In una breve lettera aperta, Stefano Rodotà scrive ai dirigenti del Partito Democratico: “Ho
letto che ci sono vertici del Pd irritati nei miei confronti perché non avrei mai detto che la mia
candidatura non era di parte. Ma se c'è stato qualcosa cui hanno tenuto molto i parlamentari
del M5S in questi giorni, è proprio dire che la mia non era una scelta interna, che non
apparteneva alla loro parte politica. E' aperta a tutti, lo hanno spiegato più volte e molto
bene. Per questo non l'ho sottolineato. Leggendo queste cose che trasudano un po' ipocrisia la
mia reazione è questa: ma come? Io sono un signore che loro conoscono molto bene da alcuni
anni. Esistono molti strumenti oggi per tenersi in contatto: telefono, sms, e-mail. Se volevano un
chiarimento, perché non li hanno usati? In questi giorni non mi ha telefonato nessuno dal Pd.
Perciò mi sono irritato. Perché vedo in questa vicenda una grande ipocrisia. Io ho lavorato tanti
anni con quelle persone. Quando ha fatto loro comodo, il telefono è stato molto utilizzato”.
sabato 20 aprile 2013
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