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mercoledì 6 luglio 2011

Richard Stallman a La notte della Rete

traduzione letterale
dell'intervento in videoconferenza di Richard Stallman a La notte della Rete, che si e' tenuta ieri,
5 luglio 2011 presso la Domus Talenti di Roma.



Come si conviene, la traduzione e' rilasciata su licenza CC-BY-NC-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/deed.it

buona lettura,
Francesco

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Sono molto felice che queste persone siano venute a protestare contro questo regolamento ingiusto.
Ciò significa che loro non potranno più imporre l'ingiustizia agli utenti di Internet senza far rumore.
Naturalmente voi siete qui perché avete compreso bene il motivo per cui questa legge è ingiusta.
E’ censura, la censura è sempre male ma, ancora peggio, lo è la censura senza processo.
Quelli che stanno facendo questo sono pronti ad attaccare l'idea di base della giustizia, per perseguire i loro intenti.
Ma perché lo fanno, qual è il loro scopo?
Stanno facendo qualcosa di male perché il loro scopo è il male Vogliono impedire alla gente di condividere.
La ragione è che, loro e lo Stato, non lavorano per il popolo, non lavorano per i cittadini, loro lavorano per le compagnie.
Loro sono i governi di occupazione nell'impero delle grandi multinazionali.
Lo si può vedere in ogni ambito della vita.
In questo settore, le corporazioni che hanno il potere sono le imprese del cinema, le case discografiche, gli editori e queste vogliono impedirvi di condividere.
E’ per questo motivo che usano termini di propaganda come 'pirati'
Cosa significa quando chiamano “pirati” le persone che condividono?
Vuol dire che stanno cercando di equiparare l’aiutare gli altri con l’attaccare le navi.
Questo è assurdo e, moralmente, è tanto sbagliato, quanto nient’altro lo potrebbe essere.
Perché la condivisione è una cosa positiva, mentre attaccare le navi è molto cattivo, quindi non dovremmo riferirci ad esse con la stessa parola.
Quando questi affermano che “qui c’e’il grande problema della pirateria”, noi dovremmo rispondere “Sì, ma è in Somalia!”. Quando le persone mi chiedono, il mio parere sulla pirateria, io dico: “attaccare le navi è molto cattivo.”
Quando mi chiedono cosa penso della pirateria musicale, io dico: “da quello che ho letto, quando i pirati attaccano non lo fanno suonando strumenti musicali a tutto volume e malamente, piuttosto che utilizzare le armi, quindi non è pirateria musicale”
Quindi la loro pirateria non è pirateria musicale, è solo pirateria.
Il punto è questo: quando ci dicono che “esiste un grosso problema di pirateria e, se non lo risolviamo con questa ingiustizia, in quale altro modo lo dovremmo risolvere?”
Noi dobbiamo rispondere “qui non c'è un problema simile, non è un problema, è un bene che le persone condividano!”
Ma io non ho detto contenuti, non l’ho detto (ndr.: rivolgendosi alla
traduttrice) ... noi qui stiamo parlando di lavori, opere, non di contenuti - perché le opere sono cose importanti che noi ammiriamo. non dovremmo far finta che siano lì solo per riempire delle scatole.
Le case editrici non si preoccupano di queste opere, si preoccupano soltanto dei soldi che arriveranno loro dalle opere stesse, per questo le chiamano contenuti. A loro non importa quello che c'è nella scatola, finché la scatola è piena.
Ma, se abbiamo a cuore la musica, se ci teniamo ai libri, se ci stanno
(veramente) a cuore queste opere di autore, allora non dovremmo chiamarli contenuti e dovremmo trovare dei modi per sostenere gli artisti.
Il sistema del copyright esistente svolge molto male il compito di sostenere gli artisti.
Gli editori dicono: “dobbiamo impedire alla gente di condividere, perché stanno prendendo i soldi degli artisti” ma, in realtà, sono gli editori che stanno prendendo i soldi degli artisti.
Il sistema esistente supporta bene le stelle, supporta molto male gli altri artisti, ma è davvero grande nel sostenere gli editori, così ho proposto altri metodi per sostenere meglio gli artisti.
Ad esempio, si potrebbe raccogliere un contributo da ogni abbonamento ad internet e dividere questo denaro tra gli artisti, solo gli artisti, non le case editrici.
e potremmo dividerlo in base alla radice cubica della popolarità di ogni artista.
Perché la radice cubica?
Perché in questo modo spostiamo i soldi dalle stelle ai molti artisti di medio livello di popolarità.
Questo sistema potrebbe sostenere molto meglio gli artisti utilizzando meno soldi ed è compatibile con la condivisione, con questo sistema possiamo legalizzare la condivisione.
Un’altra delle mie proposte è di dotare ogni apparecchio di un pulsante che si possa azionare per inviare 1 euro in forma anonima all’artista.
Uno di questi sistemi avrebbe funzionato meglio per sostenere gli artisti, rispetto al sistema attuale, che sostiene principalmente gli
(stessi) editori, che impongono leggi ingiuste su di noi.
Ora, le stesse compagnie che hanno comandato questa ingiustizia, hanno fatto e faranno altre ingiustizie.
per esempio, loro sviluppano del software per limitare l'utente, cui hanno messo le manette digitali.
Queste sono caratteristiche progettate per limitare l'utente.
Come possono fare questo, è perché il software non è libero.
Con il software, o gli utilizzatori controllano il programma, oppure e’
il programma a controllare gli utenti.
Con il software libero, il software libero, gli utenti controllano il programma.
Con il software proprietario, il software soggiogante, il software controlla gli utenti.
Quindi se non vogliamo che il nostro software si trasformi nel nostro carceriere, noi dobbiamo insistere solo verso il software libero!
Windows ha manette digitali, Macintosh ha manette digitali, l'iPhone e l’iPad hanno manette digitali, Flash Player ha manette digitali, il Kindle di Amazon ha manette digitali Cosi’ voi potete vedere fino a che punto si sia largamente diffusa questa forma di male, noi dobbiamo fuggire dal software non libero!
per ulteriori informazioni consultate gnu.org ed anche Free Software Foundation Europe, che è fsfe.org vi ringrazio tantissimo, Richard Stallman

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