Nota di sintesi dell’incontro
3H-Humanitas Reloaded, 26.1.2019
- L’incontro di sabato, 26 gennaio 2019, ha visto la partecipazione di una quarantina di persone, di cui una quindicina di studenti del Liceo Manzoni, accompagnati dai Proff. M. Mammani (Preside dell’Istituto), A. Mazzini, F. Iaria.
- L’intervento di apertura del Prof. Weissengruber (Relatore) ha introdotto l’argomento del seminario, ponendo l’accento sulla necessità di riscoprire il passato per valorizzare il futuro. Il “petrolio culturale” dell’Italia necessita di una nuova valorizzazione: ruolo fondamentale in tal senso è ricoperto gli insegnamenti classici, seppur talvolta relegati a puro status symbol idealistico, in un mondo in cui la strada utilitaristica dell’istruzione è sempre più orientata al profitto economico. Questo atteggiamento è conseguenza di una mancata transdisciplinarietà, scaturita dalla separazione ottocentesca tra lettere e scienza, che ha portato a una perdita del senso olistico delle discipline.
- I discussants
a) hanno fornito il loro punto di vista con interventi, di natura interattiva e transdisciplinare,
b) hanno proposto prospettive differenti sul tema del ruolo e della riscoperta dell’Humanitas sia attraverso la rilettura del passato sia mediante un rinnovato approccio educativo,
c) in particolare:
i. Il Prof. Valente, attraverso la proiezione di un video (all’uopo predisposto), riportante riflessioni profonde sul ruolo dell’Humanitas nella modernità, ha identificato l’Humanitascon l’anello di congiunzione tra l’attuale presente e il passato. È necessario riscoprire un nuovo nomos per qualificare l’egoindividuale e analizzare il logos in una dimensione collettiva.
ii. Il Sen. Cortiana ha approfondito la relazione tra Humanitas e aspetto cognitivo nella moderna società digitale. Che rapporto intercorre tra il processo cognitivo umano e la dimensione dell’algoritmo? Come può un algoritmo cogliere un’emozione? Humanitas è risignificazione, ovvero creazione di linguaggi modificati, propri soltanto dell’uomo, anche in senso transdisciplinare, con lo scopo di decifrare il reale.
iii. Il Prof. Mazzini, riprendendo il concetto di “mancata dimensione olistica delle discipline”, già introdotto dal Prof. Weissengruber, ha fornito una prospettiva educativa sul tema: l’assimilazione culturale praticata dal mondo latino dovrebbe costituire un modello di recupero del passato, riuscendo così a superare il polimorfismo dell’Io della psicologia moderna a favore di un dionisismo antico.
· All’intervento del Prof. Mazzini ha ribattuto il Prof. Weissengruber, sottolineando come proporre ai giovani “sostanza umana” possa aiutarli a scoprire nuovi aspetti dell’uomo. Anche ciò che sembra statico può infatti nascondere un aspetto dinamico.
· Il Prof. Valente, ha ripreso le riflessioni del Sen. Cortiana, sottolineando l’ambiguità dell’apparente gratuità di molti aspetti del mondo attuale. L’uomo non sceglie gli algoritmi da cui è governato, ma può influenzarli mediante il software in lui “installato”, ovvero il proprio passato (background classico).
· Il Dott. Simeoni ha proposto una riflessione sull’intreccio tra recupero del passato e potere. La vera autorità è oggi posseduta dalla finanza (non più dallo Stato), entità pervasiva e senza patria: la cultura classica è indispensabile per riscoprire i valori perduti in un mondo interamente votato al profitto e all’economia. Il digitale può costituire, in tal senso, uno strumento vantaggioso, poiché in grado di creare una forma di linguaggio permeante comune.
iv. Sebbene impossibilitato a partecipare all’evento, il Prof. Marandino ha fornito ugualmente il suo contributo alla discussione mediante un collegamento telefonico, affermando la necessità di “ricaricare” alcuni valori e principi indiscutibili dell’uomo. Non è sufficiente, tuttavia, affermare tali concetti, ma è necessario praticarli: solidarietà, tolleranza e paideiapermetterebbero così la dissoluzione delle disuguaglianze tra etnie e popolazioni.
v. Il Prof. Ghiselli, stimolato dalle relazioni precedenti, ha modificato in itinere il suo contributo, proponendo osservazioni su quanto affermato dai colleghi. Humanitas è amore per l’umanità, a discapito dell’odio oggi dilagante. Riscoprire il passato mediante la cultura classica e le lingue antiche significa ristabilire un legame sanguigno con il Mediterraneo, nel segno della risignificazione in cui greco e latino si configurano come elementi imprescindibili per la costruzione di un linguaggio persuasivo, indispensabile per qualunque attività si decida di intraprendere.
vi. Il Dott. Zambelli ha fornito numerosi spunti sul tema del seminario a partire dalla sua esperienza professionale. Da designer, egli ha sottolineato come il presente non sia altro che un insieme di storie racchiuse nel passato, mentre il futuro, per sua natura vuoto, è oggi “progettato” da altri. L’importanza della cultura sta nella dimensione eroica che essa conferisce al mondo: non bisogna aver paura di superare i propri limiti per controllare il “palcoscenico” su cui si vive.
vii. Il Prof. Zanenga, approfondendo il contrasto tra utile e inutile, concetti di difficile definizione, si è concentrato sulla necessità di ricercare l’inaspettato e di ampliare il contesto in cui si vive. L’uomo, termine la cui radice etimologica è la stessa di humus, deve imparare a reagire alle crisi mediante un recupero della cultura classica che crei ridondanza, ovvero una tale capacità di essere riempito dal mondo esterno da generare l’inaspettato. Humanitas reloaded è, in ultima analisi, uno sforzo di allargamento del contesto per liberarci dal pensiero unico, troppo spesso confuso col politically correct.
- È seguito un vivace dibattito:
viii. Il Sen. Cortiana, sulla difficoltà di discernere tra “limite” e “vincolo” e sull’impossibilità di trovare una chiave di lettura efficace per il contesto attuale (in primis per i big data del potere);
ix. Il Prof. Zanenga sui paradigmi come chiavi di lettura eterna non sempre immediatamente individuabili;
x. Il Prof. Valente sulla necessità umana di dominare il territorio, oggi totalmente codificato, e sui grandi nodi della storia, in particolare sul 529 d.C., anno della chiusura della Scuola di Atene e dell’inizio dell’ordine benedettino.
- il Prof. A. Del Ponte, non presente, è intervenuto mediante un collegamento telefonico, sottolineando la necessità di una riscoperta “positiva” dell’antico, priva della nostalgia pessimistica spesso presente nella concezione moderna dello scorrere del tempo.
- A conclusione dell’incontro sono intervenuti i Proff. M. Mammani e F. Iaria, rimarcando l’importanza di uno studio consapevole dei classici come strumento di riflessione per un approccio consapevole alla modernità.
- Prima e dopo l’evento si è tenuto un momento conviviale con calciobalilla cui hanno partecipato studenti.
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