ciao, welcome :-)

in questo blog metto un po di tutto se cerchi qualcosa che non trovi chiedimelo

venerdì 8 maggio 2020

Processi cognitivi e identità nell'era digitale


Newton da quella mela ha elaborato la teoria della gravitazione universale. Se una mela cadesse su un computer rimbalzerebbe. Qui occorre capire come relazionarci con l’Intelligenza Artificiale e i suoi algoritmi per elaborare il nostro rapporto con il vivente. Si tratta dell’espressione delle libertà individuali e della sostenibilità, per la nostra specie, delle azioni e degli effetti del modello di sviluppo su questa piccola Terra nel pieno dispiegarsi dell’era digitale che presenta una natura costitutiva con una doppia ambivalenza.

La rete digitale interconnessa e le sue reti sociali costituiscono un ecosistema cognitivo collettivo che ha esteso lo spazio pubblico, ha disintermediato la relazione tra fonti istituzionali e accesso/produzione/condivisione di informazione. La sua pervasività permette la tracciabilità dei comportamenti e la profilazione dei consumi, con possibilità previsionali delle scelte economiche, politiche, religiose, sessuali, sindacali.
Si tratta della definizione della possibile etero-definizione della nostra identità. Sorveglianza, orientamento, senso comune dell’agire collettivo, diversivi della partecipazione ai processi deliberativi, controllo dei dati digitali. Gli algoritmi permettono l’elaborazione orientata dei dati. Sono procedure logiche che, attraverso istruzioni con una sequenza di passi finiti elementari e non ambigui, risolvono dei problemi relativi a strutture di organizzazione e rappresentazione di dati. La potenza di calcolo computerizzato permette l’analisi e la comparazione di una quantità di dati prima impossibile. Se la questione riguarda la definizione di orientamento di genere, la predisposizione genetica a certe patologie e la possibile probabilità invalidante, possono prendere corpo indicazioni, valutazioni e scelte a carattere discriminatorio nei confronti delle singole persone. La natura costitutiva del vivente è informazionale, a partire dalle cellule, e alla loro differenziazione nel moltiplicarsi. Le stringhe di algoritmi saranno sempre più il registro di codificazione con il quale ci relazioneremo alla sfera biologica e alle sequenze geniche esistenti e possibili.
Al centro di ricerca di Facebook è accaduto un episodio curioso a proposito di sistemi- macchine che auto-apprendono. Il centro ha un acronimo significativo ‘FAIR’- Facebook Artificial Intelligence Research: sta per ‘GIUSTO’. Un anno fa i ricercatori hanno sviluppato sistemi di intelligenza artificiale in grado di dialogare tra loro per trattare la divisione, sempre tra loro, di alcuni libri e palloni da basket. Ad un tratto Bob e Alice, i due ‘bot’ hanno iniziato a parlarsi con un nuovo linguaggio. Bob «I can can I I everything else» Alice «Balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to». Per noi umani senza un senso, ma non era casuale. I ricercatori hanno capito che li avevano programmati in modo che dialogassero non solo in inglese così loro hanno usato le parole in un modo ritenuto più efficiente. Il codice è poi stato modificato e i due bot hanno ripreso a parlarsi solo in inglese.
Ciò pone interrogativi ineludibili sulle forme e sull’esercizio del potere economico, politico e sociale. La disponibilità, la trasparenza, l’accesso, la conoscenza delle funzioni svolte dalle stringhe di algoritmi alle sequenze geniche, equivale a quello degli alfabeti e delle grammatiche, delle note e degli accordi, dei colori e dei segni. Essenziali per la definizione dei piani di vita di ogni essere umano in condizioni di libertà.
Per questo la loro disponibilità deve restare pubblica. Il principio di precauzione per l’analisi dei possibili effetti nello spazio e nel tempo non è una interdizione oscurantista dell’innovazione, bensì l’esercizio informato di una soggettività responsabile. Qui c’è la seconda ambivalenza della pervasività digitale e delle procedure analitiche degli algoritmi. Possiamo esternalizzare i processi cognitivi e tutte le scelte conseguenti? Possiamo affidare scelte relative a diritti fondamentali della persona ad algoritmi? Possiamo ridurre le intuizioni, l’empatia e la percezione come esito combinato di sensi/saperi/sapienza, alla calcolabiltà pre-definita?
Questo dentro a sistemi digitali capaci di apprendere e che, in ogni caso, si devono relazionare con il principio di sostenibilità dei loro effetti sulla natura. Perciò è vitale la persistenza della piena relazione mente-corpo-natura, la relazione equilibrata tra sfera antropologica e sfera biologica, tra sapere e sapienza.
La connessione permanente e ubiqua attraverso gli Smart Phone, i codici condivisi di significato, acronimi, emoticon, nelle reti di comunicazione collettiva, definiscono uno spazio comune antropologico asincrono dentro il Villaggio Globale.
L’intelligenza collettiva attraverso la connessione di esperienze, competenze, consente una condivisione della conoscenza mia esperita prima e con essa una opinione pubblica quanto mai avvertita, ad un tempo consumatrice e produttrice di sapere. Questo scenario appare come il cambiamento sociale più importante di questo inizio di millennio.
Dobbiamo chiederci se la natura dei processi relazionali e cognitivi propri di questo contesto consentono di coglierne le inedite opportunità. Questo perché le tecnologie digitali, gli strumenti che utilizziamo, le reti sociali e i loro processi di relazione precostituiti con informazione, comunicazione, conoscenza, stanno riconfigurando drammaticamente i processi neurali, le nostre possibilità cerebrali e i processi cognitivi. Il nostro sistema nervoso centrale si modifica lungo tutta la vita. Nel cervello si formano continuamente nuove sinapsi, mentre quelle che non sono più utilizzate degenerano. Questo sofisticato processo, noto come neuroplasticità, riveste un ruolo cruciale nei processi di apprendimento, con cambiamenti funzionali e anatomici.
Le logiche di controllo computazionale, le potenzialità comparative e predittive, le potenzialità generative della condivisione per l’intelligenza collettiva interconnessa, costituiscono una estensione della mente, individuale e sociale. Laddove, invece, c’è l’esteriorizzazione della memoria, dell’intelligenza, dell’organizzazione del pensiero, della classificazione dei dati, del trattamento dell’informazione, diventiamo dei simbionti cognitivi e, insieme alla responsabilità delle scelte, rinunciamo all’esercizio di una libera soggettività, individuale e sociale, rinunciamo quindi alla cittadinanza.
Ancora una volta siamo chiamati da una sfida inedita a porci in modo non rinviabile la questione del significato e del senso dell’essere umani, animali umani. Dopo i disastri della velleità e della presunzione di una Hybrys antropocentrica oggi rischiamo la relativizzazione della nostra pienezza esistenziale attraverso la cessione di sovranità all’Intelligenza Artificiale e ai controllori di algoritmi che non rispondono ad alcun interesse generale e ad alcun mandato e rendicontazione democratici.
Lo spazio pubblico definito dalle reti di reti digitali dei nuovi media si propone quindi come uno spazio di nuove opportunità democratiche e di nuove minorità e diseguaglianze. Ad un tempo aumentano la socialità e il divario sociale e culturale, la disintermediazione dell’informazione e la sua opacità, che accompagna quella del potere.
Abbiamo bisogno di consapevolezza affinché la nostra relazione con l’estensione digitale sia funzionale alla nostra dimensione umana per lo sviluppo di una cultura della cittadinanza condivisa nello spazio pubblico digitale, per una consapevole netizenship. Occorrono una coscienza di specie, una connessione responsabile per dare vita e capacità di indirizzo pubblico a un blocco sociale dell’innovazione qualitativa, quindi socialmente e ambientalmente abilitante e sostenibile.
È essenziale il pieno coinvolgimento e la responsabilizzazione dei protagonisti sociali: le imprese, le organizzazioni dei consumatori, i sindacati e i rappresentanti degli organismi della società civile.

Nessun commento:

Posta un commento