EXPO E VIE D’ACQUA: INQUISITI CONTRO FACINOROSI?
ARCIPELAGO MILANO 25 MARZO 2014 fIORELLO cORTIANA
L’Expo costituisce una vetrina glocal, effettivamente una vetrina locale e globale per la promozione del brand Milano-Italia. Ciò sta portando sotto i riflettori la sua ambivalenza e le capacità dei diversi protagonisti. Da un lato la promozione d’iniziative dei portatori d’interessi delle filiere e dei territori legati al tema “Nutrire il Pianeta-Energia per la vita”. Dall’altro gli esperti degli assalti alla greppia pubblica che creano l’occasione come straordinaria e urgente, per questo necessariamente sovraordinante le norme e le procedure ordinarie. Per questo gli arresti dei dirigenti di Infrastrutture Lombarde costituiscono solo l’inizio di un’estesa azione giudiziaria.
Il Premier Renzi risponde all’appello del commissario Sala per una responsabilità condivisa dalle istituzioni annunciando il suo impegno con due giorni a Milano dedicati all’Expo. Intanto a seguire la sceneggiatura noiosa del balletto intorno alle opere messo in atto da Maroni e Pisapia c’è di che farsi cadere le braccia. Maroni scaricando le criticità su Pisapia in realtà gongola per l’opportunità di sostituire Infrastrutture Lombarde agli uomini di Formigoni messi fuori gioco, con quelli della Lega ma non ha alcuna intenzione e capacità di cambiare il modulo/modello. Pisapia gli rinfaccia i problemi della Rho-Monza e ripropone il canale di cemento/via d’acqua come nulla fosse “È un bel progetto sia dal punto di vista paesaggistico, sia per le possibilità che offre di bonificare alcune zone e di risistemare le sponde.” C’è da chiedersi quale film o quale rendering abbia visto?
Se la natura e il tracciato della via d’acqua da realizzare costituiscono una prova dell’efficacia del lavoro di squadra delle istituzioni sull’Expo, preludio per il dopo Expo, c’è di che essere preoccupati e indignati. Qui la coreografia del balletto dei polli di Renzi trova un’armonia che Maroni s’incarica di esplicitare “Andiamo avanti non possiamo fermarci davanti al no di pochi facinorosi.”. Quelli che Maroni chiama facinorosi, si stanno incontrando con i tecnici Expo al Pirellone senza averlo occupato. È proprio qui che la tenacia, la competenza e l’intelligenza diffusa degli accademici e dei professionisti, dei costruttori storici del Bosco in Città, dei comitati dei cittadini, stanno definendo un indirizzo per il tracciato della via d’acqua e per la sua struttura effettivamente utili. Il tavolo di confronto e di lavoro attivato dal vice commissario Acerbo sta dimostrando che se si vuole fare un’opera utile e armonica con il paesaggio è possibile.
Basta passare dove ha più senso, utilizzando ciò che già c’è, con soluzioni di naturalizzazione, riducendo e compensando l’impatto dell’intera struttura idraulica. Dal confronto libero da obblighi di un tracciato precostituito (per cosa e per chi?) escono indirizzi non solo utili alle decine di migliaia di cittadini che abitano le zone periurbane e i Corpi Santi interessati ma capaci di dare qualità alla costituenda Grande Milano. Legare e non violentare i parchi Pertini, Trenno, delle Cave, con una via d’acqua armonica, con la valorizzazione dei tracciati ciclo pedonali esistenti, magari coinvolgendo Ciclobby (a Milano si dice “offellèe fà el to mestèe”) ed evitando inutili stradoni. Accorpare a questo sistema di verde periurbano gli spazi di risulta che il PGT non prevede edificabili.
Gestire il tutto facendo tesoro dell’esperienza e della competenza nella riqualificazione accumulate e dimostrate nel tempo, attivando processi di partecipazione informata per la cittadinanza attiva. Proporre tutto ciò è essere dei facinorosi? No, significa vivere l’Expo non come minaccia, neanche di fronte alle tradizionali porcate, piuttosto viverlo come opportunità per esprimere il meglio della pragmaticità realizzativa milanese. Anche per la multifunzionalità del verde e dell’acqua: dagli aspetti ambientali a quelli paesaggistici, da quelli colturali del Km zero a quelli culturali della Cascina Linterno e del Petrarca, da quelli idrici per l’agricoltura alle pompe per lo scambio di calore per la bio edilizia. A dispetto di ogni miopia e di ogni distorsione non dobbiamo smettere di provarci per decidere del nostro futuro.
Per questo una delle proposte per il dopo Expo parte proprio dalla valorizzazione delle competenze, innovative, sostenibili e di qualità, legate al tema dell’Expo e alle imprese, alle associazioni e alle università del territorio. Per questo Green Italia sostiene, con un appello online a Governo e Expo la proposta dell’inviato ONU per l’Africa Romano Prodi e del vicedirettore del Corriere Giangiacomo Schiavi di usare l’Expo per lanciare un’Autorità Mondiale dell’Acqua. Una via d’acqua degna della tradizione della regimazione avviata dai Cistercensi, un dopo Expo utile e sostenibile, la promozione di un’autorità mondiale per la gestione di un Bene Comune scarso e deperibile: non potrebbe esserci un modo migliore di spiegare il neologismo “glocal”, l’essere un nodo nella rete globale, una parte consapevole dell’ecosistema.
Fiorello Cortiana
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