mercoledì 11 maggio 2022
POLITICA PUBBLICA A MILANO, UNA TRISTE SITUAZIONE – La questione dello stadio nuovo e, se abbattuto il San Siro-Meazza, le edificazioni consentite per rendere l’operazione profittevole è nella piena indeterminatezza. E’ probabile che, oltre al possibile scudetto, essa rientri pienamente nella valutazione per la cessione della società AC Milan. C’è un solo punto fermo, una certezza, il sindaco Sala che, occorre riconoscerlo, è esplicito nella sua funzione di facilitatore dei fondi proprietari di Milan e Inter. Questa la sua recente rassicurazione: “Io credo che noi arriveremo ad autorizzare il nuovo stadio con i nostri tempi, che non sono neanche dipendenti dalla mia volontà. Il dibattito pubblico è previsto dalla legge: purtroppo le leggi non le faccio io, capisco che bisogna chiedere alle squadre di pazientare ancora ma è così.
Ormai dopo questo lungo processo siamo vicino alla conclusione del tutto, quindi spero che abbiano un altro po’ di pazienza e che tutto si concluda al meglio.” ‘Purtroppo le leggi non le faccio io’ dice il sindaco, noi diciamo: per fortuna. Perché non siamo vicini alla conclusione di nulla, questo è un processo di pianificazione urbanistica mai partito. Sala è al secondo mandato ma possibile che non abbia una sua idea, non dico una visione, sul che fare di uno stadio pienamente funzionante di proprietà pubblica e sui 29 ettari circostanti, anch’essi di proprietà pubblica? Questa espressione della politica come questione tecno-amministrativa costituisce una rappresentazione plastica della condizione odierna della democrazia. Si dirà ‘Ma Sala è un tecnico’, questo è certo, ma nel ritenersi tale ha persino il pregio di essere esplicito. Al contrario, pur in sintonia sostanziale con l’indirizzo del sindaco, la maggioranza e l’opposizione vivono una piena simulazione della partecipazione al processo deliberativo e la condividono con il loro ristretto riferimento sociale ed elettorale, il 47% degli aventi diritto al voto.
Nei giorni scorsi è andato in scena un esempio di questa partecipazione simulata e si è tenuto nel Municipio 6 una convocazione congiunta del Consiglio Comunale e del Consiglio del Municipio, con qualche assessore. Chiaramente non costituiva un momento dove le segnalazioni dei cittadini, in relazione alle questioni dei quartieri e dei servizi, raccolte in precedenza, trovavano una trattazione ed una interlocuzione tra Palazzo Marino e una zona del decentramento, magari coinvolgendo le rappresentanze istituzionali dei comuni della prima cintura contigui. Avrebbero persino potuto fare a meno di strumenti e percorsi di partecipazione informata e di ascolto, sarebbe bastato leggere e vedere cosa pubblicano i cittadini nei gruppi di Facebook del Quartiere Barona, del Gambellino Lorenteggio, del Naviglio Grande.
Invece niente, malinconicamente niente. Niente, non se ne fa nulla, come il Presidente Minniti rispose alla richiesta di trattare in modalità pubblica e informata le implicazioni relative allo stadio, che è nel contiguo Municipio 7. Ognuno preso dalle sue ambizioni e dai suoi piccoli scambi. Più che malinconica direi triste la situazione della politica pubblica a Milano.
Fiorello Cortiana
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