giovedì 3 dicembre 2020
Allarme Parco Sud
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26 ottobre 2020
IL TRISTE FUTURO DEL PARCO SUD
Chi manovra e nell’interesse di chi?
di Fiorello Cortiana
Il destino dei beni comuni e in particolare dei beni ambientali è terribile. Dopo un primo percorso di tutela si succedono provvedimenti che vanno nella direzione opposta. Ma chi c’è dietro e perché non è semplice da capire. Comunque c’è.
cortiana
Ci siamo, giovedì 29 ottobre 2020 alle 14.00 si avvia la definitiva compromissione del Parco Agricolo Sud Milano, con i suoi 46 300 ettari è il parco di cintura più grande d’Europa. Compreso tra l’Adda e il Ticino, composto da 61 comuni, con un territorio agricolo fecondo e irrigato in modo straordinario da rogge e fontanili, con le regimazioni effettuate nei secoli, a partire dai monaci cistercensi.
La VIII Commissione Agricoltura, montagna, foreste e parchi del Consiglio Regionale della Lombardia avvia le audizioni in merito al PDL 106 “Modifica alla legge regionale 16 luglio 2007, n. 16 ‘Testo Unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi’”. Saranno sentiti: la Città metropolitana di Milano, l’Assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano, il Parco Agricolo Sud Milano, l’Assemblea dei Sindaci dei Comuni del Parco Agricolo Sud Milano, il Parco Nord Milano e la Federparchi Lombardia.
Il testo, presentato dal consigliere di Fratelli d’Italia Lucente, modifica gli Articoli riferiti al Parco Agricolo Sud di Milano della L.R. 16/2007 perché con la gestione del Parco affidata alla Città Metropolitana ‘risulta sensibile l’essere venuta meno l’efficienza gestionale del Parco, sicché si rende necessario un intervento in punto, considerando favorevolmente l’adozione di una forma di gestione consortile’. Per cui in pochi articoli si vuole liquidare un modello gestionale che ha impedito, frenato, ridotto, il continuum urbanizzato che caratterizza il nord di Milano fino ai confini svizzeri, cementificazioni ed esondazioni comprese.
Con l’articolo 174 bis ’5. La Città metropolitana di Milano cessa di esercitare la funzione alla data di effettivo avvio dell’esercizio della stessa da parte dell’Ente Parco.’ Quindi, con l’art. 174 – ter (Disposizioni transitorie sul Piano Territoriale di Coordinamento) si esplicita in cosa consisterebbe l’’efficienza’ così ritrovata:
‘1. Ultimato il procedimento di ricostituzione degli organi di cui all’articolo precedente, comma 6, l’Ente Parco, delibera l’avvio del procedimento di revisione generale del Piano territoriale di Coordinamento del Parco, assegnando al Consiglio Direttivo un adeguato termine temporale per l’attuazione degli adempimenti a ciò relativi.’
2.Il Parco Agricolo Sud Milano provvede alla revisione di cui al comma 1 entro e non oltre un anno dalla ricevuta comunicazione della delibera dell’Ente Parco di avvio del procedimento.
Chi è incaricato di produrre questa efficacia? L’art. 161 è sostituito con il seguente:
‘1. Il Consiglio Direttivo è composto dal Presidente e da quattro membri, eletti dall’Assemblea dei Sindaci, uno dei quali eletto su designazione della Giunta Regionale.’
E gli altri ‘portatori di interessi’ che hanno promosso la legge istitutiva del Parco nel 1990 e gli danno un’anima? Semplice, fanno da spettatori, infatti l’art. 165 è sostituito con il seguente: ‘Ai lavori dell’Assemblea dei Sindaci partecipano, senza diritto di voto, un rappresentante delle associazioni ambientalistiche, un rappresentante delle associazioni agricole o produttive, un rappresentante delle associazioni venatorie e piscatorie, un rappresentante delle associazioni di promozione del territorio e un rappresentante dei fornitori di servizi turistici presenti all’interno del Parco.’
Che partita si sta giocando in una parte nevralgica di una metropoli che fa il 13,5% del PIL nazionale?
Andiamo con ordine e partiamo dall’entrata a gamba tesa di questa proposta di legge sul quadro normativo e di pianificazione locale, regionale e nazionale che riguarda il Parco Sud.
Dopo che un insieme di comitati, associazioni e organizzazioni degli agricoltori, attraverso l’Associazione per il Parco Sud, depositarono una Proposta di Legge di iniziativa popolare, il Consiglio Regionale della Lombardia approvò la Legge Regionale 24 del 23 aprile 1990 ‘Istituzione del parco regionale di cintura metropolitana Parco Agricolo Sud Milano’.
All’art.4 Ente Gestore, la gestione del parco viene affidata alla Provincia di Milano, oggi Città Metropolitana di Milano. All’art.6 Composizione e durata del Consiglio Direttivo, comma 3d si prevede che due membri siano indicati dalle associazioni degli agricoltori e dalle associazioni ambientaliste.
Con la Legge Regionale 28/2016 “Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio” sono state introdotte 9 macro aree funzionali alla definizione degli ambiti territoriali ecosistemici e propedeutiche a una loro progressiva aggregazione (art. 2 comma d) tra queste la macro area ‘Agricolo Sud Milano e Nord Milano’: l’asse del ‘Parco di Cintura Metropolitano’.
Con la Legge 56 del 2014 ‘Delrio’, che ha ridefinito l’ordinamento delle province ed istituito le città metropolitane, tra le funzioni fondamentali proprie della città metropolitana troviamo: a) piano strategico del territorio metropolitano di carattere triennale, che costituisce atto di indirizzo per i comuni e le unioni di comuni del territorio, anche in relazione a funzioni delegate o attribuite dalle regioni;
Il Piano Strategico della Città Metropolitana indica come obiettivo nel medio periodo, a seguito del recepimento da parte di Regione Lombardia della proposta di Città Metropolitana, Parco Sud e Parco Nord Milano, è la formazione di un parco unico rispondente alla tipologia di Parco metropolitano definendone il nuovo perimetro, la nuova governance ed i nuovi strumenti di pianificazione.
Altra azione fondamentale è rappresentata dall’istituzione delle aree a Parco Naturale, individuate all’interno del territorio del Parco Agricolo Sud Milano. L’istituzione del Parco naturale permetterà una migliore tutela ambientale, la ricostruzione e riqualificazione del paesaggio e l’incremento della biodiversità.
L’aggiornamento del Piano per il triennio 2019-2021 si propone di rendere più stringente la concatenazione tra strategie e progetti/azioni concrete, “appoggiandola” sul nuovo modello organizzativo e sulle prassi amministrative dell’Ente e, più in generale, dei Comuni, al fine di migliorarne l’efficacia.
In questo senso il progetto ForestaMI nasce nell’ambito di un Protocollo d’intesa in cui gli enti sottoscrittori, in una visione strategica del ruolo del verde nell’area metropolitana e della valorizzazione di tutti i principali sistemi verdi all’interno del suo perimetro, intendono realizzare le seguenti azioni: • ricognizione e mappatura della situazione del verde; • individuazione e interazione con gli attori specializzati nella promozione e gestione del verde metropolitano; • elaborazione di proposte rilevanti per natura, estensione e modalità di co-progettazione della forestazione urbana e del sistema verde del territorio metropolitano; • individuazione degli interventi di forestazione urbana con progettazione di esempi pilota in ambito pubblico e privato.
Con una relazione sintonica tra i diversi livelli istituzionali il Ministero per l’Ambiente ha comunicato che è stato approvato in Conferenza unificata il decreto attuativo della legge Clima che regola le modalità per la progettazione degli interventi e il riparto delle risorse per i finanziamenti del programma sperimentale per la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. La legge di conversione 12/12/19 n. 141 ha confermato lo stanziamento di 30 milioni di Euro.
A quale efficacia si riferisce il consigliere Lucente rispetto a un quadro normativo e di programmazione di collaborazione tra istituzioni?
Qui veniamo ad un elenco di interventi, approvati e non, che, nel corso degli anni, hanno suscitato le reazioni negative e le preoccupazioni del mondo degli agricoltori e degli ambientalisti, e che compongono un quadro preoccupante, non solo per la natura costitutiva del parco ma anche per i giocatori che giocano la partita.
Una maggioranza, ampia e assolutamente trasversale, dei 61 sindaci del Parco Agricolo Sud, ha approvato lo stralcio di 100.000mq di terreno a verde agricolo nel comune di Vignate, per ampliare un centro intermodale situato a pochi chilometri dall’interporto, esistente, finanziato e sottoutilizzato, di Segrate.
Stessa trasversalità che ha approvato l’Outlet di Locate Triulzi, 60.000 mq, che prevedeva “misure mitigative e compensative” tra cui “la cessione dell’intera area ricadente all’interno del territorio del Parco, 33 ettari, con esclusione delle aree necessarie per la realizzazione della viabilità “. Chi le ha viste?
Trasversale anche il sostegno alla proposta del Prof. Veronesi: il progetto del CERBA-Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata, estensione dell’esistente IEO (Istituto Europeo Oncologico). Il CERBA definisce una grande città della medicina capace di ospitare cliniche, centri di ricerca di medicina molecolare, strutture ricettive e istituti universitari. Il complesso non è previsto all’interno di una delle aree industriali dismesse ma all’interno di 62 ettari nel Parco Agricolo Sud di Milano.
La TOEM- Tangenziale Ovest Esterna di 60km con 100 aziende agricole minacciate nel Parco Sud e nel Parco del Ticino, della quale la superstrada Vigevano-Malpensa costituisce un primo tratto per cui Regione Lombardia dice “Avanti tutta”. L’opera è bocciata da un vasto fronte che comprende tra le istituzioni la Città Metropolitana (ex Provincia) di Milano e diversi Comuni dell’Abbiatense, oltre a sigle ambientaliste e degli agricoltori, che propongono di potenziare le infrastrutture esistenti. È utile rilevare che subito dopo che l’allora Presidente della Provincia Podestà annunciò la TOEM iniziarono ad arrivare ai proprietari delle aziende agricole comprese nel tracciato ipotizzato offerte di acquisto anomale per l’importo molto sopra le quotazioni di mercato.
Questo indicatore è un campanello d’allarme che propone uno sguardo più ampio.
Le decine e decine i capannoni che hanno preso fuoco e ancor più le discariche abusive e l’interramento di rifiuti tossico nocivi hanno definito in modo puntuale una mappa sovrapponibile alla Città Metropolitana con estensione al Pavese, parchi Sud e Ticino. Una attività illecita cresciuta grazie al movimento terra appaltato alle aziende controllate dalla ‘ndrangheta.
Le sentenze ‘Cerberus’ è Parco Sud’ dimostrano che la responsabilità sta nei corruttori ma anche nei corrotti, nei concussori ma anche nei concussi, interessa amministratori e funzionari, imprese intimidite come quelle di copertura. Ambiti che devono essere regolamentati e resi trasparenti affinché nessuno si trovi nelle condizioni di essere intimidito o colluso, i cantieri privati devono poter essere verificati come quelli pubblici.
Il generale Maurizio Ferla, Comandante dei carabinieri per la Tutela Ambientale “Riscontriamo regolarmente situazioni di corruzione e di reati contro la pubblica amministrazione. In alcuni casi si può ipotizzare che la corruzione coinvolga gli amministratori.”
Ecco perché il tentativo di fare saltare il sapere e la sapienza dell’attuale modello di gestione, che funzionari e dirigenti del Parco Sud hanno accumulato ed esercitato fin qui nonostante le pressioni, si configura non solo come irridente ogni Green New Deal del Next Generation Europe ma come un problema democratico prima che ambientale. Sindaco metropolitano se ci sei batti un colpo in audizione.
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