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mercoledì 15 dicembre 2021

San Siro basta palle solo palloni

PROGETTO SAN SIRO, GIUSTO DUE CONTI Il Sindaco Sala continua a non dire che tutta l’operazione avviene su suolo pubblico e beni pubblici. Una operazione immobiliare di saccheggio del territorio – costruire ancora uffici e centri commerciali, che sono abbandonati in ogni parte del mondo per le vendite on line, le consegne a domicilio, lo smart working – per favorire delle società per azioni, private e di proprietà straniera non c’entra con le esigenze di Milano e dell’area di San Siro. Una operazione che reca un danno ambientale per il quartiere e un danno economico per le casse comunali. Guardiamo solo a questi due dati. La demolizione del Meazza (dopo le Olimpiadi del 2026) comporta una movimentazione di mezzi e di macerie impressionante (180.000 mc): per smaltire cemento armato e ferro, ci vuole una fossa di 10 metri di larghezza per 10 metri di profondità e lunga 1,9 chilometri, Pensate a un fossa così da piazza Cordusio all’Arco della Pace. Oggi le squadre pagano 10 milioni all’anno di affitto dello stadio (metà cash, metà con manutenzioni); nella famosa delibera di interesse pubblico è scritto “€ 2.789.271,38 il valore della rata annua novantennale, da indicizzarsi annualmente per tenere conto della componente inflattiva, da corrispondere ai fini della dilazione del pagamento al Comune di Milano da parte dei promotori (i Club) per l’attuazione dell’Ambito GFU San Siro” Ovvero invece di incassare 900 milioni solo per il Meazza, il Comune incasserà 251 milioni (mettiamo pure con le rivalutazioni, 300 milioni) per tutto quello che viene concesso aree, immobili e volumetrie. Di fatto incassa 600 milioni in meno: un bel danno erariale e un bel regalo alle due società cino-americane. Per questo stiamo preparando un ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei Conti. Comitato Si Meazza SAN SIRO, LA NECESSITA’ DI UNA AFFERMAZIONE UNIVOCA Il comitato Sì Meazza, nato per salvare l’efficiente e ulteriormente qualificabile stadio esistente, in pochi giorni ha ampiamente superato le 1000 adesioni. Per aderire scrivere a comitatosimeazza@gmail.com Significative le adesioni di Mazzola e Rivera, di Altobelli e Donadoni, di Vasco Rossi e della Pausini, così come quelle di Suarez e Steve Van Zant. Il 17 dicembre in Camera Del Lavoro si terrà un incontro pubblico per promuovere un referendum. Intanto in Consiglio Comunale il verde Monguzzi insiste a chiedere il Dibattito Pubblico e due promotori della coalizione di Sala, Scalpelli e D’Alfonso, hanno proposto una diversa partecipazione della Amministrazione al progetto di Inter e Milan. Il ‘decido io’ del sindaco oggi appare fuori contesto. È chiaro che la densità simbolica della demolizione del Meazza fa emergere, dietro il pretesto di un nuovo stadio, una cessione di pianificazione territoriale, visione del futuro della città, e terreni pubblici a fondi internazionali. Emergono altresì l’arroganza autarchica e la mancanza di empatia con Milano del sindaco Sala. Un sindaco non è un amministratore delegato: lo ‘scivolone’ dell’uscita contro lo sciopero generale mentre interveniva il 12 dicembre in Piazza Fontana risulta una imbarazzante conferma. Ora occorre evitare un gioco delle parti in Consiglio Comunale che non cambierebbe la sostanza della questione. È necessaria una affermazione univoca per aprire un effettivo ripensamento. Dalla società civile che si sta mobilitando deve partire un pacchetto coerente di iniziative, con tutti gli strumenti regolamentari. Udienza Pubblica su riqualificazione partecipata del Meazza e dell’area circostante, presentazione del ricorso al TAR, l’interrogazione al Parlamento Europeo all’aiuto pubblico e l’alterazione della concorrenza, istruzione e del referendum propositivo, che consente di abrogare l’attribuzione di Pubblico Interesse e di dare un indirizzo di riqualificazione sia del manufatto che dell’area circostante nell’interesse generale e con una partecipazione informata al processo deliberativo. Tutto ciò deve vivere nella consapevole efficacia politica delle azioni che mettiamo in atto, indipendentemente dalle iniziative consiliari. Servono un percorso comprensivo dei diversi strumenti e dei tempi di attivazione e una comunicazione unitaria, inclusiva, autorevole e univoca. Questo mentre nel Consiglio Comunale le contraddizioni aumentano. Fiorello Cortiana

2 commenti:

  1. Per una comunicazione incisiva occorre una organizzazione centralizzata e autorevole.

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  2. occorre costruirla attraverso l'autorevolezza e la fiducia reciproca

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