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venerdì 12 settembre 2014

Arcipelago Milano

ANDARE COSÌ VERSO LA CITTÀ METROPOLITANA: NON DIMENTICARE LA DEMOCRAZIA

La questione delle Città Metropolitane non riguarda soltanto i milioni di cittadini che risiedono nelle aree interessate ma ha a che fare con le prospettive del resto dei territori e dei comuni italiani. In sostanza: saranno una metastasi energivora e spersonalizzante, creatrice di periferie o costituiranno una matrice per il riequilibrio economico, sociale, ambientale e democratico? Il 30% degli italiani risiede nelle costituende città metropolitane, la stessa percentuale degli immigrati, un milione e mezzo, nelle dieci città metropolitane è prodotto il 34,7% dell’intero PIL nazionale. Queste percentuali nascondono uno squilibrio tra i comuni capoluogo e quelli di corona, fascia, cintura che dir si voglia.
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Sono differenze significative riguardo al reddito e l’accesso ai servizi, alle dotazioni infrastrutturali, alle funzioni sul territorio. Anche la maggioranza della popolazione immigrata vive nei comuni esterni a quelli centrali. l’introduzione delle città metropolitane ha davanti a sé la sfida e la possibilità di definire e attuare sistemi di governance efficaci per ridurre il divario tra centro e periferia e migliorare la redistribuzione di ricchezza e opportunità sul territorio. Anche per questo sono considerate dall’Unione Europea come l’organismo territoriale prioritario con un ruolo strategico nell’attività di coordinamento e di gestione delle risorse finanziarie assegnate ai territori negli “accordi di area vasta” che mettono insieme le città metropolitane e i liberi consorzi di comuni. In un sondaggio IPSOS 3 cittadini su 4 chiedono di eleggere gli organi della nuova istituzione. Forse il governo e i parlamentari che hanno approvato la legge56/2014, cosiddetta “Delrio”, pensano che i cittadini non comprendano la differenza tra eletti e nominati dalle segreterie di partito.

Non i sondaggi, ma la percentuale di partecipazione alle elezioni evidenzia il distacco costantemente crescente tra la politica nazionale, che si consuma nei palazzi, e i territori. Per questo la costituzione di queste nuove realtà istituzionali e amministrative ha a che fare con la natura della democrazia italiana che sta prendendo corpo. Se le città metropolitane non avranno uno statuto costitutivo aperto, trasparente, partecipato; se le città metropolitane non avranno il loro sindaco e il loro consiglieri eletti direttamente dai cittadini, avremo uno sviluppo regressivo della democrazia. In particolare se il tutto viene combinato con una legge elettorale nazionale autoreferenziale per il partito in carica e la consociazione del Nazareno, con un Senato incomprensibile e simile alla conferenza Stato-Regioni già esistente. Per questo lo statuto metropolitano dovrebbe essere fatto con uno spirito costituente, oltre le divisioni e le spartizioni tra partiti. Per sostenere una Città Metropolitana adeguata a una società responsabile, che partecipa alla creazione di un organismo istituzionale innovativo e capace di produrre valore economico basato sulla innovazione, sulla sostenibilità e sulla bellezza.
Besostri ha ripetutamente messo in luce i limiti costituzionali della proposta Delrio e delle procedure per la sua attuazione, con le elezioni di secondo livello per le Città Metropolitane con il voto ponderato, quindi con la partecipazione dei soli consiglieri comunali e dei sindaci all’elezione del Consiglio Metropolitano che scriverà lo statuto. Consiglieri e sindaci il cui voto, alla faccia della fase costituente, avrà pesi differenziati. Per questo, tra persone provenienti da diverse esperienze culturali e politiche, abbiamo proposto una lista civica per lo statuto, aperta a tutti i consiglieri che ne condividono le ragioni costituenti e gli indirizzi generali, indipendentemente dalla loro collocazione politica in seno ai Consigli Comunali. Questo è il senso civico della proposta: non schieramento di parte ma condivisione di indirizzi statutari.
Auspicavamo un riscontro positivo, ma abbiamo dovuto fare i conti con un processo elettorale peggiore di quel che temevamo. Non solo i tempi ristretti per la costituzione e presentazione della lista compresi tra agosto e la prima settimana di settembre: nessuno strumento è stato messo a disposizione dei Consiglieri comunali per agire nel rispetto di un minimo di democrazia e per comunicare la proposta ai 2.079 tra sindaci e consiglieri comunali dei 134 Comuni. Così qualche segreteria di partito contava di spartirsi preventivamente i nominati senza alcun confronto di idee e di proposte. Eppure tra sindaci e consiglieri abbiamo raccolto 23 candidati più 141 sostenitori e la nostra proposta, con una conferma significativa, è diventata una possibilità concreta. Questo primo risultato mette in luce in maniera inequivocabile due cose: c’è vita oltre il Patto del Nazareno ed è viva e diffusa una cultura della democrazia partecipativa costituzionale.
Per questo Lista Civica Costituente per la Partecipazione-La città dei Comuni costituisce un buon esempio non solo per la Grande Milano. L’obiettivo: inserire nello Statuto: l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio Metropolitano da subito, referendum deliberativi e Cittadinanza Attiva, bilancio partecipato e rendicontazione/accountability, open data e open government per la partecipazione informata al processo deliberativo, anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. Questa fase dovrebbe essere costituente, estranea alle logiche di partito e centrata sugli aspetti costitutivi per una democrazia partecipata e un’amministrazione trasparente e policentrica per la cittadinanza attiva. Per questo abbiamo chiesto al Prefetto la garanzia di condizioni di comunicazione delle proposte almeno prima delle votazioni per il Consiglio Metropolitano. Per questo chiediamo a tutti i consiglieri e i sindaci un voto utile per cogliere l’opportunità di colmare la crisi di legittimità nella relazione tra cittadini e politica, tra cittadini e istituzioni. La Città Metropolitana non deve essere un grosso comune ma una grande comunità.
Fiorello Cortiana
Candidato di Costituente per la partecipazione
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