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mercoledì 19 luglio 2017

Lettera aperta a Tomaso Montanari

Lettera aperta a Tomaso Montanari dopo Roma e Milano

Caro Tomaso,

nella mail che hai indirizzato a me e ad altri esponenti di differenti culture politiche milanesi, accomunate dal NO al referendum costituzionale del 4 dicembre e dall'adesione all'appello che tu e Anna Falcone avete lanciato, precisavi che "nello spirito del Brancaccio, tutte le assemblee che vengono convocate sono ‘di tutti', senza nessuna primazia o senza nessuna sigla, targa o appartenenza." Condividendo questa tua premessa, ho partecipato alla riunione per il lancio e la preparazione dell'incontro pubblico milanese, che avrebbe dovuto essere plurale, dando la parola a tutte le differenze. Così non è stato. Chi ha deciso chi far parlare e chi censurare? A che titolo? In quale sede? Purtroppo è più forte di loro, gli emuli del bolscevismo sono senza speranza: rifuggono da ogni pluralismo che non sia interno alla divisione/ricomposizione della diaspora della Bolognina nella duplice versione "stampella del PD" o "minoritarismo identitario" e vivono come corpo estraneo ogni espressione libertaria, radicale, riformista, ecologista.  Poco importa se sono proprio queste espressioni ad aver promosso i referendum milanesi o la lista trasversale ed inclusiva per le elezioni della  Città Metropolitana o l'art.28 per l'Udienza Pubblica sulla privatizzazione degli ex scali ferroviari.
 Poco importa se il 50% degli elettori non vota perché non è motivato da nessuna offerta, meno che mai ideologica.
Noi libertari, che non siamo interessati a riesumare le antinomie politiche del Novecento,  che ci occupiamo delle questioni concrete locali e globali che interessano la vita dei cittadini, non saremo né utili idioti silenziati, né inutili testimoni della spartizione consociativa. Vogliamo concorrere a costruire un'alternativa di governo europea, capace di rispondere agli interessi del Paese e dei suoi cittadini in un'ottica glocale, avendo come riferimento la nostra Costituzione. 
I vari cespugli della vecchia sinistra, che stasera abbiamo visto in azione alla Camera del lavoro, sono la faccia speculare dell'autoreferenzialità del PD: a ognuno la sua parte in commedia, come abbiamo già visto alle elezioni amministrative milanesi, per fare la stampella a Sala o, quando va bene, per essere testimoni critici del suo consenso trasversale. 
Nessuno ci obbliga a questo spartito e a questa compagnia. 
Ti auguro una  piena consapevolezza coerente con il tuo appello.

Fiorello Cortiana

9 commenti:

  1. Se al posto di "Milano" scrivi il nome di qualunque città, o paese, o villaggio, italiano: questo è il quadro con cui saremo costretti a confrontarci ed a divincolarci se crediamo ad una necessaria costruzione dal basso. Anzi no, non "se crediamo", ma quando operiamo praticamente per costruire dal basso. Ciao e grazie, libertario, radicale, riformista, ecologista anch'io.

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    1. Osservazione puntuale Maurizio, come avevo detto loro l'organizzazione della serata doveva rispecchiare la pluralità dei promotori evitando piccole astuzie da mestieranti d'assemblea. Di più, avevo detto con chiarezza che essendo tutti maggiorenni e vaccinati sappiamo che le assemblee servono per fare le campagne non per fare i programmi e le candidature. Ho portato come esempio l'Ulivo '96, se programmi e candidature le avessero dovute scegliere le assemblee di collegio, il PDS avrebbe fagocitato gli uni e gli altri perché diffuso sul territorio in modo numeroso e esperto di gestione delle dinamiche assembleari.

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    2. Ho partecipato anch'io all'assemblea di Milano e pur non avendo esperienze politiche passate ho avuto la netta sensazione che si trattasse proprio di mestieranti in cerca di una nuova parte in commedia. Anzi credo che ognuno di questi voglia far scritturare l'intera propria compagnia! Bisogna rifiutare in radice tutto ciò. Chiediamo che ci sia data una vera e concreta opportunità di esprimersi a chi come dice Montanari non si è sentito, ormai da anni, rappresentato dalle forze di sinistra (vetero o pseudo che dir si voglia ma in sicura inarrestabile progressiva disgregazione), da chi si è mosso per difendere la costituzione. Mi riferisco ai 'civici', al mondo associazionismo e volontariato che vuole intendere la politica come mezzo e non fine. Tomaso e Anna non esitate! Credo purtroppo sarebbe fatale per le aspirazioni di chi (e credo siano tanti) vuole finalmente respirare aria fresca e alzare lo sguardo oltre un orizzonte ideologico esangue.
      Fabio Fiorentini (Consigliere Lista Civica Italiana)

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    3. Concordo Fabio il cambio di paradigma che in tanti mettiamo in atto da tempo va affermato come precondizione per l'incontro laico su temi concreti tra culture differenti.

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    4. Concordo Fabio il cambio di paradigma che in tanti mettiamo in atto da tempo va affermato come precondizione per l'incontro laico su temi concreti tra culture differenti.

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    5. ormai sono fuori dalla politica da anni, eppure le parole di Fiorello potevano essere usate pari pari anche 15 anni fa negli stessi contesti politici. Non stupisce che l'elettorato di riferimento di queste aree sia da anni passato in massa nel movimento 5 stelle. Se non altro spero che si divertano alle loro assemblee dove indubbiamente si troveranno d'accordo su tutto: dalla presa del palazzo d'inverno all'organizzazione della manifestazione contro l'intervento militare americano in Vietnam...

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    6. Sono Alessio Papini, non so perchè sono uscito come unknown

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  2. Felice Besostri ha tentato di inserire un commento, non ha potuto farlo per ragioni tecniche. L'ha pubblicato qui:

    https://www.felicebesostri.it/lettera-aperta-a-fiorello-cortiana/

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