lunedì 12 febbraio 2024
I trattori interessano Milano e i milanesi
ArcipelagoMilano
6 febbraio 2024
AGRICOLTURA E EUROPA
I trattori arrivano a Milano
di Fiorello Cortiana
Possiamo restare indifferenti osservatori dei trattori che arrivano da Melegnano? Possiamo derubricare questa intensa e diffusa mobilitazione degli agricoltori come espressione populistica dei percettori dell’assistenzialismo? Possiamo continuare a misurare il mondo e i suoi territori dal centro delle nostre città? Possiamo lasciare gli agricoltori nella esclusiva disponibilità funzionale delle corporation farminindustriali e degli accrediti procedurali di Bruxelles?
Queste domande possono sembrare retoriche ma rimandano a una necessaria relazione con l’intero ecosistema e al riconoscimento della funzione plurime dei suoi attori sul campo. Molti non lo sanno che Milano è la seconda città italiana per superficie agricola dopo Roma. Se andiamo oltre la cinta daziaria Milano, come Città Metropolitana, è la prima.
Eppure il distacco tra ‘città e campagna’ ( come si declinava un tempo) è pressoché assoluto. Ciò vale per il comune capoluogo, che ha come ombelico lo stadio ovunque posizionato, così è anche per i comuni di prima cintura, già interni al Parco Agricolo Sud Milano, il più grande parco di cintura in Europa.
Oltre che una miopia in relazione alle politiche europee per la sostenibilità, lasciare il corpo sociale di questa mobilitazione ai sovranismi antieuropei sarebbe un errore politico che andrebbe a indebolire la condizione già critica dell’istituto della democrazia. Peraltro, le dichiarazioni ai TG e i cartelli inalterati mettono in luce una chiara consapevolezza della natura del mercato globalizzato: le corporation e gli stati-corporation, come la Cina, alterano la parità di condizioni per la concorrenza. Proprio a partire dalla questione ambientale, con le implicazioni per la salute. In un territorio che vede un costante aumento del consumo di suolo in chiave immobiliare, non è possibile considerare la coltivazione dei terreni un problema in sé. In un contesto climatico di forte alterazione la gestione delle acque e della falda non può essere di esclusiva pertinenza delle società energetiche.
Così come la possibilità di produrre energia in modo circolare e con emissioni ridotte attraverso gli impianti di biogas, attraverso pompe di calore, biomasse, pannelli fotovoltaici sui tetti di stalle, magazzini e cascine. Gli agricoltori possono dare un contributo significativo alla costituzione di comunità energetiche. Considerare gli agricoltori dei protagonisti da responsabilizzare non può significare sanzioni, al contrario si tratta di coinvolgerli nei processi di programmazione, di progettazione e di rendicontazione delle scelte pubbliche.
Così, infine, per il Parco Agricolo Sud Milano, gli agricoltori devono diventare i custodi e manutentori e questa funzione deve essere riconosciuta e gratificata economicamente. Tutto ciò non significa meno Europa, bensì una Europa democratica e partecipata, capace di riconoscere e valorizzare una ecologia delle differenze, che trovano espressione sia nelle filiere agroalimentari, sia nelle espressioni culturali e di paesaggi delle identità locali europee. Una Europa glocale, capace di affermare i propri indirizzi di tutela e di collaborazione nella competizione tra continenti. Una Europa ad un tempo capace di valorizzare le comunità locali. Non è un auspicio idealista ma una necessità. Per questo le domande iniziali non sono retoriche.
Fiorello Cortiana
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