto di superare i limiti incontrati nel trattamento dell’informazione: l’uso di procedimenti logico-deduttivi a carattere sequenziale e deterministico, e l’uso prevalente di simboli numerici e Alfa-numerici.’ Experts systems i fatti noti e il meccanismo di inferenza sono prodotti intellettuali forniti da gruppi di esperti di un settore specifico.’ ‘Il processo di produzione di sistemi di AI esperti si basa su 2 processi distinti di astrazione e modellizzazione.’ La sovranità di uno stato democratico risiede nella volontà e nella forza di garantire al sistema sanitario nazionale la possibilità di testare, quindi tracciare i flussi dei possibili contagi e perimetrare i cluster del contagio. Invece di utilizzare la pandemia, che ci impegnerà ancora, per riconsiderare il senso dell’agire collettivo e la sostenibilità di un modello di sviluppo legato alla crescita quantitativa illimitata, ci viene proposta un frenetico ripristino in relazione con i nuovi protagonisti globali. Le circostanze critiche hanno innescato una frenesia che ha rivelato i limiti di autonomia politica della classe dirigente: abbiamo scambiato questi limiti per intento rassicurante quando Sala e Zingaretti facevano i fenomeni con gli aperitivi sui Navigli. Non si trattava di protagonismo maldestro bensì si evidenziava una funzione definita dalla torsione della democrazia e che noi milanesi abbiamo conosciuto bene da San Siro agli scali ex FS, da via Bassini alle Olimpiadi, passando per il dopo Expo. Mezza la descrive così: ‘L’espansione della autorità dei vertici dei governi non coincide con la centralità dello spazio pubblico della statualità, invece diventa paradossalmente vettore di una privatizzazione delle decisioni.’ E con l’app Immuni siamo al passo con i tempi matematici e con i nuovi imperatori degli algoritmi. Infatti non solo le Corporation del digitale e la Farmindustria esercitano un protagonismo dominante, la rivista confindustriale internazionale Economist già lo scorso 2 aprile sosteneva che è necessario tornare a produrre, costi quel che costi. Per Michele Mezza si tratta di ‘Una nuova riorganizzazione, rapida e veloce, di forme ataviche di vita, grazie alla disponibilità di una potenza che oggi ci affianca, quale è il calcolo come risorsa per riprodurre e automatizzare azioni e decisioni, appunto a distanza.’ Qui la mancanza di regole condivise del Patto Civile viene scambiata per libertà assoluta mentre il vero scambio in atto è la sicurezza percepita in cambio della libertà. Qui la richiesta di partecipazione informata alla cosa pubblica è vista come una pretesa è un ostacolo alla decisione. Qui la sanità privata convenzionata è proposta come innovazione mentre mercifica la salute e risulta un costo da tagliare la relazione tra paziente consapevole, medicina di territorio, università e ricerca, ospedali e amministrazione pubblica. Efficienza vs Efficacia, la tempestività vs la pazienza e il rispetto dei tempi biologici. Scambiamo la descrizione/proiezione matematica per la realtà, una consuetudine imposta per convenzione, la virtualità con la vita. Solo la disponibilità e il controllo pubblico di dati stabili, accreditati, contestualizzati nello spazio, nel tempo, nei soggetti e nelle funzioni interessati, consente di comprendere la dinamica del contagio e di prendere le decisioni conseguenti. In Veneto è stato fatto in Lombardia no e i risultati sul contenimento dei focolai di Vò e di Codogno e Bergamo sono chiari. Cosa serve ancora per capire che la sicurezza, di carattere sanitario, di ordine pubblico, ambientale, sono un prodotto sociale. Il dato fuori dalla trasparenza e dal controllo pubblico è un inganno, un miraggio della sicurezza assoluta, dove, al contrario il principio di precauzione e la prevenzione consentono di fare i conti con l’inaspettato. Così come hanno fatto migliaia di volontari che con Milano Aiuta hanno tessuto una rete di solidarietà, distribuendo farmaci, medicinali, dispositivi e sostegno psicologico, che ha rafforzato la comunità milanese. Un protagonismo resiliente che ha certamente una relazione con 43,5% di no alla riduzione dei parlamentari e propone Milano come una riserva di cittadinanza attiva per l’espressione di una opinione pubblica avvertita capace di esprimere ed esigere una soggettività politica pubblica che esprime una visione per il futuro di Milano. Fiorello Cortiana

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