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mercoledì 28 maggio 2025

Visti da Milano: Partecipazione, Clima, Sovranismo

27 maggio 2025 CLIMA, SOVRANISMO E IL VOTO Siamo al triangolo delle Bermuda di Fiorello Cortiana ARCIPELAGO MILANO La conversione ecologica non si fa per decreto ma con una consapevolezza partecipata che, in condizioni di libertà democratiche, per noi europei significa democrazie compiute a livello continentale e locale, con organismi eletti universalmente e rendiconto delle azioni governative. L’emergenza ci dice che questa è una precondizione necessaria. Simon Stiell, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a Panama, dove per la siccità il livello dell’acqua del Canale è sceso a livelli problematici per il traffico commerciale internazionale, ha fatto notare che “Le stesse siccità che affliggono il canale stanno colpendo beni essenziali in tutto il mondo, riducendo i raccolti, svuotando gli scaffali e spingendo le persone alla fame. La carestia è tornata e il ruolo del riscaldamento globale non può essere ignorato”. Aumento del prezzo delle materie prime, aggravamento della carestia per cui “Solo un’azione decisa sulle emissioni di gas serra può ripristinare la stabilità economica”. L’innalzamento del livello del mare è il maggiore impatto a lungo termine della crisi climatica. Un nuovo studio, pubblicato da Communications Earth and Environment, ha considerato modelli climatici e studi su periodi caldi fino a 3 milioni di anni fa e lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare negli ultimi decenni. Gli scienziati avvertono che l’innalzamento del livello del mare causerà “una migrazione catastrofica verso l’interno” e costringerà milioni di persone ad abbandonare le coste anche se l’aumento della temperatura globale rimanesse al di sotto di 1,5 °C. 230 milioni di persone vivono entro 1 metro sopra l’attuale livello del mare, e 1 miliardo vive entro 10 metri sopra il livello del mare. 20 cm di innalzamento del mare entro il 2050 causerebbero inondazioni con 1.000 miliardi di dollari di danni annuali per le 136 città costiere più grandi, con un impatto sulla sussistenza degli abitanti. La buona notizia data dagli scienziati è che ogni frazione di grado di riscaldamento globale ridotta con l’azione per il clima rallenta l’innalzamento del livello del mare e ci dà tempo per prepararci. La situazione climatica in Europa è caratterizzata da un riscaldamento globale in aumento, che si manifesta con temperature più elevate rispetto al passato e una maggiore frequenza di eventi climatici estremi. L’Europa è il continente che si riscalda più velocemente e le temperature stanno aumentando ad un ritmo doppio rispetto alla media globale. Ad aprile 2025 la Commissione Europea ha pubblicato l’ultima relazione europea sull’impatto dei cambiamenti climatici in Europa e nell’Artico. Nel 2024 l’Europa è stata il continente con il riscaldamento più rapido e un divario climatico evidente tra le aree orientali, con calore estremo e siccità, e quelle occidentali, calde e umide. l’Europa ha visto le inondazioni più ampie dal 2013. Ci sono anche sviluppi positivi: le città europee stanno diventando più resilienti, con il 45% di energia elettrica da fonti rinnovabili. La relazione presenta dati sulle condizioni climatiche 2024 in Europa e nell’Artico: per quanto riguarda la regione europea e il Mar Mediterraneo, la temperatura superficiale del mare su base annua è stata la più elevata mai registrata i ghiacciai in Scandinavia e delle Svalbard hanno fatto registrare i tassi annui più elevati di perdita di massa l’Europa occidentale ha vissuto uno dei dieci anni più umidi mai registrati l’Europa sudorientale ha registrato precipitazioni inferiori alla media e l’estate più asciutta in un indice di siccità di 12 anni in Europa si è registrato un numero record di giorni di calore estremo e di notti tropicali, mentre diminuisce la zona con temperature inferiori al congelamento. Eventi meteorologici estremi con rischi crescenti per le aree urbane, in particolare per quanto riguarda i rischi di alluvioni, con aumento dei danni alle città che potrebbero essere fino a dieci volte peggiori entro il 2100. Siamo in un passaggio cruciale perché gli eventi estremi si accompagnano alla significativa diminuzione della quota ‘UE nelle emissioni globali di gas a effetto serra: dal 15,2% nel 1990 al 7,3% nel 2021, fino al 6,0% nel 2023, un risultato che certifica l’efficacia dell’UE nella lotta al cambiamento climatico. In Europa oltre il 74 % della popolazione vive in aree urbane e si prevede che tale percentuale superi l’83 % entro il 2050, percentuale equivalente a quella prevista dall’ONU per la popolazione mondiale in quell’anno. Il 75% della popolazione europea vive in città o in aree metropolitane: il 39% in centri di grandi dimensioni, il 36% in centri di medie dimensioni e il 25% vive in zone rurali. Queste aree hanno una funzione decisiva nella inversione della tendenza autodistruttiva. La pianificazione delle funzioni, delle infrastrutture e dei servizi di scala metropolitana costituisce l’azione necessaria per la sostenibilità e uno sviluppo qualitativo. La gestione coordinata di queste aree vaste, la responsabilità di indirizzi strategici, consentiti da prerogative amministrative e confortati dal consenso elettorale, diventano necessità costitutive per la politica pubblica. In Italia Milano, insieme a Roma, Napoli e Torino, è tra le Large Metropolitan Areas definite dall’OCSE. Milano è altresì tra le Metropolitan Regions di EUROSTAT con 1.372.000 abitanti, capoluogo di una Città Metropolitana di 3.251.852 abitanti, distribuita su un territorio di 1.575,65 km², con un’area metropolitana di relazione di 2.225 km² e 5.471.000 abitanti. La città metropolitana di Milano continua ad avere una performance eccellente con il Pil cresciuto del 9,9% tra 2019 e 2024, un tasso di crescita quasi doppio rispetto all’Italia (+5,2%) e superiore alla Lombardia (+5,9%). Nel 2024, il PIL della città metropolitana di Milano ha rappresentato circa il 10,3% del PIL nazionale il 36% di quello della Lombardia, che rappresenta più del 23% di quello nazionale. La città metropolitana di Milano, a dicembre 2024, conta 3.251.852 abitanti. Questo dato include la città di Milano, che nel 2024 ha 1.366.155 abitanti, e gli altri 132 comuni Berlino ha 3.597.000 abitanti dei 4.286.00 dell’area metropolitana estesa su 1.368 km². Parigi ha 2,2 milioni di abitanti, la Métropole du Grand Paris ne ha 7 milioni e l’area metropolitana di Parigi, conta 12 milioni di abitanti. La differenza sostanziale tra questi nodi europei è politica in relazione alle prerogative amministrative e di partecipazione pubblica. Berlino costituisce uno degli Stati Federati, i Land della Germania, quindi è una città-stato con tutte le prerogative di pianificazione e decisione. La Métropole du Grand Paris è dal 2016 una struttura di governance tra Parigi e la sua agglomerazione densa, con poteri di pianificazione. Comprende il comune di Parigi, i comuni dei dipartimenti di Hauts-de-Seine, di Seine-Saint-Denis e di Val-de-Marne e alcuni comuni dei dipartimenti della “grande corona” parigina. Una differenza sostanziale che non è dovuta a un destino ‘cinico e baro’ ma a una improvvida furbizia legislativa del ministro Del Rio con la legge 56/2014. Una riforma che ha introdotto cambiamenti nell’ordinamento degli enti locali riducendo le prerogative e i finanziamenti in relazione alle amministrazioni delle aree vaste. Le città metropolitane e le province sono diventate così residuali, ne pagano il prezzo gli oltre 5.100 edifici di scuole superiori e 120 mila chilometri di strade con oltre 30 mila ponti e gallerie, che per anni non hanno ricevuto dallo stato le risorse necessarie a garantirne prima di tutto la sicurezza. Come disse il Presidente dell’Upi Michele de Pascale. La Corte dei Conti, nella Relazione sulla gestione finanziaria degli Enti Locali 2019-2020, ha evidenziato un’altra conseguenza “ E’ proprio lo “svuotamento” della Provincia ad aver mostrato l’utilità di enti complessivamente in grado di corrispondere alle funzioni di dimensione “vasta”, capaci di costituire un riferimento per l’intero sistema delle autonomie ed in particolare per i comuni, specie quelli di dimensioni minori.”. La mancanza di prerogative e finanziamenti si completa con l’elusione del dettato del Titolo Quarto della Costituzione: Art.4 Rapporti politici “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.” Così per il Titolo Quinto: Art. 119 “I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.” La Corte Costituzionale con la sentenza n. 240/2021 ha sollevato una questione di legittimità costituzionale dell’attuale sistema di designazione del sindaco, che prevede l’individuazione del sindaco metropolitano nella figura del sindaco del Comune capoluogo e l’elezione dei consiglieri metropolitani con voto ponderale esclusivo per i sindaci e i consiglieri dei comuni metropolitani. Questo contrasta con i principi di uguaglianza del voto e di responsabilità politica del vertice dell’ente. La Corte ha sottolineato che spetta al legislatore introdurre norme che assicurino l’elezione diretta del sindaco metropolitano, affinché il principio di uguaglianza del voto e la responsabilità politica del vertice dell’ente siano pienamente garantiti. In questa terribile contingenza mondiale si gioca il nostro futuro in condizioni di libertà e democrazia per una conversione ecologica partecipata, l’unica possibile. Senza partecipazione non solo non c’è libertà ma neppure la consapevolezza culturale della sua necessità fondativa. Per questo per noi cittadini europei occorre un’Unione Europea compiuta, così per noi cittadini della metropoli europea milanese è necessaria una Città Metropolitana compiuta e partecipata. Così il sovranismo e il populismo si succedono e si compendiano, infatti in Lombardia l’affluenza al primo turno delle amministrative è scesa di 4 punti al 52,17%. Non è casuale che nessuno dei 132 sindaci e dei relativi consiglieri dei comuni della Città Metropolitana di Milano prenda una iniziativa a riguardo per sollecitare il Parlamento a rispondere alla sollecitazione della Corte Costituzionale. Fiorello Cortiana

domenica 25 maggio 2025

Condividi la Conoscenza

Ogni sistema autoritario cerca di piegare la cultura e di impedire la libera definizione della conoscenza.

giovedì 22 maggio 2025

La Corte Costituzionale tutela i bambini

La Corte Costituzionale sul riconoscimento automatico come genitrice della madre non biologica in una coppia di donne che abbia avuto un figlio con la procreazione medicalmente assistita all’estero ha tutelati i bambini. E' giusto che i bambini abbiano genitori entrambi responsabilizzati indipendentemente dal loro sesso e dalla relazione biologica con i bambini. E' giusto continuare a contrastare la deriva mercantile che riduce le donne a fattrici dentro a progessi di eugenetica e transumanesimo.

venerdì 9 maggio 2025

Papa Leone XIV

Un Papa americano che ha vissuto una periferia del mondo, la cui comunità ha ricordato e salutato in spagnolo. La Chiesa ha uno sguardo globale che considera il contesto e i suoi indirizzi. Credo/spero che tutte le persone di buona volontà possano farci conto se non si accontentano di essere spettatori ma cittadini partecipi e responsabili

giovedì 1 maggio 2025

25 APRILE OLTRE LA RETORICA

ARCIPELAGO MILANO
L’invito del Ministro Musumeci a tenere le manifestazioni del 25 aprile, celebrative dell’80° della Liberazione, in modo ‘sobrio’ è sembrato un sinonimo di ‘soppresso’. Così lo hanno inteso molti esponenti locali di centrodestra: a Lodi la capogruppo della Lega ha chiesto ufficialmente al Comune di “rivedere le manifestazioni” del 25 aprile, a Romano di Lombardia, provincia di Bergamo, il Presidente leghista del Consiglio comunale, ha prescritto di non effettuare “brani musicali, inni e canti ad eccezione del Silenzio e dell’Attenti”. Il 25 aprile è stato celebrato ovunque con manifestazioni pubbliche e ovunque si è cantato Bella Ciao. Ancora una volta è significativa la differenziazione del Presidente del Veneto Zaia “Con la Liberazione la nostra società ha ripreso un cammino di riscatto”. Al di là della polemica spicciola l’uscita di Musumeci riflette la crisi diffusa dell’istituto della democrazia in tutto l’Occidente, che pure l’ha ideata e voluta e difesa lungo i secoli. Credo che dietro la grande partecipazione popolare al 25 aprile, in tutto il Paese, ci sia stata questa consapevolezza, combinata con il venir meno di Papa Francesco e della sua coerenza con il dettato della Costituzione. Ho fatto tutto il corteo con Azione, i Radicali, la Brigata Ebraica e la rappresentanza dell’Ucraina, dietro lo striscione «Ora e sempre la democrazia si difende» con tante bandiere ucraine. Uno slogan per niente retorico in questo tempo. A parte alcuni ignoranti, non solo giovani, che non volevano sapere che la Brigata Ebraica fosse stata parte della lotta di liberazione dal nazifascismo, ai due lati del corteo si sono alzati applausi lungo tutto il percorso. Tanti giovani, tanti cittadini venuti in piazza ‘senza partito’. Sarebbe una sciocchezza da strabismo politico pensare che le piazze di questa 80ma Festa della Liberazione ingrossino il Campo Largo alternativo al centrodestra al governo. Certamente costituiscono il Campo Democratico da coltivare con l’esercizio concreto della partecipazione. Qui casca l’asino, come si dice, perché il centrosinistra, a tutti i livelli di governo, ha ignorato e aggirato costantemente le esplicite indicazioni della Carta Costituzionale e, per venire qui a Milano, ciò che è scritto nello Statuto del Capoluogo come della Città Metropolitana. A livello nazionale si ignorano tanto le sentenze della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, quanto il suo esplicito richiamo al rispetto del Titolo Quinto della Carta che prevede l’elezione diretta del Sindaco Metropolitano. Qui, in Città Metropolitana, si evita accuratamente di definire ed approvare il regolamento attuativo per il Referendum Metropolitano. Mentre nella Città Capoluogo la commissione nominata dall’amministrazione non approva il referendum sullo stadio di San Siro perché in contrasto con la volontà espressa dall’amministrazione, con una semplice SCIA- Segnalazione Certificata di Inizio Attività c’era il ‘liberi tutti’ sugli interventi edilizi. Con il paradosso di un sindaco, che può prescindere dal Consiglio Comunale e da qualsivoglia rendicontazione, che prima chiede al Parlamento di approvare il provvedimento normativo ‘Salva Milano’ salvo chiamarsi fuori quando gli inquirenti milanesi fanno il loro lavoro a riguardo. Per Milano potremmo aggiungere l’inane inutilità dei Municipi, palestre per parabole elettorali personali senza prerogative. Per la Regione Lombardia è sufficiente richiamare lo svuotamento di partecipazione e poteri del più grande parco di cintura europeo, il Parco Agricolo Sud Milano. In occasione dell’80° anniversario della Liberazione ho ripreso la rigorosa e dettagliata ‘Storia dell’Italia Partigiana’ scritta da Giorgio Bocca. In meno di due anni, tra il 1943 e il 1945, una minoranza di italiani ha dato un contributo importante all’intervento degli alleati ma, soprattutto, ha consentito a tutti di scegliere liberamente tra Monarchia e Repubblica, di eleggere liberamente una Assemblea Costituente, di avere una Costituzione e un Parlamento rappresentativo. Una minoranza che viveva una relazione stretta di riconoscimento, approvazione, supporto, con la stragrande maggioranza del popolo italiano. La stagione delle bombe e delle stragi, così come l’assassinio di Aldo Moro ci ricordano che tutto ciò non è stato scontato e gratuito. È quindi importante che quella comune tensione che ha percorso le strade e le piazze della Penisola il 25 aprile diventi consapevolezza costituente. Questo perché la democrazia o è un corpo vivo e partecipato o si riduce a un ossimoro in quanto populista e reazionaria, eterodiretta dagli algoritmi dei ‘lungotermisti’. Fiorello Cortiana