il wi fi per esempio...
L’inusuale e goffa uscita di Elio Catania, il presidente e amministratore delegato di Atm, che si è affrettato a complimentarsi con Giuliano Pisapia per la «netta vittoria», evidenzia l’organizzazione e l’attribuzione di responsabilità nella macchina comunale e nelle partecipate come passaggio cruciale per il cambio di senso e indirizzo dell’amministrazione. Catania, a detta del Giornale “un morattiano di ferro, tanto che alcuni consulenti della comunicazione Atm sono stati distaccati al quartier generale della campagna elettorale di lady Letizia.” E ancora “pronto a presentarsi come «tecnico dei trasporti» senza tessere di partito, a parlare di «nuova alleanza» e proporre la sua collaborazione, certo che «sarà data una centralità ancora più forte al trasporto pubblico».”. Non è soltanto la disinvolta messa a disposizione dei consulenti Atm per una campagna personale e privata del sindaco uscente a mettere in luce la necessità di un cambiamento fondato sulla competenza e sulla loyalty verso la cosa pubblica e la trasparenza. Il wi fi ad esempio è un caso illuminante di come l’amministrazione comunale e le sue aziende abbiano gestito le infrastrutture digitali nella città che fa dell’innovazione partecipata la sua ragion d’essere.
Quando il sindaco di Milano Letizia Moratti diede il via libera all'Azienda energetica municipale per la cessione di Metroweb al fondo inglese Stirling Square, controllata da tre finanziarie offshore con sede a Bermuda, Isole Vergini e Guernsey, motivò la decisione con queste ragioni: "La rete non fornisce accesso ai cittadini" mentre "i servizi innovativi non hanno bisogno della rete per essere erogati","Metroweb non ha know how innovativo" e "il Comune non sta utilizzando la rete per se stesso". Maurizio Lupi, allora di Forza Italia, a sostegno: "Sarebbe stato incoerente lasciare la gestione di Metroweb agli enti pubblici". I tempi rapidi dell’economia e della finanza legati all’IT hanno dimostrato l’assoluto errore di valutazione economico e strategico. Errore che risalta ancor più a fronte del buco che l’amministrazione Moratti ha lasciato nelle casse della città. 31 milioni di utili in quattro anni, un valore passato dai 232 milioni di quando venne venduta alla cifra compresa tra i 430 e i 490 milioni, alla luce delle dieci offerte giunte alla Stirling che ha deciso di mettere in vendita la società.
Nel frattempo Giuseppe Sala, divenuto Direttore Generale del Comune di Milano, aveva iniziato a raccogliere informazioni sulle proposte delle diverse corporation per lo sviluppo del wi fi in città. La comparazione tra le proposte aveva evidenziato una soluzione, a parità di banda garantita e/o di utenti simultanei garantiti, con un numero inferiore di access point, o altrimenti con stesso numero di access point più utenti e più banda, costi inferiori quindi e più innovazione. Una soluzione migliore di quella avanzata da Atm . Con il passaggio di Sala all'Expo lo sviluppo del wi fi è stato assegnato comunque ad Atm . Ed ecco nascere WIMI “powered by ATM”, come i cartelloni pubblicitari apparsi qualche settimana prima delle elezioni hanno comunicato ai milanesi. Una scelta alla luce della relazione costi/benefici mai spiegata né dal sindaco Moratti né dal presidente Atm Catania. Ora il wi fi, a macchia di leopardo, oltre alla rete del Comune (con Atm e British Telecom) che fa navigare gratis per un’ora al giorno da Cairoli a San Babila (a tempo illimitato nei siti istituzionali), si estende grazie anche alle associazioni come Green Geek, che in collaborazione con la rivista WIRED, commercianti, uffici e singoli cittadini, piazzano hotspot per il collegamento wifi in diversi punti della città. E’ evidente a tutti l’importanza dell’accesso alla rete digitale nell’economia della conoscenza, un servizio che rende competitiva la città alla pari di quelli amministrativi, del trasporto pubblico, dell’ambiente e dell’offerta formativa. La governance aperta e partecipata di questa infrastruttura va’ perciò sottratta ad ogni deriva della speculazione finanziaria internazionale per metterla al servizio del sistema delle imprese, delle amministrazioni e dei cittadini che vivono Milano come opportunità civile e di impresa. Altroché spoil system come sostituzione di una cordata con un’altra, ci vogliono competenze e cuore perché Milano sia capace di Futuro, come nei secoli ha saputo essere.
martedì 7 giugno 2011
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