ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

giovedì 24 febbraio 2022

Guerra

Una affermazione imperiale, in accordo con l'altro impero d'oriente, accompagnata dalla esercitazione della evoluzione tecnologica militare. Sembra fuori dal tempo e dal contesto della globalizzazione della disintermediazione finanziaria e pandemica. In realtà è un forte richiamo alla reazione tribale che richiama il peso e la materialità delle antropologie. Nonché una evidenza ulteriore della crisi mondiale dell'istituto della democrazia, la quale si degrada se non si allarga e legittima costitutivamente. L'inanità dell'ONU e l'assenza di una piena soggettività politica europea ne sono un esempio.

mercoledì 16 febbraio 2022

San Siro ‘In mancanza de cavai, se fan trottà i asen’ (Se mancano i cavalli si fan correre gli asini).

LETTERA DEL 16.02.2022 da ArcipelagoMilano Buona lettura. QUESTIONE NUOVO STADIO – IL COMUNE E I MUNICIPI Questione San Siro Nuovo Stadio ecc. presentata il 21 gennaio 2022 l’Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea, presentata da Rosa D’Amato (Verts/ALE) Oggetto: Aiuti di Stato – realizzazione nuovo stadio Milano. Depositati il ricorso al TAR e l’esposto alla Corte dei Conti. Predisposti due referendum, che, con la mia SPID, ho firmato al link: www.referendumxsansiro.it/firma abrogativo quesito 1 e propositivo quesito 2. Dopo partirà l’Udienza Pubblica, qualificazione del San Siro Meazza e la riqualificazione dell’area circostante, 29 ettari di proprietà comunale, con la partecipazione informata al processo deliberativo da parte dei cittadini. Il sindaco Sala: ” Ora i due club devono presentare il progetto di fattibilità sulla base delle restrizioni imposte in delibera”. “Di più non so dire, quello che la giunta doveva fare lo ha fatto”. Infatti è toccato alla cittadinanza attiva, farsi carico di una politica urbanistica che l’amministrazione comunale elude, preoccupata dall’essere una funzione delle scelte e degli interessi dei fondi proprietari di Inter e Milan. Fondi interessati alla speculazione immobiliare permessa dalla legge sugli stadi laddove non sia adeguato l’impianto sportivo esistente, perciò da abbattere per la costruzione di un nuovo impianto e di tutte le volumetrie commerciali e di terziario consentite in aggiunta. A noi hanno proposto il solo render dello stadio immerso in un contesto verde che manco nelle colline toscane…ma il San Siro Meazza è stato qualificato secondo i criteri UEFA. Sala ha detto che “Il Dibattito Pubblico va fatto con le formule giuste”. Formule? Di cosa stiamo parlando il Codice degli Appalti in proposito è chiaro e la ‘Commissione Nazionale Dibattito Pubblico’ è estata esplicita. L’Amministrazione non ha capito che il suo ruolo non è solo notarile ma si deve assumere la responsabilità di scegliere come organizzare Milano per i prossimi 50 anni. Così è restata una promessa di convocare in Commissione, a gennaio, un incontro con Inter e Milan e le associazioni e comitati interessati. Questa condotta donabbondiesca è l’indicazione, dal sindaco a scendere. L’area dello stadio è nel Municipio 7, contiguo con il Municipio 6. La questione del progetto di Inter e Milan di abbattimento dell’attuale stadio Meazza, della costruzione di un nuovo stadio affiancato da importanti interventi edificatori terziari e commerciali, riguarda le zone dei Municipi adiacenti, sia quelle interne al comune capoluogo che nei comuni metropolitani di cintura. Le funzioni lì allocate genereranno tipologie di traffico entro giorni e fasce orarie precisi. I relativi consumi energetici ed emissioni entreranno nel processo di equilibrio sostenibile della città. L’abbattimento dello stadio avrà implicazioni ambientali, dalle polveri al trasporto e collocazione delle macerie. Mi è parsa logica la richiesta alla Presidente del Consiglio di un incontro promosso dal Municipio 6. Ciò affinché, nella sua prossimità territoriale e sociale, dia il suo contributo alla partecipazione informata dei cittadini alle scelte amministrative che li riguardano. Il Presidente Santo Minniti, PD, ha richiamato all’ordine la Presidente del Consiglio e i Capigruppo: “Il Regolamento dei Municipi ci attribuisce facoltà di trattare argomenti che riguardano il territorio che ci viene assegnato e non mi risulta che San Siro sia nel nostro territorio e sarebbe alquanto strano che il Consiglio facesse delle Commissioni o dei Consigli o promuovesse delle attività su San Siro. Sarebbe come se Milano promuovesse delle Commissioni o delle attività su Como, sarebbe alquanto strano. Non c’è connessione diretta, oggettivamente, tra San Siro e il Municipio 6, non è neanche a ridosso del nostro confine. Quindi, francamente, lo troverei uno spreco di risorse pubbliche, che ci vengono assegnate per gestire il nostro territorio, quello di utilizzarle per parlare di una cosa che con il nostro territorio non c’entra nulla. “Spiccano l’ignoranza topografica ‘non c’è connessione’ e quella democratica, per cui la partecipazione informata dei cittadini è considerata ‘uno spreco di risorse pubbliche’. La saggezza di un proverbio milanese dice: ‘In mancanza de cavai, se fan trottà i asen’ (Se mancano i cavalli si fan correre gli asini). Fiorello Cortiana

mercoledì 9 febbraio 2022

Perché la competenza conta

 

 Partire dai Bandi PNRR, dalle procedure che prevedono e dai loro tempi, con la rete delle amministrazioni locali e l’associazionismo dei territori protagonisti con progetti virtuosi, non calati dall’alto, non infiltrati da faccendieri e dalle mafie. PER, il Patto Ecologista Riformista, si è impegnato a mettere in rete e federare competenze, esperienze e buone pratiche amministrative e associative, per condividere azioni capaci di interessare i diversi livelli istituzionali per un PNRR sostenibile, partecipato e trasparente.

giovedì 3 febbraio 2022

Cosa ci insegna la rielezione di Mattarella

 

Lo spettacolo offerto dai partiti politici e dai Grandi Elettori è stato mortificante e la rielezione, per necessità e per disperazione, di Sergio Mattarella non può essere spacciata per virtuosa prova della coalizione che esprime il Governo Draghi.
Chi porta a giustificazione del ballo delle autoreferenzialità messo in scena, l’elezione di Giovanni  Leone, eletto nel 1972 alla 23ma votazione, o quella di Sandro Pertini nel 1978, eletto alla 16ma votazione dimentica di correlare questi dati al contesto partecipativo e di relazione con le istituzioni di allora. La Democrazia Cristiana nel 1976 aveva 1.365.187 iscritti e nel 1979 1.384.148, il Partico Comunista Italiano nel 1976 aveva 1.814.262 iscritti e nel 1979 1.761.297, il Partito Socialista Italiano nel 1976 aveva 509.388 iscritti e nel 1979 472.544. Gli italiani erano 55.588.966 nel 1976 e 56.247.017 nel 1979, cresciuti fino a 59.258.000 nel 2021 quando Fratelli d’Italia aveva 130.000 iscritti e la Lega 100.000. il Partito Democratico, che nel 2019 aveva 412.675 iscritti, si è dato con Letta l’obiettivo di 500.000.  Alle elezioni politiche del 1976 l’affluenza fu del 93,4%, in quelle del 2018 è scesa al 72,93 %. Venti punti in quarant’anni, con la più bassa affluenza elettorale nella storia repubblicana italiana dal 1948.  E’ evidente che il confronto tra ora e allora nel rapporto tra popolazione, votanti e iscritti ai tre principali partiti popolari, risulta impietoso, ma tant’è. Le cose vanno anche peggio nelle elezioni amministrative, che dovrebbero vedere una maggiore prossimità, tra amministrazione, candidati e cittadini. A Milano, città della Liberazione dal nazifascismo, la designazione di Giuliano Pisapia e di Letizia Moratti come sfidanti al ballottaggio ha visto una affluenza alle  elezioni  amministrative  2011 del 67,6%, scesa al  47,72% alla riconferma al primo turno di Beppe Sala. 20 punti in dieci anni.
Continuare a spacciare questi dati come segno di una modernità acquisita è strabismo politico. Guardiamo i dati negli States, considerandoli un indicatore dei comportamenti della società di massa che poi attraversano il mondo. Vediamo che, con una popolazione di 323.100.000 nel 2016, 62.984.828 votarono Donald Trump e 65.853.514 Hillary Clinton, con una affluenza del 55,7%.  Nel 2020 la popolazione degli Stati Uniti d’America era di 329.500.000  e alle elezioni 81.268.924 votò Joe Biden e 74.216.154 per Trump, con una affluenza del 66,7%, 12 punti in più in quattro anni. Alla luce del braccio di ferro interno alle forze armate durante le 24 ore di Capitol Hill, nel quale hanno prevalso i fedeli alla Costituzione, appare ancor più significativo che Trump ha perso prendendo 11 milioni di voti in più di quelli con i quali aveva battuto Hillary Clinton quattro anni prima. Quindi è ancor più preoccupante, e ci riguarda, il protrarsi dell’azione eversiva di Trump e di gran parte dei repubblicani. Guardiamo vicino a noi, in uno stato europeo che quasi cinquant’anni fa, grazie alla Rivoluzione dei Garofani guidata da Otelo de Carvalho e dai militari, il 25 aprile 1974 fu deposto il dittatore Marcello Caetano e prese il via la democrazia e l’abbandono del secolare colonialismo lusitano. In Portogallo il premier socialista Costa dopo il risultato delle elezioni del gennaio 2022 ha dichiarato che “Una maggioranza assoluta non è il potere assoluto, ma uno accresciuto”. Non si tratta solo della riaffermazione di una cultura democratica ma di un richiamo a tutta la politica perché l’estrema destra è passata da uno a tredici deputati. Nessuno può quindi nascondere dietro la rielezione di Sergio Mattarella una crisi evidente dell’Istituto della Democrazia che interessa i paesi atlantici che l’hanno conosciuta. La narrazione semplificata ‘Contro il Palazzo,Contro le Istituzioni’, che segna la deriva democratica che qui stiamo vivendo, viene da lontano, dalla occupazione da parte della partitocrazia di ogni articolazione istituzionale, in una conferma di autoreferenzialità sottratta a qualsiasi rendicontazione, attraverso le leggi elettorali che si sono susseguite insieme all’aumento del debito pubblico. Mettiamo in fila il prodotto di tanta dissolutezza. Molti ricordano il 18 novembre 2007, domenica, ore 18 a Milano, piazza San Babila, Berlusconi sale sul predellino di un’auto, niente camicia e cravatta ma un costume adatto alla commedia: la giacca sopra un maglioncino girocollo. Arringa la calca «Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo delle libertà: il partito del popolo italiano. Anche Forza Italia si scioglierà in questo movimento. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo». 5Stelle, Salvini e il Papete, di quale populismo parliamo? Non c’è gara, il discorso del popolo contro i parrucconi della politica è del 2007, ma la discesa in campo a reti unificate, con video pre-registrato, è del gennaio 1994, tredici anni prima e tutte le leggi ad personam sono state presentate ed approvate dai ‘parrucconi della politica’ lungo 13 anni. I V-Day appunto, 8 settembre 2007 in diverse affollate piazze italiane e all’estero vengono raccolte 336.144 firme a sostegno una legge di iniziativa popolare sui criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari, molte più delle 50.000 firme previste. Con i loro algoritmi semantici a selezionare chi candidare e chi tagliare, insieme al ritornello anti casta e anti Parlamento, i notabili delle partecipate sono stati confermati dai ministri dei governi, gialloverdi o semaforo, succedutisi. In compenso in luogo di qualificare il Parlamento con leggi elettorali che consentissero agli elettori di scegliere, come chiesto dalla Corte Costituzionale, si è preferito tagliare la rappresentanza aumentando ulteriormente il controllo delle Camere da parte delle segreteria di partito, compreso il loro Movimento. Lungo questa china ha preso corpo la semplificazione negazionista dei No Vax che ha avuto l’apice il 9 ott 2021 con diverse città interessate dalle manifestazioni. A Roma in Piazza del Popolo in 10.000 hanno ascoltato le arringhe degli squadristi e, quando questi hanno proposto di assaltare la sede della CGIL, non li hanno seguiti ma li hanno applauditi. Ecco perché lo spettacolo offerto dai partiti costituisce una ulteriore discesa all’abisso della distruzione del Patto Civile, una discesa che sembra non aver fine. Se si hanno a cuore la libertà, i diritti civili,il diritto alla salute, la dignità sociale e la vivibilità su questa Terra, tocca rimboccarsi le maniche e aprire gli occhi, partecipare e capire, assumersi la responsabilità di trovare modi e soluzioni verificandone l’efficacia. Tutto ciò implementando e rispettando il Dettato Costituzionale e il Trattato Costituzionale Europeo, oltre gli specchietti per le allodole di una contrapposizione destra/sinistra smentita dalla consociazione degli affari e dalla deriva finanziaria dell’economia cui sottostanno tutti i partiti. Occorre essere esigenti, non per partito preso ma per la necessità di vivificare la democrazia, che è un regime strano: se non vissuto, se non partecipato, se non allargato e condiviso nell’esercizio della cittadinanza, non si conserva ma, al contrario, si consuma e viene meno. Tutta la storia è segnata in questo senso, dall’Europa nel ‘900 all’America Latina, all’America dei Kennedy e di Martin Luther King, passando per Piazza Fontana, Italicus, Piazza della Loggia, Stazione di Bologna, omicidio di Moro, Ustica. Se la democrazia non vive della partecipazione informata al processo deliberativo e con l’esercizio di sovranità anche da parte della Cittadinanza Attiva, prendono corpo processi regressivi, anche autoritari, e si arriva al paradosso di salutare come condizione fortunata il commissariamento della politica italiana per conto della tecnofinanza europea o la rielezione per un altro settennato del Presidente Mattarella, che aveva richiamato con forza il rispetto della Costituzione, che non lo vieta ma non lo prevede. A fronte della crisi degli istituti della rappresentanza democratica non è pensabile di risolverla riducendo le istanze della rappresentanza democratica nel nome di un decisionismo purchessia. Così come avevano provato a fare prima Berlusconi poi Renzi, con riforme riduttive della democrazia repubblicana poi bocciate dai cittadini. Ognuno faccia la sua parte dunque, a partire dal Presidente della Repubblica. Con l’autorevolezza affermata dalla inettitudine dei partiti ci aspettiamo che esiga che il Parlamento rispetti i richiami della Corte Costituzionale, sia per quel che riguarda la legge elettorale nazionale, sia per quel che riguarda l’elezione dei sindaci e degli organismi delle Città Metropolitane, quindi delle Province che, nel rispetto del Titolo Quinto della Costituzione devono essere eletti a suffragio universale. La Consulta è stata esplicita “Legge Delrio illegittima. Dopo il fallimento del referendum costituzionale serve un riassetto normativo”. Il Presidente Mattarella dovrebbe sollecitare l’istituzione di una Assemblea Costituente per un riassetto istituzionale adeguato alla unificazione europea e alla responsabilizzazione delle autonomie dei territori senza sacrificare l’efficacia della Costituzione all’efficienza senza visione e precauzione. Le espressioni della cittadinanza attiva e della effettiva autonomia dei territori devono prendere l’iniziativa condividendo le innovazioni statutarie e organizzative che aumentano la partecipazione informata e l’esercizio della Cittadinanza Attiva, dai Referendum Propositivi alle convocazioni dei Consigli Comunali in Udienza Pubblica su richiesta dei cittadini. Il PNRR è, qui ed ora, il campo dove mettere alla prova la partecipazione come esercizio responsabile della libertà, mettendo in rete amministrazioni, associazioni e proposte per i bandi, chiedendo e praticando una valutazione della effettiva sostenibilità delle proposte, quindi una loro rendicontazione puntuale sostanziale e non solo formalmente rispettosa delle procedure. C’è la necessità della concretezza dei processi e delle azioni se non si vuole essere parte dell’imbonimento mediatico del Greenwashing. Per questo noi mettiamo in rete competenze ed esperienze, per condividere buone pratiche e conoscenza. Così si vivifica la democrazia, così si rigenera il e si allarga il Campo Democratico.

mercoledì 2 febbraio 2022

La rigenerazione urbana è possibile












lettera arcip



RECUPERO E RIGENERAZIONE DI UNO SPAZIO DIMENTICATO. UNA BELLA ESPERIENZA

Negli spazi incolti tra Milano e i comuni di cintura spesso prende corpo la marginalità, sia in termini di discariche e orti abusivi, che di marginalità e anche devianza sociali.

In questo filmato (Ray Play) trasmesso da Geo & Geo su Rai3, Eric Tornaghi documenta una esperienza positiva: il recupero e la qualificazione, anche sociale, di uno spazio di risulta e discarica che, con la collaborazione dei dirigenti del Parco Agricolo Sud, i proprietari del Ristorante ‘Erba Brusca’ hanno messo in atto. Una esperienza resa possibile dalle competenze di Danilo, che è un agronomo, e da quelle di Alice, la chef del ristorante che è a poche decine di metri dal grande orto biologico frutto del recupero e della rigenerazione. Un aspetto ulteriormente interessante è stata la disponibilità di Danilo a permettere agli anziani degli orti della zona di venire a guardare da vicino le tecniche usate per predisporre l’orto, e anche le tecniche di coltivazione per un orto biologico sano e generoso.

Così dopo aver ristrutturato l’antica ‘Osteria del Tubetto’ sul Naviglio Pavese, recuperando ad orto il verde di risulta sul retro del ristorante, l’Erba Brusca si estende e si approvvigiona di prodotti ortofrutticoli a metro zero, aggiungendo una ulteriore possibilità multifunzionale che già interessa tante cascine lungo la filiera agroalimentare. Oltre alle esperienze combinate di coltivazione-macellazione-vendita-agriturismo-ristorazione-didattica delle grandi cascine del Parco Agricolo Sud Milano, qui ha preso corpo l’esperienza di orto-ristorante in città, su uno dei Navigli. La miglior dimostrazione che l’istituzione del parco nel ’90 è stata lungimirante sia per l’equilibrio ambientale, che per la bellezza e l’identità di un paesaggio e di un territorio che dai Cistercensi a Leonardo l’uomo ha saputo plasmare in una relazione di rispetto ed equilibrio. Nonché del fatto che il vincolo, apposto dalla Regione Lombardia quasi 30 anni fa, non implica alcuna logica museale e nostalgica, bensì consente le migliori innovazioni qualitative di processo, di prodotto e di servizio.

La realizzazione di questa esperienza è emblematica: Alice è americana e combina in cucina la relazione tra la sua tradizione culinaria e quella italiana e la competenza accademica di Danilo è stata certamente decisiva ma non è unica. Ci sono tanti docenti e tanti laureandi sensibili e disponibili nella Facoltà di Agraria a esperienze concrete di collaborazione con i parchi della cintura milanese, con le amministrazioni e con chi sarebbe disponibile a pagare un affitto per fare un orto biologico, condividendo sapienza e informazioni, nonché installazioni regolari in un coerente arredo urbano.

Il documentario di Eric Tornaghi dimostra che la cintura di degrado e marginalità potrebbe diventare parte di una Cintura Verde Metropolitana socialmente partecipata. Certo ci vorrebbero una Città Metropolitana con poteri effettivi, una Polizia Provinciale rigenerata, un Parco Agricolo Sud, il parco agricolo di cintura più grande d’Europa, con personale e risorse. Intanto documentare e condividere le buone esperienze è utile, magari a partire dalla proiezione in scuole e Municipi ad esempio.

Fiorello Cortiana