«un ottuagenario miracolato
dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a
cui auguriamo di rifondare la sinistra», Grillo cerca di fuggire dalle
criticità con le offese ma prima si dovrebbe informare.
Stefano Rodotà è sempre stato sulla frontiera dei diritti
Grillo li ha usati.
Grillo usa la rete in
modalità broadcasting, come B. usa la televisione, Rodotà ha contribuito a far
riconoscere la rete come spazio pubblico tanto al Parlamento Italiano che a
quello europeo così all’ONU. Se Grillo e il M5S possono parlare dell’acqua come
Bene Comune è anche grazie a Rodotà e al suo impegno nella definizione del
quesito referendario e per a sua larghissima approvazione. Se Grillo e il M5S a
Bologna hanno sostenuto l’obbligo per lo Stato di garantire scuole di ogni
ordine e grado e di permettere quelle private “senza oneri” lo devono anche all’impegno competente e autorevole di
Rodotà.
Da ultimo, l’impegno di
Rodotà tanto sulla declinazione della privacy come gestione consapevole della
propria identità nell’era digitale, quanto sul diritto alla dignità nel fine
vita, sono coerenti con la sua felice tempestività.
Rodotà è una delle menti più
giovani e sensibili che ha dato corpo e ha valorizzato il proposito di Hanna
Arentd per “il diritto ad avere diritti”, insegnando ad ognuno di noi che i
diritti richiamano ognuno ad un esercizio politico costante non delegabile a
nessuna vestale.
Grillo deve farsi una ragione
del fatto che l’azione politica si misura con la sua efficacia e che la rete ha
introdotto la disintermediazione e ha sostituito l’autorità gerarchica con l’autorevolezza.
I voti che ha preso il M5S
non sono suoi, i cittadini hanno votato 5stelle perché vogliono discontinuità
da un regime consociativo per sostituirlo con competenze innovative non con
invettive e sfoghi settari così simili a quelli che i partiti hanno usato
contro di lui.
Infine, Rodotà è un uomo
libero non strumentalizzabile neanche da Grillo.
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