sabato 11 febbraio 2023
Una prima riflessione sulla mia candidatura
Voglio fare una prima riflessione sulla mia candidatura nella lista civica Letizia Moratti Presidente. Conosco Letizia Moratti da tempo e le ho fatto opposizione in Senato e al Comune di Milano. Oggi ho trovato una persona consapevole della crisi combinata di Pandemia endemica, Emergenza Climatica, Guerra imperiale di invasione.
Così come della degenerazione partitocratica della pubblica amministrazione, dove la tessera di partito sostituisce la competenza. A partire dalla constatazione della Regione Lombardia ferma da dieci anni e non più uno dei quattro Motori d’Europa, si è proposta una nuova prospettiva di sostenibilità sociale e ambientale. Una qualificazione che la Regione deve contribuire a generare.
Io credo alla necessità generativa del confronto politico. Non accetto la 'ragion di Stato' ipocrita. Io sono consapevole di spendermi in un varco che si è aperto tra il bipolarismo consociativo dx/sx. Un varco certamente contraddittorio, che reputo necessario per un processo di rigenerazione del Campo Democratico. L'esperienza che sto facendo, basa la definizione del programma sulla verifica della efficacia delle proposte. Certamente molti giudicano insostenibile la contraddittorietà del contesto politico elettorale che ho scelto di condividere. Per questo utilizzeranno il voto disgiunto. Però la questione non sta qui, sta in una ipocrisia culturale e politica della quale il livore è un riflesso. Casini e Lorenzin sono stati appena eletti nell'uninominale dal centrosinistra, così sono passati dal lavacro sacro e oggi sono dei 'democratici'. Letizia Moratti rompe con la destra sovranista e reazionaria appellandosi all'incontro tra culture democratiche e resta di 'destra'. Lei risolve il fallimento vaccinale di Gallera-Fontana, commissaria la società regionale ARIA per l'affare mascherine, monitora per la prima volta le Liste d'Attesa e riduce dell'80% quelle oncologiche, usa tutti i soldi del PNRR per le Case della Salute e concorda con Draghi il provvedimento per metterci i medici pubblici. Non importa, vengono imputati gli ultimi 20 anni di sanità lombarda ancheseleinon c'era. Mentre Majorino,che da assessore comunale ha chiuso il CAM-Centro Assistenza Minori, una eccellenza pubblica, che recuperava i bambini maltrattati e abusati sottratti alle famiglie, oggi candida capolista un esponente eminente della sanità privata, Fabrizio Pregliasco. Ma per gli ideologici in malafede non importa, Majorino resta il paladino della sanità pubblica. Il bipolarismo si propone come esclusiva e nulla ha possibilità di proposizione oltre la contrapposizione DX/SX. Contrapposizione che dura il tempo della campagna elettorale, poi si ricomincia a condividere lo spregio della cosa pubblica. Come sugli scali ex FS, su San Siro e i 29 ettari circostanti.Tutti beni pubblici di cui occorrechiedereconto alle Giunte di centrosinistradi Milano: Majorinocosa ha dettoe cosadicein proposito? Nulla! Così dai tempi di Formigoni/Penati, Maroni/Pisapia e ora Fontana/Sala. Poco importa agli ipocriti livorosi che la metà degli italiani non voti, che chi vota elegga una destra sovranista e reazionaria, che Trump e Bolsonaro non siano a processo, che l'autocrate del Cremlino voglia ricostruire la Grande Russia. L'importante è conservare la nomenclatura di nominati e una legge elettorale nazionale incostituzionale. Chi si sottrarre a questo gioco è in un uno spazio non riconosciuto. Un esempio: io non vado sulle pagine dei candidati del centrosinistra a fare rilevare vere e presunte contraddizioni, invitandoli a tornare nella parte giusta del campo. Una parte del campo nella quale/dalla quale ho rifiutato qualsiasi nomina e prebenda servendo la Cosa Pubblica con rigore riformista, cioè senza chiudere uno o tutte e due gli occhi per le porcate del campo amico. Così con me è accaduto il trattamento contrario: in modo sistematico con derisione e diffamazione, incuranti della concretezza della mia storia e della mia esperienza. La strada per la costruzione di un fronte ampio per avere una maggioranza elettorale democratica è lunga. Ci vogliono intelligenza, tenacia e laicità.
Eppure Giorgio Gaber cantava 'Libertà è partecipazione'.
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