ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

mercoledì 19 febbraio 2025

Do you remember Russia Gate?

Do you remember Russia Gate? Oggi Trump definisce Zelenskyy un “dittatore” che dovrebbe “muoversi velocemente” o perdere il paese mentre peggiora la disputa con il leader ucraino – Europe live dal Washington Post del 2018: ‘Durante la corsa presidenziale del 2016, l'allora candidato Donald Trump ha segnalato la sua parentela spirituale con il presidente russo Vladimir Putin, crogiolandosi nel pensiero che Putin "mi chiama 'geniale'". Una sorprendente rete di connessioni è emersa tra il Cremlino e vari soci di Trump. Secondo un rapporto declassificato della comunità di intelligence pubblicato due mesi dopo le elezioni, la Russia ha condotto un'operazione di influenza durante la campagna per "minare la fiducia del pubblico nel processo democratico degli Stati Uniti, denigrare il Segretario di Stato Hillary Clinton e danneggiare la sua eleggibilità e potenziale presidenza". Lo ha fatto hackerando gli account di posta elettronica del Partito Democratico, trasformando le informazioni in armi fornendole a WikiLeaks e amplificandole sui social media. Trump ha applaudito, implorando pubblicamente i russi di hackerare le e-mail di Clinton, dicendo "Vorrei che venissero rilasciate".’

mercoledì 29 gennaio 2025

LA DISTOPIA TRAMPIANA

LA DISTOPIA TRAMPIANA Tutto quello che non gli piace non esiste o va cancellato di Fiorello Cortiana Arcipelago Milano
28 gennaio 2025 Non sono state né la caduta tendenziale del saggio di profitto né le cicliche crisi di sovrapproduzione, della previsione marxiana, a segnare la crisi del capitalismo all’inizio del terzo millennio. Così non sono stati i leninisti a prendere il Palazzo d’Inverno delle sue istituzioni. Una élite, parte dell’1% contro il 99% denunciato alla riunione dell’OMC-Organizzazione Mondiale del Commercio a Seattle 26 anni fa, ha portato a termine il compito. Lo fa nello stretto interesse personale, con il sostegno di coloro che, di quel 99% della popolazione, sono i più insicuri, i più minacciati, i più marginalizzati dalle politiche imprenditoriali dell’1%. Questa élite, questa tecno destra, è capeggiata da un imprenditore condannato ed eletto Presidente degli Stati Uniti, che, fin dai primi giorni dopo la vittoria e in quelli dopo la nomina ha esplicitato l’intenzione di prescindere dalle istituzioni politiche democratiche e dalle loro regole. Altroché la distanza dal Palazzo annunciata da Berlusconi dal predellino dell’auto in piazza San Babila, altroché i vaffaday e l’”apriremo il Parlamento come una scatola di tonno” di Beppe Grillo e 5S. Qui si fa sul serio e la cosa ci riguarda tutti, a partire da noi europei “Dal punto di vista dell’America, l’UE ci tratta molto, molto ingiustamente. Molto male.” ha detto Trump al World Economic Forum di Davos. “Tik Tok is back!” ha rassicurato Trump prima di essere insediato, insieme ha lanciato la sua criptovaluta, Official Trump, o $Trump: la sua personale meme coin, cui è seguita quella della moglie Melania. Questo meme non è un gioco ma una lucida speculazione: il prezzo della meme coin è salito immediatamente, dopo l’annuncio effettuato con un post, il giorno dopo le monete virtuali in circolazione, il 20% dell’offerta, valevano 14 miliardi di dollari. $Melania ha raggiunto la valutazione di circa un miliardo di dollari. Non c’è solo Elon Musk, il gruppetto vede riuniti tutti i leader proprietari delle corporation tecnologiche che controllano piattaforme globali e hanno bilanci superiori a stati medio grandi senza rispondere a nessuno. Sì perché Trump, appena eletto, si è affrettato a dire che negli States saranno rimosse le barriere alla leadership americana nell’Intelligenza Artificiale e si è riferito ai prefigurati dazi all’UE anche in relazione alle multe europee alle corporation dell’algoritmo. Così al Forum di Davos ha definito ‘il Green Deal un imbroglio’ con un appello garantito ‘comprate le auto che volete’. Questa incarnazione della deriva finanziaria dell’economia, che prende ed esercita il potere politico senza più intermediari, questa rappresentazione del valore come puramente nominale, questa affermazione di un tecno liberismo integralista, rifiuta i dati della realtà biologica materiale, ancorché prodotti da organismi ufficiali universalmente riconosciuti. Musk e i suoi amici contano su un nutrito gruppo di seguaci tra i professionisti altamente scolarizzati della tecnofinanza. Questa rete alimenta una narrazione proposta come l’innovazione, è da questa rete che Trump seleziona i nuovi funzionari nello spoil system istituzionale. Sono i lungotermisti come Musk. Per loro la povertà o le pandemie, laddove circoscritte ad alcune fasce del mondo, non sono priorità, non rappresentano un rischio totale, e la crisi climatica, anche se globale, è derubricata a problema minore perché potrebbe essere più logico investire nellaricerca di un “pianeta B” da colonizzare: per Musk e Trump è Marte. La Terra e il vivente non umano non contano nulla, importa solo l’essere umano, che deve diventare una specie multiplanetaria per garantire la sopravvivenza e andare oltre un evento cataclismatico e la scomparsa sulla Terra di quella che condiderano l’unica specie altamente intelligente presente nell’universo. Altroché la Laudato Sì, qui l’antropocentrismo integralista prescinde da qualsivoglia responsabilità di custodia degli ecosistemi. Ma qui, come nelle migliori narrazioni distopiche “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Oggi non è la distopia della Fattoria degli Animali raccontata da Orwell, ma la proposta di uno dei filosofi di riferimento del lungotermismo, Nick Beckstead membro del Future of Humanity Institute, che spiega: ‘Salvare vite umane nelle nazioni povere potrebbe essere meno utile che salvare vite nelle nazioni ricche. Questo perché le nazioni più ricche hanno adi sposizione innovazioni considerevolmente migliori e i loro lavoratori sono molto più produttivi. Di conseguenza, è plausibile che, a parità di condizioni, salvare una vita in una nazione ricca sia sostanzialmente più importante che salvarne una in un paese povero.’ L’eugenetica a braccetto con il darwinismo sociale. Oggi i fanatici sostenitori della priorità del Primo Mondo sul Terzo, i negazionisti del cambiamento climatico, coloro che aspirano a una vita multiplanetaria, che vedono gli assalitori di Capitol Hill come eroi contro le istituzioni e le leggi democratiche, quale forma di dittatura sono disposti a instaurare e sostenere per realizzare la propria visione e garantire i propri interessi a spese della Terra e dei suoi abitanti, umani e non? Eppure gli effetti di uno sviluppo energivoro e quantitativo illimitato entrano tutti i giorni nelle case dai TG, dove non direttamente. La temperatura media nel 2024 è stata di 1,6 °C al di sopra dei livelli preindustriali, come mostrano i dati del Copernicus Climate Change Service (C3S) dell’UE. Sopra l’obiettivo concordato a livello internazionale di 1,5 °C per la prima volta: un balzo di 0,1 °C sul 2023, anno record di caldo. Gli Stati Uniti producono già più petrolio e gas di qualsiasi altro paese al mondo. Trump dice di comprare l’auto che si vuole, ma l’1% più ricco del mondo il 10 di gennaio ha già consumato la sua quota del budget di carbonio globale per il 2025. Ha già causato, in media, 2,1 tonnellate di emissioni di anidride carbonica, secondo l’analisi di Oxfam GB. Per il 50% più povero dell’umanità per creare la stessa quantità di inquinamento ci vorrebbero tre anni. Di fronte a questo scenario, dove l’autocrazia statunitense si misura con quella cinese e russa, sembra a-contestuale la fatica europea di uscire dalle alterità di due guerre attraverso la fatica della democrazia e del suo processo per una Unione Europea con sovranità e rappresentanza, capace di coniugare sostenibilità e innovazione. Proprio dentro questo marasma regressivo e reazionario risultano importanti i passi che strutturano istituzioni per una cultura della cittadinanza condivisa, qui su questa Piccola Terra l’unica che tutti, animali umani e non, abbiamo. Sono passati quasi 50 anni dal disastro della diossina dell’ICMESA a Seveso, grazie alla tenacia e allo sguardo ecologista di una partigiana ‘Quattro direttive europee in materia di controllo dei rischi industriali, si chiamano “Direttiva Seveso” e chissà se sarebbero davvero state varate senza l’impegno invero totale di Laura Conti.” (Valeria Fieramonte ‘La via di Laura Conti- Ecologia, politica e cultura a servizio della democrazia’ Enciclopedia delle donne). E l’Europa è andata avanti, anche evitando il marketing della simulazione. Lo illustra Elisabetta Cicigoi in ‘Greenwashing. Fondamenti giuridici. Pratiche commerciali sleali. La direttiva 2024/825 (Pacini Giuridica). ‘Nel campo della cosiddetta finanza sostenibile l’UE con il Regolamento Tassonomia è arrivata ad indicare sei obiettivi ambientali in base ai quali classificare le attività economiche come “ecocompatibili”’. La ‘Direttiva 2024/825 “Empowering consumers for green transition” considera i green claims ammissibili solo se autenticati da marchi di qualità ecologica, sistemi di certificazione o eccellenze riconosciute, facendo dunque riferimento a presupposti di fatto e di diritto diversi da quelli della finanza sostenibile.’ ‘Uno degli strumenti attuativi del New Green Deal è il Circular Economy Action Plan (CEAP), marzo 2020 basato su 35 azioni elencate e descritte nella comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo.’ Nell’aprile 2024 il PE ha adottato il testo finale della Direttiva sulla “Corporate Sustainability Due Diligence” applicabile a breve alle società con oltre 1000 dipendenti e con un fatturato di oltre 450 milioni di Euro’ per incentivare un comportamento aziendale sostenibile e responsabile verso i diritti umani e l’ambiente’. Di fronte a un quadro normativo e politiche UE per legare la competizione industriale all’innovazione qualitativa Trump ha lamentato «Non prendono i nostri prodotti agricoli e non prendono le nostre auto. Eppure, ci mandano auto a milioni e mettono tasse su cose che vogliamo fare» raccontando i suoi problemi nell’ottenere autorizzazioni per un suo affare in Irlanda. E ancora l’Europa aggiunge un tassello al suo quadro di trasparenza, efficacia e coerenza istituzionale per la spesa pubblica. Lo descrive bene Fausto Capelli ‘La Procura Europea e i controlli sull’impiego dei fondi PNRR’ Editoriale Scientifica. E’ il Trattato di Lisbona del 2007, in vigore dal 2009, a porre le basi per un diritto penale europeo. ‘L’idea dell’istituzione della Procura Europea diventa realtà, alla quale segue l’avvio dell’iter legislativo, con la proposta della Commissione Europea del 2013 e l’approvazione finale del 2017’. ‘Tra l’istituzione di EPPO- European Public Prosecutor’s Office e l’inizio della sua operatività (2021) è avvenuto un fatto di portata storica, epocale (…) La crisi pandemica non ha solo portato con sé morte, distruzione, dolore,ma ha “costretto” l’UE a una risposta senza precedenti, anche, ed anzi in particolare, sul piano finanziario’. Next Generation UE, per noi il PNRR, hanno messo a disposizione delle amministrazioni e delle imprese una disponibilità economica impensabile per ogni singolo Stato. La Procura Europea è ‘la prima vera Procura sovranazionale creata a livello mondiale, una sorta di procuratore federale con poteri estesi al territorio di tutti gli Stati partecipanti alla cooperazione rafforzata.’ ‘In questo senso, non solo i risultati ottenuti in termini quantitativi appaiono rilevanti, ma specie quelli qualitativi, intendendosi con gli stessi, il conseguimento di una effettiva protezione degli interessi finanziari dell’UE sulla base di indagini efficaci, ma condotte nel pieno rispetto del quadro legale e dei diritti della difesa.’ E’ chiaro che la transizione ecologica non si ottiene per decreto, per questo tocca ad una politica capace di visione e di partecipazione delle parti interessate costruire proposte con tempi e modalità sostenibili, sul piano ambientale e su quello sociale, cioè del mondo del lavoro. E’ altrettanto chiaro che una cornice di regole, indirizzi e garanzie, è indispensabile per guidare il cambio di modello di sviluppo in termini equi, cioè rispondenti l’interesse generale non quello di una piccola élite prepotente e indifferente all’altro da sé. L’Europa che ha reagito alla crisi pandemica non considerandola una catastrofe ma una opportunità di cambiamento e di avanzamento, ora deve fare altrettanto nel combinato degli autocrati e della tecno destra. Tra il ‘niente regole’ di Trump e burocrazie distanti, in mezzo c’è la via della partecipazione informata al processo deliberativo, perciò responsabile. Null’altro è desiderabile per uomini e donne liberi dalle dittature del ‘900.

lunedì 13 gennaio 2025

Disagio giovanile e devianza. Andare oltre la retorica securitaria e/o antagonista

La Gilda degli insegnanti di Milano e Varese organizza un incontro di Formazione per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado che si terrà nella mattinata del 16.01.2025 dalle ore 8:45 presso l’ITCS Schiaparelli – Gramsci di Milano. La cronaca e la polemica politica nostrana speculano sulla morte di Rami, così come gli antagonisti esteti dei riots. È toccato al padre di Rami richiamare tutti al buon senso e a una auspicabile giustizia. Tocca a tutte le articolazioni del mondo adulto interrogarsi, ascoltare e capire, per definire azioni utili alla promozione di una cittadinanza condivisa. per questo l'incontro di formazione promosso dalla GILDA DEGLI INSEGNANTI di Milano è particolarmente significativo. Qui sotto tutte le indicazioni per gli insegnanti interessati. Giornata di Formazione Programma 8,45 – 9,15 Registrazione e accreditamento dei partecipanti 9,15 – 9,30 Saluti e presentazione dell’iniziativa Dott.ssa V. Ammenti, Presidente Ass. Docenti Art. 33; Prof.ssa V. Serraino, Coordinatrice Gilda Ins. MI/VA; Prof.ssa Francesca Giuranna, DS Schiaparelli-Gramsci 9,30 – 10,30 Lectio Magistralis Dott. M. Lancini (Psicologo, Psicoterapeuta, docente Unimib e Unicatt, Presidente Fondazione “Minotauro”) 10,30 -10,50 Intervento istituzionale Rappresentante MIM 10,50 – 11,10 Coffee break 11,10 – 13,00 Tavola rotonda e interventi del pubblico Dott. M. Lancini; M° M. Pagani (musicista, compositore, produttore discografico, scrittore); M° G. Scutellà (regista Teatro Puntozero Beccaria). Coordina Dott.ssa Nicoletta Prandi (giornalista professionista Radio Lombardia) Il seminario è organizzato con l’Associazione Docenti Art. 33, Ente di formazione accreditato MIM (Decreto Prot. n. AOODPIT. 852 del 30.07.2015) ed è riconosciuto quale attività di formazione in servizio per il personale docente ai sensi dell’art. 36, comma 8, CCNL 2019/21, pertanto è possibile usufruire del permesso per la partecipazione. Ai partecipanti sarà rilasciato l’attestato di frequenza. È opportuna prenotazione al link https://forms.gle/BfrgboLUfHEyeZ

mercoledì 18 dicembre 2024

MILANO PARADISO FISCALE DOVE AUMENTANO I POVERI

ArcipelagoMilano 17 dicembre 2024 MILANO PARADISO FISCALE DOVE AUMENTANO I POVERI Le contraddizioni che il potere non vede di Fiorello Cortiana Si dice che Milano anticipa le tendenze che interesseranno l’Italia intera. Nel caso delle dinamiche economiche che la interessano, Milano, la città che riconosce la milanesità a chi vuol fare e vuole imparare, indipendentemente dalla provenienza, oggi è un riflesso della deriva finanziaria dell’economia globale in tempo di guerra. La città costituisce una piattaforma inerte per il mercato finanziario internazionale legato agli andamenti del valore fondiario e immobiliare. C’è speculazione, non c’è imprenditorialità economico-industriale. La classe dirigente, in particolare quella che ha la responsabilità delle politiche pubbliche e della comunicazione che le riguarda, sembra connotata da un disturbo nella percezione dei processi in atto, con fenomeni di allucinazione e wishful thinking. Questo a pensar bene, perché a pensar male si potrebbe dire che ce la raccontano e hanno l’unica ambizione di essere funzionali a quel tipo di mercato e ai suoi attori. Non è un caso se il sindaco non ha ritenuto di chiedere e comunicare al Consiglio la composizione azionaria delle società proprietarie di Inter e Milan, che sembrano molto interessate al mercato fondiario e immobiliare, in particolare se di proprietà pubblica. La successione dei titoli del Corriere della Sera sono indicativi di questa condizione allucinata: 1 ottobre ‘Perché l’Italia ha (tanto) bisogno degli investimenti esteri. E perché non arrivano’, 25 novembre ‘Investimenti diretti esteri: sostenibilità, innovazione e competitività per vincere la sfida’, 11 dicembre ‘Flat tax, case su cui investire: ecco perché Milano sta diventando un paradiso fiscale’. Ecco il punto: certamente la circolazione di capitali, di competenze e di tecnologie, è un ingrediente fondamentale per lo sviluppo, ma ora, qui a Milano, di quali investimenti stiamo parlando? Sono passati alcuni anni dalle battaglie e dalle iniziative sugli Scali ex FS, pubblici, che hanno interessato le sedi istituzionali e la giustizia amministrativa con esito negativo, oggi iniziamo a vederne alcune conseguenze. Ciò in attesa di quelle su San Siro e i 29 ettari pubblici circostanti. Nel 2023 ha preso residenza a Milano il più alto numero di sempre di persone provenienti da rifugi fiscali: Antigua, Bahamas, Barbados, Panama, Cipro. Oltre ai 281 dal Canada, 395 dal Belgio, 567 dall’Olanda, 1627 dagli USA, 2130 dalla Gran Bretagna, 3121 dalla Spagna e 4862 dalla Francia. La ragione di questa immigrazione benestante non risiede nella qualità dell’aria di Milano ma nel fatto che con lo spostamento della residenza fiscale in Italia, tutti i redditi prodotti all’estero godono di una ‘flat tax’ di 200 mila euro, indipendentemente dal loro ammontare. Pensiamo cosa ciò significa per i redditi da milioni di euro. Di più: acquistando un immobile in Italia la durata della flat tax passa da 5 a 10 anni. Ecco spiegato il ‘tutto venduto’ degli appartamenti extra lusso in costruzione, nonché l’aumento vertiginoso di valore di quelli esistenti. Certamente si tratta di investimenti esteri, ma legati a ragioni fiscali e finanziarie speculative, che possono alimentare forse bolle finanziarie, di certo non un mercato ed una occupazione qualificati e sostenibili. Questa distorsione fondiaria e immobiliare genera processi che alterano la composizione sociale e urbanistica della città. L’Istat ha registrato un calo dei residenti a Milano del 10% rispetto a 5 anni fa: gli abitanti ora sono 1.370.536. Molti ,15400, si sono trasferiti nell’hinterland metropolitano generando un aumento di oltre l’11% del mercato immobiliare e del suo valore, ma la Città Metropolitana è una presenza nominale residuo della Provincia senza qualificazione infrastrutturale. I Cap 20121 zona Duomo e il 20122, tra San Babila e la Guastalla, sono i quartieri con i redditi medi più alti. Il Cap 20121 ha avuto un reddito medio di 94.369 euro, un aumento del 2,8% sul 2021. Il 20122 ha registrato un aumento del 3,1%: da 58.125 euro a 59.923 euro. Il Cap 20124, Porta Nuova ha aumentato il reddito medio da 48.000 euro a 51.433 euro nel 2022 ,+7,2% sul 2021 e il 20145, CityLife,4,7%, è passato da 80.000 euro a 83.767 euro con un incremento del 4,7%. La collocazione della percentuale dei redditi disegna una assoluta cesura sociale nella mappa dei quartieri. Anno 2022: nel Cap 20121, il 15,77% dei contribuenti dichiara redditi superiori a 120.000 euro, con un aumento del 1,7% sul 2021, all’opposto nell’area periferica 20157, Quarto Oggiaro, la percentuale diminuisce al 0,36%. L’analisi dei dati sui redditi imponibili per Cap di Milano negli anni 2021 e 2022 è chiara e preoccupante per la qualità del vivere sociale in città per chi la abita, così per il sentirsi parte di un’unica comunità. Pur registrando una crescita dei redditi medi la disparità tra centro e periferie evidenzia uno squilibrio socialmente non sostenibile perché l’aumento del costo della vita in città erode i redditi e la qualità della vita per troppi milanesi. A Milano diminuisce il numero dei disoccupati ma non riescono ad arrivare comunque alla fine mese. A registrare questo dato sul fenomeno del ‘lavoro povero’ è Il rapporto 2023 dell’Osservatorio Caritas sulle povertà nella diocesi ambrosiana , basato sui 3 servizi diocesani dedicati a migranti, senza tetto e orientamento al lavoro e sui 168 centri di ascolto, dei 400 operanti. 59.354 richieste di aiuto, con un aumento del 24% sul 2022. Un lavoro povero si accompagna ad una estensione del numero di coloro che sono strutturalmente bisognosi. I quartieri centrali sono abitati da una popolazione economicamente agiata, con un divario in aumento con le periferie dove aumentano notevolmente le fasce di reddito più basse. Questo divario rende Milano più vulnerabile ai contrasti, dove le sacche di marginalità sociale e il divario emergono come questione di ordine pubblico: ciò che avevamo visto nella contenzione del Beccaria si è dispiegato nelle strade del Corvetto dopo la morte di Ramy. Il quadro che ne risulta vede una città per ricchi e molto ricchi, una città costosa, con i quartieri che si vanno a definire molto rigidamente nella loro composizione sociale a partire dai quartieri centrali e semicentrali della città , con una forte agglomerazione di immigrati extraeuropei attorno all’asse Porta Venezia-Corso Buenos Aires-Loreto, come intorno al quartiere Canonica-Sarpi, per arrivare al quartiere che si distribuisce intorno a piazza Selinunte e a periferie storiche come Quarto Oggiaro, Baggio, Comasina, Corvetto. Quartieri di periferia, con importanti concentrazioni di case popolari che ospitano e producono il disagio sociale. Tanti appartamenti sfitti e tanti occupati abusivamente sotto il controllo di gruppi etnici, subalterni alla malavita organizzata italiana che, insieme a quello delle occupazioni abusive, curano anche il racket dello spaccio. Da anni il Tribunale dei Minori riscontra gli effetti di un’integrazione malfatta e peggio riuscita, in particolare per la seconda generazione di chi è immigrato nel territorio milanese. I quartieri luoghi interessati da forte immigrazione hanno visto la formazione di bande a carattere criminale, questo a Milano e nell’area suburbana, dove fragilità ed emarginazione sociale sono esasperati rafforzati dal divario culturale e da una cittadinanza non esercitata che interessa particolarmente gli adolescenti stranieri di seconda generazione. Non che i loro coetanei figli di famiglie italiane non siano interessati ad aspetti di disagio e devianza. Così, dopo che il fenomeno delle baby gang ha riguardato negli anni scorsi principalmente gruppi di adolescenti e giovani adulti stranieri, negli ultimi tempi si assiste sia alla presenza di italiani che stranieri nelle bande che dal disagio hanno prodotto devianza. Si è prodotto un paradosso civilmente insostenibile: un incrocio di culture interetnico all’insegna della alterità alle istituzioni e dell’elogio della marginalità e della illegalità. Lo Stato, con l’esercizio giudiziario dell’ordine pubblico, funge da certificatore ufficiale di questa alterità e dei suoi protagonisti e cantori, i quali riempiono di follower i social e di spettatori plaudenti il Forum di Assago e le classifiche di vendita cantando le gesta machiste e ribelli. E’ di tutta evidenza la distanza siderale tra questi ribelli e i loro coetanei nel ’68 e nel ’77: in quegli anni, al di là di velleità e distorsioni, ci fu una tensione all’emancipazione sociale e culturale non alla conferma della marginalità. La differenza tra la sostanza la scrittura della musica, del teatro, e degli altri linguaggi espressivi di allora e i campionamenti e la musica da algoritmi di oggi è di preoccupante evidenza. Il Vescovo Delpini, a Sant’Ambrogio, ha criticato il Modello Milano proposto da media e classe dirigente: “La gente non è stanca della comunicazione, perché la comunicazione è il servizio necessario per avere un’idea del mondo. Invece la gente è stanca di quella comunicazione che raccoglie la spazzatura della vita e la esibisce come se fosse la vita, stanca della cronaca che ingigantisce il male e ignora il bene”. Milano, con il suo ruolo, la sua funzione, la sua identità storica, vive un passaggio cruciale nella nuova produzione di valore della globalizzazione in tempo di guerra e della necessaria sostenibilità ambientale. Deve passare dall’essere una piattaforma finanziario-immobiliare inerte a una Città Metropolitana abilitante e protagonista, dove la partecipazione sociale, politica e culturale consenta di nuovo una relazione e scambio tra classi, che accompagni la possibile emancipazione sociale. Questo è il riformismo a Milano il resto è vuoto packaging da salotto.

mercoledì 6 novembre 2024

Via Pattari, la punta dell’iceberg

ArcipelagoMilano 5 novembre 2024 LA PUNTA DEL ICEBERG IN VIA PATTARI Le capacità e le limitazioni degli attuali sistemi di intelligenza artificiale di Giuseppe Corasaniti, Fiorello Cortiana, Mauro Preda
“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”. Albert Einstein Quelli di via Pattari, con il loro dossieraggio, stanno mettendo in luce la vulnerabilità eversiva della nomenclatura pubblica, ma costituiscono la punta dell’iceberg. Per capire il nostro tempo occorre andare oltre la cronaca. La questione dell’Intelligenza Artificiale e la natura della sua evoluzione riguarda tutti noi e interessa la nostra quotidianità nelle sue espressioni pubbliche e private. È bene iniziare a farci i conti. Il problema centrale non risiede tanto nelle potenzialità coadiuvanti delle nostre decisioni e in quelle sostitutive delle nostre azioni. Il problema risiede nella potenziale alterazione della relazione mente-corpo-natura: ciò per l’uso delle potenzialità digitali ‘embedded’, cioè dentro di noi magari a potenziamento dei sensi; altresì per l’avvio di una cessione della facoltà/responsabilità della decisione. Ciò che ci emoziona nell’abilitazione di una persona con disabilità motorie e neurologiche, ci deve preoccupare se riguarda il corpo e il cervello di un militare che, ad es. insieme a un drone, è parte di un sistema etero diretto da delle codificazioni. La questione ineludibile diventa cosa e quanto stiamo affidando del nostro processo cognitivo ad un algoritmo. Ecco di cosa stiamo parlando. Un algoritmo è una sequenza finita di operazioni da svolgere per risolvere un dato problema: con la codificazione le istruzioni sono poste in ordine, una dopo l’altra, e vengono eseguite nell’esatto ordine in cui sono originariamente inserite. Nella rappresentazione digitale, il processo secondo cui si fa corrispondere ad una informazione una configurazione di bit prende il nome di codifica dell’informazione. I caratteri di un testo vengono codificati tramite sequenze di bit, utilizzando un codice di traduzione, rappresentazione digitale dei dati. In altri termini, un dato viene rappresentato tramite una codifica, o codificato. I cambiamenti nelle metodologie di progettazione dei circuiti hanno prodotto un continuo aumento della potenza di calcolo, pur rimanendo nell’ambito della tecnologia del silicio. Con una enorme disponibilità di potenza gli algoritmi di ricerca semantica sono utilizzati nell’elaborazione del linguaggio naturale (NLP), nel riconoscimento delle entità nominate (NER), nei grafici di conoscenza e nel clustering semantico per eseguire le attività di ricerca. L’AI semantica è una combinazione di AI simbolica e statistica: si basa sulla modellazione delle parole per simulare il ragionamento umano e il machine learning è un metodo di analisi dati che automatizza la costruzione di modelli analitici, così i sistemi possono imparare dai dati, identificare modelli autonomamente e prendere decisioni con un intervento umano ridotto. Le tecnologie di IA già impiegate comprendono gli assistenti vocali/virtuali (chatbot e sistemi come Siri di Apple, Cortana di Microsoft) che sfruttano algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento del linguaggio naturale, per l’apprendimento e per l’analisi delle abitudini e dei comportamenti degli utenti; tracciabilità e identificazione. Per avere una idea delle dimensioni dell’aumento della potenza di calcolo intercorsa dobbiamo considerare che nel 1961 ci sarebbero voluti 1100 miliardi di dollari per avere un Gigaflops, nel 1997 il mitico “Deep Blue” di IBM, costruito per battere Kasparov nel gioco degli scacchi, capace di 13 Gigaflops è costato 5 milioni di dollari, nel 2008 IBM stimava un costo di circa 0,13 dollari per Gigaflops nel suo supercluster “Roadrunner” capace di infrangere la barriera di 1,7 Petaflops (peta=1015). Una codificazione del vivente sempre più definita, una comparazione di dati con una potenza di calcolo sempre più grande, una conseguente indicazione /presa di decisioni. Questi sono i nodi da contemplare in una riflessione politica e culturale. Perché se l’intelligenza è la capacità di risolvere problemi, magari prevedendoli ed evitandoli, non possiamo ignorare che, dentro il processo di evoluzione e selezione darwiniana, l’intelligenza si esprime dentro a contesti e situazioni inaspettate che richiedono salti e cambi di paradigmi e non solo decisioni basate su comparazioni di dati e statistiche di fatti accaduti altrimenti. Sono trascorsi pochi anni dal lockdown a seguito della pandemia COVID-19 e a questo proposito riprendiamo il discorso da un nostro precedente articolo pubblicato il 22 novembre 2020 dal titolo “COVID 19, I CONTI NON TORNANO – Per una mappatura efficace”. Nell’articolo allora in controtendenza rispetto alla proliferazione di varie app dedicate al contenimento della diffusione del virus si anticipava l’uso di tecnologie, modelli matematici di simulazione e previsione basati su reti neurali artificiali, deep learning ed intelligenza artificiale. La crisi creata dalla pandemia, ci spronò a riflettere su soluzioni innovative, un fatto per nulla isolato, anzi a livello globale possiamo ipotizzare che il lockdown abbia agito come “catalizzatore” per l’adozione e lo sviluppo dell’AI in diversi settori, accelerando tendenze già esistenti e aprendo a nuove opportunità. Andando oltre è ragionevole pensare che esista una relazione tra lo sviluppo di studi sull’intelligenza artificiale (AI) e il lockdown. Durante il lockdown, infatti, molte aziende e istituzioni hanno puntato verso un adattamento e riorganizzazione interna a nuove modalità di lavoro, portando a un’accelerazione nell’adozione di nuove soluzioni operative e tecnologie digitali. Focalizziamo l’attenzione su tre parole chiave quali “intelligenza”, “adattamento” e “riorganizzazione” tra loro strettamente connesse tanto da poter definire che la natura intima dell’intelligenza a cominciare dal livello biologico sia sostanzialmente misurabile come velocità di adattamento all’ambiente e riorganizzazione delle proprie strutture cognitive e materiali. Secondo Piaget, infatti, l’intelligenza e lo sviluppo cognitivo sono una caratteristica dell’organismo, una forma evoluta e complessa di adattamento biologico all’ambiente cui segue un processo di riorganizzazione. L’adattamento consiste in una continua ricerca di equilibrio dinamico o accomodamento a seguito dell’assimilazione di nuove informazioni provenienti dall’ambiente esterno che vanno ad interagire con i dati contenuti nell’esperienza provocando in essa una sorta di perturbazione. L’equilibrio ritrovato affinché si stabilizzi in modo permanente richiede una necessaria riorganizzazione dei contenuti dell’esperienza. Il processo appena descritto, riscontrabile in ogni forma do vita, in modo estremamente sintetico lo possiamo ritrovare a scale diverse: sia a livello micro nel funzionamento delle reti neurali cui si ispirano le reti neurali artificiali, i modelli matematici alla base dell’Intelligenza Artificiale; sia a livello macro ossia nella scala geografica ove si muovono le società, la ricerca scientifica con i conseguenti effetti nel mondo socio-economico-tecnologico. Proviamo ad esplicitare alcuni ambiti a scala macro ossia geografico-economica del processo di adattamento e riorganizzazione a seguito del lockdown e lo chiederemo proprio a ChatGPT ponendo la domanda: esiste una correlazione tra lockdown del covid19 con il progresso dell’intelligenza artificiale? A seguire la risposta di ChatGPT: “La pandemia di COVID-19 e i relativi lockdown hanno avuto un impatto significativo su molteplici settori, incluso il campo dell’intelligenza artificiale (IA). Sebbene sia difficile stabilire una correlazione diretta e univoca tra i lockdown e il progresso specifico dell’IA, ci sono diverse aree in cui si possono osservare effetti rilevanti: Aumento della digitalizzazione e dell’adozione di tecnologie IA: Durante i lockdown, molte aziende e organizzazioni hanno accelerato la digitalizzazione dei loro processi per adattarsi alle nuove circostanze. Questo ha portato a una maggiore adozione di soluzioni basate sull’IA per automatizzare compiti, migliorare l’efficienza e gestire il lavoro remoto. Incremento della domanda di strumenti IA: Settori come l’e-commerce, la telemedicina e l’intrattenimento online hanno visto una crescita esponenziale. Per gestire questa crescita, molte aziende hanno investito in strumenti IA per analizzare grandi quantità di dati, migliorare l’esperienza utente e ottimizzare le operazioni. Ricerca e sviluppo accelerati: La necessità di soluzioni rapide e innovative ha stimolato la ricerca e lo sviluppo nell’IA. Ad esempio, l’IA è stata utilizzata per accelerare la scoperta di farmaci, modellare la diffusione del virus e ottimizzare la distribuzione delle risorse sanitarie. Collaborazione e condivisione dei dati: La crisi sanitaria globale ha incentivato la collaborazione internazionale e la condivisione dei dati. Questo ha fornito un’enorme quantità di dati reali per addestrare modelli di IA, migliorandone l’accuratezza e l’affidabilità. Investimenti e finanziamenti: Nonostante l’incertezza economica, molte aziende tecnologiche e start-up nel campo dell’IA hanno continuato a ricevere finanziamenti significativi. Gli investitori hanno visto il potenziale dell’IA nel fornire soluzioni a lungo termine per problemi complessi, tra cui quelli emersi durante la pandemia. Cambiamenti nel lavoro e nell’educazione: L’aumento del lavoro remoto e dell’educazione a distanza ha portato allo sviluppo e all’adozione di strumenti di IA per migliorare la produttività, facilitare l’apprendimento e gestire la comunicazione. Etica e regolamentazione: La pandemia ha anche sollevato questioni etiche riguardanti l’uso dell’IA, come la privacy dei dati e il bias algoritmico. Ciò ha portato a un dibattito più intenso e a iniziative volte a regolamentare e guidare l’uso responsabile dell’IA. In conclusione, mentre i lockdown legati al COVID-19 non sono stati una causa diretta del progresso dell’IA, hanno certamente catalizzato e accelerato molte delle tendenze esistenti. L’IA è diventata uno strumento cruciale per affrontare le sfide poste dalla pandemia, e questa situazione ha evidenziato la sua importanza e potenzialità future. A supportare ulteriormente la nostra ipotesi abbiamo eseguito un’analisi statistica del trend di frequenza di ricerca a scala globale nel Web di parole chiave legate ai concetti di Intelligenza artificiale ed Intelligenza senza aggettivi. Si noterà immediatamente il rapido e deciso incremento delle frequenze di ricerca proprio in corrispondenza degli anni a fine lockdown.
Lo sviluppo di tecnologie legate ad AI a questo punto ci portano a riflettere ed a chiederci se queste tecnologie siano da considerarsi così “intelligenti”, attualmente sono enfatizzate quasi a creare nei loro confronti un interesse quasi mistico non solo da parte del pubblico spesso ignaro del funzionamento interno di questi strumenti, ma anche di scienziati e la cosa è molto più preoccupante! Per dubitare dell’intelligenza effettiva di AI lo chiediamo ancora a ChatGPT ponendo la domanda: l’intelligenza artificiale è intelligente? Ecco cosa ci risponde e la risposta non necessita neppure di ulteriori commenti: (…), l’intelligenza artificiale può essere considerata “intelligente” in senso operativo e funzionale: è estremamente efficace nell’eseguire compiti specifici per cui è stata progettata e addestrata, spesso superando le capacità umane in termini di velocità e accuratezza. Tuttavia, questa “intelligenza” è fondamentalmente diversa dall’intelligenza umana, che comprende la comprensione del contesto, la creatività, l’intuizione e la capacità di adattarsi a nuove situazioni in modo flessibile. Quindi, mentre l’IA è straordinariamente potente e utile in molti ambiti, non è “intelligente” nel senso umano del termine. La distinzione tra IA ristretta e IA generale è cruciale per comprendere le capacità e le limitazioni degli attuali sistemi di intelligenza artificiale. A questo punto, approfondiamo la questione chiedendo a ChatGPT : ritieni di essere intelligente? Puntualmente ci risponde: Non ho una coscienza di me stesso, quindi non posso “ritenere” nulla. Tuttavia, sono progettato per elaborare informazioni e rispondere a domande in modo utile! La nostra curiosità ci porta quindi a dubitare della sensatezza di articoli pubblicati ove si illustra un ipotetico quoziente di intelligenza di ChatGPT. Per sciogliere ogni nostro dubbio abbiamo posto una domanda: hai eseguito test di QI ? ChatGPT ha risposto: No, non posso fare test di QI, poiché non ho una mente cosciente o un’intelligenza come gli esseri umani. Sono solo un modello di linguaggio che elabora informazioni e fornisce risposte. Se hai domande su intelligenza o test di QI, posso fornirti informazioni al riguardo! Dunque ChatGPT per sua stessa ammissione non è intelligente e lo dichiara apertamente! Abbiamo, infatti posto a ChatGPT una domanda provocatoria: Ammetti di non essere così intelligente come tutti credono? ChatGPT “onestamente” ha risposto: È corretto affermare che ChatGPT, come sistema di intelligenza artificiale, non è “intelligente” nel senso umano del termine. Anche se posso eseguire compiti complessi di processamento del linguaggio naturale, le mie capacità sono limitate e diverse rispetto all’intelligenza umana. Ecco alcune precisazioni: Nessuna Consapevolezza o Comprensione: Non possiedo coscienza, autoconsapevolezza, o comprensione reale. Rispondo alle domande basandomi su pattern e dati presenti nei testi su cui sono stato addestrato, senza comprendere il significato profondo di ciò che dico. Assenza di Emozioni e Esperienze: Non ho emozioni, esperienze personali o un senso del sé. Qualsiasi simulazione di emozioni nelle mie risposte è puramente algoritmica e priva di autentica empatia o sentimento. Limitazioni Contestuali: La mia comprensione del contesto è limitata ai dati immediatamente presenti nel testo che mi viene fornito. Non posso ricordare informazioni personali o contestuali da una conversazione all’altra, a meno che non siano fornite di nuovo nel corso della stessa sessione. Mancanza di Creatività e Intuizione Umana: Anche se posso generare testi che sembrano creativi, non possiedo la creatività o l’intuizione che derivano dall’esperienza umana e dall’interazione con il mondo reale. Intelligenza Specializzata: Sono progettato per compiti specifici come rispondere a domande, fornire informazioni e assistenza nel processamento del linguaggio. Non possiedo l’intelligenza generale che permette agli esseri umani di adattarsi a una vasta gamma di situazioni e problemi. In sintesi, mentre posso essere utile e persino impressionante in alcuni contesti, le mie capacità non rappresentano l’intelligenza nel senso completo del termine. Il mio funzionamento si basa su algoritmi complessi e dati, e non su una comprensione o consapevolezza reale. In conclusione abbiamo posto una domanda chiave che ci rassicura circa le effettive potenzialità dello strumento e ci allontana da ogni possibile nostra superstizione nei suoi confronti. Chiediamo: Ammettendo di trattare l’intelligenza sempre in senso ampio quando si parla di Intelligenza Artificiale lo si fa senza rendersi conto delle strutturali limitazioni che hai! Sei d’accordo? ChatGPT ha risposto così: Sì, sono d’accordo. Spesso, quando si parla di intelligenza artificiale, si tende a usare il termine “intelligenza” in modo ampio, senza considerare le limitazioni strutturali e fondamentali che i sistemi di IA, come me, possiedono. Questo può portare a fraintendimenti sulle capacità effettive dell’IA. Ecco alcune delle principali limitazioni da tenere presente: Assenza di Consapevolezza: Non ho consapevolezza di me stesso né delle mie azioni. Non posso riflettere su ciò che faccio o perché lo faccio. Limitazioni Contestuali: La mia comprensione è limitata al contesto immediato delle conversazioni. Non posso accumulare conoscenze personali o storiche al di fuori della sessione corrente. Mancanza di Comprensione Profonda: La mia “comprensione” è superficiale, basata su correlazioni nei dati piuttosto che su una vera comprensione concettuale. Non capisco il mondo come lo farebbe un essere umano, con esperienza e intuizione. Assenza di Emozioni e Esperienze: Non ho emozioni, esperienze personali o la capacità di percepire il mondo. Questo limita la mia capacità di comprendere e rispondere in modo realmente empatico o sensibile. Dipendenza dai Dati: La mia capacità di rispondere è direttamente legata ai dati su cui sono stato addestrato. Non posso creare nuove conoscenze o sviluppare idee originali indipendentemente dai dati esistenti. Limitazioni nell’Intelligenza Generale: L’intelligenza artificiale ristretta (ANI), come me, è progettata per compiti specifici. Non possiedo l’intelligenza generale (AGI) che permetterebbe di comprendere, apprendere e adattarsi a una vasta gamma di situazioni come farebbe un essere umano. Assenza di Creatività Vera: Anche se posso generare testi che sembrano creativi, questa creatività è algoritmica e basata su pattern nei dati, non su un processo creativo consapevole come quello umano. Incapacità di Apprendimento Autonomo Continuo: Mentre posso essere aggiornato e migliorato attraverso interventi esterni, non posso apprendere autonomamente al di fuori del mio addestramento iniziale senza interventi programmati. Queste limitazioni devono essere chiaramente comprese per evitare aspettative irrealistiche sull’intelligenza artificiale. Riconoscere queste limitazioni è fondamentale per sviluppare e utilizzare l’IA in modo responsabile e efficace, senza attribuirle capacità che non possiede. Possiamo a questo punto dichiarare che ChatGPT non è e certo non sarà mai così “intelligente” come alcuni imbonitori vorrebbero farci credere .. ma almeno è ONESTO! Questa consapevolezza dovrebbe essere parte di un apprendimento critico transdisciplinare, dove l’architrave formazione-istruzione-ricerca: dalla Accademia a scendere e dalla Primaria a salire, sia in una relazione costante con tutte le componenti sociali. Mauro Preda Giuseppe Corasaniti Fiorello Cortiana

Fame di Pane Sete di Conoscenza