ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

sabato 1 ottobre 2022

Perché abbattere San Siro?

https://www.facebook.com/radiolombardia/videos/450285760500504 https://www.facebook.com/radiolombardia/videos/887617475552759

mercoledì 28 settembre 2022

Dibattito Pubblico: si parte con il piede sbagliato

Così apre il sito ufficiale del Dibattito Pubblico "Il dibattito ha lo scopo di presentare al pubblico la proposta del nuovo stadio di Milano e di raccogliere osservazioni e proposte per consentire di valutare e migliorare il progetto. Il dibattito è aperto a tutte le persone interessate ed è organizzato affinché il pubblico possa ricevere informazioni sulla proposta, chiedere ed ottenere chiarimenti, indicare criticità o temi da approfondire, e proporre soluzioni migliorative." Già partiamo male perché si ignora la normativa di riferimento che dice: dettato dell’art. 14 del DL 28.2.2021 n. 38, articolo che richiede prioritariamente la valutazione delle possibilità di riutilizzo dell’impianto sportivo esistente: “Gli interventi di cui al presente decreto, laddove possibile, sono realizzati prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate”.

domenica 18 settembre 2022

sabato 17 settembre 2022

La pedagogia di un murale

Sono due i temi della zona del Municipio 7 sui quali si sono diffusi i media cittadini e non: l’abbattimento del San Siro-Meazza per la costruzione di un nuovo stadio ed operazione immobiliare adiacente; gli scontri di piazza Selinunte del 10 aprile 2021, quando 300 giovani, chiamati dai rapper della zona per girare un video, affrontarono a sassate la polizia, intervenuta in assetto antisommossa per disperdere l’assembramento. Sul primo tema, per ora, poco e niente oltre il rendering del nuovo stadio immerso in una natura amazzonica. Il secondo, invece, in pieno lockdown ha portato sotto i riflettori il disagio giovanile che attraversa le metropoli italiane, con baby gang che assediano pezzi di città. Sono ventimila i minori denunciati in un anno. A Milano i carabinieri ne hanno individuate 13 nei 9 Municipi: non solo durante la settimana controllano le zone periferiche in cui abitano, nel weekend, dopo essersi dati appuntamento sui social, da Whatsapp a Instagram a Tik Tok, con i video postati in tempo reale vanno a prendersi il centro per il controllo del territorio e per affermare la propria supremazia, con scorribande nei luoghi della movida e aggressioni ai coetanei. Un disagio che diventa devianza, questione di ordine pubblico e terapeutico. Dopo i fatti di Piazza Selinunte, il Prefetto Renato Saccone richiamò Comune, Regione e Aler, l’ente regionale che gestisce le case popolari, ad assumersi le proprie responsabilità, impegnandoli nella firma di un protocollo per la «rigenerazione di San Siro». Saccone disse che “in piazzale Selinunte circa 300 giovani si erano radunati per il video di un rapper e ne erano seguiti scontri con le forze dell’ordine, abbiamo ritenuto di dare una risposta, di accettare e interpretare la domanda posta da quei 300 adolescenti. Il quartiere è tra i più popolosi ed è una delle periferie che avverte di essere esclusa dal resto della città”. Così il Prefetto ha convocato il Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza aprendo a tutti i 9 Municipi. Alla luce dei 20.000 minori arrestati in un anno, il direttore dell’Anticrimine si è espresso in sintonia con il Prefetto di Milano: “Se puntiamo solo sulla repressione abbiamo già perso”. Per la verità, a più di un anno di distanza dalla firma di quel protocollo, per la rigenerazione non molto è stato fatto. Per questo assume un significato particolare l’iniziativa della GILDA degli Insegnanti di Milano e Varese, che ha pensato di coinvolgere gli studenti e gli insegnanti dell’Istituto Tecnico e Professionale Galilei-Luxemburg, situato nel quartiere S. Siro: comunicazione, grafica, meccanica, meccatronica, ottica, servizi sanitari e di assistenza sociale sono i percorsi professionali seguiti dai ragazzi. La coordinatrice Valeria Serraino e la vice Valeria Ammenti, anche loro docenti, hanno pensato di far realizzare agli studenti un murale sulla parete che fa da sfondo alla sala riunioni di questa associazione professionale, che è tra quelle rappresentative dei docenti a livello nazionale. Ho accettato volentieri il ruolo di tutor aziendale per questo progetto che ho proposto come partecipazione consapevole dei ragazzi alla definizione e realizzazione del progetto. La Gilda ha dato il tema: l’evoluzione della conoscenza che ha accompagnato l’evoluzione della specie. I ragazzi, coadiuvati dai loro insegnanti, hanno preparato al computer tre ipotesi per trattare il tema, il mio intervento con Valeria & Valeria ha combinato le loro ipotesi mettendole in relazione tra loro e trasformando uno schermo presente sulla parete da vincolo a opportunità generativa. L’animale umano è stato in grado di produrre strumenti tecnologici e codici che continuano a retroagire su di lui, modificandolo a mano a mano che adotta le tecnologie da lui stesso inventate e si ibrida con esse, trasformandolo da homo sapiens a homo technologicus. Così, mentre scorre la relazione spazio/tempo dell’evoluzione, dagli ominidi a Homer Simpson, gli strumenti della conoscenza di ieri e di oggi, dai graffiti alla scrittura, dalla Galassia Guttenberg ai supporti digitali, si espandono dentro a sfere generate dalla nebulizzazione dello schermo. La conoscenza come via per la liberazione dello spirito dell’uomo dall’omologazione culturale dell’homo technologicus, che possiede gli strumenti per la propria liberazione ma ne è nel contempo eterodefinito. La ricomposizione della relazione tra la sfera biologica del vivente con quella antropologica, la consapevolezza del necessario legame tra loro, è affidata alla banana che è nella mano di Homer come in quella del primo ominide. Sia la scelta della collocazione dei personaggi pensati dai ragazzi e degli strumenti della conoscenza, sia l’utilizzo delle tecniche pittoriche a pennello e spray, sono avvenute in un confronto tra gli studenti e gli insegnanti. Un confronto sottratto alle necessità delle lezioni frontali e delle prove per la valutazione. Solo uno dei ragazzi aveva esperienza come writer ma nessuno aveva mai fatto un murale, per cui qui la relazione si è fondata sulla comunicazione di conoscenze e sulla richiesta di indicazioni legate alle competenze riconosciute agli insegnanti in un clima di reciproca empatia. La scuola ha dato un segno, un’indicazione della trasformazione del disagio giovanile nelle periferie milanesi in un possibile protagonismo comunicativo, con l’apprendimento e l’uso di un linguaggio espressivo per tradurre una consapevolezza condivisa. Così il murale nell’arco di una settimana ha preso quotidianamente forma, con il sottofondo dell’hip hop e delle rappate del Seven 7oo (Seven Zoo), il collettivo musicale che davanti allo stadio Meazza canta, con il ritmo nervoso e ossessivo proprio del rap, ‘San Siro Medellin siamo ancora qui’, la torre di Piazzale Selinunte, il quartiere, via Zamagna, via Tracia. https://www.youtube.com/watch?v=kTKsXM8CYOY Ho proposto ai ragazzi di documentare con i cellulari lo svolgimento e il senso del murale e della loro esperienza, insieme agli insegnanti hanno definito le domande e le risposte, organizzato lo svolgimento e le riprese e hanno prodotto un video. Il tutto in una chiave esplicativa che li ha visti alla prova con emozione e qualche titubanza, in un registro di comunicazione molto diverso dallo slang e dalle ritualità rappate, celebrative di una marginalità e di un disadattamento sociale che diventano antagonismo distopico. Dopo i fatti di piazzale Selinunte è stato importante l’invito del sindaco Sala ai due rapper di Seven Zoo, ma ciò non costituisce un’azione coordinata tra le varie agenzie educative e gli operatori sociali della periferia, con la costruzione, insieme ai giovani che la abitano, di luoghi attrezzati per apprendere linguaggi espressivi e prendere parola pubblicamente per riflettere e comunicare con gli altri diversi da loro. Non basta evocare le periferie per farle diventare luoghi con spazi e servizi per l’esercizio sociale e politico della cittadinanza attiva, occorrono scelte politiche che si traducano in visione, progetti e finanziamenti per aiutare i giovani di questi quartieri ad uscire dalla loro marginalità culturale e sociale. Fiorello Cortiana Arcipelago Milano

lunedì 27 giugno 2022

Per la rigenerazione del Campo Democratico

Certamente siamo un Paese commissariato dall tecnofinanza, certamente abbiamo un Parlamento espresso da una legge elettorale incostituzionale, certamente manca una soggettività politica capace di visione ed autonomia. Questo spiega lo spazio per i populisti e i sovranisti, ma tutto ciò deve impegnarci a costruire una proposta partecipata non a sottovalutare e dimenticare i fondamenti di libertà e democrazia della Costituzione della Repubblica e di quella europea. Proprio nella emergenza triplice, clima/pandemia/guerra, l'Europa può fare un passo avanti verso una soggettività federale e democratica compiuta. È vero, stiamo assistendo ad un rigurgito di protagonismo imperiale di vecchi e nuovi, nuovo, attori, ma libertà e democrazia non possono essere subordinate al mantenimento di questo modello di sviluppo. La libertà di espressione non è un lusso dei momenti di crescita consumistica o un illecito da punire con il carcere o l'veleno. La libertà è una pre-condizione irrinunciabile. English Version: Certainly we are a country commissaried by technofinance, certainly we have a Parliament expressed by an unconstitutional electoral law, certainly we lack a political subjectivity capable of vision and autonomy. This explains the space for populists and sovereignists, but all this must commit us to build a participatory proposal not to underestimate and forget the foundations of freedom and democracy of the Constitution of the Republic and the European Constitution. Precisely in the triple emergency, climate/pandemic/war, Europe can take a step forward toward an accomplished federal and democratic subjectivity. True, we are witnessing a regurgitation of imperial prominence of old and new, new, actors, but freedom and democracy cannot be subordinated to maintaining this model of development. Freedom of expression is not a luxury of moments of consumerist growth or an offence to be punished by jail or poison. Freedom is an indispensable pre-condition

giovedì 26 maggio 2022

De Mita

Insieme al cordoglio per la morte di Ciriaco De Mita PER-Patto Ecologista Riformista esprime il suo apprezzamento per una delle figure preminenti della Repubblica. Non è stato solo un leader della sinistra DC ma un politico con una visione. Non ci sfuggono né le degenerazioni della partitocrazia né quelle di Tangentopoli, ma è evidente che nella Prima Repubblica leader come De Mita, Berlinguer, Craxi, Pannella, vivevano la politica come soggettività e ambizione di realizzazione di una visione, di una ipotesi di società. Ognuno di noi ha contrastato e condiviso le loro scelte ma era politica non tecnocrazia finanziaria.

Naviglio RossoNero

mercoledì 25 maggio 2022

40 Senatori Statunitensi

Steve Kerr, allenatore NBA, sul massacro di bambini e insegnanti a scuola. Niente da aggiungere.

domenica 22 maggio 2022

venerdì 13 maggio 2022

insieme

la croce e il Cristo sull'altare di San Petronio, il senso, la storia, la bellezza: insieme

mercoledì 11 maggio 2022

POLITICA PUBBLICA A MILANO, UNA TRISTE SITUAZIONE – La questione dello stadio nuovo e, se abbattuto il San Siro-Meazza, le edificazioni consentite per rendere l’operazione profittevole è nella piena indeterminatezza. E’ probabile che, oltre al possibile scudetto, essa rientri pienamente nella valutazione per la cessione della società AC Milan. C’è un solo punto fermo, una certezza, il sindaco Sala che, occorre riconoscerlo, è esplicito nella sua funzione di facilitatore dei fondi proprietari di Milan e Inter. Questa la sua recente rassicurazione: “Io credo che noi arriveremo ad autorizzare il nuovo stadio con i nostri tempi, che non sono neanche dipendenti dalla mia volontà. Il dibattito pubblico è previsto dalla legge: purtroppo le leggi non le faccio io, capisco che bisogna chiedere alle squadre di pazientare ancora ma è così. Ormai dopo questo lungo processo siamo vicino alla conclusione del tutto, quindi spero che abbiano un altro po’ di pazienza e che tutto si concluda al meglio.” ‘Purtroppo le leggi non le faccio io’ dice il sindaco, noi diciamo: per fortuna. Perché non siamo vicini alla conclusione di nulla, questo è un processo di pianificazione urbanistica mai partito. Sala è al secondo mandato ma possibile che non abbia una sua idea, non dico una visione, sul che fare di uno stadio pienamente funzionante di proprietà pubblica e sui 29 ettari circostanti, anch’essi di proprietà pubblica? Questa espressione della politica come questione tecno-amministrativa costituisce una rappresentazione plastica della condizione odierna della democrazia. Si dirà ‘Ma Sala è un tecnico’, questo è certo, ma nel ritenersi tale ha persino il pregio di essere esplicito. Al contrario, pur in sintonia sostanziale con l’indirizzo del sindaco, la maggioranza e l’opposizione vivono una piena simulazione della partecipazione al processo deliberativo e la condividono con il loro ristretto riferimento sociale ed elettorale, il 47% degli aventi diritto al voto. Nei giorni scorsi è andato in scena un esempio di questa partecipazione simulata e si è tenuto nel Municipio 6 una convocazione congiunta del Consiglio Comunale e del Consiglio del Municipio, con qualche assessore. Chiaramente non costituiva un momento dove le segnalazioni dei cittadini, in relazione alle questioni dei quartieri e dei servizi, raccolte in precedenza, trovavano una trattazione ed una interlocuzione tra Palazzo Marino e una zona del decentramento, magari coinvolgendo le rappresentanze istituzionali dei comuni della prima cintura contigui. Avrebbero persino potuto fare a meno di strumenti e percorsi di partecipazione informata e di ascolto, sarebbe bastato leggere e vedere cosa pubblicano i cittadini nei gruppi di Facebook del Quartiere Barona, del Gambellino Lorenteggio, del Naviglio Grande. Invece niente, malinconicamente niente. Niente, non se ne fa nulla, come il Presidente Minniti rispose alla richiesta di trattare in modalità pubblica e informata le implicazioni relative allo stadio, che è nel contiguo Municipio 7. Ognuno preso dalle sue ambizioni e dai suoi piccoli scambi. Più che malinconica direi triste la situazione della politica pubblica a Milano. Fiorello Cortiana

venerdì 29 aprile 2022

Sergio Ramelli

L'uccisione di Sergio Ramelli non aveva alcun senso anche dentro allo scontro militare diffuso tra servizi d'ordine e squadristi. Fu l'esito di un percorso di iniziazione che necessitava di un obiettivo sul quale esercitarsi. L'ulteriore conferma dello squallore autoreferenziale fu il successivo tentativo di attribuire informalmente la responsabilità del pestaggio omicida ai collettivi del Casoretto e Stadera, antifascisti militanti che mai avevano colpito persone inermi. L'attribuzione informale della responsabilità ai due collettivi fu a cura dell'organizzazione cui appartenevano gli autori dell'azione. Il segno di una logica degenerativa collettiva dei gruppi. La morte di Ramelli costrinse e consentì una riflessione critica sull'estetica della violenza e sulla riduzione simbolica dell'antinomia destra/sinistra.Per molti giovani del movimento 1976/77 ciò costituì un importante fondamento libertario di laicità e rispetto delle differenze.

giovedì 28 aprile 2022

Meta Awareness

Rinascita Digitale-INNOVATION JOURNEY Settimanale L’innovazione è un viaggio, un processo continuo di studio, esplorazione e comprensione della realtà per rivoluzionarla. Attraverso notizie, interviste, start up parleremo d’innovazione andando oltre la dimensione tecnologica, andando beyond the boundaries. Meta Awareness INNOVAZIONE giovedì 28-04-2022 09:30 > 10:00 Incontro con Fiorello Cortiana Webmaster, ECDL, Delegato Parlamento Italiano WSIS ONU, Delegato Italia IGF ONU Autore della premessa all'edizione italiana del libro del Premio Nobel per l'Economia Elinor Ostrom La conoscenza come bene comune. Insieme a Stefano Rodotà, Gilberto Gil, Lawrence Lessig, Richard Stallman e Daniel Cohn-Bendit, ha promosso l'appello per l'Internet Bill of Rights, elemento generatore della Dynamic Coalition dell'IGF "IRP-Internet Rights and Principles", dove ha coordinato un Workshop dedicato alla questione, e poi a Rio dove ha contribuito alla definizione della Dichiarazione Congiunta sull'Internet Bill of Rights dei Governi dell'Italia e del Brasile. È Goodwill Ambassador di OLPC il progetto/laptop del MIT per dare ai bambini del mondo la possibilità di un apprendimento collettivo in rete. Coordina insieme a Comunità Nuova di don Gino Rigoldi il progetto educativo di OLPC già partito in Romania e a Milano, che interessa il Kenya e Gerusalemme. Da diversi anni organizza gli appuntamenti di Condividi La Conoscenza, incontri tra sfera antropologica e sfera biologica del vivente. Curatore della tre giorni multimediale 'Abitare la Città Abitare la Terra' alla Triennale Internazionale 2016 La meta awareness è la capacità di osservare i vostri pensieri, sentimenti, sensazioni e impulsi mentre stanno accadendo. Quando abbiamo questa consapevolezza, allora possiamo scegliere cosa fare dopo. Quando non l'abbiamo, siamo bloccati nel solco delle nostre reazioni abituali e familiari.

mercoledì 13 aprile 2022

IL RILANCIO DELLA CITTA' METROPOLITANA

ArcipelagoMilano 5 aprile 2022 IL RILANCIO DELLA CITTÀ METROPOLITANA Mai smettere di provarci di Fiorello Cortiana Tuttosport ha riportato le parole dell’ineffabile Sala, sindaco di Milano, capoluogo della Città Metropolitana di Milano, della quale Sala è il sindaco di default. Alla presentazione della Telepass Milano Marathon, ha affermato: “È importante che lo stadio rimanga nei confini della città. Questo è chiaro. Siamo in continuo contatto con le squadre. Continuo a essere positivo”. Perché è ‘importante’ e ‘chiaro’ per un sindaco pronto a fare un Dibattito Pubblico sul nulla? Laddove fosse necessario un nuovo stadio, ma così non è…, questo dovrebbe essere collocato secondo criteri di pianificazione che tengano conto della sostenibilità, cioè del combinato tra impatto sul territorio interessato, della accessibilità ad una struttura multifunzionale con modalità articolate, quindi con emissioni relative, ingombro statico e dinamico, verifica della qualificazione sociale di quella funzione e del suo indotto. Come è possibile non considerare le dimensioni e le implicazioni metropolitane di un simile intervento, ovunque sia situato? Chi se non un sindaco di un organismo presente nel Titolo V° della Costituzione ma senza la rappresentanza elettiva da essa prevista e senza poteri e prerogative adeguate ai compiti di governo di un’area con 134 comuni e oltre 3.000.000 di abitanti? La realtà metropolitana di Milano, insieme a quella di Napoli, è certamente tale e vive già una quotidiana e intensa relazione reticolare, ma non dispone di un governo che ne abiliti tutte le potenzialità di produzione di valore nella glocalizzazione in condizioni di qualità ambientale e sociale. Il nostro pianeta, a metà secolo, vedrà il 70% della sua popolazione urbanizzata, con una dissipazione di energia e risorse, accompagnata dall’insicurezza come prodotto sociale. La sfida vitale che abbiamo è quella di rendere i nodi metropolitani una funzione generativa di consumi, costumi, modalità produttive e relazioni vicine o lontane, capaci di contribuire alla necessaria conversione ecologica di questa Piccola Terra. Tocca ad uno dei corpi intermedi, le Camere del Lavoro di Milano e del Ticino Olona, inquadrare la questione aperta della Città Metropolitana. Sarebbe un normale concorso ad un processo di ridefinizione dell’architettura costituzionale e istituzionale italiana dentro a quello europeo. Ridefinizioni che emergenza climatica, pandemia e guerra hanno messo all’ordine del giorno delle esperienze democratiche. Il paradosso preoccupante è che la CGIL non partecipa ad un processo costituente, generato dalle rappresentanze politiche nazionali e locali, ma lo promuove. La Camera del Lavoro di Milano già prima della Pandemia aveva riunito tutte le Camere del Lavoro delle Città Metropolitane per condividere questo processo di attuazione della Costituzione, ciò che si evidenzia è che sia ancora soltanto una rappresentanza dei corpi intermedi a raccogliere il richiamo esplicito formulato dalla Corte Costituzionale al Parlamento nello scorso autunno: tant’è. Le CdL milanese e del Ticino Olona, insieme a diverse facoltà delle università milanesi, hanno preparato una iniziativa nazionale per fare il punto sul quadro normativo che interessa le commissioni parlamentari, su quello della Regione Lombardia, su quello della Città Metropolitana e sulla azione del suo sindaco. Non si tratta di una lodevole iniziativa per alimentare una cultura costituzionale per la politica pubblica, si tratta di dare vita ad un confronto cogente a fronte della crisi evidente dell’istituto della democrazia che interessa l’occidente tutto. Il lavoro proposto al confronto parte dal dossier delle Città Metropolitane – Città Metropolitana di Milano, del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri del marzo del 2017. Un dossier completo ed articolato le cui traiettorie indicate sono rimaste immutate. Quello che occorre indagare è l’incidenza su questa realtà delle emergenze in atto, olimpiadi Invernali comprese. Tra le regioni urbane funzionali italiane-FUR, l’estensione di quella milanese è superiore a qualsiasi altra: oltre ai 134 comuni ex provincia vi è una estensione del FUR milanese a 499 comuni (fonte OCSE) e fino a 1.206 comuni (Bundeinstitut fur Bau – Stadtund Raumforschung – BBRS tedesco). Si tratta di una complessità in atto, una articolazione reticolare che richiede di essere governata con strategie ed assetti istituzionali tra loro anche differenti ma efficaci. Quel che Milano non può assolutamente permettersi è una continuità sostanziale mascherata da poche scelte nominalistiche, che lasciano inalterata la inefficienza del governo delle interdipendenze in un’area di tale complessità. Il documento di lavoro proposto al confronto è chiaro, constata: il fallimento della riforma Delrio e solleva il bisogno di una riforma delle Autonomie Locali capace di costruire un governo delle nuove complessità, di una realtà che in molti aspetti non ha più una dimensione confinata nei confini daziali, ma dimensioni dell’area vasta; che le riforme e leggi negli ultimi anni muovevano sempre da due obiettivi: risparmi e semplificazione nel nome dell’efficienza, meno burocrazia, meno conflitti di competenze, meno sovrapposizione fra Enti, eliminazione della indennità degli eletti – il sistema degli Enti locali ne avrebbe guadagnato in efficienza. Una cultura che ha visto il governo pubblico di funzioni come spreco e limitazione di un mercato e di una libertà di scelta che erano individuate come la migliore organizzazione delle funzioni. E’ evidente che una dimensione metropolitana degli investimenti del PNRR sarebbe di grande interesse, a partire da ambiente, servizi, casa. Per questo una organizzazione di massa radicata nel mondo del lavoro come la CGIL, spinge a un ripensamento e un rilancio delle Istituzioni Metropolitane, così in grado di supportare nuove economie urbane e contribuire al rilancio della produttività, dove la transizione ecologica, se opportunamente pensata come grande questione politica e non solo tecnologica, è certamente ingovernabile a livello dei singoli comuni. Qui si delinea il ruolo fondamentale della città metropolitana; essere supporto, coordinare la progettazione di aree di comuni, assistere le amministrazioni locali nella partecipazione a questo progetto di rinascita e crescita che non può emarginare la grande maggioranza delle amministrazioni locali. Non è il contado ma una rete di nodi funzionali che abilita il sistema territoriale. Senza un governo dell’area metropolitana il rischio è che le attuali città metropolitane non ce la possono fare: problemi di risorse, di capacitàzione, di mancanza di indirizzo politico. La CGIL è diretta: “la città metropolitana è oggi un Ente con elezioni di secondo livello, cioè è un Ente a cui non concorrono direttamente i cittadini all’elezione dei suoi organismi. Se questo era accettabile in una fase transitoria che prevedeva la soppressione degli Enti di area vasta, nel momento in cui questi Enti sono previsti in Costituzione con pari rango di tutte le altre amministrazioni locali, una modalità diversa di elezione non è accettabile. Ciò diventa poi un vero e proprio vulnus democratico nel momento in cui questi Enti, come noi auspichiamo, diventino non più scatole vuote come oggi sono, ma Enti dotati di una propria funzione”. L’appuntamento, slittato per problemi di uno degli interlocutori, sarà in Camera del Lavoro a Milano, con diretta FaceBook e Youtube. Massimo Bonini Segretario Generale, CGIL Milano chiamerà al confronto i diversi livelli istituzionali coinvolti: Michela Palestra Vicesindaca, Città Metropolitana di Milano; Alessandro Spada Presidente, Assolombarda; Stefano Buffagni Parlamentare, 5Stelle; Andrea Monti Consigliere Regione Lombardia, Lega; Vinicio Peluffo Segretario Regionale, PD Lombardia. Mariastella Gelmini Ministra Affari Regionali ed Autonomie e Giuseppe Sala Sindaco di Milano, ne discuteranno con Maurizio Landini Segretario Generale CGIL. Toccherà a Mario Principe Segretario Generale CGIL Ticino Olona moderare il dibattito e renderlo cogente. Non smettiamo di provarci.

martedì 29 marzo 2022

Il dito di Cassandra

'Hitech magazine' è un quindicinale cartaceo di informazioni sul mercato dell'elettronica di consumo, entertainment, ecc. Nel numero di gennaio/febbraio l'editoriale del direttore Angelo Frigerio ha riguardato 'La tempesta perfetta: tutta colpa della sostenibilità'. Evidentemente provato dai costi della carta, li ha attribuiti prima alla domanda di Amazon al mercato carta/cartone per l'impacchettamento dei prodotti venduti. Ci sta. Poi ha virato decisamente contro la richiesta di 'riduzione drastica della plastica nelle confezioni'. Evidentemente questa è la ragione scatenante della divaricazione sociale in atto 'Cosa mai potranno fare quei cinque milioni di italiani , che vivono sotto la soglia della povertà, di fronte agli aumenti stratosferici di tutto: energia, gas, prodotti alimentari (pane, pasta)? Nulla, se non ringraziare Greta e i gretini: "Bene, bravi,bis".'. Colpisce che la reazione stizzita e insultante sia carica di tanta ignoranza dei fatti e che invece di fare i conti con le ragioni delle emergenze in atto si individui il colpevole in coloro che le indicano. La reazione del direttore Frigerio è indicativa di un senso comune diffuso e merita una considerazione ragionata piuttosto che una replica speculare. Innanzitutto occorre informarlo che non sono le richieste di Fridays For Future ad aver ridotto l'uso della plastica nelle confezioni, dallo scorso 14 gennaio, in Italia, è entrato in vigore il Decreto legislativo n.196 del 8 novembre 2021 per l'attuazione della direttiva (UE) 2019/904, ovvero la direttiva SUP sulle plastiche monouso. Una vasta gamma di prodotti che inquinano l’ambiente in cui viviamo. Oltre l’80% dei rifiuti marini sulle spiagge sono di plastica, il 50% sono oggetti di plastica monouso e il 27% sono attrezzature per la pesca. Siamo cresciuti con l'usa e getta del consumismo, a scapito delle risorse naturali non rinnovabili e dei paesi più poveri, senza alcuna preoccupazione e precauzione per l'impatto del nostro modello di sviluppo sul vivente, a partire dall'assorbimento dei nostri prodotti inquinanti da parte della terra, dell'aria, dell'acqua. Gli allarmi del Club di Roma, contenuti nel ' Rapporto sui limiti dello sviluppo ', sono del 1972, il movimento ecologista, negli anni, dai centri di ricerca ha preso corpo nella società, ma il tutto è stato derubricato a profezie da Cassandre che le innovazioni tecnologiche si sarebbero incaricate di smentire o piuttosto espressioni dei radical chic. Del resto la crisi petrolifera del 1973 era passata e tutto poteva ricominciare. Se non bastavano gli accordi politico-economici per i pozzi si usava la forza, come in Iraq. Ricordate la provetta mostrata all'ONU da Colin Powell come esempio di 'armi di distruzione di massa' rivelatesi inesistenti? Piuttosto che in Libia, nel nome delle primavere arabe, un premio di guerra con la spartizione di un bottino da 130 miliardi di dollari, quattro volte tanto laddove un unico Stato libico tornasse a esportare come ai tempi di Gheddafi. Il terzo millennio è iniziato e siamo qui, nel pieno di un'emergenza combinata: clima, pandemia, guerra. Bene, ora certamente la conversione ecologica non va' sospesa, anzi è più che mai necessaria, deve essere tradotta in politiche organiche capaci di una articolazione che accompagni la trasformazione produttiva e sociale. Si parla di circolarità della green economy, ma non significa automaticamente tradurle in processi di cambiamento, ci vuole volontà politica per definire indirizzi operativi. Ci vuole una responsabilità sociale e ambientale d'impresa. Pensate: lo scorso dicembre il Garante per la concorrenza e il Mercato ha multato Amazon e Apple per 68,7 e 134,5 milioni di euro. Una inezia, una briciola, Amazon, in Italia, ha fatturato nel 2020 7,25 miliardi di euro, 6.60 miliardi di dollari su un fatturato globale nel 2021 di 386,1 Mld di dollari. Le capitalizzazioni delle prime sette corporation del digitale, Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet, Facebook, Tesla, Netflix, arrivano nel 2020 a 7.7 mila miliardi di dollari. Dobbiamo sommare Germania, Italia e Spagna per arrivare a 7.56. Altro che corporation, queste imprese sono Stati globali, senza alcuna responsabilità sociale redistributiva in un cambio epocale di sistema nella produzione di valore, con una globalizzazione senza governo a disposizione dei nuovi imperi, con i nodi di un modello di sviluppo quantitativo illimitato giunti al pettine. Forse una testata che si chiama Hitech e il suo direttore dovrebbero partire da qui, dalla Luna, non dal dito di chi la indica... Ci salveremo in virtù di una scelta di valore, non perché una nuova emergenza farà traboccare il vaso, sarà tardi.

domenica 20 marzo 2022

Con Maignan e Tomori contro ogni razzismo

Era la giornata contro il razzismo, c'è ancora tanta strada da fare. A fianco di Maignan e Tomori, che la scimmia irrida ogni razzismo.👍

mercoledì 16 marzo 2022

Have a good hacking

The Guardian "‘It’s the right thing to do’: the 300,000 volunteer hackers coming together to fight Russia." Yes, it is!

domenica 13 marzo 2022

al Franco Parenti con le voci delle donne Ucraine

Maternità surrogata e bambini prodotto. Una riflessione cruciale che non riguarda solo l'Ucraina.

Avvenire L'intervista. Bebè «surrogati», persone o cose? Antonella Mariani giovedì 27 maggio 2021 Il filosofo Alessio Musio: con l’utero in affitto salta il limite tra generare e produrre. Ma la gravidanza non è un lavoro I bambini nati da utero in affitto bloccati in Ucraina per il lockdown nella primavera 2020 I bambini nati da utero in affitto bloccati in Ucraina per il lockdown nella primavera 2020 - Reuters COMMENTA E CONDIVIDI La copertina colpisce: tre robot con sembianze di donne. Robot umanoidi che, allegoricamente, rappresentano già lo “sfruttamento” del corpo femminile… di coloro che nella maternità surrogata concorrono alla nascita di un bambino: la donna che ha fornito i suoi ovociti, quella che lo porta in grembo e infine quella che ha voluto quel bebé e lo alleverà. Ma di chi è veramente figlio quel neonato? Alessio Musio, formatosi in bioetica alla scuola del filosofo Adriano Pessina, è oggi ordinario di Filosofia morale all’Università Cattolica di Milano. Il suo ultimo lavoro è un pamphlet appassionato che fin dal titolo "Baby boom, critica della maternità surrogata" (Vita e Pensiero, pagg. 280, euro 22) esprime un punto di vista netto. Professor Musio, nel suo libro scrive che la maternità surrogata realizza un mutamento di civiltà. In che senso? Nel senso che la maternità surrogata delega alla tecnologia non soltanto la generazione, ma la stessa gestazione e il parto, secondo una logica di sostituzione. Chi viene sostituito? La madre che per nove mesi porta in grembo il bambino e lo mette al mondo. La nostra cultura però ci suggerisce che le persone sono uniche e irripetibili. Ecco dove emerge il mutamento di civiltà: con le sue sostituzioni la maternità surrogata espone lo statuto dei figli al deflagrare della differenza tra le persone e le cose. A rischio è ciò che nell’etica è il linguaggio della dignità e nelle relazioni quello dell’amore: il senso dell’unicità dell’essere umano. Ma l’unicità non è soltanto quella “personale”: è anche quella dei momenti, dell’esperienza. Nella maternità surrogata commerciale la gestazione e il parto diventano un lavoro e perdono così il loro significato peculiare. Il professor Alessio Musio Il professor Alessio Musio - a.m. La gestazione e il parto potranno mai diventare un lavoro? No, perché aspettare un figlio significa mettere al mondo il miracolo dell’unicità. Nella maternità surrogata commerciale, però, di fatto gestazione e parto sono oramai pensate come una professione, e quindi rientrano tra gli atti che possono diventare preda della serialità lavorativa, cioè delle tante cose che ripetiamo quotidianamente lavorando. E pensare che per decenni si è lottato per proteggere la maternità dalle dinamiche del lavoro, mentre oggi è la maternità stessa a diventare un lavoro… C’è chi dice che nella maternità surrogata a essere in vendita non è il figlio, ma i servizi gestazionali. È d’accordo? Non posso esserlo per il fatto che quei servizi non ci sarebbero senza la presenza del bambino. La maternità surrogata commerciale, quindi, è per forza di cose un mercato dei figli, tant’è che ci sono i cataloghi delle madri genetiche e delle madri gestazionali. «A chi arriva ad assimilare la maternità di Maria a un caso di surrogazione rispondo che lei è stata vera mamma secondo la carne, mentre la madre reclutata per conto terzi è solo gestazionale: non ne deve restare alcuna traccia» ​ Un altro tema che lei affronta nel libro è la pretesa legittimazione ante litteram della maternità surrogata nella Bibbia, grazie a figure di ancelle che mettono al mondo bambini per altri. Ma è vero che ci sono analogie con le pratiche contemporanee? No, per nulla. Negli episodi dell’Antico Testamento la madre che mette al mondo – solitamente una schiava – è e rimane l’unica madre carnale del figlio. Non c’è ovviamente l’appalto della generazione alla tecnologia e non c’è il fenomeno delle tre madri, cioè la scissione tra la madre genetica, la madre gestazionale e quella sociale. Nella vicenda biblica la madre resta presente nella vita del figlio, non scompare come accade nella quasi totalità dei casi di maternità surrogata, tanto che la sua presenza in qualche caso perturba l’equilibrio famigliare. C’è anche chi paragona la maternità surrogata alla generazione di Gesù da parte di Maria; ma Maria ne è l’unica vera madre. Nella maternità surrogata, invece, la maternità gestazionale non coincide con quella genetica e di sé non lascia traccia. Insomma, sono analogie fuori luogo. E che dice di narrazioni più contemporanee come "Il racconto dell’ancella"? C’è una linea di continuità dalla Bibbia a Margaret Atwood nel considerare il bambino un semplice prodotto? il successo di quel romanzo e della serie che ne è stata tratta è significativo. C’è la critica - fortissima - delle riduzione delle persone a biologia. Ma c’è anche la critica - altrettanto radicale - all’idea che la carne non conti nulla: solo così si spiega lo strazio dell’ancelle quando si vedono portato via il bambino dopo il parto, come negli scenari della maternità surrogata liberale. In ogni caso è una conferma del fatto che quando è in gioco la generazione umana si realizza un’impressionante convergenza di piani: etico-antropologico, certamente, ma anche teologico e politico. Nel suo libro cita spesso il pensiero femminista sulla maternità surrogata. Perché? Perché il solo sguardo maschile sul fenomeno non basta. Nessuna donna anche favorevole alla maternità surrogata paragonerebbe mai la gravidanza a “scavare una buca” o all’“affitto di una casa per le vacanze”, come fanno alcuni studiosi uomini. Più in generale direi che il pensiero femminista critico sulla maternità surrogata - e qui mi faccia fare un elogio ad Avvenire, per il modo con cui ha diffuso nel più vasto pubblico gli interessanti testi di una pensatrice come Agacinski – offra l’occasione per colmare una lacuna di molta ricerca bioetica. Si pensa a partire dai corpi e non dalla smaterializzazione dei corpi che le tecnologie riproduttive rendono possibile… Alcune autrici, ad esempio, osservano in modo acuto che la madre genetica ha un’esperienza del figlio che è diventata come quella del maschio, perché non ha un rapporto carnale con lui, dato che non si sviluppa nel suo grembo. Altre sottolineano come cambi anche il rapporto con i medici che si occupano di maternità surrogata: più simili ai veterinari, che si occupano degli interessi dell’allevatore che non di quelli della mucca e del vitellino. Molti pensano che criticare le modalità in cui un bambino viene concepito e fatto nascere significa mancare di rispetto al bambino stesso, considerarlo in qualche modo "sbagliato". Cosa risponde? È una strategia argomentativa usata per confondere le acque. Criticare la maternità surrogata vuol dire criticare chi si arroga il diritto di far venire al mondo un figlio sottraendolo alla sua madre di carne. Non vuole certo dire negare lo statuto ontologico del figlio. Il figlio resta figlio. La dignità è un dato ontologico, strutturale, di ogni esistenza umana proprio per fatto di essere umana, ma ci sono situazioni che non sono all’altezza della dignità dell’uomo. E dunque devono essere modificate. È sbagliato trattare il figlio come una cosa e come una merce proprio perché il figlio non lo è. Nel suo libro si parla spesso di "eccesso generativo e generazionale della maternità surrogata": ci vuole spiegare cosa intende? L’eccesso generativo e generazionale è quel mettere in crisi lo statuto dei figli di cui abbiamo parlato, il venire meno della distinzione tra le persone e le cose. In questo senso dire no alla maternità surrogata significa salvaguardare la distinzione fondamentale tra generazione e produzione. La scelta del termine eccesso è anche una critica ai figli di una generazione, quella venuta dopo il baby boom, che ha simultaneamente cominciato a non fare più figli e a generarli in modo tecnologico e commerciale. In ogni caso nel riscoprire il significato autentico della generazione in gioco è ciascuno di noi. Perché il figlio non è il bambino, ma la persona umana. Nel libro riprendo un’immagine dello scrittore Antonio Scurati che parla di "braccino corto nei confronti della vita", che non si spiega con ragioni economiche e materiali. Abbiamo imparato a vivere per il "metro breve del presente assoluto" in cui tutto si gioca nell’istante, in cui non trovano spazio le grandi narrazioni: la politica, quella vera, l’amore, la generazione dei figli.

giovedì 10 marzo 2022

FUTURO È ADESSO La conversione ecologica e la guerra

ARCIPELAGO MILANO 8 marzo 2022 di Fiorello Cortiana “Climate Change 2022: Impacts, Adaptation andVulnerability”, hanno così denominato il rapporto del Working Group II gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change-IPCC delle Nazioni Unite e i 195 governi membri dell’IPCC hanno approvato il Summary for Policymakers. Si tratta della seconda parte del Sixth Assessment Report – IPCC (AR6). Le conferme che contiene sono preoccupanti “I cambiamenti climatici indotti dall’uomo stanno causando pericolosi e diffusi sconvolgimenti nella natura e colpiscono la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, nonostante gli sforzi per ridurre i rischi. Le persone e gli ecosistemi con minori possibilità di farvi fronte sono maggiormente colpiti”. Laddove si riuscisse a fermare il riscaldamento globale di 1,5° C, nei prossimi due decenni il mondo affronterà comunque molteplici rischi climatici, di più e di peggio. “Anche il superamento temporaneo di questo livello di riscaldamento provocherà ulteriori gravi impatti, alcuni dei quali saranno irreversibili. Aumenteranno i rischi per la società, inclusi quelli relativi a infrastrutture e insediamenti costieri”. Gli sconvolgimenti sono già in atto “L’aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni sta già superando le soglie di tolleranza di piante e animali, causando mortalità di massa in alcune specie tra alberi e coralli. Questi eventi meteorologici estremi si stanno verificando simultaneamente, causando impatti a cascata che sono sempre più difficili da gestire. Gli eventi estremi hanno esposto milioni di persone a grave insicurezza alimentare e idrica, soprattutto in Africa, Asia, America centrale e meridionale, nelle piccole isole e nell’Artico. Per evitare una crescente perdita di vite umane, biodiversità e infrastrutture, è necessaria un’azione ambiziosa e accelerata per adattarsi al cambiamento climatico e, allo stesso tempo, ridurre rapidamente e profondamente le emissioni di gas serra. Ad oggi, si legge nel rapporto, “i progressi sull’adattamento non sono uniformi ed è sempre più ampio il divario tra le azioni intraprese e ciò che è necessario fare per affrontare i crescenti rischi connessi ai cambiamenti climatici”. “I cambiamenti climatici interagiscono con dinamiche globali quali l’uso insostenibile delle risorse naturali, la crescente urbanizzazione, le disuguaglianze sociali, le perdite e i danni da eventi estremi e la pandemia, mettendo in pericolo lo sviluppo futuro.” Questo oggi dove i cambiamenti climatici, i rischi e l’adattamento non risparmiano le città, dove vive più della metà della popolazione mondiale, ed è previsto che ci vivrà il 70% a metà secolo. Il rapporto dell’IPCC non invita ad alcun fatalismo rassegnato. “Ci sono soluzioni per adattarsi a un clima che cambia. Ecosistemi in salute sono più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici e forniscono servizi essenziali per la vita, come cibo e acqua. Ripristinando gli ecosistemi degradati e conservando efficacemente ed equamente il 30-50% degli habitat terrestri, d’acqua dolce e marini, le società umane possono trarre beneficio dalla capacità della natura di assorbire e immagazzinare carbonio. In questo modo possiamo accelerare il progresso verso lo sviluppo sostenibile, ma sono essenziali finanziamenti adeguati e sostegno politico”. Alla luce del degrado in atto, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Gutierrez ha dichiarato: “Ho visto molti rapporti scientifici ai miei tempi, ma niente di simile. Il rapporto dell’Ipcc di oggi è un atlante della sofferenza umana e un atto d’accusa schiacciante contro la fallita leadership climatica. I fatti sono innegabili. Questa abdicazione alla leadership è criminale. I più grandi inquinatori del mondo sono colpevoli di incendio doloso sulla nostra unica casa“. Una mancanza di visione e decisione politica criminale. Che dire allora dei missili russi sull’impianto nucleare di Zaporizhzhia, il più grande d’Europa, che fornisce il 25% dell’energia all’Ucraina e se fosse esploso sarebbe stato 10 volte peggio di Chernobyl? Che dire di Ras/Putin che commina 15 anni a chi dice che c’è la guerra in Ucraina? Papa Francesco all’Angelus ha subito detto che in Ucraina c’è la guerra. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il Pontefice hanno tolto il velo ad ogni ipocrisia linguistica e a ogni simulazione, è vero i fatti sono innegabili: non sono in atto alcuna conversione ecologica né alcuna ‘operazione militare’ per de-nazificare l’Ucraina, ci sono il greenwashing della crescita quantitativa illimitata e una guerra di invasione. Pier Paolo Pasolini, 100 anni e non sentirli… disse cose lucide e riassuntive sulla corruzione del senso comune dell’agire collettivo e sul richiamo al cambiamento di consumi e costumi come azione responsabile consapevole. Sul Potere: “Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell’imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione”. E in Scritti Corsari: “Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore”. E ancora un richiamo a ciascuno “In un momento storico in cui il linguaggio verbale è tutto convenzionale e sterilizzato (tecnicizzato) il linguaggio del comportamento (fisico e mimico) assume una decisiva importanza”. La società tutta vive lo spaesamento e lo sconcerto come condizione inaspettata: non c’è zapping per cambiare canale, non c’è un’altra realtà ‘on demand’. Prima i contagi, le morti, i lockdown della Pandemia, ora la guerra è alle porte d’Europa e l’emergenza climatica già colpisce le nostre vite quotidiane. Se non ora quando un’azione politica coordinata per una conversione ecologica che certamente chiama in causa la modificazione dei nostri costumi e dei nostri consumi, ma che necessita di scelte del governo e delle amministrazioni capaci di rispondere agli interessi generali, fuori da ciniche e cialtrone speculazioni sulla crisi in atto? Gli occhi del mondo guardano l’invasione russa dell’Ucraina, la guerra non arriva solo dagli schermi dei televisori e dei supporti digitali, l’arma del taglio delle forniture di gas incombe come l’attivazione dei missili nucleari da parte dell’imperatore sovietico e i profughi di guerra ucraini iniziano a mettersi in salvo nel nostro Paese. I blocchi dei TIR e l’emergenza della logistica hanno già l’effetto dell’interruzione della produzione di pasta e pane in diverse aziende della penisola. Ordini bloccati, forniture sospese, crediti internazionali difficili da esigere. Un richiamo alla realtà dell’economia di guerra che rende gli auspicati ristori del Governo un palliativo di corto respiro. Non si tratta di evocare una condizione pauperistica, né di diventare integralisti o proporre la costituzione di ordini mendicanti, ma certamente di coltivare, insieme alla bellezza, una cultura della sobrietà. Agire con efficacia può garantirci il futuro, ma il tempo scarseggia e occorre darsi una mossa. La necessità dell’indipendenza energetica non risponde solo all’emergenza climatica e all’incombente catastrofe ma è la condizione di libertà per tutti i cittadini europei. Risparmio energetico, innovazioni tecnologiche, delle materie e dei servizi, diffusione sistematica e partecipata della produzione/distribuzione da fonti rinnovabili, taglia i costi, aumenta i posti di lavoro e la consapevolezza civica: quella che sembrava una ambizione ecologista è oggi più che mai una necessità per vivere liberi e un’arma contro l’azione imperiale di Putin. Occorrono indicazioni chiare, capaci di una risposta qui ed ora e coerenti con la conversione ecologica necessaria. Le compagnie della filiera dei combustibili fossili e i sostenitori della fissione nucleare (scorie, radionuclidi e plutonio inclusi) stanno cercando di sfruttare questa guerra a loro vantaggio. Per noi non funzionano neanche gli slogan e la mancanza di visione sistemica per una effettiva differenziazione delle fonti. Riuso urbano delle architetture, fotovoltaico sui tetti, pale eoliche, possono avere dimensioni e collocazioni armonizzate con i piani paesaggistici. Vanno messe in atto senza esitazioni, insieme alle pompe di calore e all’uso razionale delle fonti idroelettriche dentro ad una manutenzione e sviluppo della regimazione delle acque. Le società partecipate dagli azionisti pubblici, locali e nazionali, devono essere uno strumento operativo funzionale ad accompagnare i territori alla costituzione di comunità energetiche. Questo vale per le abitazioni nelle campagne e nei piccoli centri, come per i condomini degli isolati delle città: qui ed ora il PNRR deve articolare i bandi in questa direzione se la transizione energetica vuole essere efficace per l’emergenza climatica e per quella bellica. Non è più il tempo degli opportunismi elettorali e delle piccole rendite istituzionali personali o di cordata, non è più il tempo di vivere all’ombra degli effetti deleteri degli affari consociativi con l’impegno a mitigarli. Gli ecologisti oltre ogni collocazione e definizione devono dare l’esempio per confrontarsi e condividere buone pratiche, esperienze e competenze a partire dalla loro inopinabile efficacia di innovazione sostenibile e socialmente partecipata. Il futuro è adesso, occorre costruire una classe dirigente adeguata alle sfide.

giovedì 3 marzo 2022

Carpe diem!

Grazie per gli Auguri, Carpe diem! 67 anni festeggiati con la guerra, festeggiati comunque. da 101 storie zen "Un uomo che camminava per un campo s’imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto ad un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altro spiccò la fragola. Com’era dolce"

mercoledì 2 marzo 2022

LO STADIO SAN SIRO E “IL CONTADO”

Arcipelago Milano LO STADIO SAN SIRO E “IL CONTADO” I fondi proprietari di Milan e Inter stanno considerando nuovi siti nella Città Metropolitana di Milano per costruire in nuovo stadio. Il commento del sindaco Sala «la mia unica paura è di rimanere con il cerino in mano che si chiama San Siro. Se le società dovessero andare da un’altra parte sarebbe un grande problema». E’ questa la preoccupazione del sindaco di Milano e della Città Metropolitana? Nessun problema di pianificazione e di impatto urbanistico nei comuni interessati, infrastrutture dei trasporti incluse? Nessuna domanda sul progetto che non c’è? Nessun sentore di fregatura da parte di due fondi che metterebbero sul mercato il valore nominale non tanto del nuovo stadio, bensì quello delle cubature degli edifici che lo accompagnano? San Siro e i 29 ettari pubblici circostanti non sono un problema per un sindaco, piuttosto sono un impegno di pianificazione urbana che richiede una visione legata alla qualificazione sostenibile e partecipata della città. Il sindaco Sala deve sapere che non è il delegato di una società statunitense e di una cinese ma degli abitanti di Milano e, di default, di quelli metropolitani. Vogliamo aiutarlo, per questo abbiamo proposto alla Presidente del Consiglio Comunale di Milano Elena Buscemi di attivare le procedure per l’Udienza Pubblica sulla qualificazione dello stadio esistente e dell’area circostante. Per quella metropolitana ha dato una risposta a Milan e Inter, nonché una indicazione adeguata, il sindaco di Segrate Micheli “ No all’invasione bisettimanale di 80mila tifosi, meglio un polo universitario”. Ah, la saggezza del Contado. Fiorello Cortiana

martedì 1 marzo 2022

Aderisco al digiuno di Papa Francesco

C'è una distanza assoluta tra l'emergenza ambientale insieme alla condizione endemica della pandemia e l'affermazione imperiale di Putin per la spartizione del mondo globalizzato. Ma questa è la realtà con le sue vittime, i suoi profughi e la minaccia nucleare alla nostra vita e alla libertà. Per questo io, non credente, aderisco al digiuno di Papa Francesco, per riaffermare il diritto alla libertà e alla vita.

giovedì 24 febbraio 2022

Guerra

Una affermazione imperiale, in accordo con l'altro impero d'oriente, accompagnata dalla esercitazione della evoluzione tecnologica militare. Sembra fuori dal tempo e dal contesto della globalizzazione della disintermediazione finanziaria e pandemica. In realtà è un forte richiamo alla reazione tribale che richiama il peso e la materialità delle antropologie. Nonché una evidenza ulteriore della crisi mondiale dell'istituto della democrazia, la quale si degrada se non si allarga e legittima costitutivamente. L'inanità dell'ONU e l'assenza di una piena soggettività politica europea ne sono un esempio.

mercoledì 16 febbraio 2022

San Siro ‘In mancanza de cavai, se fan trottà i asen’ (Se mancano i cavalli si fan correre gli asini).

LETTERA DEL 16.02.2022 da ArcipelagoMilano Buona lettura. QUESTIONE NUOVO STADIO – IL COMUNE E I MUNICIPI Questione San Siro Nuovo Stadio ecc. presentata il 21 gennaio 2022 l’Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea, presentata da Rosa D’Amato (Verts/ALE) Oggetto: Aiuti di Stato – realizzazione nuovo stadio Milano. Depositati il ricorso al TAR e l’esposto alla Corte dei Conti. Predisposti due referendum, che, con la mia SPID, ho firmato al link: www.referendumxsansiro.it/firma abrogativo quesito 1 e propositivo quesito 2. Dopo partirà l’Udienza Pubblica, qualificazione del San Siro Meazza e la riqualificazione dell’area circostante, 29 ettari di proprietà comunale, con la partecipazione informata al processo deliberativo da parte dei cittadini. Il sindaco Sala: ” Ora i due club devono presentare il progetto di fattibilità sulla base delle restrizioni imposte in delibera”. “Di più non so dire, quello che la giunta doveva fare lo ha fatto”. Infatti è toccato alla cittadinanza attiva, farsi carico di una politica urbanistica che l’amministrazione comunale elude, preoccupata dall’essere una funzione delle scelte e degli interessi dei fondi proprietari di Inter e Milan. Fondi interessati alla speculazione immobiliare permessa dalla legge sugli stadi laddove non sia adeguato l’impianto sportivo esistente, perciò da abbattere per la costruzione di un nuovo impianto e di tutte le volumetrie commerciali e di terziario consentite in aggiunta. A noi hanno proposto il solo render dello stadio immerso in un contesto verde che manco nelle colline toscane…ma il San Siro Meazza è stato qualificato secondo i criteri UEFA. Sala ha detto che “Il Dibattito Pubblico va fatto con le formule giuste”. Formule? Di cosa stiamo parlando il Codice degli Appalti in proposito è chiaro e la ‘Commissione Nazionale Dibattito Pubblico’ è estata esplicita. L’Amministrazione non ha capito che il suo ruolo non è solo notarile ma si deve assumere la responsabilità di scegliere come organizzare Milano per i prossimi 50 anni. Così è restata una promessa di convocare in Commissione, a gennaio, un incontro con Inter e Milan e le associazioni e comitati interessati. Questa condotta donabbondiesca è l’indicazione, dal sindaco a scendere. L’area dello stadio è nel Municipio 7, contiguo con il Municipio 6. La questione del progetto di Inter e Milan di abbattimento dell’attuale stadio Meazza, della costruzione di un nuovo stadio affiancato da importanti interventi edificatori terziari e commerciali, riguarda le zone dei Municipi adiacenti, sia quelle interne al comune capoluogo che nei comuni metropolitani di cintura. Le funzioni lì allocate genereranno tipologie di traffico entro giorni e fasce orarie precisi. I relativi consumi energetici ed emissioni entreranno nel processo di equilibrio sostenibile della città. L’abbattimento dello stadio avrà implicazioni ambientali, dalle polveri al trasporto e collocazione delle macerie. Mi è parsa logica la richiesta alla Presidente del Consiglio di un incontro promosso dal Municipio 6. Ciò affinché, nella sua prossimità territoriale e sociale, dia il suo contributo alla partecipazione informata dei cittadini alle scelte amministrative che li riguardano. Il Presidente Santo Minniti, PD, ha richiamato all’ordine la Presidente del Consiglio e i Capigruppo: “Il Regolamento dei Municipi ci attribuisce facoltà di trattare argomenti che riguardano il territorio che ci viene assegnato e non mi risulta che San Siro sia nel nostro territorio e sarebbe alquanto strano che il Consiglio facesse delle Commissioni o dei Consigli o promuovesse delle attività su San Siro. Sarebbe come se Milano promuovesse delle Commissioni o delle attività su Como, sarebbe alquanto strano. Non c’è connessione diretta, oggettivamente, tra San Siro e il Municipio 6, non è neanche a ridosso del nostro confine. Quindi, francamente, lo troverei uno spreco di risorse pubbliche, che ci vengono assegnate per gestire il nostro territorio, quello di utilizzarle per parlare di una cosa che con il nostro territorio non c’entra nulla. “Spiccano l’ignoranza topografica ‘non c’è connessione’ e quella democratica, per cui la partecipazione informata dei cittadini è considerata ‘uno spreco di risorse pubbliche’. La saggezza di un proverbio milanese dice: ‘In mancanza de cavai, se fan trottà i asen’ (Se mancano i cavalli si fan correre gli asini). Fiorello Cortiana

mercoledì 9 febbraio 2022

Perché la competenza conta

 

 Partire dai Bandi PNRR, dalle procedure che prevedono e dai loro tempi, con la rete delle amministrazioni locali e l’associazionismo dei territori protagonisti con progetti virtuosi, non calati dall’alto, non infiltrati da faccendieri e dalle mafie. PER, il Patto Ecologista Riformista, si è impegnato a mettere in rete e federare competenze, esperienze e buone pratiche amministrative e associative, per condividere azioni capaci di interessare i diversi livelli istituzionali per un PNRR sostenibile, partecipato e trasparente.

giovedì 3 febbraio 2022

Cosa ci insegna la rielezione di Mattarella

 

Lo spettacolo offerto dai partiti politici e dai Grandi Elettori è stato mortificante e la rielezione, per necessità e per disperazione, di Sergio Mattarella non può essere spacciata per virtuosa prova della coalizione che esprime il Governo Draghi.
Chi porta a giustificazione del ballo delle autoreferenzialità messo in scena, l’elezione di Giovanni  Leone, eletto nel 1972 alla 23ma votazione, o quella di Sandro Pertini nel 1978, eletto alla 16ma votazione dimentica di correlare questi dati al contesto partecipativo e di relazione con le istituzioni di allora. La Democrazia Cristiana nel 1976 aveva 1.365.187 iscritti e nel 1979 1.384.148, il Partico Comunista Italiano nel 1976 aveva 1.814.262 iscritti e nel 1979 1.761.297, il Partito Socialista Italiano nel 1976 aveva 509.388 iscritti e nel 1979 472.544. Gli italiani erano 55.588.966 nel 1976 e 56.247.017 nel 1979, cresciuti fino a 59.258.000 nel 2021 quando Fratelli d’Italia aveva 130.000 iscritti e la Lega 100.000. il Partito Democratico, che nel 2019 aveva 412.675 iscritti, si è dato con Letta l’obiettivo di 500.000.  Alle elezioni politiche del 1976 l’affluenza fu del 93,4%, in quelle del 2018 è scesa al 72,93 %. Venti punti in quarant’anni, con la più bassa affluenza elettorale nella storia repubblicana italiana dal 1948.  E’ evidente che il confronto tra ora e allora nel rapporto tra popolazione, votanti e iscritti ai tre principali partiti popolari, risulta impietoso, ma tant’è. Le cose vanno anche peggio nelle elezioni amministrative, che dovrebbero vedere una maggiore prossimità, tra amministrazione, candidati e cittadini. A Milano, città della Liberazione dal nazifascismo, la designazione di Giuliano Pisapia e di Letizia Moratti come sfidanti al ballottaggio ha visto una affluenza alle  elezioni  amministrative  2011 del 67,6%, scesa al  47,72% alla riconferma al primo turno di Beppe Sala. 20 punti in dieci anni.
Continuare a spacciare questi dati come segno di una modernità acquisita è strabismo politico. Guardiamo i dati negli States, considerandoli un indicatore dei comportamenti della società di massa che poi attraversano il mondo. Vediamo che, con una popolazione di 323.100.000 nel 2016, 62.984.828 votarono Donald Trump e 65.853.514 Hillary Clinton, con una affluenza del 55,7%.  Nel 2020 la popolazione degli Stati Uniti d’America era di 329.500.000  e alle elezioni 81.268.924 votò Joe Biden e 74.216.154 per Trump, con una affluenza del 66,7%, 12 punti in più in quattro anni. Alla luce del braccio di ferro interno alle forze armate durante le 24 ore di Capitol Hill, nel quale hanno prevalso i fedeli alla Costituzione, appare ancor più significativo che Trump ha perso prendendo 11 milioni di voti in più di quelli con i quali aveva battuto Hillary Clinton quattro anni prima. Quindi è ancor più preoccupante, e ci riguarda, il protrarsi dell’azione eversiva di Trump e di gran parte dei repubblicani. Guardiamo vicino a noi, in uno stato europeo che quasi cinquant’anni fa, grazie alla Rivoluzione dei Garofani guidata da Otelo de Carvalho e dai militari, il 25 aprile 1974 fu deposto il dittatore Marcello Caetano e prese il via la democrazia e l’abbandono del secolare colonialismo lusitano. In Portogallo il premier socialista Costa dopo il risultato delle elezioni del gennaio 2022 ha dichiarato che “Una maggioranza assoluta non è il potere assoluto, ma uno accresciuto”. Non si tratta solo della riaffermazione di una cultura democratica ma di un richiamo a tutta la politica perché l’estrema destra è passata da uno a tredici deputati. Nessuno può quindi nascondere dietro la rielezione di Sergio Mattarella una crisi evidente dell’Istituto della Democrazia che interessa i paesi atlantici che l’hanno conosciuta. La narrazione semplificata ‘Contro il Palazzo,Contro le Istituzioni’, che segna la deriva democratica che qui stiamo vivendo, viene da lontano, dalla occupazione da parte della partitocrazia di ogni articolazione istituzionale, in una conferma di autoreferenzialità sottratta a qualsiasi rendicontazione, attraverso le leggi elettorali che si sono susseguite insieme all’aumento del debito pubblico. Mettiamo in fila il prodotto di tanta dissolutezza. Molti ricordano il 18 novembre 2007, domenica, ore 18 a Milano, piazza San Babila, Berlusconi sale sul predellino di un’auto, niente camicia e cravatta ma un costume adatto alla commedia: la giacca sopra un maglioncino girocollo. Arringa la calca «Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo delle libertà: il partito del popolo italiano. Anche Forza Italia si scioglierà in questo movimento. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo». 5Stelle, Salvini e il Papete, di quale populismo parliamo? Non c’è gara, il discorso del popolo contro i parrucconi della politica è del 2007, ma la discesa in campo a reti unificate, con video pre-registrato, è del gennaio 1994, tredici anni prima e tutte le leggi ad personam sono state presentate ed approvate dai ‘parrucconi della politica’ lungo 13 anni. I V-Day appunto, 8 settembre 2007 in diverse affollate piazze italiane e all’estero vengono raccolte 336.144 firme a sostegno una legge di iniziativa popolare sui criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari, molte più delle 50.000 firme previste. Con i loro algoritmi semantici a selezionare chi candidare e chi tagliare, insieme al ritornello anti casta e anti Parlamento, i notabili delle partecipate sono stati confermati dai ministri dei governi, gialloverdi o semaforo, succedutisi. In compenso in luogo di qualificare il Parlamento con leggi elettorali che consentissero agli elettori di scegliere, come chiesto dalla Corte Costituzionale, si è preferito tagliare la rappresentanza aumentando ulteriormente il controllo delle Camere da parte delle segreteria di partito, compreso il loro Movimento. Lungo questa china ha preso corpo la semplificazione negazionista dei No Vax che ha avuto l’apice il 9 ott 2021 con diverse città interessate dalle manifestazioni. A Roma in Piazza del Popolo in 10.000 hanno ascoltato le arringhe degli squadristi e, quando questi hanno proposto di assaltare la sede della CGIL, non li hanno seguiti ma li hanno applauditi. Ecco perché lo spettacolo offerto dai partiti costituisce una ulteriore discesa all’abisso della distruzione del Patto Civile, una discesa che sembra non aver fine. Se si hanno a cuore la libertà, i diritti civili,il diritto alla salute, la dignità sociale e la vivibilità su questa Terra, tocca rimboccarsi le maniche e aprire gli occhi, partecipare e capire, assumersi la responsabilità di trovare modi e soluzioni verificandone l’efficacia. Tutto ciò implementando e rispettando il Dettato Costituzionale e il Trattato Costituzionale Europeo, oltre gli specchietti per le allodole di una contrapposizione destra/sinistra smentita dalla consociazione degli affari e dalla deriva finanziaria dell’economia cui sottostanno tutti i partiti. Occorre essere esigenti, non per partito preso ma per la necessità di vivificare la democrazia, che è un regime strano: se non vissuto, se non partecipato, se non allargato e condiviso nell’esercizio della cittadinanza, non si conserva ma, al contrario, si consuma e viene meno. Tutta la storia è segnata in questo senso, dall’Europa nel ‘900 all’America Latina, all’America dei Kennedy e di Martin Luther King, passando per Piazza Fontana, Italicus, Piazza della Loggia, Stazione di Bologna, omicidio di Moro, Ustica. Se la democrazia non vive della partecipazione informata al processo deliberativo e con l’esercizio di sovranità anche da parte della Cittadinanza Attiva, prendono corpo processi regressivi, anche autoritari, e si arriva al paradosso di salutare come condizione fortunata il commissariamento della politica italiana per conto della tecnofinanza europea o la rielezione per un altro settennato del Presidente Mattarella, che aveva richiamato con forza il rispetto della Costituzione, che non lo vieta ma non lo prevede. A fronte della crisi degli istituti della rappresentanza democratica non è pensabile di risolverla riducendo le istanze della rappresentanza democratica nel nome di un decisionismo purchessia. Così come avevano provato a fare prima Berlusconi poi Renzi, con riforme riduttive della democrazia repubblicana poi bocciate dai cittadini. Ognuno faccia la sua parte dunque, a partire dal Presidente della Repubblica. Con l’autorevolezza affermata dalla inettitudine dei partiti ci aspettiamo che esiga che il Parlamento rispetti i richiami della Corte Costituzionale, sia per quel che riguarda la legge elettorale nazionale, sia per quel che riguarda l’elezione dei sindaci e degli organismi delle Città Metropolitane, quindi delle Province che, nel rispetto del Titolo Quinto della Costituzione devono essere eletti a suffragio universale. La Consulta è stata esplicita “Legge Delrio illegittima. Dopo il fallimento del referendum costituzionale serve un riassetto normativo”. Il Presidente Mattarella dovrebbe sollecitare l’istituzione di una Assemblea Costituente per un riassetto istituzionale adeguato alla unificazione europea e alla responsabilizzazione delle autonomie dei territori senza sacrificare l’efficacia della Costituzione all’efficienza senza visione e precauzione. Le espressioni della cittadinanza attiva e della effettiva autonomia dei territori devono prendere l’iniziativa condividendo le innovazioni statutarie e organizzative che aumentano la partecipazione informata e l’esercizio della Cittadinanza Attiva, dai Referendum Propositivi alle convocazioni dei Consigli Comunali in Udienza Pubblica su richiesta dei cittadini. Il PNRR è, qui ed ora, il campo dove mettere alla prova la partecipazione come esercizio responsabile della libertà, mettendo in rete amministrazioni, associazioni e proposte per i bandi, chiedendo e praticando una valutazione della effettiva sostenibilità delle proposte, quindi una loro rendicontazione puntuale sostanziale e non solo formalmente rispettosa delle procedure. C’è la necessità della concretezza dei processi e delle azioni se non si vuole essere parte dell’imbonimento mediatico del Greenwashing. Per questo noi mettiamo in rete competenze ed esperienze, per condividere buone pratiche e conoscenza. Così si vivifica la democrazia, così si rigenera il e si allarga il Campo Democratico.

mercoledì 2 febbraio 2022

La rigenerazione urbana è possibile












lettera arcip



RECUPERO E RIGENERAZIONE DI UNO SPAZIO DIMENTICATO. UNA BELLA ESPERIENZA

Negli spazi incolti tra Milano e i comuni di cintura spesso prende corpo la marginalità, sia in termini di discariche e orti abusivi, che di marginalità e anche devianza sociali.

In questo filmato (Ray Play) trasmesso da Geo & Geo su Rai3, Eric Tornaghi documenta una esperienza positiva: il recupero e la qualificazione, anche sociale, di uno spazio di risulta e discarica che, con la collaborazione dei dirigenti del Parco Agricolo Sud, i proprietari del Ristorante ‘Erba Brusca’ hanno messo in atto. Una esperienza resa possibile dalle competenze di Danilo, che è un agronomo, e da quelle di Alice, la chef del ristorante che è a poche decine di metri dal grande orto biologico frutto del recupero e della rigenerazione. Un aspetto ulteriormente interessante è stata la disponibilità di Danilo a permettere agli anziani degli orti della zona di venire a guardare da vicino le tecniche usate per predisporre l’orto, e anche le tecniche di coltivazione per un orto biologico sano e generoso.

Così dopo aver ristrutturato l’antica ‘Osteria del Tubetto’ sul Naviglio Pavese, recuperando ad orto il verde di risulta sul retro del ristorante, l’Erba Brusca si estende e si approvvigiona di prodotti ortofrutticoli a metro zero, aggiungendo una ulteriore possibilità multifunzionale che già interessa tante cascine lungo la filiera agroalimentare. Oltre alle esperienze combinate di coltivazione-macellazione-vendita-agriturismo-ristorazione-didattica delle grandi cascine del Parco Agricolo Sud Milano, qui ha preso corpo l’esperienza di orto-ristorante in città, su uno dei Navigli. La miglior dimostrazione che l’istituzione del parco nel ’90 è stata lungimirante sia per l’equilibrio ambientale, che per la bellezza e l’identità di un paesaggio e di un territorio che dai Cistercensi a Leonardo l’uomo ha saputo plasmare in una relazione di rispetto ed equilibrio. Nonché del fatto che il vincolo, apposto dalla Regione Lombardia quasi 30 anni fa, non implica alcuna logica museale e nostalgica, bensì consente le migliori innovazioni qualitative di processo, di prodotto e di servizio.

La realizzazione di questa esperienza è emblematica: Alice è americana e combina in cucina la relazione tra la sua tradizione culinaria e quella italiana e la competenza accademica di Danilo è stata certamente decisiva ma non è unica. Ci sono tanti docenti e tanti laureandi sensibili e disponibili nella Facoltà di Agraria a esperienze concrete di collaborazione con i parchi della cintura milanese, con le amministrazioni e con chi sarebbe disponibile a pagare un affitto per fare un orto biologico, condividendo sapienza e informazioni, nonché installazioni regolari in un coerente arredo urbano.

Il documentario di Eric Tornaghi dimostra che la cintura di degrado e marginalità potrebbe diventare parte di una Cintura Verde Metropolitana socialmente partecipata. Certo ci vorrebbero una Città Metropolitana con poteri effettivi, una Polizia Provinciale rigenerata, un Parco Agricolo Sud, il parco agricolo di cintura più grande d’Europa, con personale e risorse. Intanto documentare e condividere le buone esperienze è utile, magari a partire dalla proiezione in scuole e Municipi ad esempio.

Fiorello Cortiana