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in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

giovedì 3 dicembre 2020

Allarme Parco Sud

ArcipelagoMilano informazione - politica - cultura - ESCE OGNI PRIMO MERCOLEDÌ DEL MESE - 26 ottobre 2020 IL TRISTE FUTURO DEL PARCO SUD Chi manovra e nell’interesse di chi? di Fiorello Cortiana Il destino dei beni comuni e in particolare dei beni ambientali è terribile. Dopo un primo percorso di tutela si succedono provvedimenti che vanno nella direzione opposta. Ma chi c’è dietro e perché non è semplice da capire. Comunque c’è. cortiana Ci siamo, giovedì 29 ottobre 2020 alle 14.00 si avvia la definitiva compromissione del Parco Agricolo Sud Milano, con i suoi 46 300 ettari è il parco di cintura più grande d’Europa. Compreso tra l’Adda e il Ticino, composto da 61 comuni, con un territorio agricolo fecondo e irrigato in modo straordinario da rogge e fontanili, con le regimazioni effettuate nei secoli, a partire dai monaci cistercensi. La VIII Commissione Agricoltura, montagna, foreste e parchi del Consiglio Regionale della Lombardia avvia le audizioni in merito al PDL 106 “Modifica alla legge regionale 16 luglio 2007, n. 16 ‘Testo Unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi’”. Saranno sentiti: la Città metropolitana di Milano, l’Assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano, il Parco Agricolo Sud Milano, l’Assemblea dei Sindaci dei Comuni del Parco Agricolo Sud Milano, il Parco Nord Milano e la Federparchi Lombardia. Il testo, presentato dal consigliere di Fratelli d’Italia Lucente, modifica gli Articoli riferiti al Parco Agricolo Sud di Milano della L.R. 16/2007 perché con la gestione del Parco affidata alla Città Metropolitana ‘risulta sensibile l’essere venuta meno l’efficienza gestionale del Parco, sicché si rende necessario un intervento in punto, considerando favorevolmente l’adozione di una forma di gestione consortile’. Per cui in pochi articoli si vuole liquidare un modello gestionale che ha impedito, frenato, ridotto, il continuum urbanizzato che caratterizza il nord di Milano fino ai confini svizzeri, cementificazioni ed esondazioni comprese. Con l’articolo 174 bis ’5. La Città metropolitana di Milano cessa di esercitare la funzione alla data di effettivo avvio dell’esercizio della stessa da parte dell’Ente Parco.’ Quindi, con l’art. 174 – ter (Disposizioni transitorie sul Piano Territoriale di Coordinamento) si esplicita in cosa consisterebbe l’’efficienza’ così ritrovata: ‘1. Ultimato il procedimento di ricostituzione degli organi di cui all’articolo precedente, comma 6, l’Ente Parco, delibera l’avvio del procedimento di revisione generale del Piano territoriale di Coordinamento del Parco, assegnando al Consiglio Direttivo un adeguato termine temporale per l’attuazione degli adempimenti a ciò relativi.’ 2.Il Parco Agricolo Sud Milano provvede alla revisione di cui al comma 1 entro e non oltre un anno dalla ricevuta comunicazione della delibera dell’Ente Parco di avvio del procedimento. Chi è incaricato di produrre questa efficacia? L’art. 161 è sostituito con il seguente: ‘1. Il Consiglio Direttivo è composto dal Presidente e da quattro membri, eletti dall’Assemblea dei Sindaci, uno dei quali eletto su designazione della Giunta Regionale.’ E gli altri ‘portatori di interessi’ che hanno promosso la legge istitutiva del Parco nel 1990 e gli danno un’anima? Semplice, fanno da spettatori, infatti l’art. 165 è sostituito con il seguente: ‘Ai lavori dell’Assemblea dei Sindaci partecipano, senza diritto di voto, un rappresentante delle associazioni ambientalistiche, un rappresentante delle associazioni agricole o produttive, un rappresentante delle associazioni venatorie e piscatorie, un rappresentante delle associazioni di promozione del territorio e un rappresentante dei fornitori di servizi turistici presenti all’interno del Parco.’ Che partita si sta giocando in una parte nevralgica di una metropoli che fa il 13,5% del PIL nazionale? Andiamo con ordine e partiamo dall’entrata a gamba tesa di questa proposta di legge sul quadro normativo e di pianificazione locale, regionale e nazionale che riguarda il Parco Sud. Dopo che un insieme di comitati, associazioni e organizzazioni degli agricoltori, attraverso l’Associazione per il Parco Sud, depositarono una Proposta di Legge di iniziativa popolare, il Consiglio Regionale della Lombardia approvò la Legge Regionale 24 del 23 aprile 1990 ‘Istituzione del parco regionale di cintura metropolitana Parco Agricolo Sud Milano’. All’art.4 Ente Gestore, la gestione del parco viene affidata alla Provincia di Milano, oggi Città Metropolitana di Milano. All’art.6 Composizione e durata del Consiglio Direttivo, comma 3d si prevede che due membri siano indicati dalle associazioni degli agricoltori e dalle associazioni ambientaliste. Con la Legge Regionale 28/2016 “Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio” sono state introdotte 9 macro aree funzionali alla definizione degli ambiti territoriali ecosistemici e propedeutiche a una loro progressiva aggregazione (art. 2 comma d) tra queste la macro area ‘Agricolo Sud Milano e Nord Milano’: l’asse del ‘Parco di Cintura Metropolitano’. Con la Legge 56 del 2014 ‘Delrio’, che ha ridefinito l’ordinamento delle province ed istituito le città metropolitane, tra le funzioni fondamentali proprie della città metropolitana troviamo: a) piano strategico del territorio metropolitano di carattere triennale, che costituisce atto di indirizzo per i comuni e le unioni di comuni del territorio, anche in relazione a funzioni delegate o attribuite dalle regioni; Il Piano Strategico della Città Metropolitana indica come obiettivo nel medio periodo, a seguito del recepimento da parte di Regione Lombardia della proposta di Città Metropolitana, Parco Sud e Parco Nord Milano, è la formazione di un parco unico rispondente alla tipologia di Parco metropolitano definendone il nuovo perimetro, la nuova governance ed i nuovi strumenti di pianificazione. Altra azione fondamentale è rappresentata dall’istituzione delle aree a Parco Naturale, individuate all’interno del territorio del Parco Agricolo Sud Milano. L’istituzione del Parco naturale permetterà una migliore tutela ambientale, la ricostruzione e riqualificazione del paesaggio e l’incremento della biodiversità. L’aggiornamento del Piano per il triennio 2019-2021 si propone di rendere più stringente la concatenazione tra strategie e progetti/azioni concrete, “appoggiandola” sul nuovo modello organizzativo e sulle prassi amministrative dell’Ente e, più in generale, dei Comuni, al fine di migliorarne l’efficacia. In questo senso il progetto ForestaMI nasce nell’ambito di un Protocollo d’intesa in cui gli enti sottoscrittori, in una visione strategica del ruolo del verde nell’area metropolitana e della valorizzazione di tutti i principali sistemi verdi all’interno del suo perimetro, intendono realizzare le seguenti azioni: • ricognizione e mappatura della situazione del verde; • individuazione e interazione con gli attori specializzati nella promozione e gestione del verde metropolitano; • elaborazione di proposte rilevanti per natura, estensione e modalità di co-progettazione della forestazione urbana e del sistema verde del territorio metropolitano; • individuazione degli interventi di forestazione urbana con progettazione di esempi pilota in ambito pubblico e privato. Con una relazione sintonica tra i diversi livelli istituzionali il Ministero per l’Ambiente ha comunicato che è stato approvato in Conferenza unificata il decreto attuativo della legge Clima che regola le modalità per la progettazione degli interventi e il riparto delle risorse per i finanziamenti del programma sperimentale per la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. La legge di conversione 12/12/19 n. 141 ha confermato lo stanziamento di 30 milioni di Euro. A quale efficacia si riferisce il consigliere Lucente rispetto a un quadro normativo e di programmazione di collaborazione tra istituzioni? Qui veniamo ad un elenco di interventi, approvati e non, che, nel corso degli anni, hanno suscitato le reazioni negative e le preoccupazioni del mondo degli agricoltori e degli ambientalisti, e che compongono un quadro preoccupante, non solo per la natura costitutiva del parco ma anche per i giocatori che giocano la partita. Una maggioranza, ampia e assolutamente trasversale, dei 61 sindaci del Parco Agricolo Sud, ha approvato lo stralcio di 100.000mq di terreno a verde agricolo nel comune di Vignate, per ampliare un centro intermodale situato a pochi chilometri dall’interporto, esistente, finanziato e sottoutilizzato, di Segrate. Stessa trasversalità che ha approvato l’Outlet di Locate Triulzi, 60.000 mq, che prevedeva “misure mitigative e compensative” tra cui “la cessione dell’intera area ricadente all’interno del territorio del Parco, 33 ettari, con esclusione delle aree necessarie per la realizzazione della viabilità “. Chi le ha viste? Trasversale anche il sostegno alla proposta del Prof. Veronesi: il progetto del CERBA-Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata, estensione dell’esistente IEO (Istituto Europeo Oncologico). Il CERBA definisce una grande città della medicina capace di ospitare cliniche, centri di ricerca di medicina molecolare, strutture ricettive e istituti universitari. Il complesso non è previsto all’interno di una delle aree industriali dismesse ma all’interno di 62 ettari nel Parco Agricolo Sud di Milano. La TOEM- Tangenziale Ovest Esterna di 60km con 100 aziende agricole minacciate nel Parco Sud e nel Parco del Ticino, della quale la superstrada Vigevano-Malpensa costituisce un primo tratto per cui Regione Lombardia dice “Avanti tutta”. L’opera è bocciata da un vasto fronte che comprende tra le istituzioni la Città Metropolitana (ex Provincia) di Milano e diversi Comuni dell’Abbiatense, oltre a sigle ambientaliste e degli agricoltori, che propongono di potenziare le infrastrutture esistenti. È utile rilevare che subito dopo che l’allora Presidente della Provincia Podestà annunciò la TOEM iniziarono ad arrivare ai proprietari delle aziende agricole comprese nel tracciato ipotizzato offerte di acquisto anomale per l’importo molto sopra le quotazioni di mercato. Questo indicatore è un campanello d’allarme che propone uno sguardo più ampio. Le decine e decine i capannoni che hanno preso fuoco e ancor più le discariche abusive e l’interramento di rifiuti tossico nocivi hanno definito in modo puntuale una mappa sovrapponibile alla Città Metropolitana con estensione al Pavese, parchi Sud e Ticino. Una attività illecita cresciuta grazie al movimento terra appaltato alle aziende controllate dalla ‘ndrangheta. Le sentenze ‘Cerberus’ è Parco Sud’ dimostrano che la responsabilità sta nei corruttori ma anche nei corrotti, nei concussori ma anche nei concussi, interessa amministratori e funzionari, imprese intimidite come quelle di copertura. Ambiti che devono essere regolamentati e resi trasparenti affinché nessuno si trovi nelle condizioni di essere intimidito o colluso, i cantieri privati devono poter essere verificati come quelli pubblici. Il generale Maurizio Ferla, Comandante dei carabinieri per la Tutela Ambientale “Riscontriamo regolarmente situazioni di corruzione e di reati contro la pubblica amministrazione. In alcuni casi si può ipotizzare che la corruzione coinvolga gli amministratori.” Ecco perché il tentativo di fare saltare il sapere e la sapienza dell’attuale modello di gestione, che funzionari e dirigenti del Parco Sud hanno accumulato ed esercitato fin qui nonostante le pressioni, si configura non solo come irridente ogni Green New Deal del Next Generation Europe ma come un problema democratico prima che ambientale. Sindaco metropolitano se ci sei batti un colpo in audizione.

Coerenze

Pare che il parlamentare europeo ungherese omofobo e reazionario, catturato nudo sulla grondaia mentre scappava dal tetto, sorpreso dalla polizia di Bruxelles in un appartamento insieme a decine di uomini nudi come lui, si sia giustificato dicendo che non si trattava di un assembramento bensì di una ammucchiata. I gendarmi non avrebbero colto la differenza.

martedì 1 dicembre 2020

CHI DECIDERA' LO STATO DI ECCEZIONE?

milanoambiente.net Cultura green e lotte metropolitane CHI DECIDERA' LO STATO D'ECCEZIONE? di Fiorello Cortiana (Lombardia Sostenibile)
Tutto non deve tornare come prima, perché è da “come era prima” che si generano disastri. Disastri virali, virali nella sfera biologica del vivente, come per Ebola, la SARS, oggi il Covid19, nonché per i radionuclidi di Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima, piuttosto che digitali, nei crash dei sistemi operativi e nella sottrazione e manipolazione di dati identitari. Qui da noi i disastri hanno l’etereità dell’inquinamento da fossili per il riscaldamento e la mobilità, con 80.000 morti all’anno, piuttosto che le produzioni di amianto a Casale Monferrato o le emissioni e i reflui dell'ILVA a Taranto, emissioni che nel solo quartiere Tamburi interessano 18.000 persone. Stiamo vivendo una crisi pandemica, che interessa tutti gli abitanti di questa Piccola Terra. La terra che forse possiamo e, per necessità evidente, dovremmo riconoscere, nella felice suggestione di Edgar Morin, come Terra Matria, come corpo generativo. Anch’io penso che crisi non sia sinonimo di catastrofe, ma ci salveremo in virtù di una scelta di valore e non a seguito della disperazione per un disastro irreparabile, più grande degli altri. È necessario un cambio di paradigma e la determinazione a proporlo, ora che alcuni nodi vengono al pettine: l’idea di una crescita quantitativa illimitata, a spese di una supposta disponibilità illimitata di risorse, non solo si è rivelata fallace ma altresì una minaccia per la possibilità della nostra specie di vivere nell’ambiente terra che si sta venendo a definire. Qui il concetto di hybris evidenzia un antropocentrismo presuntuoso e incapace di una funzione di custodia fondata sull’etica della responsabilità. Le disuguaglianze di opportunità sociali, da tempo tornate, si sono drammaticamente accentuate in questa crisi. Chiamiamo “distanza sociale” il distanziamento individuale: se si tratta di un refuso questo risulta molto indicativo di una condizione collettiva dove non è scontata la possibilità dell’emancipazione sociale, si è più impegnati ad evitare il declassamento. Per questo i giovani non occupano le piazze per decidere del loro futuro. Se come società vogliamo essere capaci di futuro non possiamo esimerci dal fare i conti con alcune evidenze, non più trascurabili, proposte da questa crisi pandemica. Le morti degli anziani nelle RSA al tempo del Covid 19 hanno avuto un carattere sistemico così intenso da caratterizzarle come una strage. Hanno altresì avuto una chiara funzione di indicatore sociale: la nave fa acqua e ci si libera dalla zavorra, invece di capire perché c’è la falla e come ripararla. In una società votata al consumismo e a legare la dignità delle persone alla loro capacità di spesa, dove lifting e viagra concorrono alla esibizione di un eterno giovanilismo, che si esime dalle responsabilità adulte verso l’altro da sé, aumenta l’età media ma gli anziani diventano un peso. Il treno della crescita quantitativa illimitata si sta infilando dritto nel burrone, questo è il fatto, occorre fermarsi e cambiare direzione. È chiaro che la qualità della salute è il prodotto di ciò che mangiamo e ciò che respiriamo, della qualità del rapporto mente-corpo-natura di cui è fatta la nostra vita quotidiana. Per questo è sbagliato pensare che i problemi dell’agire sociale di ognuno di noi diventino, in modo ineluttabile, una questione di ordine terapeutico finendo nell’imbuto ospedaliero dei pronto soccorso. Prevenzione, precauzione, condivisione della ricerca finanziata con soldi pubblici, presenza sul territorio, a partire dagli assistenti sanitari nelle scuole, dai medici di famiglia, da quelli sportivi e dal volontariato organizzato nel terzo settore, devono perciò diventare elementi costitutivi di una politica pubblica sociosanitaria che attui il diritto costituzionale alla salute. Immuni si propone come una applicazione efficace per mappare il contagio ma solleva questioni delicate per una democrazia nella società della conoscenza, quale è la nostra. È evidente l’utilità della tracciabilità dei comportamenti per ciò che riguarda la domotica e il ciclo dei consumi energetici e della generazione di rifiuti, così per la infomobilità con la relazione tra traffico-congestione-incidentalità-emissioni-produttività, diversa è la cifra che riguarda il corpo e il profilo identitario di ognuno di noi. Il mercato dei Big Data, il data mining è questo, ma ci sono dati che non possono diventare merce, per questo, senza pudori, occorre affermare che ci sono diritti che non possono sottostare alle ragioni del mercato e dei quali occorre tutelare la indisponibilità. È possibile uscire dai due corni del vincolo. Occorrono volontà, talento e sapienza per usare le contingenze dell’inaspettato, a partire dalle regole del gioco, occorre un altro approccio per permettere l’illuminazione. Occorre una ricongiunzione fra mente corpo e natura, fra sfera antropologica e biologica, una ri essione su come esercitiamo la nostra soggettività. Open data, accountability, trasparenza, partecipazione informata, valorizzazione delle istituzioni e della rappresentanza, sono elementi costituivi di una politica pubblica capace di liberarsi in chiave innovativa dai corni del doppio vincolo “o insicurezza virale o controllo sociale diffuso”. Nel contesto di affido e di adattamento dei processi cognitivi ai programmi di Intelligenza Artificiale, si pone il bisogno della consapevolezza e della composizione della relazione tra saperi e sapienze. Nella società della conoscenza a scuola non si deve insegnare a “saper fare”, si va a scuola per apprendere ad apprendere. Nelle conclusioni della relazione del 2002 Rodotà profeticamente avvertiva che “Se non si arriverà a questa “costituzione di Internet”, le regole rischieranno d’essere dettate soprattutto dalle logiche tecnologiche e dalle logiche (e dalle censure) di mercato.”
C'è un elemento cruciale che determina l’immiserimento che conosce questa stagione del vivere civile, un elemento omologante come una metastasi, che si espande a spese del patto sociale, cambiandone la qualità. È il mondo parallelo delle mafie. Nella quotidianità non emergenziale, in Italia si producono, giornalmente, circa 1.000 tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi, gestiti e smaltiti non sempre in modo adeguato. Nelle strutture di 24 paesi verificate nel 2015 dall’Oms e dall’Unicef, ciò si è verificato nel 58% dei casi. Parliamo di circa 200 mila tonnellate prodotte ogni anno. Per buona parte di queste Asl e Aziende Ospedaliere, tramite gare pubbliche, affidano la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti presso impianti di proprietà degli affidatari o convenzionati con essi. Dentro l’emergenza coronavirus, i rifiuti ospedalieri sono aumentati del 20% e gli operatori del settore sono sotto pressione. Percentuale in aumento se solo pensiamo ai presidi sanitari dei quali tutti devono disporre e alle opere di sanificazione legati alla Fase 2 alla nuova normalità che seguirà. Le strutture sanitarie, i luoghi di lavoro, i mezzi pubblici, devono essere costantemente sanificate e igienizzate e i dispositivi di protezione, i prodotti e gli stracci utilizzati devono poi essere smaltiti. Il problema ambientale, industriale, e di salute pubblica, deriva dalla presenza di un sistema parallelo, con operatori legati alla malavita organizzata, che agisce e smaltisce fuori dalla legalità e dalla sostenibilità ambientale del processo di gestione, con intrecci tra Nord e Sud del Paese. Le sentenze hanno dimostrato l’influenza delle cosche con la classe dirigente della Pubblica Amministrazione, locale e regionale, amministratori e funzionari. Coloro che decidono su indirizzi politici, procedure e capitoli di bilancio della spesa pubblica. Uno scambio di favori: incarichi professionali con aiuti elettorali, tangenti con assunzioni e promozioni. Così facendo non si ha solo una alterazione della legalità, quindi della concorrenza, della qualità delle infrastrutture, dello smaltimento dei rifiuti, della qualità delle acque di falda, dei terreni, dell’aria, della sicurezza e dei diritti dei lavoratori. Nel tempo si alterano la qualità e i profili della stessa classe dirigente della PA, delle politiche adottate e degli interlocutori cui questa deve rispondere e rendicontare: non più gli elettori ma i padrini. La corruzione si conferma lo strumento più efficace, per aggirare ed eludere le regole per la tutela dell’ambiente e generare profitti illeciti. Tra il 1 giugno 2018 e il 31 maggio 2019 sono ben 100 le inchieste censite da Legambiente svolte da 36 procure: 597 persone denunciate, 395 arrestate, 143 sequestri. La classifica della corruzione 2019 vede in testa le quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso con 43 inchieste, il 43%, ma è il Lazio la regione con il numero più alto di inchieste, 23, segue la Sicilia con 21, terza la Lombardia con 12 , che precede la Campania con 9, chiude la Calabria con 8. Il problema delle mafie non è quello di generare valore ma di parassitare chi lo produce, adattandosi ad ogni cambiamento che viene generato da altri., come una metastasi appunto. Certamente è necessaria una cultura condivisa della legalità come fondamento del patto sociale, con la consapevolezza diffusa del danno arrecato alla società, alla democrazia, all’economia, dalla presenza delle mafie con la loro attività di contagio mortale. È l'istituto della democrazia ad essere chiamato ad una rigenerazione. Trasparenza e rendicontazione della Pubblica Amministrazione, effettiva partecipazione informata dei cittadini, esercizio diffuso ed effettivamente abilitato dagli strumenti di partecipazione della cittadinanza attiva, per cui l’accesso alla giustizia da parte delle associazioni dovrebbe essere gratuito ed effettivamente accessibile, qualità della rappresentanza istituzionale. Sono le condizioni per produrre una cultura condivisa della legalità. Il paradigma della complessità richiede un equilibrio evolutivo sostenibile per lo svolgersi di un modello di sviluppo possibile. Ciò determina la relazione coerente tra i fini e i mezzi: questo non significa la fusione delle identità culturali, religiose, etniche, in una omologazione indifferenziata, al contrario richiede il riconoscimento delle differenze, quindi della complessità, luoghi procedure e regole per il confronto e il dialogo. Perché sono le differenze a generare la comunicazione, è evidente in un bosco così come in un giardino, piuttosto che nelle colture o nei diversi linguaggi espressivi, come musica, pittura, cinema, fotografia... Questo approccio entra direttamente in tensione con chi pensa di ripristinare il modello energivoro che produce scarti ambientali e sociali nella sua affermazione di valori nominali e nella costruzione di bolle speculative, che richiede spettatori e surfisti dell’informazione , mantiene i paradisi fiscali per gli speculatori finanziari e le mafie, ma non tollera chi sfora i bilanci per rispondere alle emergenze. Secondo Carl Schmidt, il politico, il sovrano, è colui che decide lo stato di eccezione. Oggi è corretto dire non solo chi decide lo stato di eccezione ma anche chi lo definisce. In questa distanza tra visioni si genera il conflitto, quindi politica partecipata, per gli ecologisti qui risiede la capacità di non farlo diventare una questione di ordine pubblico o terapeutico ma una possibilità di innovazione qualitativa del vivere sociale.

lunedì 23 novembre 2020

Aiuta PASMIL ad aiutare

Nella prima ondata del CoVid19 abbiamo aiutato più di 2000 famiglie, con 80 volontari, ora siamo di nuovo in azione con 100 volontari (la famiglia di chi aiuta il prossimo si allarga sempre), dopo aver realizzato questa estate per il sesto anno consecutivo a Traversella il servizio di soccorso e guardia medica turistica, ora siamo noi ad avere bisogno del tuo aiuto per poter andare avanti e pagare le assicurazioni. Aiuta Pasmil a continuare ad operare, fai una donazione, che è detraibile dalle imposte: Iban IT46Z0306909606100000136725 Abbiamo bisogno del tuo aiuto, non ci abbandonare e non farci interrompere di aiutare i milanesi bisognosi. #soccorso#assistenza#comunità.

40 fa in Irpinia

40 fa, dopo le immagini da Irpinia e Basilicata, non esitammo: giovani del Collettivo Stadera, del centro culturale Il Piazzale, delle scuole di P.le Abbiategrasso. Dopo una rapida raccolta fondi nelle scuole e nei quartieri, noleggiammo un pullman, acquistammo vestiario e attrezzature per l'inverno e via. A Calabritto ci ritrovammo a recuperare cadaveri e occuparci della socialità distrutta. Calabritto, come gli altri paesi Irpini, aveva biblioteche e centri culturali, una concreta lezione contro i luoghi comuni contro i meridionali. L'assessore alla cultura della Provincia di Milano Novella Sansoni si fece carico di contribuire al ripristino delle strutture culturali. Per noi una straordinaria esperienza che non aveva scalfitto l'ironia che ci accompagnava. Anche al ritorno sul pullman la nostra hit di quei giorni 'Ci son due coccodrilli e un orangotango, due piccoli serpenti, un aquila reale, il gatto e il topo, l'elefante: non manca più nessuno, ma ancora non si vedono i due liocorni...'. Mitici ;)

martedì 10 novembre 2020

Per una mappatura aperta, che rispetti la privacy e le identità

Alla luce del disastro Immuni, ho iniziato a lavorare con due miei amici, un informatico/geografo e un magistrato competente, ad una proposta di mappatura efficace perché aperta. Conto sul vostro contributo e su quello di coloro con cui riterrete di condividerla. Ciao Fiorello Spatial Decision Support System Model – ANTI COVID-19 1. Trasparenza, partecipazione informata, valorizzazione delle istituzioni e della rappresentanza, sono elementi costitutivi di una politica pubblica capace di liberarsi dalla un controllo sociale di massa in cambio della sicurezza sanitaria e della possibile libertà di azione. 2. Lo slittamento dalla sanità alla adozione dei modelli matematici e degli algoritmi come tamponi, per la rapidità del risultato addirittura predittivo. Così Google ed Apple hanno imposto agli stati europei norme e procedure per consegnare loro il controllo di dati sensibili di cittadini europei. 3. La politica pubblica deve esercitare una piena soggettività invece di esternalizzare la decisione. 4. Una strategia di mappatura diffusa deve prevedere una normativa di rango primario che precisi i principi generali che legittimino un trattamento di dati personali. Per questo occorre fin da subito il coinvolgimento operativo dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali per definire i dettagli su finalità e modalità di trattamento, sui tempi di conservazione, sulla tipologia di dati trattati, sulle modalità di pseudonimizzazione, sulla circolazione e disponibilità fisica di questi dati, sulla relativa DPIA. 5. Oggi ci sono programmi di georeferenziazione dei dati, dei modelli di diffusione, che consentono di incrociare funzioni sociali, percorsi e mezzi usati per pendolarismo studio/lavoro, delle persone che sono state riconosciute affette dal Covid 19. Sono modelli che, in combinazione con i test sierologici e i tamponi, consentono di definire probabilità e perimetri di diffusione del contagio al fine di utilizzare i tamponi di rilevazione in modo finalizzato, sia al fine di circoscrivere il contagio che di definire le regole comportamentali per il distanziamento individuale e la distribuzione e l’utilizzo dei dispositivi sanitari. Si tratta di un modello già operativo che consente, ad esempio, di vedere quali dispositivi sono statinuova concezione: complesso2 , adattivo3 , dotato di base di dati e base di conoscenza, con capacità di analisi, supporto alle decisioni4 e previsione. Il sistema informativo dal punto di vista software sarà interamente FOSS (Free and Open Source Software) ridistribuibile e quindi replicabile in altre realtà. Il modello matematico proposto: Il modello matematico adottato è la rivisitazione di un celebre modello di diffusione basato sul principio di rapporto di prossimità come fattore causale della diffusione cui sono state apportate delle modifiche sostanziali che consentano ad esso di adattarsi dinamicamente allo scenario e di apprendere le regole di diffusione facendo uso di intelligenza artificiale e deep learning. L’iniziatore di questo approccio è stato il geografo T. Hagerstrand, il quale, studiando le modalità di diffusione del grano ibrido in Svezia, ha rilevato quanto la prossimità giochi un ruolo decisivo nella diffusione. Le caratteristiche della diffusione sono: • contagio spaziale: i vicini sono di preferenza "contagiati"; • diffusione gerarchica: la diffusione procede dal grande verso il piccolo; • diffusione attraverso la rete: le reti rappresentano dei canali attraverso i quali il processo si diffonde meglio. Il motore del processo di diffusione è una matrice detta MIF (mean information field). Questa matrice riassume le regole di comportamento degli elementi del modello. Questi elementi sono delle celle nelle quali sono localizzati un certo numero di individui che possono essere "contagiati" o "non contagiati ancora". Nel primo caso possono influenzare un vicino secondo una probabilità che decresce con la distanza (MIF). Questa matrice 5x5 comprende la cella e le 24 adiacenti. In ogni elemento sono riportate le probabilità di infettare una individuo localizzato nell'intorno. Il funzionamento del modello è semplice: se un individuo è "contagiato", può contagiare gli individui vicini secondo una probabilità che dipende dalla matrice MIF. Il calcolo nella versione originale del 2 I sistemi complessi sono sistemi il cui comportamento non può essere compreso a partire dal comportamento dei singoli elementi che li compongono in quanto interagenti tra loro: l'interazione tra i singoli elementi determina il comportamento globale dei sistemi e fornisce loro delle proprietà che possono essere completamente estranee agli elementi singoli. Questa proprietà è chiamata comportamento emergente, nel senso che a partire dalle interazioni tra i singoli componenti del sistema emerge un "comportamento globale" non previsto dallo studio delle singole parti. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_complesso 3 Per i necessari approfondimenti si rinvia alla lettura di: https://intranet.icar.cnr.it/wp-content/uploads/2016/11/TechReport-15_03.pdf 4 https://en.wikipedia.org/wiki/Spatial_decision_support_system modello avviene in maniera asincrona: dato l'insieme delle celle infette si calcola quelle che saranno infettate nel periodo successivo. esempio di MIF: 0.009 0.014 0.017 0.014 0.009 0.014 0.030 0.054 0.030 0.014 0.017 0.054 0.443 0.054 0.017 0.014 0.030 0.054 0.030 0.014 0.009 0.014 0.017 0.014 0.009 In sostanza in ciascuna cella si ha una quantità di contagiati o non contagiati Ovviamente in questa stima dovrà essere tenuto conto del tasso di crescita della variabile nell'area, che non dipende dalla disposizione nello spazio delle celle. La versione modificata del modello prevede inizialmente che la matrice MIF sia dinamica e si basi su un reticolo di risoluzione variabile con la tecnica di suddivisione “quadtree” con i valori delle celle ricalcolate e ricalibrate grazie ad un processo di “addestramento” all’analisi dei dati di ingresso ricorrendo al calcolo parallelo ed a microprocessori specifici5 per l’addestramento di reti neurali artificiali6 . Lo suddivisione dello spazio in maglie sempre più fini consente di focalizzare l’attenzione su aree ristrette particolarmente sensibili del territorio, le stesse dove si sono registrati, per esempio, casi importanti di nuovi focolai o di cluster già attivi. Esempio di dati geolocalizzati di ingresso. 1. Localizzazione e numerosità ed esiti di analisi: tamponi, prelievi ecc. 2. Localizzazione e numerosità dei ricoveri e dimissioni 3. Luoghi sottoposti a quarantena 4. Monitoraggio urbano con uso di termocamere fisse o mobili in grado di segnalare in tempo reale la geolocalizzazione di luoghi frequentati da soggetti con stati febbrili oltre la soglia. 5. Dati di mobilità urbana e territoriale: pedonale, pendolarismo studio lavoro, traffico, trasporto passeggeri. 6. L’esito sarà una mappa dinamica con le aree a rischio potenziale di contagio distinte per giorno e fascia oraria. Nelle aree a rischio gli operatori procederanno quindi alla raccolta di tamponi → Punto 1 Milano, 10 Novembre 2020 Giuseppe Corasaniti, Fiorello Cortiana, Mauro Preda Contatti: email proposta_aperta_mappe_covid@lacittadelsole.community 5 https://software.intel.com/content/www/us/en/develop/articles/intel-movidius-neural-compute-stick.html 6 https://www.tensorflow.org/resources/learn-m forniti e a chi. Una pratica di rendicontazione e trasparenza. Un Sistema Informativo Territoriale di nuova concezione How many, where, when? La nostra proposta opera innanzi tutto due cambiamenti di prospettiva: 1. L’attenzione si sposta dalla persona singola al territorio. Il sottotitolo dato a questa sezione vuole esplicitare che il sistema informativo territoriale non tratta il “chi” bensì “quanti”, “dove”, “quando”. 2. Si passa da una informazione a dimensione 1 quali sono i dati sul numero dei tamponi, contagi, ricoveri ecc, ad una informazione a dimensione 2 georeferenziata che consente, invece, la rappresentazione della distribuzione, concentrazione e probabilità del contagio in una mappa dinamica. Trattandosi di fenomeno di diffusione virale la mappa dovrà necessariamente superare i limiti ed i vincoli imposti dai confini amministrativi, opererà, quindi, su base nazionale su un reticolo a maglie quadrate di dimensioni variabili partendo dall’impianto cartografico già consolidato dall’IGM1 a l’impianto IGM della Carta Topografica d’Italia alla scala 1:100.000 il “Foglio”, la suddivisione in quadranti (scala 1:50.000) a loro volta suddivisi in Tavolette (1:25.000). La nostra estensione del modello crea la mappa di concentrazione e potenziale di contagio con aree ulteriormente suddivise per garantire una risoluzione spaziale idonea al monitoraggio e prevenzione locale. Operativamente parlando, per agire in modo efficace contro l’estrema dinamicità spaziale, oltre che quali-quantitativa del contagio si intende realizzare un sistema informativo territoriale di http://lacittadelsole.community/progetti/sistema%20informativo%20territoriale%20anticovid.pdf

sabato 7 novembre 2020

Every vote counts. La lezione americana

The democratic resilience of the american citizens is giving to all of us a concrete lesson: every vote counts. Joe Biden e Kamala Harris achived an extraordinary result with an historical 74,498,889 votes. Trump defeated Hillary Clinton 62 984 828 vs 65 853 514 votes. In 2020 Donald Trump with 70,343,740 votes demonstrates has not been an accident in 2016. The fact that in advance he did not recognize an unfavorable electoral result, not recognizing the legitimacy of the election, cannot be classified as a fake of a serial liar or a judicial problem. The amount of votes he has garnered shows that he has given not only a voice but also a body to those that not accept the crisis of the american empire in the globalization era. It does not matter to them that their standard of living has been paid by the earth's environment and by most of the world's population. Now the democratic presidency must not only practice respect for personal and social dignity in the United States, together with a multilateral foreign policy, but, returning within the ranks of the 195 states of Paris, it must contribute to the changing of the develop paradigm. First of all, facing the out-of-control power of AI corporations and with a way of producing value substantially different from that one based on the financial dimension of the economy. Democracies have to go beyond the simple multilateralism itself becouse we need a new dream for a sostenible new deal. La resilienza democratica dei cittadini americani sta dando a tutti noi una lezione concreta: ogni voto conta. Joe Biden e Kamala Harris hanno ottenuto un risultato straordinario con lo storico 74.498.889 voti. Trump ha sconfitto Hillary Clinton 62984828 contro 65853 514 voti. Nel 2020 Donald Trump con 70.343.740 voti dimostra che non è stato un incidente nel 2016. Il fatto che in anticipo non abbia riconosciuto un risultato elettorale sfavorevole, non riconoscendo la legittimità dell'elezione, non può essere classificato come falso di bugiardo seriale o di un problema giudiziario. La quantità di voti che ha raccolto dimostra che ha dato non solo una voce, ma anche un corpo a coloro che non accettano la crisi dell'impero americano nell'era della globalizzazione. A loro non importa che il loro tenore di vita sia stato pagato dall'ambiente terrestre e dalla maggior parte della popolazione mondiale. Ora la presidenza democratica non deve solo praticare il rispetto della dignità personale e sociale negli Stati Uniti, insieme a una politica estera multilaterale, ma, rientrando tra le fila dei 195 Stati di Parigi, deve contribuire al cambiamento del paradigma di sviluppo. Innanzitutto, affrontare il potere fuori controllo delle corporation AI e con un modo di produrre valore sostanzialmente diverso da quello basato sulla dimensione finanziaria dell'economia. Le democrazie devono andare oltre il semplice multilateralismo stesso perché abbiamo bisogno di un nuovo sogno per un nuovo accordo sostenibile.

venerdì 6 novembre 2020

ALGORITMI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE LIBERTÀ E POLITICA

Arcipelago Milano ALGORITMI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE LIBERTÀ E POLITICA Che ne sarà di noi? di Fiorello Cortiana Le applicazioni possibili della matematica e degli algoritmi condizionano orami gran parte della nostra vita, la cambiano, l’orientano ma sono strumenti il cui uso non è soggetto ad una regolamentazione: questo è un problema che va affrontato. Mentre il monopattino elettrico ‘libera tutti’ dal rispettare qualsiasi regola, riguardi i sensi unici o i marciapiedi, Beppe Grillo propone il sorteggio per i rappresentanti nelle assemblee parlamentari. Monopattino e sorteggio, un possibile manifesto. Dopo la conferma referendaria del taglio dei parlamentari prende così corpo la traduzione della democrazia diretta, altrimenti chiamata ‘vaffà’. Poco importa riscontrare una contraddizione con il testo della riforma elettorale approvato in prima lettura alla Commissione Affari Costituzionali della Camera: proporzionale, sbarramento al 5% e liste bloccate. Sarebbe altresì distraente rilevare che i 5stelle per selezionare i loro candidati non usano il sorteggio bensì la piattaforma della Casaleggio e associati il cui codice sorgente non è aperto, per cui nessuno conosce i criteri che operano la selezione delle candidature. Per coloro che hanno chiosato richiamando alcuni politologi contemporanei e la democrazia ateniese, occorre notare che nell’antica Grecia il sorteggio riguardava moltissime cariche, 1100 magistrature, il Consiglio dei Cinquecento, gli organi collegiali dei tribunali, 6000 giudici per i tribunali popolari. Tutte queste cariche, che erano a rotazione e molte non potevano essere ricoperte consecutivamente e che duravano anche un solo giorno, erano attribuite con sorteggio agli aventi diritto: 20000 cittadini che avevano superato i trent’anni erano governati e governanti con una frequenza alta dell’alternanza dei ruoli. Quindi di cosa stiamo parlando qui, ora, dove solo in Italia siamo 60 milioni su 400 milioni di europei, trascurando il numero dei cinesi? Perché Grillo non sorteggia le migliaia di nominati nei CdA delle partecipate pubbliche tra aventi diritto per titoli? Sarebbe così facile e sciocco buttarla in battuta, in verità stiamo facendo i conti con la crisi dell’istituto della democrazia che qualche decennio fa ha accompagnato il passaggio dalla economia materiale alla finanza dal valore nominale. Oggi la crisi conosce un precipitare legato al concorso combinato di due fattori globali e pervasivi la pandemia e la matematizzazione delle strategie di contrasto attraverso algoritmi detenuti da poche Corporation. Cambiano conseguentemente gli attori, i ruoli e le funzioni, a partire da quelli di ciascuno di noi nel nostro vivere quotidiano, si tratta di una torsione drammatica della democrazia. Giorgio Gaber declamava ‘libertà è partecipazione’, noi oggi stiamo facendo i conti con la nemesi della partecipazione che negli anni ’70 ha conosciuto una mobilità sociale e culturale che ha interessato milioni di persone. L’uccisione di Moro ha impedito che prendesse corpo l’alternanza, sostituita dalla consociazione e dal debito pubblico. Il tardivo richiamo di Craxi sui costi della politica e sulle modalità di finanziamento dei partiti è stato lasciato cadere con illusorio e cinico calcolo, ma i partiti sono stati sostituiti da aziende e società, piuttosto che da cordate. Oggi persino i giovani di Fridays for Future, a partire dalla loro portavoce, sono considerati degli adolescenti problematici e bamboccioni. Del resto prima di Grillo già Berlusconi e poi Renzi e il suo governo consideravano i corpi intermedi un fastidio ed un impedimento alla decisione. Le stesse Città Metropolitane hanno così consiglieri non eletti dai cittadini. In luogo dell’esercizio della cittadinanza al popolo veniva chiesto di essere un tifoso che contribuisce alla definizione dello share televisivo dei leader, gli stessi parlamentari erano nominati dalle segreterie di partito e non valutati e scelti dagli elettori. Il distacco dai palazzi istituzionali che aumentava veniva colmato dalla esibizione in giacca e t-shirt esibiti dal predellino dell’auto, o comprensibilmente derisi dai palcoscenici quindi messi alla gogna nelle piazze dei vaffà day. Grillo irride e Casaleggio controlla e centralizza, ma in milioni sentono di partecipare ad una eversione di massa. L’ILVA è lì, come Alitalia, i nominati restano gli stessi ma il sentiment rivoluzionario diffuso rimane intatto se gli si dà in pasto qualche istituto di rappresentanza. Del resto l’odio e l’invidia costano nulla e non implicano alcun impegno emulativo. La piattaforma Russeau, per ignoranza digitale, è stata vista come una curiosità pittoresca e non come un segno dei tempi. Tempi che la pandemia ha dispiegato in uno scenario che presenta i grillini come mosche cocchiere di una carrozza guidata altrove. Nel libro Il contagio dell’algoritmo, di recentissima pubblicazione, Michele Mezza mette a fuoco la deriva verso la matematica: ‘Abbiamo trasferito esperienze e pratiche che credevamo ancora per molto tempo materialmente insostituibili, dalla scuola alla pubblica amministrazione, alle imprese industriali fino alle stesse delicate riunioni di organi istituzionali e deliberativi, su piattaforme virtuali che hanno smaterializzato le nostre attività. (…) Una transizione che, per la repentinità che si è resa necessaria, ci ha costretto a cedere funzioni discrezionali sensibili a pochi centri tecnologici che oggi, persino con la nostra riconoscenza, possono concentrare in poche mani tutti i dati del mondo per ottenere i migliori algoritmi predittivi.‘ Parliamo di identità, orientamenti nei costumi e nei consumi come di quelli elettorali. Ecco dove risiede la torsione della democrazia, altroché le baruffe degli epidemiologi e la fretta cieca della Farmindustria per produrre miliardi di vaccini: gli imperatori senza stato sono nella Silicon Valley e nello stesso tempo ovunque. Shoshana Zuboff ne “Il capitalismo della sorveglianza ” ben spiega il nostro ruolo in questa trasformazione: ‘Noi utenti non siamo il fine da conquistare per loro, ma siamo solo un mezzo per produrre dati che affinano gli algoritmi e chiudono ogni spazio alla nostra discrezionalità.’ Google propone il progetto Baseline il cui slogan portante ‘Sharing is caring’ ha il fine esplicito di ‘Riconfigurare il futuro della sanità ‘. Avverte Mezza: ‘Addirittura siamo arrivati a ipotizzare un algoritmo che preveda la percentuale di decesso di un malato quando arriva ad un pronto soccorso.‘ Lo slittamento dalla sanità alla matematica propone il paradosso della adozione dei modelli matematici e degli algoritmi come tamponi, per la rapidità del risultato addirittura predittivo. Così Google ed Apple hanno imposto agli stati europei norme e procedure per consegnare loro il controllo di dati sensibili di cittadini europei. Si tratta di una questione politica non tecnica perché sottrarre alla comunità il controllo significa alterare la sovranità e l’essenza dello Stato, prodotto e garante del Patto Civile. Paolo Giordano “Nel contagio” definisce chiaramente lo slittamento in atto: ‘Le epidemie, prima ancora che emergenze mediche, sono emergenze matematiche.‘ Un umanista informatico come Francesco Varanini ne “Le cinque leggi bronzee dell’era digitale. E perché conviene trasgredirle” fa alcune considerazioni sulla natura costitutiva del mondo della matematizzazione algoritmica: come nei calcolatori ‘In ogni caso i sistemi di AI (Artificial Intelligence) hanno in comune il fatto di superare i limiti incontrati nel trattamento dell’informazione: l’uso di procedimenti logico-deduttivi a carattere sequenziale e deterministico, e l’uso prevalente di simboli numerici e Alfa-numerici.’ Experts systems i fatti noti e il meccanismo di inferenza sono prodotti intellettuali forniti da gruppi di esperti di un settore specifico.’ ‘Il processo di produzione di sistemi di AI esperti si basa su 2 processi distinti di astrazione e modellizzazione.’ La sovranità di uno stato democratico risiede nella volontà e nella forza di garantire al sistema sanitario nazionale la possibilità di testare, quindi tracciare i flussi dei possibili contagi e perimetrare i cluster del contagio. Invece di utilizzare la pandemia, che ci impegnerà ancora, per riconsiderare il senso dell’agire collettivo e la sostenibilità di un modello di sviluppo legato alla crescita quantitativa illimitata, ci viene proposta un frenetico ripristino in relazione con i nuovi protagonisti globali. Le circostanze critiche hanno innescato una frenesia che ha rivelato i limiti di autonomia politica della classe dirigente: abbiamo scambiato questi limiti per intento rassicurante quando Sala e Zingaretti facevano i fenomeni con gli aperitivi sui Navigli. Non si trattava di protagonismo maldestro bensì si evidenziava una funzione definita dalla torsione della democrazia e che noi milanesi abbiamo conosciuto bene da San Siro agli scali ex FS, da via Bassini alle Olimpiadi, passando per il dopo Expo. Mezza la descrive così: ‘L’espansione della autorità dei vertici dei governi non coincide con la centralità dello spazio pubblico della statualità, invece diventa paradossalmente vettore di una privatizzazione delle decisioni.’ E con l’app Immuni siamo al passo con i tempi matematici e con i nuovi imperatori degli algoritmi. Infatti non solo le Corporation del digitale e la Farmindustria esercitano un protagonismo dominante, la rivista confindustriale internazionale Economist già lo scorso 2 aprile sosteneva che è necessario tornare a produrre, costi quel che costi. Per Michele Mezza si tratta di ‘Una nuova riorganizzazione, rapida e veloce, di forme ataviche di vita, grazie alla disponibilità di una potenza che oggi ci affianca, quale è il calcolo come risorsa per riprodurre e automatizzare azioni e decisioni, appunto a distanza.’ Qui la mancanza di regole condivise del Patto Civile viene scambiata per libertà assoluta mentre il vero scambio in atto è la sicurezza percepita in cambio della libertà. Qui la richiesta di partecipazione informata alla cosa pubblica è vista come una pretesa è un ostacolo alla decisione. Qui la sanità privata convenzionata è proposta come innovazione mentre mercifica la salute e risulta un costo da tagliare la relazione tra paziente consapevole, medicina di territorio, università e ricerca, ospedali e amministrazione pubblica. Efficienza vs Efficacia, la tempestività vs la pazienza e il rispetto dei tempi biologici. Scambiamo la descrizione/proiezione matematica per la realtà, una consuetudine imposta per convenzione, la virtualità con la vita. Solo la disponibilità e il controllo pubblico di dati stabili, accreditati, contestualizzati nello spazio, nel tempo, nei soggetti e nelle funzioni interessati, consente di comprendere la dinamica del contagio e di prendere le decisioni conseguenti. In Veneto è stato fatto in Lombardia no e i risultati sul contenimento dei focolai di Vò e di Codogno e Bergamo sono chiari. Cosa serve ancora per capire che la sicurezza, di carattere sanitario, di ordine pubblico, ambientale, sono un prodotto sociale. Il dato fuori dalla trasparenza e dal controllo pubblico è un inganno, un miraggio della sicurezza assoluta, dove, al contrario il principio di precauzione e la prevenzione consentono di fare i conti con l’inaspettato. Così come hanno fatto migliaia di volontari che con Milano Aiuta hanno tessuto una rete di solidarietà, distribuendo farmaci, medicinali, dispositivi e sostegno psicologico, che ha rafforzato la comunità milanese. Un protagonismo resiliente che ha certamente una relazione con 43,5% di no alla riduzione dei parlamentari e propone Milano come una riserva di cittadinanza attiva per l’espressione di una opinione pubblica avvertita capace di esprimere ed esigere una soggettività politica pubblica che esprime una visione per il futuro di Milano. Fiorello Cortiana

mercoledì 4 novembre 2020

Medicina di prevenzione e di prossimità

Questa mattina, a Milano, per riuscire a trovare una bombola di ossigeno abbiamo fatto una ventina di telefonate, a farmacie in città e fuori. Per trovare un infermiere disponibile a mettere una flebo sentite almeno 6 cooperative. Butta malissimo e i cittadini sono abbandonati. L'alternativa è chiamare l'ambulanza e rischiare nei pronto soccorso degli ospedali. Manca una medicina territoriale di prevenzione e cura.

lunedì 2 novembre 2020

Manca la medicina di comunità

Il problema è che Regione Lombardia ha sistematicamente smantellato la medicina territoriale per favorire la sanità privata: non ci sono più i medici scolastici né le assistenti sanitarie nelle scuole, i medici di base hanno troppi pazienti e quelli che vanno in pensione non vengono sempre sostituiti, sono state date moltissime limitazioni alla diagnostica rendendo la medicina preventiva un lusso per pochi. Stamattina impossibile contattare telefonicamente il medico di base, vado in ambulatorio perché ho un'urgenza e c'è l'impiegata sommersa dalle telefonate e tanti come me che, non riuscendo a contattare il medico, si accalcano in barba al divieto di assembramento. Del vaccino antinfluenzale per mia suocera 85enne e invalida non si sa niente, il medico ne ha ricevute solo 30 dosi e non ho capito i criteri di priorità. Non si trova neanche in farmacia. Occorre ripristinare una medicina di comunità per garantire il diritto alla salute.

domenica 1 novembre 2020

Povero Fontana

Povero Fontana: si appella a decisioni univoche nazionali indipendentemente dalle diverse evoluzioni geografiche del contagio. Per il 'federalista' lombardo è un artificio imbarazzante per non discostarsi dalla logica speculativa e pregiudiziale del suo leader Salvini. C'è bisogno di dirigenti politici capaci di rispondere all'interesse generale.

giovedì 8 ottobre 2020

Considerazioni per le prossime “comunali” a Milano e...

ArcipelagoMilano 10 settembre 2020 IL PROBLEMA NON È SOSTENERE LA RICANDIDATURA DI SALA Considerazioni per le prossime “comunali” di Fiorello Cortiana COPIA LINK Quali potrebbero essere le condizioni per un rilancio partecipato della città con attenzione ai problemi noti e a quelli emergenti. cortiana Può la città di Milano, con il suo tessuto metropolitano, legare la sua direzione amministrativa e la sua guida alle scelte professionali del sindaco uscente? Scelte più che legittime ma personali che . Può la comunità milanese decidere la modifica della rappresentanza parlamentare in relazione alle esigenze contingenti di un partito e del suo segretario? Esigenze comprensibili di carattere tattico ma che non c’entrano nulla con la Costituzione, con la qualità della rappresentanza, con la crisi in atto del modello di sviluppo vigente. Eppure è di qualità della politica pubblica e della adeguatezza della proposta politica del/per il campo democratico, a livello locale e globale, che sarebbe necessario parlare. La questione referendaria imminente e l’appuntamento elettorale milanese del 2021 sono intimamente legati. Si tratta della natura della nostra democrazia repubblicana: la soggettività politica pubblica legata agli interessi generali, alla partecipazione informata al processo deliberativo, alle prerogative efficaci per l’esercizio della cittadinanza attiva, alla qualità e ai poteri della rappresentanza o, in alternativa, relativizzazione delle assemblee elettive, delle amministrazioni locali, degli istituti di partecipazione, con la loro riduzione a una funzione di ratifica di decisioni prese e avocate centralmente, con le politiche pubbliche esercitate delle società partecipate nazionali e locali, nonché dalle Corporation globali del digitale. Questa è la questione in campo, dal Brasile agli States, dall’Ungheria alla Turchia, dalla Polonia all’Italia, ma non è su questo cambio di natura della democrazia che siamo chiamati a discutere, confrontarci e a decidere. Si tratta di un processo in atto da decenni che ha visto la politica italiana svolgere una funzione attuativa consociativa, che Salvini sia al governo o all’opposizione. È la non partecipazione al voto, o quello ‘vaffà’, che richiedono la riflessione e la proposta, non il richiamo al fronte comune contro il centrodestra. A Milano tutto ciò spiega il disagio di una cultura riformista, radicale ed ecologista, che ha informato di sé un’opinione pubblica avvertita che ha espresso, lungo i decenni, indirizzi politici, proposte referendarie e reiterata rappresentanza nel Consiglio Metropolitano, che ai cittadini non è permesso eleggere. Proposte cui i cittadini hanno espresso pieno consenso, confermato anche nelle richieste al comune rese pubbliche dall’amministrazione due mesi fa: una città sostenibile, con l’innovazione funzione della qualità sociale. Tutto ciò non trova risposte nelle strategie di fondi immobiliari che risiedono nei paradisi fiscali, cui si assegna la decisione sul futuro della città, dagli scali ex FS allo stadio e al quartiere di San Siro. Ai cittadini è chiesto di essere spettatori plaudenti, ma una parte della città rifiuta questo ruolo e la sua funzionalità con il Modello Milano in atto. Il problema non è sostenere la ricandidatura di Sala o no, man che meno assecondare i tatticismi e gli scambi degli oppositori vocazionali. Ciò che è necessario è definire in modo partecipato e condiviso una visione articolata per l’identità, il ruolo e la funzione, di Milano città metropolitana nella dimensione glocale e nella gestione dell’opportunità Recovery Fund. Ci vuole empatia verso la propria comunità di territorio per sentire la città, per ascoltare la città, per amare Milano. Abbiamo tre esigenze nel mettere in discussione il Modello Milano: – inscrivere Milano dentro il contesto metropolitano, quale nodo di relazione e di passaggio della definizione delle politiche economiche e territoriali della globalizzazione; – analizzare la natura e gli attori, protagonisti e caratteristi, del Modello Milano; – proporre uno sguardo e una visione per una metropoli generativa di innovazione, vivibile, socialmente accessibile, ambientalmente sostenibile, partecipata da una cittadinanza attiva e informata. Il tutto con elementi di analisi circostanziati e indirizzi chiari e inequivocabili. La prima questione è preliminare, non riguarda la sola area metropolitana milanese e può coinvolgere anche competenze che vivono in altri contesti. Essendo Milano uno dei nodi globali del sistema finanziario e immobiliare, l’analisi e la decodifica del ‘Modello’ e la forma del confronto che attiveremo diverranno un riferimento. L’autorevolezza di Arcipelago Milano, per alcuni scomoda come un grillo parlante, per migliaia un efficace sguardo oltre ogni possibile apparenza, può trovare nell’attivazione multifunzionale di più piattaforme la condensazione di una mappa per un urbanesimo desiderabile. Tutto ciò connettendo altre esperienze giornalistiche/culturali/sociali. Stabilizzare così un format darebbe a quell’autorevolezza una cogenza, di valutazione e di partecipazione, immediatamente politica. Questo sia per la massa critica ‘pensante e proponente’ attivata come comunità, che per il numero di persone che possono seguire e partecipare attraverso le differenti modalità consentite dalle piattaforme attivate.La seconda questione è cruciale per capire con chi e con quali pratiche abbiamo a che fare. Gli editoriali di Luca Beltrami Gadola sono illuminanti, come lo è l’inchiesta dell’Espresso o la puntata RAI di Report su Olimpiadi ed Ex Scali FS. La terza richiede di condividere alcuni concetti: – quello delle reti, con la loro bidirezionalità, siano quelle idriche/idrauliche, siano quelle delle infrastrutture per i trasporti, di persone/merci/informazioni/energia; – quello della circolarità e dei suoi equilibri; – quello delle filiere e delle loro relazioni qualitative e spazio/temporali; – quello del quadro riassuntivo per un territorio abilitante per l’innovazione qualitativa e la cittadinanza consapevole. Cioè un Sistema Territoriale Qualitativo: qualità ambientale, qualità abitativa, qualità dei servizi, qualità delle infrastrutture, qualità culturale, qualità della ricerca, qualità sociale, qualità della democrazia. Senza dimenticare, nel trattare la seconda e la terza questione, il ruolo e le funzioni delle Società Partecipate: cosa sono diventate, come sono gestite e per quale missione; come dovrebbero essere per il modello sostenibile e partecipato di cui vogliamo essere protagonisti. Così com’è necessario analizzare, valutare e modificare, gli istituti di partecipazione perché siano effettivi ed efficaci, ciò vale tanto per i Municipi quanto per l’esercizio della Cittadinanza Attiva. Non è accettabile che degli incontri informativi, organizzati dall’Amministrazione Comunale affinché le imprese illustrino la (loro) riorganizzazione di parti della città, vengano spacciati per ‘débat public’. Occorrono procedure e luoghi che rendano effettiva la partecipazione informata ai processi deliberativi. Il caso del comitato dei cittadini di San Siro, così come quello sul ricorso per gli ex Scali FS, hanno evidenziato l’efficacia qualitativa della connessione dell’intelligenza diffusa presente a Milano. Sarà la tessitura di una visione comune metropolitana a costituire il terreno di confronto per il campo democratico in vista delle prossime amministrative, non lo spauracchio Salvini né le differenziazioni simboliche da marketing elettorale. Che ne pensate? Fiorello Cortiana

venerdì 2 ottobre 2020

Assessore Maran l'ecologia chiede coerenza.

Mi fa piacere, senza ironia alcuna, che Pierfrancesco Maran abbia preso una posizione chiara sui pericoli che corre il Parco Agricolo Sud Milano, unendosi così ad una consapevolezza consolidata tra gli ecologisti. https://www.assparcosud.org/2020/03/05/il-punto-di-cortiana-su-parco-agricolo-sud-milano/ Ci aspettiamo una coerenza ecosistemica su Milano.  Non menziono le implicazioni relative alle aree degli ex Scali FS, richiamo una questione relativa al Naviglio Grande, uno dei corridoi  ecologici che dalla cintura verde entrano in Milano.  Pierfrancesco, dal 22/8 attendiamo una risposta... Buon giorno Assessore Maran, Presidente Minniti, Assessore Municipale Meazzi e Presidente Delfini. Vi scriviamo perché assieme ad un gruppo di abitanti di Via Lodovico il Moro siamo interessati alla riqualificazione del nostro quartiere e in particolare alla fascia di territorio che tra l'Alzaia Naviglio Grande e la Ferrovia Milano - Mortara si estende dal civico 192 fino al ponte pedonale di Piazzale Negrelli, confinando a ovest con l'area dello Scalo Ferroviario di San Cristoforo. Si tratta di un'area di circa 16.000 metri quadri che costituirebbe uno sviluppo strategicamente straordinario del progetto relativo allo scalo, nonché di potenziamento della vocazione spontanea che l'Alzaia ha acquisito in questo tratto fino al confine con Corsico, come ambito usufruito dai cittadini per lo sport e il tempo libero. Non a caso, e diremmo quanto mai opportunamente, nel PGT in vigore come Amministrazione Comunale avete classificato l'area Pertinenza Indiretta, "Verde urbano di nuova previsione". Da fine giugno 2020 su una porzione di circa 1500 mq dell'area in questione, a ridosso del civico 192 di Alzaia Naviglio Grande, è stata avviata un'attività definitasi "Tornavento" che ha aperto un bar-ristorazione e altre attività commerciali. Mentre stavano ancora allestendo l'attività abbiamo preso contatti con uno dei titolari il quale ci riferiva che nei loro progetti l'area, che di fatto da fine giugno hanno destinato ad uso commerciale, sarebbe solo la prima di successivi ampliamenti che andrebbero ad estendersi verso Piazza Negrelli con altre attività sempre commerciali. Ci chiediamo e chiediamo cortesemente a Voi di voler verificare se le attività che sono state insediate da fine giugno 2020 siano compatibili con quanto previsto dall'articolo 8.4.4 delle Norme di Attuazione del Piano dei Servizi che consente sulle aree in oggetto, "Verde urbano di nuova previsione - pertinenze indirette", prima della realizzazione dei servizi, "... unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché interventi di adeguamento igienico e tecnologico. Inoltre è consentita la conduzione del fondo ai fini agricoli e l’orto-floro-vivaistica" Nel caso fossero consentite attività diverse da quelle indicate dal PGT di cui alla norma richiamata, chiediamo la cortesia di conoscere sulla base di quale titolo sia possibile svolgere tali attività differenti e per quale durata. Alleghiamo immagine con bordata di rosso l'area sulla quale si sono insediate le attività commerciali. RingraziandoVi anticipatamente, porgiamo cordiali saluti. Marina Boagno Valeria Ammenti Fiorello Cortiana Massimo Ripamonti

sabato 19 settembre 2020

Le ragioni trasversali del NO

https://www.facebook.com/figiovanilombardia/videos/1172738896431970/

giovedì 17 settembre 2020

La riforma proposta dal Referendum

 IL QUESITO REFERENDARIO  

 "Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?".


COSA CAMBIA CON IL SÌ

parlamentari ridotti da 945 a 600

Alla Camera i deputati dai 630 attuali a 400.
Al Senato da 315 a 200.

La composizione delle commissioni parlamentari verrebbe modificata, con un taglio del 36%.
 Anche il processo di revisione costituzionale funzionerebbe con un consenso ridotto.

Non cambierà il bicameralismo perfetto o paritario. Le due Camere continueranno ad esercitare le stesse funzioni.


RISPARMIO OTTENUTO

I costi della macchina politica e amministrativa si ridurrebbero: di 53 milioni alla Camera e di 29 milioni al Senato.
Mentre non vengono ridotti gli stipendi dei parlamentari.
Mentre non si riducono quelli dei nominati nelle società partecipate e restano in vita quelle ufficialmente inutili.
Nel sesto Rapporto sulle partecipazioni pubbliche curato dal Dipartimento del Tesoro
Partecipazioni pari a 59.036 (40.777 dirette e 20.244 indirette) 15.037 incarichi di rappresentanza in soggetti, partecipati e non.

LA DISTANZA DAL PALAZZO

Oggi c'è un deputato ogni 96mila abitanti, con il sì uno ogni 151mila.
Oggi c'è un senatore ogni ogni 188mila abitanti, con il sì uno ogni 302mila.

L'EFFICACIA DEL PARLAMENTO

Il numero dei parlamentari nelle commissioni deve rispecchiare proporzionalmente quello dei gruppi in parlamento.
I parlamentari devono distribuirsi tra tutte le commissioni.
14 commissioni parlamentari permanenti:

1- Affari costituzionali
2- Giustizia
3- Affari esteri, emigrazione
4- Difesa
5- Bilancio
6- Finanze e tesoro
7- Istruzione pubblica, beni culturali
8- Lavori pubblici, comunicazioni
9- Agricoltura e produzione agroalimentare
10- Industria, commercio, turismo
11- Lavoro, previdenza sociale
12- Igiene e sanità
13- Territorio, ambiente, beni ambientali
14- Politiche dell'Unione europea

La commissione permanente esamina il progetto di legge in diverse sedi: referente, redigente, sede legislativa (o deliberante con i poteri del plenum) e consultiva se è espresso il parere ma il disegno di legge è affidato ad un'altra commissione.

Ci sono poi Commissioni e comitati bicamerali previsti dalla Costituzione e leggi costituzionali:
- Commissione parlamentare per le questioni regionali
- Comitato parlamentare per i procedimenti di   
accusa

Commissioni d'inchiesta bicamerali:

- Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
- Commissione d'inchiesta parlamentare sui femminicidi, nonché altre forme di violenza di genere

Commissioni e comitati di indirizzo, controllo e vigilanza:

- Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
- Commissione parlamentare di vigilanza sull'Anagrafe tributaria
- Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica
- Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
- Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione
- Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza
- Commissione parlamentare per la semplificazione
- Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale

Intanto...
LA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA HA APPROVATO IN PRIMA LETTURA LA LEGGE DI RIFORMA ELETTORALE:
- PROPORZIONALE
- SBARRAMENTO AL 5%
- LISTE BLOCCATE SENZA PREFERENZE 

Milano 2021: che fare?

Arcipelago Milano 

10 settembre 2020

IL PROBLEMA NON È SOSTENERE LA RICANDIDATURA DI SALA

Considerazioni per le prossime “comunali”


Quali potrebbero essere le condizioni per un rilancio partecipato della città con attenzione ai problemi noti e a quelli emergenti.

cortiana

Può la città di Milano, con il suo tessuto metropolitano, legare la sua direzione amministrativa e la sua guida alle scelte professionali del sindaco uscente? Scelte più che legittime ma personali. Può la comunità milanese decidere la modifica della rappresentanza parlamentare in relazione alle esigenze contingenti di un partito e del suo segretario? Esigenze comprensibili di carattere tattico ma che non c’entrano nulla con la Costituzione, con la qualità della rappresentanza, con la crisi in atto del modello di sviluppo vigente. Eppure è di qualità della politica pubblica e della adeguatezza della proposta politica del/per il campo democratico, a livello locale e globale, che sarebbe necessario parlare. La questione referendaria imminente e l’appuntamento elettorale milanese del 2021 sono intimamente legati.

Si tratta della natura della nostra democrazia repubblicana: la soggettività politica pubblica legata agli interessi generali, alla partecipazione informata al processo deliberativo, alle prerogative efficaci per l’esercizio della cittadinanza attiva, alla qualità e ai poteri della rappresentanza o, in alternativa, relativizzazione delle assemblee elettive, delle amministrazioni locali, degli istituti di partecipazione, con la loro riduzione a una funzione di ratifica di decisioni prese e avocate centralmente, con le politiche pubbliche esercitate delle società partecipate nazionali e locali, nonché dalle Corporation globali del digitale.

 Questa è la questione in campo, dal Brasile agli States, dall’Ungheria alla Turchia, dalla Polonia all’Italia, ma non è su questo cambio di natura della democrazia che siamo chiamati a discutere, confrontarci e a decidere.

Si tratta di un processo in atto da decenni che ha visto la politica italiana svolgere una funzione attuativa consociativa, che Salvini sia al governo o all’opposizione. 

È la non partecipazione al voto, o quello ‘vaffà’, che richiedono la riflessione e la proposta, non il richiamo al fronte comune contro il centrodestra. 

A Milano tutto ciò spiega il disagio di una cultura riformista, radicale ed ecologista, che ha informato di sé un’opinione pubblica avvertita che ha espresso, lungo i decenni, indirizzi politici, proposte referendarie e reiterata rappresentanza nel Consiglio Metropolitano, che ai cittadini non è permesso eleggere. Proposte cui i cittadini hanno espresso pieno consenso, confermato anche nelle richieste al comune rese pubbliche dall’amministrazione due mesi fa: una città sostenibile, con l’innovazione funzione della qualità sociale.

Tutto ciò non trova risposte nelle strategie di fondi immobiliari che risiedono nei paradisi fiscali, cui si assegna la decisione sul futuro della città, dagli scali ex FS allo stadio e al quartiere di San Siro. Ai cittadini è chiesto di essere spettatori plaudenti, ma una parte della città rifiuta questo ruolo e la sua funzionalità con il Modello Milano in atto. Il problema non è sostenere la ricandidatura di Sala o no, man che meno assecondare i tatticismi e gli scambi degli oppositori vocazionali. Ciò che è necessario è definire in modo partecipato e condiviso una visione articolata per l’identità, il ruolo e la funzione, di Milano città metropolitana nella dimensione glocale e nella gestione dell’opportunità Recovery Fund. Ci vuole empatia verso la propria comunità di territorio per sentire la città, per ascoltare la città, per amare Milano.

Abbiamo tre esigenze nel mettere in discussione il Modello Milano:

– inscrivere Milano dentro il contesto metropolitano, quale nodo di relazione e di passaggio della definizione delle politiche economiche e territoriali della globalizzazione;
– analizzare la natura e gli attori, protagonisti e caratteristi, del Modello Milano;

– proporre uno sguardo e una visione per una metropoli generativa di innovazione, vivibile, socialmente accessibile, ambientalmente sostenibile, partecipata da una cittadinanza attiva e informata.
Il tutto con elementi di analisi circostanziati e indirizzi chiari e inequivocabili.

La prima questione è preliminare, non riguarda la sola area metropolitana milanese e può coinvolgere anche competenze che vivono in altri contesti. Essendo Milano uno dei nodi globali del sistema finanziario e immobiliare, l’analisi e la decodifica del ‘Modello’ e la forma del confronto che attiveremo diverranno un riferimento.
L’autorevolezza di Arcipelago Milano, per alcuni scomoda come un grillo parlante, per migliaia un efficace sguardo oltre ogni possibile apparenza, può trovare nell’attivazione multifunzionale di più piattaforme la condensazione di una mappa per un urbanesimo desiderabile. Tutto ciò connettendo altre esperienze giornalistiche/culturali/sociali. Stabilizzare così un format darebbe a quell’autorevolezza una cogenza, di valutazione e di partecipazione, immediatamente politica. Questo sia per la massa critica ‘pensante e proponente’ attivata come comunità, che per il numero di persone che possono seguire e partecipare attraverso le differenti modalità consentite dalle piattaforme attivate.La seconda questione è cruciale per capire con chi e con quali pratiche abbiamo a che fare. Gli editoriali di Luca Beltrami Gadola sono illuminanti, come lo è l’inchiesta dell’Espresso o la puntata RAI di Report su Olimpiadi ed Ex Scali FS.

La terza richiede di condividere alcuni concetti:
– quello delle reti, con la loro bidirezionalità, siano quelle idriche/idrauliche, siano quelle delle infrastrutture per i trasporti, di persone/merci/informazioni/energia;
– quello della circolarità e dei suoi equilibri;
– quello delle filiere e delle loro relazioni qualitative e spazio/temporali;
– quello del quadro riassuntivo per un territorio abilitante per l’innovazione qualitativa e la cittadinanza consapevole. Cioè un Sistema Territoriale Qualitativo: qualità ambientale, qualità abitativa, qualità dei servizi, qualità delle infrastrutture, qualità culturale, qualità della ricerca, qualità sociale, qualità della democrazia.
Senza dimenticare, nel trattare la seconda e la terza questione, il ruolo e le funzioni delle Società Partecipate: cosa sono diventate, come sono gestite e per quale missione; come dovrebbero essere per il modello sostenibile e partecipato di cui vogliamo essere protagonisti.

Così com’è necessario analizzare, valutare e modificare, gli istituti di partecipazione perché siano effettivi ed efficaci, ciò vale tanto per i Municipi quanto per l’esercizio della Cittadinanza Attiva. Non è accettabile che degli incontri informativi, organizzati dall’Amministrazione Comunale affinché le imprese illustrino la (loro) riorganizzazione di parti della città, vengano spacciati per ‘débat  public’. Occorrono procedure e luoghi che rendano effettiva la partecipazione informata ai processi deliberativi.

Il caso del comitato dei cittadini di San Siro, così come quello sul ricorso per gli ex Scali FS, hanno evidenziato l’efficacia qualitativa della connessione dell’intelligenza diffusa presente a Milano.

Sarà la tessitura di una visione comune metropolitana a costituire il terreno di confronto per il campo democratico in vista delle prossime amministrative, non lo spauracchio Salvini né le differenziazioni simboliche da marketing elettorale.

Che ne pensate?

Fiorello Cortiana

martedì 15 settembre 2020

venerdì 11 settembre 2020

Referendum



 La rappresentanza politica democratica si qualifica non si riduce.

martedì 8 settembre 2020

Alex Langer 25 anni dopo

 

Alexander Langer - 25 Anni - Partiamo dalle sue visioni per costruire buone pratiche di futuro


 

Il 3 luglio del 1995 era un lunedì. Se andassimo a chiedere anche a chi gode di buona memoria cosa accadde quel giorno, riteniamo vi siano poche possibilità di vedersi rispondere con esattezza quel tragico e sconvolgente avvenimento che invece spinge NOI a essere qui a ricordare una mancanza che ormai da ben 25 anni ( un quarto di secolo ! ) lacera i nostri cuori e le nostre menti.

La morte per suicidio di Alex Langer infatti, figura di spicco dell’ecologismo italiano e altresì europeo, fu una di quelle tragedie umane e sociali ( se valutate in senso collettivo ) che molti anni dopo tale accadimento ci fa ancora domandare senza ombra di dubbio alcuna come sarebbe stato questo lunghissimo periodo se Alex fosse stato ancora tra noi.

Ma facciamo un salto indietro alla sera del 17 ottobre 2019. In quella data, presso la Sala Consiliare del Comune di San Donato Milanese, è calendarizzata una serata-evento organizzata dall’Associazione NOI, avente come finalità quella di provare a indagare a livello locale ( e non solo ) i cambiamenti urbani & umani ( e viceversa ) che stavano avendo luogo, appunto, su scala urbana comunale e altresì a livello italiano e mondiale.

Per quell’incontro era stato definito un panel di interventi di livello assai alto e autorevole a nostro modestissimo avviso e tra questi era ivi presente la figura dell’ex Senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, un personaggio carismatico e poliedrico fortemente voluto da NOI per poter discutere e ragionare sulle evoluzioni, sul passato e sull’oggi del movimento ambientalista in Italia, in quanto occuparsi di verde, di costruito, di difesa del suolo e dei beni comuni a essi collegati riteniamo sia da sempre una prerogativa imprescindibile di chi voglia fare attivismo civico senza mai vergognarsi o sentirsi a disagio se tutto ciò possa essere ridefinito come “fare politica”.

E infatti non lo nascondiamo, trattare apertamente argomenti che interessano il benessere psico-fisico dei cittadini, farlo con serietà e convinzione di causa, può serenamente annoverarsi nella dicitura “fare politica”. Poi potete decidere Voi se tutto ciò può essere meglio annoverato nelle locuzioni complementari: dal basso, dall’alto, dal centro.

Ma ritorniamo alla serata del 19 ottobre 2019, un secolo fa quindi, un incontro in presenza, in pieno PRE-Covid19, un qualcosa che a ripensarci adesso mette allo stesso tempo assieme gioia ( si era più liberi e la libertà è sempre motivo di felicità ) e incredulità, quest’ultima espressione perché davvero oggi come oggi quella serata tanto citata fino ad adesso non potrebbe avere luogo e quindi quello spazio partecipato di Democrazia davvero dovrebbe farci pienamente riflettere su tutto quello che ora ci sta facendo perdere e dimenticare il protrarsi della pandemia causata dagli effetti del CoronaVirus.

La serata, organizzata dall’Associazione NOI e in prima persona dal Suo Presidente Fabrizio Cremonesi, era condotta da me, Flavio Mantovani, e nell’approcciarmi al Senatore Cortiana mi sono sentito in dovere di porre al mio interlocutore, sul finire del nostro dialogo, una domanda proprio sulla figura di Alex Langer, in quanto Alexander è sempre stato per me una persona enigmatica ma di grande riferimento, un qualcuno di carismatico e gentile al tempo stesso, che ho cercato di comprendere e approfondire meglio autonomamente, visto che in alcun modo ho avuto la possibilità di poterlo conoscere di persona.

Riconosco però anche in questa sede ( come già ho virtualmente fatto in diretta proprio con il Senatore Cortiana durante la serata / ricordo del 3 luglio scorso ) di avere forse esagerato, essendomi lasciato trasportare da una bramosia di verità che a posteriori reputai e reputo esagerata, in quanto la reazione emotiva alla stessa da parte del Senatore Cortiana fu davvero empatica e attraversata da lampi di ricordi assai struggenti e toccanti relativamente alla persona e al Suo personale ricordo di Alex, che di Fiorello fu non soltanto compagno di lotte e di partito, bensì soprattutto un grande amico.

Ma chi era davvero Alexander Langer detto Alex ? Come mai a 25 anni di distanza il mondo politico, accademico, civico, naturalmente la Fondazione che è a lui intitolata e, in ultimo citiamo anche l’Associazione NOI, hanno sentito così forte il desiderio e il bisogno di ricordare la Sua figura ?
Per chi lo ha conosciuto, per chi lo ha apprezzato in vita, anche come avversario, la risposta arriva quasi scontata: perché Alex ( classe 1946 ) è stato un personaggio carismatico e poliedrico, capace di unire mondi diversissimi per dar vita a soluzioni nuove in risposta a problemi reali e concreti che egli ha sempre veduto non come muri insormontabili bensì come opportunità di dialogo fecondo.

Era altoatesino Alex, quindi la sua visione dell’Italia partiva da presupposti diversi da quelli a noi conosciuti, Alex aveva sempre in mente quel ponte che univa la sua terra natia sia all’Italia non di lingua tedesca che al mondo germanico tout court e proprio a quel mondo si era ispirato per dar vita ai Verdi italiani.

Sì, perché Alex, assieme al Senatore Fiorello Cortiana, è considerato a ragion veduta il vero fondatore dei Verdi del nostro paese, un filone che egli volle creare guardando spiccatamente ai Grunen tedeschi, secondo quell’idea di militanza civica finalizzata alla difesa dell’ecosistema ambientale dentro il quale ognuno di noi è più o meno inserito e che ognuno di noi dovrebbe difendere strenuamente dagli attacchi che giorno dopo giorno lo vedono messo sempre più in pericolo e che invece diventa il più delle volte territorio di chiacchiericcio politico e mediatico ( quando fa comodo, magari quando si avvicinano le elezioni politiche o quando ci si deve far paladini più di una imbolsita retorica green che altresì di una vera e propria condizione di vita derivante dall’aver colto appieno che senza la difesa dei beni comuni, di ciò che gratuitamente ci è stato dato, tutto il resto diventa mero orpello senza alcun valore, come ci stiamo sempre più accorgendo in questi tempi bui di pandemia e malattie ).

La serata / intervista del 3 luglio 2020, intesa naturalmente alla maniera virtuale dei tempi Covid-19, ha visto il Senatore Fiorello Cortiana impegnato in un approfondimento totalizzante rivolto esclusivamente alla figura di Alex Langer, attraverso un dialogo con l’Associazione NOI che speriamo possa essere risultato d’aiuto sia a chi era presente in diretta che successivamente a chi ha poi voluto ascoltarsi il podcast della l registrazione sui canali social e digitali dell’Associazione NOI.

Durante la serata si è cercato di palesare anche gli aspetti meno noti della vicenda Alex Langer, Fiorello da questo punto di vista si è rivelato essere una fonte infinita di aneddoti, di citazioni, di narrazione di lotte civiche e politiche portate avanti con Alex e col gruppo dei Verdi dell’epoca, un’epopea irripetibile osiamo dire, come la sua elezione durante quel pezzo ancora non del tutto digerito di storia italica che è stata Tangentopoli / Mani Pulite quando Fiorello diventa assessore regionale con deleghe pesantissime, o la sua elezione a senatore e il suo rocambolesco arrivo a Roma o quando a entrambi viene chiesto di dire apertamente se fossero di destra o di sinistra perché essere verdi non voleva dire nulla e a questa domanda risposero candidamente: Noi siamo Avanti !

 

Semplicemente meraviglioso. Attimi davvero irripetibili.

E in tutto questo Alex che diviene EuroParlamentare Verde e continua in Europa quella lotta iniziata anni prima nella sua terra d’origine ma sempre con quelle visioni tese a oltrepassare confini e barriere nazionali.

A detta di Fiorello mitici anche gli incontri con Alex a Firenze, città nella quale aveva deciso di risiedere, durante i quali non mancava mai della frutta secca comprata da Alex per ingolosire gli astanti.

Piccole sfumature di un grande lottatore che però allo stesso tempo era un Viaggiatore Leggero, come recita il titolo della raccolta dei suoi scritti tra il 1961 e il 1995.

Un aneddoto che a dire di Fiorello che spiega appieno chi fosse Davvero Alex Langer è la sua corsa a Sindaco di Bolzano / Bozen, in quanto fino a qual momento nessuno aveva mai messo in discussione il dover palesare a quale ETNIA ( Sì, ETNIA, avete letto bene ! ) il candidato appartenesse ( italiana o tedesca ) e Alex a questo punto preferì ritirarsi dalla contesa ( competizione politica nella quale tutti ormai lo davano per vittorioso ) piuttosto che affermare una dicitura o l’altra. Alex mai avrebbe potuto incasellarsi soltanto per un mero vantaggio politico.

Alex che forse ha visto dinnanzi a sé tutti i propri limiti quando ha dovuto confrontarsi con la sua grande ossessione, la guerra dei Balcani scoppiata dopo l’implosione della Ex Jugoslavia. Una guerra condotta ferocemente a pochi chilometri dai nostri confini e anche al cuore dell’Europa, soprattutto da quel versante tedesco che egli riteneva potesse essere cruciale per un intervento decisivo nei termini di tendere a fare riappacificare le parti in causa, ma così sappiamo che non è stato.

Anzi, nel caso di Alex Langer le tempistiche del suo lasciarci per sempre non sono casuali, la sua tragica morte sulle colline fiorentine infatti arriva proprio pochi giorni prima del giorno più buio della guerra balcanica, vale a dire dal massacro di Srebrenica del 13 luglio 1995, un massacro al quale le forze di interposizione olandesi assistettero senza muovere un dito, una tragedia derivante dall’inerzia politica di un continente europeo che mai si è trasformmato in unità politica olttre che soltanto economica e i limiti evidentissimi e pericolosissimi di questa Non evoluzione li scontiamo esattamente oggi come ieri.

Alex ha lasciato un bigliettonel quale scrive di non essere tristi e di continuare in ciò che è giusto.

Lo faremo. E lo abbiamo fatto anche ricordando la sua figura, perché andava fatto. Diremo Sempre Grazie ad Alex e portando il suo esempio davanti ai nostri occhi forse capiremo meglio come comportarci in talune attuale circostanze, perché Alex era un gigante e noi, piccoli nani, senza di lui siamo tutti un po’ orfani, ma saremo sempre grati a ciò che è stato e a ciò che noi potremmo essere se solo volessimo assomigliare a Lui un pochino di più.

Grazie Fiorello per tutto l’aiuto fornitoci nel meglio comprendere chi era Alex, ora sappiamo perché il 3 luglio di ogni anno sarà importante avere quel vizio che in Italia non è mai di moda, vale a dire il Vizio della Memoria.

PODCAST -
Parte 1/4 - Chi era Alexander Langer ?