'Attenti, il Web non è salvo'
di Alessandro Gilioli, Espresso,Parte terminale dell'intevista al Consigliere AgCom Nicola D'Angelo:
Ma è veramente il diritto d'autore il 'core business' di questa faccenda o è un'operazione per disincentivare la rete, specie quella fatta dai cittadini, dal basso?
«La questione di fondo che anche alcuni autorevoli commentatori hanno mancato di considerare è che in Italia l'intervento a protezione del diritto d'autore sulla rete nasce non da una legge specifica, come è avvenuto negli altri paesi, ma da un provvedimento, il cosiddetto decreto Romani, che riguardava la televisione. E' sotto gli occhi di tutti lo stato di concentrazione della proprietà e del controllo delle reti televisive di cui tanti lamentano l'influenza anche sul piano democratico. E' notizia delle ultime ore di quanto il web sia diventato lo strumento di informazione prevalente soprattutto per i giovani. Se non bastasse, le ultime consultazioni elettorali hanno dimostrato quanto sia importante la rete nel processo di formazione delle opinioni. Perché allora intervenire spostando le regole della televisione al mondo internet? La risposta mi sembra ovvia. Non si mira tanto alla tutela del copyright ma ad una regolamentazione che consenta delle forme di controllo della rete. Il punto è di principio: non è in discussione il diritto alla remunerazione dei contenuti ma la forma e il modo in cui si debbano remunerare. L'innovazione tecnologica sta imponendo nuovi modelli industriali, le catene del valore cambiano e cosa succede? Si risponde con l'applicazione di regole vecchie, mutuate per lo più dal sistema radiotelevisivo. Questo è un paese che proprio non può fare a meno della televisione, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti».
lunedì 18 luglio 2011
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