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lunedì 13 aprile 2020

Questa Pasqua

Condivido con tutti questi mie riflessioni.
Per tutti noi la Pasqua di quest'anno ha avuto un significato immediato e condiviso, oltre le metafore teologiche della Cristianità. Tale significato coincide con l'auspicio del possibile passaggio dalla tragedia ineluttabile alla possibile rigenerazione. Il morbo virale che sta attraversando i popoli si presenta come l'evento inaspettato che interessa ognuno nella vita, questa volta invece interessa tutti contemporaneamente. Per questo prende corpo l'esigenza di un cambiamento come necessità, per questo ci occorre un altro sguardo per capire ciò che è sostenibile per la nostra specie. Ci occorre una disposizione esistenziale al cambiamento perché non si tratta di ripristinare in modo lineare il modello che ci ha portato a questa condizione.
Sul piano sociale, con il distanziamento aumenterà anche la distanza per i meno garantiti che, per esempio, non potranno dimostrare il loro status di lavoratori nei loro spostamenti.  Aumenterà il divario economico tra le classi, tra i paesi, tra i continenti.
Ma la natura virale di questo morbo non fa distinzioni tra ricchi e poveri, così come i radionuclidi nell'aria che respiriamo.
Lo sviluppo quantitativo illimitato e la sua deriva finanziaria non possono più essere considerati il vincolo rispetto al quale definire le possibilità di vita e i conflitti distributivi. Né possiamo più accettare il doppio vincolo per cui o si vive in questo modello, o altrimenti si prospetta la tragedia sociale, perché è proprio questo modello a costituire la causa della tragedia sociale e ambientale che stiamo vivendo. La necessità di cambiamento dei consumi e dei costumi, soprattutto del paradigma culturale, che presiede il nostro modello di sviluppo quantitativo illimitato, non risponde solo ad una indispensabile coscienza di specie: ci serve una cultura della cittadinanza condivisa per l'esercizio di una cittadinanza attiva e della partecipazione informata al processo deliberativo. Non il ripristino di un modello precostituito, esponenziale, che si presume innato. Ci servono la sobrietà, la disponibilità, la discrezione e l'ambizione del possibile in luogo dell'esistente. Avere senso di disciplina nei comportamenti non può farci accettare che coloro che non hanno fornito mascherine e presidi agli ospedali e ai ricoveri per anziani, tengano aperti i tabaccai, ma tengano chiuse le librerie. Ci occorrono compassione e conoscenza per un nuovo sguardo sulla vita e sul futuro. Tutto ciò è contenuto nei propositi di Alex Langer 'lentius, profundius, suavius' da vivere con un costante 'solve et coagula'. Disporsi all'inaspettato, in modo flessibile, con un atteggiamento di sobrietà e di compassione, non significa vivere una fatalista accettazione di una condizione di incertezza e insicurezza, magari da affidare a un autoritarismo che si prende cura di noi. È una differente disposizione esistenziale che deve informare di sé la nostra vita. Un processo circolare richiede un equilibrio evolutivo, un'attitudine a verificare le possibili conseguenze delle nostre azioni, da cui il principio di precauzione, una pratica di rendicontazione puntuale delle nostre scelte che riguardano l'uso delle risorse, così come dei bilanci, della organizzazione delle filiere produttive, dei programmi didattici, dei cicli dell'energia, dell'aria, dell'acqua, dei sistemi sociosanitari, dei modelli di partecipazione, decisione e responsabilità.
Come quando si cammina, si corre, si pedala o si nuota: un movimento equilibrato, appunto.
Che questa Pasqua sia stata Buona per tutti, per un passaggio collettivo al cambiamento.


4 commenti:

  1. Condivido pienamente questo modello di movimento equilibrato che vede il prinicipio di precauzione alla base di scelte democraticamente condivise..Grazie davvero per queste importanti riflessioni!

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  2. Grazie Fiorello. Pensiero importante e profondo. Che fare, come ripartire?
    La destra ha instaurato uno stato di polizia, I giornali crocifiggono invece di informare. Dalle nostre gambe, saranno i prossimi passi, sperando sia l'intelligenza a guidare

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