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venerdì 17 febbraio 2012

Gli intoccabili e la memoria

Ci sono questioni, che hanno a che fare con la sicurezza e la salute dei cittadini,delle quali ci accorgiamo a seguito di disastri spesso annunciati e non riconosciuti. Questioni per le quali l’accesso alle informazioni e il dibattito sono importanti per non ripetere gli errori. Questo è valso per l’amianto dell’Eternit a Casale grazie alla tenacia dei sopravvissuti e di un magistrato come Guariniello. Questo è valso per la diga del Vajont. Per questo fa riflettere quello che sta accadendo. Il Giudice delle indagini preliminari di Belluno ordina la chiusura preventiva del’intero portale dedicato alla strage del Vajont, costata la vita nel 1963 a 1910 persone, per una frase ritenuta offensiva della reputazione degli On. Domenico Scilipoti e Maurizio Paniz, e ordina a 226 Provider italiani di impedire ai cittadini italiani di aver accesso al portale. Una metafora alpina di poche parole è costata cara ad un bellunese titolare del portale informatico dedicato all’approfondimento sulla strage del Vajont, Vajont.info. Il Giudice delle indagini preliminari di Belluno, su richiesta della locale Procura, ha infatti disposto il sequestro preventivo del’intero portale www.Vajont.info, il sito web che raccontava, con immagini ed articoli, la storia della strage conseguente al crollo della diga del Vajont del 1963, costata a tutt’oggi 1910 vittime. La misura richiesta dalla Procura e disposta dal GIP, in virtù di una frase sarcastica adottata nei confronti dei due parlamentari, però è stata adottata non solo nei confronti del portale ma anche a carico di 226 internet service providers italiani, ai quali è stato ordinato di “inibire ai rispettivi utenti l’accesso all’indirizzo web www.vajont.info, ai relativi alias e ai nomi di dominio presenti e futuri, rinvianti al sito medesimo, all’indirizzo IP statico che al momento dell’esecuzione del sequestro risulta associato al predetto nome di dominio e ad ogni ulteriore indirizzo IP statico che sarà associato in futuro ( interdizione alla risoluzione dell’indirizzo mediante DNS)”. Non mi sembra la via migliore per ricomporre una relazione tra il Palazzo e i cittadini, mai così distanti.

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