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in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

giovedì 28 ottobre 2010

Parole, parole, parole...

e gli 800 milioni del Governo per la Banda Larga?

mercoledì 27 ottobre 2010

Manifesto di Ottobre, presentazione, testo e firme

Manifesto di Ottobre
passione del presente: per una rinascita della res publica e per un nuovo impegno politico-culturale


“Ottobre 2010: si apre un varco per un atto di politica generativa, una decisione perché qualcosa
avvenga. Politicamente, cioè nella vita di tutti, con l’azione di tutti: un patto per la rinascita della res publica. Non una litania di valori ma un progetto per l’Italia contemporanea, una concreta costruzione di rigore e di impegno civile.” Inizia così, con questa impegnativa affermazione, il Manifesto di Ottobre, una proposta che ho condiviso con Monica Centanni e Peppe Nanni, con i quali da decenni percorro sentieri comuni legati alla ricerca di strumenti con i quali affrontare le questioni che il novecento ci ha consegnato, dalle derive autoritarie delle ideologie e degli integralismi a quelle recenti e inedite dell’ecologia e della relazione tra tecnologia e scienza. Li avevo conosciuti insieme ad Alex Langer, quando la metafora verde sembrava proporsi oltre le rigidità ed i confini delle narrazioni del “secolo breve”. Alex sottolineava l’importanza “di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Occorrono "traditori della compattezza etnica", ma non "transfughi"” Oggi tutto questo trova un senso profondo ed una necessità non solo per chi è uscito dalle derive degli antagonismi assoluti degli anni ’70, ma per tutti coloro che sentono la necessità di un confronto aperto su questioni nuove come quelle relative alla bioetica o alla privacy nel tempo della tracciabilità digitale e della profilazione assolute.
Appaiono evidenti tanto la inadeguatezza, quanto la incapacità di trattenersi dalla strumentalizzazione, con le quali vicende come quella di Eluana Englaro sono state trattate nell’emiciclo parlamentare. La deriva plebiscitaria e personalistica, fondata sul populismo dell’antipolitica costituisce un buco nero che inghiotte ogni questione o risponde con simulazioni. Così molte persone hanno condiviso con noi la convinzione che “ [...] politica e cultura crescono insieme o insieme declinano. Senza cielo politico non c’è cultura, ma soltanto erudizione e retorica: un rinnovato impegno politico e intellettuale si offre oggi come occasione di rinascita civile, come segno di responsabilità che coinvolge tutti i cittadini e in prima persona chi lavora con il pensiero e l’invenzione, con l’intelligenza e la fantasia, per stabilire la stretta relazione tra Potere e Sapere che dà virtù all’etica pubblica. [...] Il compito richiede coraggio – virtù politica per eccellenza.” Innanzitutto il coraggio di usare ogni contingenza di discontinuità nel sistema dell’appiattimento, della simulazione e della distrazione di massa, nel quale ci troviamo a vivere, fuori da ogni collateralismo ma con l’ambizione di svolgere una funzione inquieta, attraverso il confronto, senza la paura di essere utilizzati.
Il Manifesto si propone come una matrice aperta a successivi approfondimenti e articolazioni tematiche, fra cui saranno centrali i temi che ci stanno a cuore: paideia, bene comune e beni comuni, investimento sul patrimonio e sulla memoria culturale, cura della sfera delle libertà personali (e dei diritti civili) rispetto alla definizione dei diritti politici. Alcune questioni caratterizzanti saranno: Modello italiano di cura del bene comune e dei beni comuni (patrimonio artistico e naturalistico italiano e beni condivisi); Modello italiano di integrazione (cittadinanza)
Modello italiano: investimento sulle arti come campo della vita activa ; Patriottismo repubblicano
Rappresentare gli invisibili (crisi e opportunità della rappresentanza politica); Paideia: investimento sull’educazione, la ricerca, il sapere, per la società della conoscenza; Libertà civili e libertà politiche: tutela della sfera individuale come garanzia di libertà e disponibilità di sé.
L’ampiezza e la trasversalità dei firmatari, e dei parlamentari, non deve indurre alla facile definizione “bipartisan”, l’incontro sul Manifesto di Ottobre avviene tra persone provenienti da diverse identità colturali che sentono la necessità di un’azione costituente che intende riconfigurare l’attuale assetto politico su nuove, urgenti, linee di frattura. Un’azione che trova un fondamento comune nella volontà di salvaguardare i valori fondativi della Carta Costituzionale, così validi da aver trovato una corrispondenza nel Trattato Costituzionale Europeo.

Fiorello Cortiana

manifesto di ottobre

per una rinascita della res publica e per un nuovo impegno politicoculturale

Ottobre 2010: si apre un varco per un atto di politica generativa, una decisione avvenga. Politicamente, cioè nella vita di tutti, con l’azione di tutti: un patto per plae rrcinhaés qcuitaal cdoesllaa res

publica. Non una litania di valori ma un progetto per l’Italia contemporanea, una concreta costruzione di rigore e di impegno civile. La politica oggi non ha visione né passione, non sente né esprime i bisogni e i desideri dei cittadini, che, votanti o no, la rifiutano e ne sono rifiutati, confinati ai margini di una sfera pubblica occupata da interessi privati e oligarchici. Solo attraverso l’immaginazione e il progetto la politica può ritrovare il senso della realtà, rimediando alla rassegnazione esistenziale che spegne lo spirito individuale e contrastando lo scetticismo diffuso che azzera ogni sentimento della cosa pubblica. Ma politica e cultura crescono insieme o insieme declinano. Senza cielo politico non c’è cultura, ma soltanto erudizione e retorica: un rinnovato impegno politico e intellettuale si offre oggi come occasione di rinascita civile, come segno di responsabilità che coinvolge tutti i cittadini e in prima persona chi lavora con il pensiero e l’invenzione, con l’intelligenza e la fantasia, per stabilire la stretta relazione tra Potere e Sapere che dà virtù all’etica pubblica. La corruzione politica più grave non è quella di cui si occupano i tribunali: l’illegalità è solo l’altra faccia della routine e del cinismo al potere. La crisi è profonda perché come una vera ruggine ha sfigurato l’immagine e intaccato la sostanza della politica. Non sono solo i partiti a essere in crisi ma la politica stessa è in pericolo perché non ha più né parole né ragioni per dirsi. Le parole della politica sono corrose, sono spuntate, non fanno presa sulla realtà. È urgente uscire da una fase di transizione infinita, aprendo la strada alla modernizzazione della politica, della cultura, dell’economia italiana. Occorre promuovere una fase costituente, sottoscrivere un nuovo patto fondativo: costituzionale in un senso non solo giuridico, politico in senso non solo istituzionale. Occorre ritrovare il filo di un grande racconto, di una narrazione più vera e più nobile della cultura e della storia repubblicana contro il degradante clichè di una italietta furba e inconcludente: ripensare il modello italiano e incarnare quel progetto, ridare corpo a una tradizione civile di cui si possa andare orgogliosi. Mettere in gioco un libero pensiero, critico e creativo, in sintonia con le energie del presente per investire in questo nostro tempo: pensiero per sfidare il presente, ma insieme pensiero per costruire il presente. Non c’è cultura né azione politica efficace senza passione del proprio tempo. Non c’è politica senza un pensiero di rottura delle consuetudine usurate: occorre abbandonare la retorica che inchioda il futuro al passato. Superando le vecchie e inaridite appartenenze, congedando le ossessioni e i ricatti delle memorie ferite, la politica rinasce nel punto in cui si incontrano immaginazioni diverse che congiurano per un nuovo patto politico.

Non c’è politica senza un pensiero che esprima la passione del presente come intelligenza del futuro, che non è solo dopo, ma è anche altro: è sparigliare le carte e le compagnie del gioco per disegnare nuove coordinate dell’impresa comune. Esatta passione, mobilitazione di energie intellettuali e politiche per l’edificazione di un nuovo paesaggio nazionale. Il patriottismo repubblicano è la forma non retorica di questo sentimento che è regola, prima che tradizione, impegno prima che eredità. E che è anche cura del bene comune e dei beni comuni, difesa del paesaggio italiano, consapevolezza collettiva del patrimonio materiale e immateriale. Patriottismo repubblicano è promuovere un’idea espansiva e non puramente negativa della libertà. La migliore garanzia contro l’ingerenza arbitraria del potere nella sfera della libertà personale l’attiva partecipazione dei cittadini alla vita pubblica: “La libertà politica significa infatti il di èri tintofa dtti i ecidsnpisetssiltenc alriagdneveid nponiiardb ogroiltl”leie a t cstr aitraprla luer ep amd oepeenppln sprgtieooeis svruetoetenri eltndia oaean zr ot“iiicopv eoenp n erutoae,r tpscercnp aneor orcecenirst a eptsatneiidgtcrani hndtieifae,i nleccia zbhp aeeno r eupaa lluprliaeelai”n”rs tta((eiAC cgcarhlieilpe anua.m dnz itiao )ne.n dPgerel iper aio )qll.tui rLteiiac se atp o,d on eèloig tenrisca nsadee avnl illzvaaie arv ilnigetei aadl spnasu e“ibscdsubiovrlii acsraieo, naei La politica laica protegge, custodisce, riveste la nuda persona di tutti i diritti civili che vanno precisamente declinati e garantiti: ma afferma anche il valore dei diritti politici che fanno di una persona un cittadino attivo. Patriottismo repubblicano è anche coltivare un’idea positiva della competizione tra le parti e dell’agonismo tra le forze politiche come presidio della libertà, secondo la lezione che Machiavelli desume dall’esperienza della repubblica romana. Politica, però, è non solo rappresentazione dell’esistente, ma presentazione dei ‘senza parte’. Rappresentare gli ‘invisibili’, la realtà molecolare e disaggregata degli outsider i cui interessi non contano e non pesano nei rilevamenti statistici o nelle simulazioni dei sondaggi: che non hanno espressione e finiscono schiacciati e confusi nell’area indifferenziata del non voto e della renitenza civile. Non sono tutti poveri. Non sono tutti disoccupati o sottooccupati. Non sono tutti marginali. Non sono tutti stranieri. Ma sono tutti ‘clandestini della politica’, esclusi dalle logiche della rappresentanza e della decisione pubblica. Si tratta di persone – e sono milioni – la cui precarietà, prima ancora che da condizioni economiche e sociali, dipende da ragioni di esclusione e di afasia politica: refrattari alla vita pubblica e, proprio in quanto politicamente e intellettualmente più esigenti, non corrisposti dalle logiche privatistiche, antipolitiche, anticulturali che in questi anni hanno monopolizzato la sfera istituzionale.

Non c’è politica senza un pensiero che anticipi e accompagni l’azione trasformatrice. Il principale compito intellettuale della politica consiste nel riaccendere l’immaginazione progettuale della società. La politica deve rispondere con parole e azioni adeguate alle opportunità e alle sfide della scienza e della tecnologia nell’era della globalizzazione, dotandosi delle forme procedurali e istituzionali che possano governare i processi e i progressi dell’innovazione: investire strategicamente nella ricerca, nelle arti e nelle nuove sfide dell’apprendimento per avere presa sul futuro. Azione politica e impegno intellettuale: l’obiettivo è accrescere il capitale sociale rappresentato dall’intelligenza e dalle virtù civili degli italiani. La qualità di una Città e del suo futuro si misura sulla virtù e sul merito dei suoi cittadini. È in atto un sommovimento geologico delle categorie della politica e, in questa accelerazione dei tempi, la forza dinamica sprigionata dalla crisi può essere convertita in energia produttiva. La principale sfida politica e intellettuale che attende l’Italia è trovare la misura per riconoscere, chiamandoli con nuovi nomi, quanti sanno governare il presente e progettare il futuro, rispetto a quanti difendono l'esistente come il miglior mondo possibile. Il compito richiede coraggio – virtù politica per eccellenza.


L’email a cui indirizzare altre adesioni è .


e prime (più o meno) 100 firme
Lirio Abbate, scrittore
Gino Agnese, storico dell’arte, presidente Quadriennale Roma
Giampiera Arrigoni, storica delle religioni, docente Università di Milano
Salvo Ando’, giurista, docente e rettore Università Kore
Emanuela Andreoni, latinista, docente Università Roma Tre
Antonio Arena, funzionario parlamento europeo
Luca Barbareschi, deputato
Giuseppe Barbera, agronomo, docente Università di Palermo
Sergio Bertelli, storico, Università di Firenze
Piermario Biava, oncologo
Gianluca Bocchi, Filosofo della scienza, docente Università di Bergamo
Piercarlo Borgogelli Ottaviani, artista pubblicitario
Vito Bruno, scrittore
Maurizio Calvesi, storico dell’arte
Omar Camiletti, islamista
Alessandro Campi, politologo, docente Università di Perugia
Franco Cardini, storico, docente SUM-Italia
Alfio Caruso, scrittore
Giancarlo Cauteruccio, regista
Giuseppe Cecere, islamista, ricercatore IFAO Cairo
Monica Centanni, grecista, docente Università IUAV Venezia
Mauro Ceruti, senatore
Gioachino Chiarini, latinista, docente Università di Siena
Michele Ciacciofera, artista
Luca Ciancabilla, storico dell’arte, ricercatore precario Università di Bologna
Arnaldo Colasanti, scrittore, critico letterario
Giuliano Compagno, filosofo, scrittore
Paola Concia, deputato
Fiorello Cortiana, fondatore Verdi italiani
Luigi Crespi, direttore Crespi Ricerche
Giampaolo Cugno, regista
Paolo D’Angelo, filosofo, docente Università di Roma Tre
Roberto De Gaetano, storico del cinema, docente Università della Calabria
Benedetto Della Vedova, deputato
Fernanda De Maio, architetto, docente Università IUAV Venezia
Luigi Di Gregorio, politologo, docente Università della Tuscia
Bruno Di Marino, storico del cinema, docente UTIU
Massimo Donà, filosofo, docente Università San Raffaele
Maria Laura D’Onofrio, Institute of Studies for the Mediterranean and the East
Sergio Escobar, direttore Piccolo Teatro di Milano
Piercamillo Falasca, Fondazione Libertiamo
Michele Fasolo, archeologo, ricercatore
Mauro Federico, fisico, ricercatore, Università di Messina
Alberto Ferlenga, architetto, docente Università IUAV Venezia
Paolo Ferri, sociologo, Università degli Studi Milano Bicocca
Franco Fortunati, socio-economista,ricercatore precario Università di Bologna
Nadia Fusini, anglista, docente SUM- Italia
Manuel Giliberti, regista
Giulio Giorello, filosofo, docente Università Statale di Milano
Giuseppe Giulietti, deputato
Adriano Guarnieri, musicista
Fabio Granata, deputato
Piero Guccione, artista
Franco La Cecla, antropologo
Luciano Lanna, scrittore
Linda Lanzillotta, deputato
Giuseppe Leonelli, italianista, docente Università Roma 3
Arnaldo Lombardi, editore
Sebastiano Lo Monaco, attore
Gianfranco Macrì, storico delle istituzioni, docente Università di Salerno
Maurizio Makovec, scrittore
Giacomo Marramao, filosofo, docente Università di Roma Tre
Paolo Martino, linguista, docente LUMSA
Luca Meldolesi, economista
Angelo Mellone, politologo, dirigente RAI
Costanza Messina, Direttore artistico Festival del Paesaggio
Massimo Morigi, storico, ricercatore precario Università di Coimbra
Marco Mueller, Direttore settore Cinema, Biennale di Venezia
Peppe Nanni, coordinatore Forum delle Idee
Paolo Nifosì, storico dell’arte
Carmelo Palma, direttore Libertiamo
Antonio Paruzzolo, ingegnere Thetis- Arsenale Venezia
Flavia Perina, deputato
Ivelise Perniola, storico del cinema, docente Università Roma Tre
Sergio Claudio Perroni, scrittore
Vincenzo Pirrotta, attore e regista
Ermete Realacci, deputato
Bruno Roberti, storico del cinema, docente DAMS Università della Calabria
Sergio Roda, storico romano, docente e prorettore Università degli Studi di Torino
Luca Ronconi, regista
Filippo Rossi, scrittore, Festival Caffeina
Francesco Rovella, gallerista
Alberto Russo, giurista, docente Università di Messina
Gianluca Sadun Bordoni, filosofo del diritto, docente Università di Teramo
Daniela Santus, storica e geografa, docente Università di Torino
Andrea Sarubbi, deputato
Sergio Scalpelli, presidente Pierlombardo Culture
Spiro Scimone, regista
Sergio Sconocchia, latinista, docente Università di Trieste
Mirella Serri, storica, docente Università La Sapienza
Francesco Sframeli, attore
Umberto Silvestri, fondatore Maratona di Roma
Bruno Socillo, direttore RAI
Luciano Sovena, Cinecittà-LUCE
Nicoletta Stame, politologo, docente Università La Sapienza
Annalisa Terranova, scrittrice
Roberta Torre, regista
Fulvia Toscano, antichista, direttore artistico Festival Extramoenia
Daniele Tranchida, storico, docente Università di Messina
Ermanno Tritto, Teatro Franco Parenti Milano
Carlo Truppi, architetto, docente, preside Facoltà di Archiettura Siracusa, Università di Catania
Gabriele Vacis, regista
Giuseppe Valditara, senatore
Sofia Ventura, politologo, docente Università di Bologna
Massimo Venturi Ferriolo, filosofo, Politecnico di Milano
Alessandro Visca, Forum delle idee
Marco Vitale, economista
Elena Zaniboni, musicista

martedì 19 ottobre 2010

la partecipazione attraverso la rete: prima, durante e dopo le elezioni

Elezioni comunali Milano 2011:

la partecipazione attraverso la rete: prima, durante e dopo le elezioni =================================================



MERCOLEDI 20 ottobre, ore 17.30

Sala Lauree, Dipartimento di Informatica e Comunicazione via Comelico 39 - Milano



Le elezioni comunali sono un momento di risveglio dell'attenzione sui temi della città, e la prosepttiva delle prossime elezioni comunali di Milano della primavera 2011 sta già suscitando vivaci dibattiti intorno alle elezioni primarie che si terranno a metà novembre.

Questa volta, come era inevitabile succedesse, la campagna elettorale di ogni candidato sarà giocata anche online, attraverso siti web e social network. Ma Facebook, dove per discutere con un candidato devo preventivamente dichiararmi suo fan, e' lo spazio online adeguato per farlo? E come fare affinchè questo 'marketing politico' permetta di garantire ai cittadini, dopo le elezioni, una effettiva maggiore possibilità di partecipazione? come fare in modo che i candidati ascoltino e discutano con i cittadini anche quando eletti? come verificare che gli impegni presi durante la campagna elettorale siano poi mantenuti? e quali impegni i candidati si impegnano a portare avanti quando eletti, sindaco, consigliere comunale o di zona? sono disponibili a tenere presente i problemi che i cittadini segnalano e ad "adottare" proposte che vengono dai cittadini?

Alla base delle risposte a questi quesiti c'è anzitutto la volontà politica di andare verso un allargamento degli spazi di partecipazione civica. Ma la tecnologia può ostacolare o favorire: per questo la Fondazione RCM - Rete Civica di Milano e il Laboratorio di Informatica Civica hanno sviluppato un ambiente online a supporto di cittadini e candidati. Un ambiente (che sarà ospitato nel sito sito www.comunalimilano2011.it attivo già dallo scorso luglio) non alternativo, ma complementare a quelli predisposti da ciascun candidato.

Lo presenteremo il 20 ottobre: abbiamo invitato il sindaco Moratti e i candidati sindaci alle primarie. Qualcuno ci ha garantito che ci sarà.

Ma invitiamo soprattutto chi ci ha seguito in questi anni su partecipaMi, chi ha raccolto insieme a noi la voce dei cittadini (senza ottenere risposte), coloro che hanno intenzione di candidarsi come consigliere comunale e di zona e tutti coloro che pensano che la partecipazione online, se vuole portare dei risultati, non sia un passatempo effimero, ma richieda impegno, senso di responsabilità, rispetto reciproco.

http://www.comunalimilano2011.it/infodiscs/view/234

mercoledì 13 ottobre 2010

Milano città del terzo millennio

Da tempo i milanesi manifestano un distacco sconcertato dalla politica pubblica e dai partiti che ne esauriscono la rappresentanza,
pur esprimendo il più alto tasso italiano di partecipazione alle esperienze di volontariato e di sussidiarietà sociale.

Serve a poco l'attivismo del Sindaco Moratti, fotografata tra le bancarelle del mercato, sul bus o in bicicletta: il recupero di una empatia

reciproca tra l'amministrazione comunale ed i suoi cittadini non si risolve con una soddisfazione simbolica.

Sono anni che Milano non si percepisce in una relazione stretta con le sue istituzioni, orgogliosa di esprimere un'opinione pubblica avvertita

e di essere la città italiana agganciata ai processi di innovazione internazionali.

Nonostante il riscontro positivo del Manifesto per Milano lanciato dal Corriere,lo spettacolo cui i milanesi assistono da mesi ha visto in scena la riduzione di una opportunità di relazione globale, come l'EXPO sui temi dell'alimentazione e dell'energia, ad uno scontro di natura fondiaria ed immobiliare tutto ripiegato sugli ombelichi locali.

Del resto l'opposizione non è stata meno autoreferenziale.

Eppure la città e la sua area metropolitana esprimono eccellenze accademiche ed imprenditoriali, così nella sussidiarietà e nella ricerca.

Quando ci sono la fiera del design o la settimana della moda emerge in città la rete dell'imprenditoria cognitiva che valorizza a pieno le eccellenze artigiane e tecnologiche

e propone Milano come strordinario luogo di relazioni per la produzione di valore nell'economia della conoscenza.

Invece da mesi oltre alle divergenze fondiarie tra Formigoni e la Moratti il problema della città sembra Triboniano e i disgraziati che lì vivono: qualcuno tra amministratori e opposizioni si è chiesto che fine ha fatto l'Agenzia Nazionale per l'Innovazione che doveva fare incontrare creatività e credito, infrastrutture digitali e servizi?

Molti milanesi non si rassegnano ad essere spettatori sconcertati e da tempo stanno mettendo in rete esperienze e competenze capaci di rispondere alla vocazione storica di questa città, nodo delle relazioni economiche e culturali europee ed internazionali.

Un primo appuntamento pubblico si terrà sabato 16 dalle 14,30 al Teatro Franco Parenti,urbanisti, imprenditoria del design, economisti, esperti di mobilità e di partecipazione informata, proporranno il loro sguardo su quale Milano per quali milanesi a partire dal governo del territorio, quindi dal PGT e dall'EXPO. Il ventaglio ampio e trasversale dei promotori ha la consapevolezza e la necessità di superare le attuali e asfittiche gepgrafie partitiche affinché siano rimessi al centro del confronto pubblico il ruolo, l'identità e la funzione di Milano. Per questo durante l'incontro sarà possibile firmare i Referendum per la città, l'unico strumento a disposizione dei milanesi affinché il confronto elettorale non prescinda dalle questioni concrete che riguardano la qualità del vivere sociale nella città metropolitana. Un'offerta politica più coerente con la città, le sue preoccupazioni e le sue aspettative,può vedere l'aumento dell'interesse alla cosa pubblica e una percentuale di votanti superiore al 61,5% degli aventi diritto come nelle scorse regionali.



Fiorello Cortiana

Allarme Milano Speranza Milano







Sabato 16 ottobre h. 14,30 - 18,00



Teatro Franco Parenti, via Pierlombardo





MILANO CITTA' DEL TERZO MILLENNIO

i cittadini dopo le primarie



innovazione-territorio-partecipazione-welfare urbano



- Luca Beltrami Gadola ( Arcipelago Milano )

- Giovanni Lanzone ( The Reinaissence Link )

- Edoardo Croci ( Milano sì Muove )

- Fiorella De Cindio (Rete Civica di Milano )



lo sguardo di:

- Piero Bassetti ( Milania )

- Marco Vitale ( Allarme Milano, Speranza Milano)



Milano vista dalla Grande Milano

- Giorgio Oldrini (Sindaco di Sesto San Giovanni )

- Maria Ferrucci ( Sindaco di Corsico )

- Mario Sacchi ( Sindaco di Settimo Milanese )

- Eugenio Comincini ( Sindaco di Cernusco sul Naviglio )



interverranno nel dibattito



- Stefano Boeri

- Valerio Onida

- Giuliano Pisapia

- Michele Sacerdoti





conducono l'incontro



Fiorello Cortiana e Marco Cipriano



Immagini su Milano e i milanesi dal dopoguerra ad oggi a cura di Denis Curti (Contrasto)



promuovono l'incontro



Allarme Milano Speranza Milano

Arcipelago Milano

The Reinaissence Link

Club Porto Franco

Fondazione Rete Civica Milano

Fondazione Ambrosianeum

Circolo Culturale Prospettive Democratiche

Forum delle Idee

mercoledì 6 ottobre 2010

Arcipelago Milano-il Seveso non è il Nilo

IL SEVESO NON È COME IL NILO
5-10-2010 by Fiorello Cortiana

Settimane per pulire le strade della zona Niguarda e per liberare le gallerie della linea gialla dall’acqua, le Camere di Commercio di Milano e Monza hanno stimato700 mila euro di perdite per gli esercizi commerciali e pensiamo alla lievitazione dei costi per i lavori, le riparazioni, gli interventi, gli straordinari degli uomini impiegati, cosa è successo? Niente di particolare, è piovuto ed è esondato il Seveso. Sì, perché gli ultimi sette dei 52 Km che lo portano dai confini con la svizzera al Naviglio Martesana, il Seveso attraversa Milano in una tombinatura coperta che lo immette nel canale Redfossi, tombinato anch’esso. Il sistema coperto Seveso-Redefossi-Martesana ha capacità di convogliamento piuttosto rigide, da qui i problemi di carattere idraulico e i periodici allagamenti dell’abitato anche a seguito di precipitazioni non eccezionali.
E’ dal 1976 che si hanno dati precisi sulle sue esondazioni, dovute principalmente al convogliamento nel Seveso delle reti fognarie delle successive espansioni urbane dei comuni della cintura Nord di Milano. La quantità degli scarichi sommata alle precipitazioni meteoriche supera facilmente la soglia della portanza del fiume e la sua capacità di deflusso, un fiume ridotto nel tempo a canale scolmatore tombinato. L’attenzione dei cittadini si è probabilmente concentrata su queste problematiche idrauliche e sulle polemiche dovute alle inadempienze amministrative riportate dai media. C’è invece un problema, non immediatamente evidente, che presenta costi sociali molto più pesanti e riguarda l’inquinamento del territorio dovuto alla qualità delle acque esondate. I rilevamenti della Provincia di Milano mostrano come il bacino del Seveso vede peggiorare la qualità delle sue acque con il passaggio nella Brianza verso Milano. Il territorio industriale della provincia di Como ha la responsabilità per i preoccupanti valori dei metalli pesanti, rame, zinco, mercurio, cromo, nel milanese si aggiunge il cadmio, nonché un carico microbiologico di tre ordini di grandezza superiore ai limiti della balneazione.
Nel corso dei decenni il Seveso ha cambiato la sua natura, impermeabilizzazioni e tombinature l’hanno trasformato a tutti gli effetti in un collettore fognario che, esondazione dopo esondazione, distribuisce sul territorio un’incredibile quantità d’inquinanti tossici. Oltre alle conseguenze prodotte dalla combustione a cielo aperto da parte di smaltitori killer o dallo sversamento tal quale nelle acque (pensiamo al Lambro di pochi mesi fa), ci troviamo di fronte ad una regimazione delle acque da parte delle amministrazioni competenti che, a seguito delle ricorrenti esondazioni, che si aggiunge allo smaltimento illegale di rifiuti tossico-nocivi lungo i cicli dell’ecosistema.
Forse le diverse amministrazioni locali, oltre a preoccuparsi di allacciare le successive condotte fognarie al collettore chiamato Seveso, dovrebbero preoccuparsi, dei controlli sulla qualità delle acque reflue e sulla loro provenienza. Ma basta un’autocertificazione per uscire dalle “aziende a rischio”, quali controlli fanno eseguire all’ARPA? Con quanto personale? Insieme a questo, invece di pensare a ingrandire i canali scolmatori per evitare il superamento della soglia di portanza del Seveso, dovrebbero pensare a ridare le sue pertinenze territoriali al fiume e rinaturalizzare il territorio. Pensate: il Ticino godendo di un parco può permettersi di “invadere” ampie porzioni di territorio. Utopie degli ecologisti? No, l’hanno fatto in Germania nel distretto della Ruhr, una delle più importanti aree produttive d’Europa, con estrattiva e siderurgica, la quale, insieme alla crisi, ha lasciato dietro di sé un grave inquinamento della terra e delle falde acquifere.
L’Emscher e i corsi d’acqua, che in esso confluiscono si erano trasformati in un vero e proprio sistema fognario a cielo aperto. Ora in questa vasta area, l’Emscher Park, è in corso di radicale qualificazione, il programma prevede depurazione, decontaminazione, separazione di acque di scarico da acque piovane, un’attenzione particolare è stata rivolta alla sistemazione naturalistica delle sponde per innescare processi di fitodepurazione, nonché al riuso delle strutture industriali con imprese “sostenibili”. Il coordinamento progettuale è stato svolto dal 1991 al 1999 da IBA Emscher Park, società di consulenza creata con lo scopo di realizzare una progettazione partecipata con i numerosi gruppi sociali e imprenditoriali presenti nell’area. Buona parte delle opere previste sono già realizzate. Come amministrazione rosa-verde della regione Lombardia, nei primi anni ‘90 ci gemellammo con il Land Nord Reno-Westfalia, che comprende la Ruhr, proprio per avviare lo stesso percorso di recupero nel bacino Lambro-Seveso-Olona, ma qui non ha fatto seguito nulla.
Il Parco Paesaggistico dell’Emscher ricopre un’area di circa 320 Kmq, cuore dello sviluppo post-industriale del Nord Reno-Westfalia, che ha 18.000.000 di abitanti. Occorre notare che la Lombardia non arriva a 10 milioni e che le provincie di Milano e Monza-Brianza sommate non arrivano a quattro. Si può fare dunque se si vuole.


Fiorello Cortiana

venerdì 1 ottobre 2010

una buona occasione di partecipazione

INTERNET GOVERNACE FORUM ITALIA 2010
http://www.igf-italia.it/

Roma, 29-30 novembre 2010


Invito a organizzare incontri tematici


A causa della ridotta disponibilità di tempo, durante le sessioni plenarie dell'IGF Italia sarà possibile trattare solo un numero limitato di temi. Per allargare lo spettro degli argomenti trattati e dare potenzialmente a tutti - anche a chi non ha mai partecipato a un IGF - la possibilità di contribuire, gli organizzatori dell'IGF Italia 2010 invitano tutti gli interessati a organizzare incontri tematici da tenersi la mattina di martedì 30 novembre 2010 (o, in caso di impossibilità, nel fine settimana immediatamente precedente, vale a dire sabato e domenica, 27-28 novembre 2010). Gli incontri tematici potranno tenersi sia a Roma - sede dell'IGF Italia 2010 - sia altrove. Le sedi degli incontri, anche per contenere i costi, potranno anche essere del tutto informali, come locali pubblici, circoli, ecc. Gli incontri saranno gestiti in autonomia dagli organizzatori, ma si raccorderanno pienamente ai lavori dell'IGF Italia sia tramite il sito web dell'IGF (http://www.igf-italia.it), dove saranno elencati, pubblicizzati e documentati, prima e dopo l'IGF, sia per mezzo di brevi relazioni di persona (o via streaming) che gli organizzatori degli incontri tematici saranno invitati a tenere il 30 novembre nel pomeriggio, durante la sessione plenaria IGF Italia.


Internet riguarda tutti:
fai sentire la tua voce !



Cose da fare

Ai potenziali organizzatori chiediamo di:


1. presentare una proposta, secondo lo schema di proposta sotto riportato, via email all'indirizzo email: incontri-2010@igf-italia.it entro e non oltre le ore 24:00 di martedì 2 novembre 2010;


2. se la proposta sarà accettata (come accadrà se è in tema, nonché ragionevolmente credibile in quanto a organizzazione), di impegnarsi a organizzare al meglio l'incontro, garantendone la puntualità, l'apertura al pubblico e un'adeguata pubblicità;


3. produrre una breve relazione scritta in merito all'incontro secondo lo schema di relazione sotto riportato;


4. recarsi a riferire - di persona o, se l'incontro ha avuto luogo fuori Roma, via streaming - nel corso della sessione plenaria IGF Italia martedì 30 novembre a Roma presso la sede centrale del CNR, Piazza Aldo Moro 7, Sala Convegni, Roma, alle ore 14:30.


Tutte le relazioni saranno pubblicate sul sito dell'IGF Italia 2010 con licenza Creative Commons Attribuzione.



Come procederemo


Dopo aver ricevuto le proposte, il Comitato di Programma verificherà che i requisiti minimi siano soddisfatti, riservandosi il diritto di suggerire la fusione di incontri con obiettivi molto simili, di richiedere supplementi di informazione o di intraprendere altre azioni finalizzate ad assicurare la buona riuscita complessiva dell'IGF Italia 2010.

Le proposte approvate saranno presentate sul sito ufficiale dell'IGF Italia 2010, evidenziando anche il nome dell'organizzatore, relativa affiliazione e URL; gli organizzatori potranno usare il logo e la scritta "IGF Italia" nel presentare e promuovere il loro incontro. Tale autorizzazione sarà immediatamente ritirata nel caso in cui il Comitato di Programma di IGF Italia 2010 riscontrasse deviazioni considerevoli da quanto concordato in fase di accettazione della proposta.

Il Comitato di programma di IGF Italia 2010 non si assume alcuna responsabilità in merito agli incontri tematici, di cui saranno integralmente e unicamente responsabili i relativi organizzatori, anche in relazione ad eventuali spese.

Per eventuali dubbi, idee e proposte: http://www.igf-italia.it/contatti



Date importanti


1. Scadenza per la presentazione delle domande: martedì 2.11.2010.


2. Invio delle risposte: lunedì 8.11.2010.


3. Presenza (di persona o via streaming) alla sessione plenaria di IGF Italia martedì 30.11.2010 alle ore 14:30 a Roma presso la sede centrale del CNR, piazza Aldo Moro 7, Sala Convegni, Roma.




Allegato 1: Schema di proposta


1. Titolo dell'incontro (non più di 10 parole).


2. Breve descrizione dell'incontro (non più di 200 parole).


3. Perché questo tema è rilevante per l'Internet Governance Forum Italia?


4. Lo avete già trattato in altri contesti? Se sì, fornire descrizione e URL.


5. Avete esperienza di organizzazione di incontri pubblici? Se sì, fornire descrizione, data, luogo e URL.


6. Quali sono i problemi che volete provare a risolvere proponendo questo incontro?


7. Quali sono le opportunità che volete provare a cogliere proponendo questo incontro?


8. Siete a conoscenza di altre iniziative interessate agli stessi problemi/opportunità? Se si, quali?


9. Siete a conoscenza di persone o gruppi interessati allo stesso tema altrove in Italia?


10. Siete a conoscenza di persone o gruppi interessati allo stesso tema altrove fuori Italia?


11. Quando esattamente pensate di tenere l'incontro?


12. Dove pensate di tenerlo? Qual è la capienza del luogo che avete selezionato?


13. Come pensate di pubblicizzare l'incontro?


14. Quante persone vi aspettate che vengano al vostro incontro?


15. Nome, cognome, numero di cellulare e indirizzo email di una persona di riferimento che si assume la responsabilità di gestire l'incontro e, se approvato, di tenerlo in maniera conforme a quanto descritto in questa proposta.


16. Breve biografia del proponente; mettere in evidenza eventuali esperienze precedenti di organizzazione di incontri pubblici.


17. Pensate di allestire un sito per pubblicizzare e preparare l'incontro? Se sì, di che tipo? Pensate di utilizzare anche altri strumenti online, come Twitter, Facebook, ecc.? In ogni caso è richiesta una forma di pubblicazione on-line.


18. Pensate di trasmettere in streaming (audio o audiovideo) il vostro incontro? Se sì, usando quale tecnologia?


19. Pensate di produrre una registrazione dell'incontro? Se sì, pensate di renderla poi disponibile online?



Allegato 2: Schema di relazione finale


1. Titolo dell'incontro.


2. URL dell'incontro.


3. Organizzatore ufficiale: nome e cognome, numero di cellulare, indirizzo email, website.


4. Luogo dell'incontro.


5. Data, ora di inizio e di fine.


6. Numero di persone presenti.


7. Sintesi degli argomenti trattati.


8. Quali sono le principali criticità nell'ambito del tema che avete discusso?


9. Che cosa proponete di fare per risolverle o quantomeno attenuarle? Perché?


10. Se le azioni sono più di una, porle in ordine di priorità.


11. Quali sono le principali opportunità?


12. Cosa proponente di fare per coglierle? Perché?


13. Se le azioni sono più di una, porle in ordine di priorità.


14. Darete un seguito all'incontro di oggi?


15. Se sì, di che tipo? (Incontri periodici, mailing list, wiki, Facebook, ecc.)


16. Pensate che il tema che avete trattato sarà ancora rilevante tra un anno?


17. Pensate che sia probabile che qualcuno riproponga un incontro simile al prossimo IGF Italia?


18. L'iniziativa degli incontri tematici satelliti ha funzionato? La raccomandereste anche per il prossimo IGF? Se sì, con le modalità di quest'anno o con modifiche? Quali?


19. Avete richieste o suggerimenti in merito all'IGF Italia in generale?