Oggi il problema è la mancanza di politica come espressione di un'autonoma soggettività democratica rispetto al potere delle corporation e della finanza. Di questo non c'è stato alcun cenno nel discorso di fine anno del Presidente Mattarella.
Su FB leggo molti commenti entusiastici e qualche domanda pretestuosa su dove siano finiti coloro che hanno osteggiato il cambiamento della Costituzione promosso da Renzi e dal PD. Per quanto mi riguarda sono sempre qua a dire le cose che penso, loro continuano a credere che chi non sta con loro sta con il "nemico". Non vogliono capire che i populismi sono una reazione involuta, non sono la causa.
È lo schema che ha portato il PD a sbattere e ad essere fuori dalla sintonia sociale. La questione resta la deriva finanziaria dell'economia, la politica asservita a questa logica e a questi interessi, incapace di esercitare alcuna autonomia perché incapace di alcuna visione se non omeostatica, cioè senza rischiare nulla di sé. Per questo ho trovato il discorso del Presidente Mattarella retorico e buonista in questo momento di profonda crisi dell'istituto della democrazia, non solo in Italia. La nostra Costituzione si ispira a valori e ha indirizzi precisi che devono essere richiamati e difesi. Nel corso degli ultimi decenni troppi di questi valori sono stati trascurati o annullati: diritto allo studio, giustizia sociale, autonomia delle amministrazioni locali, funzione dei corpi intermedi, ecc. I populisti sono il prodotto delle scelte politiche di chi ha governato prima di loro, patto del Nazareno compreso. La Lega è il partito pigliatutto: alimenta il populismo e continua a garantire gli interessi consociativi come aveva già fatto quando governava con il CDX. Il M5S con i suoi algoritmi semantici consacra la politica come impresa di pochi (Casaleggio docet) con il popolo bue plaudente, quello non bue viene espulso se precedentemente arruolato, il restante viene esautorato. Occorre un'alternativa.
mercoledì 2 gennaio 2019
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