Dopo due anni dal lancio della UE anche in Italia parte l'Agenda Digitale, finalmente. Primo obiettivo: portare la banda larga di base (ovvero due megabit al secondo) a tutti i cittadini europei entro il 2013. L'Italia da una totale adesione all'Open access dei dati pubblici (Open Data). Il portale nazionale dei dati pubblici (dat. gov. it) sarà potenziato per 1-consentire al cittadino decisioni informate; 2-favorire lo sviluppo di applicazioni e modelli imprenditoriali di successo; 3-garantire la trasparenza e quindi la responsabilità dei politici per i loro atti. Perche' la pubblica amministrazione sia efficace ed efficiente due azioni:1-tutte le soluzioni adottate dovranno essere "aperte e interoperabili" (oggi spesso i documenti di una amministrazione non sono leggibili da un'altra semplicemente perché sono scritti in un formato diverso), con una scelta in favore del software open source, rispetto a soluzioni "chiuse, proprietarie e idiosincratiche a determinati ambienti tecnici o a dispositivi specifici"; 2-creare una infrastruttura di cloud computing con i dati, i server e le applicazioni sulla "nuvola", con risparmi e la standardizzazione necessaria per valorizzare i dati e le possibili applicazioni civiche. Le regioni che ospiteranno i data center saranno "le regioni del Sud percorse da dorsali potenti della connettività internazionale, in particolare Sicilia e Sardegna".
Le azioni di ricerca e della innovazione, saranno coordinate nel progetto "città intelligenti" (Smart Cities) "parte integrante della Agenda Digitale", per città in cui "una grande infrastruttura tecnologica e immateriale faccia dialogare persone ed oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando il nostro vivere quotidiano". Città con una agenda della innovazione problematiche usa i dati condivisi per affrontare problemi come "la riduzione delle emissioni inquinanti, la mobilità, abitazioni sostenibili, una sanità più efficiente, un welfare equo e tecnologico per una società che invecchia". Smart City come un progetto-Paese: "il modello di sviluppo attorno al quale disegnare il vestito tecnologico della Agenda Digitale". Cosi' da utilizzare i fondi strutturali ancora disponibili e quelli previsti dal 2013 al 2020. La Rete dovrà coprire tutti, anche il 6% di italiani ancora impossibilitati ed essere veloce, con fibre da 100 megabit. L'Agenda Digitale oltre che sulle capacità tecnologiche delle imprese esistenti e degli enti di ricerca punta sulla nascita di nuove imprese dei giovani innovatori. Occorrono perciò startup, quindi l'istituzione delle società semplificate con un euro di capitale riservata agli under 35 e l'aumento della disponibilità di capitale di rischio, cosi' il fondo per la innovazione destinera' 50 milioni di euro al venture capital. Si vuole favorire un nuovo tipo di distretto tecnologico, "nel quale prevalgono i criteri di specializzazione e concentrazione territoriale delle competenze, con una bassa incidenza di infrastruttura fisica rispetto a quella immateriale e con un forte coinvolgimento della pubblica amministrazione quale sperimentatore attivo di nuove tecnologie ed applicazioni nel perimetro della Smart City". Finalmente l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie della innovazione "sarà restituita alla sua missione originaria".
lunedì 6 febbraio 2012
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