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giovedì 25 maggio 2023

SICUREZZA E SCARICABARILE Di chi la colpa? Di nessuno

ARCIPELAGOMILANO 16 maggio 2023 SICUREZZA E SCARICABARILE Di chi la colpa? Di nessuno di Fiorello Cortiana Alterazione climatica, emergenza idrica, questione energetica, urbanistica non governata, PNRR? No, qui il canovaccio politico è sempre lo stesso, “emergenza sicurezza: si o no?”. Partiamo dal prologo della venuta di Piantedosi a Milano, ambientazione la Stazione Centrale. Il Presidente della Regione Attilio Fontana rivolto al Sindaco Sala che polemizzava con la speculazione politica sulla sicurezza “Smettiamo di dire che tutto va bene. Purtroppo hanno cercato di nascondere lo sporco sotto al tappeto e ora salta fuori. Se se ne fossero accorti prima, non saremmo arrivati a questo livello. Ora è chiaro che bisogna intervenire e in maniera rigorosa perché la situazione è preoccupante. Al Ministro chiederemo la possibilità di aumentare il numero dei rappresentanti delle forze dell’ordine e io insisterò perché si ricominci a usare l’Esercito”. La rappresentazione, l’ultima in cartellone al momento, messa in scena nella nuova sede dell’Università Cattolica alla Caserma Garibaldi ristrutturata e inaugurata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si è aperta con un colpo di scena statistico. “Non esiste un’emergenza sicurezza a Milano, come in Italia non esiste un’emergenza sicurezza, ma un tema”. “In base ai dati in stazione Centrale rispetto al 2019 i reati come furti, rapine, lesioni personali e violenza sessuale sono calati del 39%”. Con l’annuncio dell’invio di 430 nuovi agenti il Ministro ha voluto “dare un segnale di presenza a Milano e più specificamente intorno alla stazione“. Fontana ha cercato di tenere botta “Se ritiene che sia un buon risultato, andiamo avanti così. Io dico di no. La sicurezza è un problema, chiamarla emergenza conta poco, l’importante è risolverla. Anche nella percezione che devono avere i nostri cittadini”. Carpe Diem Sala ha tenuto il punto “Rispetto alla polemica tra Fontana e Piantedosi, ha ragione Piantedosi, ci si sta lavorando. Non posso che dare atto che il ministro è presente e che ieri ha detto parole di chiarezza. Poi serve più presenza in zone come la stazione Centrale con forze di polizia di notte. C’è anche un problema di recupero sociale di quel degrado. Dietro c’è un disagio e qualcosa che va curato, non c’è solo il tema della repressione ma di un mondo degradato. Servono più assistenti sociali, ci stiamo alleando con associazioni che fanno questo di lavoro”. Tocca alla cronaca allargare l’inquadratura oltre ‘quel degrado: l’aggressione a una donna, fin dentro casa in via Washington, che non è in zona Stazione Centrale, sventata da un vicino 94enne con una scacciacani. Milano, Lombardia, non è retorica citare il Manzoni e le povere bestie tenute per le zampe da Renzo Tramaglino “le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”. Più prosaica la chiosa del Ministro “Tra emergenza e tema c’è il passaggio che esiste tra la verificazione e gli accadimenti e quello che fanno le pubbliche amministrazioni”. Aspettiamo un Tavolo sulla Sicurezza fino a una nuova rappresentazione dal canovaccio conosciuto. E’ il passaggio evocato da Piantedosi ad essere eluso da Sala e da Fontana, dal Comune Capoluogo e dalla Regione. Esiste un Osservatorio Regionale, con Comuni, Province e Città Metropolitana per rilevare e monitorare la qualità del vivere sociale, con il disagio che può diventare devianza e questione di ordine pubblico e/o terapeutico? Esiste una raccolta condivisa sistematica di informazioni con indicatori georeferenziati legati alle condizioni sociali, ambientali, di qualità di apprendimento nella scolarizzazione, ai luoghi/tempi di partecipazione associata dallo sport alle attività culturali e civiche? Oltre al rapporto annuale informativo al Parlamento esiste, per tossicodipendenze e affini/annessi una raccolta sistematica di informazioni con indicatori legati alle condizioni sociali, ai luoghi/tempi di assunzione, a quelli di spaccio, alla correlazione tra sostanze sul mercato/prezzo/azione di repressione, attori criminali/globalizzazione/immigrazione? Esiste la raccolta e la condivisione di dati informativi articolati sulle esperienze e sulle pratiche pubbliche e di Cittadinanza Attiva che nel corso dei decenni hanno dimostrato di avere efficacia sociale? C’è un coordinamento tra le agenzie istituzionali interessate, dai servizi sociali, alla scuola, alle società sportive, al Terzo Settore che, per legge, deve essere coinvolto nell’azione pubblica di co-programmazione e co-progettazione? Esiste un processo condiviso di analisi di questo quadro informativo per definire gli indirizzi dell’azione pubblica per prevenire e rigenerare le situazioni di disagio/degrado/devianza? Esistono una programmazione e una rendicontazione sistematica sull’efficacia sociale degli investimenti pubblici con risorse, spazi, personale? Su scala locale: esiste una Consulta del Soccorso e del Volontariato a Milano e nei suoi Municipi? No, non c’è nulla per uscire dalla cronaca ed entrare nella politica partendo dal presupposto che la sicurezza è un prodotto sociale. Ce lo ha insegnato 45 anni fa Franco Basaglia, con la legge 180 che ha chiuso i manicomi. Ce lo ha dimostrato uno dei suoi progetti: case popolari con giardini e ampi spazi, qui un gruppo di ex pazienti sperimenta l’autonomia. “Uscire, fare la spesa, prendere un autobus, la quotidianità è terapeutica.”

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