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mercoledì 26 settembre 2012

PER IL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI CIVILI


Comune di Buccinasco
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AVENTE AD OGGETTO: APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI CIVILI PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CORTIANA ED ERRANTE

Presidente PALONE:
Do la parola al primo firmatario, il consigliere Cortiana.

Consigliere CORTIANA:
La illustro rapidamente. Noi tutti sappiamo che ormai da diversi anni, almeno dalla fine degli anni ’70, si sono articolate le forme del rapporto affettivo, e più recentemente, negli ultimi anni, sono state sollevate delle necessità di riconoscimento in termini di diritti che riconoscessero l’assunzione di responsabilità reciproca tra coppie unite di fatto, le cosiddette “unioni civili”.
Insieme a questo si sono sollevati diversi tipi di problemi, anche polemiche, in un paese che è molto connotato dalla presenza e da retroterra culturale cattolico, che vede nella famiglia eterosessuale l’unica possibilità di forma, definita in termini anche di diritto, e che già ha in qualche modo accettato nel corso del tempo la possibilità che i matrimoni avessero un carattere non religioso, come ad esempio il mio. È evidente che non è questo l’oggetto della polemica, le questioni riguardano le possibilità che questo riconoscimento formale, anche in termini di diritti e quindi di doveri per un’assunzione di responsabilità reciproca in un’unione affettiva, diventa, per le ragioni che ho detto e per il retroterra culturale che ho detto, più problematico laddove sono persone dello stesso sesso quelle che decidono questo tipo di assunzione di responsabilità reciproca dentro un rapporto di coppia.
Ci sono, e l’ho riportate nella proposta di deliberazione, sia sentenze della Corte Costituzionale che della Cassazione, sia, mi preme dirlo, anche espressioni molto chiare da parte dell’Unione europea nella sua Carta dei diritti fondamentali, che tendono ad avere un atteggiamento inclusivo e di riconoscimento di questa dimensione di responsabilizzazione affettiva.
Voglio sgombrare subito il campo da eventuali equivoci. Questo, nell’intendimento mio e del consigliere Errante, non è una modalità di introduzione surrettizia di un istituto come quello del matrimonio che eventualmente va disciplinato per via normativa attraverso una legge di carattere parlamentare, e quindi neanche regionale, per esser chiari. Qui si riconosce anche per la natura di un’Amministrazione come un Comune per la usa prossimità con la cittadinanza, con i problemi dei cittadini, per ciò che è di propria pertinenza, nelle proprie competenze, si riconosce la possibilità di questo elemento inclusivo nel campo dei diritti per questo tipo di rapporto affettivo.
L’altra questione abbastanza chiara e problematica, riguarda possibilità di genitorialità per coppie dello stesso sesso o, con implicazioni meno stringenti però altrettanto forti, di adozione per coppie dello stesso sesso. Qui volutamente non troverete alcun riferimento perché non è pertinente, non c’entra neanche con questo scopo, vi voglio dire che la stessa coalizione civica che esprime me e Errante è attraversata da molti discussioni, dubbi, confronti, cioè tutta la parte di riferimento cattolico comprensibilmente solleva diverse questioni.
È troppo facile, comodo, per me fare riferimento a tutte le riflessioni che il cardinale Martini ha ripetutamente fatto rispetto a questo tipo di questioni, ma non mi interessa e troverei rispettoso per me non credente fare aspetti di riflessione esegetica o entrare nel merito di dibattiti a carattere teologico anche di altre religioni, visto che io non ne frequento alcuna. Qui io mi limito a proporre come gruppo, come coalizione, un atto che voglio definire di civiltà. Noi conosciamo una società che nei fatti è su piani a volte molto distanti dalle forme nostre che si presentano da un punto di vista anche giuridico in qualche modo come forme ipocrite, perché c’è un di fatto che si fa finta con la forma di ignorare; questo può dar luogo a volta a situazioni di grande ingiustizia a mio avviso, com’è il caso ad esempio dell’assistenza ospedaliera in condizioni particolari.
Voglio qui dire un’ultima cosa di natura problematica, che sollevo senza polemica però avendo 57 anni e tanti amici che vivono da tanti anni questa condizione e hanno come me figli, credo che il discorso dei diritti e dei doveri non debba valere soltanto nell’assunzione reciproca di responsabilità sul piano affettivo, di responsabilità di coppia quindi, ma credo che debba valere anche nella relazione con la dimensione pubblica per gli elementi ad esempio fiscali. Per essere più chiari, anche qui non tocca al Comune ma voglio dirlo proprio per evitare ogni equivoco, ogni idea che in modo surrettizio si voglia coprire l’aggiramento di azioni fiscali attraverso la non definizione di famiglia; il caso IMU è un esempio, ad esempio.
Per altro verso dobbiamo avere l’onestà di dire che a volte, specialmente negli ultimi direi cinque anni nel nostro paese con il tipo di pressione immigratoria che ha conosciuto, tante volte lo stesso matrimonio formalmente celebrato è una copertura di un riconoscimento di cittadinanza e a volte ha anche un mercato. Io trovo questo aspetto molto più grave che non riconoscere invece un diritto inclusivo a un’assunzione reciproca di responsabilità.
Quindi dico a tutti i colleghi Consiglieri, al Sindaco e alla Giunta, l’intento è un intento di serietà, di civiltà, non è un intento per nulla né velleitario, né presuntuoso, né polemico, e spero, per come ho parlato con i vari colleghi, mi sembra che tutti questo lo abbiano capito a pieno. Sono contento se il dibattito che si avvia, il confronto, può trovare anche forme di natura emendativa che traducano e diano più cogenza a questo tipo di rassicurazioni, equivoci che ho detto che vorremmo evitare proprio per rispettare le sensibilità di tutti e per evitare che ci siano aggiramenti o altro. Ci sembra di aver steso un teso che si è dato già come prodotto finale di un dibattito intenso che ha interessato il Consiglio comunale di Milano, e mi fa molto piacere, e lo avrete visto anche voi, in modo trasversale indipendentemente da maggioranza e opposizione; e in più ho cercato, per sensibilità che ho sul dibattito sui diritti e sull’evoluzioni giurisprudenziali e normative, le evoluzioni interne alla dimensione europea che per fortuna, permettetemi la digressione, per responsabilità assunta a differenza di un secolo di disastri da parte dei tedeschi ha conosciuto recentemente le possibilità di un passo avanti e non di una disgregazione.
Io credo che questo insieme renda coerente con la costituenda città metropolitana anche un aspetto di quale cultura dei diritti e di relazione con i cittadini questa città si vuol dare; mi sembra interessante se, oltre a Milano, Buccinasco come Comune di cintura dà questo messaggio e spero che gli altri Comuni facciano altrettanto.

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