ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

lunedì 22 marzo 2021

Una giornata storica

Oggi è una giornata particolare. Con lo sciopero di 24 ore dei lavoratori di Amazon, emerge la questione della dignità del lavoro dentro le filiere definite dal digitale. Ciò che per ognuno si definisce come profilazione ed eterodefinizione della identità qui diventa controllo e carico di lavoro/consegne impossibili. Giornata storica e non basta che Amazon dica che paga i driver al top della media tra gli operatori della distribuzione: fino ad ora è stato un settore che definire opaco è un eufemismo.

venerdì 19 marzo 2021

La transizione Ecologica a Milano

TRANSIZIONE ECOLOGICA A MILANO Dite quel che volete ma non toccate i regali che abbiamo fatto ai privati di Fiorello Cortiana Le conseguenze del riscaldamento globale sull’ambiente, sulle risorse ambientali, sulla qualità e sulla speranza di vita, sono sotto gli occhi di tutti e non solo dagli schermi. La temperatura sulla Terra nell’ultimo secolo è aumentata di più di 1 grado, l’enorme estensione degli incendi che nel 2019 hanno interessato la California e l’Australia oltre alla devastazione ecosistemica hanno messo a rischio la vita degli abitanti del territorio, lo scorso giugno la Siberia ha raggiunto i 38 gradi. L’azione e gli interventi nelle sedi istituzionali internazionali, di Greta Thunberg e di milioni di suoi coetanei, hanno sollecitato i Parlamenti e i governi, a ogni livello, ad agire, subito. Il parco MFO di Zurigo La pandemia di Covid19 ha reso evidente la relazione tra le condizioni ambientali e la salute rendendo necessario un cambio di paradigma nel modello di sviluppo, nella produzione e redistribuzione di valore, nei costumi e nei consumi a partire dalle città. Città che, mette in guardia l’ONU, saranno abitate a metà del secolo da oltre il 70% della popolazione della Terra. La Commissione Europea ha imboccato con decisione la direzione dell’innovazione e della sostenibilità, un Green Deal cui si riferiscono Next Generation Europe, il Recovery Fund, F2F-Farm to Fork. Per questo è vitale che le buone intenzioni pubbliche si traducano in politiche e scelte coerenti e concrete, accompagnando tutte le componenti sociali verso la transizione rigenerativa. Certamente tutto ciò costituisce una opportunità innovativa e occupazionale, è altresì evidente che questo cambiamento mette in discussione delle rendite di posizione e di mercato fondate sulle fonti di energia fossile. Un esempio chiaro delle tensioni generate dal cambiamento ecosostenibile sugli equilibri del modello attuale è quello della strategia Farm to Fork per rendere i sistemi agro-alimentari “equi, sani e rispettosi dell’ambiente”. Oggi questi sistemi rappresentano circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, consumano enormi quantità di risorse naturali, riducono la biodiversità e comportano impatti sulla salute. Tra i principali obiettivi della strategia F2F entro il 2030: dimezzare l’uso dei pesticidi in agricoltura e dei farmaci negli allevamenti, ridurre del 20% l’uso di fertilizzanti di sintesi, coltivare con metodo biologico almeno un quarto dei terreni, aumentare le aree naturali tra i campi coltivati. A dispetto della Commissione UE e degli obiettivi stabiliti dal Green Deal, la riforma della Politica Agricola Comune-PAC, una delle voci più rilevanti del bilancio europeo, nel testo uscito dal primo esame di Consiglio e Parlamento UE, va soprattutto a sostegno dell’agroindustria, dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi che fanno forte uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Per questo è in atto una straordinaria mobilitazione di molte Università, delle associazioni più sensibili degli agricoltori e di quelle dei consumatori. In questo senso sono importanti gli indirizzi europei del Governo Draghi, così come l’organizzazione dei ministeri e l’attribuzione delle responsabilità nel Consiglio dei Ministri. Così, coerentemente, insieme al Ministero della Transizione Ecologica è stato creato il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Per una sostenibilità ambientale e sociale nel Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica è significativa la partecipazione del Ministero del Lavoro. Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha dichiarato all’Avvenire che “Dobbiamo arrivare alla decarbonizzazione con soluzioni avanzate ma condivise, sapendo che i tempi sono stretti e noi siamo indietro”. Per questo uno dei 5 team di esperti attivati dal ministro valuterà “l’impatto del Piano su dimensioni trasversali e in particolare su giovani, donne e Sud”, utilizzando il parametro “Benessere equo e solidale “. La transizione europea alla rigenerazione ecologica non è per nulla scontata, quindi, ma Greta e i suoi coetanei hanno una interlocuzione nella politica pubblica. La dimensione globale del Pianeta Terra conosce una condizione determinata dalla natura delle dimensioni locali che la compongono e dalle relazioni con esse. Perciò se scendono al livello del ‘locale’ più prossimo, la regione e l’area metropolitana, le ragazze ed i ragazzi di Friday for Future non trovano altrettanto riscontro, se non simulato: questo è il problema. Eppure tira una brutta aria a Milano, con concentrazioni di smog alle stelle, come denunciato dall’ARPA-Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Giovedì 18 febbraio le centraline dell’Arpa hanno registrato concentrazioni di polveri sottili oltre i limiti (fissati a 50 microgrammi per metro cubo), la media di Pm10 calcolata all’ombra della Madonnina è stata di 87.75 µg/m³. Non si è trattato di una giornata particolare, infatti nei primi 49 giorni del 2021 sono già stati registrati 10 giorni con valori di Pm10 oltre la soglia. A livello nazionale ci sono possibilità di accesso a incentivazioni statali interessanti quali, ad esempio, le comunità energetiche, ai cui si accede con determinate caratteristiche impiantistiche, di produzione e di gestione. Invece la Regione Lombardia non ha in previsione alcuna incentivazione per l’installazione di impianti fotovoltaici in insediamenti produttivi. Eppure si tratta della regione che produce il 25% del PIL e che conosce insediamenti produttivi con emissioni importanti. La regione nella quale i bambini della città capoluogo detengono il record nazionale di affezioni alle vie respiratorie. Beppe Sala, il sindaco della città capoluogo e della sua amministrazione metropolitana, durante un webinar organizzato dal Notariato Milanese e dalla Scuola di Notariato, ha comunicato che “Per un paio d’anni probabilmente” i tre milioni di persone, tra residenti, pendolari e turisti, che ogni giorno frequentavano Milano fino alla pandemia di Coronavirus “diventeranno tendenzialmente due milioni” per il crollo del turismo e la diffusione dello smart working. Il sindaco Sala che a fine settembre aveva festeggiato il traguardo di 1.400.000 abitanti e, come aveva promesso sui social, ha offerto al nuovo milanese il caffè nel suo ufficio. Le magnifiche sorti e progressive di Milano, brand city post Expo e pre Olimpiadi, si fermano dunque… A quale domanda si dovrebbero offrire i metri cubi e i metri quadri della nuova edilizia prevista negli ex scali FS e intorno al nuovo stadio di San Siro, affidata ai fondi immobiliari con sede nei paradisi fiscali e a non si può sapere chi? Sala non vede oltre la cinta daziaria di Milano, eppure aveva caldamente accolto Greta Thunberg, ma proprio lei lo inviterebbe alla corrispondenza coerente tra dichiarazioni e sostanza. Al sindaco non mancherebbero interventi strutturali da avviare per una transizione rigenerativa di Milano città metropolitana. Vediamone alcuni. I Parchi Regionali nascono in Lombardia come modello culturale finalizzato a rigenerare un territorio spesso compromesso. Dopo tanti decenni, il modello, che ha funzionato, dovrebbe interessare anche il resto del territorio regionale e non solo un insieme di isole. La Regione Lombardia non vede la necessità di una legge che riconosca e valorizzi la multifunzionalità dei parchi, con le caratteristiche della sostenibilità, della bellezza e della innovazione, un retroterra esemplare per tutto il territorio. Sarebbe necessario trasformare lo strumento, essenzialmente urbanistico, dei Piani Territoriali nei Piani Naturalistici Comunali, funzionali alla riqualificazione ecologica dei PGT. Un rovesciamento di prospettiva che, invece della residualità da salvaguardare e da isolare, apra la possibilità di una valorizzazione sostenibile e di una estensione qualificata. La Regione non vede, così come il sindaco della Città Metropolitana di Milano, che non ha fatto alcunché per coinvolgere i 134 comuni nella costituzione di una cintura verde metropolitana. Del resto, non a caso i 5 referendum di Milano Sì Muove sono stati approvati dai soli milanesi residenti nella cinta daziaria perché la Città Metropolitana, sempre da Sala amministrata, non ha mai licenziato il regolamento attuativo per il referendum metropolitano. Così i cittadini di 133 comuni, che già non votano sindaco e consiglio metropolitani, non possono neanche prendere la parola con i referendum. Altroché i 15 minuti per raggiungere il centro di Milano, si accontenterebbero delle mezze ore sui mezzi pubblici, invece di aspettare e sperare nel loro arrivo. Uno dei 5 referendum milanesi proponeva di procedere gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità. Lo studio affidato al Politecnico, chiedeva di valutare la fattibilità della “riapertura dei navigli” e della loro navigabilità. Il Politecnico ha proposto opere nell’ambito dei confini amministrativi del Comune di Milano. Una miopia che, per il tracciato presentato dall’amministrazione, è sembrata confermare perché il tratto della Cerchia interna di via San Damiano e via Senato un tempo era chiamato anche “il Naviglio aristocratico”. Eppure la riapertura alla navigabilità dei Navigli metropolitani milanesi avrebbe una funzione di rilancio dello sviluppo economico, di qualificazione territoriale e sociale, assolutamente sostenibile. Si tratta di canali e Navigli compresi in un’area tra le più densamente popolate e con un patrimonio culturale, storico e paesaggistico tra i più importanti d’Europa. Il progetto europeo SWARE – Sustainable heritage management of WAterways Regions, per la valorizzazione sostenibile dei territori interessati dalle vie d’acqua, naturali e artificiali, cui partecipa la Città Metropolitana, ha proposto il completamento della rete di navigazione interna dal Lago Maggiore al Lago di Garda all’Adriatico e con il transito di merci, passeggeri e turisti, tra i laghi e il mare. Un Sistema Idroviario, Locarno (Svizzera) – Milano-Venezia-Trieste, Koper (Slovenia), con una funzione paesaggistica, ambientale ed idraulica, sia per la regimazione delle acque che per la sicurezza idraulica per i territori del bacino interessato, nonché di approvvigionamento per l’irrigazione e per il trasporto delle merci. A fronte di una rete idraulica trascurata e deteriorata non servono soluzioni improbabili per piccole tratte. La realizzazione di una infrastruttura reticolare idraulica metropolitana, accompagnata dalla riqualificazione a verde ciclopedonale delle alzaie che la accompagnano e la affiancano, può portare i servizi e i prodotti ecosistemici dalle aree agricole alla città. Una relazione funzionale tra un sistema idraulico, per, regimazione, irrigazione, navigazione, aperto a nuove opportunità economiche, come produzione energetica, turismo, alimentazione, sport, cultura, ricreazione: una concreta realizzazione del Recovery Plan. Occorre alzare lo sguardo oltre la cerchia interna, occorre che lo sguardo sia lungimirante, occorre una visione. L’amministrazione comunale oltre la cinta daziaria sistema delle piazze e pianta alberi lungo tratte di tramvia, ma la Regione non vede la rete dei Navigli sotto Palazzo Lombardia. Un valido modello, ampiamente sperimentato, sarebbe il “Contratto di Fiume” per programmazione negoziata, un percorso con il concreto coinvolgimento e la condivisione da parte di tutti gli attori. Un percorso di riqualificazione fluviale, con l’adozione di un sistema di regole caratterizzato da una serie di criteri: utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale. Percorso partecipato? Utilità pubblica? Valore sociale e sostenibilità ambientale? Prospettive marziane, viste da Milano. I cittadini e professionisti del Comitato coordinamento San Siro hanno messo a punto un progetto fattibile di ristrutturazione dello stadio Meazza al costo di 300 mln. Hanno così tolto ogni giustificazione per un nuovo stadio e un distretto terziario, commerciale e tempo libero, per 153.000mq, costo 1,2 MLD. Oggi il Comune riceve 10 mln annui per canone d’affitto dello stadio, che si ridurrebbero a 2 con il nuovo impianto più la cessione del diritto di superficie su tutta l’area interessata per 90 anni. Per i nuovi proprietari i ricavi a regime: 151 milioni dallo stadio e 51 milioni dal resto. Un “rendimento lordo incrementale” previsto tra il 6,3 e il 16 per cento. Il comitato ha chiesto di vedere la documentazione su San Siro consegnata da Milan e Inter al Comune di Milano in relazione alle trattative in corso tra i privati e il Comune di Milano. Quali privati? Non si sa. L’amministrazione comunale ha espresso un diniego perché per lei il comitato dei cittadini non è un soggetto “portatore d’interessi” che abbia titolo per conoscere le trattative in corso tra i privati e il Comune di Milano. “L’ostensione di documenti contenenti informazioni di natura commerciale e industriale, quali gli elementi costitutivi del Piano economico-finanziario e le altre informazioni tecniche del Progetto di fattibilità” per i funzionari della Direzione urbanistica “determinerebbe la compromissione dell’altrettanto rilevante diritto alla riservatezza”. Ciapa sù L’ecologia chiede coerenza e una verifica di efficacia, così l’Europa, per fortuna.

giovedì 18 marzo 2021

Un esempio di riscatto possibile

Puoi aiutarmi firmando anche tu questa petizione? http://chng.it/7fYngQvD

mercoledì 17 marzo 2021

Lettera aperta al sindaco Sala sulla conversione ecologica

Lettera aperta al sindaco Sala di Fiorello Cortiana Caro sindaco Sala, con una intervista pubblicata da Repubblica il 12 marzo scorso ci ha comunicato che “Ho deciso, aderisco ai Verdi europei” e ancora “Adesso questi miei due percorsi -sindaco ed appassionato ecologista- si uniscono.”. Un vero e proprio outing, una confessione pubblica non legata all’orientamento sessuale ma alla gestione del potere amministrativo e di indirizzo del sindaco di Milano e della Città Metropolitana. Sarebbe sbagliato giudicare questa scelta come un riposizionamento a fronte dell’esplosione del PD: una operazione di marketing di comunicazione per ammiccare ad una sensibilità diffusa, che non ha oggi in Italia una rappresentanza credibile. A proposito degli ecologisti credibili e autonomi. Gli exit poll della ZDF, danno i verdi al 31,5% in Baden-Württemberg, stato in cui la Cdu scende al 23% rispetto al 27% del 2016 (se confermato sarebbe un crollo storico), mentre l’estrema destra Afd è in calo al 12,5%, i socialdemocratici Spd sono al 10,5%, l’Fpd è all’11%. A fronte dei nodi devastanti dello sviluppo quantitativo illimitato che stanno venendo al pettine, combinati con la crisi pandemica, la conversione dei consumi e nei costumi quotidiani e il cambiamento nello sguardo e negli orientamenti dei decisori, sono auspicabili quanto necessari. Però devono essere effettivi. Anni fa, un italiano di confine, plurilingue e costruttore di ponti, ricoprì con conferma unanime dei parlamentari verdi, la carica di presidente del gruppo al Parlamento Europeo. Una autorevolezza esistenziale e una intensità di visione riconosciute ben più ampiamente del perimetro di appartenenza. Per questo, ancora oggi, di fronte alla sua scelta significativa, partirei da lì, da chi ha abitato la città e abitato la Terra, perché prendo sul serio la sua scelta. Ai colloqui di Dobbiaco, nel 1994, Alex Langer fece un intervento fondativo per la cultura e la pratica ecologiste che, fin dal titolo, rispondeva alla necessità di efficacia che anche la migliore intenzione deve poi avere. Con “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile” https://www.alexanderlanger.org/it/140/268 proponeva che “una politica ecologica potrà aversi solo sulla base di nuove (forse antiche) convinzioni culturali e civili, elaborate - come è ovvio - in larga misura al di fuori della politica, fondate piuttosto su basi religiose, etiche, sociali, estetiche, tradizionali, forse persino etniche (radicate, cioè, nella storia e nell'identità dei popoli). Dalla politica ci si potrà aspettare che attui efficaci spunti per una correzione di rotta ed al tempo stesso sostenga e forse incentivi la volontà di cambiamento: una politica ecologica punitiva che presupponga un diffuso ideale pauperistico non avrà grandi chances nella competizione democratica.”. Forte della esperienza nelle istituzioni regionali e in quella europea, dava anche delle indicazioni molto concrete: sul “bilancio ecologico” per “accurati bilanci della reale economia ambientale che facciano capire i reali profitti e le reali perdite” per “ridurre invece che aumentare i bilanci. Ogni discorso sulla necessità della svolta resta assurdo sino a quando la crescita economica resterà l’obiettivo economico di fondo e sino a quando i bilanci pubblici e privati punteranno ad aumentare di anno in anno.”; per “favorire economie regionali invece che l'integrazione nel mercato mondiale. Sino a quando la concorrenza sul mercato mondiale resterà il parametro dell’economia, nessuna correzione di rotta in senso ecologico potrà attuarsi.”’; per “sistemi tariffari e fiscali ecologici, verità dei costi. Di fronte ad un mercato che addirittura postula e premia comportamenti anti-ecologici, visto che non ne fa pagare i costi, si rende indispensabile un sistema fiscale e tariffario orientato in senso ambientale, che imponga almeno in parte una maggiore trasparenza e verità dei costi.”; per “allargare e generalizzare la valutazione di impatto ambientale. Tutto quanto viene oggi costruito (opere, tecnologie, ecc.), produce impatti e conseguenze di dimensioni sinora sconosciute.”. Per me, che da decenni vivo il mio impegno ecologista, si tratta di indicazioni ancora vitali da mettere in relazione con i nodi della nostra realtà locale affinché trovi conferma la veridicità della sua scelta perché lei si è ricandidato a sindaco e non basta un annuncio. Il primo nodo riguarda la messa in discussione del Modello Milano. Come è possibile pensare al futuro della città al tempo delle emergenze, del Recovery Fund e delle Olimpiadi alle porte, senza inscrivere Milano dentro il contesto metropolitano, quale nodo di relazione e di passaggio della definizione delle politiche economiche e territoriali della globalizzazione. È una questione preliminare che non riguarda la sola area metropolitana milanese e coinvolge anche altri livelli istituzionali. Il secondo è direttamente conseguente e chiede una operazione di verità sulla natura e gli attori, protagonisti e caratteristi, del Modello Milano: non possiamo affidare le scelte strategiche sul futuro della città a fondi immobiliari con sede nei paradisi fiscali. Le informazioni, le denunce e le proposte progettuali dei tanti comitati cittadini, da San Siro agli ex Scali FS, hanno certamente evidenziato l’efficacia qualitativa della connessione dell’intelligenza diffusa presente a Milano, ma, soprattutto, richiedono un pieno esercizio della soggettività pubblica nell'amministrazione della città. Sono chiamate direttamente in causa sia l'organizzazione della amministrazione e l'impiego dei suoi dipendenti così come il ruolo e le funzioni delle Società Partecipate: cosa sono diventate, come sono gestite e per quale missione? Si tratta della natura della nostra democrazia repubblicana: la soggettività politica pubblica legata agli interessi generali, alla partecipazione informata al processo deliberativo, alle prerogative efficaci per l'esercizio della cittadinanza attiva, alla qualità e ai poteri della rappresentanza o, in alternativa, relativizzazione delle assemblee elettive, delle amministrazioni locali, degli istituti di partecipazione, con la loro riduzione a una funzione di ratifica di decisioni prese e avocate centralmente, con le politiche pubbliche esercitate dalle società partecipate nazionali e locali, nonché dalle Corporation e dai fondi globali del digitale e non. Questa è la questione in campo e non può essere elusa. La conversione ecologica chiede di avere uno sguardo e una visione per una metropoli generativa di innovazione, vivibile, socialmente accessibile, ambientalmente sostenibile, partecipata da una cittadinanza attiva e informata. Sindaco, questo significa condividere alcuni concetti chiave: – quello delle reti, con la loro bidirezionalità, siano quelle idriche/idrauliche, siano quelle delle infrastrutture per i trasporti, di persone/merci/informazioni/energia; – quello della circolarità e dei suoi equilibri; – quello delle filiere e delle loro relazioni qualitative e spazio/temporali; – quello del quadro riassuntivo per un territorio abilitante per l’innovazione qualitativa e la cittadinanza consapevole. Cioè un Sistema Territoriale Qualitativo: qualità ambientale, qualità abitativa, qualità dei servizi, qualità delle infrastrutture, qualità culturale, qualità della ricerca, qualità sociale, qualità della democrazia e dei diritti. Come è necessaria la responsabilità di tutti nella prevenzione e nelle azioni per circoscrivere il contagio del Covid 19, così l’efficacia della conversione ecologica è legata alla consapevolezza responsabile di tutta la comunità. Per questo occorre analizzare, valutare e modificare, gli istituti di partecipazione perché siano effettivi ed efficaci, ciò vale tanto per i Municipi quanto per l'esercizio della Cittadinanza Attiva. Non è accettabile che degli incontri informativi, organizzati dall’Amministrazione Comunale affinché le imprese illustrino la (loro) riorganizzazione di parti della città, vengano spacciati per ‘débat public’. Lei ha istituito nel 2019 l’assessorato alla Transizione ambientale e ne ha assunto la guida, poco tempo fa ha istituito il Garante del Verde, del suolo e degli alberi: tre esperti scelti da lei, gli altri assessori e i consiglieri comunali cosa fanno? Occorrono procedure e luoghi che rendano effettiva la partecipazione informata ai processi deliberativi e siano abilitanti tanto per il Consiglio Comunale e la Città Metropolitana, quanto per le esperienze di cittadinanza attiva. Perché i milanesi sentano di appartenere ad una comunità è necessario l'esercizio della compassione e dell'empatia, per amare Milano, per ascoltare la città, per costituire un buon esempio e non della antipatica e inutile propaganda. Ci dica, sindaco.

mercoledì 3 marzo 2021

A Roma un Ministero per la Transizione Ecologica, a Milano?

PROGRAMMI E CONSUNTIVI DEL SINDACO Basta paillettes e cotillons di Fiorello Cortiana Per la tempistica della risoluzione degli indugi da parte del sindaco Sala e per il precipitare delle condizioni per l’accettazione dell’incarico a Presidente del Consiglio di Draghi, nonché per il rilievo di Milano per gli esiti di Next Generation Europe, la comparazione del commissariamento della politica rappresentativa, localmente e nazionalmente, è inevitabile. Con la composizione del Governo, Draghi ha risolto indirizzi e leadership dei partiti che lo sostengono senza la necessità che lo facessero i loro autonomi congressi. Di più, con l’apprezzamento degli indici finanziari, Draghi ha definito ministeri e incarichi coerenti con la traduzione degli indirizzi che l’Europa si aspetta alla luce di un importante contributo finanziario concesso all’Italia. L’allineamento con gli indirizzi del Recovery Fund è reso ancor più evidente con l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica per la trasformazione del sistema produttivo verso un modello più sostenibile, che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e lo stile di vita. Sala, da parte sua, ha annunciato che a fine mese valuterà le forze che compongono la sua coalizione e le candidature, preannunciando cambiamenti sostanziali sia negli incarichi di giunta che nella composizione del Consiglio Comunale. A ben guardare le similitudini nel commissariamento della politica, che esprime una rappresentatività inane, sembrano piuttosto presentare una caricatura del rispetto delle prerogative parlamentari espresso da Draghi. A Roma si crea un Ministero per la Transizione Ecologica e si mette una persona che sa cosa è la sostenibilità alle Infrastrutture, quale è Giovannini. A Milano viene istituita la figura collegiale del Garante del Verde, tre esperti, a titolo gratuito, nominati dal Sindaco, dopo avviso pubblico per la selezione, per vigilare sul consumo di suolo, anche privato, in relazione agli interventi che comportano modifiche nella quota di verde cittadino, nonché dell’ampliamento del Parco Agricolo Sud e della spinta verso la transizione ambientale. Se a Roma non sarà semplice raccordare e coordinare direzioni che erano in diversi ministeri, come quella dell’energia e quella dell’ambiente, c’è da chiedersi come faranno a farlo tre incaricati dal sindaco rispetto a settori che resteranno afferenti a diversi assessorati con gli assessori in carica. Che la istituzione del Garante del Verde derivi dalla approvazione consiliare di una proposta di Basilio Rizzo suona, per altro, come una crudele nemesi per colui che lungo i decenni di consigliatura ha vigilato, criticato e denunciato le distorsioni degli amministratori, ora che il controllato nomina i controllori a titolo gratuito. Tra i compiti del Garante del Verde: la promozione di azioni di ascolto e informazione nei confronti dei cittadini, il dialogo con gli uffici comunali sulle iniziative di compensazione legate al consumo di suolo, la verificare e il monitoraggio in collaborazione con l’Area sportello unico per l’edilizia e i Municipi degli interventi da realizzare su suolo privato che comportano modifica dell’uso del suolo e della dotazione arborea, la verifica dell’applicazione e del rispetto del Regolamento d’uso e tutela del verde pubblico e privato, la redazione di una relazione periodica, resa disponibile per la consultazione opportuna della cittadinanza su sezione apposita del portale cittadino del Comune di Milano. Ciò alla luce delle ambizioni del sindaco di aumentare i residenti nel comune metropolitano capoluogo di 400.000 unità. Non si capisce come questa figura possa avere più poteri e più efficacia dell’attuale Assessorato a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data che, a dispetto del nome, non ha dato vita a nessuna effettiva partecipazione informata al processo deliberativo su questioni strategiche per la identità, il ruolo, la qualità del vivere sociale, della città di Milano in divenire: quali sono l’Accordo di Programma sugli ex Scali FS, affidato a un fondo immobiliare con sede nei paradisi fiscali, o/e il pretesto di un nuovo stadio per una grande speculazione immobiliare con indirizzo sconosciuto. Qui dove sono le possibilità e le prerogative per l’esercizio della cittadinanza attiva? Eppure dalla Bovisa a San Siro, dal Politecnico a Piazza d’Armi, da Porta Romana ai Navigli esistenti e possibili, le presenze e le proposte qualificate dei comitati dei cittadini non sono mancate. Quello che è mancato è stato l’ascolto. Nessun debàt public solo incontri informativi promozionali garantiti dall’amministrazione comunale. Se sul piano politologico più che di similitudine, con ciò che sta prendendo corpo a Roma, qui si evidenzia un riflesso caricaturale, qui a Milano si manifesta una deriva più preoccupante che sa di presa per i fondelli per una città che per decenni ha vantato l’opinione pubblica più avvertita d’Italia. Più che dalla corrispondenza effettiva tra enunciati e atti amministrativi, Sala propone la politica pubblica come marketing di comunicazione, dove i cittadini delle periferie invece dei servizi e di pratiche per la partecipazione, invece della fine dell’abusivismo nelle case popolari, spesso in mano alla malavita organizzata, si devono accontentare di alberelli ai lati del sedime tranviario. Una politica pubblica dove il Consiglio Comunale dopo aver approvato l’Accordo di Programma sugli ex Scali FS non ha più voce in capitolo neanche per la definizione delle aliquote per gli oneri del verde. Capito Garante? Per Sala i milanesi tutti, dovrebbero continuare sulla strada di Expo, una città brand per city users, dove risiedere non dove abitare, perché: “Milano non si ferma”. I milanesi dovrebbero sentirsi così appagati dall’essere spettatori del risiko fondiario e azionario internazionale, eventuali bolle speculative comprese, gli attori sono COIMA, Sistemi Urbani FS, ecc. Nessuna effettiva possibilità di partecipare come comunità a un cambiamento di modello di sviluppo e ad un nuovo urbanesimo socialmente e ambientalmente sostenibile, come chiede l’ONU e come indirizza l’UE. Invece di paillettes et cotillons il sindaco, dopo 5 anni di amministrazione, ci dica cosa ha fatto della Città Metropolitana, come ha coinvolto i comuni che saranno immediatamente interessati dalle funzioni degli sviluppi urbanistici del capoluogo, come ha sviluppato le verifiche sulle autorizzazioni ai capannoni degli impianti di stoccaggio rifiuti che hanno preso fuoco per un anno fino all’intervento puntuale della magistratura e delle forze dell’ordine, cosa ha fatto per la creazione della Cintura Verde, mentre in Regione c’è chi vuole smantellare il Parco Sud, cosa ha fatto per lo sviluppo della rete pubblica metropolitana a banda larga, per la verifica di trasparenza e qualità delle Pubbliche Assistenze e la loro efficace presenza sul territorio per la relazione socio-sanitaria, per trasformare i Municipi da palestre per aspiranti consiglieri comunali ad agenzie per la partecipazione informata della cittadinanza attiva, perché invece di un Piano dell’Aria che è un buon programma, dopo cinque anni di amministrazione, non ha presentato un piano con costi, responsabilità pubbliche e delle partecipate, tempi, partecipazione dei cittadini e dei condomìni in relazione, cosa (non) ha fatto dei referendum di Milano Sì Muove? Garante del Verde per cosa, per chi? Tutta questa deriva antipatica sarà anche un riflesso del tempo del lock down e dello smart working atomizzanti, ma la rigenerazione ecologica necessaria, ambientale e sociale, esigono politiche e proposte adeguate ora. Anche nei momenti più difficili della sua Storia Milano ha saputo declinare la crisi non come catastrofe ma come condizione per il cambiamento, c’è da augurarsi che lo faccia ancora. Speremm …